I NTERVISTA ontana F o e t t a M
Elkjaer Sindaco! Foto: archivio web della carriera di Elkjaer: il tratto che più ci sta a cuore, ossia la sua permanenza in gialloblù dal 1984 al 1988. L’idea viene dalla passione, dal ricordo e dall’emozione vissuta di quelle grandi stagioni, di quello che è stato e di quello che ha rappresentato e rappresenta tuttora Preben Elkjaer per Verona. Non solo per chi l’ha vissuto, ma anche nella memoria trasmessa a chi è nato dopo. È stato soprattutto il bisogno di condurre sul piano personale un viaggio sentimentale che credo tanti possano condividere». Cosa viene raccontato nel tuo libro? «Parlando dell’aspetto prettamente cronachistico si parte dal momento in cui Elkjaer viene per la prima volta individuato come uomo giusto da inserire nella rosa. Poi le stagioni con l’Hellas intrecciate con le splendide cavalcate della Danimarca, rivelazione degli anni ’80. La storia è incentrata su Verona e sull’Hellas ma ci sono degli intarsi mirati e necessari, per non dire obbligatori, su quanto Preben fece con la Danimarca. L’epilogo, il capitolo conclusivo, è dedicato ai saluti di Elkjaer quando lasciò Verona. All’interno di questa narrazione si vanno ad intrecciare aneddoti, storie, opinioni ed interventi di diversi compagni di squadra di Preben tra i quali Volpati, Fanna, Galderisi, Vignola e De Agostini».
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JACOPO PELLEGRINI
atteo Fontana, giornalista veronese, corrispondente tra gli altri per la Gazzetta dello Sport, è senza dubbio tra i più appassionati esperti di Hellas Verona e di calcio in generale. Nei suoi libri ha raccontato la storia, degli aneddoti e i personaggi della storica città di Verona, l’unica provinciale ad aver
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vinto - trentacinque anni fa – un irripetibile scudetto. Nel suo nuovo libro Elkjaer Sindaco! Matteo ci racconta Preben durante gli anni d’oro dell’Hellas Verona. Matteo, com’è nata l’idea di scrivere un libro? «Innanzitutto ci tengo a precisare che non si tratta di una biografia complessiva di Preben, bensì è un tratto della narrazione di quella che è stata l’esperienza sportiva
Che ricordi hai di Elkjaer? Ce ne puoi raccontare uno in particolare? «I ricordi sono tantissimi, perché poi ero bambino e avevo 8 anni. Ero negli anni in cui si costruisce il proprio nucleo empatico, di conseguenza potrei dirti molti episodi. La prima immagine che ho di Preben è lui che sbaglia il rigore decisivo in semifinale contro la Spagna. Si giocava a Lione ma penso il pallone sia arrivato più o meno fino alla Senna». Il gol senza scarpa alla Juve è stato un grande gesto atletico, ma che altro significato possiamo attribuirgli? «Il Verona aveva già più volte sconfitto la Juve in passato, però quello fu come un grido di ribellione di Verona e di un calcio di provincia che spesso veniva vessato dalle