MCG_02_2023

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EURO 1,90

MAGGIO 2023

Tutti gli eventi e gli spettacoli di Mantova, Brescia, Verona e Lago di Garda.

SAMUEL PERON VEERA KINNUNEN

ESCLUSIVITÀ INCLUSIVA

Torna sul Ponte Visconteo di Valeggio sul Mincio la celebre Festa del Nodo d’Amore.

CASA MARCEGAGLIA

Inaugurato lo spazio museale, storia e valori di un’azienda che è soprattutto famiglia.

HELMUT NEWTON

In mostra a Milano l’unicità, lo stile e il lato provocatorio del grande fotografo.

www.mcgmagazine.it LIFESTYLE . MODA . ARTE . CULTURA . VIAGGI
NUMERO
ANNO 13,
2
come maestra di vita
La danza

BRESCIA | 11 - 21 maggio 2023

Stanco della solita musica?

DALL’11 AL 14 MAGGIO

dalle ore 10 alle ore 19 SUONAMI! PIAZZA CHE VAI, PIANOFORTE CHE TROVI

Sei pianoforti negli angoli più belli del centro, a disposizione di chiunque voglia suonarli

GIOVEDÌ 11 MAGGIO ore 18

Passadori Pianoforti - Contrada S. Chiara, 6 UN PIANOFORTE SENZA PIANISTA

Andrea Faini, musicologo

Da Arturo Benedetti Michelangeli a Yuja

Wang, concerto “impossibile” dei pianisti che hanno fatto la storia del Festival Pianistico

VENERDÌ 12 MAGGIO ore 21

Auditorium Santa Giulia - via dei Musei, 81

MARIJA JUDINA, IL SUONO DELL’ANIMA

Laura Mantovi, attrice Sara Costa, pianoforte

NOI ABBIAMO UN ALTROPIANO

SABATO 13 MAGGIO

ore 14.30 ritrovo Chiesa di S. Giuseppe ore 16 ritrovo C.so Zanardelli

PASSEGGIATA MUSICALE

Fabio Larovere, guida Matteo Baronchelli, attore Giovanni Colombo, pianoforte

SABATO 13 MAGGIO ore 15-18

Centro storico

PEDALA PIANO

DOMENICA 14 MAGGIO ore 17

Portico di Palazzo Loggia

MULTIPIANO

Giovanni Colombo, Francesco Chebat, Andrea Candeloro, Felice Cosmo, Alberto Forino, Cristian Alberti

Sei pianisti, sei pianoforti, un concerto imperdibile

DOMENICA 21 MAGGIO ore 5.30

Capitolium - via dei Musei, 55 UN PIANOFORTE ALL’ALBA Pierangelo Taboni, pianoforte

Tutti gli eventi sono gratuiti Prenotazione obbligatoria per gli appuntamenti dell’11, 13 e 21 scrivendo a info@cielivibranti.it o chiamando il numero 328 5897828

Un progetto di Con il sostegno di Con il contributo di
WWW.ALTROPIANOFESTIVAL.IT Un progetto di Con il sostegno di Con il contributo di
ALTROPIANO

in primo piano

Le incognite deL mutamento cLimatico

E sE un giorno dal rubinEtto di casa …

Da quasi un anno sul Garda si passeggia comodamente sul magnifico fondale che incornicia le Grotte di Catullo di Sirmione: la cosiddetta Jamaica Beach ha quadruplicato la sua estensione.

Poco più a nord l’Isola di San Biagio di Manerba, più nota come Isola dei Conigli, non è più tale, la si raggiunge con una breve scarpinata da Punta Belvedere. E ovunque sui grandi laghi del nord, non solo sul Garda, pontili non raggiungibili, porti non praticabili, e innumerevoli altre problematiche ne stravolgono la vita sociale e turistica. Si tratta di un’immagine tra le migliaia che, dalle pianure alle cime dei monti, stanno a testimoniare l’allucinante situazione ambientale causata nel nostro Paese dalla mancanza di piogge, che pare avviarsi ad una drammatica cronicizzazione. I paesaggi aridi e gialli, i letti dei fiumi prosciugati, le autorità costrette a razionare l’acqua. Solo pochi mesi fa arrivava nei cinema italiani il film “Siccità” di Paolo Virzì, una storia che racconta in uno scenario apocalittico la vita in una Roma dove non piove da tre anni, e in cui le abitudini dei cittadini sono stravolte dal cambiamento. Una realtà

delineata con l’immaginazione, eppure così terribilmente familiare e vicina alla nostra. Secondo il Consiglio nazionale delle ricerche, infatti, una percentuale fra il 6% e il 15% della popolazione italiana vive ormai in territori esposti a una siccità severa o estrema.

“Dati alla mano, è lecito ritenere che, per almeno tre milioni e mezzo di italiani, l’acqua dal rubinetto non può più essere data per scontata”, ha dichiarato il presidente dell’Associazione nazionale dei Consorzi di bonifica e irrigazione (Anbi), Francesco Vincenzi

La scarsità di pioggia (-61% nel bacino del Po e dell’Appennino) e neve (-53% sull’arco alpino) degli ultimi mesi rispetto alla media degli ultimi dieci anni preannuncia così quella che nel 2023 rischia di essere l’estate più siccitosa di sempre, dopo il pericoloso assaggio di un’Italia inaridita già avuto nel 2022. Dunque, insieme alla turbolenta crisi energetica che ha colpito il nostro Paese, ci troviamo a dover fronteggiare anche una crisi idrica, entrambe riflesso di un modello di sviluppo che si manifesta in tutta la sua insostenibilità e che necessita di un cambiamento profondo, come da anni sottolinea l’ASviS (Associazione governativa per il raggiungimento degli obiettivi di Sviluppo Sostenibili).

ALLARME SICCITÀ CRONICA: NON SOLO UN’EMERGENZA PER IL PAESE, MA UN PROBLEMA VITALE DA AFFRONTARE IN MODO SISTEMICO.

di giaCOMO gaBRiELE MORELLi

in primo piano

MOLTI IGNORANO CHE LA NEVE CHE SI ACCUMULA IN INVERNO SUI MONTI DISCIOGLIENDOSI ALIMENTA LE FALDE SOTTERRANEE ED È L’ACQUA CHE USEREMO IN ESTATE

Ma che cosa ha portato a questa situazione? Quali sono realmente gli impatti sulla società e sulle nostre vite? Che cosa si sta facendo e possiamo fare?

Siccità vuol dire innanzitutto avere meno acqua a disposizione per gli usi civili: dall’interruzione dell’erogazione idrica nelle nostre case in determinati orari, a limitazioni sull’annaffiatura dei giardini, sul lavaggio delle automobili, sull’utilizzo di fontane, solo per citare qualche esempio. Vuol dire una minore disponibilità nelle industrie (inclusa la produzione idroelettrica) e soprattutto nei campi agricoli, con ripercussioni economiche per il Paese e riflessi sulla nostra alimentazione. La situazione è peggiore di quella dell’anno scorso, quando si era registrata una perdita di almeno sei miliardi di euro nei raccolti per siccità, e secondo Coldiretti “con il Po secco rischia un terzo del made in Italy a tavola”. Le aziende agricole si trovano a dover ridurre la produzione di alimenti che richiedono molta acqua, come ad esempio il riso, su cui siamo i primi produttori a livello europeo, e a optare per cibi meno idrovori (come la soia), cambiare concimi, usare semi meno produttivi, con conseguenze dirette sulle nostre tavole a causa della minore qualità del cibo, della differente alimentazione e dei costi più elevati. Tuttavia, riconvertire i campi per non fallire non è sempre semplice, si pensi ad esempio ai costosi macchinari specifici per la risicoltura. Per riconvertire i campi, si sta cercando anche di introdurre colture più resistenti: dall’individuazione di varietà naturali di grano che rispondono meglio alla siccità all’introduzione di nuove varietà dal Dna modificato per resistere allo stress idrico. Ma in Valpadana gli agricoltori si interrogano già se mantenere le coltivazioni o puntare sull’installazione nei campi di pannelli solari, dando vita

al cosiddetto agrifotovoltaico: una nuova pratica, sintomo della fortissima accelerazione delle rinnovabili, che potrebbe supportare le attività agricole, così come ostacolarle (riducendo le colture o scegliendo solo quelle più adatte). Siccità vuol dire anche ripercussioni sulla nostra salute, non solo legate alle modifiche alimentari, ma anche all’aria che respiriamo: il climatologo Luca Mercalli ha definito “una camera a gas e polveri sottili” la condizione della Pianura Padana, causata dall’assenza prolungata di vento e precipitazioni; una situazione allarmante, se pensiamo che in Italia l’inquinamento atmosferico è responsabile ogni anno della morte prematura di circa 60mila persone. Siccità però significa pure modifica del paesaggio, con una perdita non solo in termini di bellezza che questo patrimonio naturale costituisce, ma anche di biodiversità, a causa dell’alterazione degli equilibri ecosistemici. Scompaiono canneti, pesci e rane, ma anche sulla terra ferma la riproduzione e i cicli biologici della vita animale è fortemente alterata, insieme a un paesaggio che non sarà più lo stesso. Da non sottovalutare, poi, il fondamentale ruolo della neve. Oltre alla grave minaccia per gli sport invernali, con conseguenze sui lavoratori e sulle strutture turistiche (mesi fa l’Onu che segnalava come a Cortina d’Ampezzo tra soli quattordici anni (!) potrebbe diventare impossibile sciare per mancanza di neve), si sottovaluta ciecamente il vitale apporto della neve all’approvvigionamento idrico: la neve che si accumula in inverno sui monti è, infatti, acqua che alimenterà le falde sotterranee e che useremo in estate.

La siccità comporta, dunque, gravi impatti ambientali ed economici, ma non dimentichiamoci che tutto questo sconvolgimento rappresenta anche un forte rischio sociale. Sempre il film “Sicci-

SICCITÀ VUOL DIRE ANCHE RIPERCUSSIONI SULLA NOSTRA SALUTE, NON SOLO LEGATE ALLE MODIFICHE ALIMENTARI, MA ANCHE ALL’ARIA INSALUBRE CHE RESPIRIAMO

tà” sopra citato lo racconta molto bene, attraverso le immagini di rivolte, di lavori persi, ma anche di egoismi e paura: l’aridità dei paesaggi diventava metafora anche dell’aridità umana.

“In questo mondo che si sgretola nella crisi idrica o nella prospettiva di una nuova pandemia, noi raccontiamo un mondo dove i lavori sono collassati”, dice Virzì, “tutti i personaggi del film perdono o cambiano lavoro: abbiamo raccontato la nuova Italia e il nuovo modo di reagire di fronte alle difficoltà. Salta agli occhi di tutti che le distanze sociali si accentuano e la ferocia alimenta sempre più conflitti che portano all’autodistruzione o allo spirito reazionario”.

In questo scenario apocalittico, il punto è capire dove abbiamo sbagliato e, soprattutto, che cosa possiamo fare. Già nel 2015, il World Resources Institute allertava che nel 2040 l’Italia si sarebbe trovata in una situazione di elevato stress idrico. Le cause di questa siccità sono da ricercarsi in primis, senza dubbio, nel cambiamento climatico, che i politici di tutto il mondo trascurano nonostante i moniti degli scienziati: basti pensare che all’aumento di un grado della temperatura terrestre corrisponde una riduzione del 20% della disponibilità delle risorse idriche. Ma la situazione deriva anche da una politica sorda a problemi del Paese che ci trasciniamo da decenni e da una politica del breve-termismo che insegue la logica emergenziale anziché dedicarsi a soluzioni strutturali. C’è poi il problema strutturale del cattivo stato delle infrastrutture, che porta la nostra rete idrica a sprecare il 40% dell’acqua trasportata

6 n. 2 Maggio 2023
L’Isola dei Conigli a Manerba del Garda

Enrico Giovannini, direttore scientifico dell’ASviS e ex-ministro delle Infrastrutture e della mobilità sostenibili, ha specificato però che è vitale che il Governo attuale e quelli futuri continuino a investire per assicurare l’acqua necessaria, e che oltre ai fondi del Pnrr, anche i fondi europei per la coesione e il fondo sviluppo e coesione nazionale potrebbero essere utilizzati in questa direzione; ma ha ricordato anche che non è solo un problema di investimenti: c’è anche un problema culturale dal punto di vista di comportamenti e sprechi delle persone, di elevato uso in Italia rispetto agli altri Paesi europei di acque minerali al posto dell’acqua corrente per mancanza di fiducia, di necessità di migliorare i processi di produzione agricola (ad esempio l’agricoltura di precisione, per ridurre il

consumo di acqua).Mentre ci si prepara infatti a fronteggiare l’emergenza con le misure necessarie per superare l’estate, rimane il fatto che se non si interverrà con provvedimenti di lungo termine, il problema si ripeterà: la siccità non può più essere trattata come un’emergenza, ma va affrontata come un grave problema strutturale italiano da affrontare in maniera sistemica.

Per questo è fondamentale definire una strategia idrica nazionale di breve, medio e lungo periodo, come ha chiesto Legambiente al Governo, indicando vari interventi da attuare: dall’obbligo di recupero delle acque piovane al riuso in agricoltura delle acque reflue depurate, dalla riconversione del comparto agricolo verso colture meno idroesigenti e metodi irrigui più efficienti, fino alla rica-

rica controllata delle falde, facendo in modo che le scarse precipitazioni non scorrano subito fino al mare.

L’impegno avviato dal Governo Draghi, attraverso la riforma del settore idrico nell’ambito del Pnrr, va proseguito e intensificato nei prossimi anni. Gli strumenti per mettere in sicurezza le infrastrutture idriche del Paese ci sono, ora serve la volontà politica per elaborare e attuare il Piano. Oltre ad attrezzarci per avere meno falle nel sistema e più acqua a disposizione, infine, dobbiamo capire come possiamo prelevare meno acqua e ridurre la nostra impronta idrica (cioè la quantità di acqua usata per produrre beni o servizi), cambiando il nostro modello di consumo affinché sia più sostenibile.

Questo è possibile attraverso iniziative di sensibilizzazione per la popolazione italiana che resta la più sprecona d’Europa. In generale, il consumo di acqua risulta oggetto di scarsa attenzione da parte delle famiglie anche perché le nostre tariffe sono tra le più basse d’Europa e pesano quindi meno sulle tasche degli italiani. Per ridurre gli sprechi si possono adottare molte buone pratiche, non solo la chiusura del rubinetto: si va da soluzioni tecniche ad altre comportamentali, ad esempio dall’uso delle lavatrici e lavastoviglie solo a pieno carico al minore consumo di carne, che ha un impatto idrico 100 volte superiore a quello degli alimenti di origine vegetale (ad esempio, 1 kg di carne di manzo richiede 15mila litri d’acqua, a fronte di 200 litri per la stessa quantità di pomodori).

La lotta al cambiamento climatico e alla sfida idrica potrà essere vinta, però, solo unendo all’impegno dei cittadini anche una volontà politica stabile nel prossimo decennio, in grado di seguire una strategia unica e di orientare gli investimenti nella giusta direzione. Stiamo andando sempre più verso un mutamento climatico irreversibile. Solo una strategia di lungo termine e un cambio culturale profondo potranno permetterci di affrontare gli inevitabili traumi, e di adattarci.

7 n. 2 Maggio 2023

Da 30 anni nel mondo dell’editoria, classe 1962, da 9 anni dirige MCG dopo esserne stato per 8 il coordinatore editoriale. È anche titolare della Morelli Media Partner, Agenzia di Comunicazione, e co-fondatore di Advance Group.

Il Martedì di coppa è un martedì difficile per tutti, ancora di più per CartaBianca, Fuori dal coro e diMartedì, protagonisti della serata dei talk della tv.

Quello condotto da Giovanni Floris, diMartedì, ormai non solo non raggiunge il 7% di share, ma fatica a sfondare addirittura la soglia del 6% registrata tra febbraio e marzo. Quasi due punti di differenza che, in una rete come La7, sono traducibili in numeri importanti. Una flessione costante e prolungata che ha portato la “distanza” tra il programma di Floris e “Fuori dal Coro” di Mario Giordano ad assottigliarsi sempre di più. La trasmissione di Rete 4 (che non risente né della Coppa Italia né dei martedì di Champions) con le sue inchieste aggressive e discusse macina audience: ed è pronto il sorpasso. Ci sono giornalisti (e non parliamo solo di Giordano) che con le loro valide e intelligenti inchieste riescono a supplire parzialmente le mancanze di alcuni organi dello Stato, tutti intenti quest’ultimi a

passarsi la palla nel giochino dello scarico delle responsabilità (cosa che fa semplicemente rabbrividire se ci si fa mente locale per un momento) e che certifica chiaramente il livello di decomposizione di questo Paese.

Trasmissioni come Report, Presa Diretta, Le Iene, Striscia, Fuori dal Coro, Dritto e Rovescio, nonchè la rubrica Indignato speciale, solo per fare alcuni esempi eclatanti, ci riportano quotidianamente uno spaccato del Paese che fa rabbrividire: droga, violenza, occupazioni abusive, immigrazione clandestina fuori controllo, povertà, degrado, inquinamento, malasanità, ruberie, inciuci, malgoverno, etc.

Giornalisti che scendendo nelle strade, nella vita reale, denunciano e danno voce alla gente esasperata da un andazzo sempre più insopportabile. Passano i governi e aumentano le trasmissioni del lamento nazionale ma, purtroppo, nulla mai cambia.

Ho assistito nelle scorse settimane all’interessante convegno “Dipendenze, tossicodipendenza e microcrimina-

lità: come contrastarle”, in occasione del 171° della Polizia di Stato. Uno dei concetti, che non mi ha stupito, ma che è stato più volte ripetuto, è stato quello che bisogna cambiare l’atteggiamento di indifferenza della gente, in ogni ambito: quasi uno sprone a ribellarsi. Si è persa la fiducia nello Stato, nelle Istituzioni, non esiste la certezza della pena: le stesse Forze dell’Ordine, che con abnegazione mettono quotidianamente a rischio la propria vita, sono in difficoltà ad esercitare la propria professione, troppo spesso irrisa da sentenze che rimettono in libera circolazione, dopo poche ore, delinquenti faticosamente assicurati ad una giustizia nella quale nessuno crede più. E allora, per una Giustizia che spesso invece funziona si alza il telefono e si chiede:”Pronto? Fuori dal Coro? Mi aiutate a liberare casa?”

direttore@mcgmagazine.it

Mantovano ma residente sul Lago di Garda, da 27 anni lavora nel campo della comunicazione e del marketing. Classe 1974, Art Director di MCG, è anche presidente di Grinder, Agenzia di Comunicazione, e co-fondatore di Advance Group.

SOMMARIO e se un giOrnO Dal rubinettO Di casa …

Allarme siccità cronica: non solo un’emergenza per il Paese, ma un problema vitale da affrontare in modo sistemico. 05

benvenuti a casa marcegaglia

Il progetto vuole far emergere l’impresa nata dall’eccezionalità e dall’intraprendenza di un uomo, Steno Marcegaglia

cHamP1, si cOnFiDa nella ricerca .

La sindrome è da poco riconosciuta in Italia e per saperne di più abbiamo incontrato il papà di Tommaso, Daniele Palumbo

FOtOgraFia eurOPea 2023

Dedicata all’idea di Europa e dei popoli che la abitano, racconta le sfumature dell’identità di una comunità multietnica.

tOrna la Festa Del nODO D’amOre

Sul Ponte Visconteo di Valeggio sul Mincio rivivrà la favola del Nodo D’amore, in una nuova cornice di inclusività esclusiva.

interviste sPeciali simOna geri

Il digitale mi ha dato la fama, ma i nuovi progetti sono tanti. Intervista esclusiva alla comunicatrice digitale del mondo del vino.

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LA REDAZIONE MCG

19 anni di Successi sotto gli occhi di tutti.

A PARER MIO

LA TRANSIZIONE ECOLOGICA

L’Amazzonia brucia? Questo non ha alcuna importanza se i profitti attesi dalla deforestazione superano quelli che si crede di poter stimare da un rallentamento del riscaldamento globale.

E poiché alcuni eminenti economisti si ostinano a profetizzare che un aumento della temperatura di 6° centigradi costerebbe solo il 10% del Pil mondiale reale – nonostante i ripetuti avvertimenti della comunità scientifica che un tale riscaldamento provocherebbe l’apocalisse sulla terra -, il gioco è fatto: il capitale amazzonico è molto più interessante come stock di legname e terreno coltivabile che come polmone del Pianeta. Alla radice di un errore così tragico si trova l’assimilazione dell’Amazzonia a

un “capitale”. Cos’è un capitale?

E qualcosa che deve fruttare un flusso di reddito in futuro e il cui valore oggi si decide che sia pari alla somma attualizzata (cioè convertita nella moneta odierna) di queste entrate future. Tanto più che questa pratica non si ferma solo alle foreste. Anche il prezzo di una vita umana viene valutato nel contratto di assicurazione secondo lo stesso principio: la vostra vita è quindi un capitale, uno stock che dovrete rendere redditizio.

La finanza (mercati) è prima forza al mondo, non ci sono istituzioni che le possano tener testa. Quindi, queste pratiche sono i veri ostacoli alla transizione ecologica, lo scontro, per ora perdente, è con le leggi dei numeri prive di un sup-

plemento d’anima. Così io la penso. E’ con questa pratica che la così detta Economy of Francesco intende rompere. No, la vita di un essere umano, o di uno dei 100 milioni di squali che uccidiamo ogni anno, o di un albero…non è un capitale. Il suo valore è incommensurabile. Non può essere identificato indipendentemente dalle relazioni che lo costituiscono.

Rompere con la capitalizzazione significa porre dei limiti a una pratica e a un’idea. Significa nel contempo aggiungere un supplemento d’anima alla finanza. Si avrà immediata una conseguenza: dare via libera alla transizione ecologica il cui risultato vale la salvezza della terra e quindi dell’umanità.

di GASTONE SAViO CAPO REDATTORE Gabriele Morelli Lara Ferrari Rita Bertazzoni Anna Maria Catano Silvano Tommasoli Gastone Savio Federica Pagliarone Alessandra Capato Lisetta Artioli Elena Benaglia Elide Bergamaschi Barbara Ghisi Federico Martinelli Michela Toninel Gianluigi Negri Alessandra Fuse Elena Mantesso M.T. San Juan Vittoria Bisutti Enrico Corno

champ1 non esiste cura, si confida nella ricerca.

Tommaso è uno splendido bimbo di Mantova di 2 anni e mezzo ed è affetto dalla nascita da una sindrome rara denominata Champ1. La sindrome è da poco riconosciuta in Italia e per saperne di più abbiamo incontrato il papà di Tommaso, Daniele Palumbo, residente a Gonzaga (Mn), che nel ruolo di Presidente “CHAMP1 Foundation - Europe OdV” ci ha cortesemente raccontato l’evoluzione e lo stato delle cose di questa sindrome.

Che cos’e’ CHAMP1?

CHAMP1 è l’acronimo di “Chromosome AlignmentMaintaining Phosphoprotein” ed è il nome di una proteina scoperta nel 2011 (https://pubmed. ncbi.nlm.nih.gov/21063390/).

E’ anche il nome della sindrome genetica ultra rara scoperta nel 2015 (https://pubmed.ncbi. nlm.nih.gov/26340335/), associata alla proteina CHAMP1.

CHAMP1 si trova sul cromosoma 13 ed è considerata cruciale nella mitosi, cioè la divisione cellulare: è un gene molto semplice, relativamente “corto”, presente anche nei topi.

Cosa si sa sino ad oggi della malattia, come si presenta e quali sono le conseguenze e le prospettive di vita per chi ne è colpito?

La sindrome CHAMP1 dà livelli variabili di funzionalità. I sintomi più ricorrenti di significato includono ritardo dello sviluppo globale/disabilità intellettiva e grave ritardo/perdita del linguaggio. Altri sintomi includono: tratti autistici, difficoltà di alimentazione fin dalla nascita, reflusso, MRI anomala (materia bianca, microcefalia, deformità strutturali), ipotonia, epilessia, problemi di vista, incontinenza, ansia, problemi di sonno, naso piatto, orecchie basse, statura bassa, sindrome del vomito ciclico (CVS), problemi dentali (denti piccoli, disallineati, denti da latte che durano troppo a lungo).

La sindrome CHAMP1, come altre malattie genetiche rare, è aspecifica, cioè non ha un fenotipo (una forma esterna) chiara, come può essere ad esempio la sindrome di Down. Talvolta viene scambiata con la sindrome di Prader-Willi. Normalmente la sindrome CHAMP1 viene identificata quando si presentano dei ritardi nelle tappe dello sviluppo (soprattutto motorie), ipotonia, particolare difficoltà di alimentazione o microcefalia. Una volta scartate le cause più comuni, si procede con uno screening genetico chiamato whole genome/exome sequencing (WGS/WES) o sequenziamenti dell’intero genoma o dell’intero esoma, che vengono prescritti quando tutto il resto ha fallito.

Il test genetico WES analizza gli esoni (per semplificare moltissimo, la parte codificante proteine del DNA) di un individuo. Logicamente una muta-

zione, cioè un cambiamento casuale di un esone, potrebbe causare problemi alla proteina e da qui creare scompensi che poi si rilevano con la sindrome.

WES è un esame che costava moltissimo fino a poco tempo fa, e richiedeva anni per avere una risposta: c’è chi, con il test iniziato 5-6 anni fa, sta ancora aspettando il proprio risultato. Grazie all’evoluzione tecnologica (potenza di calcolo computazionale) è ora tecnicamente possibile avere il risultato in una giornata (ad un costo proibitivo) o in un mese (al costo di qualche centinaio di euro da privati). Di conseguenza, per diagnosticare geneticamente la sindrome CHAMP1, come per altre malattie rare, è assolutamente necessario effettuare un test genetico sequenziando appunto il DNA (WGS) o l’esoma (WES) del soggetto.

In modo estremamente sintetico, in un test genetico possiamo trovare mutazioni patogeniche in geni che sono porzioni del DNA codificanti le proteine.

La sindrome CHAMP1 si manifesta in modo diverso in base alla mutazione patogenica presente nel soggetto. Il nostro DNA ha due alleli, cioè due due copie di ogni gene, sulla famosa “doppia elica”. Un allele è una delle due o più versioni della

sequenza del DNA in una data posizione genomica. Ognuno di noi ha due alleli, uno dalla madre e uno dal padre, e tutti gli alleli messi assieme determinano il genotipo che poi verrà espresso in fenotipo. Grazie a Mendel, un monaco austriaco, sappiamo che esiste una dominanza tra alleli. Un soggetto, per quella parte di DNA, potrebbe essere dominante omozigote, cioè avere due copie dello stesso allele dominante, omozigote recessivo, cioè avere due copie dello stesso allele recessivo, oppure eterozigote, cioe avere due alleli diversi con il dominante espresso. Come nella normalità, anche nel caso delle malattie genetiche rare, come la sindrome CHAMP1, i soggetti sono eterozigoti hanno un allele “sano” e un allele “corrotto” da una mutazione patogenica. La totale assenza del gene CHAMP1, ad oggi, è considerata causa di morte.

Che mutazioni possono essere scoperte con uno screening genetico?

Ad oggi sappiamo che esistono mutazioni:

- De Novo: capitano casualmente durante la spermatogenesi o oogenesi.

- Ereditarie: presenti già nella madre o padre e vengono trasmesse al gamete (ovulo/sperma).

- Comuni: presenti nella popolazione che influiscono su tratti complessi come altezza, cognizione, etc.

Le mutazioni che si possono trovare con significanza sono De Novo ed Ereditarie. Queste spesso sono mutazioni estremamente rare (da qui malattie rare), cioè con bassa frequenza nella popolazione, ma altamente penetranti, cioè che causano un effetto severo nel fenotipo. Ma esistono diversi tipi di mutazioni patogeniche:

- Deletion: una mutazione che comporta la perdita di un pezzo di DNA.Paradossalmente, al contrario di altre malattie, la delezione è la meno impattante. Un giovane adulto di 26 anni, italiano, guida e lavora. La delezione può essere più o meno impattante in base a quanto è grande il pezzo di DNA cancellato. Non è raro che chi soffra di delezione dell’esone contenente CHAMP1 abbia altri pezzi di DNA mancante.

- Missense: una mutazione che cambia un singolo nucleotide nella sequenza del DNA, causando la sostituzione di un amminoacido con un altro

12 n. 2 Maggio 2023 PARLIAMO DI
di marco morelli

all’interno della proteina, con conseguente alterazione della sua struttura e funzione Sempre paradossalmente, la missense mutation in altre sindromi è la forma più grave. In CHAMP1 questo meccanismo non è evidente.

- Nonsense: è una missense, che introduce un codone di stop prematuro nella sequenza del DNA, interrompendo la sintesi della proteina in modo precoce e producendo una proteina incompleta o non funzionante. Un po’ come scrivere la parola “fine” a metà di un libro. Questo tipo di mutazione è il più comune nelle famiglie presenti nel gruppo di supporto facebook. A nostra conoscenza, è solo “de novo”, quindi non ereditaria e dà quasi sempre disabilità intellettiva grave.

In Italia, al momento, ci sono 6 persone affette dalla sindrome CHAMP1: tra queste, 3 sono state identificate nel 2021, rispettivamente di 9 mesi, 6 anni e 17 anni. Siamo a conoscenza di altre 3 persone, di 7 e 26 anni, più una terza persona di cui non conosciamo l’età, probabilmente tra il 2021 ed il 2022.

Tre di queste sono state caratterizzate in un recente studio https://pubmed.ncbi.nlm.nih. gov/36797464/.

Possiamo quindi riassumere dicendo, con i dati in nostro possesso, che è una mutazione tipicamente De Novo, e che ha un effetto dominante negativo sull’essere umano o porta ad una insufficienza allelica (aploinsufficienza).

La proteina CHAMP1 è per ora poco studiata, ma sappiamo che ha una importanza fondamentale nel cervello. La terapia genica, come CRISPR Cas9 o adenovirus contenenti CHAMP1 o oligonucleotidi offrono alcune speranze per il futuro trattamento della sindrome CHAMP1. Tuttavia, ci sono ancora molte sfide da affrontare, soprattutto nel trattamento di malattie che coinvolgono il cervello.

Una delle principali sfide è quella di consegnare

il materiale genetico correttivo in modo sicuro e mirato alle cellule cerebrali, poiché il cervello è protetto dalla barriera emato-encefalica che impedisce la maggior parte dei materiali estranei di entrare. Inoltre, la terapia genica potrebbe non essere in grado di invertire completamente i danni neurologici già presenti nel cervello, poiché molte cellule cerebrali sono post-mitotiche, perciò non si dividono/proliferano come nella finestra prenatale, e quindi non sono in grado di essere sostituite o di proliferare contenendo il gene corretto.

Da chi e’ stata riconosciuta sino ad oggi la malattia?

La proteina CHAMP1 è stata scoperta nel 2011 da Kozo Tanaka, come riportato nel paper “CAMP (C13orf8, ZNF828) is a novel regulator of kinetochore-microtubule attachment”. Nel 2015, un team di ricercatori ha pubblicato il paper “De Novo Mutations in CHAMP1 Cause Intellectual Disability with Severe Speech Impairment”, il quale ha individuato quattro casi con mutazioni de novo in CHAMP1. La ragione di questa recente scoperta è probabilmente legata all’utilizzo del WES come metodo diagnostico, il quale ha permesso di ridurre i tempi di attesa per la diagnosi da anni a qualche mese.

Quali sono i fini dell’associazione e da chi è composta Abbiamo fondato “CHAMP1 Foundation - Europe OdV” a partire da due famiglie italiane, di Gonzaga e Torino, a cui si è già aggiunta una famiglia tedesca, anche se in realtà siamo federati insieme ad altre due associazioni, una americana (2018) e l’altra in Inghilterra (2022). Io, Daniele Palumbo, ne sono il Presidente. Condividiamo tutti un obiettivo molto chiaro, che ai più potrà sembrare utopistico: trovare una cura. Quando si parla di cura è importante ricordare

che si tratta di terapia genica, una prateria immensa da studiare e scoprire, che ha avuto uno sviluppo esponenziale dal 2012, con la scoperta di CRISPR/Cas9.

Dobbiamo avere la consapevolezza che una cura intesa come un recupero totale dei nostri figli è inverosimile (ma mai dire mai), mentre un recupero almeno parziale è auspicabile.

Come si è mossa sinora l’associazione e quali sono i principali futuri progetti?

Esistono tre organizzazioni con sede negli Stati Uniti, in UK ed Europa, in stretta collaborazione, fondate rispettivamente nel 2018, 2022 e 2023, che hanno come missione quella di sostenere la ricerca sulla sindrome CHAMP1 e fornire supporto alle famiglie colpite.

Quella europea fondata da noi è raggiungibile all’url http://www.champ1foundation.eu.

Secondo le informazioni riportate dal gruppo di supporto alle famiglie, si stima che circa 140 persone nel mondo siano affette da questa sindrome.

Ad oggi abbiamo cercato di creare una rete di esperti in Italia, per allargarla all’Europa. In parallelo, stiamo organizzando la prima convention europea per famiglie e ricercatori, che si terrà il 7-8-9 luglio 2023 vicino al Lago di Garda ove cercheremo di portare alcune delle migliori menti che stanno lavorando su CHAMP1.

Abbiamo tre scopi futuri:

- Creare consapevolezza relativamente a CHAMP1 in Italia ed in Europa

- Creare una associazione di diritto europeo, non appena la legge lo permetterà,

- Creare un team di scienziati che porti avanti la ricerca in Europa, in uno sforzo collaborativo globale.

Attualmente non esiste alcuna cura, è però vero che la storia di questa malattia è estremamente recente, come è recente la storia della terapia genica. Per supportare la ricerca abbiamo ovviamente bisogno di fondi, come ad esempio la raccolta del 5x1000 https://www.champ1foundation.eu/5x1000 o la raccolta fondi diretta, ad esempio https://www.gofundme.com/f/helptommy-to-find-a-cure.

Pur restando con i piedi per terra, come genitori e come associazione, dobbiamo pensare ai nostri figli ed ai figli di domani.

13 n. 2 Maggio 2023
Daniele Palumbo col piccolo Tommaso
Veera Kinnunen con Samuel Peron

Veera Kinnunen e Samuel Peron

La danza come maestra di vita

Veera Kinnunen è una ballerina e coreografa svedese, di origini finlandesi. Nata a Gävle nel 1986, inizia a ballare sin da bambina e, conclusi gli studi superiori, si trasferisce in Australia dove entra a far parte del cast di Burn the Floor, il famoso show ideato da Paul Walsh nel 1997, uno spettacolo di danza e musica, con un mix di ritmi di musica latina, rumba, swing e di suoni nati nel quartiere di Harlem.

Partecipa al tour mondiale e resta in tournèe per due anni, facendo tappe in Asia, America, Europa e Australia. Durante questo periodo, Kinnunen partecipa a diverse competizioni con le specialità di ballo da sala e latino-americano, riscuotendo molto successo: in Svezia si aggiudica per ben cinque volte di fila il Campionato nazionale di ballo latino (dal 2008 al 2013), in coppia con Stefano Oradei, e, ad oggi è la professionista svedese più titolata di sempre.

Dal 2013 è uno dei volti fissi di “Ballando con le Stelle” di Milly Carlucci, il programma campione d’ascolti in onda al sabato sera su Rai1, dove si distingue per bravura e simpatia, piazzandosi più volte sul podio e vincendo l’edizione 2017 in coppia con l’atleta paralimpico Oney Tapia.

Veera, che ha inoltre partecipato a Let’s Dance, la versione svedese del talent show, è Pro Am, insegna a più di 100 studenti di classi ed età differenti, parla 4 lingue (Svedese, Italiano, Inglese e Finlandese) ed è talmente appassionata di Moda e Design che disegna sempre, per sé e per i suoi allievi, gli abiti da competizione e di rappresentanza.

Samuel Peron, nato a Marostica nel 1982, mostra la sua passione per la danza già all’età di 4 anni. Direttore e fondatore della “Samuel Peron Academy” a Venetico in provincia di Messina. La sua formazione artistica è eclettica, spazia dallo standard al liscio, dal latino-americano al funky, alla danza contemporanea e moderna. Dopo essersi diplomato all’Istituto d’Arte come designer, si laurea in Scienze Motorie e dal 1991 partecipa a diversi Show televisivi, tra cui Bravo Bravissimo condotto dal grande Mike Bongiorno. Dal 2005 fa parte del cast di Ballando con le stelle condotto da Milly Carlucci, dove vince la quarta edizione in coppia con l’attrice Maria Elena Vandone. Nella stagione 2005-2006 interpreta il ruolo di Cesàr nel musical La febbre del sabato sera ed è protagonista, con la collega Natalia Titova, dello spettacolo teatrale Tango d’amore. Nel 2014 debutta come scrittore con Senza Tempo, una raccolta di racconti. Dalla stagione televisiva 2020/2021 partecipa al programma Buongiorno benessere come inviato sportivo e dal 2022 è ospite ricorrente al programma Oggi è un altro giorno. L’estate scorsa ha partecipato come inviato ai programmi di Rai 1 Weekly e Camper. Peron ha appena vinto la quarta edizione de Il Cantante Mascherato, nei panni di Cavaliere Veneziano.

Buongiorno Veera e buongiorno Samuel, “Historia, Tango Nuevo” è liberamente ispirato alla figura di Azucena Maizani, cantante e attrice anni Trenta, che per le condizioni di estrema povertà della sua famiglia, all’età di cinque anni, lascia Palermo per trasferirsi dai parenti in Argentina, prima sull’isola Martín García e poi a Buenos

Aires. Qui si scontra con una mentalità ancor più chiusa e retrograda di quella siciliana, tanto che, per seguire la sua passione per la musica, sarà costretta per alcuni anni ad esibirsi indossando abiti maschili, celando la propria femminilità. Credo che questa storia sia rappresentativa per quanti hanno dovuto combattere pregiudizi per far valere la propria identità e i propri diritti. Quanto avete dovuto lottare per seguire le vostre scelte di vita?

V.K. Seguire le proprie scelte di vita comporta quasi sempre il dover combattere. Per essere sincera all’inizio non ho trovato difficoltà perché la scuola che frequentavo consentiva di allenarmi e di dedicarmi alla danza in una maniera molto libera, cosa che non accade in Italia, come posso intuire dai racconti dei miei allievi. Al contrario, accade spesso che spesso mettono i bastoni tra le ruote a chi vorrebbe fare attività sportiva. Alcune mamme mi dicono addirittura che non possono dire agli insegnanti che i figli fanno danza perché non lo capirebbero affatto. Sotto questo punto di vista io sono stata fortunata. Ho incontrato ostacoli quando sono entrata nel mondo della danza, che, come altri ambienti professionali, è purtroppo ancora un mondo maschilista, dove i maestri di genere maschile hanno più possibilità di lavorare rispetto a noi. Combatto ogni giorno con queste discriminazioni. Il mio obiettivo è quello, in un futuro prossimo, di dedicarmi totalmente alla coreografia e credo di essere una delle poche professioniste a voler intraprendere questa strada, perché è irta di molte difficoltà.

S.P. Tutt’oggi, mi chiedono quali altri lavori svolgo, perché in Italia, a differenza di altre nazioni,

ci sono ancora molti pregiudizi e discriminazioni e l’essere artista non viene considerato come una vera professione. A New York o a Londra, per es., gli artisti di qualunque fascia di età vengono realmente tutelati. In Italia, ciò accade per gli artisti più rinomati, per gli eletti che appartengono all’Olimpo della fama. Devo dire che questo per me è stato molto formativo. Se credi veramente in quello che fai, tutto questo ti sprona a combattere e ad andare avanti. Si cade spesso ma non bisogna mai aver paura di cadere: l’importante è sapersi rialzare e proseguire, ancora più motivati.

La danza comporta spirito di sacrificio, impegno, lavoro. La danza è il tuo impulso, il tuo battito cardiaco, il tuo respiro. È il ritmo della tua vita. Quali sono le difficoltà nel trasmettere questi principi a chi si avvicina per la prima volta a questa meravigliosa disciplina?

V.K. Dipende di che livello stiamo parlando, nel senso che con i principianti, per esempio i ballerini di Ballando con le stelle, è abbastanza semplice, perché la danza, come la musica, arriva sempre in modo diretto alle persone.

Vedo spesso persone che arrivano a lezione stanchi, con una faccia triste, ma dopo un’ora di esercizi e prove, se ne vanno sorridendo. Per quanto riguarda gli agonisti la faccenda si complica, perché devi insegnare loro ad affrontare le sconfitte, a superare l’autocritica e tutte questo è veramente difficile. Oltre che insegnanti, dobbiamo essere psicologi, dobbiamo capire con chi abbiamo a che fare e cercare il metodo più adatto per ciascuno di loro: questa è la vera forza di un maestro. Non si possono stilare programmi identici per tutti gli

15 n. 2 Maggio 2023
Di DonATeLLA LAVizzAri
in copertina
Tullio Solenghi

allievi, ma devono essere studiati ad hoc. S.P. Ti rispondo con una metafora. La vita dell’artista è come quella del contadino, perché non smette mai di lavorare. Non c’è un giorno in cui si possa dire: “Ok, stacco”. Se lo fai, significa che sei arrivato al termine della tua carriera, altrimenti devi continuare a coltivare, a seminare, a studiare e a ricercare. È un po’ quello che accade al medico, a disposizione h 24, sempre pronto a soccorrere i propri pazienti, perché, sai qual è il problema dell’artista? Oggi ci sei e domani c’è qualcun altro al posto tuo, è questione di un attimo. Devi essere sempre sul pezzo e nel momento in cui arrivi sulla sua cresta dell’onda, devi saperci stare.

È una vita complicata, piena di sacrifici, ma quando si ottengono risultati si prova davvero una gioia immensa.

Cerco sempre di spronare i ragazzi a lavorare duro. Se cazzeggiano, li rimprovero e consiglio loro di dedicarsi ad altro. Devono essere predisposti al sacrificio: nessun attimo di pausa, devono ‘macinare’ come i contadini, devono essere come gli imprenditori che hanno la responsabilità di tanti dipendenti. Per me un grande esempio e punto di riferimento è stato Renzo Rosso, fondatore di Diesel, brand a livello internazionale. È partito dal nulla, da una realtà contadina ed è riuscito a costruire un impero, avendo ben presente che se l’azienda fosse fallita, sarebbero andate in fallimento 900 famiglie! Nulla si ottiene senza sacrifici, io ho trascorso ore ed ore ad allenarmi, a perfezionarmi. Ho dovuto rinunciare alle vacanze, ad uscire con gli amici il sabato e la domenica, a

giocare a calcetto, ad andare al bar o al cinema. L’estate scorsa mi sono concesso cinque giorni di vacanza a Ferragosto perché la produzione era ferma, altrimenti avrei lavorato. Lavoro a Capodanno, a Pasqua, lavoro sempre, non mi fermo mai: amo profondamente il mio lavoro.

Sono dell’idea che il ballo dovrebbe essere inserito come materia, in quanto mezzo di integrazione e comunicazione, all’interno degli istituti scolastici. Cosa ne pensate?

V.K. Sono assolutamente d’accordo con te. In Svezia c’è un programma statale che supporta i gruppi sportivi, siano essi di danza, di judo o di qualunque altro sport, anche minore. Il Ministero dell’istruzione destina fondi alle Scuole affinché i Maestri delle varie discipline sportive possano promuovere e insegnare la loro specialità durante le ore scolastiche. Come tanti, io ho iniziato proprio così: un’insegnante di danza veniva a farci lezione durante l’ora di educazione fisica e in me è subito nata la passione. Tutti dovrebbero provare a danzare e questo, secondo me, è un ottimo sistema, ed è soprattutto economico.

S.P. Sono assolutamente d’accordo. Dovrebbero essere inserite tutte le arti coreutiche. Per 10 anni ho supportato Sballando Ballando, un progetto dedicato ai giovani per offrire loro, attraverso corsi di ballo, momenti di aggregazione e sano divertimento, come alternativa alla droga e allo sballo. Divertirsi non significa sballarsi e usare sostanze stupefacenti e/o assumere alcool. Il ballo dona una maggiore consapevolezza e fa scoprire un

mondo ricco di emozioni e di sensazioni. In questo percorso di insegnamento, durante le lezioni di ballo, davamo grande rilevanza all’interazione tra maschio e femmina e al rispetto dovuto alla propria partner, fattore fondamentale e assolutamente imprescindibile. Abbiamo accentuato l’importanza del lavoro di squadra, del sostenersi e supportarsi a vicenda, dell’unire le forze per l’ottenimento di un buon risultato finale. È molto importante che la Scuola e le Istituzioni sostengano questi progetti. La formazione necessita di un’educazione e l’educazione, per la sua buona riuscita, necessità di inventiva, di sensibilità, ma soprattutto di un programma, di disciplina. Mi piace molto una frase di Einstein che dice: “Balliamo per le risate, balliamo per le lacrime, balliamo per la pazzia, balliamo per le paure, balliamo per le speranze, balliamo per le urla, siamo ballerini, creiamo sogni.” Cosa ne pensate?

IV.K. Penso che sia assolutamente vero. Quando sono sul palco vivo lo spettro completo delle emozioni umane: interpretando un ruolo si portano in scena le proprie emozioni. Se si tratta di una storia d’amore, rivivi la tua storia d’amore, gli stessi sentimenti che hai provato, le delusioni, il dolore di una separazione, ecc. Sicuramente ci sono follia e paura, perché a volte provi anche quella. In Historia Tango, per esempio, ho provato brividi, emozioni forti, pensando a quello che stavamo portando in scena, ballando e ascoltando la musica suonata dal vivo. E questo accade anche grazie al pubblico: senza gli spettatori tutto questo non potrebbe accadere.

S.P. È la verità, perché nel creare ci vuole ingenuità. Nel momento in cui tu sei cosciente e consapevole, ti spaventi e freni, mentre invece nel momento in cui tu vai a creare devi essere libero. Così come un ricercatore non può porsi dei limiti, devi andare oltre, solo così potrà creare un qualcosa di diverso. Le lacrime ci sono sempre, sia quando gioisci per un traguardo sia quando non riesci ad ottenere i tuoi risultati. La vita è un ballo. È un giro di valzer, è un giro di tango. Il bello del ballo è che, a differenza di tanti altri sport, è anche Arte, perché si ha la fortuna di interagire con la musica, altrimenti si tratterebbe solo di attività fisica. Seguendo un ritmo, interpretiamo e rappresentiamo ciò che la musica sta narrando. C’è un vincolo, ma che dona l’opportunità, a differenza di altri sport, di fare un atto creativo.

