Film 16 ottobre/dicembre 2020

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mento della vita colmo di interrogativi di carattere religioso, in parte conseguenti alla lettura di Faussaires de Dieu, inchiesta su impostori che hanno finto eventi soprannaturali, come apparizioni divine; l’obiettivo del film non è convincere gli spettatori dell’esistenza di tali fenomeni, ma neanche smentirli del tutto, lasciando quel dubbio che incombe anche sul personaggio di Jacques, doppio dell’autore stesso, la cui indagine sposa il percorso di crescita del regista. Il punto di vista della narrazione non è quello di un teologo, ma di un cineasta che, umilmente, indaga una verità umana sottesa al portato illusorio del reale, costretto ad accettare il dubbio e ad accoglierlo attraverso atti di

pura fede, incapaci di sciogliere il Mistero, vivendo della bellezza della sua apertura di senso. Questo viaggio, privo di cinismo, è ben interpretato da Vincent Lindon, che non dà vita al classico personaggio ateo che, per motivi personali, si mostra restio nei confronti del credo cattolico, svelandosi come essere umano che si muove per amore della verità e contro l’ingiustizia, ma senza manicheismo, il cui viaggio si conclude significativamente in una zona deserta e primordiale, laddove tutto è iniziato, dando alla narrazione una scansione ciclica. Il film però sembra non trovare, né diegeticamente né visivamente, una dimensione trascendentale e arcana, fondamentale per un thril-

ler spirituale, privo della venatura onirica di un Troppa grazia (con cui condivide delle affinità narrative) o di quell’alone metafisico che fa percepire la sua incidenza anche nella sua (apparente) invisibilità, tipico degli interrogativi sulla presenza del Bene in un film come L’esorcista; L’apparizione sembra privilegiare una diegesi mirata a complessificare le linee narrative in vista del colpo di scena finale piuttosto che lavorare su un linguaggio sospeso, concludendosi con un finale poco credibile, in cui la crescita di Jacques risulta artificiosa nell’enfatizzazione apportata dalla voice over e dalla colonna sonora. Leonardo Magnante

di Giulio Base

BAR GIUSEPPE Origine: Italia, 2019

In una landa desolata in Puglia Giuseppe e la moglie gestiscono un bar con annessa pompa di benzina. La moglie muore all’improvviso; Giuseppe, inizialmente, non sa cosa fare della sua vita. Ha due figli ma Nicola ha moglie e due bambini a cui deve provvdere grazie all’attività del suo forno; su Luigi, tossicodipendente, legato alla malavita locale e allo sfruttamento della prostituzione, non può proprio contare. Giuseppe è così costretto a trovare qualcuno che lo aiuti al bar: sceglie, tra i tanti senza lavoro che fanno la fila, la giovane Bikira, la ragazza di una famiglia di africani, in Italia senza soldi e senza occupazione. Tutto fila liscio perché lei è piena di buona volontà e voglia di lavorare e non le dispiace avere a che fare con un uomo così più vecchio di lei, a tal punto che il rapporto tra i due si consolida e si tra-

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sforma in un sentimento forte fino a che i due decidono di sposarsi. Le voci e i commenti nel paese sono pesanti ma Giuseppe non ci bada e non si muove di un centimetro neanche quando i figli, considerandolo un vecchio pazzo, cercano di fargli cambiare idea. Presto Bikira resta incinta, ma non sa neanche lei come sia successo, non avendo avuto rapporti con nessuno, nemmeno con il vecchio marito che non l’ha sfiorata. Giuseppe, inizialmente convinto che la ragazza abbia subito violenza oppure nasconda un legame con qualcuno della sua gente, si allontana da casa ma non trova una spiegazione neanche cercandola nella sana umanità di suo figlio Nicola e di sua moglie. Dopo un breve periodo di smarrimento, Giuseppe torna a casa a riabbracciare Bikira: il suo sentimento d’amore e d’accoglienza per i più deboli e poveri è troppo radicato per farlo perdere in inutili dettagli. 29

Produzione: Manuela Cacciamanni per One More Pictures, Rai Cinema Regia: Giulio Base Soggetto e Sceneggiatura: Giulio Base Interpreti: Nicola Nocella (Nicola), Ivano Marescotti (Giuseppe), Selene Caramazza (Selene), Virginia Diop (Bikira), Teodosio Barresi (U Vecchie), Michele Morrone (Luigi), Vito Mancini (Baffo), Ira Fronten (Madre di Bikira), Emanuel Dabone (Padre di Bikira), Grazia Daddario (Moglie di U Vecchie) Durata: 95’ Distribuzione: Rai Play Uscita: 28 maggio 2020

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Il mistero delle Sacre Scritture diventa una storia vissuta nel nostro sud


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