S SPO RT SO N G
Ripercorriamo la storia dello sport riascoltando le note di canzoni che, bene o male un po’ a tutti, hanno procurato brividi e, magari, fatto scendere qualche lacrimuccia (di gioia o di dolore…).
Kiss Him Goodbye dall'album: Steam Steam
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Nel 1969 gli Steam dovevano produrre un singolo di successo per lanciare il loro album più atteso. Le idee non sono molte, ma nella testa del tastierista e autore di tutti i brani della band, Paul Leka, fa irruzione un motivetto che il cantante si limita a canticchiare di continuo, senza alcun testo: e fa… “Na Na Na Naaa, Na Na Na Naaa, eh eh eh…” E così via. Leka era appena stato mollato dalla fidanzata e si era legato a una donna che a sua volta
aveva già un compagno. Per invitarla a lasciare il rivale scrive Kiss Him Goodbye (bacialo e ciao) il cui testo è un invito all’amata a lasciare il suo compagno per mettersi definitivamente con lui. Il coro entra molto rapidamente nel mondo dello sport adottato, immediatamente, dei tifosi dei Chicago White Sox che lo cantano ai battitori avversari quando vengono eliminati al piatto dal loro lanciatore. Come dire tornatene a casa. Con la stessa filosofia questa stessa canzone viene cantata da almeno cinquant’anni da tifosi di qualsiasi sport in cinque continenti alla squadra avversaria, quando vengono sonoramente battuti.
La coscienza di Zeman dall'album: Goodbye Novecento (1999) Antonello Venditti
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ntonello Venditti grande tifoso della Roma deve aver visto tante partire della squadra capitolina allenata da Zdeněk Zeman e di esserne stato affascinato tanto da dedicargli una canzone: La coscienza di Zeman (il titolo prende spunto dal romanzo di Italo Svevo, La coscienza di Zeno). La filosofia di gioco del boemo, sempre alla ricerca del gol, è tradotta in modo magistrale
dal cantautore romano in musica e versi, come questo: «Ma il tempo sta scadendo ormai/Tieni palla dai/Il pareggio mai/Tu non lo firmerai/Perché non cambi mai». Venditti parlando di Zeman ebbe a dire: «Rimpiango la sua assenza dal mondo del calcio, rimpiango la sua onestà, la sua purezza, il suo sogno. In qualche modo mi ricorda i sogni dei radicali in fatto di diritti civili».
Il fantasista dall'album: Domani è un altro giorno (1997) Enrico Ruggeri
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na canzone dedicata a quattro grandi fantasisti: Evaristo Beccalossi, George Best, Diego Armando Maradona, Gigi Meroni. Calciatori ribelli e fuori dagli schemi (Meroni girava per Torino con una gallina al guinzaglio), ma troppo forti per non essere apprezzati da chi ama il pallone. Il testo del brano di Ruggeri li descrive molto bene, come quando canta: «Corre la palla più forte di noi,/segui la mia
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geometria./L'allenamento? Ma fatelo voi!/Io ho la mia fantasia./Troppi dolori non fanno per me,/io sono nato già re./Ogni giocata è diversa dall'altra;/ questa è la vita per me». Il fantasista o lo ami o lo detesti: «Io sono quello da guardare;/Quando ho voglia di giocare/Sono schiavo dell'artista che c'è in me». Nel calcio d’oggi sono proprio i grandi fantasisti che mancano per renderlo ancora più bello e imprevedibile. Peccato!