Quanto vi sentite di ispirazione per i giovani? Sentite la responsabilità di esserlo?

V.K. Sono un modello imperfetto :-). Non pretendo di essere un esempio di vita perfetta, ma con le mie imperfezioni porto rispetto al mio ambiente, al mio lavoro, alla mia famiglia. In questo senso, mi piace pensare che i giovani possano seguire il mio esempio. Vorrei insegnare loro il bello della danza, trasmettere le emozioni attraverso il gesto e il movimento, condividere i valori che la danza trasmette, contribuire a consolidare il senso di appartenenza ad un gruppo, senza trascurare l’importanza e l’unicità di ogni singolo allievo. Vorrei insegnare loro il senso del rispetto. Tra l’altro, sono madre di un bambino ed è molto importante insegnare a questa nuova generazione di uomini ad essere migliori. Noi abbiamo la responsabilità di far crescere una generazione meno violenta, con più ideali, innanzitutto di pace e di rispetto del nostro Pianeta.

S.P. Non so se sono un modello d’ispirazione per i giovani, perché il pubblico di Ballando e di altre trasmissioni a cui partecipo, è un pubblico più adulto. In questa vita, si può piacere oppure no, non è detto che si venga sempre apprezzati.

16 n. 2 Maggio 2023 in copertina
Samuel Peron Ph Donatella Lavizzari

A volte, va un po’ a caso. Io cerco di fare sempre al meglio il mio lavoro, nel grande rispetto di me stesso e del pubblico che mi segue. Da ragazzino, i miei miti erano Fred Astaire, Michael Jackson e Adriano Celentano e volevo diventare come loro! Jackson, con il suo stile, ha rivoluzionato il mondo della musica pop/rock. Celentano è un artista a 360° davvero straordinario. Amo Fred Astaire per il suo stile che mi riporta a Frank Sinatra, all’eleganza di quei tempi. Oggi i modelli reali sono spesso sostituiti da quelli forniti dai social, che rappresentano una realtà distorta e che provocano spesso conseguenze deleterie.

La danza rappresenta un nutrimento dell’anima, qualcosa di cui si ha bisogno, proprio come l’aria che si respira. Nachman Braslaw diceva che ogni giorno si deve ballare, anche se solo nel pensiero. Accade anche a voi?

V.K. Sono d’accordo. Ogni giorno ballo nel pensiero. Ripasso, ripenso, riformulo, cerco di migliorare le cose per quando mi devo presentare in sala o sul palcoscenico. È un continuo e costante ballare.

S.P. Io vivo di questo, quindi di conseguenza l’unico momento dove stacco la testa è quando vado in palestra a fare gli esercizi di rinforzo o di sviluppo. A breve dovrò fare per la prima volta la regia di uno spettacolo e quindi penso al ballo pure di notte. Il bello del mio lavoro è che mi sveglio al mattino con il sorriso.

Il contatto con il pubblico e la “corazza” del personaggio permettono di lasciarsi andare, di vivere e comunicare emozioni, di non essere trattenuto e timido come a volte si è per natura?

V.K. È proprio così. Io nella vita privata sono, sono un po’ nordica, se vogliamo generalizzare, e ci metto un po’ a fare entrare le persone nella mia cerchia di amicizie, mentre sul palco sono all’opposto. La danza aiuta sicuramente ad aprirsi, ad essere più socievole. Accade qualcosa di magico,

si accende una scintilla e le barriere cadono: mi dono completamente al pubblico, a perfetti estranei, con molta naturalezza. È davvero una cosa curiosa quella che accade.

S.P. Sì, è vero. Noi ballerini, come gli attori, recitiamo, entriamo nel ruolo di quell’elemento o di quel particolare soggetto. Devo rappresentare Arlecchino? Lo faccio ballando, ma cerco di entrare anche nella sua psiche.

Io sono stato un ragazzo pieno di dubbi, insicuro, molto timido e il ballo mi ha aiutato tantissimo.

C’è stato un momento esatto in cui avete avuto piena consapevolezza che il vostro futuro avrebbe fatto rima con danza?

V.K. Dopo aver terminato le scuole, a 19 anni. Pensavo di iscrivermi all’università ma poi la danza mi ha chiamato! Ho iniziato a lavorare per una compagnia australiana in giro per il mondo.

S.P. Ho sempre avuto l’ambizione di diventare imprenditore e poi mi ritrovo a fare tutt’altro, di conseguenza ho uno sdoppiamento di personalità: la danza l’ho sempre vista da un punto di vista artistico, di comunicazione e di acquisizione di consapevolezza del proprio corpo. Non l’avevo mai considerata come un lavoro. Ho preso consapevolezza che questo sarebbe diventata la mia professione verso la terza edizione di Ballando con le stelle, quando ho iniziato a capire che il mio lavoro era apprezzato, era richiesto e quindi mi consentiva di vivere.

Il palcoscenico è il tempio, un luogo sacro in cui gli artisti scoprono la propria essenza. La danza è uno specchio grazie al quale si impara a conoscersi. Che cosa vedete quando vi guardate allo specchio?

V.K. Cosa vedo? Io vedo tante paure. Quando ballo, riesco a superarle e provo un senso di potere assoluto perché le ho sconfitte.

S.P. Tu sai che lo specchio è un demone? Lo specchio ha una doppia faccia: ti può far vedere difetti

e pregi. Ho trascorso molte ore davanti allo specchio, per identificare i difetti, per provare un movimento, per capire come deve essere messo un braccio o un piede, per visualizzare l’interazione con la ballerina. Lo specchio mi dava un riscontro. Mi sono messo anche una benda sugli occhi per avere una percezione diversa, che non fosse visiva, per utilizzare tutte le altre informazioni sensoriali. Ho dato più rilievo all’aspetto cinestesico e a quello uditivo.

Con la musica e ballando si possono lanciare messaggi sociali e politici, quali vorreste trasmettere?

V.K. Vorrei sostenere le cause che mi stanno più a cuore. Io sono una femminista, come ritengo dovrebbe esserlo ogni donna, e la lotta per i propri diritti e per la propria libertà è uno dei messaggi che vorrei fosse trasmesso, messaggio che sta alla base di Historia Tango: Esteban/Stefania si spoglia dai vestiti maschili e indossa la gonna per affermare la propria femminilità e la propria identità, libera di essere finalmente sé stessa. Libertà di cui le donne vengono ancora oggi private. Basti pensare al divieto nelle scuole di mostrare l’ombelico o altre limitazioni e regole assurde. La malizia sta negli occhi di chi guarda e non certo in una ragazzina che si vuole vestire alla moda.

Siamo nel 2023 e nonostante i numerosi progressi compiuti dalla nostra società in merito ai diritti delle donne è ancora possibile rilevare fenomeni di oggettivazione sessuale e sessualizzazione femminili nella nostra cultura. E poi ci sono anche le istanze di chi è in fuga dagli stereotipi di genere.

V.K. Esatto e non solo. C’è anche il crossdressing, c’è chi vuole vestirsi da donna e chi vuole vestirsi da uomo: insomma liberi di essere come si vuole! La danza è un veicolo per sdoganare questo tipo di libertà. Per fortuna anche i programmi televisivi si sono aperti a queste realtà, anche se qualcuno ha ancora dei preconcetti. Sicuramente un gran-

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de esempio di rottura degli stereotipi è stato portato a Ballando con le stelle dalla coppia formata dal nuotatore Alex di Giorgio e dal Maestro Moreno Porcu, che sono arrivati dritti al cuore di tutti gli spettatori.

S.P. Personalmente, preferisco veicolare messaggi sociali e valori collettivi.

La musica e il ballo hanno un compito sociale, possono essere potenti strumenti di sensibilizzazione, inclusione, coesione e interazione. Si possono affrontare diverse tematiche, denunciando e spingendo le persone ad una profonda riflessione.

Provate a descrivervi attraverso tre immagini: una del passato, una del presente, una del futuro. Quali istantanee della vostra vita pescate dall’album dei ricordi e delle fotografie?

V.K. Io sono figlia unica, anche se mio padre ha avuto due figli da un altro matrimonio. Nel passato, mi rivedo, mano nella mano, con mia madre da un lato e mio padre dall’altro, durante i nostri viaggi, quando mi accompagnavano in giro per i miei spettacoli di danza. Mi hanno portato ovunque, dalla Svezia all’Italia, e per me questo è un bellissimo ricordo.

Per il presente ritorna un’immagine legata alla famiglia: siamo sempre in tre, io, il mio compagno Salvatore e nostro figlio Valter. Per il futuro invece voglio immaginare uno scatto legato alla mia professione, davanti a molti ballerini, nel ruolo di coreografa.

S.P. L’immagine del passato risale a quando avevo circa tre anni e mia madre si sorprendeva sempre che me la ricordassi. C’era una fortissima nevicata e stavamo andando trovare mia nonna e poiché non si poteva procedere con l’auto, abbiamo dovuto attraversare a piedi un campo pieno di neve, alta almeno 50 cm. Mi ricordo che i miei mi tenevano per mano e mi sollevavano, facendomi dondolare avanti e indietro, e ad un certo punto mi sono ritrovato a faccia in giù! Sento ancora

adesso il sapore della neve in bocca! Altre immagini della mia infanzia sono quelle di me sul trattore insieme a mio papà e a mio nonno, mentre coltivavamo i campi.

L’immagine del presente? Riguarda la nascita di mio figlio Leonardo, ad ottobre scorso: lui che mi guardava mentre lo lavavano. Quella del futuro? Mi vedo realizzato, con tanti obiettivi ancora nel cassetto e con la mia bella famiglia numerosa.

Un viaggio nel tempo: dove vorreste andare e in quale epoca?

V.K. Nell’epoca dello swing, negli anni ’30 e 40’ in America. Vorrei vivere in quel periodo per i balli e la musica!

S.P. Viaggerei continuamente! Andrei nel giurassico per incontrare i dinosauri e poi nell’antico Egitto, perché sono attratto da quella cultura e sarei curioso di vedere come venivano costruite le piramidi. Tornerei al tempo degli Etruschi, perché mi affascinano i loro studi di numerologia e astrologia, nell’antica Roma, in Francia alla corte del Re Sole, al tempo degli indiani d’America. Partirei e andrei nel futuro, a vedere come sarà la vita tra 20/30 anni.

Un sogno: una giornata con?

V.K. Con mio figlio Valter, tra trent’anni. Magari diventerà Presidente :-)

V.K. Ok allora, con mio figlio Presidente

S.P. Mi piacerebbe trascorrere una giornata con alcune figure emblematiche, geniali, rivoluzionarie e visionarie: Tesla, Steve Jobs, Albert Einstein, Beethoven o Mozart, per confrontarmi con loro e imparare. Passerei del tempo con Adriano Olivetti, uno dei più grandi e più innovativi imprenditori italiani.

Amo tantissimo le biografie. Ho letto “L’arte della vittoria”, la biografia di Philip Knight, inventore della Nike, “Air. La storia di Michael Jordan” e “Open”,

l’autobiografia di Agassi. Mi piace carpire dalla loro vita, quello che hanno fatto, come l’hanno fatto, perché l’hanno fatto e cosa hanno sacrificato per raggiungere i loro obiettivi. Poter parlare con queste persone per me sarebbe fantastico! Chi invitereste a ballare con voi e in quale stile?

V.K. Mi piacerebbe ballare un Lindy hop insieme Barack Obama.

M.P. Farei un duetto con i miei miti: Fred Astaire, Michael Jackson e Adriano Celentano :-)

Avete il potere assoluto su tutto e tutti per un giorno. Qual è la prima decisione che prendereste?

V.K. Metterei fine a tutte le guerre.

S.P. Cercherei di trovare una soluzione per lasciare un mondo migliore ai nostri figli, arrivando persino a bloccare alcune dinamiche politiche ed economiche.

Se aveste in mano il telecomando della vostra vita utilizzereste il tasto rewind? Cambiereste qualcosa?

V.K. Non cambierei nulla del passato, avrei paura di mutare il presente. Ma se dovessi tornare in un momento preciso, andrei ai miei vent’anni, quando giravo il mondo in tournée.

S.P. Tornerei alla mia infanzia, nel momento in cui mia madre mi chiese se mi sarebbe piaciuto imparare a suonare uno strumento e a cantare e, per la mia insicurezza, io gli risposi di no. Adesso le risponderei subito sì, perché sarei stato poliedrico e avrei potuto fare molto di più di quello che ho fatto e avrei potuto sviluppare la mia carriera in un modo differente.

Cos’è la Bellezza per voi? Per me è unicità.

V.K. Per me è onestà. C’è bellezza se c’è onestà.

M.P. È avere carisma. Carisma che ti porta ad avere unicità, una tua personalità.

18 n. 2 Maggio 2023
Carlo Govi

“Historia, tango nuevo ai confini del jazz”

https://vimeo.com/806695194

“Historia, Tango Nuevo ai confini del jazz” è un format teatrale ideato dal Maestro Daniele Bocchini, uno degli elementi portanti della Paolo Belli Big Band, scritto insieme a Fabrizio Brocchieri e prodotto da TGC Eventi, che mette in luce la passione per la musica quale strumento di sopravvivenza ed emancipazione femminile nella società fortemente maschilista della Buenos Aires anni Trenta.

Frutto e sintesi di un grande lavoro di ricerca e di un continuo interscambio di idee che centrano in pieno lo spirito del fare musica insieme, Historia regala una nuova visione del tango, un nuovo modo di interpretarlo, di suonarlo e di viverlo.

Lo spettacolo è liberamente ispirato alla figura di Azucena Maizani (1902-1970), cantante e attrice argentina, che agli inizi della sua carriera, a causa dei pregiudizi nei confronti della libertà delle donne, fu costretta per molti anni ad esibirsi con abiti da uomo e da cowboy, per i quali divenne nota con il soprannome di “Funny-face Cowgirl”, datole da Libertad Lamarque nel 1935.

In Historia, questa eroina d’altri tempi è Stefania, si fa chiamare Esteban e riuscirà alla fine a riscattare la sua identità e la sua femminilità: ruolo magistralmente interpretato dalla cantante Stefania Caracciolo che, con la sua presenza scenica e la sua voce straordinaria, impreziosisce ancor di più la narrazione.

Siamo nella Buenos Aires degli anni Trenta, in una tipica milonga, dove si alternano i vari volti dell’anima del tango, personaggi dell’eterna commedia umana, che, come in un magico carosello, vivono tra passioni, vizi e virtù.

Una città definita dalle sue radici immigranti, dove il quartiere de La Boca mantiene tuttora vivo questo passato nelle sue strade.

Grazie alla sua vicinanza al fiume, il quartiere divenne l’area di insediamento preferita dagli immigranti di origini diverse, che finirono con il convivere nei cosiddetti conventillos. In tal modo, queste case divennero un melting pot di diverse culture e tradizioni che diedero origine al tango e al lunfardo.

L’idea artistica del Maestro Daniele Bocchini si è ispirata all’opera dei due più importanti interpreti di tango del Novecento: Carlos Gardel, il leggendario cantante di tango che ha tradotto in musica e ballo i sentimenti e la passione narrate nei Caffè della Buenos Aires degli anni Trenta e Astor Piazzolla, uno dei più grandi compositori del XX secolo, riformatore del tango e strumentista d’avanguardia cui si deve la nascita del Tango Nuevo.

Un lavoro estremamente ricco di elementi tematici e stilisticamente contaminato dove il linguaggio compositivo-esecutivo è arricchito di svariate situazioni timbriche.

Freschezza d’ispirazione e sonorità variegate risaltano in questa avventura musicale: sonorità cucite ad hoc sulle spiccate personalità artistiche che dominano la scena.

Gli amatissimi e talentuosi Maestri Samuel Peron e Veera Kinnunen danzano sublimemente in un susseguirsi di coreografie sbalorditive, emozionanti performance e attimi carichi di pathos intenso, elettrizzando il pubblico.

È davvero una magica alchimia quella che unisce questi due artisti, baciati sin dalla giovane età dalla dea Tersicore. La passione brucia sulle note del son cubano di Eleta Almaran, Miguel Metamoroso, Isolina Carrillo fino al pop internazionale di Sting, Cher e l’amato Pino Daniele.

Sul palco una band di tutto rispetto composta da cinque musicisti professionisti: Daniele Bocchini (trombone), Marco Postacchini (sax, flauto, arrangiamenti), Enzo Proietti (pianoforte), Graziano Brufani (contrabbasso) e Leonardo Ramadori (percussioni). I raffinati arrangiamenti in chiave jazz rimandano alla provocazione stilistica di Astor Piazzolla ed esaltano l’eleganza del Tango, del Bolero latino e del Tango Flamenco.

Interessanti le rivisitazioni in stile bossa nova di brani come Sway, la versione inglese di Quién Será, su ritmo di cha cha cha, scritta da Pablo Beltrán Ruiz, Moliendo Cafè di Hugo Blanco, Back to black di Amy Winehouse e Amado mio.

Intervista al Maestro Daniele Bocchini: https://youtu.be/xaUNyGMHrSk

Programma musicale:

Historia de un Amor - Carlos Eleta Almaran

Quizas, Quizas, Quizas - Osvaldo Farrès

Amodo Mio - Doris Fhisher

Fragile - Sting

Lagrimas Negra - Miguel Metamoroso

Sicily - Pino Daniele

Sway - Pablo Beltran Ruiz

Dos Gardenias - Isolina Carrillo

Libertango - Astor Piazzolla

Dov’è L’Amore - Cher

Back to Black - Amy Winehouse

19 n. 2 Maggio 2023
La musica come strumento di emancipazione, riscatto sociaLe e Libertà.
DI DONATELLA LAvIzzARI Stefania Caracciolo

esclusivita’ inclusiva la Festa del nodo d’amore

DI MARCO MORELLI

Martedì 20 giugno 2023 torna l’attesissimo appuntamento della Festa del Nodo d’Amore sul Ponte Visconteo a Borghetto, tradizionale teatro naturale e architettonico della cena spettacolo più affascinante del mondo Più di 1 km di tavola apparecchiata per oltre 2600 commensali provenienti da tutto il mondo riuniti per celebrare il Nodo d’Amore, il vero tortellino di Valeggio sul Mincio.

La festa nasce dalla combinazione tra la grande intuizione del maestro orafo Alberto Zucchetta, cittadino onorario di Valeggio sul Mincio, e la passione per la cucina tradizionale dell’Associazione Ristoratori Valeggio, un mix irresistibile di atmosfera e buon cibo fra leggenda e novità. La cena dei record, interrotta a causa del COVID-19, trae ispirazione dalla storia dell’amore contrastato tra la ninfa Silvia e il capitano Malco la cui passione è simboleggiata da un drappo di seta gialla amabilmente annodato. E a questo nodo amoroso si ispirano i 13 quintali di tortellini rigorosamente fatti a mano che vengono serviti durante la cena sullo storico ponte. Per festeggiare il ritorno di questa maestosa festa l’Associazione Ristoratori con la preziosa collaborazione di Associazione Pro Loco Valeggio e Associazione Percorsi Valeggio accoglieranno gli ospiti con numerose novità. Un programma folto che si apre con un aperitivo di benvenuto nel centro storico del paese per poi continuare sul Ponte Visconteo con una mise en place di pregio che accoglie con un ricco menù composto da piatti pregiati all’insegna dell’eccellenza veronese e italiana.

I biglietti sono disponibili all’acquisto nei Ristoranti dell’Associazione Ristoratori Valeggio presso l’ufficio turistico di Valeggio sul Mincio oppure sul sito www.festanododamore.it.

PROGRAMMA DELLA SERATA

Quest’anno la Festa avrà inizio con un aperitivo dalle 18.00 nella storica Piazza Carlo Alberto di Valeggio sul Mincio che si trasformerà in un’elegante salotto con effetti di luce e musica. Mentre gli ospiti degusteranno bontà locali come il for-

maggio Monte Veronese Dop e la bollicina “Generale” della Cantina Predomo, potranno osservare la preparazione artigianale del Nodo d’Amore direttamente dalle mani del “sfogline”.

Al termine dell’aperitivo dalle 19.30 gli ospiti potranno raggiungere il maestoso Ponte Visconteo attraversando i romantici giardini di Borghetto a piedi oppure a bordo di una delle navette-trenini che partiranno da Piazza Carlo Alberto e dai parcheggi gratuiti di Valeggio.

Sul Ponte Visconteo dalle 20.00 sarà possibile incontrare tutti i protagonisti della leggenda del Nodo d’Amore: la bellissima ninfa Silvia, il valoroso capitano Malco, il Conte di Virtù, il buffone Gonnella e la gelosa Isabella, accompagnati dal loro entourage di Corte.

La cena sarà servita alle 20.30. Grande protagonista il Nodo d’Amore a cui verranno abbinati prodotti che per la loro indiscussa qualità meritano un posto nelle ricette dei ristoratori di Valeggio sul Mincio. Per assicurare a tutti i partecipanti un piacevole svolgimento della serata si richiede ai commensali la massima puntualità. Tutta la serata sarà accompagnata da giochi di luce colori e musica.

A partire dalle 23.30 gli ospiti saranno coinvolti in una esperienza multisensoriale che li lascerà senza fiato. Al termine della Festa ad ogni ospite munito di apposito tagliando sul biglietto verrà consegnato un regalo speciale.

IL MENU’

Il menù sarà un viaggio nella tradizione mantovana e veronese tra storia e leggenda per gustare la magia della cucina tramandata di generazione in generazione il tutto sarà accompagnato da pregiati vini del territorio. Custoza doc a cura del Consorzio Tutela Vino Custoza, Rosso Nodo d’Amore della Cantina Farina e Spumante della Cantina Valdo.

Il menù si compone di Insalata di pollo alla Gonzaga, il Nodo d’Amore ( il vero tortellino di Valeggio), la Follia di Gonnella (un tortello speciale, rosso come il suo mantello ripieno di ricotta, robiola e pesto di basilico), Millefoglie di Scottona, Cuore Fruttato ( cheese cake con cuore gelèe di lamponi e lime cremoso e biscotto alle mandorle su frolla croccante agli agrumi).

MODALITÀ DI ACQUISTO DEI BIGLIETTI

I biglietti sono in vendita in tre modalità:

- presso i ristoratori dell’Associazione Ristoratori Valeggio;

- presso l’Ufficio Turistico di Valeggio; - online sul sito festanododamore.it.

I NUMERI DELLA FESTA

Ristorante associati 15; camerieri 200; cuochi 80; Sommelier 60; sedie 2700; tavoli 700; lunghezza totale delle tavolate metri 1120; bicchieri 5400; piatti in ceramica 11.000; gazebo operativi per la cucina 13; bottiglie di Custoza a cura del Consorzio del Custoza 1000; bottiglie di Nodo d’Amore rosso a cura dell’azienda vinicola Farina 600; bottiglia di Prosecco Valdo 1000; bottiglia di acqua minerale a cura di Sorgente Alba 4000; bottiglie mignon di Grappa Marzadro 2700; forme di Grana Padano 6. Per l’aperitivo: Magnum di “Generale” dell’azienda agricola Franco Predomo 160; forme di Monte Veronese 6.

20 n. 2 Maggio 2023
EVENTI
V A L EGG I O A S SOC I A Z O N E R I S T O R OTA R I
Foto di gruppo degli organizzatori durante la conferenza stampa di presentazione dell’evento

Abbiamo incontrato, per sentire il polso degli organizzatori, Nadia Pasquali del ristorante “Alla Borsa” di Valeggio sul Mincio. Grande fermento per questo evento unico nel suo genere atteso veramente da anni e qualche chiacchera di troppo relativa al prezzo per la Cena sul Ponte. Cosa risponde?

“Parto da lontano. Anni fa commissionammo ad una persona esperta in ricerca, sviluppo e marketing un’indagine sul gradimento della Festa del Nodo d’Amore per rilevare consensi, criticità, suggerimenti: su 3750 questionari risposero in 1000, un risultato eccezionale. Il leitmotiv delle risposte era: tortellini sublimi e fuochi d’artificio da favola. Quest’anno ripartiamo vivaci, e mi vien da dire vincenti, proprio da queste basi: faremo ottimi tortellini e fuochi d’artificio indimenticabili.

Chi guarda a questo evento non deve focalizzarsi sul prezzo della Cena del Nodo d’Amore ma sull’offerta di Valeggio sul Mincio nella sua globalità, dove Associazione Percorsi, Associazione ProLoco, Associazione Ristoratori, Scuola Alberghiera saranno gli attori principali, e non c’è associazione che non sia stata coinvolta per la buona riuscita dell’evento (l’associazione Sommelier, l’Associazioni Carabinieri in pensione, l’SOS, i Vigili del fuoco, la Polizia, i Sommozzatori, etc).

Mi spiego meglio: quest’anno i ragazzi della scuola finalmente vengono con noi sul ponte a lavorare e non a fare un tentativo di lavoro, e alla scuola alberghiera l’Associazione Ristoratori riconoscerà una ricompensa non in mero denaro ma in materiale didattico ad esclusivo beneficio proprio della scuola alberghiera medesima; la stessa cosa l’Associazione Ristoratori di Valeggio la farà fornendo alla fondazione “Save the Bridge” i proventi della Cena sul Ponte per continuare il restauro di questo bene storico a salvaguardia di quel magnifico luogo che noi adibiamo a tavola, a banchetto medioevale che ha urgente bisogno di essere rivitalizzato e custodito. Di soldi pubblici, ben lo sappiamo, non ce ne sono da spendere in merito.

A queste iniziative, che ho evidenziato, sommiamo la crescita esponenziale del comparto derrate alimentari e così si spiega il prezzo della Cena da taluni criticato senza ragion d’essere.

Una Festa studiata, dopo 5 anni di fermo, con una forma più armonica e una veste più attuale, con l’intento di dimostrare che siamo capaci di altro che essere un ristorante anni ‘70 oppure una sagra: portiamo l’eccellenza italiana in ogni sfumatura dell’evento e quest’anno la festa del Nodo d’Amore si potrà chiamare finalmente “Party”: la nostra offerta, dal punto di vista estetico e dal

punto di vista anche dei contenuti è completamente diversa. Abbiamo contingentato il numero degli invitati per dare più agio a tutti e impiegato risorse rivolgendoci ad un’agenzia specializzata che cura eventi internazionali, per regalare un’offerta diversa già a partire da un aperitivo strutturato in piazza a Valeggio, tipo apericena, molto vivace, servito bene, con bollicine a fiumi, soprattutto curato esteticamente perché il bello è diventato un’esigenza giusta da parte della gente: abbiamo bisogno di far capire alle persone che Valeggio sa essere altro che il puro tortellino. Quest’anno proporremo in tavola la follia di Gonnella: abbiamo dedicato questo tortello che ha una veste rossa, quindi goliardica, allegra, passionale, perché ritorniamo a questa Festa con passione, quasi a dire a noi, prima che agli altri,

“Potevamo non farcela e invece ce la facciamo” con una leggiadria, con una carica di entusiasmo nostra e di emozione che vogliamo regalare a tutti i partecipanti. Ci rendiamo conto che è un’impresa folle perché, in questo momento, tutti ci vorrebbero rinchiusi a casa a rivitalizzare le nostre attività e invece, follemente innamorati di Valeggio prima che delle nostre aziende, dei nostri clienti prima che dei clienti delle singole aziende, faremo la “follia” del Nodo d’Amore 4.0. Per tornare alla sua domanda le posso rispondere che tutto questo ha un costo che non abbiamo cercato di contenere, perché l’idea è di ricreare un percorso di magia e di emozione, non solo di enogastronomia, di cui tutti abbiamo bisogno: sia il nostro pubblico, come noi. Le evidenzio che la gran parte dei nostri ospiti arriva dall’estero (quest’anno arriveremo al 55%) e pernotta a Valeggio, e nei dintorni, per 5 giorni: qual è il valore economico di queste persone che riattiveranno la caffetteria, la pasticceria, i negozi di tortellini, la vendita di vino, i bed and breakfast, gli alberghi, i taxisti, il noleggio di biciclette?… Abbiamo lavorato per Valeggio; quindi, per tornare al costo della cena che ha creato un certo imbarazzo, posso dire che è il prezzo del ritorno dopo 5 anni di stop in un evento che ha una storia di trent’anni, che non facciamo da 5 anni, ma che siamo convinti lascerà un segno indelebile.

Quanto attesa avete riscontrato in questi anni di stop?

Noi abbiamo avuto richieste perfino nel 2020: il pubblico straniero ci chiedeva di rifare la cena anche nel 2021 e nel 2022: è chiaro che con un governo che ha messo lo stato d’emergenza che finiva il 31 Marzo 2022 non ci siamo fidati a fare nulla, ed eravamo veramente impegnati nelle nostre aziende: ma le richieste ci sono da tre anni! Sa quando hanno cominciato le agenzie tedesche e austriache a chiederci i biglietti?

Ad agosto 2022! Avevamo un pacchetto di 500 biglietti venduti in mano ai primi di gennaio 2023 e telefonate da ogni bed and breakfast e albergo di Villafranca, Peschiera, Monzambano, Volta Mantovana, Lazise, Bardolino, Desenzano e Sirmione che volevano biglietti per i loro clienti.

22 n. 2 Maggio 2023
eventi

Ci sarà qualcuno che inevitabilmente deve rinunciare alla Festa del Nodo d’Amore: abbiamo però cercato di non impattare troppo con la viabilità del Paese che rimane in parte fruibile anche a chi non partecipa. Con qualche disagio di parcheggio si può cenare nei ristoranti sia di Valeggio sul Mincio che di Borghetto quella stessa sera, farsi poi una passeggiata e quindi godersi, anche dal paese, lo spettacolo pirotecnico. L’evento non è per tutti, ma non esclude nessuno. E’ chiaro che qualcuno, come rimane escluso dalla “Prima” dell’Arena, da OperaWine o dal Merano Wine Festival, rimane escluso anche dal Nodo d’Amore ma non vogliamo creare né antipatia, né astio, né acredine perchè in primo luogo non ce la meritiamo e perché, soprattutto, abbiamo fatto ogni sforzo per il bene di questa Festa e di Valeggio. E’ dal 10 di gennaio che ci troviamo tutti i lunedì mattina, 4 ore, facendoci domande e trovando poche risposte e molte collaborazioni, perché sono dai dubbi e dalle domande che nascono le risposte adeguate.

A un mese dall’inizio della manifestazione come siete oggi a copertura biglietti venduti?

Vendite incoraggianti e 55% di presenze estere,

un po’ come lo sono per le camere sul lago di Garda, come è la stagione turistica del nostro comprensorio diciamo. Abbiamo disponibilità ancora di biglietti ma il 75% è stato prenotato e venduto. Non siamo paghi e ci attendiamo ulteriori risposte

positive dal mercato: continuiamo con la comunicazione ma non titubanti, timorosi o impauriti ma molto fiduciosi. L’unica nostra discriminante è il tempo e, comunque, abbiamo pensato anche alle intemperie perché la serata non si perde in ogni caso, ma verrà effettuata all’interno dei ristoranti qualora il tempo non permettesse la location canonica sul Ponte Visconteo. Incrociamo come sempre le dita, ringraziando fin d’ora tutti gli sponsor storici e nuovi che ci hanno sostenuto. Avete previsto di avere anche qualche sorpresa dell’ultimo minuto che non avete annunciato in conferenza stampa?

No, la sorpresa è l’essere riusciti a far tornare la festa del Nodo d’Amore. Celebreremo gli ospiti che han deciso di onorarci della loro presenza: se i primi 10 biglietti sono stati venduti in Canada quest’anno, dopo 5 anni, vuol dire che il feeling con le persone, con l’evento, non l’abbiamo mai perso e così la coesione tra noi, la coesione col paese e il sentimento del territorio. La festa del Nodo d’Amore sarà esclusività inclusiva: ripeto, non è per tutti ma non lasciamo fuori nessuno, questo è il messaggio che l’Associazione Ristoratori vuol dare!

23 n. 2 Maggio 2023 eventi

lidia shopping & nuova bmw xm

dalla concessionaria Tullo Pezzo, presso il Luxury store di Rodigo, la prima vettura M dotata del nuovo propulsore BMW M Hybrid.

Presentata

Un caldo pomeriggio all’insegna dell’eccellenza quello che si è vissuto a Rodigo lo scorso 6 maggio. Nella splendida cornice della boutique Lidia Shopping, la nuova BMW XM (presentata dalla concessionaria BMW Tullo Pezzo di Mantova, presenti Riccardo e Nicolo’ Pezzo) e la collezione “Sartoria” di Gabriele Pasini sono stati i protagonisti assoluti di un cocktail party indimenticabile.

La nuova BMW XM si è svelata nella sua veste definitiva. Si tratta, come già sapevamo, di una SUV (o SAV, ovvero Sport Activity Vehicle) ad alte prestazioni, ed è il primo modello BMW M ad adottare un sistema propulsivo ibrido plug-in. Non solo: la BMW XM è anche il secondo modello inedito della divisione M in 50 anni di storia (il primo fu la BMW M1 degli anni 80 disegnata da Giugiaro), non a caso svelato proprio in occasione del suo 50° anniversario.

“Un’auto perfetta per il nostro contesto - ha affermato Federico Scalogna, titolare della boutique Lidia Shopping - dove design e moda vanno a braccetto con lusso ed eccellenza”.

Ospiti speciali, lo chef pluristellato Bruno Barbieri e lo stilista Gabriele Pasini, entrambi estremamente disponibili sia con la stampa che col folto parterre di invitati all’esclusivo evento che hanno potuto godere anche di un buffet di eccellenti prelibatezze targate Bruno Barbieri.

La nuova BMW XM è una suv dalle dimensioni importanti (così come il peso, pari a ben 2785 kg a vuoto): è lunga 5,11 metri, larga 2 m etri e alta 1,76 metri (altezza minima), con un passo di 3,10 metri. Per quanto riguarda il design si distingue da tutti gli altri suv presenti nella gamma BMW, a partire dal frontale, dove viene proposta una ulteriore variante del doppio rene. Proprio la griglia va, come di consueto, a conquistarsi la scena, rendendo il frontale molto imponente (per i gusti di noi europei forse fin troppo). La sua presenza è enfatizzata da una classica cromatura (che nasconde una illuminazione a led) e da un’ulteriore finitura – che può essere dorata come nell’esemplare della foto o di un altro colore – oltre che da un doppio power dome sul cofano motore che si sviluppa a partire dal doppio rene.

24 n. 2 Maggio 2023
eventi
a cura di paolo carli
Da sx Riccardo Pezzo, il pluristellato chef Bruno Barbieri e Nicolò Pezzo Da sx Federico Scalogna con Nicolò Pezzo Gabriele Pasini

DAL 26 MAGGIO AL 02 GIUGNO

FFG è APPUNTAMENTO DI BERGAMO BRESCIA CAPITALE DELLA CULTURA 2023

FILMFESTIVAL DEL GARDA 8 GIORNATE DI EVENTI

Dal 26 maggio al 02 giugno la città di Brescia, il borgo di Cisano di San Felice del Benaco, con la Fondazione Cominelli e il teatro di Villa di Salò saranno sedi del cinema gardesano internazionale, attento alle nuove tendenze cinematografiche con un occhio di riguardo alle importanti cinematografie del passato.

L’Omaggio dedicato a Massimo Troisi e Nanni Moretti sarà il focus d’esplorazione del cinema come cura, sia dietro la macchina da presa che davanti allo schermo. I due autori, attraverso il linguaggio cinematografico, hanno interpretato la società contemporanea, affrontando le loro paure, idiosincrasie e nevrosi, entrambi con la forza della lucidissima autoironia e la scrittura delle storie e dei loro personaggi. Di Nanni Moretti saranno in cartellone i titoli fondamentali della sua filmografia, recentemente restaurati, tra cui Palombella Rossa (1989) che ha ispirato l’affiche del FFG 2023. Di Massimo Troisi verranno presentarti una serie di opere che ne ripercorrono il percorso autoriale e umano, tra cui Ricomincio da tre (1981) che ha ispirato l’affiche del FFG 2023. La sezione Garda Ciak 2023 sarà interamente dedicata a Giulio Tonincelli, di cui verranno presentati i seguenti titoli:

- Di Là, di Giulio Tonincelli (2015)

- ABC del Sur, di Giulio Tonincelli (2015)

- Happy Today, di Giulio Tonincelli (2018)

- Stupid, Naive & Lucky, di Giulio Tonincelli (2020)

- Mamme Volanti, di Giulio Tonincelli e Paolo Fossati (2022)

L’IMMAGINE UFFICIALE DEL FILMFESTIVAL DEL GARDA 2023 RIVELA L’ANIMA DI QUESTA XVI EDIZIONE, “IL CINEMA COME CURA”, CON IL DOPPIO OMAGGIO DEDICATO A MASSIMO TROISI E NANNI MORETTI.

IL MANIFESTO UFFICIALE

Nell’anno di Bergamo Brescia Capitale Italiana della Cultura, l’immagine ufficiale della Sedicesima Edizione del Filmfestival del Garda è un omaggio a due protagonisti del panorama cinematografico italiano, Nanni Moretti e Massimo Troisi.Le due città lombarde attraverso scelte culturali consapevoli contribuiscono alla rinascita e i due autori/ attori attraverso il cinema, la loro ironia sottile e profonda e la loro umanità sono fonte di “cura” per lo spettatore. L’affiche riprende la rielaborazione di due immagini catturate dal film Palombella rossa per Moretti e Ricomincio da tre per Troisi. Nasce un nuovo dialogo tra i due, una conversazione non verbale, costruita con i gesti delle mani, del corpo e dell’espressione del viso. La comunicazione e la loro relazione con lo spettatore viene narrata come “cura”, un racconto che permette di superare le crisi esistenziali della società. La composizione è caratterizzata dall’uso di fotogrammi manipolati e il risalto del retino tipografico ricolorato (sistema di stampa dai caratteristici pois) rimandano alla Pop Art (Roy Lichtenstein). L’immagine che ne risulta si rivela molto potente, la forte semplificazione dell’immagine, l’utilizzo di tinte che vanno dal verde al blu, una buona dose di ironia e leggerezza, rendono questo manifesto senza tempo e ne conservano a lungo la freschezza.

26 n. 2 Maggio 2023
A CURA di M.T. SAN JUAN
26 Maggio 2 Giugno
L’EvEnto
Filmfestival del Garda via Santabona, 9 San Felice del Benaco, Brescia

Una villa veneta del XV secolo, rivisitata e reinterpretata per ospitare uno stupefacente hotel di lusso, diventa la cornice suggestiva di una mostra permanente di arte contemporanea, raccogliendo al suo interno opere di artisti e designer di fama internazionale. L’accostamento di arte, design e moda in un contesto antico come Villa Amistà, rende l’intero progetto di Byblos Art Hotel un’affascinante scenografia, concepita per dare forma a un’eccezionale esperienza di ospitalità senza eguali.

Lasciatevi sorprendere dal grande parco di 20.000 mq, dalla cantina del ‘500 con la ricca scelta di vini, dalla piscina immersa nel verde, dal centro benessere ESPACE, gioiello ispirato alle terme pompeiane. In un contesto in cui l’arte e l’eccellenza accompagnano ogni sfumatura dell’accoglienza, Il Ristorante Amistà, insignito di 1 stella Michelin, vi ospiterà con la sua cucina legata ai prodotti del territorio, rivisitati in chiave moderna dalle sapienti mani dello Chef Mattia Bianchi.

UNA
Byblos
Villa Amistà Via Cedrare 78 37029 Corrubbio di Negarine (Verona) Italia www.byblosarthotel.com info@byblosarthotel.com tel +39 045 6855555
DOVE arte E design SI INCONTRANO PER DARE VITA A
ESPERIENZA sensazionale
Art Hotel

L’INIZIATIVA SI INSERISCE NEL PIù GRANDE PROGRAMMA DI ATTIVITà CREATE DALLA RETE REGIONALE TASTE VENETO

A CURA di mARCo moRelli

Il festival dei prodotti tipici del Veneto è ormai un successo conclamato a Verona, protagonista il ristorante SCAPIN 1935 con un calendario di serate di degustazioni create appositamente dai cuochi del locale coordinati dallo chef Alessandro Tannoia. Menu sempre diversi, valorizzano le eccellenze del territorio interpretato da specialità enogastronomiche che ad ogni appuntamento vengono accompagnate e presentate dai produttori di tutto il Triveneto.

L’iniziativa si è inserita nel più grande programma di attività create dalla rete regionale Taste Veneto, nata con il supporto della Regione del Veneto e guidata dall’azienda Venetian Cluster che raggruppa per il progetto una quarantina di aziende nei settori dell’agroalimentare e si occupa di turismo enogastronomico in tutto il Veneto.

Il ristorante Scapin, che opera anche nel catering, è punto di riferimento per gli enoturisti italiani e stranieri grazie anche a Taste Veneto che, nel suo progetto di promozione e incoming, raggiunge migliaia di appassionati attraverso varie attività informative ed eventi in Italia e all’estero.

I protagonisti della primissima serata sono stati i produttori veronesi che hanno fornito per il menu:

l’Olio Extravergine della Valpolicella Dop, i vini della Valpolicella ed il riso Vialone Nano, i formaggi della Lessinia e il Radicchio Rosso di Verona.

Nella seconda serata si sono degustate alcune eccellenze veronesi come il riso Vialone Nano che hanno incontrato l’asparago veronese ed i vini dei colli berici, ancora con l’accompagnamento dell’Olio Extravergine della Valpolicella Dop. Giovedi 18 maggio saranno protagoniste, tra gli altri piatti, le “Penne con l’inchiostro e fiori di calendula” e le “Sarde in saor con cipolla bianca veneta”. Ogni serata diventa, in ogni caso, la curiosa occasione per proporre nuove ricette e studiare abbinamenti tra prodotti e produttori per il pubblico locale e per gli operatori esteri raggiunti dalla rete Taste Veneto ( il calendario delle serate è disponibile sui profili

racconti in tavola da scapin 1935 le eccellenze del territorio

CONTINUA A VERONA IL FESTIVAL DEI PRODOTTI TIPICI DEL VENETO, PROTAGONISTA IL RISTORANTE SCAPIN 1935 CON UN CALENDARIO DI SERATE DI DEGUSTAZIONI CREATE APPOSITAMENTE DAI CUOCHI DEL LOCALE COORDINATI DALLO CHEF ALESSANDRO TANNOIA.

social Scapin 1935 e Taste Veneto). Un altro componente fondamentale della rete per la divulgazione e promozione del progetto e’ la società Verona Vale punto di riferimento per l’area occidentale della regione. Verona Vale è una società culturale creativa di marketing del territorio ed è stata, insieme a Scapin, una delle prime realtà locali a collaborare con Taste Veneto nella provincia di Verona. Abbiamo incontrato Roberto Bianconi, il titolare: “Racconti in Tavola nasce come idea per esaltare il menu del ristorante Scapin, inteso sia come proposte del noto ristorante del centro storico, sia come qualità nel servizio catering. In questa scelta sinergica si fanno così conoscere , in modo diverso ed originale, i produttori della rete regionale Taste Veneto sia ad un pubblico veronese che a quello di numerose città limitrofe, spesso curiosi che visitano Verona per turismo o anche solo per una toccata e fuga in giornata.

I produttori si sono alternati, e ancora lo faranno nelle prossime due serate, anche a testimoniare territori che sono dell’area orientale del veneto nonchè prodotti diversi sia come vini che come prelibatezze, quali il caviale allevato nel fiume Sile. Dopo le prime tre serate il risultato è più che ottimo: abbiamo potuto far interagire i cuochi “targati” Scapin con i produttori e trovare insieme anche nuovi abbinamenti da portare in tavola.

Una rete, questa di Taste Veneto, che nasce con lo scopo di creare pacchetti turistici da proporre ad

un visitatore attento e sempre alla ricerca di scoprire il Veneto e le sue eccellenze. Abbiamo organizzato una bella presentazione a Monaco di Baviera lo scorso marzo in previsione di attrarre i clienti tedeschi che dal lago di Garda si possano spostare in altre aree del Veneto, ma sopratutto a Verona per scoprirne i piatti e le eccellenze enogastronomiche.

Confrontarsi con i produttori, e arricchire il racconto del proprio saper fare con le esperienze di ognuno di loro, diventa il modo giusto di fare ristorazione: selezione del meglio che la terra sa offrire unitamente al racconto, fatto insieme al produttore, della storia di ogni eccellenza, con sincerità e rispettando le varie stagionalità.

Diventare il piccolo teatro che propone il meglio del territorio è stato l’obiettivo di questa kermesse enogastronomica, un teatro che non può fare a meno degli attori principali, ovvero coloro che la terra la conoscono e la valorizzano. A Scapin il merito di voler testimoniare con la qualità della sua ristorazione i grandi passi che i prodotti nel Veneto stanno facendo. Lo spettacolo però non finisce a tavola perchè proprio a tavola si concretizza un terzo atto ovvero la possibilità di andare anche a trovare i produttori a casa loro in un secondo tempo. Un plus non da poco”.

28 n. 2 Maggio 2023
L’EvEnto
Roberto Bianconi

M E N Ù

'

V E N T O

POMODORO RIPIENO DI RICOTTA SPINACI E GRANCHIO GRANSEOLA

E OLIO EXTRA VERGINE DI OLIVA GARDA DOP CON ERBA CIPOLLINA

VINO ABBINATO: QUESTO NEANCHE - GLERA COLLI TREVIGIANI FRIZZANTE COL FONDO 2021

CANTINA MON BAN A VALBOBBIADENE - GARDA PESCA - REDORO

PENNE AI GRANI ANTICHI DELLE GRANDI VALLI VERONESI CON LA SEPPIA, IL SUO INCHIOSTRO E FIORI DI CALENDULA

VINO ABBINATO: VENUSA 2019 DORONA DI VENEZIA VINO BIANCO MACERATO - TERRE DI VENEZIA NELL’ISOLA DI MAZZORBO

DAMONTE NATURAL GRANI ANTICHI DELLE GRANDI VALLI VERONESI - GARDA PESCA - REDORO

PINOLI UVETTA E CANDITI SU CROSTONE DI PANE E OLIO EXTRAVERGINE VENETO GARDA DOP

VINO ABBINATO: MAELI FIOR D’ARANCIO COLLI EUGANEI DOCG 2020 - CANTINA MAELI A BAONE

GARDA PESCA - REDORO - PASTICCERIA MADAMADORÈ

VINO ABBINATO; PASSITO FIOR D’ARANCIO COLLI EUGANEI DOCG 2020

CANTINA MAELI A BAONE - PASTICCERIA MADAMADORÈ

R A C C O N T I I N T A V O L A F E S T I V A L D E L P R O D O T T O V E N E T O N E I R I S T O R A N T I T I P C P E R P R E N O T A Z I O N I A L L ' E V E N T O S C A P I N - O S T E R I A E C U C I N A V I A A R M A N D O D I A Z , 2 2 V E R O N A G I O V E D Ì 1 8 M A G G I O O R E 1 9 . 4 5 P E N N E C O N L ' I N C H I O S T R O E F I O R I D I C A L E N D U L A
S A R D E I N S A O R C O N C I P O L L A B I A N C A V E N E T A
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P O M O D ' O R O C O S T O 6 0 E U R O - V I N I C O M P R E S I A N T R A C I T E C C

HELMUT NEWTON. LEGACY

fiNO AL 25 GiUGNO 2023 L’EspOsiziONE, ATTrAvErsO 250 fOTOGrAfiE, rivisTE, dOCUMENTi E vidEO OffrE UNO sGUArdO sULL’UNiCiTà, LO sTiLE E iL LATO prOvOCATOriO dEL LAvOrO dELL’ArTisTA .

