di poter provare a vincere lo scudetto. C’è stato tanto tempo per pensare e ad oggi la voglia di riprendere e giocare con una certa continuità è tanta anche se le aspettative sono tutte da verificare. Ci sono ancora troppi ostacoli da superare». Come, ad esempio, allenarsi di più con la propria squadra che giocare competizioni ufficiali? «Allenarsi ai tempi del Covid è strano! Prima si pianificava la settimana con obiettivi. Con il Covid ti alleni ma magari al giovedì ti dicono che nel week end non scendi in campo. Devi avere una preparazione psicologica particolare. Eravamo abituati a confrontarci con un avversario costantemente e non sono sicuro che questo possa riprendere presto». Ma chi è Matteo Ferro fuori dal campo? «Di sicuro è uno che ha capito che di rugby non si vive. Che c’è un futuro oltre la carriera. Mi piace uscire con amici, trovarsi attorno ad una tavola e condividere del tempo con loro». E magari metter su famiglia? «Ci penso (sorride n.d.r.) ma non ora. Intanto mi godo Giulia, la mia fidanzata». Vedremo presto un piccolo Ferro in un campo da rugby? «Ah non presto comunque. Io non forzerò mai nulla perché ciò accada. Così mi hanno insegnato a casa e così farò anch’io con mio figlio o perché no con mia figlia». Matteo vuoi mandare un messaggio agli amici di SportdiPiù magazine? «Certo! Vorrei salutare tutti gli sportivi che magari non hanno l’opportunità di gareggiare e hanno rimandato l’inizio dei campionati. Lo sport ci deve insegnare, a noi che giochiamo e a quelli che ci guardano, che ci sono delle regole e queste vanno rispettate. Se avessimo rispettato tutti di più le disposizioni forse saremmo messi un po’ meglio. E infine che non vedo l’ora di tornare a giocare davanti al mio pubblico, per la gente di Rovigo, che considera il rugby alla pari di una religione e fin da subito siete invitati al Battaglini, appena si potrà!».
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