SPECIALE moStrE
SPECIALE moStrE
Helmut Newton Moda. Melbourne, 1955 Fashion. Melbourne, 1955 © Helmut Newton Foundation

Lo scorso marzo nelle sale di Palazzo Reale a Milano ha aperto al pubblico l’ampia retrospettiva HELMUT NEWTON.LEGACY, ideata in occasione del centesimo anniversario della nascita del fotografo (Berlino, 1920 – Los Angeles, 2004) e posticipata a causa della pandemia. La mostra, visitabile fino al 25 giugno 2023, mira a dare uno sguardo nuovo all’unicità, allo stile e al lato provocatorio del lavoro dell’artista. Promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Marsilio Arte, in collaborazione con la Helmut Newton Foundation di Berlino, la mostra è curata da Matthias Harder, direttore della Helmut Newton Foundation, e da Denis Curti, direttore artistico de Le Stanze della Fotografia a Venezia, e ripercorre attraverso 250 fotografie, riviste, documenti e video l’intera carriera di uno dei fotografi più amati e discussi di tutti i tempi.

Accanto alle immagini iconiche, un corpus di scatti inediti, presentati per la prima volta in Italia, svela aspetti meno noti dell’opera di Newton, con un focus specifico sui servizi di moda più anticonvenzionali. Polaroid e contact sheet permettono di comprendere il processo creativo che si cela dietro alcuni dei motivi più significativi del lavoro di Newton, mentre pubblicazioni speciali, materiali d’archivio e dichiarazioni del fotografo consentono di ricostruire il contesto nel quale è nata l’ispirazione di questo straordinario artista.

Lungo un percorso articolato in capitoli crono-

logici, i visitatori possono attraversare tutte le fasi ed evoluzioni della vita e della carriera di Newton, dagli esordi fino agli ultimi anni di produzione.

Helmut Neustädter nasce a Berlino nel 1920 da una ricca famiglia di origine ebrea ed esprime presto il suo interesse per la fotografia. Inizia la propria formazione all’età di 16 anni affiancando la famosa fotografa di moda Yva, ma presto lascia la città per sfuggire alla persecuzione degli ebrei. Dopo alcuni viaggi in cui lavora come fotoreporter, apre a Melbourne un piccolo studio con il supporto della futura moglie, l’attrice June Brunell. Nel 1956, operando sotto il nome anglicizzato di Helmut Newton, inizia a collaborare con Vogue Australia, Vogue Inghilterra e con Henry Talbot, nel loro studio comune a Melbourne.

Il fotografo raggiunge il suo stile inimitabile a Parigi negli anni sessanta: la sua visione dinamica si manifesta, ad esempio, in una serie di fotografie delle produzioni dello stilista André Courrèges che Newton scatta per la rivista britannica Queen nel 1964, o nei suoi lavori per Vogue Francia ed Elle Francia.

In questo periodo, Newton sviluppa intense collaborazioni con Yves Saint Laurent e Karl Lagerfeld attraverso le quali cattura lo spirito del tempo, segnato dalla rivoluzione sessuale di fine decennio, senza limitarsi alla rappresentazione dell’abbigliamento come accessorio, con una fotografia dal taglio metafisico.

A metà degli anni sessanta acquista una casa vicino a Saint-Tropez in Costa Azzurra, luogo che diventerà sfondo per innumerevoli scatti. Si fa strada l’interesse per il tema del sosia, che comincia a elaborare attraverso duplicazioni di immagini e accostamenti di manichini e modelli dal vivo. Le diverse commissioni da parte di riviste internazionali lo spingono a viaggiare a Venezia, Londra, Milano, Roma, Montréal e Tunisi.Negli anni settanta, uscendo dai canoni della fotografia di moda classica, realizza immagini sempre più provocatorie, stravolgendo set e impiegando modelli e stylist in modo non convenzionale. Newton allarga ulteriormente le possibilità creative dei suoi servizi fotografici: in elicottero, su una spiaggia alle Hawaii, in hotel parigini.

Con la sua opera, testa i limiti sociali e morali, arrivando a ridefinirli. Le sue modelle appaiono eleganti ed erotiche, anarchiche e giocose. Queste immagini catturano e ingannano l’occhio, solo ad un esame più attento si distingue ciò che è reale da ciò che è una ricostruzione o rievocazione delle sue idee e osservazioni. La sua ispirazione per questi scatti viene dalle fonti più disparate: il surrealismo, i racconti di fantasia di E.T.A. Hoffmann, le trasformazioni viste nel film Metropolis di Fritz Lang. Nel 1981 pubblica l’innovativa serie “Naked and Dressed”, che appare nelle edizioni italiana e francese di Vogue e successivamente nei suoi libri. Il nuovo concetto visivo dei dittici consiste

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Helmut Newton Era delle machine, Thierry Mugler, Vogue America. Monte Carlo, 1995 Machine Age, Thierry Mugler, American Vogue. Monte Carlo, 1995 © Helmut Newton Foundation
SPECIALE moStrE
Helmut Newton Autoritratto. Monte Carlo, 1993 Self-portrait. Monte Carlo, 1993
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© Helmut Newton Foundation

nel far posare, gli uni accanto agli altri, i modelli nudi e vestiti, raccontando lo spirito culturale del tempo – come i cambiamenti del ruolo delle donne nella società occidentale.

Parallelamente a queste immagini produce i primi cosiddetti “Big Nudes”, sia per la carta stampata che come stampe a grandezza naturale. A partire dal 1987 Newton idea la propria rivista di grande formato, «Helmut Newton’s Illustrated», costituita da quattro numeri pubblicati a intervalli irregolari.

Negli anni novanta Newton usa un approccio ancora più innovativo e all’avanguardia, lavorando sia per editoriali di moda che per grandi commissioni e campagne pubblicitarie di stilisti quali Chanel, Thierry Mugler, YSL, Wolford, e clienti come Swarovski e Lavazza. In questo periodo le immagini di moda iniziano ad affermarsi nel mercato dell’arte con quotazioni “stellari” alla luce della crescente consapevolezza del significato culturale del genere.

Newton riceve premi in Francia, Monaco e Germania come riconoscimento della sua totale dedizione alla fotografia.

L’ultima selezione di scatti vede intrecciarsi ancora una volta, nel modo unico di Newton, i principali temi approfonditi nel corso della sua carriera: la moda, il nudo e il ritratto. Si tratta di un’ultima potente testimonianza del carattere unico e della straordinaria visione del fotografo.

Fino alla fine della sua vita Helmut Newton ha continuato a incantare e provocare con la sua singolare interpretazione della femminilità. Il suo lavoro per oltre sei decenni ha sfidato ogni tentativo di categorizzazione. Nessun altro fotografo è mai stato pubblicato quanto Helmut Newton e alcune delle sue immagini più iconiche sono diventate parte della nostra memoria visiva collettiva.

Il progetto di allestimento della mostra prevede l’impiego di materiali sostenibili – riciclati, riciclabili e riutilizzabili: il rivestimento della pavimentazione è una moquette di nylon rigenerato ECONYL® realizzato dal Gruppo Aquafil con Radici; le pareti hanno pannellature in MDF rivestite da tessuto di cotone fornito da Tessuti di Sondrio/Gruppo Marzotto. A fine mostra i tessuti diventeranno parte del Best Stock di Cittadella dell’Arte Fashion Best – Fondazione Pistoletto Onlus.

Una speciale Tote bag disegnata da Tiziano Guardini, sustainability consultant della rassegna, è stata realizzata in Vegea, tessuto simile alla pelle ricavato dagli scarti dei processi di vinificazione.

L’esposizione è accompagnata dal catalogo Helmut Newton Legacy, pubblicato da Taschen in edizione trilingue (inglese, italiano e francese), di 424 pagine. Il volume è stato realizzato appositamente in italiano in occasione del tour che coinvolge le città di Milano, Roma e Venezia. La rassegna è promossa dal Comune di Milano-Cultura e prodotta da Palazzo Reale e Marsilio Arte, in collaborazione con la Helmut Newton Foundation di Berlino, in occasione di Milano Art Week, con il supporto di Coop Lombardia e Rinascente. I partner tecnici sono Aquafil con Radici, Tessuti di Sondrio con Cittadellarte Fashion B.E.S.T. Travel partner Ferrovie dello Stato Italiane. Grazie agli accordi tra Marsilio Arte e la Helmut Newton Foundation, la retrospettiva, per la quale è previsto un tour in importanti musei europei e internazionali, è in esclusiva in Italia a partire da marzo 2023 fino all’estate 2024, e dopo Palazzo Reale sarà esposta anche a Roma, al Museo dell’Ara Pacis nell’autunno 2023, e a Venezia, all’interno del nuovo centro di fotografia “Le Stanze della Fotografia” sull’Isola di San Giorgio Maggiore, nella primavera 2024.

Matthias Harder ha studiato Storia dell’arte, Archeologia classica e Filosofia a Kiel e Berlino. È membro della Società tedesca di fotografia e del consiglio consultivo del Mese europeo della fotografia. Dal 2004 lavora come capo curatore presso la Fondazione Helmut Newton di Berlino (dal 2019 anche come direttore della Fondazione) e pubblica regolarmente su autorevoli riviste internazionali, come Art in America, Foam, Aperture, Eikon, Photonews, e ha scritto numerosi articoli per libri e cataloghi di mostre.

Denis Curti è direttore artistico del nuovo centro di fotografia a Venezia, Le Stanze della Fotografia, nonché consulente e curatore di mostre di fotografia e arte contemporanea. Direttore della Fondazione Italiana per la Fotografia di Torino negli anni novanta e curatore delle prime aste fotografiche di Sotheby’s tra il 2002 e il 2003, per oltre 15 anni è stato giornalista e critico fotografico per Vivimilano e il Corriere della Sera. È direttore dell’Agenzia Contrasto e del mensile Il Fotografo. Nel 2014 ha fondato STILL Fotografia.

www.palazzorealemilano.it

www.mostrahelmutnewton.it

www.marsilioarte.it

Orari mostra

Da martedì a domenica ore 10 - 19:30. Giovedì 10 - 22:30

Ultimo ingresso un’ora prima della chiusura

Lunedì chiuso

Informazioni e prenotazioni

call center Vivaticket

T: 02 91446111

34 n. 2 Maggio 2023
SPECIALE moStrE 5
Helmut Newton Amica. Milano, 1982 Amica. Milano, 1982 © Helmut Newton Foundation
6
Helmut Newton Catherine Deneuve. Esquire. Parigi, 1976 Catherine Deneuve. Esquire. Paris, 1976 © Helmut Newton Foundation

DAL 9 ALL’ 11 GIUGNO, NELLO SpLENDIDO BORGO DI CASTELLARO LAGUSELLO (MN)

FESTIVAL DI ASTRONOMIA 2023

L’UNIVERSO IN TUTTI I SENSI

Lasciarsi affascinare e sorprendere dalla bellezza de “L’Universo in tutti i sensi”. Con questo titolo torna il Festival di Astronomia, che si prepara ad aprire i battenti dal 9 all’11 giugno 2023 in uno dei borghi più belli d’Italia, Castellaro Lagusello (MN).

Un’edizione, la n.3, dove appassionati, bambini e famiglie potranno conoscere da vicino l’affascinante mondo della ricerca e della divulgazione scientifica, attraverso un programma di attività multi-sensoriali, che includeranno elementi visivi, tattili e sonori tra laboratori, mostre, conferenze, spettacoli e momenti di osservazione del cielo in compagnia di astronomi e astrofili.

Da sempre l’umanità si interroga sul proprio posto all’interno dell’Universo e l’astronomia accende passione e curiosità in persone di ogni età e cultura. La meraviglia che genera in noi il cielo stellato e la bellezza affascinante dell’Universo fanno da guida in questo Festival dove appassionati, bambini e adulti incontrano astronomi e astrofili e scoprono la passione che anima la ricerca e la divulgazione scientifica.

In questa terza edizione tutte le attività del Festival saranno multi-sensoriali, includendo non solo elementi visivi, ma anche tattili e sonori. In questo modo tutti i visitatori, vedenti e non vedenti, potranno avere equamente accesso alla conoscenza dell’astronomia e scopriranno nuovi modi di esplorare l’Universo. Un weekend all’insegna della scienza in cui le strade e i cortili di Castellaro Lagusello faranno da cornice al festival. Il pubblico

ANCHE QUEST’ANNO NEGRONI, IL MARCHIO DELLA STELLA, SOSTIENE IL FESTIVAL DI ASTRONOMIA E CELEBRA IL BINOMIO GUSTO-ASTRONOMIA

sarà accolto da una mostra che si snoderà lungo la strada principale, guidando i visitatori all’ingresso del borgo. I cortili ospiteranno laboratori interattivi per bambini e bambine di ogni età e adulti. Saranno organizzate conferenze di divulgazione, spettacoli e osservazioni del cielo con telescopi amatoriali. Immagini dei maggiori osservatori astronomici saranno proiettate sulla Torre e sulla parete esterna di Villa Arrighi, accompagnate dal suono. Nei numerosi eventi del Festival, l’astronomia si intreccerà all’arte, alla letteratura, alla filosofia e alla psicologia, oltre alla musica. “E quindi uscimmo....a riascoltar le stelle”.

A celebrare il binomio gusto-astronomia con il claim “Segui la buona stella”, in particolare, sarà Negroni, che anche quest’anno, in qualità di sponsor della manifestazione, sarà al fianco degli oltre 100 studenti protagonisti che faranno da guida nei laboratori previsti durante il Festival. Tutti gli eventi e le attività sono gratuite

Per info e programma: https://www.astronomiacastellaro.oapd.inaf. it/home

36 n. 2 Maggio 2023
A CURA di pAolo CARli
L’EvEnto

venerdÌ 26 maggio

centro sportivo ore 21.30

Associazione AugustoperlaVita

gazoldo degli ippoliti (mn)

Nostra gradita Ospite ROSANNA FANTUZZI. compagna di Vita di AUGUSTO DAOLIO,

fondatrice dell’Associazione “Augusto per la Vita”

...per finanziare la ricerca contro il cancro

Main sponsor

Trasporti Pesanti S.r.l.

Piadena (CR)

CON IL PATROCINIO DELLA CITTÀ DI GAZOLDO DEGLI IPPOLITI
ENTRATA CON OFFERTA LIBERA

L’EvEnto

TUTTE LE GRANDI COSE ACCADONO INTORNO AD UN TAVOLO

Tutte le grandi cose accadono intorno a un tavolo. Torna anche quest’anno, dopo il successo nel 2022, l’appuntamento con la seconda edizione di Montagna di Gusto, la rassegna enogastronomica ideata e organizzata dal Distretto del Commercio Alta Valle Seriana-Clusone in collaborazione con PromoSerio, che fino al 23 giugno 2023 porta in scena i prodotti e i piatti tipici del territorio della ValSeriana per promuovere, attraverso il gusto e l’enogastronomia, il turismo di qualità.

Otto gli appuntamenti previsti per altrettanti ristoranti - ogni venerdì sera, con prezzo promozionale di 35 euro a menu - che vanno a scandire le tappe della nuova stagione enogastronomica della destinazione turistico-ricettiva della ValSeriana. Filo conduttore dell’intera kermesse la riscoperta dei sapori autentici e dei prodotti tipici della ValSeriana, attraverso la rivisitazione degli chef dei ristoranti che hanno aderito all’iniziativa, in un percorso di avvicinamento al territorio attraverso la tradizione culinaria locale e la gastronomia. Il menu della rassegna non lascia indifferenti sia fini buongustai che semplici appassionati delle tradizioni culinarie: lumache saltate, gnocchi di paruc, stracotto di manzo con polenta di mais rostrato rosso di Rovetta, coniglio alla bergamasca, fonduta di formaggio della Nona, salumi artigianali, ravioli e paste fresche, risotto alle erbe di montagna sono solo alcune delle prelibatezze proposte nei menu proposti dai ristoratori. “Promuovere l’enogastronomia locale quale tassello fondamentale per lo sviluppo di un turismo di qualità è uno degli obiettivi che si è posto il distretto in questi anni, dando vita a una serie di iniziative di valorizzazione del territorio. L’iniziativa Montagna di Gusto, che abbiamo deciso di riproporre visto il successo dell’anno scorso, unisce tradizione, innovazione e il valore del mangiar bene con la ricchezza dei prodotti del nostro territorio

Fino al 23 giugno Clusone (Bg)

MONTAGNA DI GUSTO RASSEGNA ENOGASTRONOMICA DELLA VALSERIANA

TORNA PER IL SECONDO ANNO LA MANIFESTAZIONE ALLA RISCOPERTA DEI PRODOTTI TIPICI: OTTO APPUNTAMENTI ENOGASTRONOMICI CON LA REGIA DEL DISTRETTO DEL COMMERCIO ALTA VALLE SERIANA-CLUSONE E PROMOSERIO

per promuovere anche la filiera corta e sinergie sempre più forti tra produttori, ristoratori e commercianti. L’invito è quello di lasciarsi coinvolgere dai sapori, incuriosire e aprirsi alla scoperta di un nuovo modo di gustare e vivere il nostro territorio”, dichiara Michele Lazzaretti, Presidente del Distretto del Commercio Alta Valle Seriana Clusone.

LA MAPPA DEI PROSSIMI APPUNTAMENTI :

•Venerdì 12 maggio

Ristorante “Il Moro”, Parre (BG)

•Venerdì 19 maggio

Hotel Ristorante “Libia”, Fino del Monte (BG)

•Venerdì 26 maggio

Locanda “Blum In”, Rovetta (BG)

•Venerdì 09 giugno

Trattoria “Dei Portici”, Clusone (BG)

•Venerdì 16 giugno

Ristorante “Garden”, Fino del Monte (BG

•Venerdì 23 giugno

Trattoria il Gatto e la Volpe, Clusone (BG)

I menu prevedono antipasto, primo, secondo, formaggi, dolci e bevande, tutto di produzione locale e di stagione. Ogni chef ha abbinato alla sua proposta il vino più adatto, selezionato tra le migliori cantine della bergamasca.

Prezzo fisso a 35 euro a persona. Tutte le serate iniziano alle ore 20:00.

Prenotazione obbligatoria due giorni prima della serata contattando direttamente il ristorante.

Per informazioni:

https://www.valseriana.eu/eventi/rassegnaenogastronomica-montagna-di-gusto/

38 n. 2 Maggio 2023
A CURA di e.kRAUbe
ph. Filippo Rivetti

2.500 TAVOLI DI GIOCHI DA PROVARE GRATUITAMENTE E PIÙ DI 300 EVENTI IN PROGRAMMA

Play 2023 torna il Festival del Gioco, Per tutti

Basta computer, tablet, smartphone: la carta vincente dei giochi da tavolo è la voglia di socialità e svago senza per forza fissare un monitor. In un mondo pieno di schermi i giochi analogici aiutano a cambiare prospettiva: complice la internet fatigue acuita da smart working, appuntamenti online e didattica a distanza, i giochi da tavolo hanno conosciuto un rilancio di fama e diffusione, e il settore dei board game non è mai stato vivace quanto oggi. Il Global Board Games Market Report 2022 valuta per il settore un tasso di crescita pari al + 13 per cento da qui al 2026 (contro il + 11 per cento dei videogiochi).

Anche nel nostro paese il trend è ugualmente positivo, con un mercato che ha un valore stimato di 100 milioni di euro . Il segreto del successo è nella capacità di innovarsi: solo in Italia ogni anno vengono sfornati ben 800 nuovi titoli, conferma di grande vivacità di un settore al quale la Modena da oltre un decennio dedica l’intero quartiere fieristico, Play - Festival del Gioco (www.play-modena. it), che torna dal 19 al 21 maggio a ModenaFiere: circa 28mila metri quadrati di area coperta in cinque diversi padiglioni, più di 150 espositori, sessanta associazioni coinvolte, una cinquantina di ospiti tra cui star internazionali del gioco da tavolo, 2.500 tavoli pronti per giocare, 7.000 sedie, migliaia di titoli tra grandi classici, ultime novità e anteprime mondiali, incontri e convegni sul ruolo fondamentale del gioco nella nostra vita.

“Narrazioni incrociate” è il tema di questa edizione: nel 100° anniversario della nascita di Italo Calvino il festival propone una riflessione sul gioco inteso come macchina narrativa, la cui trama viene intessuta collettivamente attraverso le combinazioni delle interazioni individuali, che sono infinite e cambiano continuamente, tra una partita e l’altra.

Organizzato da ModenaFiere in collaborazione con Ludo Labo e il supporto di Club TreEmme, La Tana dei Goblin e altre decine di associazioni ludiche italiane, Play si svolge nel quartiere fieristico della città emiliana: una full immersion con decine di opportunità per divertirsi e stare insieme, scoprire nuove proposte e conoscere quanto il gioco costituisca, prima di tutto, un momento di socialità ed espressione creativa, utile anche per comprendere meglio il mondo che ci circonda, a partire dalla scienza e dalla storia.

E’ LA

PIÙ IMPORTANTE MANIFESTAZIONE

ITALIANA

DEDICATA AI GIOCHI “ANALOGICI” DA TAVOLO, DI RUOLO, DI MINIATURE, DAL VIVO, DI CARTE, PER GLI APPASSIONATI COME PER FAMIGLIE.

Oltre ai gamers, Play ospita chi i giochi li inventa, li realizza e li distribuisce, e anche chi ci lavora costruendo progetti di ricerca innovativi basati sul gioco, negli ambiti disciplinari più vari. A conferma del ruolo fondamentale del gioco nei processi di apprendimento e studio, quest’anno Play conta sulla collaborazione di alcuni dei più importanti enti di ricerca italiani che saranno presenti con le loro proposte: l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF), l’Istituto Nazionale di Fisica Nucelare (INFN) e l’OGS di Trieste, ovvero l’Istituto Nazionale di Oceanografia e di Geofisica Sperimentale. In particolare l’Istituto Nazionale di Astrofisica (INAF) è da sempre impegnato nella progettazione giochi ed esperienze ludiche come strumento di divulgazione o educazione e oggi in INAF è attivo un gruppo di lavoro nazionale che si occupa di apprendimento creativo, tinkering e giochi e che utilizza il gioco come strumento innovativo per veicolare non solo conoscenze e competenze STEM (Scienza, Tecnologia, Ingegneria e Matematica) ma anche le pratiche e le metodiche che contraddistinguono la ricerca in astrofisica.

Una serie di analisi di base del target dei board games evidenzia che la maggioranza degli acquirenti oggi sono di età compresa tra 25 e 39 anni, quindi la generazione dei Millennials, ovvero i nati tra il 1981 e il 1996.

E nella top ten delle loro preferenze accanto ai classici intramontabili come Risiko (Spin Master), Monopoly e Taboo (di Hasbro), si affiancano i più recenti Dixit, Ticket to Ride, Dobble ed Exploding Kittens (tutti di Asmodee, casa editrice francese); ma popolari sono anche La casa di carta - Escape Game (di MS Edizioni), Coco Rido 2 - la Vendemmia (sempre di Asmodee), Puerto Rico e Disney Villainous (entrambi di Ravensburger), Carcassonne, I coloni di Catan (Giochi Uniti), Bang! (DV Giochi).

Ciò che distingue questi giochi più recenti da quelli della generazione dei boomer sono la velocità (le partite non durano più di 30 minuti), la semplicità (le regole sono facili e di immediata comprensione) e l’inclusività (tutti i giocatori proseguono fino alla fine della partita).

Proliferano poi i giochi di ruolo, anche quelli dal vivo: il più iconico rimane Dungeons & Dragons, che ha debuttato negli anni ’70 ma ha conosciuto un’impennata di vendite proprio durante la pandemia, con guadagno complessivo cresciuto del 33% nell’ultimo anno.

Tra gli evergreen vanno citati poi i giochi di miniature come Warhammer (prodotto dalla britannica Game Workshop) – e naturalmente i giochi di carte, il cui capostipite è Magic, il primo gioco di carte collezionabili del mondo.

40 n. 2 Maggio 2023
A CURA di M.T. SAN JUAN
L’EvEnto 19-21 ModenaMaggio
PH Anita Bonfiglioli PH Ottani

SMACH, PROCLAMAti i ViNCitORi !

Sono stati pubblicati sul sito www.smach. it il 17 aprile 2023 i nomi dei 10 artisti e artiste selezionati/e per la VI edizione di SMACH, Constellation of art, culture & history in the Dolomites. La biennale inaugurerà l’8 luglio 2023 in Val Badia e proseguirà fino al 9 settembre. Il concorso internazionale si svolge ogni due anni ed è stato ideato nel 2012 da Michael Moling e coadiuvato da Gustav Willeit e Stefano Riba. I dieci progetti artistici vincitori, concepiti appositamente per ognuno dei siti prescelti, comporranno un percorso espositivo en plein air in Val Badia - tra i 1.800 e i 2.300 mt. di altitudine - percorribile in 3 giorni di escursioni. Inoltre, in Val dl’Ert (in ladino: Valle dell’Arte) si potranno scoprire le opere delle edizioni precedenti di SMACH acquisite per la collezione permanente.

LA DICHIARAZIONE DELLA GIURIA

“La giuria artistica della Biennale SMACH 2023, composta da Federica Beretta, Giulia Ferracci, Emanuele Masi, Stefan Sagmeister, Peter Zumthor e Jasmine Deporta, ha valutato, in collaborazione con la giuria tecnica, le 100 proposte preselezionate tra le oltre 300 pervenute.

Tra i progetti preselezionati sono stati scelti i 10 vincitori, per la loro qualità formale ed estetica, nonché per la loro fattibilità tecnica. Inoltre, le opere sono state selezionate anche per l’urgenza espressa nell’immaginare il futuro, affrontando la questione ecologica attraverso la trasformazione della materia, ripensando e ridefinendo la questione dell’identità verde in relazione alle conseguenze delle trasformazioni socio-culturali nel contesto globale.

Le 10 opere dialogano con il tema della Biennale 2023, Sprouting, e con le peculiarità dei singoli luoghi. Dall’8 luglio alla fine di settembre le installazioni site-specific saranno collocate lungo un percorso di 65 km. Insieme formeranno una costellazione di opere che indagano aspetti della biodiversità e che si riferiscono alla storia e ai problemi contemporanei della regione”. Ringraziamo tutti per la partecipazione e ci congratuliamo con i vincitori!”

Il tema proposto per questa edizione è stata la parola Sprouting (germogliando), i progetti sono stati selezionati sia per l’attinenza al tema proposto che al dialogo che l’opera è stata in grado di innescare tra l’ar-

te contemporanea ed il patrimonio Unesco delle Dolomiti. SMACH offre ai vincitori un premio in denaro, una residenza e la possibilità di vedere la propria opera acquisita dalla collezione permanente SMACH Val dl’Ert, a San Martino in Badia (BZ). La parola SPROUTING “germogliando” è un verbo declinato al gerundio, indicante un’azione già in corso. Letteralmente l’azione di germogliare è, in atto, la nascita di una nuo-

La biennaLe inaugurerà L’8 LugLio 2023 in VaL badia e proseguirà fino aL 9 settembre.

iL concorso internazionaLe si sVoLge ogni due anni ed è stato ideato neL 2012 da michaeL moLing.

n. 2 Maggio 2023
arte e cultura
PH Gustav Willeit Da sx: Smach team: Stefano Riba (production manager), Gustav Willeit (fotografo)e Michael Moling (fondatore e presidente). Membri della giuria: Jasmine Deporta, Emanuele Masi e Peter Zumthor. PH Gustav Willeit

Gli artisti che hanno risposto alla open call sono stati 283 e sono pervenuti oltre 300 proGetti da 29 nazioni.

va potenziale vita vegetale, simbolo quindi di fertilità, rigoglio e ricchezza, ma in essere il germoglio è ancora delicato, va nutrito, pro- tetto, curato. È il futuro nel tempo presente. Ma “sprouting” è anche un termine utilizzato per indicare, nel campo della plasticità neurale, la capacità del sistema nervoso di modificare, in base all’esperienza, e a fini di apprendimento, i propri circuiti sia dal punto di vista strutturale che funzionale. Inoltre, lo stesso processo ri-generativo interviene nel riparare eventuali danni celebrali accorsi. L’attualità post-pandemica coinvolge il mondo nella sua globalità, il presente impone nel quotidiano la drammaticità della guerra, l’inflazione rappresenta un rischio reale per le stabilità economiche e sociali, la crisi energetica e l’emergenza climatica pongono l’umanità di fronte a epocali esigenze di consapevolezza. In un periodo di grande instabilità ed insicurezza SMACH ha voluto stimolare, attraverso l’arte, l’immaginazione sensibile e visionaria, per provare a generare ipotesi costruttive, alternative positive, valori che, attraverso la creatività, possano indicare scenari futuri.

SMACH. I VINCITORI.

Stefano Caimi (Milano, IT); Egeon (Bolzano, IT), Delilah Friedman (Colonia, DE), Kg Augenstern (Christiane Prehn e Wolfgang Meyer; Berlino, DE); Anthony Ko (Hong Kong, HK), Collettivo LIDRIIS: Luigina Gressani, Giuseppe Iob, Paolo Muzzi e Carlo Vidoni (Tredicesimo UD, IT); LOCI studio: Wolfgang Gruber, Herwig Pichler, Allegra Stucki, Jaco Trebo (Salisburgo, Vienna, AT - Zurigo, CH); megx (Margherita Burcini, Fratte Rosa PU, IT); Michela Longone (Milano, IT); Anuar Portugal (Città del Messico, MX).

Per ogni edizione vengono selezionate, da una giuria di professionisti di settore, 10 opere tramite un concorso internazionale. La mostra open air di arte contemporanea si svolge in Val Badia, nel contesto paesaggistico e culturale delle Dolomiti, patrimonio Unesco dal 2009. L’edizione 2021 ha registrato una crescita esponenziale con oltre 1000 richieste di partecipazione da tutto il mondo e un passaggio stimato, durante il periodo di apertura, con una media giornaliera di 2000 visite. Dal 2018 SMACH è anche un’omonima associazione culturale che, in sinergia con attori locali ed istituzionali, lavora per la promozione dell’arte, del territorio e della cultura, in chiave di turismo culturale, ed attiva un canale di incontro tra amanti dell’arte, appassionati di natura, turisti e professionisti di settore.

Lo scorso 14 marzo 2023 il progetto SMACH è stato insignito con una delle 10 menzioni d’onore del Premio Nazionale del Paesaggio 2022-2023 organizzato dal Ministero della Cultura.insignito.

SMACH. Val dl’Ert (www.smach.it/art-park) è la collezione permanente della biennale SMACH, composta attualmente da 23 opere acquisite dalle passate edizioni che si arricchisce per ogni edizione della biennale di nuove opere provenienti dai progetti vincitori.

43 n. 2 Maggio 2023
PH Gustav Willeit PH Gustav Willeit
www.mynet.it www.vogliadifibra.it

benvenuti a “casa marcegaglia”

Il progetto vuole far emergere l’impresa nata dall’eccezionalità e dall’intraprendenza di un uomo, Steno Marcegaglia

a cura di paolo carli foto di eugenio sandrini

Un progetto che unisce la sua valenza architettonica a quella di un messaggio: far emergere l’impresa nata dall’eccezionalità e dall’intraprendenza di un uomo, Steno Marcegaglia, capace di riscrivere la sua vita e di fare dell’azienda di famiglia, non solo un fiore all’occhiello del made in Italy, ma appunto “una” grande famiglia, un tutt’uno con la comunità di cui ha sempre fatto parte.

Benvenuti a “Casa Marcegaglia”, l’innovativo spazio museale inaugurato nei giorni scorsi presso lo stabilimento di Gazoldo degli Ippoliti che, oltre ad essere il nuovo ingresso fisico nello stabilimento, rappresenta, più emotivamente, anche l’entrata ideale nell’universo Marcegaglia, un’immersione sensoriale nella storia dell’azienda, nei suoi valori e in tutte le molteplici applicazioni e lavorazioni del “suo” acciaio, per meglio conoscerne chimica e geometrie. Un modo per ripercorrere il passato, narrare il presente, senza perdere di vista l’orizzonte del futuro.

La struttura museale permanente è realizzata su progetto architettonico di Vittorio Longheu e sviluppo espositivo di Studio Chiesa

Curatrice è la storica dell’arte Elisabetta Pozzetti

La struttura sorge su uno spazio di 1.300 metri quadrati e si sviluppa in diverse tappe tematiche, ciascuna delle quali animata da opere d’arte e dotata di installazioni interattive e spazi illustrativi multifunzionali.

A prendere parte alla cerimonia di inaugurazione di Casa Marcegaglia, tanti imprenditori, tutti i principali rappresentanti istituzionali del Mantovano, il presidente di Regione Lombardia Attilio Fontana, l’assessore regionale allo sviluppo economico Guido Guidesi, il presidente di Confindustria Carlo Bonomi e, in video collegamento, il ministro per le Imprese e il Made in Italy Adolfo Urso che, complimentandosi con Antonio e Emma Marcegaglia per quello che rappresenta la loro impresa in Italia e nel mondo, ha annunciato che governo sta per presentare la legge quadro per rafforzare il settore delle eccellenze del Paese e le imprese. Fra i provvedimenti, il fondo sovrano anche per

aiutare le pmi e facilitare l’approvvigionamento delle materie prime, semplificazioni normative e il lancio dei Licei sul Made in Italy che dovrebbero essere pronti a partire dall’anno scolastico 2024-25. Questi per tentare di dare una risposta alla carenza di manodopera specializzata che lamentano le imprese. Una risposta che il Gruppo Marcegaglia cercherà di dare con l’Academy, anche questa presentata durante l’inaugurazione, con la quale si punterà a formare la futura classe manageriale, collaborando anche con alcune università.

Ancora una volta dunque Marcegaglia che guarda in avanti come seppe fare Steno da quel lontano 1959, in cui tutto partì. Emozionante a tal proposito e accompagnato da tanti applausi l’intervento di Bonomi che ha ricordato alcuni tratti salienti del grande impren-

ditore gazoldese scomparso nel 2013. “Era un imprenditore che tutte le volte che visitava le sue fabbriche salutava uno per uno tutti i dipendenti. E quando gli rispondevano: ‘No, cavaliere, ho le mani sporche’… lui a sua volta replicava: ‘Uno che lavora non ha mai le mani sporche’, ha dichiarato Bonomi sottolineando anche: “Marcegaglia è un gruppo ed una storia che fanno capire cos’è la responsabilità sociale di impresa. Una impresa legata al suo territorio, che ha dato e sta dando tanto non solo al territorio ma a tutta l’Italia. Non abbiamo tanti campioni nazionali, Marcegaglia è uno di questi”.

Il Gruppo Marcegaglia è leader mondiale nella trasformazione dell’acciaio, con un fatturato di 9 miliardi, 7mila dipendenti, 60 unità commerciali e 37 stabilimenti sparsi in 4 continenti.

46 n. 2 Maggio 2023
eventi
Il fatidico taglio del nastro: da sx Attilio Fontana, Antonio ed Emma Marcegaglia, Carlo Bonomi. Antonio ed Emma Marcegaglia posano davanti al quadro che ritrae il Cav. Steno Marcegaglia

l’impresa di fare impresa

FRI-EL GREEN HOUSE

Agricoltura idroponica a impatto zero

Trentuno ettari di serre pari a 40 campi da calcio, 220 Km di luci led per la produzione invernale, un sito produttivo 365 giorni l’anno, 70% di risparmio di superficie impiegata rispetto alle coltivazioni tradizionali, 70% di risparmio idrico, 100% energia verde da centrali biogas. Sono alcuni dei dati virtuosi che caratterizzano la Fri-El Green House di Ostellato (Fe), azienda leader nella produzione di pomodori a marchio H2Orto tramite coltura idroponica hi-tech. Si tratta di un’azienda partecipata dal Gruppo Fri-El, uno dei principali produttori italiani di energia elettrica da fonti rinnovabili (eolica, biomassa e biogas).

“Cercavamo un modo intelligente ed ecosostenibile per non disperdere il calore generato dalle nostre centrali elettriche a biogas e siamo certi di averlo trovato nell’affiancare ai nostri impianti delle serre tecnologiche per la produzione di pomo-

POMODORI DI ALTA QUALITÀ TUTTO L’ANNO IN SERRE HI-TECH RISCALDATE CON ACQUA CALDA PRODOTTA DALLE ADIACENTI CENTRALI A BIOGAS.

dori”, spiega Florian Gostner, CEO di Fri-El Green House.

L’azienda, pioniera in Italia e leader nel suo settore, è nata nel 2015 con una superficie di 1,5 ettari e si è estesa negli anni fino a contare nel 2022 ben 31,1 ettari di serre. Il piano di espansione prevede di arrivare a 60 ettari e l’obiettivo principale è quello di raggiungere la transizione energetica entro il 2025. “Il fatturato dal 2015 ad oggi è stato in forte aumento – dichiara Gostner –e ciò è dovuto alla crescita continua della superfi-

aziende iTaliane

cie produttiva e al passaggio da prodotti di massa, come il pomodoro a grappolo classico, a prodotti premium, come il pomodoro cocktail, il datterino e il ciliegino. Dai 13 milioni di euro di fatturato del 2020 siamo arrivati a stimare per il 2023 un valore di 30 milioni di euro e una produzione di pomodori pari a 13.000 tonnellate”.

Le serre ipertecnologiche in ferro-vetro vengono riscaldate con l’acqua calda prodotta dalle centrali a biogas adiacenti. In questo modo si recupera energia preziosa e si dà vita ad un ciclo virtuoso che rispetta i principi dell’economia circolare e fa bene all’ambiente e ai prodotti agricoli. Le centrali a biogas, in particolare, vengono alimentate con sottoprodotti di origine agricola che, al termine del loro ciclo di impiego, vengono trasformati in concimi per il settore agricolo. Le serre, inoltre, sono illuminate con luci LED, necessarie alla produzione invernale, che garantiscono un’abbondanza di luce nello spettro utilizzabile dalle piante miscelando, secondo rigorosi studi scientifici effettuati in collaborazione con i ricercatori, la componente blue e rossa in diverse lunghezze d’onda. Si evitano così gli sprechi, mantenendo dei consumi di energia ridotti e massimizzando la qualità, in termini di gusto e di produzione di antiossidanti e vitamine, e la quantità di prodotti coltivati.

“Abbiamo intenzione di ampliare la gamma di varietà di prodotti, oltre i pomodori. Per questo stiamo facendo sperimentazioni per la coltivazione di zucchine, melanzane, tre diverse varietà di meloni e peperone snack, piccoli peperoni di tre colori che peseranno dai 40 ai 60 gr – racconta Florian Gostner e aggiunge – la nostra imminente sfida è il raggiungimento della transizione energetica entro il 2025. Vogliamo diventare indipendenti dai combustibili fossili e rendere il bilancio di CO2 pari

a zero dal punto di vista energetico. Inoltre entro la fine del 2023 disporremo di un impianto geotermico e di un impianto fotovoltaico che ci garantiranno totale autonomia energetica”.

H2ORTO, 100% BONTÀ SOSTENIBILE

H2Orto – Bontà sostenibile è la gamma di pomodori e altri ortaggi di alta qualità di Fri-El Green House. Un marchio che contraddistingue un’a-

UN PROGETTO IN ESPANSIONE VERSO LA TRANSIZIONE ENERGETICA ENTRO IL 2025

49 n. 2 Maggio 2023
Florian Gostner

aziende italiane

zienda giovane, 100% italiana, che coltiva il sogno di un futuro più buono e sostenibile. Contando su oltre 380 collaboratori motivati, di cui il 41% donne e con un’età media di 34 anni, la società valorizza l’economia locale sostenendo l’occupazione nei territori nei quali investe e opera.

H2Orto – Bontà sostenibile produce pomodoro a grappolo, pomodoro cocktail e pomodoro ciliegino, ma anche peperoni e cetrioli, sempre secondo il metodo di coltivazione idroponica.

Ma come si realizza in concreto? Questa particolare coltivazione avviene fuori suolo, con l’utilizzo di lana di roccia e fibra di cocco, e questo ottimizza il numero di piante che riescono a crescere in un metro quadrato e il raccolto in termini di produzione. Il tutto avviene in un ciclo chiuso, gestito attraverso un software di ultima generazione, che controlla il clima, l’irrigazione e l’umidità delle serre. In questo modo si riesce a ottenere un consumo idrico e di suolo del 70% inferiore alle colture convenzionali, con una conseguente riduzione dell’impatto ambientale, una capacità produttiva ottimizzata e zero composti immessi direttamente nel terreno e nelle falde acquifere. Le serre idroponiche di Fri-El Green House sono tutte dotate di sofisticati impianti di irrigazione che assicurano alle piante il giusto quantitativo di acqua. L’acqua di drenaggio, ovvero quella in eccesso, viene recuperata, filtrata e immessa nuovamente nell’impianto, mentre quella piovana viene raccolta e utilizzata per l’irrigazione.

I pomodori H2Orto, poi, sono coltivati con i metodi della lotta integrata, senza l’uso di diserbanti né di glifosati, ma attraverso gli “insetti utili” per tenere sotto controllo quelli infestanti. Sono quindi naturali e sostenibili e hanno ottenuto l’importante certificazione Nichel Free. Grazie alla coltivazione nelle serre, inoltre, sono sempre disponibili sul mercato. Un insieme di caratteristiche che rende l’azienda un caso unico, attualmente, in Italia e le permette di garantire ai propri rivenditori una continuità nelle forniture senza perdere di vista la qualità e la sostenibilità dei prodotti. I pomodori di H2Orto vengono distribuiti presso le principali

catene della grande distribuzione in tutta Italia, Austria e Germania, con prodotto sia sfuso che confezionato, a brand H2Orto e anche PL. L’innovazione è al centro delle strategie di sviluppo aziendale e H2Orto ha ottenuto diverse certificazioni di qualità e sostenibilità: Water Footprint, che garantisce la conformità allo standard ISO 14046, contribuendo a ridurre l’impatto idrico ambientale; Climate Change, che indica la conformità agli standard ISO 14040 e 14044, contribuendo alla riduzione dell’impatto che i prodotti hanno sul riscaldamento globale; Friends of the Earth; IFS Food; Global G.A.P. e HACCP certified. H2Orto, inoltre, ha scelto di utilizzare unicamente packaging sostenibile e riciclabile per tutti i propri prodotti. Dal cartone ondulato ai vassoi e confezioni in r-PET (PET riciclato), ogni soluzione rientra

nelle strategie di riduzione di impatto ambientale e adesione al modello dell’economia circolare.

La Fri-El Green House ha recentemente lanciato la nuova varietà di pomodori Strabena, che si distingue da tutte le altre del suo assortimento. Si tratta di un pomodoro midi cherry truss plum che ricorda la forma e la dolcezza della fragola, grazie ad un alto grado zuccherino. Frutto di dieci anni di ricerca, anche Strabena viene coltivato in serre idroponiche a basso impatto ambientale, è nichel free e disponibile tutto l’anno. L’azienda di Ostellato è certa che questa varietà conquisterà in breve tempo il mercato italiano per i suoi magnifici frutti rossi e lucidi dall’accattivante forma di fragola.

51 n. 2 Maggio 2023
STRABENA, IL NUOVO POMODORO A FORMA E GUSTO DI FRAGOLA Il nuovo pomodoro Strabena
52 n. 2 Maggio 2023

voglIa dI vIvere fInalmente all’aperto

Si è respirata un’incredibile voglia di vivere en plein air, passeggiando tra gli stand del Salone del mobile 2023.

Complice la pandemia, si è riscoperta l’importanza di poter godere di uno spazio all’aperto, anche di un piccolo affaccio, per beneficiare del contatto salvifico con la natura.

Un trend confermato dai nuovi, importanti, debutti nel settore outdoor, tra cui quello di Poliform (pad 5, stand A3), che presenta la sua prima famiglia per esterni, e Molteni&C (pad 4, stand A3), che introduce la sua prima collezione outdoor coordinata dal direttore creativo Vincent Van Duysen, perseguendo un’idea di “morbido benessere, di giocosità organica in una visione architettonica dell’arredo”, come racconta il designer, che si è ispirato “al modernismo per richiamare l’idea di permeabilità e trasparenza tra spazi interni ed esterni e quell’intima connessione con la luce e la

TENDENZE

Il bagno come una spa domestIca

Per quanto riguarda la stanza da bagno, la tendenza è quella di trasformarla in una vera e propria spa privata, con una progettazione attenta ai minimi dettagli. I protagonisti indiscussi di questo ambiente saranno il lavabo e la vasca in marmo. Le vasche presentano design arrotondati e realizzati in materiali lisci, talvolta persino fusi con la pavimentazione. Dopo lunghe stagioni caratterizzate dalle superfici opache e extramatt, la lucentezza torna in auge. Laccati lucidi, finiture brillanti e specchiature su frontali dei cassetti o sulle pareti delle docce: la trasparenza e la luminosità regalano vitalità ed espandono gli spazi, donando all’ambiente una sensazione di maggiore ampiezza e ariosità. Un’ottima soluzione progettuale ed estetica per rendere più elegante anche un bagno di piccole dimensioni.

natura”. Le proposte per arredare gli outdoor non hanno più nulla da invidiare alle soluzioni da interni: i tessuti sono sintetici, per resistere a raggi uv e intemperie, ma dalla mano morbida, dai colori pieni e dalle trame ricercate proprio come i filati naturali da indoor.

Le aziende presentano famiglie outdoor complete di tutto, dalle ampie isole relax ai pouf, dai tappeti ai coffee table, per arredare e personalizzare gli esterni con la stessa cura e attenzione che si ha dentro casa, ma con un pizzico di leggerezza in più, perché all’aperto tutto è concesso.

(Nella foto: Molteni, Outdoor Catalogue)

IspIrazIonI dal passato arredI compagnI dI vIta

Il passato affascina, seduce e rassicura. Così sono sempre più numerose le aziende che propongono riedizioni o novità che si ispirano ai gloriosi anni Cinquanta, Sessanta e Settanta. Oluce ripropone la celebre Atollo di Vico Magistretti, una delle lampade più viste nei progetti di interior al pari di Arco di Flos, ora in una nuova, intrigante, versione in nickel

C’è bisogno di ottimismo, in casa come nella quotidianità. In tempi bui, di guerre senza fine e crisi ambientale, l’abitazione diventa un nido in cui rifugiarsi, una dimensione felice dove ritrovare l’equilibrio perduto. Giocosa anche la seduta Mickey di India Mahdavi per Gebrüder Thonet Vienna, chiamata così per le sue caratteristiche “orecchie”.

l’anno dell’esplosIone cromatIca

Fil rouge di molte collezioni presentate al Salone è senza ombra di dubbio l’esplosione cromatica. Chi ha fatto del colore una scelta “simbolica” per rafforzare il proprio DNA come Desalto che ha optato per il blu nel suo stand intitolato “The Blue Chapter”; chi l’ha usato per dare un twist alle icone come da Zanotta che ha reso multicolor il celebre appendiabiti Sciangai, il colore carico e saturo ha letteralmente invaso la Milan Design Week 2023. In tal senso, segnaliamo la collezione Linea di Porro, che ha editato dopo un accurato lavoro di ricerca nell’archivio di Alessandro Mendini, una serie di contenitori iper colorati realizzati con un patchwork di intarsi in acetato di cellulosa. Si tratta di due madie e uno scrittoio, di cui saranno prodotti 50 esemplari, che mettono in evidenza la maestria di Porro e smorzano il minimalismo di cui il brand è portavoce.

Tanto colore, con nuove sperimentazioni anche da Kartell, che propone i celebri Componibili in un delicato e brioso prugna. Passando alle fantasie caleidoscopiche, segnaliamo la collaborazione di Kartell con Missoni.

In definitiva, i colori che sembrano dominare la scena degli spazi dell’abitare per il 2023 e il 2024 sono i toni del giallo, blu, rosso, verde acceso, verde muschio e il rosso. Per i divani è ricorrente anche l’impiego del nero. Riconfermati poi i colori più naturali come il terracotta, l’arancione.

luce senza fIlI fontana arte

I nuovi progetti di luce sono sempre più efficienti, con ottiche studiate e brevettate per illuminare di più con minor consumo. Sempre forte la tendenza delle luci senza fili, da portare dentro e fuori casa, come Cameo di Claesson Koivisto Rune per FontanaArte, una piccola lampada da tavolo in vetro soffiato, ricaricabile, dimmerabile e adatta anche per spazi esterni.

ABITARE

di benedetta bottura

caro caffè non esisti solo tu

Il caffè è uno dei piaceri della tavola e in molti non possono rinunciare a berlo. Una tazzina al giorno va bene, ma eccedere può avere gravi controindicazioni per la nostra salute. Per fortuna esistono molte valide alternative. Se una volta i surrogati del caffè venivano usati per colpa dell’alto prezzo, o nei periodi in cui le importazioni venivano sospese a causa di guerre e dazi, oggi queste bevande hanno un vero e proprio mercato e c’è chi li prefefrisce. Il sostituto più famoso è sicuramente la cicoria, ma si usano anche lupini, ceci, castagne, segale, fichi, ghiande e naturalmente l’orzo. In generale le bevande ottenute dai cereali tostati come orzo e avena, sono le preferite come sostituti del caffè.

Il caffè maltato, invece, viene scelto per il sapore dolciastro, in quanto ha un basso contenuto di tannini. Il caffè di malto si ottiene facendo germogliare

curiosità

i cereali, di solito orzo e segale, in modo da trasformare l’amido in zucchero. Poi i germogli vengono fatti seccare e con la tostatura lo zucchero di malto si caramella dando il color caffè alla bevanda così ottenuta. Della cicoria, invece, si usa la radice. Il caffè di fichi, viene ricavato dai frutti secchi e di solito non viene bevuto puro, ma viene mischiato al vero caffè. Naturalmente in base al surrogeto che si sceglie si possono avere diverse proprietà e nutrimenti.

I semi di chia si ricavano da una pianta di salvia sudamericana. Sono piccoli e scuri, ma racchiudono un grande potere, infatti la parola chia significa “forza” in lingua azteca. La chia è ricca di proteine, calcio, selenio, zinco, magnesio, ferro, potassio e sali minerali, omega 3 e 6 e vitamine. I semi sono una grande fonte energetica e

aiutano a regolare zuccheri e colesterolo nel sangue. Hanno proprietà lassative e danno rapidamente senso di sazietà. Infine, hanno effetti benefici sul sistema nervoso centrale e riducono gli effetti di malattie e infezioni batteriche. I semi vengono usati in numerose ricette sia crudi che cotti e non contengono glutine.

pollice verde

spazi verdi a prova di solleone

Comincia il caldo e la siccità può rendere terrazzi e giardini tristemente bruni. Ecco alcune piante che resistono bene senz’acqua anche per brevi periodi di vacanza, in modo da avere sempre rigogliosi spazi verdi.

L’alloro è un sempreverde, tipico in tutt’Italia, che naturalmente torna utile in cucina e anche altre aromatiche come salvia e rosmarino e lavanda. Se cercate un albero, i migliori sono il mirto crespo; l’albero delle farfalle; la catalpa che tiene lontane le zanzare e l’acacia di Costantinopoli. Per quanto riguarda i rampicanti ci sono il glicine e la bouganville. Se volete cespugli il Bosso; il Cephalantus occidentalis e l’oleandro nano gioiello vespurzi. Per i fiori ci sono l’Anigozanthos flavidus; la rosa chinesis sanguinea; la margherita Gaillarda Aristata Goblin e le petunie. Infine se vi piacciono gli agrumi, l’ideale è il Citrumelo Swingle che resiste bene anche in vaso.

piromani della natura

Ci sono tre diverse spe ci di rapace, in Austra lia, che usano il fuoco per cacciare. Questo comportamento viene raccontato da sempre dagli aborigeni, che li hanno soprannomina ti “firehawks” (falchi di fuoco) e di recente è stato documentato dall’ornitologo Bob Gosford. Gli uccelli trasportano con le zampe, bastoncini infuocati sottraendoli dagli incendi e li usano per appiccare nuovi roghi. Gli uccelli poi attendono che le loro prede fuggano dalle tane per evitare il fuoco, finendo così tra i loro artigli. In questo modo gli uccelli possono cacciare senza sforzo. Gli uccelli che usano questa tecnica sono il nibbio fischiatore, il nibbio bruno e il falco bruno. Pare però che questa tecnica sia diffusa solo tra i rapaci dell’Australia e in particolare, dagli uccelli che vivono nella zona nord chiamata top end.

di giacomo gabriele morelli

Il progressivo depauperamento del patrimonio botanico delle nostre campagne, col pressoché totale annientamento degli alberi di alto fusto e delle siepi, ha comportato il conseguente curioso fenomeno dell’incremento delle nidificazioni degli uccelli nei parchi e nei giardini urbani. Soprattutto questi ultimi, realizzati in quantità negli ultimi decenni nei nuovi quartieri di provincia, sono stati silenziosamente colonizzati da svariate specie ornitologiche un tempo osservabili solo in aperta campagna. Una maggiore sensibilità e un positivo

interesse da parte dei cittadini, col posizionamento ad hoc di un moltiplicato numero di mangiatoie invernali e di nidi artificiali posizionati ad hoc, hanno ulteriormente contribuito a rendere abituale e ormai comune la presenza di avifauna alata davanti alle nostre finestre. Accade così per assurdo che, nonostante condizioni ambientali, veleni ed inquinamento stiano riducendo fortemente le popolazioni animali più fragili, piccoli uccelli in primo luogo, la forzata concentrazione di questi ultimi nei centri abitati li renda più visibili ed apprezzati. Piacevolissimo anche il loro contributo sonoro, dal momento che i nostri giardini si sono arricchiti anche di una nutrita gamma di canti a cui non eravamo abituati. Oltre agli ormai ubiquitari merli, la schiera dei cantori è stata ampliata da cinciallegre, capinere, verzellini, cardellini e verdoni (per citare le specie dal canto più significativo): purtroppo quasi sparita la specie un tempo più comune: il passero. La nuova climatologia che ha comportato l’innalzamento delle temperature medie, mitigando alquanto gli inverni, ha contribuito ad allargare verso la pianura gli areali di alcune specie prettamente collinari o montane. Così un’altra specie variopinta e dal canto piacevole, il fringuello, ha trovato casa nei parchi con alberi di grandi dimensioni. Insomma una piccola invasione destinata a poco a poco ad essere notata anche da coloro che colpevolmente dedicano alle bellezze della Natura poca attenzione.

n. 5 Ottobre-Novembre 2022 5541 n. 3 Giugno-Luglio 2013
ECo&grEEn FoCUS
la silenziosa invasione dei nostri amati giardini
semi di chia. energia, salute ed equilibrio

Ecco i supErfood chE saranno trEndy nEl 2023

Nel 2023 mangeremo meglio, faremo più sport e penseremo maggiormente alla nostra salute: i buoni propositi per il prossimo anno sono già pronti, forse ciò che manca è la nostra buona volontà. Intanto, i trend alimentari sono ai nastri di partenza e sappiamo già - grazie ai social - quali saranno i superfood più di tendenza per il prossimo anno.

A raccontarli è CiboCrudo, il principale brand italiano di cibo plant-based e crudista, che ha sovrapposto i trend di TikTok e Instagram con gli studi scientifici e gli argomenti più dibattuti dagli esperti del settore. Il risultato?

Nella dieta degli italiani nel 2023 faranno il loro ingresso alghe, erbe ayurvediche e grassi buoni. Vediamo quali.

1. Se gli ultimi anni ci hanno visto impazzire per avocado, tè matcha e quinoa il 2023 sarà l’anno della moringa. Pianta sub-himalayana, è ricchissima di vitamina C, vitamina E, beta-carotene e proteine, che la rendono ufficialmente un ingrediente superstar.

Come usarla? Puoi aggiungere un cucchiaino di polvere di moringa al tuo frullato per ottenere uno smoothie verde vibrante che è davvero degno di Instagram.

2. A brevissimo i semi di canapa riempiranno i nostri piatti: provenienti dalla pianta della cannabis sativa, sono l’aggiunta perfetta a qualsiasi cosa tu mangi. Gustosi e saporiti - hanno un vago sentore di nocciola - sono soprattutto una riserva di acidi grassi omega-3 e vitamine che supportano la salute del cuore, le funzioni cerebrali e il sistema immunitario.

Se vuoi iniziare l’anno con il piede giusto prova a spargere i semi di canapa decorticati sulla tua insalata o sul porridge a base di avena, oppure aggiungi questo ingrediente nei tuoi frullati postworkout.

3. Nel 2023 stare in forma sarà più di tendenza che mai, e se il twerking è pronto a diventare l’attività sportiva più in voga tra gli appassionati di fitness anche l’alimentazione ha delle novità: le proteine vegetali in polvere saranno una forma di integrazione alimentare di cui gli sportivi non

potranno più fare a meno. Dopo un allenamento intensivo, o per compensare carenze alimentari, le proteine in polvere diventano un aiuto veloce ed efficace: aggiungete le proteine dei semi di girasole ai vostri burger per una dose extra di sapore e di aminoacidi.

4. Ecco un altro trend che arriva direttamente da TikTok: la clorofilla impazza e non si contano i video che consigliano di assumere clorofilla liquida o acqua alla clorofilla per guadagnarne in salute. Questa sostanza, fondamentale per

56 n. 2 Maggio 2023
SPECIALE t E nd E nz E
carli
a cura di paolo

le piante, fornisce effettivamente anche diversi benefici per la salute: ha proprietà antiossidanti, depurative, antimicrobiche, favorisce la digestione, è utile a riequilibrare la flora batterica dell’intestino, è ricca di vitamine. Però, piuttosto che sciogliere la tintura in acqua, perché non assumerla attraverso l’erba di grano - che è uno dei superfood che ne contiene di più? I divi di Hollywood ne sono conquistati e oltreoceano è già mania.

5. Nel 2023 faremo il pieno di grassi. Grassi buoni, però, e vegetali: i più attenti a un’alimentazione sana hanno già da tempo inserito nella propria dieta il burro di cacao, il burro di cocco, i burri di frutta secca in sostituzione o in alternativa ai grassi animali.

Il 2023 sarà l’anno di definitivo sdoganamento, per fare il pieno di benefici.

6. Largo ai funghi shiitake: ci sorprendono per il loro prezioso contenuto di beta-glucani, vitamine e amminoacidi, che possono sostenere il sistema immunitario esercitando un’azione antivirale, immunostimolante e immunomodulante. La vitamina D3, in particolare, è uno dei nutrienti anti-invecchiamento più trendy del momento. La polvere di shiitake può essere utilizzata come insaporitore di piatti crudi o cotti (provatela assieme alla paprika affumicata!).

7. Nel corso dell’anno impareremo ad aggiungere le erbe ayurvediche alla nostra alimentazione, avendo l’obiettivo di potenziare le funzioni cognitive. Ingrediente di tendenza sarà il brahmi: se già nell’antica medicina ayurvedica si credeva che potesse “aprire la porta della piena conoscenza” oggi le ricerche scientifiche ne hanno rivelato i benefici per la memoria e l’apprendimento. Una dieta “salva memoria” - ricca cioè di cibi contenenti acidi grassi omega-3 e magnesio, e povera di alimenti troppo grassi e processatinon potrà farne a meno.

8. Stimolare la creazione di collagene è uno degli imperativi dei nostri tempi - perché, lo sappiamo, superati i 25 anni si riduce la nostra capacità di produrlo e abbiamo bisogno di un contributo esterno. Esistono da tempo gli integratori di collagene di provenienza animale, ma per chi ha fatto una scelta vegetariana o vegana l’unica strada è assumere sostanze che possano migliorare la sintesi del collagene: è per questo che si sente sempre più parlare di alghe Irish moss. Sono delle particolarissime alghe contraddistinte da una lunga lista di proprietà benefiche per il corpo umano ma che stanno diventando popolari proprio per la loro efficacia nel supporto alla produzione di collagene.

I prodotti di CiboCrudo rappresentano un unicum nella produzione del nostro Paese perché tutti gli alimenti venduti sono crudi, o sono stati sottoposti ad un processo di manipolazione a temperature non superiori a 42°, in maniera tale da preservarne tutte le virtù nutrizionali. Prodotti vegetali, crudi, certificati biologici, naturalmente senza glutine, essiccati a basse temperature: gli alimenti di CiboCrudo sono pensati con l’obiettivo di donare benessere a chi li acquista, in concordanza con i numerosi studi scientifici che promuovono il consumo di alimenti con bassi livelli di manipolazione e cottura. Il processo di selezione delle materie prime e di produzione di cibi e superfood avviene valorizzando le più nobili culture di produzione in tutto il mondo e nel rispetto dei valori di sostenibilità.

57 n. 2 Maggio 2023

YES WEEKEND! MA CON FOTOPROTEZIONE HELIOCARE

Potremmo definirla un autentico plus per la nostra vita la sfrenata voglia di stare all’aperto, di godersi le giornate fino al tramonto, di partire per il fine settimana e di lanciarsi in nuove avventure outdoor. Le belle giornate di sole sono infatti un invito a restare fuori quanto più possibile. Attenzione però: per prendere solo il meglio di queste giornate en plein air non dimentichiamo di proteggere la nostra pelle dai raggi Uv A/B luce visibile e infrarossi (IR)

Infatti, se vogliamo sviluppare un’abbronzatura dorata e sana, dobbiamo ricordare che all’inizio della primavera la nostra pelle non è ancora pronta a ricevere un forte irraggiamento solare. Ricordiamo che la melanina, ovvero quel pigmento scuro (dal greco antico μέλας, mèlas, nero) responsabile dell’abbronzatura ha bisogno di 72 ore per essere prodotta. Un weekend di full immersion al sole senza un’adeguata fotoprotezione potrebbe comportare scottature ed eritemi, soprattutto nei fototipi chiari.

Che sia in crema, gel oppure spray, è importante scegliere un prodotto che ci garantisca una esposizione solare senza pericoli. Heliocare 360° di Cantabria Labs, brand leader in fatto di protezione solare tutto l’anno, ha il solare giusto per ogni esigenza. Con 30 anni di ricerca e 80 pubblicazioni scientifiche, Heliocare 360° offre una vasta gamma di solari per proteggere la pelle dai danni fotoindotti, prevenendo scottature, eritemi, invecchiamento e macchie: tutti i giorni, tutto l’anno. Grazie al brevetto Fernblock®, a base di Polypodium leucotomos, i solari Heliocare 360° offrono una copertura ad ampio spettro contro le radiazioni solari, prevengono le scottature e riducono gli effetti dell’invecchiamento sulla pelle. Non abbiamo scuse: questa primavera, tra attività all’aperto e gite fuori porta, “alleniamo” la nostra pelle a ricevere il sole al meglio attraverso una progressiva esposizione e con la protezione sola-

re adeguata per il nostro fototipo. Non solo, per arrivare pronti all’appuntamento con il solleone estivo possiamo giocare d’anticipo assumendo l’integratore alimentare Heliocare 360° Capsule a base di Polypodium leucotomos, Cisteina (Nacetil), vitamina C che contribuisce alla formazione del collagene ai fini del normale funzionamento cutaneo e vitamina E che aiuta a proteggere le cellule dai danni ossidativi. Ricordiamo che gli integratori alimentari Heliocare non vanno intesi come sostituti di una dieta variata ed equilibrata e devono essere utilizzati in combinazione ai fotoprotettori topici Heliocare.

Durante le prime esposizioni, proteggi la tua pelle con:

HELIOCARE 360° GEL CREAM 100+ Alto livello di protezione solare per il viso con una texture in gel extra-fondente

HELIOCARE 360° AGE ACTIVE FLUID SPF 50 Fotoprotettore formulato per prevenire e correggere i segni del fotoinvecchiamento

HELIOCARE 360° SPORT

TRANSPARENT STICK SPF 50+

Trattamento in stick fotoprotettivo con SPF 50+ che soddisfa le massime esigenze in termini di fotoprotezione

NOVITÀ HELIOCARE 360° MD

A-R EMULSION SPF 50+

Fotoprotettore pelle sensibile con tendenza alla rosacea SPF 50+

IN PRIMAVERA LA NOSTRA PELLE NON È ANCORA PRONTA A RICEVERE UN FORTE IRRAGGIAMENTO. NON DIMENTICHIAMO DI PROTEGGERLA DAI RAGGI UV A/B LUCE VISIBILE E INFRAROSSI

58 n. 2 Maggio 2023
salute e bellezza
a cura di m.t. san juan

PREADOLESCENTI TRA PORNO ED HENTAI

a cura della dott.SSa roSa peroSi

Ho concluso, alcuni giorni fa, un percorso di educazione all’affettività e alla sessualità attivato in sei classi di scuole secondarie di primo grado (terza media, per intenderci) della provincia di Mantova. A metà percorso ho somministrato ai ragazzi un questionario anonimo nel quale potevano rivolgermi domande, curiosità, dubbi, paure rispetto alla sessualità, a cui avrei risposto nel nostro ultimo incontro.

Cosa è emerso dall’analisi dei dati?

Innanzitutto che le fonti di informazione dei preadolescenti in tema di sessualità sono primariamente gli amici e poi internet (porno, hentai, anime); mentre le ragazze parlano di emozioni e di questioni relative allo sviluppo puberale con i genitori in misura maggiore rispetto ai ragazzi, questi ultimi tendono a non parlare di argomenti relativi alla sessualità con nessuno e ad usare internet e il porno più delle ragazze; la metà di loro, inoltre, considera scarso/assente il dialogo con i propri genitori rispetto agli argomenti inerenti la sessualità.

Come dicevo loro: “il porno è fatto per eccitare e non per educare!”, quindi dal porno non c’è nulla da imparare.

Ma entriamo nel merito di che cosa guardano: gli hentai, cioè tutta una produzione di anime, manga e videogiochi erotici, di origine giapponese, nei quali sono contenuti personaggi apertamente sessualizzati e immagini pornografiche che sfociano in fantasie sessuali estreme, perverse, socialmente inaccettabili. In altre parole, si tratta di porno sotto forma di cartoni animati. Caratteristica dei manga porno e degli hentai è che sono esagerati, ancora di più dei porno reali mostrano ai ragazzi personaggi con tratti fisici assurdi, seni e sederi enormi, uomini con prestazioni fisiche straordinarie, desiderio di sesso interminabile. Oltre a ciò viene messo in evidenza un aspetto di pansessualità, non è raro in-

fatti che i personaggi si accoppino con animali e “mostri” inventati. I personaggi hentai hanno una psicologia piatta, che solitamente non varia da hentai ad hentai. Viene quindi tollerato lo stupro, l’incesto e il sesso tra adulti e bambini, in quanto – ricordo - gli hentai portano su schermo le più vaste e insane perversioni sessuali. Vari studi recenti sull’uso della pornografia hanno evidenziato che dopo un po’ gli utenti, stanchi dei contenuti standard del porno, vanno alla ricerca di cose più forti o inedite. Questo potrebbe spiegare perché molti cercano l’hentai. Vogliono qualcosa che li ecciti e che sia strano e insolito. Sebbene non ci siano stati studi seri sul consumo di hentai, si ritiene che abbia gli stessi effetti del consumo di massa di pornografia.

Il problema principale del consumo di pornografia a 13 anni non è legato al fatto, come molti genitori pensano, che sia presto, che i ragazzi non dovrebbero scoprire il sesso a 12-13 anni (anche se prima dei 13 consiglierei di mettere a tutti i dispositivi un parental control), che sia pericoloso perché mette loro in testa l’idea di voler fare sesso. Il problema principale non è voler fare sesso, quello è una cosa normale, il problema principale è avere un’idea sbagliata di sesso.

La pornografia infatti offre ai ragazzi e alle ragazze contenuti irrealistici, violenti, esagerati, deviati, anaffettivi e per la maggior parte delle volte legati ad un’idea sociale e familiare di maschilismo. E’ stato dimostrato infatti che più gli adolescenti maschi sono giovani quando hanno il primo approccio con la pornografia e più tendono a diventare futuri uomini arroganti per cui l’idea di uomo di valore è quella di “uomo di po-

tere che deve e può liberamente sottomette la donna”. Dall’altra parte, invece, le ragazze che guardano contenuti porno possono pensare di “dover” essere sottomesse, di dover avere canoni estetici uguali a quelli delle donne che vedono in video e di dover sempre dire di si ai desideri e alle fantasie di un uomo senza poter esse stesse avere delle proprie idee e opinioni su come dovrebbe essere l’esperienza sessuale. In ultimo, ma non per importanza, il consumo di pornografia porta i ragazzi a essere pigri nel ricercare il contatto con l’altro perché in tal modo possono procurarsi piacere in maniera facile e veloce, a stancarsi prestissimo della normalità in quanto la sovraesposizione rende il cervello assuefatto a questo tipo di “emozioni” che la normalità non può “soddisfare”.

E, infine, a rischiare la cosiddetta cybersexual addiction e quindi a cadere in una forma di dipendenza al pari di quella da videogiochi, droghe, cibo, tabacco. Il pericolo di questo tipo di pornografia è sempre quello di rendere i ragazzi “indifferenti” agli stimoli reali, a sentirsi inadeguati per un’esperienza sessuale vera in quanto le loro caratteristiche fisiche non rispecchiano quelle dei personaggi.

59 n. 2 Maggio 2023
Il sesso è vIta,
vIvo
mantIenIlo
La dott.ssa Rosa Perosi

LE ATTIVITA’ DELLA VITA QUOTIDIANA I LAVOrI DOmEsTIcI

(pArTE 1 °)

Il nostro viaggio nel mondo del lavoro non poteva certo non occuparsi di tutte quelle attività della vita quotidiana, dai lavori domestici, alla gestione dei pesi, compreso quello dolce ma comunque gravoso di un bambino piccolo, alle posture in piedi, a letto e seduto. L’argomento è ampio e variegato, tanto da dividerlo in più parti come già abbiamo fatto con l’analisi della posizione seduta. La Dott.ssa Alessandra Negrini, la Dott. ssa Maria Gabriella Negrini, il Dott. Stefano Negrini (che famiglia!!) ed il Dott. Michele Romano ci forniscono questa mirabile quanto essenziale trattazione, che ci condurrà ad una più solida quanto importante conoscenza dell’ergonomia delle attività lavorative.

Introduzione

Le attività della vita quotidiana sono spesso la prima fonte di quei sovraccarichi funzionali cronici che porteranno alla nascita del dolore e ne renderanno più difficile la risoluzione: durante l’esecuzione dei lavori domestici, infatti, è necessario spesso il sollevamento di pesi anche cospicui o il mantenimento di posizioni statiche prolunga-

te. Inoltre, sono queste le attività caratteristiche di una delle professioni che sono in assoluto più impegnative per il rachide: la casalinga. Sapere quindi come gestire praticamente da un punto di vista ergonomico la colonna in tutte queste condizioni è la prima premessa per la prevenzione, ma anche per la terapia delle rachialgie.

Lavori domestici

Le casalinghe soggette a mal di schiena si rendono perfettamente conto che i lavori domestici influiscono in modo negativo sul loro disturbo, ma a volte non sanno come intervenire. Spesso per abitudine si tende ad affrontare e a portare a termine un’attività per volta: se il sabato è il giorno dedicato alle grandi pulizie, solitamente si inizia rifacendo tutti i letti, poi si passa la polvere e si riordina tutta la casa, si lavano i vetri, si passa la scopa elettrica e si lavano tutti i pavimenti, infine, il pomeriggio si stira per 3-4 ore.

La regola più importante è invece quella di alternare per quanto possibile i diversi lavori: per esempio, iniziare stirando per 45 minuti circa, poi affrontare una stanza per volta rifacendo il letto, lavando i vetri, facendo la polvere, scopando e lavando; poi, di nuovo, stirare prima di pranzo. Nel pomeriggio, terminare i lavori e di nuovo stirare.

Il cambio degli armadi non deve essere eseguito necessariamente in una sola giornata, e i maglioni non devono essere lavati per forza entro una settimana: con un po’ di buon senso si può tenere una casa perfettamente pulita e in ordine evitando di assumere una posizione faticosa per mezz’ ora o più di seguito.

n. 2 Maggio 2023 KHINESIS
A CURA DEL PROF. GIANNI ZANOTTI
Prof. Gianni Zanotti Diplomato Istituto Superiore di Educazione Fisica La Cattolica Brescia. Chinesiologo e Direttore Tecnico dello Studio “Khinesis”di Asola (Mn)

Pulizie generali

Per lavare i pavimenti, passare la scopa elettrica o l’aspirapolvere, oltre a fare attenzione che il manico sia sufficientemente lungo, la posizione più corretta dal punto di vista ergonomico è quella in affondo avanti, che permette di muoversi agilmente e di mantenere il rachide perfettamente allineato. Quando si deve lavare una superficie più piccola, come quella di un bagno, è consigliabile farlo in ginocchio. In questa posizione si possono lavare anche i sanitari e la vasca del bagno.

In lavanderia

Quando si lavano i panni a mano, il lavabo deve essere sufficientemente alto. Se possibile, è consigliabile appoggiarsi con il bacino al bordo anteriore del lavello. Per lavare a mano capi ingombranti, si consiglia di inginocchiarsi al suolo (possibilmente sopra un cuscinetto) e lavarli nella vasca da bagno.

La lavatrice usura i panni, portarli in lavanderia è più costoso, ma sono due valide alternative per chi soffre di mal di schiena! Chiaramente, quando è il momento di caricare o scaricare la lavatrice, bisogna accovacciarsi o meglio inginocchiarsi.

Attenzione poi nello stendere i panni: si devono stendere i capi più pesanti sui fili più vicini a sé. Se i fili sono al di là della ringhiera del balcone, è importante nuovamente appoggiarsi con il bacino al bordo della ringhiera (evitare di sporgersi troppo è utile per la schiena, ma non solo!). La stessa posizione è consigliata per sbattere i tappeti; inoltre, considerato il loro peso, una volta che ci si è appoggiati alla ringhiera o al davanzale della finestra, è essenziale non allontanarli da sé con le braccia tese in avanti, ma tenerli per quanto possibile vicini.

Stirare

Non si può affermare che stirare sia faticoso: è semplicemente faticoso mantenere a lungo una posizione statica in piedi in leggera flessione del busto avanti. In questa situazione diventa utile alternare la posizione con gli arti inferiori divaricati a quella su un arto solo con l’altro piede in appoggio su uno sgabello basso.

L’asse deve essere posizionato ad un’altezza adeguata, ma soprattutto ci si deve abituare o a stirare poco tutti i giorni, o ad alternare questa attività ad altre in modo da cambiare spesso posizione e non affaticarsi: quando si inizia ad essere indolenziti o insofferenti, è il momento di sospendere per poi riprendere anche dopo solo 20 minuti.

Le collaboratrici domestiche che non possono or-

ganizzare in questo modo il proprio lavoro, possono utilizzare alcuni stratagemmi: almeno ogni 20 minuti camminare un po’, magari con il pretesto di riporre i panni appena stirati.

In camera da letto

Per rifare i letti, occorre sempre piegare le ginocchia e flettersi a livello delle anche: i materassi sono molto pesanti, e al momento di sollevarli per infilare sotto lenzuola e coperte, è consigliabile inginocchiarsi.

In cucina

Anche cucinare non è faticoso, ma spesso obbliga a mantenere per un certo tempo una posizione statica in piedi. Poiché il tavolo della cucina è più basso dei ripiani, meglio scegliere il piano di lavoro più alto a disposizione e di nuovo appoggiare il bacino in avanti con i piedi leggermente arretrati. Per caricare la lavastoviglie, chi usa sciacquare piatti e posate prima di introdurli nell’apparecchio spesso lava un oggetto per volta e lo infila nella lavatrice facendo una flessione e torsione del busto. Questo è uno dei movimenti

più dannosi in assoluto per la colonna. È più ergonomico e decisamente meno faticoso sciacquare tutti i piatti e disporli sopra alla lavastoviglie e, una volta terminato, girarsi con i piedi verso lo sportello aperto, piegare leggermente le ginocchia e introdurli nella lavastoviglie. Una soluzione alternativa è quella di ricorrere al gesto “a bilancia”, che vedremo più avanti essere utile per sollevare o appoggiare in basso degli oggetti leggeri. Questa postura può essere accompagnata dall’appoggio dell’arto superiore controlaterale ad un ripiano, consentendo quindi il mantenimento più agevole dell’equilibrio ed un ulteriore scarico del peso.

In giardino

Il giardinaggio costituisce un problema per la schiena poiché buona parte dei lavori vengono eseguiti in basso: una soluzione praticabile con beneficio è quella di inginocchiarsi sia quando si strappano le erbacce, sia per togliere le foglie secche da vasi e aiuole, che per rinvasare le piante.

61 n. 2 Maggio 2023

La voce neLLa reLazione con le persone che vivono con demenza

di elena mantesso

La voce per creare reLazioni di cura gentiLi con Le persone che vivono con demenza e aLzheimer

La demenza e l’alzheimer non sono malattie che ci “portano via” dalle persone che amiamo, non ci “riducono” a dei vegetali, non ci portano via ciò che di più prezioso abbiamo, ovvero, la nostra capacità di pensare. Non sono l’inizio di una relazione della quale resteranno i disturbi del comportamento e con essi quel senso di impotenza e inutilità. Gli studi scientifici di questi anni hanno iniziato a sostituire alla lettura drammaturgica dei comportamenti la certezza che nella persona che vive con demenza vi siano elementi vitali capaci di “sentire” le emozioni di chi sta loro accanto e di ricalcarle.

Quante emozioni i carepartners e i professionisti della relazione di cura riconoscono nelle risate, nelle urla, nei sospiri e in altre brevi espressioni vocali delle persone con demenza? Soprattutto quando sono le vocalizzazioni della persona con demenza l’unica porta di accesso al suo mondo interiore.

Sulla rivista American Psychologist , vi è la mappa audio interattiva che, in suoni e colori vividi, mostra i suoni/vocalizzi umani legati alle emozioni. “I nostri risultati mostrano che la voce è uno strumento molto più potente per esprimere emozioni di quanto si pensasse in precedenza”, ha detto l’autore principale dello studio Alan Cowen, dottorando in psicologia presso l’UC Berkeley. “Questo studio è la dimostrazione più ampia del nostro ricco repertorio vocale emotivo, che coinvolge brevi segnali di oltre due dozzine di emozioni intriganti come stupore, adorazione, interesse, simpatia e imbarazzo”, ha detto l’autore senior dello studio Dacher Keltner, professore di psicologia alla UC Berkeley e direttore di facoltà del Greater Good Science Center, che ha contribuito a sostenere la ricerca. La voce rappresenta un’opportunità per mostrare agli altri gli abissi della nostra interiorità e sa farlo anche contro la nostra volontà. La voce è sempre autentica. La voce può incantare, può condurre, rassicurare o creare serenità. La voce può spaventare, creare rabbia e opposizione.

La voce trasmette emozioni

La voce ti rende unico, la voce sarà ciò che la persona con demenza ricorderà di te e che farà sì che lei ti “riconosca”. La voce umana è descritta nella linguistica dialogica come un’incarnazione del sé in un contesto sociale, contribuendo all’espressione, alla percezione e allo scambio reciproco di sé, coscienza, vita interiore e personalità. In un recente studio il dott. Michael W. Kraus della Yale University ha sottolineato come la comunicazione solo vocale possa migliorare la precisione empatica. La voce è, secondo questo studio, un canale potente per percepire le emozioni degli altri. La voce infatti trasmette emozioni sia attraverso il contenuto del discorso (ciò che viene detto), sia attraverso i segnali linguistici e paralinguistici che lo accompagnano (cioè come lo si dice). La voce mostra le nostre emozioni più delle nostre espressioni facciali? Pare proprio di si. Le espressioni facciali e non verbali sono una fonte meno affidabile di comprensione delle emozioni dell’altro rispetto alla voce. Le persone usano espressioni facciali nel viso spesso per mascherare i propri stati interni. “Quello che scopriamo qui è che forse le persone prestano troppa attenzione al volto – la voce potrebbe avere gran parte del contenuto necessario per percepire accuratamente gli stati interni degli altri. I risultati suggeriscono che dovremmo concentrarci maggiormente sullo studio delle vocalizzazioni delle emozioni” ci suggerisce il dott. Kraus.

Comprendere “come” creare relazioni di valore è un imperativo etico per le famiglie, per i professionisti chiamati a domicilio, in residenza per anziani ed in ospedale alla relazione di cura con queste persone. I momenti della giornata non devono e non possono diventare “scontri” generativi di re-attività, paura e maltrattamento ma vere e proprie occasioni di serenità e gioia. Ancora prima di parlare di terapie non farmacologiche è importante comprendere “come” creare relazione con la persona che vive con la demenza e quali sono gli elementi cardine di una relazione di successo. Per questo è nato un corso residenziale straordinario per imparare a “sentire” le tue emozioni e quelle della persona con demenza, a comprendere come leggere un disturbo del comportamento e quali risposte dare, come “avvicinarsi” ad una persona con demenza per essere da lei accolta e soprattutto come far diventare la tua voce uno strumento di Cura e relazione. Il corso sarà il 21 e il 22 Giugno 2023, a Vicenza, ed è rivolto a tutti coloro che, per motivi personali o professionali, vivono relazioni personali o professionali con le persone con demenza sia allo stadio iniziale che avanzato. Per info e iscrizioni: www.letiziaespanoli.com

“La nostra voce arriva prima deLLe nostre paroLe. aLLineare Le nostre frequenze aL senso deLLa cura è nostra responsabiLità”. ElEna MantEsso

Dal cosa al come

Quando ascoltiamo solo la voce la nostra attenzione per le sottigliezze nel tono vocale aumenta. Ci concentriamo semplicemente di più sulle sfumature che sentiamo nel modo in cui gli oratori si esprimono. Questo potrebbe voler dire perché le persone con demenza sono così sensibili al tono di voce delle persone che hanno cura di loro. Spesso queste persone non comprendono “il cosa” viene detto loro, ma certamente “sentono” il come viene detto. Questa dinamica può creare simpatia, leggerezza, connessione empatica oppure paura, ansia, comportamenti re-attivi aggressivi verso il carepartner o l’operatore della relazione di cura. L’attenzione alla voce rappresenta un tema fondamentale anche nelle residenze per anziani. A riguardo Letizia Espanoli afferma “Un indicatore della qualità della vita in residenza per anziani? I toni delle voci delle persone che hanno cura. La voce umana è descritta nella linguistica dialogica come un’incarnazione del sé in un contesto sociale, contribuendo all’espressione, alla percezione e allo scambio reciproco di sé, coscienza, vita interiore e personalità.”

62 n. 2 Maggio 2023
speciale sente-mente

solidarietà

LA LEGA DEL FILO D’ORO INAUGURA IL CENTRO NAZIONALE

È stato inaugurato alla presenza del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, il Centro Nazionale della Fondazione Lega del Filo d’Oro Onlus, un polo di alta specializzazione in Italia per la diagnosi, l’assistenza, l’educazione e la riabilitazione delle persone con sordocecità e pluriminorazione psicosensoriale, progettato grazie all’esperienza e alle competenze maturate dall’Ente in quasi 60 anni di attività.

Dopo il simbolico taglio del nastro, eseguito dai ragazzi della Fondazione negli spazi esterni della struttura - dove a dare il benvenuto è stato Rossano Bartoli, Presidente della Lega del Filo d’Oro, insieme ad alcune Autorità locali - il Presidente Mattarella ha effettuato una visita all’interno del Centro Nazionale, per conoscere da vicino la realtà della Fondazione e i suoi protagonisti, a partire dagli utenti e dai professionisti che li accompagnano quotidianamente, con passione, nell’affrontare la complessa sfida di andare oltre il buio e il silenzio.

L’evento inaugurale, che ha avuto come cerimoniere d’eccezione lo storico testimonial Neri Marcorè, è proseguito all’interno della Sala Polifunzionale del Centro, dove il Capo dello Stato, dopo l’intervento del Presidente

della Fondazione Bartoli, ha potuto ascoltare le toccanti testimonianze di Daniele Orlandini, Presidente del Comitato dei familiari, di Francesco Mercurio, Presidente del Comitato delle persone sordocieche, della fisioterapista Francesca Graziosi e della volontaria Dayana Galassi

Uno spaccato autentico, che ha permesso di far conoscere meglio le istanze di chi non vede e non sente e delle loro famiglie e la significativa dedizione di chi sostiene la loro causa. Alla cerimonia hanno preso parte, tra gli altri, il Vicepresidente della Camera On. Giorgio Mulè, il Ministro per la disabilità On. Alessandra Locatelli, il Presidente della Regione Marche Francesco Acquaroli, il Presidente della Provincia di Ancona Daniele Carnevali, l’Arcivescovo di Ancona-Osimo Mons. Angelo Spina, il Prefetto di Ancona Darco Pellos, il Sindaco di Osimo Simone Pugnaloni.

“La data odierna rappresenta una giornata storica per la Lega del Filo d’Oro, che attraverso il completamento del Centro Nazionale corona un sogno, iniziato tanti anni fa. Se abbiamo, infatti, potuto raggiungere questo importante traguardo, lo dobbiamo alla straordinaria tenacia di una donna sordocieca, Sabina Santilli, che nel 1964 decise di dare

vita, insieme al giovane sacerdote di Osimo don Dino Marabini e ad un gruppo di persone di buona volontà, ad un’Organizzazione che potesse unire con il resto del mondo persone che non potevano vederlo né sentirlo – dichiara Rossano Bartoli, Presidente della Fondazione Lega del Filo d’Oro Onlus – Con determinazione quel sogno è diventato realtà e voglio ringraziare sentitamente il Presidente della Repubblica per aver scelto di celebrarlo insie-

Grande cerimonia per il taGlio del nastro del centro nazionale della leGa del Filo d’oro, una struttura d’eccellenza in italia per la sordocecità e la pluriminorazione psicosensoriale e Fiore all’occhiello per il territorio marchiGiano

n. 2 Maggio 2023
carli
a cura di paolo

Un progetto realizzato grazie all’esperienza matUrata dall’ente attraverso l’analisi dei bisogni specifici di chi non vede e non sente e delle loro famiglie

me a noi, in questa occasione speciale, incoraggiandoci nella nostra opera, volta a migliorare le vite delle persone sordocieche e con gravi disabilità. Un ringraziamento particolare va, inoltre, a tutto il personale della Lega del Filo d’Oro, ai suoi volontari, alle famiglie e a tutti i suoi sostenitori privati, ma anche, fortemente, a tutte le Istituzioni locali e nazionali, che in questi anni ci sono state vicine”. La struttura, realizzata in due lotti, è costituita da 9 edifici, 37 tra ambulatori medici e laboratori per l’attività occupazionale, 40 aule didattiche, foresterie per i familiari, 4 palestre per la fisioterapia e 2 piscine per l’idroterapia. È inoltre un punto di riferimento per la formazione di personale altamente specializzato e per l’attività di ricerca scientifica in ambito riabilitativo e sociale. Una risposta concreta nata dalla mappatura dei bisogni specifici di chi non vede e non sente, con l’obiettivo di offrire loro maggiori servizi - garantendo sempre un alto standard qualitativo - all’interno di un ambiente sicuro e stimolante creato su misura, in cui poter sviluppare le proprie abilità residue e raggiungere il pieno potenziale e la maggiore autonomia possibile. L’inaugurazione del nuovo Centro Nazionale rappresenta una pietra miliare per il percorso di crescita dell’Ente, finalizzato a fornire sempre più risposte ad una popolazione numerosa, che è in attesa di essere maggiormente aiutata. In Italia, infatti, secondo un recente studio Istat - Lega del Filo d’Oro (2023), si stima che le persone con disabilità sensoriali e plurime alla vista e all’udito e contempora-

neamente con limitazioni di tipo motorio siano oltre 360mila. Si tratta di una fascia di popolazione spesso invisibile, che rischia di essere confinata nell’isolamento imposto dalla propria disabilità, la cui stima complessiva deve essere però vista verso l’alto, tenendo in considerazione anche i minori al di sotto dei 15 anni, non inclusi nella rilevazione, e le persone che presentano, oltre alla minorazione sensoriale, anche una disabilità intellettiva. Con l’attivazione completa del nuovo Centro Nazionale sarà possibile ridurre i tempi di attesa per le diagnosi (sono già raddoppiati i posti del Centro Diagnostico) ed accoglie-

re un numero maggiore di persone adulte sordocieche e pluriminorate psicosensoriali, incrementando i posti per i ricoveri a tempo pieno (da 56 a 80) e per la degenza diurna (fino a 20). Di grande importanza, è il modello residenziale che la Lega del Filo d’Oro ha messo a punto per rispondere al bisogno di servizi pensati per il “dopo di noi”, centrato sulla personalizzazione degli ambienti e sulla dignità della persona. Il Centro Nazionale è stato infatti progettato non solo per offrire servizi funzionali, ma «un luogo in cui poter vivere bene» e aperto al territorio, con l’obiettivo di agevolare l’inclusione delle persone che non vedono e non sentono.

GENESI DI UN SOGNO DIVENTATO REALTÀ

I lavori del nuovo Centro Nazionale sono iniziati nella primavera del 2013. Il 7 luglio 2016 è stata firmata con la Regione Marche la convenzione relativa a un finanziamento a fondo perduto a sostegno della realizzazione del progetto, alla presenza del Ministro della Salute. Il 1° dicembre 2017, alla presenza della Presidente della Camera dei Deputati, è stato inaugurato il primo lotto, di cui fanno parte il Centro Diagnostico, i Servizi Educativo-Riabilitativi e Sanitari e i Trattamenti Intensivi e le Attività Istituzionali. Nel mese di aprile 2018 sono iniziati i lavori per la realizzazione del secondo lotto. Da settembre 2022 sono raddoppiati i posti del Centro Diagnostico, dispiegando per la prima volta a pieno regime le potenzialità della nuova struttura. Nel mese di dicembre dello stesso anno sono terminati i lavori del secondo lotto, che comprende le residenze costituite da 14 appartamenti per quattro utenti con camera e bagno privato e le foresterie per i familiari, le piscine e le palestre, l’edificio con la cucina, la mensa, la lavanderia, il museo e il Centro Didattico.

Il 30 marzo 2023 viene inaugurato il Centro Nazionale alla presenza della massima carica dello Stato. Tappe importanti, che scandiscono il concreto impegno della Fondazione, da sempre al fianco di chi non vede e non sente e delle loro famiglie.

La realizzazione del progetto del Centro Nazionale, che ha visto un investimento di oltre 60 milioni di euro più l’acquisto di tutte le attrezzature, è stata possibile grazie, principalmente, al prezioso aiuto dei tanti sostenitori privati dell’Ente – aziende e donatori individuali – senza i quali l’opera della Lega del Filo d’Oro oggi non sarebbe replicabile.

65 n. 2 Maggio 2023

Coop. BuCaneve: rendi possiBile un progetto straordinario

Anche in questo 2023, tutti possiamo compiere un gesto dall’impatto potentissimo: donare il 5perMille. Di cosa si tratta? Una piccola percentuale delle tasse, in media circa 30 euro, che in modo molto semplice e senza alcun costo possiamo destinare a realtà o progetti in ambito sociale. “Si tratta di una preziosa opportunità di solidarietà e di crescita per l’intera comunità”afferma Roberta Salomoni, presidente di Bucaneve, cooperativa a fianco di famiglie, giovani e adulti con gravi disabilità, non solo del Comune di Castel Goffredo ove ha sede, ma di ben oltre 12 Comuni del territorio tra le Province di Mantova e Brescia - “ma anche di una grande responsabilità”. Se non si esprime la propria scelta infatti, il 5perMille viene prelevato dallo Stato che a quel punto ne dispone come crede.

Ecco perché nei prossimi fine settimana, Volontari e Soci della Cooperativa saranno presenti in diverse piazze, a partire dai Comuni di Medole e Casaloldo questa Domenica 16 Aprile, per promuovere e invitare tutti a sostenere uno straordinario progetto: la costruzione di una nuova struttura di ben 1300 mt2, in continuità con l’attuale Centro Bucaneve, che permetterà di accogliere un maggior numero di giovani e adulti con gravi fragilità, offrendo soluzioni flessibili e sperimentali di residenzialità, percorsi di autonomia, sollievo, ricovero temporaneo o residenza stabile, anche a fronte di un elevato carico sanitario e assistenziale.

Un eccezionale progetto di ampliamento di spazi e servizi quindi, condiviso anche con Ats, amministratori locali, Istituzioni provinciali e regionali, e che comporta per la Cooperativa un investimento di oltre 2 milioni di euro e l’obiettivo di riuscire ad avviare i lavori entro l’autunno. Donare il 5perMille di quest’anno a favore della Onlus significa

perciò contribuire a rendere possibile questo importante traguardo. Come fare? Basta scrivere il codice 01335990204 nello spazio dedicato al “sostegno agli enti del Terzo Settore” presente all’interno della Dichiarazione dei Redditi, del Modello Unico o del 730; oppure compilando l’apposito modulo allegato al C.U e consegnandolo a un consulente o a un caf, in una busta con indicati nome, cognome, codice fiscale e la scritta “Scheda per la scelta della destinazione del 5

per mille dell’IRPEF”. E per chi ancora è scettico, a riprova di quanto questo piccolo gesto può produrre effetti straordinari, vi sono i percorsi di autonomia, di stimolazione motoria e sensoriale, di pet-therapy e fisioterapia, i laboratori creativi ed artistici, intrapresi proprio grazie ai circa 1800 sostenitori che hanno scelto la Onlus nel 2022. Per maggiori informazioni, opportunità di collaborazione e sostegno, visitare il sito www.cooperativabucaneve.it o tel.uff. 0376 780675

66 n. 2 Maggio 2023
solidarietà

fondazione marcegaglia

LE DONNE DIETRO LA MACCHINA DA PRESA

Dal 2022 Fondazione Marcegaglia sostiene insieme a Fondazione Moleskine il Creativity Pioneers Fund, un fondo dedicato alle giovani imprese creative in varie parti del mondo che utilizzano i linguaggi dell’arte e della creatività per costruire un cambiamento sociale nelle loro comunità.

Abbiamo raccolto la testimonianza di Sagal Ali, fondatrice e direttore esecutivo della Somali Arts Foundation (SAF), la prima istituzione di arte contemporanea in Somalia, tra le imprese sostenute da Fondazione Marcegaglia.

Dopo un brillante inizio di carriera all’interno di progetti UE e del governo somalo nel settore culturale e del patrimonio artistico, Sagal decide che è arrivato il momento di intraprendere una nuova sfida per rispondere alle esigenze di tantissimi giovani di talento ma con pochissime risorse e sostegno.

Nel 2020, in piena pandemia, fonda la Somali Arts Foundation, una fondazione che forma, sostiene e promuove i giovani creativi e in particolar modo le donne, diventando un punto di riferimento educativo e culturale in un contesto rimasto privo di supporto per l’ambito artistico-creativo.

“A causa della guerra, il sistema educativo è stato completamente smantellato e privatizzato. E, naturalmente, se cerchi di fare soldi con l’istruzione, opti per i campi molto tradizionali, ingegneria, medicina e così via. Non c’è alcuna formazione artistica di alcun tipo, quindi cerchiamo di colmare quel vuoto, di essere lì per gli artisti o i creativi che non hanno nessun altro posto dove andare per la loro formazione fotografica, cinematografica o artistica. Oltre a questo aspiriamo a diventare un istituto di attività culturali con una galleria espositiva, un cinema e uno studio di registrazione interni”.

Nel giro di poco tempo SAF inizia ad essere un’istituzione riconosciuta a livello locale e internazionale: “Abbiamo fatto una serie di corsi di formazione di successo, diverse mostre e diversi eventi, ed è andato tutto molto bene. E siamo stati presenti nelle principali testate giornalistiche internazionali, oltre a BBC e True Africa, Voice of America e The Guardian. Finora è stato fantastico e abbiamo alcuni progetti in cantiere di cui siamo molto entusiasti, ma a volte siamo un po’ tesi perché siamo fondamentalmente autofinanziati. Spesso le partnership che otteniamo sono ad-hoc su progetti specifici quindi non sempre è facile coprire le spese generali e gestire tutta l’attività”.

La Fondazione raccoglie giovani attivi nei diversi settori creativi: belle arti, fotografia, regia e passano attraverso un processo di selezione che tiene conto del loro talento e anche dell’appartenenza a minoranze o dall’essere in situazione di svantaggio.

“Non offriamo solo un percorso di formazione ma anche la possibilità di esporre in una mostra, questo incoraggia tantissimo e mette alla prova questi giovani, anche perché il livello di curatela e marketing è molto alto. Gli studenti arrivano e vedono lo spettacolo e dicono <Wow, l’ho fatto!>.

Troviamo che sia uno strumento eccellente per la motivazione”.

Alla base dell’operato di SAF c’è la volontà di colmare i divari sociali e le diseguaglianze che in particolar modo le donne affrontano in Somalia in primis nella scena artistica, ma anche nella società in generale, fortemente dominata dagli uomini: “Le narrazioni delle donne raramente sono di dominio pubblico e per questo alcuni temi vengono cancellati dal discorso pubblico. Noi vogliamo spostare l’ago della bilancia e per questo abbiamo scelto di sostenere persone svantaggiate, donne, giovani, in particolare appartenenti a minoranze”.

Le giovani donne hanno spesso il talento e il desiderio di lavorare in questo ambito, ma non hanno accesso all’attrezzatura e alla formazione adeguata e sono vittime di svariati pregiudizi: “Una delle cose più potenti per noi è stata vedere le

giovani donne che vengono ai nostri corsi uscire con l’attrezzatura fotografica e scattare immagini, e sentirsi finalmente sicure di sé nel farlo. La gente chiede loro, cosa stai facendo? Perché porti quell’attrezzatura? Dovrebbero essere solo uomini a farlo. Oppure anche nelle mostre, la gente non riesce a credere che prodotti audiovisivi di così alta qualità siano realizzati da donne”. Alcuni progetti poi portano alla luce anche temi sociali importanti che riguardano proprio le donne, come la mostra Through my Lens realizzata in collaborazione con l’UNDP, che ha coinvolto un gruppo di giovani fotografe che dopo la formazione hanno raccontato ciascuna un problema che riguarda le donne attraverso il linguaggio fotografico. Ma la cosa più importante è senza dubbio il cambiamento straordinario che si sta generando in primis nella vita di queste donne e nella possibilità di incidere nella vita pubblica del loro paese:

“Il cambiamento a cui assistiamo è davvero straordinario, ad esempio nel corso di fotografia: molte delle giovani donne che si sono iscritte ai nostri corsi, che erano molto brave e avevano un grande occhio, avevano solo i loro telefoni su cui scattare. Per la stragrande maggioranza, era la prima volta che maneggiavano una fotocamera e scoprivano i diversi strumenti o le diverse funzioni di una fotocamera. È stato incredibile vederle così timide e poco sicure di sé, maneggiare una macchina fotografica e poi riuscire a smontarla parte per parte, rimontarla, usarla, modificare le immagini; le loro competenze sono cresciute insieme alla fiducia nelle loro potenzialità”.

(Tratto dal sito https://www.fondazionemarcegaglia.org/le-donne-dietro-la-macchina-da-presa-intervista-a-sagal-ali-della-somali-arts-foundation/)

67 n. 2 Maggio 2023

MUSICA CIneMA & Arte

COSTELLAZIONI MUSICALI, TRA FAMIGLIA E VIAGGIO NELLA STORIA

Non semplici contaminazioni. Queste “Stravaganze consonanti” non raccolgono, nell’abbraccio accattivante di un ossimoro, solo una bella storia di famiglia, ma rappresentano più sottilmente l’audace anelito di comprendere le molteplicità della musica. Stefano Montanari, alla testa di un manipolo di splendidi musicisti, da par suo, con slancio spavaldo non privo di note di toccante introspezione, conduce l’ascoltatore in un dedalo di miniature che distillano qualcosa come il meglio della produzione che dalla grandiosa polifonia fiamminga si fa largo fino alla stagione del barocco. E, a rammendare pagina a pagina, in un cammino senza soluzione di continuità, chiama a sé Gianluigi Trovesi, suocero ma soprattutto principe della scena jazz italiana ed internazionale. A lui affida interventi stranianti solo sulla carta, intrisi al contrario di sorprendente capacità dialogica, nei quali il clarinetto e sax del musicista bergamasco contrappunta, con perfetto equilibrismo tra stravaganza e consonanza, le voci di Purcell, Dufay, Desprez, e si cimenta in una personale riscrittura della storia.

VISTI PER VOI AL CINEMA

IL RESPIRO DELLA FORESTA

Il Respiro della Foresta, film diretto da Jin Huaqing, è un documentario incentrato sulle 20.000 monache buddiste, che vivono in un monastero isolato dal resto del mondo, sito tra gli altipiani innevati del Tibet nel bel mezzo di una natura selvaggia.

(Fonte comingsoon.it)

CAMPIONI

Campioni, il film diretto da Bobby Farrelly, vede Woody Harrelson protagonista nei panni di Marcus Marakovich, un ex allenatore di basket di una lega minore. Dopo una serie di passi falsi, l’uomo si ritrova di fronte a un tribunale, che gli toglie ogni incarico e gli affida la gestione di una squadra di giocatori con disabilità intellettive.

(Fonte comingsoon.it)

IL PIANOFORTE CALEIDOSCOPICO DI FILIPPO GAMBA

Il pianoforte di Filippo Gamba, applaudito ospite di un intenso concerto di chiusura della Stagione concertistica del Comunale di Casalmaggiore, continua ad essere un miracolo di misura, saggezza, trepidante discrezione. Mani artigiane capaci di costruire cattedrali a partire dalla singola pietra, e di risvegliare nella cordiera brucianti domande. A distanza di una manciata di mesi, la luce sul mondo beethoveniano dell’op.90 ne amplificava a dismisura la tensione introspettiva fino a proiettarne la narrazione in una lontananza scorciata, di reminiscenza. E la sagoma schubertiana, già prima così ben aleggiante, ora si faceva ombra lunga, pervasiva tra lo smarrimento del primo movimento e l’intimismo affabile che si dipana, ricorsivo, tormentato, nel secondo. Sul suo congedo sommesso, Gamba già pareva presagire l’annunciarsi dell’op.101, di quel suo passo esitante con cui prende vita per poi, subito, addentrarsi in un ben più fitto paesaggio fatto di trasalimenti, abbandoni, sublimi trapassi. Fino al monumento dell’op.106, un arco unico, vertiginoso, a disegnare linee segrete, umori inaspettati, brucianti divaricazioni.

IL GIARDINO DELLE PAROLE

La pioggia, le parole, la fragilità umana sono i collanti dei due protagonisti de Il Giardino della parole, un’opera delicata e intima che attraverso un sofisticato uso delle parole e degli oggetti messi in scena vuole provare a narrare temi profondi immersi in una storia apparentemente semplice.

(Fonte comingsoon.it)

UN ALTRO DOMANI

Un altro domani, film diretto da Silvio Soldini, è un documentario che indaga nell’intimo più profondo delle relazioni per comprendere dove nasce e come si insinua la violenza, solitamente difficile da decifrare, ma minacciosa. È quella violenza che dà inizio a una spirale del male, che compromette l’esistenza di una persona.

(Fonte comingsoon.it)

LA POESIA ALATA DI GABRIO TAGLIETTI

È avvenuta nel segno di Gabrio Taglietti, sul filo della sua scrittura raffinata e tesa, l’inaugurazione del cartellone di Eterotopie, la rassegna concertistica nata da un progetto dell’associazione Diabolus in Musica. Suo, sul leggio, il ciclo di dodici Canzoni per mezzosoprano e pianoforte composte su testi del poeta milanese Alberto Mari. Frutti aspri e sorprendentemente intensi concepiti come immaginarie cartoline da inviare ad amici compositori, nella reclusione del secondo lockdown. Miniature scolpite con pennino fine, addossate alla parola sonora del poeta e capaci di travasarne, oltre che le risonanze, il continuo, inquieto trascolorare di umore in umore, la guizzante, spesso stridente combinazione di opposti. Pagine in cui la voce – quella drammatica, viscerale, esatta, di Eleonora Filipponi – intavolava un dialogo serrato con lo strumento, chiamato non ad avvolgerne la linea del canto ma, piuttosto, a solleticarne il racconto, ad insinuarsi tra detto e non detto con una trama mercuriale e materica. Applausi per un concerto da ricordare.

70 n. 2 Maggio 2023
“Stravaganze conSonanti”
di elena kraube di elide berGaMaSCHi

Gli “scatti rivelatori”

Di BarBara

Bertoncelli

Dallo studio della mente per professione giunge al cuore attraverso la poesia, racconti letterari e fotografia.

La modenese di San Cesario Barbara Bertoncelli, classe 1972, sembra saper cogliere l’essenza da ogni arte che pratica per passione. Invitati ad una sua esposizione di fotografie a San Benedetto Po nel mantovano, le abbiamo rivolto alcune domande.

Quando è nata la sua passione per la fotografia?

“Fin da bambina mi piaceva filtrare lo spazio del mondo attraverso l’obiettivo. Fotografavo le nuvole e le loro trasformazioni nel cielo, giocando con

il colore

Delle Pietre

pareidolie fantastiche e litigando con mia madre per l’uso frivolo del rullino. Troppo costoso per perdersi tra le nuvole. Oggi sono psichiatra e, se i miei pregressi mi obbligano a qualche ironica riflessione personale, la curiosità di quello che sta fuori di me rimane una forte attrazione da osservare”. Quali soggetti indaga con il suo obiettivo?

“Mi intriga l’essere umano nelle sue molteplici sfaccettature. L’osservo da tutti i punti di vista, con il gusto di scoprire anche me stessa, per come scelgo attimi di realtà che rendo immortali. Desidero cogliere la spontaneità delle persone e delle cose, nelle loro pose naturali, per catturarne l’essenza più intima. Prediligo atmosfere sognanti e ipnotiche, l’espressione riflessiva della melanconia, il sorriso e l’enigma dietro la maschera. Evito di mostrare il dolore quando si trasforma in disperazione, di cui l’iconografia contemporanea ci invade, sterilizzando il sentimento. Cerco di cogliere forme e colori dalla natura, dall’arte, dall’architettura. Mi piacciono i colpi di luce dinamici del movimento, che nella fotografia raccontano di impressioni o di qualche certezza”.

Interviene sul risultato delle immagini in postproduzione?

“L’elaborazione delle immagini, che a volte faccio, si limita a contrasti e rilievi di colore direttamente ed esclusivamente durante l’utilizzo della macchina fotografica. Per ora, e non credo di voler cambiare idea, non conosco e non desidero imparare l’uso di programmi di elaborazione fotografica al computer”. Come si definisce artisticamente?

“Non sono una fotografa! Farei un torto ai professionisti della fotografia se mi definissi tale. Io uti-

le mostre

Per Bergamo Brescia 2023 saranno gli intarsi di marmi e pietre dure a sprigionare la loro bellezza in una narrazione che inizia dalla Casa Museo Zani di Cellatica, in Franciacorta, e prosegue alla scoperta dei tesori nascosti nelle due città Capitale Italiana della Cultura, che custodiscono straordinarie testimonianze di questa plurisecolare produzione lapidea. Il progetto nasce per la presenza sul territorio di un’opera imprescindibile nella tecnica dell’intarsio di marmi e pietre dure, conservato nella Casa Museo di Cellatica: il Piano di tavolo ottagonale realizzato dall’Opificio delle Pietre Dure di Firenze.

Libri

il PasseGGero

Nel cuore di una fredda notte del 1980, Bobby Western indossa la sua muta da sommozzatore e si tuffa nelle nere profondità della baia del Mississippi. Laggiù scorge il profilo di un aereo con nove corpi in cabina, gli occhi vuoti e le braccia protese verso un gelido abbraccio. Che fine ha fatto il fantomatico decimo passeggero? Quali oscure macchinazioni cela la sua scomparsa? Cormac McCarthy ritorna con il suo romanzo più atteso e ci stupisce e conquista con un’opera di disperata bellezza e apicale bravura. (www.ibs.it)

il Ponte Dei Delitti Di venezia

Venezia, 1729. All’alba di una torrida giornata d’estate, il cadavere di un uomo viene rinvenuto sul ponte delle Guglie. Sulla gola due fori sanguinolenti e sul petto, fissato con uno stiletto, un biglietto con su scritto “Canaletto”. Appresa la notizia, le autorità convocano subito Giovanni Antonio Canal, che si trova suo malgrado coinvolto, ancora una volta, in un’indagine dai contorni inquietanti.(www.ibs.it)

lizzo lo strumento fotografico per cogliere dalla realtà un istante irripetibile ed insolito. Poi ne faccio un quadro, come se fosse una tessera del puzzle della vita. Quell’istante fermato, frammento di una scena dell’esistenza quotidiana che spesso sfugge all’occhio umano”.

Come mai dai suoi scatti realizza solo stampe a pezzo unico?

“Amo i quadri, intesi come dipinti, e la loro unicità. Per questo scelgo nella maggior parte dei casi, di stampare ogni scatto un’unica volta in singola copia. Spesso intervengo anche manualmente sulla stampa attraverso l’utilizzo di resine o smalti, personalizzando così ogni pezzo. Capita che racconti le mie immagini attraverso brevi brani, unendo la fotografia alla scrittura, altra mia passione. Nel 2019 ho pubblicato il mio primo libro di poesia e fotografia Sotto l’ombra della luce Ed. Studio d’Arte e Dintorni”.

Esposizioni al suo attivo?

“Ho esposto in Italia e all’estero. Mie opere fotografiche sono in permanenza all’European Art Museum in Danimarca e Al Saphira & Ventura Art Gallery di New York. Ho partecipato classificandomi tra i vincitori a numerosi concorsi fotografici”. www. barbarabertoncelli.com

VITTORE CARPACCIO.

DIPINTI E DISEGNI

Dal 18 Marzo 2023

al 18 Giugno 2023

VENEZIA

Palazzo Ducale

BRESCIA RISCOPRE

GIACOMO CERUTI

Fino al 28 maggio 2023

Brescia - Museo Santa Giulia

VAN GOGH EXPERIENCE

Dal 18 Marzo 2023 al 25 Giugno 2023

NICHELINO TORINO

Palazzina di Caccia di Stupinigi

I NODI DEI GIARDINI DEL PARADISO

Fino al 5 novembre 2023

BRESCIA CASTELLO

freDDo nelle ossa

Da quando sua figlia ha lasciato l’esercito per tornare a vivere a Charlotte, North Carolina, tutto ciò che l’antropologa forense Temperance Brennan desidera è godersi un po’ di tranquillità. Ma il destino bussa ancora alla sua porta una sera di gennaio, quando sull’uscio di casa trova un pacco dal contenuto scioccante: un occhio umano, infilzato su uno spillone come un insetto.www.ibs.it)

maleDette iene

Quello che state per leggere non è un libro sociologico contro la ricchezza. Anche perché la ricchezza non ha nulla di negativo se è lecita e onesta, meritata e non ostentata. È un’inchiesta che denuncia con nomi e cognomi, fatti e circostanze precise, la ricchezza ingiusta, quella accumulata sulle spalle di chi ha bisogno, sottraendo a chi soffre l’essenziale per vivere. La ricchezza immorale, illecita, illegale, quella che nasce da furto, frode, inganno, in modo spregiudicato. (www.ibs.it)

71 n. 2 Maggio 2023
Di veronica ghiDesi
fonte www.arte.it
Di barbara ghisi Barbara Bertoncelli

FOTOGRAFIA EUROPEA 2023 EUROPE MATTERS: VISIONI DI UN’IDENTITÀ INQUIETA

Dedicata all’idea di Europa e dei popoli che la abitano, la XVIII edizione del Festival di Reggio Emilia racconta le sfumature dell’identità di una comunità multietnica.

Chiostri di San Pietro, Palazzo da Mosto, Chiostri di San Domenico, Palazzo dei Musei, Biblioteca Panizzi, Spazio Gerra e gli spazi del Circuito OFF accolgono mostre di grandi maestri e di giovani esordienti

SPECIALE MOSTRE
©Cuchi White Villa Reale di Marlia Italia 1980

Fino all’ 11 giugno 2023 va in scena a Reggio Emilia FOTOGRAFIA EUROPEA, il Festival di caratura internazionale vincitore dell’edizione 2022 dei Lucie Awards a New York, il premio più ambito nel settore, quale miglior Photo Festival of the Year. È promosso e prodotto da Fondazione Palazzo Magnani insieme al Comune di Reggio Emilia e con il contributo della Regione Emilia-Romagna.

“Europe matters: visioni di un’identità inquieta” è il titolo di questa XVIII edizione che indaga sull’attualità dell’Europa, orami incapace di esercitare quell’egemonia spirituale e materiale che per secoli le è stata riconosciuta. Gli artisti selezionati tracciano, attraverso il medium fotografico, le linee incerte di un’identità sempre più mobile e variegata, con l’obiettivo di dare senso all’inquietudine che la attraversa.

LE MOSTRE

CHIOSTRI DI SAN PIETRO

Le sale dei monumentali Chiostri di San Pietro sono il fulcro del festival e ospitano dieci esposizioni. Nelle sale affrescate del piano terra, Sabine Weiss. Una vita da fotografa, a cura di Virginie Chardin, ripercorre, attraverso foto d’archivio, documenti e riviste dell’epoca, l’intera carriera di una tra le più importanti voci della fotografia umanista francese, scomparsa nel 2021 all’età di 97 anni.

Al primo piano le altre esposizioni. Mónica De

Miranda mette in discussione le nozioni standard di identità basate sulle categorie di razza e genere con il progetto The Island che svela, attraverso una contro-narrazione costruita dalle biografie di uomini e donne di origine africana che vivono in Portogallo, i pregiudizi radicati nella società.

Güle Güle (arrivederci in turco) è la personale rappresentazione di Istanbul e dei profondi cambiamenti che stanno interessando la società turca attraverso lo sguardo di Jean-Marc Caimi & Valentina Piccinni sulle comunità emarginate.

Il progetto di Simon Roberts, Merrie Albion, fotografa il Regno Unito offrendo spunti di riflessione sulle nozioni di identità e appartenenza e su cosa significhi essere britannici in questo momento cruciale della storia contemporanea.

In mostra anche The Brexit Lexicon, un’opera che riporta le discussioni più comuni sulla Brexit in politica e nei media. The Archive of Public Protests con You will never walk alone raccoglie le tracce visive dell’attivismo sociale, una collezione di scatti come monito contro il crescente populismo e la discriminazione.

Alessia Rollo, fotografa italiana di origini pugliesi, parla nel suo progetto multimediale Parallel Eyes di un viaggio alla scoperta degli antichi riti del Sud, restituendo il mistero della magia e delle forze ancestrali che legano la natura all’uomo e ai suoi simili.

Samuel Gratacap torna a Reggio Emilia con Bilateral, un lavoro inedito sul paesaggio visto da entrambi i lati del confine e su coloro che lottano per rendere il mondo meno violento, mobilitandosi nei luoghi in cui vivono. Il progetto fotografico Odesa dell’ucraina Yelena Yemchuk è l’ode visiva alla città che da sempre l’ha affascinata per la libertà di cui godeva durante l’epoca sovietica. Dopo averla visitata per la prima volta nel 2003, Yemchuk è tornata a Odesa nel 2015 per documentare i volti dei ragazzi e delle ragazze dell’Accademia militare, da lì a poco in partenza per il fronte. Un’esplorazione antropologica spinge il francese Geoffroy Mathieu a seguire le persone che, ai margini delle aree coltivate o negli spazi incolti, vivono dei prodotti che la natura in modo spontaneo continua a offrire. Il progetto fotografico che ne deriva, L’Or des ruines, racconta di una sussistenza alternativa.

Cédrine Scheidig esplora, nel lavoro De la mer à la terre, le narrazioni personali dei giovani in Francia e in Martinica con riflessioni su temi politici come il passato coloniale, l’ibridazione culturale, le mascolinità moderne e la migrazione.

CHIOSTRI DI SAN DOMENICO

Nella sede dei Chiostri di San Domenico espone Myriam Meloni, fotografa italiana che vive e lavora tra Barcellona e Tangeri. Partendo dal mito di Europa narrato da Ovidio, Meloni costruisce

SPECIALE MOSTRE
2
Simon Roberts, Broadstairs Dickens Festival, Isle of Thanet, 19 June 2008,152 x 182cm, Archival pigment print,© Simon Roberts Sabine Weiss. New York, USA, 1955 © Sabine Weiss, collections Photo Elysée, Lausanne
3
Simon Roberts, Beachy Head, Seven Sisters Country Park, East Sussex, 14 March 2017, 152 x 182cm, Archival pigment print,© Simon Roberts Ferdinando Scianna, Budapest, Ungheria, 1990. Tre allegre ragazze accompagnano Josip Stalin alla pattumiera della storia, 1990, 43x49 cm, ©Ferdinando Scianna

SPECIALE MOSTRE

un ritratto delle “Europa” contemporanee: giovani donne, autonome, professioniste, l’esito più felice del ‘900 e del progetto Erasmus, che stanno attuando una rivoluzione gentile, radicandosi nelle comunità che le accolgono ma continuando a incarnare i valori dai quali provengono. Espongono anche i due vincitori dell’Open Call di Fotografia Europea: Mattia Balsamini con Protege Noctem - If Darkness disappeared documenta una battaglia rivoluzionaria nella guerra ecologica in atto in questa era, quella della difesa dell’oscurità, mentre Camilla de Maffei presenta Grande Padre, un progetto a lungo termine che, partendo dal caso particolare albanese, invita a riflettere sul rapporto globale tra individuo, società e potere.

PALAZZO DEI MUSEI

A Palazzo dei Musei, la mostra Un piede nell’Eden. Luigi Ghirri e altri sguardi. Giardini in Europa e L’Architettura degli Alberi (visitabile fino al 25 febbraio 2024, www.musei.re.it) è dedicata all’elemento naturale che, a partire dalle ricerche di Luigi Ghirri degli anni ‘70 e ‘80, invita a riflettere sull’elemento naturale e la necessità di una sua ricollocazione all’interno del nostro orizzonte percettivo. La riflessione si allarga a Giardini in Europa, rivisitazione della mostra del 1988, curata da Luigi Ghirri e Giulio

Bizzarri, con una serie di ricerche su aree verdi e giardini condotte, oltre che dallo stesso Ghirri, da tredici insigni fotografi italiani e stranieri. Sempre a Palazzo dei Musei c’è Giovane Fotografia Italiana #10 | Premio Luigi Ghirri 2023 con Appartenenza, il progetto del Comune di Reggio Emilia che valorizza i talenti della fotografia italiana under 35. Espongono sette artisti selezionati da una giuria internazionale.

PALAZZO DA MOSTO

Nella sede di Palazzo da Mosto trovano posto le opere fotografiche provenienti dalla collezione di Ars Aevi con la mostra Masters of

Contemporary photography fron the Ars Aevi collection che celebrano la Bosnia Erzegovina come Paese Ospite di questa edizione. Parziale anagramma della parola “Sarajevo”, Ars Aevi (“arte dell’epoca” in latino) è un progetto di arte contemporanea in cui importanti artisti internazionali, curatori e musei di arte contemporanea hanno donato le proprie opere a Sarajevo durante la guerra, per sostenere la città stretta dall’assedio ed accompagnarne la rinascita civile, etica e culturale. Al piano terra della stessa sede, Ariane Loze, artista belga, presenta con due video Utopia e Studies and Definitions Mostre e allestimenti fotografici si ammirano anche alla Biblioteca Panizzi, allo Spazio Gerra, alla Collezione Maramotti e presso altre istituzioni culturali di Reggio Emilia e provincia. E tra i numerosi appuntamenti che arricchiscono il Festival, c’è FOTOFONIA, rassegna musicale curata da Max Casacci, produttore e fondatore dei Subsonica. Anche per questa edizione, poi, il CIRCUITO OFF offre innumerevoli mostre diffuse in tutto il territorio con progetti di fotografi professionisti accanto a giovani alle prime esperienze, appassionati e associazioni che espongono i propri scatti in negozi, gallerie d’arte, ristoranti, studi, cortili e case private. Parte di questo circuito è pure il progetto OFF@ school che coinvolge le scuole di tutta la provincia di Reggio Emilia.

76 n. 2 Maggio 2023
5
Giovane Fotografia Italiana #10 | Premio Luigi Mónica de Miranda, The Lunch on the beach (after Manet), Portugal, 2022, 350 x 230 cm (6 parts of 115 x 116,50 cm), inkjet print on cotton paper, © Mónica de Miranda ©Yelena Yemchuk, Odesa Mónica de Miranda, Whistle for the wind, Portugal, 2022, 105 x 70 cm, inkjet print on cotton paper, © Mónica de Miranda, Comissioned by Autograph London
n. 2 Maggio 2023 78

il dialogo tra arte e moda in mostra a forlì

a cura di v.corini

Ai Musei San Domenico di Forlì, fino al 2 luglio, va in scena la mostra ‘L’arte della moda, L’età dei sogni e delle rivoluzioni 1789-1968’ ideata e realizzata da Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì. Diretta da Gianfranco Brunelli e curata da Cristina Acidini, Enrico Colle, Fabiana Giacomotti e Fernando Mazzocca, l’esposizione è dedicata all’affascinante rapporto fra arte e moda e attraversa tre secoli: dall’Ancien Régime al secondo Novecento. Un percorso espositivo di confronti che comprende oltre 300 opere, tra quadri, sculture, accessori, abiti d’epoca e contemporanei. La mostra illustra come l’arte e la moda si siano rispecchiate nel corso dei secoli permettendo al visitatore di immergersi negli aspetti storici, sociali e culturali delle differenti epoche.

Le opere, a partire dal Settecento, attraversano la Rivoluzione Francese, il Romanticismo, la Macchia, l’Impressionismo, il Simbolismo e tutte le Avanguardie novecentesche fino ad oggi identificando l’abito come segno di potere, di ricchezza, di riconoscimento, di protesta, tratto distintivo di uno stato sociale e di una generazione.

L’esposizione forlivese porta in Italia capolavori provenienti da importanti istituzioni museali

italiane e internazionali tra cui il Musée d’Orsay di Parigi, la Galleria Belvedere di Vienna, le Gallerie degli Uffizi di Firenze, la Galleria Nazionale d’Arte Moderna e Contemporanea di Roma, la Pinacoteca di Brera di Milano. Prestigiosi anche i prestiti degli abiti e degli accessori provenienti da case di moda come Giorgio Armani, Curiel, Christian Dior Couture, Archivio Storico Gucci, Maison Valentino, Lanvin.

A vestire questi importanti capi, la collezione di busti sartoriali Atelier e i busti Storici di Bonaveri.

Personalizzabili e flessibili, i busti Bonaveri composti da legno, tessuto, metallo e carta pesta hanno la caratteristica di essere senza tempo, in grado di raccontare un abito sia classico che moderno. Se i busti Atelier si usano generalmente per esporre abiti contemporanei, i busti Storici esaltano e valorizzano alla perfezione gli abiti di epoche diverse che un tempo furono cuciti su misura. Per la mostra di Forlì, Bonaveri ha eseguito un importante lavoro per adattare misure e fattezze di alcuni busti alla preziosità degli abiti - utilizzati dal Settecento all’inizio del Novecento - confermando l’elevata qualità artigianale e l’esperienza da sempre esaltate nelle mostre

del costume. I busti sono una tradizione importante per l’azienda di Cento: fu Romano Bonaveri insieme a Umberto Tirelli, e Pietro Tosi (entrambi premio Oscar per i costumi) a realizzare i primi busti storici nel 1985, in occasione di una mostra dedicata a Tirelli dal Louvre. Successivamente questi vennero donati alla Galleria del Costume di Palazzo Pitti. Le figure esprimono, tra innovazione e tradizione, un senso di sartorialità, lascian-

I bustI AtelIer e I bustI storIcI bonAverI sono stAtI sceltI per lA mostrA ‘l’Arte dellA modA, l’età deI sognI e delle rIvoluzIonI 1789-1968’ ospItAtA AI museI sAn domenIco: un percorso esposItIvo dI 300 opere, trA tessutI e quAdrI, vestItI e sculture.

n. 2 Maggio 2023
mostre

i ristoratori omaggeranno il proprio territorio con un piatto speciale: “centopercento garda”

do trasparire quella cura e quella precisione che sono proprie della realizzazione dei busti Bonaveri, e per questo motivo selezionati per le più importanti mostre del settore a livello internazionale.

Il progetto di allestimento curato dallo Studio Lucchi & Biserni crea un’atmosfera dolce e dinamica in cui le opere d’arte e gli abiti convivono perfettamente, dialogando in modo fluido ed immediato tra loro e con il pubblico.

BONAVERI

Fondata nel 1950 a Renazzo di Cento (FE), oggi vuole semplicemente dire Manichino d’eccellenza, e ovunque sia la moda di qualità - in un negozio, in un museo, in un allestimento scenografico - là si trovano i manichini Bonaveri.

L’aver saputo saldare la capacità manifatturiera con una ricerca visionaria del senso della forma, ha consentito all’azienda di accompagnare la nascita, definizione e affermazione dell’industria della moda. Oggi Bonaveri produce circa 15 mila manichini l’anno: nelle sue collezioni si incontrano ricerca estetica, artigianalità, innovazione e sostenibilità, dalle più evocative linee a marchio Schläppi ai manichini bespoke di Sartorial, dalla collezione Classica alle proposte più giovanili di B by Bonaveri fino alle più recenti novità, come le collezioni realistiche Adel Rootstein. La sede - a Renazzo di Cento (FE) - è un viaggio tra automazione e ispirazione.

Visitandola è possibile passare dai laboratori per la scannerizzazione digitale dei corpi all’atelier di scultura dove - come in una bottega rinascimentale – un gruppo di scultori modellano argilla e gesso per comporre figure. Il rapporto con i maggiori brand della moda l’ha portata ad eccellere nella creazione di manichini personalizzati, per la capacità di coniugare le esigenze di vestibilità con quelle-

estetiche. Nel 2016 Bonaveri è stata la prima azienda al mondo a presentare un manichino biodegradabile, mettendo a punto una nuova bioplastica – il BPlast, composta al 72% da derivati della canna da zucchero – trattata con vernici BPaint: una serie di colorazioni realizzate esclusivamente con pigmenti e solventi naturali. Etica ed estetica non sono mai state così vicine. I prodotti BNatural, dopo severi test di verifica, hanno ottenuto i Certificati di TÜV Austria per BPlast® e BPaint®.

A BPlast® è stata rilasciata la certificazione OK BIOBASED 3 stelle - che certifica la percentuale di materiale da fonte rinnovabile presente all’interno del prodotto pari al 72% -, mentre BPaint® ha ricevuto la certificazione OK BIOBASED 4 stelle, che attesta la presenza all’interno del prodotto di materiale da fonte rinnovabile pari al 100%.

A seguito dell’analisi LCA su tutto il ciclo produttivo, che ha evidenziato il forte impatto negativo dei packaging, nel 2016 Bonaveri ha ridisegnato tutti gli imballaggi per renderli più eco-friendly e diminuire l’impatto ambientale. A riconoscimento del lavoro e dei risultati ottenuti, nel 2017 l’azienda si è aggiudicata il “Premio speciale per il caso più meritevole dal punto di vista tecnico-progettuale” di Conai. Tramite l’installazione sul tetto dello stabilimento di un impianto fotovoltaico da 306 KWp, che occupa circa 2.000 mq, l’azienda ha diminuito la produzione di gas responsabili dell’effetto serra. Nel 2019 l’impianto ha permesso di evitare il consumo di 56.632 litri di petrolio e l’immissione in atmosfera di 164,23 tonnellate di CO2.

Mostra: “L’Arte della moda, l’età dei sogni e delle rivoluzioni 1789 - 1968”

Dove: Musei San Domenico, Forlì

Date: dal 18 marzo al 2 luglio 2023

Ideata e realizzata da:

Fondazione Cassa dei Risparmi di Forlì

Manichini: Bonaveri

81 n. 2 Maggio 2023

A grande richiesta, dopo il successo del loro tour nei teatri sold out in ogni tappa, Elisa e Dardust torneranno insieme per due concerti evento il 3 e 4 giugno 2023 sul palco dell’Arena di Verona. L’evento intitolato “An Intimate Arena – Two nights only”, permetterà ai fan di rivivere la magia della loro collaborazione.

Durante le due serate, il suggestivo arrangiamento di Dardust per pianoforte e archi risuonerà tra le millenarie pietre dell’Arena, accompagnato dalla voce unica di Elisa. Sul palco si uniranno alla straordinaria partecipazione di Dardust al pianoforte, i talentuosi musicisti Andrea Rigonat alla chitarra e gli archi di Caterina Coco (primo violino), Alessio Cavalazzi (violino), Matteo Lipari (viola), Valentina Sgarbossa (violoncello) e Simone Giorgini (contrabbasso) .

Insieme a Peter Gabriel ci saranno anche gli storici componenti della sua band: David Rhodes, Manu Katché e Tony Levin. Per l’i/o The Tour

Peter Gabriel porterà sul palco brani del nuovo album “i/o”, ma pescando canzoni anche dal suo storico repertorio musicale.

Annunciando le date del suo nuovo tour, Peter Gabriel ha scritto su Facebook: «È passato un po’ di tempo e ora sono circondato da un sacco di canzoni nuove e sono entusiasta di portarle in strada a fare un giro. Non vedo l’ora di vedervi là fuori».

Peter Gabriel è stato membro fondatore dei Ge-

nesis nel 1966, ai tempi della scuola. Ha realizzato ben 7 album con il gruppo, per poi lasciarlo nel 1975. Un anno dopo è tornato a far musica e da quel momento sono seguiti altri 11 album da solista. Tra i suoi lavori per colonne sonore ci sono Birdy-Le Ali Della Libertà (1984), L’Ultima Tentazione Di Cristo (1989) e Rabbit Proof Fence (2002).

In occasione del centenario di Disney, gli studi di animazione annunciano l’unica tappa italiana del “Disney 100 - The Concert” che si terrà all’Arena di Verona sabato 13 maggio 2023 alle ore 21. La data, presentata in Italia da Vivo Concerti e prodotta da Semmel Concerts, vedrà risuonare nella spettacolare Arena di Verona le musiche più iconiche della centenaria storia di Disney, in uno spettacolo multimediale che

82 n. 2 Maggio 2023
Peter Gabriel torna in Italia per due imperdibili concerti nel 2023 che si terranno sabato 20 maggio all’Arena di Verona e domenica 21 maggio al Mediolanum Forum di Milano in occasione del nuovo i/o The Tour.
spettacoli

ripercorrerà le più belle musiche e film di casa Disney. Negli anni, Disney è riuscita a rimanere una certezza e un punto di riferimento nei sogni di intere generazioni. Il palco del “Disney 100 - The Concert” non si limiterà a essere calcato dai beniamini dell’era classica Disney (Topolino, Cenerentola, Il Re Leone e Mary Poppins), ma lascerà altrettanto spazio anche agli eroi della Disney contemporanea tra i personaggi Pixar, gli idoli di Star Wars come the Mandalorian e i supereroi Marvel come Black Panther. Lo spettacolo includerà la proiezione su grande schermo di alcune scene leggendarie dei film, accompagnate dalla Hollywood Sound Orchestra e cantanti solisti, in un’entusiasmante e suggestiva esperienza multimediale. Fin dalla sua nascita nel 1923, The Walt Disney Company è stata per tutti sinonimo di fantasia, magia, sogni ed emozioni vissuti da innumerevoli eroi ed eroine, in mondi affascinanti e con colonne sonore che rimangono scolpite nella memoria di grandi e piccini.

Dopo l’annuncio del suo ritorno discografico con “Blu”, un album vero, in bilico tra emozione e ragione, Giorgia torna sui palchi di tutta Italia con un nuovo tour, “BLU LIVE”, che vivrà di due momenti differenti, tra il calore intimo del teatro lirico e l’apertura dei grandi spazi dei palasport. L’artista ha scelto di partire subito con i suoni più vivi e intensi e il contatto diretto con il pubblico: “BLU LIVE - TEATRI LIRICI” porterà Giorgia nei più prestigiosi teatri d’opera tra maggio e giugno, tra cui il meraviglioso Teatro Filarmonico di Verona il 22 maggio

Il prossimo 18 maggio Al Bano festeggerà il suo compleanno con un concerto-evento davvero imperdibile all’Arena di Verona. Uno spettacolo che sarà poi trasmesso anche in televisione. A questa grande festa dal titolo “Al Bano - 4 volte 20”, il cantante pugliese ha invitato anche Gianni Morandi e Massimo Ranieri. E i due, sicuramente, non saranno gli unici ospiti di una serata che si preannuncia davvero indimenticabile.

83 n. 2 Maggio 2023

antonio ielo ...e anche i francobolli D

i come operano e di ciò che ottengono le forze dell’ordine non ci è mai dato saperne con precisione. Gli articoli che sui giornali evidenziano operazioni di successo contro la malavita, di qualsiasi tipo esse siano, in genere le presentano in modo essenziale, con scarsi particolari, e senza la menzione degli agenti autori materiali di queste azioni, che godono di rare gratificazioni pubbliche. Certamente vi sono prassi da rispettare, segreti istruttori (oggi denominati segreti investigativi), e varie altre motivazioni che contribuiscono rendere scarne le cronache riguardanti la lotta alla criminalità e a collocare dietro una cortina di anonimato gli autori di queste azioni pregevoli che contribuiscono in modo determinante a permetterci una vita sociale sufficientemente tranquilla. Certamente il coefficiente di difficoltà ed il merito tra neutralizzare un pirata della strada e un criminale mafioso, un omicida o uno spacciatore, assumono sfumature diverse, ma sta di fatto che dover agire a contatto con la delinquenza di qualsiasi tipo essa sia comporta rischi e coinvolgimenti personali che vanno ben oltre il routinario tran tran di tutte le altre professioni Senza voler attribuire un’aura di eroismo all’operato delle Forze dell’Ordine, che suonerebbe retorico, è però evidente quanto le comunità ne riconoscano più o meno inconsciamente il grande valore.

Il libro “ … E ANCHE I FRANCOBOLLI” di Antonio Ielo ci permette di avere una percezione, almeno superficiale, di quella che è l’operatività di uno dei settori di primo piano della Polizia Giudiziaria nella lotta contro il crimine: la Narcotici Antonio, per molti anni comandante della sua squadra antidroga, nella sua opera ci illustra con uno stile stringato ed essenziale molte sfaccettature della sua lunga militanza nella Squadra Mobile all’ordine della Questura di Mantova. Un compendio di racconti

ricchi di curiosità e aspetti umani che spaziano dalle origini calabresi del protagonista, alle progressive fasi della sua militanza nelle forze dell’ordine culminata col grado di Sostituto Commissario della Polizia di Stato, sino all’ultimo gratificante periodo operativo nel Mantovano per il quale è stato insignito del titolo di “Cavaliere della Repubblica per merito” e del “Premio Sant’Ippolito per meriti civili”.

Gli aneddoti snocciolati nel libro mettono a nudo sia la triste realtà dell’ambiente della droga, sia gli espedienti della criminalità che lo alimentano (i francobolli citati nel titolo del libro sono impregnati di LSD), e narrati da Antonio senza alcun cenno di autocelebrazione per l’esito positivo degli interventi della sua squadra, ma quasi con un velo di rammarico nei costanti riscontri di un’umanità logorata, specie nell’ambiente giovanile.

Una testimonianza reale e genuina di un mondo, quello dell’antidroga, da noi conosciuto solo attraverso i film e le spettacolarizzate serie tv americane, che contribuiscono però a crearne un’opinione spesso lontana dalle miserie vissute quotidianamente dai consumatori. La narrazione di Antonio è scorrevole e pacata, e il tatto con cui sono dipinti certi passaggi lascia trasparire una ricca umanità, riscontrabile anche dai cenni riguardanti i suoi affetti familiari, e confermata dai numerosi attestati di stima ed amicizia espressi dai colleghi di innumerevoli avventure al momento del suo ritiro in pensione, e da testimonianze di ex tossici da lui riportati sulla retta via; tutti riportati nel libro.

Ad Antonio Ielo un grazie da tutti noi.

per il 171° della polizia, incontro a gazoldo su dipendenze e microcriminalità

Lo scorso 22 aprile si è tenuto nel salone della Rocca Palatina di Gazoldo degli Ippoliti (Mn), presso l’Associazione Postumia, il convegno “Dipendenze, tossicodipendenza e microcriminalità: come contrastarle”, in occasione del 171° della Polizia di Stato. Relatori dell’incontro Luigi Caracciolo, criminologo, componente del Comitato tecnicoscientifico della Regione Lombardia per il contrasto alle organizzazioni criminali e dell’Osservatorio permanente sulla criminalità del Comune di Mantova, già Sostituto commissario della Polizia di Stato e Vincenzo De Bari, già Sostituto commissario della Polizia di Stato e Comandante di sezione della Squadra mobile e della Digos.Presenti il sindaco Nicola Leoni e il comandante della locale sezione CC Alessandro Andreatta. Moderatori dell’evento sono stati il direttore della Nuova Cronaca di Mantova Werther Gorni e Antonio Ielo già Sostituto commissario della Polizia di Stato, responsabile della sezione Narcotici di Mantova. Tutti in campo per prevenire e far fronte a reati che derivano dall’uso di sostanze stupefacenti oppure che sono conseguenza di debiti contratti dalla dipendenza del gioco d’azzardo ( a tal proposito nel mantovano nel 2019 sono state censite 5mila persone dedite proprio a quella che è diventata un’autentica patologia). Tristi scenari che hanno occulti registi ed organizzazioni perfette votate esclusivamente a delinquere. Nel suo intervento Caracciolo ha evidenziatio come non basti lo Stato a far fronte a una situazione così drammatica, ma che bisogna altresì cambiare l’atteggiamento di indifferenza della gente, in ogni ambito (enti pubblici, associazioni, famiglie), che contribuisce a favorire lo sviluppo della criminalità.

n. 2 Maggio 2023 84
di giacomo gabriele morelli
Libri
Antonio Ielo Da sx Luigi Caracciolo con Antonio Ielo

I LIKE TO TRAVEL!

L’ANTICA VIA VALERIANA TRA PASSATO E PRESENTE

La sponda orientale bresciana del lago d’Iseo è un territorio adatto a diverse tipologie di turismo, caratterizzato come è da un susseguirsi di piccoli paesi ricchi di storia, fasce collinari con sentieri per trekking in mezzo agli ulivi, panorami mozzafiato in mezzo a boschi di castagni e pascoli. Un itinerario dal quale partire per la scoperta di questa regione è quello che segue l’Antica Via Valeriana, una via pedemontana che si snoda lungo l’entroterra passando nei territori di Sulzano, Sale Marasino, Marone e Zone attraversando antichi borghi e località panoramiche, sospesa tra l’acqua del lago e le cime delle Prealpi.

Forse è l’antica strada romana di collegamento tra Brescia e la Valle Camonica, forse risale al periodo medievale, innegabili sono il fascino e la suggestione dell’attuale percorso, recuperato dalla Comunità Montana del Sebino Bresciano. Una meta da non perdere, per chi ama il trekking e il turismo lento, naturalistico, ma che non disdegna la storia e l’arte rurale. È conosciuta anche come itinerario di devozione per la presenza di chiesette, santuari, eremi e cappelle, che anticamente svolgevano funzione di assistenza e di ristoro a viandanti e pellegrini, e che oggi contribuiscono a caratterizzare il percorso e a deter-

minarne l’importanza storica. Una delle particolarità lungo questo itinerario è la Riserva naturale delle Piramidi di Erosione di Zone, note come le Fate di Pietra: grosse piramidi di terra sormontate da larghi cappelli di roccia che sembrano stare in equilibrio per magia, mentre in realtà la loro formazione è dovuta a un fenomeno di erosione al passaggio di un ghiacciaio ai tempi dell’ultima glaciazione. Nella vicina località Madonna del Disgiolo è possibile scoprire come camminavano gli arcosauri, grossi rettili preistorici antenati di dinosauri e coccodrilli: sulla roccia si vedono infatti le impronte dei passi impresse da questi animali, le più grandi e meglio conservate d’Italia. E poi il Bosco degli Gnomi, luogo fiabesco, una passeggiata in un’atmosfera irreale lungo una strada suggestiva, adatta alle famiglie, attrezzata con tavoli da pic-nic immersi nella natura con in sottofondo la brezza del lago.

Per muoversi nei dintorni si può pernottare all’Hotel Almici, antico albergo di posta per diligenze che si trova nella parte più tranquilla di Zone ai margini della via Valeriana ed è gestito da oltre un secolo dall’omonima famiglia.

A Pisogne imperdibili la Chiesa di Santa Maria della Neve, oggi museo a ingresso libero, che

ospita un ciclo di affreschi cinquecenteschi sulla vita di Cristo di Girolamo Romanino e lo spazio espositivo Mirad’Or, museo dedicato all’arte e alla cultura contemporanea che letteralmente sorge dal lago come una palafitta, in corrispondenza del vecchio porto medievale. Sosta pranzo alla Trattoria dal Vescovo per un menù con prodotti locali che varia giornalmente, specialità da gustare: i casoncelli. Scendendo al lago dalla Via Valeriana si pos-

Un itinerario dal qUale partire per la scoperta di qUesta regione è qUello che segUe l’antica Via Valeriana, Una Via pedemontana che si snoda lUngo l’entroterra passando nei territori di sUlzano, sale marasino, marone e zone.

n. 2 Maggio 2023
DI ELENA BENAGLIA
TURISMO
Borgo del Maglio di Ome Sulzano

Una meta da non perdere, per chi ama il trekking e il tUrismo lento, natUralistico, ma che non disdegna la storia e l’arte rUrale.

sono visitare altre località suggestive, come Marone, la cui amministrazione comunale ha creato la Strada dell’Olio, itinerario di circa 13 chilometri che permette ai visitatori di scoprire le piccole e familiari aziende produttrici di olio e fare degustazioni godendosi fantastici scorci sul lago. Da Marone in autunno parte l’annuale cicloraduno non competitivo La lacustre, da realizzare in costume d’epoca inforcando biciclette vintage, per un percorso pianeggiante di 65 km lungo la litoranea del lago. Anche a Sale Marasino, un naturale anfiteatro morenico ricco di prati e uliveti, si godono panorami incantevoli attraversando i borghi cinquecenteschi. In zona gli uliveti dell’azienda agricola Leonardo che produce olio evo di alta qualità e ottimi cosmetici all’extravergine, tutto rigorosamente bio. Tappa golosa al Laboratorio l’Emporio ristorante e bottega di eccellenza sulla strada panoramica che costeggia il lago, dove lo chef Davide Maci propone menù che appagano gusto, vista e cuore, ottima la cantina.

Il Borgo del Maglio di Ome offre l’incanto di scoprire un’antica fucina del XV secolo caratterizzata da una ruota idraulica funzionante che ancora oggi muove il maglio e permette di assistere a dimostrazioni di lavorazione del ferro. Se si capita qui nel mese di maggio ci si può imbattere nel Festival del fumetto da marciapiede

A poca distanza sosta a La Fiorita, che oltre ad essere una rinomata cantina (con tour guidati e degustazioni) offre anche un ristoranteagriturismo con piatti della tradizione e un b&b con camere silenziose circondate da boschi e colli con vigneti e uliveti.

Una volta rifocillati, da Sulzano prendere il

traghetto per Monte Isola, uno dei Borghi più belli d’Italia, famosa per la qualità dei suoi prodotti tipici, per lo più di produzione familiare: la sardina essiccata al sole, l’olio evo DOP Sebino caratterizzato da un basso livello di acidità e gusto fruttato e il salame, un prodotto realmente unico, reso pregiato dalla sapiente dedizione con cui gli ultimi norcini di Montisola vi si dedicano da secoli. Un soggiorno sull’isola si apprezza anche per il lato paesaggistico, per il silenzio e la tranquillità che offre (non circolano auto, eccetto per i servizi importanti). Sosta pranzo: al Ristorante La Torre, un’ex cantina per la stagionatura del salame, da 27 anni ristorante di prodotti tipici con terrazza sul lago. A sud della cittadina di

Iseo, tra il lago e la Franciacorta, troviamo la Riserva Naturale delle Torbiere del Sebino, un piccolo paradiso naturalistico dove nidificano numerose specie di uccelli. Visitabile internamente solo a piedi con un percorso di 4 o 9 km, oppure da costeggiare in bicicletta seguendo un itinerario ad anello. Sosta pranzo alla frazione di Clusane per assaggiare l’inimitabile tinca al forno dell’Antica Trattoria del Gallo. Nota: se programmate la gita per il mese di luglio potete assistere alla tradizionale manifestazione culinaria Settimana della Tinca al Forno con Polenta, durante la quale tutti i ristoranti associati fanno degustare in un menù a prezzo fisso la propria ricetta di questo pesce. Trovandosi nella zona della Franciacorta nel nostro tour possiamo inserire anche la visita, con degustazione, a qualche cantina produttrice dell’omonimo vino, come La Montina a Monticelli Brusati che ogni giorno accoglie gli ospiti con visite guidate e degustazioni di alto livello, oltre ad una galleria di arte contemporanea. Senz’altro da non perdere una visita o, meglio, un breve soggiorno a Cascina Clarabella a Iseo, un luogo dalle diverse anime, tutte sorprendenti. Ci si può arrivare per partecipare ai percorsi di degustazione vini nella cantina, una delle primissime in Franciacorta ad essere certificate Bio, che si estende per 13 ettari e produce 80.000 bottiglie l’anno. Per poi rimanere affascinati dalla storia unica di questa cooperativa sociale che offre opportunità riabilitative e di lavoro a uomini e donne con fragilità psichiche, e rimanere per la cena e per il pernottamento in una delle 12 camere /appartamenti immersi nel silenzio e nel verde del parco. Il ristorante Centottanta Cantina & Cucina, premiato con la forchetta dalla Guida Gambero Rosso 2023, prende il nome dalla Legge 180, la Legge Basaglia, che ha sancito la chiusura dei manicomi e riformato l’approccio alla salute mentale ed è una “porta aperta sul mondo, il modo di abbattere i muri e i pregiudizi”. La cucina adotta tutti i principi slow: km zero, filiera corta, materie prime di qualità e ricette della tradizione. Un luogo di inclusione, un luogo dove ci si sente bene.

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Monte Isola Piramidi di Zone Cascina Clarabella Essiccazione delle sardine nel laboratorio di Andrea Soardi

di rita bertazzoni

VACANZE GREEN TRA ARLES E LA CAMARGUE

Affacciata sul fiume Rodano, Arles è la porta di accesso per la Camargue, una delle più interessanti aree naturali in Europa, caratterizzata da natura selvaggia che alterna paludi, spiagge e saline dove incontrare fenicotteri rosa e cavalli allo stato brado.

Il nome della graziosa cittadina provenzale è indissolubilmente legato a quello di Van Gogh, che qui trascorse gli ultimi anni della sua vita, alla ricerca della luce del sud, e dove dipinse oltre 300 opere (nessuna conservata ad Arles) in soli 15 mesi. Passeggiare nel centro storico è un po’ come sentirsi proiettati in un quadro dell’artista olandese, magari sedendosi proprio a un tavolino di Le Café Van Gogh di Place du Forum, immortalato nella celebre tela “Caffè di notte”, o in un’opera impressionista tra angoli ombreggiati da platani, tipici bistrot, il lungo Rodano al tramonto o i resti dell’antica città romana (la piccola Roma di Gallia).

I monumenti di quel periodo glorioso, insieme a luoghi imperdibili, come piazze, chiese, punti di interesse si possono scoprire in modo originale contattando “Taco & Co”, società specializzata in trasporti urbani ecologici, che mette a disposizione veicoli a pedali e bici cargo elettriche, grandi tricicli che ricordano un po’ i cocotaxi cubani o i tuk tuk thailandesi con tanto di conducentecicerone. Oltre agli itinerari turistici la società è impegnata nella raccolta dei rifiuti (le viuzze del centro sono di difficile circolazione per veicoli di una certa dimensione), consegne a domicilio, taxi, noleggi o riparazione delle bici, conferimento di bagagli in stazione e trasporto gratuito di anziani e disabili.

Nel cuore del centro storico, patrimonio mondiale dell’UNESCO, sarà facile imbattersi nell’Are-

na d’Arles, anfiteatro romano in ottimo stato di conservazione, che ricorda il Colosseo ma anche l’Arena di Verona, in una piazza ovale che segue la sua forma. Un tempo al suo interno si svolgevano corse con le bighe e lotte tra gladiatori. Del periodo romano anche l’antico teatro, utilizzato soprattutto nel Medioevo come cava per la costruzione della città, quindi oggi rimangono le gradinate e solamente due colonne della scena e alcuni mosaici sul pavimento dell’orchestra. Offre il meglio di sé quando si assiste a qualche spettacolo teatrale o musicale durante il periodo estivo.

Place de al Republique è una delle piazze più scenografiche della città: una grande area pedonale che abbraccia alcuni degli edifici e monumenti più importanti, tra cui la cattedrale di Saint-Trophime. In stile romanico provenzale, presenta un grande chiostro annoverato tra i migliori del sud della Francia, una sintesi perfetta tra stile gotico e romanico, è meraviglia unica nel suo genere con esili colonne binate e capitelli istoriati. Da non perdere poi il portale in pietra bianca finemente scolpito che raffigura il Giudizio Universale.

Sotto la piazza della cattedrale, si nasconde il Criptoportico (nell’antica Roma un corridoio o passaggio coperto): capolavoro ingegneristico romano, un enorme quadrilatero sotterraneo che fungeva da magazzino del grano. Ogni città romana possedeva anche i bagni pubblici: Arles non fa quindi eccezione. Spostandosi verso il lungofiume, si incontrano le Terme di Costantino, le più grandi della Provenza. Infine la necropoli (Les Alyscamps), in epoca romana fuori dalla città, era considerato uno dei luoghi più sacri di tutta Europa ed era una tappa fissa per i pellegrini diretti a Santiago de Compostela. Le sue atmosfere dall’aura romantica con la via alberata bordata da sarcofagi non potevano non affa-

scinare Van Gogh che dipinse “Les Alyscamps”. E in questa città così ricca di storia e cultura, a pochi passi dalla necropoli, nel 2021 è stato inaugurato Luma Arles, campus creativo di 11 ettari nel Parc des Ateliers: è un centro culturale esemplare che interroga il rapporto tra arte, cultura, ambiente, istruzione e ricerca. Comprende sei edifici che ospitano spazi per mostre e installazioni, un archivio, una residenza e un atelier per artisti e performer, un laboratorio di design e ricerca, caffè, bar, un ristorante, un hotel e un parco pubblico progettato dall’architetto-paesaggista belga Bas Smets. Ha trasformato una piattaforma di cemento in una lussureggiante area verde di sei ettari con una vegetazione tipica della regione, scelta e disposta in modo da attenuare l’impatto del maestrale e delle calde temperature estive, per collegare il polo culturale con la città.

Il Parc des Ateliers sorge in un ex sito industriale ferroviario dismesso al centro della cittadina. È

90 n. 2 Maggio 2023
SPECIALE tur IS mo
Crédit JE. ROCHE - Provence Tourisme Ph Adrian Deweerdt

stato realizzato grazie all’iniziativa privata della mecenate e filantropa svizzera Maja Hoffmann, discendente del magnate farmaceutico Fritz Hoffmann-La Roche. A dominare l’intero complesso è l’Artes Resource Center, una torre spettacolare firmata dall’architetto americano Frank O. Gehry: una struttura geometrica irregolare alta 56 metri, di 10 piani, la cui superficie esterna è ricoperta da 10.752 pannelli di acciaio inossidabile che riflettono la luce da migliaia di angoli. Si è ispirato alle cime della piccola catena montuosa calcarea delle Apilles a nord-est di Arles, alle rocce di Les Baux-de Provence, strizzando l’occhio ai lavori di Van Gogh che catturava nelle sue tele le variazioni di luce del cielo provenzale, mentre la corona circolare in vetro alla base della torre è chiaramente ispirata all’anfiteatro romano di Arles. Dalla terrazza al nono piano il panorama sulla città vecchia è unico.

Ad Arles sono diverse le realtà green, grazie a Provence Tourisme, da tempo impegnata nella promozione del turismo sostenibile, che ha creato il Manifesto per un Turismo Responsabile, contenente una serie di impegni precisi concreti, programmati sul triennio 2021-2023.

Tra queste realtà c’è POP-Arles, raggiungibile anche con Taco & Co, uno spazio di 5mila mq che accoglie un’impresa solidale di utilità sociale nata nel 2018. Pop sta per Plateforme Ouverte au Public o Popolare ed è incentrata sull’economia circolare. Qui le iniziative offerte sono tantissime: dai laboratori di trasformazione della plastica in oggetti di riuso ai concerti, dalle mostre d’arte agli eventi culturali, ma anche mercatini, nonché degustazioni. Dietro al progetto un affiatato team che lavora con un approccio eco-responsabile, privilegiando le energie rinnovabili, i materiali sostenibili e il know-how locale, lavorando ogni giorno per il benessere del Pianeta. POP fa da connettore tra il servizio di Taco & Co, che raccoglie vetri e carta da ristoranti e mercato, e il valorizzatore, dove poi confluiscono. Prestissimo sarà pronta una cucina a vista aperta ai visitatori, biologica e sostenibile. Intanto si può bere un caffè etico e bio alla torrefazione Cafar Cafè.

LE MARAIS DEL VIGUEIRAT

A una ventina di chilometri a sud di Arles c’è una grande riserva naturale, unica in Europa, di circa mille ettari: le Marais del Vigueirat. Si può raggiungere facilmente attraverso il percorso ciclopedonale lungo il corso del fiume Rodano (la bici

elettrica si noleggia nel centro storico di Arles da 1 Veloc: contact@1veloc.f).

Lungo il tragitto su pista ciclabile si incontra il ponte di Langlois, luogo caro a Van Gogh che ne dipinse diversi versioni. Per motivi di restauro, il ponte venne spostato dopo la seconda guerra mondiale, a 3 chilometri di distanza dal punto esatto originale e oggi si trova sul canale che collega Arles a Port-de-Bouc. Da qui in breve tempo si arriva alle paludi du Vigueirat, un’ampia area umida nel cuore della Camargue, a cavallo tra due importanti ecosistemi rappresentati dal delta del Rodano e dalla pianura steppica della Crau. Qui saline, praterie, mare, risaie, campi coltivati e il grande canneto si incontrano per dare vita all’habitat di numerose specie di uccelli migratori. In totale oltre 2mila esemplari tra flora e fauna. Più di 300 sono le specie di uccelli che si possono incontrare: dall’airone rosso alla cicogna bianca e nera, dal fenicottero rosa all’ibis lucido, ma anche svasso, aironi e uccello spatola dal becco a ciabatta. Verso il canale che provie-

ne da Arles (canal d’Arles à Bouc) vaste zone rappresentano il regno dei cavalli camarghesi di colore bianco-grigio, possenti, sulla cui schiena non è infrequente si posino alcuni volatili. Non mancano tori neri di Camargue che qui vivono e si riproducono in piena libertà.

La Riserva Naturale del Vigueirat, gestita dall’Associazione Les amis des Marais du Viguerat con lo scopo di proteggerla e sensibilizzare i visitatori, è aperta tutto l’anno e si scopre sia in visita libera attraverso percorsi su palafitte o in visita guidata con carrozza o a piedi. Tante le esperienze per adulti e bambini.

Dopo la visita alla Riserva si può fare una tappa al Domaine Attillon, cantina d’eccellenza tra la Crau e il Rodano, che produce e invecchia vino biologico dal 1983. Novanta ettari di vigneto sono circondati da boschi di querce, quelle grandi querce sotto le quali, racconta una leggenda, trovò ristoro Saint Louis, in partenza per le Crociate. Lo sfruttamento della vite su questa antichissima proprietà risale al XVII secolo e oggi si coltivano diversi vitigni. Tra i rossi: Merlot, Marselan, Pinot Nero e Cabernet-Sauvignon, Pinot Nero, Syrah e Caladoc i rosati, Chardonnay, Sauvignon, Colombard e Moscato i bianchi. Oltre al vino biologico è prodotto anche quello etichettato vegano.

DOVE DORMIRE

Hôtel du Musée

Vicino all’Arena di Arles e accanto al Museo Réattu, è un posto incantevole. Ricavato da un edificio storico, di cui presenta ancora le mura e i pavimenti originali, è il luogo ideale in cui trascorrere un soggiorno e respirare la magica atmosfera di Arles antica. Il fiore all’occhiello è il giardino interno, impreziosito da piante di bouganville e tanti fiori colorati. hoteldumusee.net

DOVE MANGIARE

L’O à la Bouche

Dallo stile contemporaneo, offre cucina tradizionale a base di prodotti tipici a chilometro zero. l-o-a-la-bouche-restaurant-arles.fr Cafè de l’Avenir, a soli 2 chilometri dalla Riserva Naturale Le Marais du Vigueirat, all’ingresso del villaggio di Mas-Thibert offre piatti tradizionali a base di prodotti locali e freschi. Una piacevole sosta all’ombra degli alberi in estate (2 Av. Alain Guigue)

Camargue Social Club, nel centro storico di Arles e fresco d’inaugurazione, presenta una cucina moderna fatta di prodotti tipici, freschi e a km 0. Specialità di mare, di terra e vegetariane. camarguesocialclub.com

Le Réfectorie, nel Parc des Ateliers: ex mensa del cantiere ferroviario, ideale per la pausa pranzo durante la visita al Luma Arles. Il menù è a base di prodotti freschi e locali, accompagnati spesso dal riso di Camargue. Le pareti all’interno del locale sono fatte di conchiglie di cozze frantumate, l’arredamento è costruito con la sansa di oliva. Anche le tazzine dove si serve il caffè sono fatte al 100% con residui di caffè. Il riciclo qui è la parola d’ordine. luma.org

INFO

Camera di Commercio Italiana di Marsigliawww.ccif-marseille.com

Conseil Departemental Des Bouches-DuRhone (www.departement13.fr)

Provence Tourisme www.myprovence.fr

Ufficio del turismo di Arles: www.arlestourisme.com

91 n. 2 Maggio 2023
Alla scoperta de l’Etang du Vaccares - F. FERREIRA - Provence PH Amphi@abenezech

La Terra deLLa CeramiCa Tra Savona e aLbiSSoLa

La «Baia della Ceramica», ovvero quando l’artigianato diventa arte. Nasce così un marchio territoriale che finalmente valorizza la tradizione e il lavoro della “Taerra bonn-a” (in dialetto ligure: la terra buona) sviluppatosi tra Savona e le Albissole. Argilla rossa e terra bianca che mescolate all’acqua hanno dato vita nei secoli a uno dei più importanti distretti della ceramica italiana. Savona, città di mare, capoluogo della Riviera di Ponente, tutta da scoprire: a cominciare dallo splendido Museo della ceramica. Una vera sorpresa. Vasi, piatti, oggetti dalle forme più svariate, finemente decorati, fanno bella mostra nelle vetrine. Come i “laggioni” antiche lastre decorate e destinate a rivestire pareti e pavimenti dei palazzi nobiliari. Un’autentica gioia per gli occhi. Da una sala all’altra si passa dai primi manufatti del Quattrocento fino a pezzi d’arte e di design contemporaneo. Anche perché il museo ospita spesso esposizioni temporanee di artisti viventi. E un laboratorio didattico dove grandi e piccini possono sperimentare il complesso processo di lavorazione dell’argilla e creare piccoli manufatti (su prenotazione).

La Baia della Ceramica comprende quattro Comuni che sono anche note località balneari: Savona, appunto, ma anche Albisola Superiore, Albissola Marina, Celle Ligure Buen retiro e rifugio, nell’arco del Novecento, di artisti e scultori di provenienza internazionale. A cominciare dal danese Asger Jorn, pittore, scultore e teorico dell’arte che abitò negli anni Cinquanta sulla collina di Albissola Marina.

La sua Casa Museo, oggi gestita da volontari, offre un ambiente naturale e architettonico tra i più stravaganti, a testimoniare il primato della libera immaginazione. Il Museo offre visite libere e guidate ed esperienze creative alla scoperta dell’arte e della natura.

Per completare il giro di quest’angolo così prolifico della Liguria, d’obbligo una visita anche alla Casa Museo di Manlio Trucco, forse il maggior artefice della rinascita artistica albisolese degli anni Venti (ingresso gratuito). In giardino si può ammirare “la Grande Battaglia” di Fabbri, un alto rilievo ceramico della fabbrica Mazzotti. Ma sono davvero tante le botteghe artigianali, gli

atelier, le manifatture dove trascorrere ore interessanti tra Savona ed Albissola. Artisti ed artigiani che ancora oggi tengono viva una tradizione preziosa, orgoglio italiano troppo poco conosciuto e valorizzato. Come le statuine del presepe, e non solo, chiamate in dialetto “macachi”, che vengono create interamente a mano. La Passeggiata Montale offre un chilometro di arte open air affacciate sul mare ligure e sui suoi tanti stabilimenti balneari. Un susseguirsi di istallazioni e pannelli ceramici fino all’Onda, panchina lunga 120 metri e ricoperta di piastrelle policrome in gres porcellanato.

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viaggi
di anna maria catano

fra arte e degustazione di vini al Podere Casanova Wine art shoP

Non è solamente un’enoteca e neppure una tradizionale galleria artistica, ma piuttosto un luogo d’incontro piacevole ed informale nel cuore dell’incantevole centro storico di Montepulciano, gemma turistica ed enoica della Toscana: il Podere Casanova Wine Art Shop è un locale ricco di fascino, dove concedersi una piacevole sosta fra arte, vini eccellenti, degustazione di pregiati prodotti del territorio Ricavato dalla ristrutturazione di un’antica casa rinascimentale della centralissima Via di Gracciano nel Corso che conduce verso la scenografica piazza Grande, il locale è enoteca e punto vendita dei vini aziendali e delle esperienze che si possono fare a Podere Casanova (l’azienda di Susanna e Isidoro Rebatto, i cui vigneti e la cui cantina si trovano a un quarto d’ora d’auto, all’imbocco della Val di Chiana), nonché galleria d’arte che dà spazio e valorizza pittori e scultori contemporanei. Nei lavori di ristrutturazione si è valorizzata la struttura originaria del posto, lunga e stretta, che dalla strada si insinua nel cuore della roccia su cui è costruita Montepulciano. La parte più interna è scavata nel tufo e un tempo vi venivano conservati viveri e derrate alimentari. Sul fondo, un passaggio evidenziato da un piccolo arco conduce, gradino dopo gradino, in una stanza segreta completamente scavata nella roccia, ideale per far invecchiare selezioni di pregiati vini di Podere Casanova.

Fino al 5 novembre il Podere Casanova Wine Art Shop ospita la Personale Rebus di Antonio Devetag. Goriziano, Antonio Devetag è giornalista professionista e blogger, scrive su varie testate di cultura e turismo ed è stato direttore generale di Mittelfest, uno dei festival più celebri del panorama europeo. Dipinge per vocazione familiare e ha esposto a Venezia, Gorizia e Trieste. “I sogni mettono insieme oggetti e fatti della vita in modo bizzarro, con una logica che i miei quadri cercano di rappresentare, aprendo interrogativi su ciò che si nasconde dietro all’Apparenza -racconta- Rebus onirici, chiavi di lettura, porte che possono aprire finestre sul mistero dell’esistenza”.

Ha detto di lui il critico Paolo Rizzi: “Irrequietezza culturale e propensione verso l’esoterico e il surreale sono forse i suoi connotati distintivi più inte-

ressanti. Probabilmente questa sua versatilità gli deriva anche dalla coscienza di sentirsi mitteleuropeo, cioè alla confluenza di culture diverse: latina, slava, germanica. Restiamo davanti alle sue opere con attonito stupore e ne beviamo il filtro alchemico che ci condurrà forse a squarciare il velo nel tempio dell’Inconscio”.

Sono esposti quadri di ogni dimensione realizzati quasi sempre con tecnica mista, con acrilico e colori a olio che l’autore crea con le terre, che danno vita a una ricca e inusuale tavolozza cromatica che avvolge chi si ferma al Wine Art Shop per una gustoso break con taglieri di salumi e formaggi del territorio abbinati a un calice di vino, per un aperitivo o per l’Happy Hour, o ancora per fare piacevoli percorsi tematici di degustazione di più vini o verticali

La mostra è visitabile fino al 5 novembre. Fino al 31 maggio aperta venerdì sabato e domenica, poi tutti i giorni esclusi lunedì e martedì. Orario: 11.00-21.00

Per informazioni:

Podere Casanova Wine Art Shop Via di Gracciano nel Corso 27 Montepulciano

Tel. 0578.896136 - 335 5248000

www.poderecasanovavini.com

93 n. 2 Maggio 2023
turismo&arte
Da sx Susanna Ponzin, Antonio Devetag, Isidoro Rebatto

MARSIGLIA, BELLA E SOSTENIBILE

Affacciata sul Mediterraneo e capitale della Provenza, Marsiglia è la seconda città della Francia.

Città di luce e di vento, è la più antica ma nello stesso tempo moderna, multietnica e sostenibile. E a settembre accoglierà Papa Francesco per un incontro dei vescovi del Mediterraneo. Fondata nel 600 a.C., festeggia quest’anno il decimo anniversario della sua elezione a Capitale Europea della Cultura. D’obbligo una visita al quartiere Vieux Port (Vecchio Porto), il cuore autentico della città, dove sono ormeggiate barche da pesca e imbarcazioni da diporto. Qui, sotto lo sguardo di edifici storici, trovano spazio caffè, bistrot, ristoranti nonché un mercato del pesce. Accoglie, inoltre, la pensilina a specchio dell’archistar Norman Foster che riflette barche e persone.

A sud del Vieux Port, sul punto più alto della città (a 163 metri sul livello del mare) in collina, domina la basilica ottocentesca Notre Dame de la Garde (affettuosamente definita dai marsigliesi la “Bonne Mère”). Preceduta da una lunga scalinata, presenta sul campanile una statua gigantesca e dorata della Vergine con il Bambino, visibile sia da terra che dal mare, punto di riferimento visivo costante. Su una parete esterna della basilica si vedo-

no i segni lasciati da proiettili nella battaglia che ha preceduto la liberazione di Marsiglia nel 1944.

L’interno è rivestito di mosaici in stie bizantino, marmi colorati e presenta tanti ex voto (i ringraziamenti per la grazia ricevuta dalla Vergine per un mancato naufragio o per aver evitato una tempesta) tra quadri, targhe e modellini di barche che pendono dall’alto una sopra l’altra.

A nord del Vieux Port, a circa 600 metri, svetta invece la Cattedrale di Marsiglia (La Major per i marsigliesi), una delle più grandi di Francia ed edificio di culto simbolo della città. Costruita per volere di Napoleone in stile neobizantino, esternamente è rivestita di marmi bianchi e verdi con un maestoso portale d’ingresso inquadrato tra due torri e la cupola alta oltre 70 metri. La presenza contemporanea di cupole e campanili è dovuta alla volontà di far riferimento sia all’Occidente che all’Oriente dando forma a un insieme architettonico che nonebbe uguali in tutto il XIX secolo.

Con il mare il legame è indissolubile, da non perdere il Museo Subacqueo (il MSM), a cento metri dalla Plage des Catalans e a una profondità di 5 metri: uno spazio sottomarino dedicato all’arte, alla biologia marina, agli

sport acquatici e alla protezione dell’ambiente. Il Museo vuole sensibilizzare sulla fragilità dell’ecosistema marino. Sul fondale grandi sculture, realizzate in cemento marino a pH neutro, che diventano habitat e rifugio per la fauna e la flora acquatiche. Basta immergersi con pinne, maschera e boccaglio per ammirarle da vicino.

Da non perdere il MuCEM (Museo delle Civiltà d’Europa e del Mediterraneo), l’unico

Fondata nel 600 a.C., Festeggia quest’anno il deCimo anniversario della sua elezione a Capitale europea della Cultura.

n. 2 Maggio 2023
viaggi
Mucem©joOMTCM Mucem, place d’armes@JoYanaOTCM ) Veduta del porto©JoYanaOMTCM

Città di luCe e di vento, è la più antiCa ma nello stesso tempo moderna, multietniCa e sostenibile.

museo al mondo dedicato totalmente alle civiltà del bacino mediterraneo, un progetto avveniristico.

Inaugurato nel 2013, il complesso ospita esposizioni, una libreria, un auditorium, corsi, uno spazio immenso per bambini, spettacoli ma anche giardini, bar e un ristorante con terrazza panoramica. Un’avveniristica struttura cubica in vetro e acciaio rivestita con una fibra di cemento realizzata dall’archistar Rudy Ricciotti. Il museo è collegato al Fort Saint-Jean, fortificazione costruita nel 1660 da Luigi XIV di Francia all’ingresso del Vieux Port, di fronte al Fort Saint-Nicolas, che si trova sul lato opposto del porto, e che racchiude millenni di storia francese, narrati attraverso video documentari.

Di fronte al MuCEM, Villa Méditerranée ospita la replica della Grotta preistorica di Cosquer, inaugurata a giugno dello scorso anno: l’originale è stata scoperta a oltre 30 metri di profondità sotto il mare del Parco Nazionale des Calanques e presenta più di 500 disegni paleolitici sulle pareti, risalenti a più di 20mila anni fa ma oggi rischiano di scomparire per l’innalzamento delle acque.

La ricostruzione permette ai visitatori di ammirare i disegni come sono nella grotta, ma anche di immaginare come fossero in origine le Calanques, stando seduti su un trenino accompagnati da una spiegazione con audio-guide. Durante il percorso, a due metri sotto il livello del mare, sarà naturale riflettere sull’aumento del livello delle acque e sul riscaldamento globale, mentre si racconta la storia del sommozzatore Henri Cosquer, che

scoprì la grotta nel 1985. Un’idea alternativa e green per esplorare la città è noleggiare eBike pedalando senza sforzo per i quartieri della città senza inquinare: imperdibili sono il Panier, il quartiere più antico di Marsiglia con le sue strade di ciottoli e le botteghe di artigiani, Notre Dame de la Garde e il suo panorama a 360° su tutta la città, la panoramica Corniche Kennedy che costeggia il mare fino all’inizio del Parco Nazionale delle Calanques. Per vedere la città dal mare, vale la pena di fare con Eco-Calanque un giro a bordo di una barca ibrida a energia solare per scoprire il porto e le sue isole.

DOVE DORMIRE

Appart’hôtel Maison Montgrand

Vieux-Port 35 Rue Montgrand

Un boutique hotel di charme, nel cuore del centro storico di Marsiglia vicino al Porto Vecchio, che unisce design e comfort in cinque edifici diversi. La reception è in un palazzo privato che comprende un ristorante, un bar, una sala da tè, un concept store e un giardino interno di 400 mq. I quattro stabili annessi, lungo la stessa strada, sette-ottocenteschi sono stati completamente ristrutturati tra il 2017 e il 2019, e sono totalmente dedicati alla ricettività con camere e appartamenti semplici e accoglienti.

MANGIARE LOCALE, ECO-RESPONSABILE E SOLIDALE

Les Eaux de Mars 135 Rue Consolat

Un bar/caffè/ristorante, etichettato “Ecotable”, il marchio che promuove i ristoranti ecoresponsabili. Offre materie prime fresche e di stagione, soprattutto da agricoltura biologica e da una rete locale. Proposte vegetariane e di pesce del posto, da pesca sostenibile.

Ristorante Le Présage

Tecnopolo Château-Gombert 99, Traverse de la Rose

Ristorante innovativo ed eco-responsabile che prepara i suoi piatti a “zero sprechi” e “a emissioni zero”, con prodotti locali e di stagione attraverso l’energia solare che alimenta i fornelli della cucina ed è dotato anche di “forno solare”.

Restaurant Le République

1 Place Sadi Carnot

Interamente ristrutturato, è un ristorante solidale, creato dello chef stellato Sébastien Richard: oltre ad accogliere la clientela tradizionale, che paga il menù alla tariffa standard, offre un pasto completo al prezzo simbolico di 1 euro per chi non può permetterselo, proponendo una deliziosa cucina locale dal sapore mediterraneo. Il progetto è sostenuto dall’associazione “La Petite Lili” di cui Richard è presidente.

INFO:

Camera di Commercio Italiana di Marsiglia www.ccif-marseille.com

Conseil Departemental Des Bouches-Du-Rhone (www.departement13.fr)

Provence Tourisme www.myprovence.fr

Ufficio del turismo di Marsiglia: www.marseille-tourisme.com

95 n. 2 Maggio 2023
Mucem, passaggio interno resille@joOTCM Panier©Fotolia

albergatori, lo sapevate che...?

a cura di marco morelli

Il Gruppo BMW, di cui fa parte MINI, sta fissando nuovi standard nell’industria automobilistica con una strategia di sostenibilità coerente. L’obiettivo della neutralità climatica e della mobilità ad emissioni zero può essere raggiunto solo con una varietà di tecnologie di azionamento elettrificate.

Per questo motivo la Concessionaria Tullo Pezzo di Mantova, partner BMW dal lontano 1964, ha presentato sul mercato automobilistico e dei service un’opportunità unica nel suo genere dedicata esclusivamente all’hotellerie di lusso col chiaro intento di far vivere ai clienti e, perchè no, anche ai collaboratori delle strutture che aderiranno a questa interessantissima iniziativa, delle vacanze completamente green, facendoli viaggiare con una BMW i3 Full Electric oppure con una MINI Cooper SE elettrica

La sostenibilità è il punto chiave del pensiero targato BMW Tullo Pezzo: senza giri di parole tutto questo può essere realizzato utilizzando, senza esborsi di acquisto, la formula “Tullo Pezzo Senza Pensieri” a partire da 13 € al giorno per la MINI elettrica e 18 € per la BMW i3. Vetture dal design unico e un’autonomia sino a 308 km. I clienti dell’Hotel potranno godersi il relax e il panorama suggestivo con una carica pari all’80% in soli 35 minuti

Vengono azzerate le emissioni e vengono abbassati i costi di manutenzione ed utilizzo. Numerosi Hotel Eco Friendly noleggiano BMW i3 o una MINI Full Electric ai propri clienti fornendo un servizio Green e rafforzando così la propria immagine.

Una BMW i3 una MINI Cooper SE Full Electric

La sostenibiLità non è soLo una paroLa per queLLi deLLa ConCessionaria bMW tuLLo pezzo di Mantova. è iL prinCipio più iMportante.

96 n. 4 Agosto-Settembre 2020
news
BMW i3 Full Electric Da sx lo chef pluristellato Bruno Barbieri, testimonial per la concessionaria mantovana, con Riccardo Pezzo

Numerosi Hotel eco FrieNdly NoleggiaNo BmW i3 Full electric ai propri clieNti ForNeNdo uN servizio greeN e raFForzaNdo così la propria immagiNe.

Aziendale/Km0 Tullo Pezzo potrà essere affidata a tutti gli albergatori interessati a questa iniziativa tramite un leasing a 5 anni e senza anticipo ad un canone mensile di 510 € per BMW oppure di 415 € per MINI.

Naturalmente queste offerte posso essere declinate su tutti i modelli della Gamma Elettrica di BMW i.

Nel canone sono compresi sino a 7 anni di Garanzia sulle Batterie, servizio di Pick Up & Delivery gratuito presso la struttura che avrà aderito e Courtesy Car gratuita per tutte le esigenze di manutenzioni future.

Al termine della locazione, l’hotel avrà la possibilità di restituirla, di sostituirla con una nuova, di saldare il valore residuo o di rifinanziarlo. Abbiamo incontrato Riccardo Pezzo, titolare della BMW Tullo Pezzo di Mantova per avcere più informaazioni su questa brillante iniziativa.

Sostenibilità: non un luogo comune per la BMW Tullo Pezzo ma un must. Concorda?

“Un mondo completamente in evoluzione. Anzi, in accelerazione. Soprattutto la tecnologia detta le sue nuove regole in relazione ai mutamenti climatici. Con una speciale e urgente attenzione alla questione ambientale. La Comunità Europea e tutti i Paesi sono impegnati in quella che si può considerare la più grande rivoluzione nello sviluppo verde e digitale. Il mondo dell’Automotive è direttamente coinvolto da tale rigenerazione che guarda ai motori elettrici in sostituzione di quelli termici alimentati con benzina o gasolio.

La nostra azienda nel corso della più che decennale attività (è stata fondata a Mantova nel 1948, n.d.r.) è sempre stata attenta ai processi di sviluppo e alle esigenze degli utenti. Ad esempio la Tullo Pezzo, infatti, ha scelto di essere coinvolta nel progetto Mantova Capitale Italiana della Cultura nel 2016 rafforzando il parco macchine istituzionali del Comune con una BMW 330e ibrida. Un veicolo, offerto in affidamento, preposto per la mobilità sostenibile nel rispetto dell’ambiente. Siamo state tra le prime Concessionarie BMW in Italia ad avere il Mandato della Vendita e Assistenza di “BMW i” il brand del nostro gruppo di vetture Full Electri; ad avere nella flotta delle Vetture di Cortesia BMW e Mini Full Electric, da affidare ai nostri Clienti in assistenza; ad avere una Flotta di Vetture da affidare in Test Drive per farne conoscere le caratteristiche ai potenziali Clienti.

Siamo stati tra i primi, infine, ad installare presso le nostre Sedi Service le relative Colonnine di Ricarica. In questi giorni, presso la Sede di San Giorgio Bigarello, verrà installata persino una stazione di ricarica Fast Charge”.

Tra i servizi “Green” della BMW Tullo Pezzo sta prendendo piede l’iniziativa rivolta ai numerosi Hotel Eco Friendly a salvaguardia di ambiente e natura. Da quando è partita? Ce la descrive?

“Essere attori del cambiamento della mobilità sostenibile ci ha fatto conoscere negli ultimi anni anche i desideri mutati degli utilizzatori. In particolare abbiamo notato che alcune zone d’Italia, rispetto ad altre, erano più sensibili alla scelta di poter viaggiare in elettrico, e tra queste l’Alto Adige. Una splendida regione e realtà che noi, come Tullo Pezzo, abbiamo sempre considerato e avuto cara per quanto riguarda le relazioni sociali e commerciali sino dagli anni ‘70, in particolar modo per quanto riguarda il mondo dell’Hotellerie.

Da qui l’iniziativa di poter offrire agli Albergatori la possibilità di inserire tra i Servizi dedicati alla propria clientela anche la possibilità di prendere a noleggio durante il soggiorno/ vacanza una vettura elettrica. Non una qualsiasi vettura elettrica ma una BMW “i” facendo vivere ai propri clienti l’emozione di muoversi

sulle splendide strade del Sud Tirol nel silenzio assoluto: anche per un solo giorno, oppure per semplice curiosità, o per premiare una certa sensibilità che molti coltivano. Non dimentichiamo inoltre che non sono pochi i turisti che raggiungono le location prenotate arrivando magari dall’estero in aereo e quindi, all’aeroporto di Verona o di Venezia o di Bolzano, hanno poi la necessità di una autovettura per viaggiare con vista sulle Dolomiti o nelle altre altre bellissime vallate dell’Alto Adige, magari in maniera ecosostenibile. Tutto questo senza particolari oneri per l’Albergatore. Infatti, le vetture gli vengono fornite dalla Tullo Pezzo a sua volta a noleggio, quindi senza dover ricorrere all’acquisto, e a immobilizzare delle risorse finanziarie. Col plus di avere, nella Flotta Vetture di Cortesia per gli Ospiti, delle BMW “i” di ultima generazione perennemente rinnovate!

Questa iniziativa, visti i consensi ricevuti, da poco l’abbiamo estesa anche agli albergatori del Trentino e del Lago di Garda”.

Gli Hotel che aderiranno a questa splendida iniziativa potranno declinare le opportunità offerte dalla Vostra concessionaria non solo agli ospiti ma pure ai propri dipendenti, dico bene?

“Certo che sì. Il contratto di Noleggio a breve che formuliamo ha la possibilità di dare i veicoli anche a familiari e collaboratori della struttura alberghiera. Sono ben note, ormai da anni, le difficoltà di trovare “forza lavoro” in loco, e questo fa sì che la quasi totalità degli albergatori debba ricorrere alla ricerca di collaboratori che distano centinaia di Km dalle proprie residenze. Nell’ultimo periodo ci si avvale di personale persino dall’estero e naturalmente spesso privo di auto propria. Immaginiamo quindi uno Chef, un cameriere che arrivano dalla Spagna e si trovano in una località dell’Alto Adige con un incarico per la stagione, e che nei giorni di libertà debbano fare uno spostamento in città: sono costretti a ricorrere esclusivamente ai mezzi di trasporto pubblico che li porta e trascorrere più ore su un pullmann che in città.

Ha sicuramente un altro valore, e soprattutto un’altra attenzione, poter dare anche ai propri collaboratori questa opportunità di utilizzo a breve di una BMW “i” nei giorni liberi”.

97 n. 4 Agosto-Settembre 2020

il turismo sceglie l’eccellenza LUXURY pL aces

Quando

hotel stroblhof Il resort che offre molto di più!

Che cosa rende l’ Active Family Spa Resort così speciale? Si può cominciare parlando della sua magnifica posizione nel cuore della Val Passiria, a soli 20 minuti dall’elegante città termale di Merano con i suoi tratti tipicamente alpini e il suo clima mite.

San Leonardo è un piccolo, pittoresco borgo di montagna, ha un fascino tutto suo che vi incanterà al primo sguardo. Qui trovate angoli nascosti e natura incontaminata, tipiche baite di montagna e antiche imprese artigianali. Si parte la mattina - naturalmente solo dopo aver assaporato una ricca colazione - e si torna la sera con uno zaino pieno di storie e ricordi indimenticabili. Lo Stroblhof è il punto di partenza ideale per ammirare la spettacolare natura sulle montagne circostanti in ogni periodo dell’anno.

Dopo una giornata emozionante vi aspetta solo il meglio per recuperare le energie: Immergetevi in un mondo di relax nella nuova oasi del wellness (fate un tuffo nella piscina interna o esterna, rilassatevi nelle vasche idromassaggio o nelle saune. Qui ogni giorno vi aspettano diverse gettate di vapore con campane tibetane ed essenze naturali, una grande sauna finlandese con vista sul Passo di Monte Giovo, un’ampia sauna alle erbe biologiche, un bagno turco aromatico, il giardino della sauna e molto altro. Il bagno turco Sole è particolarmente benefico per la salute e assolutamente da provare, mentre la lounge della sauna con l’angolo del tè vi invita a trattenervi un altro po’. All’esterno c’è anche un piccolo laghetto naturale in cui poter fare una piacevole nuotata con vista sulle montagne dell’Alto Adige – un tuffo nell’acqua fredda è particolwarmente indicato per stimolare la circolazione!)

Ma il vero benessere lo offre l’area wellness Siguna (3000 mq di spa tutta arredata con materiali naturali locali, 9 sale spaziose ed inondate di luce su due piani; oltre ai trattamenti classici e massaggi, nella ricca offerta spiccano i rituali ispirati all’Alto Adige e metodi di trattamento provenienti dal lontano oriente)

Lasciatevi tentare dalla cucina locale da abbinare alle raffinate etichette dell’enoteca. Ed alla fine della giornata si rientra in una delle suites arredate con materiali naturali e grandi terrazzi con vista panoramica.

In poche parole: Qui potete godervi una vacanza semplicemente perfetta!

ENERGY WEEK dal 7 al 14 maggio 2023

Prendetevi del tempo per voi stessi durante la energy week, fate il pieno di energia e ricaricate le vostre riserve con attività ed esercizi di rilassamento!

Servizi inclusi:

- 5 pernottamenti

in pensione ¾ in camera doppia

- una seduta di yoga giornaliero1x tour all’alba con colazione in vetta

- Un bagno nella foresta con esercizi di respirazione e rilassamento

- erboristeria con Rosi Manger e libro autografato “Amaro in bocca, stomaco sano”

- Una meditazione con le ciotole

- Un corso di cucina vegetariana con l’ Executive Chef Alex Sallustio

5 NOTTI prezzo a persona euro 770 in pensione ¾ (colazione, merenda e cena)

Dopo una giornata emozionante tra le montagne Della val passiria allo stroblhof vi aspetta solo il meglio per recuperare le energie

active family spa resort stroBlHof

saN leoNarDo iN passiria

alto aDige - italia

iNfo HotliNe: 0039 0473 010500

tel: 0039 0473 010100

fax: 0039 0473 010200

e-mail: iNfo@stroBlHof.com

www.stroBlHof.com/it

sceglie l’eccellenza LUXURY pL aces

Quando il turismo

Mioni Pezzato & SPa

Rifugio rigenerante per corpo e mente

Aria pulita, panorami verdi, la sensazione di sentirsi bene.

Abano Terme è sinonimo di una vacanza in un ambiente dove sentirsi protetti e coccolati, una vera e propria Spa destination, un luogo eccellente per rigenerare corpo e mente. Coniugare perfettamente cura e relax, questa è la filosofia dell’hotel Mioni Pezzato vicino a Montegrotto in centro ad Abano, che grazie alla sua completa ristrutturazione vi accoglierà in un ambiente moderno e contemporaneo, creato e pensato per la rigenerazione del corpo e della mente, dove cura, relax e comfort totale donano serenità e benessere.

179 camere e suite suddivise in 6 categorie, curate in ogni minimo dettaglio, la SPA Tea Rose, con più di 60 trattamenti viso e corpo tra cui massaggi terapeutici, olistici, rilassanti e purificanti, ed il Giardino Termale, formato da 16 mila m2 di parco e 1.200 m2 di acqua, con le sue 6 piscine, 16 vasche e più di 100 postazioni di idromassaggio, vi garantiranno una permanenza confortevole e rilassante.

Provate il percorso termale “I Ruscelli dell’Orto” tra getti, bolle e musica subacquea, un’esperienza terapeutica, giocosa e rilassante, composta da 8 vasche di acqua termale con diverse tipologie di idromassaggi e getti d’acqua dall’effetto tonificante e decontratturante, e poi concedetevi un po’ di relax nella stanza

Il Refugio della Quiete, uno spazio intimo e accogliente in cui si trovano angoli appartati e arredati con comode amache, lettini ad acqua e sedie a dondolo dove il fuoco del camino riscalda l’atmosfera rendendo questo luogo ancora più accogliente e suggestivo. Oltre al Rifugio della Quiete, troverete altre tre zone relax in cui potrete trascorrere attimi rigeneranti per il corpo e la mente come la Zona Relax del Lago, ispirata alla natura e, in particolare, al Lago di Lispida sui Colli Euganei. Nutrirsi è un piacere che fa bene al corpo ed allo spirito e, per questo, anche la cucina al Mioni Pezzato è parte integrante della missione dell’hotel.

grazie alla sua completa ristrutturazione sarete accolti in un ambiente moderno e contemporaneo, creato e pensato per la rigenerazione del corpo e della mente.

PACCHETTI SPA

PACCHETTO 3 CURE

• 1 Visita medica,

• 3 Fanghi Termali,

• 3 Bagni con ozono,

• 3 Massaggi corpo 25 min.

• 1 Scrub corpo al sale.

Prezzo con Impegnativa € 157,00

Prezzo senza Impegnativa € 287,00

PACCHETTO Easy Summer

5 notti dal 01.07.2022 al 31.07.2022

• 5 Notti con trattamento di mezza pensione (HB)

• Sistemazione in camera doppia

• 1 Massaggio rilassante da 25 min. (a persona)

• Inclusi tutti i “servizi esclusivi” Hotel Mioni Pezzato & SPA

Prezzo a partire da € 499,00 per 5 notti a persona

Qui, nei ristoranti e nei bar, troverete una cucina sana, gustosa e di qualità, per questo, chiamata cucina salute. Infine, grazie alla posizione strategica dell’hotel, potrete partire a piedi per passeggiate sui Colli Euganei o fare shopping sull’isola pedonale di Abano.

- PREZZI a partire da 343,00 € a persona in mezza pensione 3 notti

- PREZZI a partire da 326,00 € a persona in mezza pensione 2 notti

MIONI E PEZZATO & SPA

vIA MArZIA 34

35031 AbANO TErME (Pd) | ITAlIA

PhONE: +39 049 866-8377

E-MAIl: INfO@hOTElMIONIPEZZATO.cOM

www.hOTElMIONIPEZZATO.cOM

24 maggio 2023 giornata EuropEa dEi parchi

ostruire sulle nostre radici questo lo slogan della Giornata Europea dei Parchi 2023 che si celebra il 24 maggio.

Un invito alle Aree Protette ad esplorare l’idea e il valore del patrimonio naturale che esse proteggono, ma anche il patrimonio della propria organizzazione, fatta di esperienze, competenze e buone pratiche per la tutela della biodiversità. Europarc Federation invita ad una riflessione sulla responsabilità che i parchi hanno per la conservazione di questo meraviglioso patrimonio naturale e culturale per le generazioni future e come, a partire dalla tutela degli ecosistemi, si possa costruire un percorso di sostenibilità per tutti.

La giornata europea dei parchi ricorda la data di istituzione in Svezia del primo parco nazionale d’Europa, il 24 maggio del 1909. In Italia i primi parchi nazionali furono istituiti nel 1922 con il Parco nazionale del Gran Paradiso e il Parco nazionale d’Abruzzo divenuto poi parco d’Abruzzo Lazio e Molise.

Ogni anno la Giornata Europea dei Parchi è dedicata ad un tema specifico, solitamente individuato l’anno precedente nel corso della Conferenza Internazionale di Europarc che si svolge ai primi di autunno in forma itinerante.

La celebrazione della Giornata Europea dei Parchi si sviluppa su più giorni (detta anche “Settimana dei Parchi”) con un incremento delle iniziative delle aree protette nei due fine settimana a cavallo della data al fine di consentire una più ampia partecipazione. I calendari prevedono, in genere, dei ricchi programmi di incontri tematici, escursioni, mostre ed attività ambientali nei Parchi e nelle Aree Protette.

I parchi e le aree protette costituiscono un patrimonio unico e prezioso, da vivere e da tutela-

re. Un parco è il luogo più adatto per ritrovare il proprio equilibrio psico-fisico, grazie al contatto con la natura e quel senso di serenità che solo l’immersione profonda nel green sa regalare. Questione di silenzio, di vibrazioni, di profumi e di oli essenziali che si diffondono nell’aria. La scienza non ne fa mistero: rigenerarsi all’aperto, tra gli alberi, contrasta lo stress e il dolore, regola il battito cardiaco, migliora l’umore e la qualità del respiro. E, indiscutibilmente, aiuta a riposare meglio, regolando il ciclo del sonno. Un parco fa miracoli. E svolge un ruolo insostituibile nel connettere le persone con la natura, favorendo il benessere e uno stile di vita più attivo. In occasione della Giornata Europea dei Parchi abbiamo selezionato due strutture dove è possibile dormire e soggiornare all’interno di un parco e goderne tutti i benefici, per corpo e spirito, concedendosi una full immersion completa nella natura e staccare la spina. Tra oasi silenziose, piante autoctone, armonia, erbe aromatiche, fiori e farfalle.

100 n. 2 Maggio 2023
SPECIALE tur IS mo a cura di m.t. san juan
C
Un invito alle aree Protette ad esPlorare il valore del Patrimonio natUrale che esse Proteggono, ma anche il Patrimonio della ProPria organizzazione
Rocca di Lonato

HOTEL ENGELS PARK – CUORE FELICE (Vipiteno, Alto Adige)

È un parco immenso quello che circonda l’Hotel Engels Park, situato a pochi passi dal centro storico di Vipiteno, perla delle Alpi e città più settentrionale d’Italia. Ben 6 mila mq di giardino privato, costellato da piccoli laghetti, raffinati archi di rose, un gazebo fiorito e diverse isole relax dove ciascuno può trovare la propria dimensione per meditare, leggere, passeggiare, rilassarsi. Un luogo incantato che rappresenta un invito a stare all’aria aperta in totale tranquillità, a passeggiare cercando di percepire i sassolini che massaggiano i piedi o la frescura dell’erba, ad abbandonarsi sulle sedie a sdraio collocate tra gli alberi centenari. Obiettivo della struttura è quello di far sì che ogni ospite raggiunga l’equilibrio tra corpo e anima, associando tecniche di rilassamento, sana alimentazione e movimento. Engels Park è concepito come un hotel diffuso composto da 40 camere dotate di ogni comfort: dalle docce emozionali alle cabine a infrarossi ma anche ricche boiserie di legno di cirmolo, che sprigiona i suoi benefici oli essenziali in grado di indurre un sonno profondo e ristoratore, aiutato anche dalla rigogliosa natura circostante: grazie alle ampie vetrate che permettono alla natura di permeare l’interno delle stanze, infatti, si dorme con le finestre aperte per godere dell’aria di montagna, fare il pieno di ossigeno e riposare meglio. Per completare il relax, la struttura dispone di una Spa con accesso diretto al parco, di una piscina coperta da 15 metri con idromassaggi e lettini e 7 tipologie di saune e bagni di vapore.

Engels Park

Via della Commenda 20

I - 39049 Vipiteno

+39 0472 765132

https://www.engelspark.it/it/

SCHLOSS FREUDENSTEIN

(San Michele d’Appiano, Alto Adige)

Un castello magico, ospitato in un parco sontuoso che sovrasta la Strada del Vino, circondato da vigneti a perdita d’occhio: Schloss Freudenstein, costruito nel 13esimo secolo a San Michele d’Appiano, il comune vitivinicolo più grande dell’Alto Adige, situato a pochi minuti da Bolzano, è il rifugio ideale per concedersi una vacanza in totale immersione nella natura, privi di costrizioni. Il castello è collocato in un magnifico giardino di 8

mila mq, che si estende fino a valle e comprende il campo da Golf privato. Schloss Freudenstein è la cornice perfetta per vivere in prima persona esperienze outdoor in grado di appagare tutti i sensi: tutto è studiato per stimolare gli ospiti a lasciarsi andare e a godere l’arte di vivere, lontano dal caos e dalla confusione, sperimentando il proprio ritmo: una nuotata nella bellissima piscina a sfioro, una partita a golf, una passeggiata nella quiete del parco per assorbirne l’energia. Le 16 suite del castello sono caratterizzate da uno stile originale e senza tempo, che esalta il carattere storico del luogo, con tocchi moderni. Schloss Freudenstein propone un’esperienza di gusto unica e stimolante, magistralmente orchestrata da Danilo D’Ambra, Chef dallo spirito cosmopolita. Stagionalità e qualità sono i cardini della sua ristorazione: tutto ciò che si trova nel piatto nasce e cresce nelle immediate vicinanze, persino nel parco della struttura: le erbe aromatiche, le radici, la frutta, la verdura.

Schloss Freudenstein

Via Matschatsch 6

I-39057 San Michele d’Appiano Tel +39 0471 661308 www.schlossfreudenstein.com

101 n. 2 Maggio 2023
La giornata europea dei parchi ricorda La data di istituzione in svezia deL primo parco nazionaLe d’europa, iL 24 maggio deL 1909
Hotel Engels Park Schloss Freudenstein

La verde SLovenia patria di aLma KarLin

Verde Slovenia. Una piccola nazione nel cuore dell’Europa, ideale per passeggiate, trekking e relax. Dove ancora si scoprono storie nuove che affiancano le attrazioni naturali ed artistiche già molto note: dal lago di Bled alle grotte di Postumia, da Portorose alla vivace Lubiana.

Celje, patria di Alma Karlin

La piccola Celje, città dei conti omonimi, è patria di una donna straordinaria, Alma Karlin, grandissima viaggiatrice, poliglotta, scrittrice. Uno straordinario personaggio anche per i nostri giorni, a maggior ragione nel tempo in cui visse, a cavallo tra l’Otto e il Novecento. Viaggiò da sola, girò il mondo tra il 1919 al 1927. Una statua di bronzo al centro della sua città natale la ritrae con la valigia in mano. Vale la pena davvero di seguire i passi e il coraggio di questa piccola donna dalla vita sfortunata che ebbe il coraggio di opporsi ai nazisti prima e ai comunisti poi. E che morì in povertà, come spesso capita ai grandi, nel 1950, in una casetta che oggi ospita alcune sue foto e una serie di oggetti che testimoniano i lunghi anni in diversi continenti: ventagli, bambole africane in legno, qualche chimono. Per chi volesse saperne di più c’è anche un libro che ne narra le vicende: Barbara Trnovec, “The Endless Journey of Alma M. Karlin”. Altro personaggio che dimorò a Celje è il fotografo di origine cieca Josip Pelikan che lasciò moltissimi scatti alla città e di cui è possibile visitare il minuscolo laboratorio/museo.

Le Terme romane di Rimske Celje, borgo dal fascino mitteleuropeo, sorge a pochi chilometri di distanza dalle terme di Rimske Toplice e da quelle di Lasko, di origine romana. I centri termali in Slovenia sono molti ma le terme di Rimske mantengono ciò che promettono: le prime vasche risalgono al 39 a.C. e per secoli sono state frequentate esclusivamente dai reali e dalla nobiltà delle corti europee. Oggi Terme Rimske, aperta a tutti, comprende tre diversi alberghi e offre un centro benessere, saune e una grande piscina interna ed esterna con 7 vasche x idromassaggio. Ideale per rigenerare il corpo e l’anima.

La Capitale Verde della Slovenia

Dalla Slovenia orientale in un’ora di macchina circa si raggiunge Lubiana. La capitale Verde d’Europa, titolo conquistato nel 2016, ne ha fatto una destinazione privilegiata del turismo sostenibile, come sottolineano orgogliosamente gli abitanti. Dal Castello di Lubiana si coglie, a colpo d’occhio, tutta la città: il fiume Ljubljanica, da cui prende il nome appunto la capitale slovena, il ponte Triplo, l’opulenta cattedrale di san Nicola fino alle verdi colline circostanti il Parco di Tivoli.

I Ponti di Lubiana

Anche a Lubiana seguiamo le orme di un figlio illustre, l’architetto Joze Plečnik.

E partiamo dal Ponte dei Draghi, simbolo della città. Il nome deriva dalle statue dei draghi alati, quattro sculture un po’ inquietanti che capeggia-

no gli accessi e “sorvegliano” coloro che attraversano il ponte. Tradizione vuole che sbattano le ali al passaggio delle fanciulle vergini. Ma non è finita qui: la leggenda narra che fu il mitico eroe greco Giasone a fondare un primo insediamento quando con gli Argonauti risalì la Saba e raggiunse questi territori e il Ljubljanica dove uccise il drago alato che vi dimorava.

Sempre a piedi, in pochi minuti, si raggiunge il Ponte Triplo. Musicisti ed artisti di strada allietano giorno e notte la passeggiata: i tre ponti sono oggi pedonali come tutta l’area che li circonda.

Il Mercato di Plečnik

Cuore di questa vivace città, tra palazzi barocchi e art Nouveau, è il mercato, anch’esso disegnato da Plečnik, luogo di attrazione turistica dal 1944. La parte all’aperto ospita linde bancherelle di fiori e frutta oltre ad una grande varietà di street food. La parte coperta invece offre un bellissimo affaccio sul fiume e il mercato del pesce. Dulcis in fundo fate una rigenerante passeggiata nel Parco cittadino di Tivoli: oltre 510 ettari di piante, fontane, piscine, aree fiorite. L’ingresso è libero e il parco è aperto 24h su 24.

www.slovenia.info/it

102 n. 2 Maggio 2023
viaggi
di anna maria catano

Quando il turismo sceglie l’eccellenza LUXURY pL aces

Natiia Relais

Ritorno alla natura

Natiia - un nome insolito che riassume la filosofia dei fondatori del Relais. Aperto a Lazise (VR) un anno e mezzo fa dai cugini Luca Pannone e Zeno Russo, Natiia Relais è sinonimo di cultura rurale e sostenibilità senza rinunciare allo stile, all’eleganza e ai comfort della vita moderna. A Natiia si vuole regalare agli ospiti un soggiorno memorabile in mezzo alla natura, senza dover rinunciare al comfort di un’area SPA con piscina coperta, sauna, bagno a vapore e doccia emozionale, oltre a diverse aree relax.

Natiia Relais non lascia nulla a desiderare. Dispone di dodici camere e suite progettate individualmente, circondate da dieci ettari di terreno con viste mozzafiato sul lago e tramonti da sogno. Una spaziosa piscina all’aperto con numerosi lettini e ombrelloni invita al relax. Nella proprietà si alternano viti e ulivi e si trova anche un orto coltivato in modo biodinamico. I prodotti raccolti nell’orto vengono trasformati in piatti deliziosi nel ristorante interno “Osteriia” dallo chef Andrea Vitali, che ha lavorato con diversi chef stellati nel corso della sua carriera. L’Osteriia è destinato principalmente agli ospiti della tenuta, che possono godere delle delizie culinarie del pacchetto “Breakfast and Fine Dining”, ma il ristorante è aperto anche agli ospiti esterni, in base alla disponibilità. Durante il giorno, gli ospiti possono scegliere diversi piatti con un menù da Bistrot.

A Natiia viene personalizzata la Votra vacanza con dei pacchetti ad hoc: dai tour in vigna alle degustazioni, fino ad una giornata rilassante presso le Terme del Garda prenotata direttamente dall’hotel.

Total Beauty Package

Periodo disponibile: dal 2 Marzo al 25 Giugno Oltre ai servizi inclusi nel soggirno i servizi previsti nel pacchetto sono:

- Bottiglia del nostro spumante rosè in camera all’arrivo accompagnato a delle fragole del nostro orto

- 2 facial treatment o relaxing massage

- Vitalis Herbal Tea

Prezzo pacchetto per 2 notti per 2 persone a partire da Euro 714,00

Per maggiori informazioni: natiia.com. Telefono +39 045 8240690; info@natiia.com

qui si mescolano la raffinatezza con la semplicità, la tradizione con l’eleganza e la cura dello spirito con quella del corpo.

viaggi

GRAND BAHAMA SPIRITO AUTENTICO

A partire dal 22 giugno raggiungere Grand Bahama sarà facile come… prendere un volo diretto da Milano Malpensa e approdare a Freeport, la vivace e stimolante capitale dell’isola, dove tutto ha inizio: la vacanza perfetta per tutti, dalle coppie alle famiglie, dagli appassionati di sport agli amanti della natura, è più vicina di quanto si pensi.

C’è una risposta per tutti, sull’isola di Grand Bahama: non importa chi sei o da dove vieni, adorerai lo spirito e la cultura dell’isola, la proposta estremamente varia di attività a contatto con la natura e il mare, il litorale protetto dalla barriera corallina, aspetti così peculiari dell’isola e di tutto l’arcipelago delle Bahamas.

Unitamente al comodo volo diretto operato da Neos dal 22 giugno prossimo al 7 settembre 2023, l’opportunità da non perdere questa estate la offre il leader indiscusso delle vacanze all inclusive in villaggio, Bravo con il Viva Fortuna Beach: la soluzione, caratterizzata da meravigliosi panorami marini, garantisce la giusta tranquillità per un soggiorno piacevole anche grazie all’ampia scelta di intrattenimenti guidati dall’équipe di animatori parlanti italiano.

Inoltre, non c’è momento migliore del 2023

per visitare Grand Bahama: questo, infatti, è l’anno delle celebrazioni dei 50 anni dall’indipendenza delle isole delle Bahamas e si prevede un calendario fitto di appuntamenti culturali.

DA NON PERDERE

La passerella del Lucayan National Park ti farà attraversare tutti gli ecosistemi di Grand Bahama. Se puoi, visita il parco con la bassa marea, quando si può apprezzare la vista di Gold Rock Beach. Il Lucayan National Park protegge uno dei sistemi di grotte sottomarine più estesi al mondo, resti preservati degli indiani Lucayan e ambienti naturali come foreste di pini, insenature di mangrovie e barriere coralline.

L’Heritage Trail rappresenta l’azione della natura sull’isola di Grand Bahama: il vecchio sentiero sterrato era la principale arteria di trasporto dell’isola; una volta abbandonato, la natura si è re-impossessata dei suoi spazi. Lungo circa 8 chilometri, mostra un’impressionante varietà di piante, uccelli e farfalle, il sentiero è il luogo ideale per passeggiate felici!

Il Peterson Cay National Park è uno dei parchi nazionali più piccoli delle Bahamas ma

offre l’opportunità di apprezzare la bellezza dell’isola da un diverso punto di vista. Dalle profondità delle acque turchesi, facendo snorkeling attraverso colorate barriere coralline potrai osservare banchi di pesci tropicali e altre specie marine. Un sito interessante per lo snorkeling è Deadman’s Reef, dove recentemente sono state fatte importanti scoperte riferite agli indiani Lucayan: una meravigliosa esperienza di archeologia subacquea!

La più settentrionaLe di tutte, Grand Bahama è L’isoLa daLLo spirito amichevoLe, daLLa vivacità spiazzante e Generosità autentica, Le cui coste e BeLLezze naturaListiche sono state meta di espLoratori per oLtre 7.000 anni.

n. 2 Maggio 2023
a cura DI m.t. san juan
BMOT Freeport Garden Lucayan

a convincervi per un viaggio a grand Bahama ci pensa il comodo volo diretto neos e la formula Bravo viva fortuna Beach.

Un ecosistema così ricco e così, al contempo, delicato, ha bisogno di tutela e di progetti di salvaguardia. Un’iniziativa su tutte è Coral Vita: nel 2018, Sam Teicher e Gator Halpern, i fondatori, hanno avviato un vivaio di coralli nell’isola di Grand Bahama per arginare le conseguenze del cambiamento climatico alle Bahamas. La struttura funge anche da centro didattico su flora e fauna marine e ha guadagnato fama come attrazione turistica.

Dalla natura alla cultura, nascosta dietro le maschere del festival Junkanoo, celata nelle pennellate di un dipinto a olio su tela o negli intagli di una scultura in legno. Per le anime artistiche, Grand Bahama offre numerose gallerie d’arte: al mercato di Port Lucaya, nella Leo’s Art Gallery i vivaci dipinti di Leo Brown illustrano la vita sull’isola.

Inaugurato l’8 agosto 2022, il Bahamas Maritime Museum a Freeport, Grand Bahama, racconta per la prima volta la storia della ricca eredità marittima delle Bahamas. Tra le centinaia di isole e isolotti, il mare ha sempre definito la storia delle Bahamas dai nativi Lucayan agli orrori della tratta degli schiavi sino alle flotte del tesoro spagnolo e alla repubblica dei pirati.

Il Museo Marittimo delle Bahamas approfondisce questi temi, partendo dal gioiello della corona naufragato e infine, restituito dal mare: i resti del galeone spagnolo Nuestra Señora de las Maravillas (Nostra Signora delle Meraviglie), perso al largo delle isole settentrionali il 4 gennaio 1656.

Un viaggio alle Bahamas non si può dire tale senza l’esperienza del Fish Fry, chioschi dall’aria informale presso i quali si possono

gustare le specialità bahamiane. I frutti di mare e il pesce sono l’alimento base della cucina, in particolare lo strombo (conch – si pronuncia ‘konk’), un mollusco dalla carne soda e bianca, utilizzato in una varietà infinitamente fantasiosa di piatti: servito crudo, spruzzato di lime e spezie, il conch è l’emblema della freschezza, ma può anche essere fritto, cotto al vapore o in deliziose frittelle accompagnate da una salsa rosé.

A Grand Bahama puoi fare l’esperienza del Fish Fry il mercoledì a Smith’s Town.

BRAVO VIVA FORTUNA BEACH

Il motto delle Bahamas è “Da noi è meglio” e il Bravo Viva Fortuna Beach, con la sua spiaggia bianchissima e il mare dai colori intensi, conferma appieno l’affermazione legata all’arcipelago caraibico. La struttura, della catena alberghiera Viva Resorts, è ospitata sull’isola di Grand Bahama e dista solo 18 chilometri dall’aeroporto di Freeport. Si compone di 274 camere, quattro ristoranti e, insieme a meravigliosi panorami marini, offre la giusta tranquillità per un soggiorno magico e allo stesso tempo divertente grazie all’ampia scelta di intrattenimenti organizzati dall’équipe di animatori sempre pronti a coinvolgere gli ospiti.

Inoltre, uno dei suoi punti di forza è il centro immersioni Viva Diving, certificato PADI 5 stelle, che propone corsi e uscite per principianti ed esperti.

QUOTA A PARTIRE DA € 1.840,00

Include: volo Neos Dreamliner 787 A/R

Milano MPX – Nassau e soggiorno di 7 notti - formula tutto incluso in doppia superior.Le escursioni si possono acquistare in loco presso l’assistenza:

PETERSON’S CAY - Mezza giornata

Il Parco Nazionale di Peterson’s Cay, protetto dal 1968, si trova a 20 minuti di navigazione dalla spiaggia dell’hotel. É un’isola molto piccola e ricca di punti d’interesse; dopo la visita di quest’ultima, attività di snorkelling nella barriera corallina a bassa profondità.

PIRATES BEACH, PARCO NAZIONALE

LUCAYAN E GOLDEN ROCK - Mezza giornata

L’escursione include l’ingresso al parco nazionale di Lucayan, dove si può entrare nelle caverne, usate come rifugio dagli indiani Lucayan ai tempi di Cristoforo Colombo, e la visita a Gold Rock, la famosa spiaggia dove hanno girato il film Pirati dei Caraibi. Quota a persona a partire da € 61.

JEEP SAFARI - Giornata intera

Visita a Gold Rock Beach e Lucayan National Park, e il parco botanico Garden of the Groves. A partire € 98.

BAGNO CON I MAIALINI - Mezza giornata

La nuotata in compagnia di simpatici maialini e a seguire, relax sulla lunghissima spiaggia di sabbia bianca e sul rientro la visita di una delle più antiche comunità dell’Isola: Eight Mile Rock. Da € 98.

LE ISOLE BAHAMAS

Con oltre 700 isole e isolotti e 16 destinazioni insulari uniche, le Bahamas si trovano a soli 80 km dalla costa della Florida e offrono una facile e accessibile fuga dalla quotidianità. Le isole delle Bahamas offrono attività di pesca, nautiche, immersioni, birdwatching e molto altro di livello mondiale, migliaia di chilometri di acque tra le più spettacolari della terra e spiagge incontaminate, che aspettano famiglie, coppie e amanti dell’avventura. Esplora tutte le isole bahamas.com/it o su Facebook, YouTube o Instagram per vedere perché “E’ meglio alle Bahamas!”

Maggiori informazioni

sulle isole Bahamas e Grand Bahama: bahamas.com/it , Facebook, YouTube e Instagram www.bahamas.com/islands/freeportgrand-bahama-island https://www.grandbahamavacations. com/

107 n. 2 Maggio 2023
BMOT Freeport Garden Lucayan

I LOVE COOKING

Ricette speziate

POLPO CARCIOFI E CURRY

Ingredienti: 600 grammi di polpo, 2 carciofi, 2 cucchiai da tè di curry, 1 presa di sale dell’Himalaya (rosa), 1 presa di Pepe nero, 1 cucchiaio da tavola di olio extravergine d’oliva

Pulite e lavate il polpo. Lessatelo per circa 30 minuti in acqua bollente, poi fartelo raffreddare nella sua acqua di cottura. Pulite i carciofi e tagliateli a fettine sottili. Rosolateli in padella con un filo di olio evo. Aggiungete una macinata di sale rosa, pepe e due cucchiaini di curry. Tagliate il polpo a pezzi. Unite il polpo ai carciofi in padella insieme ad un goccio di acqua calda per far amalgamare bene il curry. Lasciate insaporire qualche minuto. Servite con un filo di olio a crudo sopra.

MAIALE SALTATO FUNghI E ZENZERO

Ingredienti (2 psr): 350 gr di polpa di maiale, 150 gr di funghi in barattolo, 4 cucchiai di salsa di soia, 1 cucchiaio di nam pla (salsa di pesce), 1 spicchio d’aglio, 2 cucchiai d’olio, 1 cucchiaino di zenzero, 20 gr di farina, 1 cipollotto, 1 peperoncino fresco, pepe

Tagliate la polpa di maiale a tocchetti e passateli nella farina. In una wok far scaldare l’olio e far rosolare uno spicchio d’aglio. Sollevate lo spicchio d’aglio e aggiungere i tocchetti di maiale, fateli saltare per un paio di minuti e aggiungete i funghi. Aggiungete lo zenzero grattugiato e fate saltare il maiale con i funghi ancora per un paio di minuti. Abbassate la fiamma e aggiungete la salsa di soia, la salsa di pesce e 3 cucchiai di acqua bollente e fate cuocere fino a che la salsina non si sarà ristretta. Aggiungete pepe e servite.

POLLO CON CURCUMA, RISO BASMATI E VERDURE

Ingredienti: 400 g di petto di pollo, 360 g di riso basmati, 2 carote, 2 scalogno, 2 zucchine, 100 g di gagiolini, 0.4 litro di brodo, 2 albicocche, 0.5 cucchiaio da tè di curcuma macinata, 2 chiodi di garofano, 10 g di zenzero, pepe rosa, senape in grani, olio extravergine d’oliva, sale

Rosolare lo scalogno con un pò di olio. Aggiungere il riso, farlo tostare, sfumare con un po’ di vino bianco. Aggiungere il brodo, i chiodi di garofano, il pepe rosa e un pò di sale e i semi di senape. Mettere il coperchio e lasciar assorbire l’acqua a fiamma bassa. In una padella far rosolare l’altro scalogno, l’aglio e il pollo tagliato a pezzetti. Quando la carne sarà rosolata, toglierla dalla padella. Nel fondo di cottura aggiungere le verdure e lo zenzero tagliati alla julienne e cuocerli con un goccio di brodo, curcuma e peperoncino. Unire poi il pollo e le albicocche e lasciar andare, sale e pepe.

CAROTE SPEZIATE

Dopo il successo della prima serata in cui le pizze di “081”, sono state sapientemente abbinate ai succhi realizzati da Giulia Caffiero, la pizzeria di Melegnano, torna con un nuovo appuntamento il prossimo 17 maggio durante il quale, protagonista indiscusso, insieme alla pizza, sarà lo champagne della maison Vueve Clicquot. Per un nuovo ed originale pairing, il prossimo 17 maggio alle ore 20.00, “081” di Melegnano (Via Castellini 31) ospiterà quindi Carola Braggio, senior brand manager della maison Vueve Clicquot, che guiderà gli ospiti nella degustazione e nell’assaggio di 4

diversi champagne abbinati ad un menù composto dalle pizze di Francesco Saggese. La pizzeria 081 di Melegnano nasce da un’idea di Davide e Francesco Saggese, due fratelli originari di Torre Annunziata, città in cui hanno trascorso i primi anni della loro vita per poi trasferirsi con la famiglia a Milano. 110 coperti, un locale moderno, ma soprattutto pizze realizzate con lievito madre, farina macinata a pietra ed ingredienti freschi e genuini, in prevalenza, tipicamente napoletani tra cui spiccano soprattutto il basilico e la mozzarella di Bufala.

1 chilo di carote, 1 litro di aceto di mele, 400 grammi di zucchero di canna, ½ cucchiaio da tavola di pepe nero, in grani, 10 chiodi di garofano, 50 g di uvetta/ uva passa, 50 g di pinoli, 100 g di olio di oliva, sale

Raschiate e tagliate a rondelle le carote in una teglia ricoperta con carta da forno. Cuocetele in forno a 150° per 20 minuti. In una casseruola mettete l’aceto, lo zucchero, i grani di pepe e i chiodi di garofano e portate tutto a ebollizione. Unite quindi le carote, il sale e la noce moscata. Coprite la pentola e fate cuocere per 15 minuti. Aggiungete l’uvetta, i pinoli e l’olio e fate cuocere altri 3 minuti. Riempire i vasetti sterilizzati con le carote, le spezie e il loro liquido di cottura. Conservate i vasetti al buio in un luogo fresco. Consumate le carote speziate entro tre mesi.

PIZZA E ChAMPAgNE DA “PIZZERIA 081” escursioni Gourmet
di flora lisetta artioli
NUOVO PAIRINg

iL SUiNo Nero

viaggio attraverSo La maSSima qUaLità deLLa eNogaStroNomia aLpiNo-mediterraNeo-aSiatica

Quellenhof Gourmetstube 1897: parliamo del “Psaier Meets the World”, un menù primaverile che esprime il senso della filosofia di chef Mayr. Si parte dall’astice con carota dolce, riso e uovo di quaglia passando alle capesante con uova di Termeno e carciofo dell’Alto Adige, oppure il “Beuscherl”, ovvero granturco con uovo biologico e tartufo nero.

a tUttofood

Sarà presentata a Tuttofood, la fiera agroalimentare che si terrà a Milano dall’8 all’11 maggio, la gamma di prodotti “Re Nero 100% puro Suino Nero Italiano”. Si tratta del primo marchio collettivo nazionale in zootecnia, approvato dal Ministero delle Imprese lo scorso anno e che si accinge ad entrare in commercio con la certificazione di Agroqualità, ente certificatore del gruppo Rina e del Sistema Camerale Italiano. Ben cinque razze – Suino nero di Calabria, Nero dei Nebrodi, Casertana, Cinta senese e Mora romagnola – presenti in sette regioni: EmiliaRomagna, Toscana, Campania, Puglia, Basilicata, Sicilia e ovviamente Calabria.

“Si tratta di una riscoperta di produzioni di alta qualità e ad alto valore aggiunto che si candidano ad interpretare appieno le nuove tendenze di consumo in tema di sostenibilità ambientale, benessere animale e gusto autentico – dichiara

Anna Madeo, presidente di Filiera Madeo capofila Rete Nazionale del Suino Nero Italiano – Preserviamo la biodiversità e la purezza di razze pregiate di suino nero, presenti nei diversi territori della nostra filiera da oltre 2.700 anni, sin dagli antichi Greci e Romani. Un patrimonio gastronomico inestimabile da valorizzare”.

Il marchio “Re Nero” è il frutto del progetto “Filiera Suino Nero Italiano”, promosso dall’associazione di categoria Agrocepi e vincitore del IV bando del Ministero dell’Agricoltura sui Contratti di filiera e di distretto.

graNde

Vermiglio, rubino o porpora. Ha le bolle. È il Lambrusco! Un calice di Lambrusco, inconfondibile ed estremamente versatile, è capace di soddisfare le esigenze del bere moderno e di mettere d’accordo quattro province: Mantova, Modena, Parma e Reggio Emilia sono unite indissolubilmente da questo vino-simbolo. È un vino contemporaneo che si rivela adatto anche a chi fa della sostenibilità ambientale e della territorialità una filosofia di vita e di consumo.

L’ottava edizione di Lambrusco a Palazzo è stato un grande successo e l’Abbazia di Polirone a San Benedetto Po (MN), complesso monastico datato XI secolo, ha accolto i Lambruschi di eccellenza, l’Olimpo dei Lambruschi. Il 6 e il 7 maggio i chiostri dei Secolari e di San Simeone, location cadenzata e ritmata da archi e mattoni, sono stati colorati da 150 etichette di Lambrusco in tutte le sue sfumature e sfaccettature, ideale sia per esperti che per appassionati.

L’evento è stato organizzato da ONAV Mantova e La Strada dei Vini e Sapori Mantovani con il patrocinio e la collaborazione del Comune di San Benedetto Po, un sodalizio che unisce in un abbraccio cibo e vino della zona del mantovano, modenese, parmense e reggiano, culla del Lambrusco e di numerosi e gustosi prodotti tipici. Durante l’evento, infatti, è stato possibile assaggiare una

Per gli amanti del mare, il rombo, preparato con ostrica gillardeau, yuzu e cavolo rapa. Poi lo huco, ovvero pesce predatore dal grande sapore e qualità che si sposa perfettamente con un tocco asiatico dato dal cocco, dal cuore di bambù, dall’asparago di mare e dal gambero del mare glaciale artico. Nel menù primavera c’è anche il Wagyu dell’Alto Adige preparato con pastinaca, cipolla arrossita e porro. La cucina della Quellenhof Gourmetstube 1897 è caratterizzata anche dall’esperienza di Matteo Lat-

tanzi, maître-sommelier con cui, da oltre dieci anni, chef Mayr condivide la mission: Lattanzi conserva, nelle sue tre cantine, 20.000 bottiglie di ben 1.200 etichette diverse tra Italia, Alto Adige e alcune rarità risalenti agli anni Quaranta; il suo obiettivo? Trovare per ogni piatto l’abbinamento di vino migliore…

La primavera aL regio patio

Forse sarà la nuova cucina o forse sarà l’aria della primavera... quest’anno lo Chef Andrea Costantini porta in carta una grande ventata di novità.

Al Regio Patio vengono proposte come di consueto 3 diversi percorsi: Autoscatto, il più libero e giocoso, Garda 100% ispirato dalle suggestioni e dai prodotti del meraviglioso territorio lacustre e Orto dedicato all’elemento vegetale, grande protagonista della cucina del Regio Patio. E’ inoltre sempre disponibile la scelta à la carte nelle formule 2 o 3 piatti più un dolce.

In sala ritroverete ad accogliervi il maître e sommelier Nicola Tumicelli, che vi condurrà tra vini e piatti con professionalità e simpatia.

Per chi vuole godere anche degli altri servizi del Regina Adelaide, magari in una giornata di tempo incerto, niente di meglio dei pacchetti SPA & Cena assolutamente da provare.

specialità gastronomica d’eccellenza a cura della Pro Loco Teofilo Folengo: il salame cotto sotto la cenere di San Benedetto Po, unico nel suo genere per armonia di sapori e modalità di cottura caratteristica.

Dopo tre anni di pausa, l’edizione del 2023 è stato un vero e proprio inno all’autenticità e alla naturalezza grazie anche all’area “Indigeno” dedicata all’assaggio di Lambruschi bio prodotti con lieviti spontanei autoctoni, provenienti dalle 4 province. Sono Lambruschi ancestrali, strettamente legati ai processi naturali di fermentazione, che danno vini diversi l’uno dall’altro e diversi da loro stessi di anno in anno.

forSt e gLi aLpiNi

Dopo il grande successo riscosso dall’Adunata degli Alpini di Vicenza (nel 1991) e di Bolzano (nel 2012), Birra FORST è diventata partner ufficiale in occasione dell’Adunata Alpini 2018 a Trento, nel 2019 a Milano e nel 2022 a Rimini.Anche quest’anno tornerà al fianco degli Alpini per la 94° edizione in programma a Udine. Si tratta di un sodalizio importante, che sottolinea la vicinanza di Birra FORST allo storico Corpo degli Alpini, con il quale condivide da sempre l’attenzione per la natura e l’ambiente, la solidarietà e il legame con il territorio. La condivisione di questi valori trova conferma nei fatti, perché Birra FORST è da sempre impegnata nella solidarietà, sostenendo progetti di diverso genere, soprattutto in Alto Adige, con iniziative proprie, come la raccolta di fondi o progetti a sostegno delle persone più fragili.

111 n. 2 Maggio 2023
IL BUONGUSTAIO
protagoNiSta
SUcceSSo per LambrUSco a paLazzo

ArmAni/ristorAnte milAno in menù la primavera

a cura di marco morelli

La primavera fa il suo ingresso nel nuovo menu di Armani/Ristorante situato al piano 7 dell’omonimo hotel di via Manzoni, 31. Guidatodall’Executive Chef Francesco Mascheroni, la carta ripropone “La mia cucina vegetale”, “Presente” e “Tradizione in evoluzione”, tre percorsi di degustazione in equilibrio tra tecnica, tendenze e ispirazioni locali che accolgono accenti di cucine internazionali.

Asparagi (bianchi, lattuga e yuzu), Piselli (latte di cocco, riso soffiato), Melanzana (miso, basilico, mandorle) sono alcuni piatti che compongono “La mia cucina vegetale” un menu composto da sei portate dove merita una nota lo Spaghettone (di Gragnano Gentile, datterino giallo, Parmigiano Reggiano 90 mesi) un goloso invito a fare la scarpetta. La particolarità di questo menu è che ogni piatto, se richiesto, può diventare vegano. “Tradizione in evoluzione” accoglie sei pietanze, rivisitazioni originali di piatti tipici, di territorio, come Aspic (di lingua di vitello e tonno rosso, mela verde, uova di trota, capperi di Pantelleria), Riso (“erburin”, anguilla affumicata alla soia), Come una Lasagna (ragù d’anatra, curry verde, coriandolo e lime) o la Trippa (di mare alla milanese, salsiccia Piemontese, fave, merluzzo nero) solo per citarne alcuni. Infine “Presente” una proposta di sette piatti, sintesi del pensiero gastronomico attuale dello chef che si sposa con gli ingredienti di stagione. Tante suggestioni e creatività che abbracciano piatti di terra come Agnello (cotto in casseruola, lattuga ai carboni, fondo ristretto), Vitello (animelle, asparagi, spugnole, aglio orsino) e di mare, tra cui Dim Sum (arrosto, zenzero, kimchi consommé, ostrica Gillardeau, pera nashi), San Pietro (burro bianco al wasabi, radice di prezzemolo).

Lo stile essenziale dello chef si traduce in una cucina senza confini per idee e materie prime, dove il minimo comune denominatore è la semplicità. Una semplicità solo apparente, che si esprime in piatti che catturano per la bellezza riempita di contenuto. I contorni nitidi e i sapori complessi tracciano la strada per arrivare al gusto puro dell’ingrediente.

Per informazioni e prenotazioni:

+39 02 8883 8703

ristorante.milan@armanihotels.com

Armani/Ristorante è aperto dalle 19.30 alle 22.30, chiuso la domenica e il lunedì sera.

112 n. 2 Maggio 2023
ristoranti

Portico 84 coffee&co enogastronomia, creatività, design

Urban Hive Milano presenta Portico 84

Coffee&Co., il nuovo ristorante all day dove enogastronomia, creatività e design, si uniscono, per definire un nuovo livello di cucina contemporanea. Si amplia così l’offerta del nuovo hotel 4 stelle aperto a gennaio in Corso Garibaldi, nel quartiere dal fascino bohémienne di Brera, mix di arte, moda, estro e creatività, che diventa anche il nuovo place to be per colazioni di lavoro, pranzi e cene ed eventi privati per gli avventori milanesi ed internazionali.

UN NUOVO CONCEPT GASTRONOMICO:

LO “STILE LIBERO”

Il concept dell’offerta gastronomica di Portico 84

Coffee&Co., firmata da Dom Carella, volto noto della scena gastronomica milanese, si basa sullo Stile libero: una proposta creativa, divertente e versatile, pensata per adattarsi ad ogni momento della giornata e a bisogni diversi, andando incontro alle differenti esigenze del cliente che può selezionare e riorganizzare l’ordine delle portate grazie ad una struttura più “libera” della carta. Dalla prima colazione a un veloce pranzo di lavoro, dai piatti all day a un aperitivo leggero, fino a cena il nuovo ristorante del cuore di Brera regala un’offerta completa, in un’atmosfera moderna e cosmopolita, dove l’ospite potrà creare diverse esperienze di condivisione intorno al cibo, vivendo momenti del tempo libero, dello svago, dell’incontro a due, o occasioni più formali.

La proposta food & beverage di Portico 84 Coffee&Co., è caratterizzata da una carta in linea con le stagionalità dei prodotti che si basa sulle disponibilità delle materie prime, che variano a seconda dell’offerta del mercato, dando forma a un’idea di una cucina fondata sul ritmo delle stagioni, dove lo stile estetico si fonde alla qualità assoluta del prodotto. Per sviluppare la proposta gastronomica Dom Carella si è affidato a piccoli produttori che si trovano attorno alla cerchia cittadina, concentrando così l’offerta sul tema della filiera corta e creando per gli ospiti un viaggio nel gusto e nei territori di produzione.

IL MENÙ

Il menù reinterpreta la tradizione legata “alla milanesità”, proponendo in chiave contemporanea alcuni dei capisaldi dell’offerta gastronomica meneghina dalla “Cotoletta alla Milanese” al “Risotto allo Zafferano, Fondo Bruno e Gremolada” fino ai “Mondeghili con Maionese allo Zafferano”. Piatti

che non solo soddisfano il palato ma che arricchiscono l’esperienza dell’ospite attraverso la ricerca di sapori tradizionali con un pizzico di estro. Aggiungono al menù un tocco internazionale la “Cheviche di Pesce” che varia in base alla disponibilità del mercato e il “Tacos, Hummus di Ceci, Tofu marinato, Crumble Al Pimenton e Semi, polvere di Barbabietola”.

La carta si articola in Snack, Bar Food, Main Course e Dessert. Perfetti da condividere, gli Snack come “Chips di Patata, Tartufo e Parmigiano” sono pensati per stuzzicare l’appetito. Ideali per un pranzo leggero o per un aperitivo sono i Bar Food dove l’offerta spazia tra il Vitello Tonnato Rivisitato, la Pizza al Tegamino con Bresaola, Salsa verde e Parmigiano, e la Focaccia Riso Venere con Carne Cruda, Spinaci freschi e Fonduta di Pecorino. A questi si aggiungono i Main, portate principali pensate per un pranzo o una cena completa, come lo “Spaghetto Clorofilla Di Rucola, Bisque E Tartare Di Gamberi, Crumble Di Pane e Chips Di Verdure” e “Tartare Di Manzo, Pastinaca al Porto, Fonduta di Pecorino E Pane”, per concludere in dolcezza “Panna cotta, Aceto Balsamico, Polvere di Barbabietola”, “Waffle, Gelato alla Vaniglia e Macedonia di Frutta”.

L’AMBIENTE

Portico 84 Coffee&Co. è situato all’interno della lobby di Urban Hive Milano, hotel 4 stelle che porta in Corso Garibaldi lo spirito e il sapore di una città che rielabora costantemente le proprie radici per farne messaggio, segno, servizio, occasione di interpretare il tempo. Nasce così un luogo dal mood informale, pieno di colore e personalità, in cui convivono i simboli del passato e l’anima moderna di Milano. Le scelte per il progetto d’interni

e per la soft decoration, progettato dallo studio di architettura Vudafieri-Saverino Partners, reinterpretano in chiave contemporanea la tradizione del design “alla milanese”, mentre l’identità visiva dalla forte impronta eclettica, vivace e moderna, è stata affidata a 150UP. Intenso e di grande impatto estetico è il tono del blu Pavone del bancone semi-circolare realizzato in noce canaletto, con il top in marmo, finiture in ottone e disegnato con motivi geometrici a losanghe che richiamano la nuance cromatica delle pareti.

L’obiettivo di Urban Hive Milano per Portico 84 Coffee&Co. è di creare un luogo integrato con il contesto, per definire un nuovo affaccio nel cuore di Milano che possa offrire esperienze e in cui i viaggiatori riescano a sentirsi parte di una comunità locale.

113 n. 2 Maggio 2023
ristoranti
a cura di marco morelli Ph.MattiaRossi Ph.Mattia Rossi Ph.Mattia Rossi

quattro chef una filosofia

Non un solo chef, ma ben 4 a tirare le redini della cucina del Cyprianerhof Dolomit Resort, hotel 5 stelle circondato dalle meravigliose montagne del Parco Naturale Sciliar-Catinaccio.

Fondato nel 1962 dalla famiglia Damian, l’hotel Cyprianerhof è caratterizzato da un forte legame con la natura e l’ambiente declinato in tutte le scelte attraverso un impegno quotidiano concreto nel campo della ecosostenibilità, che ritorna nella filosofia di una cucina genuina e al tempo stesso creativa, nell’impegno finalizzato a evitare ogni tipo di spreco e nell’impiego di prodotti locali forniti direttamente da agricoltori e allevatori del territorio circostante.

Monika Damian, Marion Mahlknecht, Alessandro Plotegher e Alessandro Salvador: quattro chef dai percorsi di vita e formativi diversi, che da oltre 10 anni lavorano fianco a fianco nella cucina del Cyprianerhof Dolomit Resort.

Aperto a cena solo per gli ospiti, l’hotel ha una proposta gastronomica che con notevole creatività riesce a spaziare tra ricette della tradizione locale, profumi mediterranei e sapori esotici. Il menù serale è composto da quattro portate con almeno due opzioni di scelta, tra cui una ricetta vegetariana e una di cucina regionale, e viene stilato il giorno prima dalla chef Monika Damian sulla base degli ingredienti disponibili, cercando di evitare ogni tipo di spreco attraverso la continua ricerca di nuovi metodi e possibilità per usare ogni parte dell’alimento, anche ciò che di norma è considerato scarto.

Qualità, gusto, stagionalità e regionalità sono le parole chiave che guidano l’operato dei 4 chef, ognuno con la propria specializzazione: Alessandro Salvador per i primi, Alessandro Plotegher per i secondi e Marion Mahlknecht nel reparto pasticceria, mentre Monika coordina il tutto e stila il menù giornaliero sulla base delle idee e delle proposte del team.

L’obiettivo che li unisce è quello di rispettare la qualità delle materie prime, valorizzando i sapori della tradizione locale con impiattamenti creativi e colorati e – quando arriva la stagione primaverile ed estiva – i freschi profumi delle erbe di montagna.

I piatti sono accompagnati da una selezione di vini prevalentemente locali e nazionali, curata dalla sommelier Silvia Bertoncello. Nella cantina del Cyprianerhof Dolomit Resort sono presenti circa 400 etichette: si tratta per la maggior parte di vini altoatesini, ma non mancano i pezzi forti delle varie regioni italiane, a rappresentare le varie sfaccettature della produzione vinicola nazionale. Infine, una nutrita rappresentanza di vini internazionali, tra Francia, Spagna, Cile, Sudafrica, California, Germania e la contermine Austria. Ogni settimana, la sommelier apre le porte della cantina per una degustazione guidata di vini e specialità gastronomiche dell’Alto Adige.

Al Cyprianerhof Dolomit Resort anche l’alimentazione aiuta a ritrovare il benessere a contatto con la natura. L’hotel fa parte del gruppo Vitalpina Hotels Südtirol, una cooperazione che promuove lo stile di vita alpino: movimento nella natura, dieta sana e gustosa e un programma benessere energizzante sono i tre cardini di questa filosofia. Inoltre, la famiglia Damian è tra i fondatori del gruppo dei Wanderhotels, che riunisce i migliori hotel per escursioni e vacanze attive nelle Alpi, e può fregiarsi del titolo d’eccellenza dei 5 cristalli. Membro dei prestigiosi Belvita Leading Wellnesshotels Südtirol, ha ricevuto anche il Travellers’ Choice Award di Tripadvisor.

114 n. 2 Maggio 2023
ristoranti
a cura di marco morelli

Presentata la Guida extraverGini 2023 di slow Food

«Tutelare e promuovere l’olivicoltura italiana di qualità, un patrimonio di cultivar, paesaggi e cultura del Mediterraneo che difende l’ambiente e la biodiversità. Con questo obiettivo 24 anni fa abbiamo pubblicato la prima edizione della Guida agli Extravergini di Slow Food, uno strumento indispensabile per rendere i consumatori consapevoli delle proprie scelte che si rivela ancor più utile oggi, che il settore vive un momento di estrema sofferenza, per via della crisi climatica e di processi di industrializzazione che privilegiano quantità a basso prezzo e bassa qualità. - ha dichiarato Federico Varazi, vicepresidente di Slow Food Italia in occasione della presentazione della 24esima edizione della guida edita da Slow Food Editore che si è tenuta oggi al Santuario di Ercole Vincitore a Tivoli -. Oltre alla Guida, Slow Food ha istituito già nel 2015 un progetto di tutela recentemente rinnovato nel nome e negli obiettivi: cuore del Presidio degli Olivi secolari è infatti la salvaguardia di questi olivi e il lavoro degli olivicoltori che si prendono cura di cultivar autoctone con il massimo rispetto del loro territorio, gestendoli senza fertilizzanti di sintesi e diserbanti chimici».

A confermare le difficoltà del settore anche la campagna olivicola 2022: la crisi climatica è qui e ora. «Scarsità di piogge, temperature elevate e recrudescenze della mosca dell’olivo hanno comportato una flessione della produzione italiana del 37% - ha affermato Francesca Baldereschi, curatrice della Guida agli Extravergini -. Osservatorio del patrimonio produttivo nazionale, la guida ci permette di valorizzare gli aspetti più positivi e affascinanti dell’olivicoltura italiana, come la presenza dei giovani produttori, portatori di una rinnovata coscienza ecologica e il costante aumento delle aziende bio. E poi la passione per l’infinita gamma di monovarietali, con cui i produttori educano e attraggono il consumatore più attento alla diversità, provando a strapparlo dall’idea di un prodotto standardizzato e globalizzato, solitamente a basso prezzo».

Riconoscimenti e menzioni speciali

Come di consueto, la presentazione della guida è stata l’occasione per riconoscere il grande lavoro che gli olivicoltori compiono quotidianamente. Dopo quattro anni dalla sua istituzione, il premio dedicato a Diego Soracco, attivista Slow Food e grande appassionato ed esperto di olio, per lunghi anni curatore della Guida agli Extravergini, torna nella sua amata Liguria, regione che ha sofferto più di altre gli effetti del cambiamento climatico. Il premio è stato consegnato da Federico Fusari, Direttore generale di Ricrea, a Chiara e Claudio dell’Azienda Pedro, che nel Savonese hanno deciso di percorrere la strada della biodiversità, producendo con coraggio oli monocultivar da varietà quasi dimenticate, per ricordare che di fronte alle difficoltà l’olivo ha sempre dimostrato di trovare la soluzione per resistere.

Nell’edizione 2023 la guida continua a raccontare, in collaborazione con BioDea, la ricchezza e vitalità del panorama olivicolo italiano, attraverso i ritratti di chi ogni giorno si impegna per raggiungere la massima qualità, tutelando il connubio tra biodiversità e paesaggio. Sono cinque quest’anno le menzioni speciali assegnate durante la presentazione da Francesco Barbagli, Ceo di Bio-Esperia, titolare del marchio BioDea: Peter Radovič, che nonostante la giovane età gestisce la fattoria di famiglia ad Aurisina, nel Carso, confermandosi un grande interprete della cultivar Bianchera; Marco Rizzo, punto di riferimento per la riscoperta e la valorizzazione delle cultivar locali del Cilento; Maria Grazia Barone e l’azienda Arcaverde, per il recupero varietale eroico della Spezzanese, una cultivar autoctona e unica del territorio calabrese; i Fratelli Giaimo, che sulle alte colline delle Madonie, in Sicilia, realizzano extravergini eccellenti dalle olivete delle antiche varietà Crastu; infine I Tre Filari, azienda agricola biologica di Recanati in cui Stefano e la sua famiglia danno vita a monovarietali di altissima qualità valorizzando le varietà autoctone marchigiane.

I numeri della guida Giunta alla 24esima edizione, la guida recensisce 766 realtà tra frantoi, aziende agricole e oleifici, di cui 126 novità, e 1227 oli tra gli oltre 1600 assaggiati. Cresce il numero delle aziende - ben 531 gli oli segnalati - che certificano in biologico l’intera filiera e quello degli oli (175) del Presidio degli Olivi secolari. Non mancano i riconoscimenti classici: la Chiocciola indica le aziende (40) che si distinguono per il modo in cui interpretano i valori produttivi - organolettici, territoriali e ambientali - in sintonia con la filosofia Slow Food; il Grande Olio (81) è attribuito agli extravergini che si sono distinti per particolari pregi dal punto di vista organolettico e perché ben rispecchiano territorio e cultivar. A queste caratteristiche, il Grande Olio Slow (124), premia l’attività delle aziende che adottano pratiche agronomiche sostenibili per l’ambiente e per il lavoratore.

La guida, realizzata in collaborazione con Ricrea e Biodea, è disponibile sul sito di Slow Food Editore. Pagine: 448. Prezzo: 18 Euro.

L’accoglienza di Tivoli

La giornata si è aperta con i saluti istituzionali. A seguire il workshop sulla sostenibilità dedicato agli oltre 200 produttori presenti a Tivoli dal titolo Dalla natura per l’olivicoltura ambientalmente sostenibile a cura di BioDea. «L’ulivo è una specie eccezionale. Oltre a essere un punto di riferimento per la nostra storia e le nostre tradizioni, svolge un ruolo ecologico fondamentale nel sequestro del carbonio e nella difesa del dissesto idrogeologico - ha sottolineato Francesco Sottile, tecnico dei progetti biodiversità di Slow Food Italia -. Oggi è necessario evidenziare la relazione che deve unire olivicoltura, sostenibilità e agroecologia. Quest’ultima è capace di dare una prospettiva anche a un settore olivicolo sempre più in difficoltà ma non adeguatamente al centro delle politiche agricole italiane. Durante il convegno sono intervenuti Stefano Loppi dell’Università di Siena, e Francesco Barbagli, Ceo Bio-Esperia, che hanno presentato importanti soluzioni per chi vuole coltivare secondo il metodo agroecologico, sia per la qualità del prodotto che per la tutela ambientale. Luca Palazzoni, del Dipartimento di Economia Agraria dell’Università degli studi di Perugia, ha sottolineato l’importanza di guardare alla nuova Pac, un’opportunità per gli olivicoltori di accedere a misure mirate, anche di carattere ambientale.

116 n. 2 Maggio 2023
gusto

grande successo per evoè la focaccia di recco protagonista

Grande successo per “EVOÈ”, FESTIVAL DELL’ARTE GASTRONOMICA E DEL PRODOTTO D’ECCELLENZA che si è tenuto a Recco (Ge) lo scorso fine marzo 2023. Un’imponente e funzionale struttura allestita in Piazza Nicoloso antistante il palazzo Comunale (sedie a platea, salottino per interviste e area show cooking) è stato il fulcro dell’evento.

Grande la soddisfazione degli organizzatori che hanno potuto registrare un autentico boom di presenze e un parterre di stampa nazionale ed ospiti davvero incredibile.

“Evoè Festival” nella sua prima edizione ha registrato, infatti, la presenza di moltissimi visitatori affascinati dai cooking show dei migliori chef della zona nonchè dai racconti dei produttori di specialità DOP e IGP che portano nella propria denominazione protetta il nome del luogo da cui prendono origine ( Il Peperone di Pontecorvo DOP; il Salame d’oca di Mortara IGP; Roccaverano DOP; i Salumi DOP Piacentini) e di quelli certificati “Genova Gourmet”. Tra quest’ultimi citiamo Cascina Fornacia con il miele e conserve alle rose, ai frutti e ortaggi; Associazione produttori allevatori Razza Cabannina ARPAC; Daniel Fida con lo zafferano rosso, curry e aromatiche; Zafferano dei Giovi; Antichi ortaggi del

Tigullio: Gli orti di Cortino e I Tesori Di Levante; Nocciole Misto Chiavari: Pasticceria Barbieri e Cooperativa Borgonovo In esposizione anche le tre DOP liguri di Assaggia la Liguria, che è la kermesse ufficiale dei prodotti agricoli a Denominazione d’Origine del territorio ligure, un progetto di comunicazione armonico che racconta, insieme, i tre sapori simbolo: Basilico Genovese DOP, Olio DOP Riviera Ligure e vini DOP liguri Ovviamente non poteva mancare la preparazione della Focaccia di Recco con i maestri focacciai recchesi del Consorzio.

Per celebrare la prelibata ricetta è salito sul palco anche il presidente del Senato Ignazio La Russa (FdI) che ha onorato della sua inaspettata visita il Consorzio rappresentato da Lucio e Daniela Bernini, il sindaco Carlo Gandolfo, il deputato Matteo Rosso, gli assessori Simona Ferro e Augusto Sartori, il deputato Roberto Bagnasco, il vice presidente di Regione Liguria e assessore all’Agricoltura Alessandro Piana, l’europarlamentare Marco Campomenosi e l’assessore del Comune di Genova Francesca Corso. Da segnalare, infine, il video-saluto del ministro dell’Agricoltura Francesco Lollobrigida

“Siamo stravolti ma molto soddisfatti di que-

sto debutto per EVOE’” ha affermato Lucio Bernini, direttore del Consorzio. “La lista di istituzioni, aziende e persone da ringraziare è chilometrica ma per non dimenticare nessuno voglio ringraziare tutti coloro che ci hanno aiutati a realizzare con successo questo evento”.

Il merito dell’organizzazione dell’evento va al Consorzio della Focaccia di Recco col formaggio, che ha ottenuto nel 2015 il marchio

118 n. 2 Maggio 2023
a cura di m.t. san juan gusto
Il presidente del Senato Ignazio La Russa Da sx L. Bernini, C. Gandolfo, D. Bernini, A.Piana e Tinto Lucio Bernini Cesare Carbone del ristorante “Manuelina”

di tutela comunitario I.G.P. per il prodotto di cui porta il nome, con Regione Liguria, Comune di Recco, Camera di Commercio di Genova, FIPE-Confcommercio Liguria e FEPAGConfcommercio Genova. Molti i ristoratori protagonisti in preparazioni di ricette esclusive: The Cook Restaurant di Genova - chef Ivano Ricchebono; Boccon divino di Chiavari - chef Israel Feller; Gli Scogli di Chiavari - chef Alessandro Dentone; Le Cicale di Genova chef Matteo Costa; Insolita zuppa ristorantino di S. M. Ligure - chef Margherita Olivieri; Bruxaboschi di Genova chef Matteo Losio; Murena Suite di Genova chef Cristiano Murena; Zupp di Genova chef Paolino Paolo Ferralasco; Ortica di Pieve Ligure - chef Matteo di Moro; Il Genovese di Genova – chef Roberto Panizza; Trattoria dell’Acciughetta di Genova - chef Simone Vesuviano e Simone Rebora; Santa Monica di Genova - chef Simone Lolli; Da Lino di Recco - chef Marco Mura; Manuelina di Recco - chef Francesco Giurato e Giulia Sicano; Da Ö Vittorio di Recco - chef Federico Bisso; Vitturin 1860 di Recco - chef Umberto Squarzati; Alfredo di Recco - chef Fabrizio Passano; Da Angelo di Recco - chef Alberto Olivari; Del Ponte di Recco - Max De Ferrari e Nico Quartulli.

Non è mancata nemmeno una puntata delle eliminazioni del Campionato del pesto al mortaio con l’Associazione Palatifini

Le giornate hanno visto la sapiente regia dell’infaticabile Daniela Bernini, la pimpante conduzione del popolare Tinto, voce di radio Rai col programma Decanter, affiancato dagli appassionati interventi di Lucio Bernini. Info: www.focacciadirecco.it

Pagine FB. La festa della Focaccia di Recco oppure Focaccia DI Recco Instagram. focacciadirecco_igpo piano.

119 n. 2 Maggio 2023
Cena di Gala per la Stampa presso “Manuelina” Col mitico Tinto di Radio Rai La folla che ha costantemente seguito tutti gli eventi

i vincitori del campionato mondiale della pizza

Si è conclusa la 30esima edizione del Campionato Mondiale della Pizza, quest’anno sempre più internazionale con oltre 700 concorrenti pizzaioli provenienti da 52 Paesi del mondo. Migliaia di visitatori, foodies e addetti ai lavori, hanno affollato il Palaverdi delle Fiere di Parma dal 18 al 20 aprile, alla ricerca del miglior pizzaiolo del mondo e mosse dalla curiosità di conoscere un universo gastronomico sempre più in evoluzione. Oltre all’Italia, i Paesi più rappresentati sono stati Francia, USA, Portogallo, Spagna, Ungheria, Brasile e Polonia. Rispetto allo scorso anno si è registra la partecipazione di nuovi Paesi: quali Algeria, Cile, Egitto, Finlandia, Giappone, Guatemala, Kuwait, Messico, Principato di Monaco, Paraguay, Polonia, Porto Rico e Repubblica Ceca.

Durante la tre giorni di gare, pizzaioli e pizzaiole da tutto il mondo, si sono sfidati in oltre 1000 gare di cui 930 gare di cottura (Pizza Classica, Pizza senza glutine, Pizza Napoletana STG, Pizza in Teglia, Pizza in Pala) e gare di abilità (come Freestyle, Pizza più larga e Pizzaiolo più veloce) tra le quali sono stati decretati i migliori pizzaioli del 2023.

“È stata un’edizione all’insegna dell’internazionalità con 52 Paesi rappresentati - sottolinea Massimo Puggina, organizzatore della manifestazione – e che ha visto la partecipazione di migliaia di persone tra professionisti del settore e pubblico finale. Il livello delle creazioni presentate dai pizzaioli è stato molto alto e come sempre non sono mancate creatività e innovazione, che caratterizzano questo settore in costante evoluzione.”

Lo Chef Heinz Beck ha presieduto il trofeo a lui intestato premiando i migliori chef di pizzerie del mondo: “Ogni anno è un piacere per me tornare al Campionato Mondiale della Pizza. Ancora una volta il livello dei piatti presentati e degli chef è stato molto alto - spiega Heinz Beck – innovazione e sostenibilità sono due temi ai quali ho prestato particolare attenzione nell’assegnazione del premio che è stato conferito ad Alessandro Caliolo.”

Ecco i nomi dei vincitori di questa 30esima edizione:

Gare di cottura:

Pizza Classica - Giuseppe Criminisi (Sicilia)

Pizza napoletana STG - Vincenzo Mansi (Campania)

Pizza in pala - Antonio Di Tella (Toscana)

Pizza in teglia - Valentino Clemente (Toscana)

Pizza senza glutine - Domenico Vassallo (Veneto)

Pizza a due - Raffaele di Stasio con Cristian Tolu (Lombardia e Sardegna)

Gare di abilità:

Pizza più larga - Daniele Pasini (Emilia-Romagna)

Stile libero - Francis Tolu Botella (Spagna)

Pizzaiolo più veloce - Andrea Bandinelli

Premi Speciali

Trofeo Heinz Beck - Alessandro Caliolo (Puglia)

Premio “La Pizza del Cambiamento” – Giulia Vicini (Lombardia)

Premio speciale Parmigiano Reggiano - Giuseppe

Criminisi (Sicilia)

Non sono mancati i momenti di confronto su vari temi inerenti al mondo della pizza di cui si è discusso nel ciclo di seminari Pizza World Forum. Si è parlato di mercato, sostenibilità e food delivery ma anche di storytelling legato al mondo della pizza. Importante anche l’attenzione riservata alle nuove tendenze e agli abbinamenti, ad esempio con la tavola rotonda “Sweet pizza. Il dolce in pizzeria non è più quello di una volta”; oppure con l’accostamento di due tipicità del Made in Italy come la pizza e il Parmigiano Reggiano. Quest’anno è stato messo in particolare l’accento sul tema della sostenibilità: il premio “La pizza del Cambiamento”, realizzato in collaborazione con la farina “Le 5 Stagioni” di Agugiaro & Figna Molini è stato assegnato a Giulia Vicini. Un’iniziativa volta a sensibilizzare il mondo della pizza verso l’adozione di pratiche produttive più sostenibili, quali l’utilizzo di materie prime provenienti da agricoltura a basso impatto e di prodotti tipici DOP e IGP nelle preparazioni, ma anche l’attenzione verso logiche antispreco sempre più opportune con l’obiettivo di ottimizzare le quantità degli ingredienti e la scelta di fornitori che operano secondo i canoni della sostenibilità.

120 n. 2 Maggio 2023
food&concorsi
a cura di M.T.San Juan

DREAMS HAVE NEVER TASTED BETTER

All A scopertA del VAldobbiAdene prosecco superiore docG nettAre deGli dei

Un vino, il suo territorio. E’ la storia del Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG e delle sue colline, “Le Colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene”, dove l’uomo, in un ambiente difficile, ha dovuto e saputo, per secoli, adattarsi. Il sito, dal 2019 patrimonio Unesco, comprende la fascia collinare in provincia di Treviso che da Valdobbiadene si estende fino a Conegliano e a Vittorio Veneto.

Un vino – che a ragione può essere definito “nettare degli Dei”! – che sale sempre più in alto. In una magnifica vetrina, addirittura al Lagazuoi Expo Dolomiti, a 2732 di altezza, all’interno dello storico omonimo rifugio sopra Cortina. Ben 26 aziende, associate al Consorzio Conegliano Valdobbiadene Prosecco DOCG, hanno aderito al progetto.

Un gemellaggio simbolico, considerato che sia le colline del Prosecco che i Monti Pallidi, le magnifiche Dolomiti sono Patrimonio dell’Umanità. Entrambi i siti condividono il concetto di verticalità: i vigneti, coltivati su versanti ripidi, una sorta di “viticultura eroica”. In parallelo alle pareti scoscese delle cime montuose che

al tramonto si tingono di rosa.

Un felice connubio: le colline del Prosecco di Conegliano e Valdobbiadene sono caratterizzate da una particolare conformazione geomorfologica costituita da una serie di rilievi irti, intervallati da piccole valli parallele tra loro. Infatti nei secoli i vignaioli hanno dovuto affinare le tecniche agricole creando i ciglioni, particolari tipologie di terrazzamento, che utilizzano la terra al posto della pietra poiché questa contribuisce alla solidità dei versanti e riduce l’erosione del suolo.

Non a caso proprio a Conegliano, già nel 1876, è stata aperta la prima scuola enologica italiana, l’Istituto Cerletti. In questa terra, che ancora oggi è limitata a quindici Comuni – val la pena di ricordarli tutti: Conegliano, San Vendemiano, Colle Umberto, Vittorio Veneto, Tarzo, Cison di Valmarino, San Pietro di Feletto, Refrontolo, Susegana, Pieve di Soligo, Farra di Soligo, Follina, Miane, Vidor e Valdobbiadene - nasce lo straordinario Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG. Provare per credere: una gita o un weekend con degustazione sono d’obbligo.

LE TRE DENOMINAZIONI

Conegliano Valdobbiadene è il cuore pulsante di un’area molto più vasta che rappresenta l’intero mondo del Prosecco, un variegato panorama di natura e sapori che comprende le tre denominazioni: il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG, l’Asolo Prosecco Superiore DOCG e il Prosecco DOC. Tutte e tre corrispondono a territori diversi per estensione e aspetto paesaggistico. La complessità della produzione del Prosecco e le differenze tra denominazioni sono rappresentate da una piramide ideale: alla base troviamo il Prosecco DOC, prodotto in un territorio molto ampio (nove province tra Veneto e Friuli Venezia Giulia); nella parte centrale si posiziona l’Asolo Prosecco Superiore DOCG e, al vertice, il Conegliano Valdobbiadene Prosecco Superiore DOCG.

Il vino spumante prodotto sulle colline tra Conegliano e Valdobbiadene rappresenta l’espressione della miglior qualità del Prosecco. Sempre quest’ultimo raggiunge le posizioni più alte con le raffinate selezioni del Rive e, al vertice, con il Superiore di Cartizze DOCG, “Grand Cru” del Conegliano Valdobbiadene.

122 n. 2 Maggio 2023
vini & territorio
DI anna marIa catano Ph Arcangelo Piai Ph Francisco Marques Ph Francisco Marques Ph Arcangelo Piai

La mia passione per iL vino nasce con me, mio padre e’ di casTaGneTo cardUcci, i miei nonni avevano Un risToranTe aLL’eLba, si pUò dire che in famiGLia siamo cresciUTi con iL fiasco in mano.

simona geri

Il digitale mi ha dato la fama, ma i nuovi progetti sono tanti.

Ci sono wine influencer, molto seguiti dai millennials (solitamente loro coetanei) e, dall’altra parte, pochi autentici comunicatori del vino che fanno di autorevolezza ed esperienza il proprio biglietto da visita. Questi ultimi sono ricercati da cantine e consorzi, corteggiati da agenzie di relazioni pubbliche e uffici stampa talvolte più delle grandi firme rispettate da decenni: riescono a raccontare il vino in modo accattivante, immediato e professionale. Simona Geri, toscana d.o.c., fa parte di quest’ultima categoria ed è stato per noi un piacere incontrala ed intervistarla a Verona durante Vinitaly 2023.

Come ha iniziato il suo percorso da esperta di comunicazione digitale nel mondo del vino e come si è evoluto nel corso del tempo?

“Io non nasco dal mondo vitivinicolo ma papà è di Castagneto Carducci, i nonni con un enoteca all’ Isola d’Elba, il ristorante... insomma il vino è stato sempre una passione proprio perché sono cresciuta a Pane e Supertuscan!

Per passione sono stata folgorata, un bel po’ di anni fa, dalla Croce di pietra che segna il Romanee Conti, una tenuta in Borgogna, ed è stato in quel momento che ho deciso di fare il corso di sommelier sempre e soltanto per pura passione.

In quel periodo lavoravo in una società di trasporti e logistica come responsabile amministrativo e della sicurezza: il destino ha voluto che l’azienda per la quale lavoravo fallisse e la mia ricerca per un nuovo lavoro raccogliesse testimonianze di stima sì ma nessun nuovo incarico perchè, nonostante l’ ottimo curriculum che avevo, mi si diceva che i costi per assumermi erano alti rispetto ad una persona più giovane, etc. Quindi ho cominciato per caso allora la mia odierna professione: mi sono messa sui social, ho cominciato a scrivere di vino ma, attenzione, solo quando ho preso il diploma di sommelier AIS.

Le aziende hanno cominciato a contattarmi, a volere che assaggiassi i loro vini, ad invitarmi in cantina, a partecipare ad eventi enogastronomici ...ed eccomi qui”.

Cosa ricorda dei primi periodi di questo nuovo lavoro?

“Non avevo la mentalità imprenditoriale, visto che ho sempre lavorato come dipendente, ma mio marito ,di professione commercialista, mi ha convinta a buttarmi nel mondo della libera professione.

Mi misi in mano ad un’agenzia di comunicazione che doveva prendere Simona (me) e trasformarla in format digitale, senza peraltro stravolgerla: già allora io volevo essere la stessa come mi si vede a casa oggi.

Si è creato un blog e contemporaneamente la mia società ‘The Winesetter’: agli esordi non mostravo il volto ma solo le bottiglie perché non mi sentivo a mio agio.

Per me l’inizio non è stato semplice: hanno iniziato a chiamarmi nei press tour dove ero l’unica che lavorava nel digitale (gli altri erano tutti della carta stampata) e posso dirle che sono stata accolta con diffidenza, quasi non mi salutavano e non mi rivolgevano la parola, spesso guardandomi dall’alto in basso, indistintamente uomini e donne. Stavo sempre nel mio, come si suol dire; nel tempo ho trovato degli amici giornalisti, anzi uno in particolare, che è stato uno dei primi che ha creduto in me, e che mi ha rivolto la parola dicendomi ‘Non ti preoccupare vedrai piano piano che poi ci fanno l’abitudine’. Di mese in mese cresceva il numero dei

124 n. 2 Maggio 2023
protagonisti
a cura di marco morelli

follower però, ci tengo a sottolinearlo, non facevo solo quello: da allora ad oggi ho continuato a studiare, ho preso l’attestato di operatore eno-turistico, ho cominciato a studiare per il Wine & Spirit Education Trust (WSET) che è il leader mondiale nella formazione dedicata a vini, distillati e sak (per ora mi sono fermata al secondo livello a causa di impegni lavorativi che mi portano spesso lontano da casa), ho continuato ad andare per cantine e a degustare, perché se non bevi non degusti e non ti evolvi. Io, deve sapere, compro tanti vini, e sono una che non lavora gratis: non accetto le bottiglie in cambio di lavoro. Prima di qualsiasi collaborazione assaggio i vini e, se mi piacciono, si comincia e si fa un lavoro fatto come si deve, perché il digital marketing è un lavoro che necessita di mesi, il Winelovers ha bisogno di tempo per conoscere una realtà, i post/spot servono a poco. Se penso che i vini non siano consoni o non

rientrano nei miei parametri, resta la riservatezza tra le parti. Dico davvero tanti ‘no’ mi creda, e ormai in tanti lo sanno: magari a molto persone non sto simpatica per questo, però la mia forza è anche quella. Devo riconoscere che Il digital è aumentato in maniera esponenziale durante il Covid, visto che senza l’organizzazione di eventi e degustazioni, era l’unico mezzo di divulgazione”.

A cosa serve un esperto di comunicazione digitale e quanto il medesimo può aiutare una cantina ad emergere?

“La puoi aiutare innanzitutto se si fa un piano editoriale, perché ci sono i piani editoriali anche nel digitale, a medio e a lungo termine: per fidelizzare il Winelover devi fargli vedere la cantina, fare le degustazioni che io faccio sempre a casa in totale tranquillità in tre step (prima di capire e di fare una scheda tecnica ci metto quasi un giorno e mezzo, ma

mi sento corretta nei confronti di chi mi dà quel vino da valutare) e poi, piano piano, si procede con i piani editoriali ovvero i vini vanno divulgati con logica e continuità (da un minimo di tre mesi a un anno, solitamente). Si deve parlare poi con un linguaggio semplice, senza tecnicismi perché al Winelover dell’estratto secco, dell’acidità, della malolattica non gliene frega niente. Certamente c’è anche quello più esperto e durante le masterclass mi piace coinvolgere le persone, sentire cosa ne pensano, perché voglio anche capire i gusti di chi mi sta davanti sennò va a finire che faccio solo un elogio a me stessa, che non è il caso. Noi siamo dei mezzi per veicolare il vino cioè dobbiamo essere umili, umiltà che purtroppo nel nostro mondo comincia sempre più a latitare”.

Qual è quindi il suo approccio alla comunicazione nel settore del vino?

“Diretto, spontaneo, con educazione, con rispetto perché bisogna essere rispettosi verso chi produce vino e anche verso il vino, perché ci vogliono investimenti e sacrifici in questo settore dove nulla è improvvisato e lasciato al caso”.

Perché secondo lei le cantine scelgono di investire sui comunicatori anziché mettere un’inserzione su una rivista?

“Direi perché con internet è tutto più immediato e quindi ci troviamo davanti ad una comunicazione più veloce. Ma, attenzione: il problema è uno solo ovvero che le cantine degli uffici stampa spesso non capiscono nulla e si affidano a gente senza scrupoli che compra follower. Nessuno si prende la briga di guardare l’engagement rate, nessuno chiede dati: perché è inutile che uno abbia 200.000 follower e poi 300 like su un post. Qualcosa non torna”.

Quali sono le attività che trova più calzanti con il suo profilo e che ritiene più vincenti nel settore vinicolo?

“Penso di essere una persona semplice ed elegante; non credo di essere pesante nei contenuti e di arrivare in maniera diretta al mio pubblico. Poi, a dire il vero, ho due motti: uno me l’ha insegnato il mio caro babbo ‘Ricordati sempre che con la gentilezza conquisterai il mondo’ e penso che sia una cosa fondamentale e poi ‘la vita va, non ci si deve lamentare, calici in su’. Il bicchiere va visto sempre mezzo pieno. So essere sempre molto ironica, gioco molto su me stessa, penso ci sia gente che ne sa molto più di me di vino perché se lei mi chiede ‘Mi dice tutte le doc della Toscana?’ non me lo ricordo però se le dico io questo vino è buono stia sicuro che questo vino buono lo è”.

Il suo è un lavoro, non un hobby: ci racconta qualche esempio eclatante di collaborazione con aziende che le hanno dato grande soddisfazione e qualche aneddoto?

“La mia più grande soddisfazione è stato quando ho cominciato a collaborare con Merano Wine Festival perché ci sono sempre andata da wine lover e quando entravo nel Kurhaus non c’era volta che non dicessi ‘quanto mi piacerebbe collaborare con questo evento’. Si dice in Toscana ‘il maiale sogna la ghianda’ e io dissi a qualche mio amico ‘vedrai che un giorno ce la fo’, perché sono molto decisa come carattere: quando poi mi hanno chiamata, prima come media partner, e poi Helmuth mi ha voluto in giuria, per me è stato un’ immensa soddisfazione. Alla stessa stregua quando Querciabella, che produce il mio vino italiano preferito, il Batar, nella persona di Sebastiano Cossia

125 n. 2 Maggio 2023

Castiglioni, il proprietario dell’azienda, m’ha chiamata per scrivere le note tecniche dei vini sul sito di Querciabella; ma anche quando il ‘The Times’ di Londra mi dedicò un articolo come una delle comunicatrici digitali italiane del vino”.

Tutti possono pensare di poter essere wine influencer, pochissimi sanno davvero come si spostano le scelte e si dà vita ad un trend per i consumatori. In un settore in estrema espansione dove oggi ci si confronta con sommelier, influencer, giornalisti e giovani appassionati di vino quali sono i suoi elementi di differenziazione?

“Io non ho mai chiesto in vita mia una bottiglia a una cantina: infatti dico a tutti che se si trova una mia mail o un mio messaggio dove c’è una mia richiesta di bottiglie regalo uno Champagne P2 1998 Dom Perignon. Non mi propongo mai alle aziende ma sono loro che cercano me e questa, ne sono convinta, è la mia forza. Non lavoro solo per denaro: ho detto no a un gruppo molto importante, di cui ovviamente non faccio il nome, perché non era sulla mia linea, e ne vado fiera. Sono diretta e sono anche molto solitaria perchè per lavorare bene ho bisogno di concentrarmi e di isolarmi”.

Quali devono essere le caratteristiche che fanno di un esperto di comunicazione digitale nel settore vino un professionista?

“Prima di tutto chi fa questo lavoro deve fare esclusivamente questo nella vita: il part time non esiste. Si deve avere un account professionale e ci deve essere, inizialmente, un’agenzia che ti segue. Serve investire dei soldi, sponsorizzarti, ti devi far vedere, devi fare contenuti di qualità, le foto vanno scelte e devono essere impattanti, i video devono essere studiati e di qualità: questo porta alla professionalità.

Il mio percorso mi ha portato un po’ nel mezzo di questo mondo perché il digitale spesso mi serve come vetrina in quanto faccio anche altre cose: le carte dei vini, le masterclass, collaboro per i branding aziendali, etc. Il punto di forza rimane il non improvvisarsi.

E’ inutile che le aziende mandino i vini a gente che fa di secondo o terzo lavoro il bloggerino ogni tanto: non serve assolutamente a nulla, sono soldi buttati.

Perché non è che se fai un post automaticamente vendi. Spesso ci si sente dire: ‘Oh fammi il post che voglio vendere tante bottiglie’ e io rispondo ‘Allora non hai compreso il mio lavoro’: purtroppo non si capisce ancora l’importanza di certa comunicazione, quella vera. Siamo lontani, si sta cominciando ma c’è ancora troppa ignoranza”.

Esperto di comunicazione digitale nel vino ed enoturismo: come si coniuga?

“Molto bene perché oggi vedo con molto piacere che la maggior parte delle aziende, oltre ad offrire la degustazione di vino, fa l’ospitalità: abbiamo dei territori fantastici in Toscana, in Veneto, in Campania, in Sicilia. Puoi mettere di tutto insieme al vino: il cibo, la storia, la cultura, la natura.

Pensi ai francesi: in Borgogna ai nomi di molti paesi corrisponde una denominazione e questo risale a molto tempo fa, sono stati geniali”.

Il suo vino preferito?

“A parte il Batar, adoro uscire dalla comfort zone e provare sia vini nuovi italiani che del resto del mondo”.

Il suo sogno nel cassetto, se c’è n’è ancora qualcuno legato ai progetti che ha?

“E’ un po’ un paradosso: il digitale mi ha dato la fama però vorrei allontanarmi in maniera graduale con il tempo perché mi richiede veramente tanto, troppo impegno: ho 500 messaggi al giorno e io rispondo a tutti, dalla signora che va a far la spesa a quello che vuole fare il corso di sommelier. Richiede davvero tanto tempo. Vorrei fare quindi altre cose e altri progetti che ho bene in mente, anche e soprattutto all’estero: c’è un bel progetto in evoluzione, però stiamo zitti, non si dice niente per scaramanzia”.

Nella vita privata so che è un’amante degli animali: quindi quando non parla di vino cosa fa?

“Mi dedico alla mia casa, mi piace stare in famiglia con mio marito e mia figlia e adoro stare con i miei gatti. Dopo aver viaggiato molto per lavoro faccio pochissima vita mondana e sto molto tra le mie mura domestiche, dove mi piace ascoltare la musica da morire, dove mi piace leggere e dove... non amo molto cucinare”.

Nessuno è perfetto Simona Geri, ma per il resto davvero un sentito “Chapeau”.

127 n. 2 Maggio 2023
protagonisti

a cura di michela Toninel

StraWoman,11 tappe all’inSegna dello Sport e della prevenzione

Non è necessario essere delle runner esperte, basta avere entusiasmo e tanta voglia di divertirsi. Nata nel 2011, StraWoman è oggi il più divertente ed energico tour itinerante “al femminile” di tutta Italia, all’insegna del fitness, del divertimento e della sensibilizzazione. Oltre 40.000 donne nella scorsa edizione hanno indossato la t-shirt rosa ufficiale e corso al grido di “We Run The World!”.

L’edizione StraWoman 2023 prevede ben undici tappe. L’apertura del tour è prevista proprio a Brescia il 7 maggio, poi Parma (13/05), Milano (21/05), Lecco (27/05), Bergamo (17/06), Como (24/06), Piacenza (23/09), Varese (01/10), Monza

garda

Garda Trentino Trail è un evento internazionale che unisce Trail running e natura, corsa e paesaggi spettacolari in riva al Lago di Garda, Lago di Ledro e Lago di Tenno! Quattro percorsi e tutta la magia della location del Garda Trentino e della vicina Val di Ledro. Ecco i percorsi.

Garda Trentino Trail: 61,5 km, 3.800 m d+, partenza da Riva del Garda; Tenno Trail: 27 km, 1.700 m d+, partenza da Arco; Ledro Trail: 39 km, 2.500 m d+, partenza da Molina di Ledro; Garda Trentino Run: 11 km, 600 m d+, partenza da Arco. Ad Arco in Piazza delle Canoniche nel centro storico, sarà allestita un’area expo, uno spazio dedicato agli espositori. Location che negli anni si è guadagnata l’appellativo di capitale dell’outdoor. Ingresso gratuito (venerdi solo scuole 08.00/16.00; sabato e domenica 09.00/19.00)

É primavera ed è tempo di gravel

È davvero una nuova categoria di biciclette che completa definitivamente l’offerta per chi ama pedalare o è solo l’ennesima azione di marketing del mercato? La moda delle gravel è recente e ha avuto una crescita notevole di considerazione e di vendite nel periodo della pandemia quando mezza Italia, grazie ai bonus, si è comprato una bici nuova. Le gravel sono quelle bici “da corsa” con un telaio un po’ più morbido e soprattutto pneumatici un po’ più larghi rispetto ai modelli da strada e sono adatte per pedalare sull’asfalto ma soprattutto su sterrati e strade bianche, dove sono meno confortevoli rispetto ad una MTB ma dove si possono tenere velocità ben superiori. Chi sceglie una gravel - o ovviamente anche il suo modello corrispondente a pedalata assistita - sceglie un po’ di fighettismo e di velocità sacrificando un (bel) po’ di comodità. La gravel è legittimamente il mezzo ideale con cui fare le proprie vacanze in bici, agganciando almeno un paio di borse ad hoc, sicuri

di enrico corno

il

rugby

Il torneo riservato alla categoria Under13 e dedicato al mitico pilone azzurro scomparso nell’aprile 2021 si terrà il 13 e il 14 maggio al Payanini Center.

Un torneo nel nome di Massimo Cuttitta a livello internazionale, come era il livello del suo gioco.

Un torneo che è il segnale di una volontà concreta di fare sport con la stessa programmazione, competenza e passione che Massimo Cuttitta ha saputo portare ovunque abbia lavorato.

Per questo il motto del torneo è una frase che Massimo Cuttitta diceva spesso: «Divertirsi per avere successo».

L’evento è stato ideato da Sergio Ghillani, ex pilone e caro amico di Massimo Cuttitta.

(08/10), Mazara del Vallo – Trapani (15/10) e infine Roma (22/10), tappa conclusiva del tour. Il Gruppo San Donato supporta da anni StraWoman, un’occasione per ricordare a tutte le donne l’importanza della salute, di adottare una corretta alimentazione e praticare un’attività fisica costante. Gli istituti ospedalieri bresciani, che sul territorio sono punto di riferimento per la cura e il benessere, sono sponsor della manifestazione, in un anno così fondamentale per la città. La quota di iscrizione è di 13 euro e comprende t-shirt tecnica, bag e pettorale gara, medaglia di partecipazione, ristoro finale, gadget offerti dai partner dell’evento, assicurazione gara e assistenza medica.

di poter viaggiare su qualsiasi tipo di strada, più o meno disastrata. Quale territorio del resto è più adatto alla pratica della gravel rispetto alle Colline Moreniche del Garda, dalla Ciclabile del Mincio in giù? E quale bicicletta è più adatta rispetto alla nuova LaPierre Pulsium All Road 5.0? Il telaio in carbonio è realizzato anche grazie ad un elastomero detto “SAT (Shock Absorption Technology)” che ha una capacità superiore di assorbire le vibrazioni a bassa frequenza e migliorare il confort sulle lunghe distanze. Le stesse geometrie del telaio sono state pensate per questo. Il manubrio in alluminio ha una apertura di 16 gradi e la parte superiore piatta per una migliore presa anche sui sentieri sterrati mentre le ruote hanno cerchi larghi, compatibili tubeless. La trasmissione meccanica è una Shimano GRX RX600, il passaggio dei cavi è interno (www.lapierrebikes.com).

Assieme a lui c’è anche il fratello di Massimo, Marcello Cuttitta, storica ala della nazionale e attuale recordman di mete segnate in azzurro.

Alla prima edizione del Challenge Cuttitta, giocata l’anno scorso a Parma, hanno partecipato 40 società con oltre 700 ragazzi, 300 tecnici e migliaia di genitori che hanno supportato i giovani atleti provenienti da tutta Italia, assieme a una nutrita delegazione scozzese.

Quest’anno sarà il Payanini Center di Verona a ospitare l’invasione dei rugbisti Under 13 e a celebrare assieme a loro la memoria di Massimo Cuttitta, con una grande festa fatta di valori ovvero rispetto, amicizia e rugby.

128 n. 2 Maggio 2023 sport
trentino
maggio
trail 19-20-21
nel nome di maSSimo cuttitta
Torneo inTernazionale sbarca a verona
129

I CASCHI E GLI OCCHIALI DELLA GAMMA BIKE juLBO

a cura di m.t. san juan

Nel 2023 Julbo lancia una gamma bike formata da caschi e occhiali dedicati a ciclismo da strada, mountain bike e urban. Questa collezione conferma la volontà del brand di essere presente nel mondo del ciclismo, volontà definita anche dalle partnership con la squadra di MTB RockRider Racing Team e con il team World Tour Groupama-FDJ.

LA PROPOSTA PER BICI DA STRADA

Dopo essere riconosciuto come un player di riferimento nel comparto della montagna e dell’outdoor, Julbo vuole conquistare un posto al sole anche nel mondo del ciclismo ed è in questo contesto che è diventato sponsor del team professionistico Groupama-FDJ. Tra i prodotti in dotazione alla squadra del World Tour di ciclismo su strada, spicca il nuovo casco Fast Lane che presenta un design aerodinamico dal peso ultraleggero ed è ideale in abbinamento agli occhiali oversize Density, con lente panoramica e uno stile audace.

Casco Fast Lane

Il casco Fast Lane è stato realizzato in collaborazione con il team Groupama-FDJ: oltre al modello con i colori della squadra, disponibile anche per gli amatori, Julbo ha realizzato altre tre varianti colore, bianco, nero, nero/ giallo fluo e blu iridescente. Il casco Fast Lane è leggero – dal peso di 250 grammi - e molto areato, con 20 prese in posizioni mirate per mantenere un flusso d’aria costante. Il comfort è garantito anche dall’imbottitura interna traspirante che aiuta l’eliminazione del sudore. Un modello dalla vestibilità precisa, grazie alla rotella posteriore per una regolazione micrometrica del fitting e al cinturino regolabile che presenta il sistema di aggancio facilitato Fidlock®, un anello magnetico che permette di velocizzare le fasi di chiusura e sgancio. Fast Lane offre la possibilità, a coloro con capelli lunghi, di inserire la coda nella struttura sul retro del casco, in modo che questo rimanga ben posizionato sulla testa. Infine, è possibile collocare sul retro del casco una luce per aumentare la sicurezza del ciclista.

Prezzo consigliato al pubblico: 119,90 Euro

Occhiali Density

Julbo Density è l’occhiale da ciclismo per chi cerca performance e stile. Il design è leggero e minimalista, con una ampia lente avvolgente che garantisce la massima visibilità, e che evidenzia un profilo inferiore fresato. La montatura presenta zone morbide per una vestibilità confortevole: questi particolari sulle aste e sul nasello sono in materiale grippante per una tenuta ottimale durante l’attività sportiva. L’area frontale ha un foro di ventilazione per evitare l’appannamento della lente. Il modello è disponibile con lenti REACTIV® di categoria 0-3 con base traslucida, adatte all’utilizzo dalla mattina alla sera, con lenti REACTIV® Light Amplifier di categoria 1-3 che amplificano la luminosità e REACTIV®High Contrast per una lettura precisa dei contrasti. Disponibile anche con lenti in policarbonato Spectron3 in un’ampia gamma di colori e specchiature flash.

Prezzo consigliato al pubblico lenti Spectron: 124,90 Euro Prezzo consigliato al pubblico lenti REACTIV: 214,90 Euro

Julbo vuole conquistare un posto al sole anche nel mondo del ciclismo ed è in questo contesto che è diventato sponsor del team professionistico Groupama-fdJ

130 n. 2 Maggio 2023
sport
phcredit Ben Becker

Julbo lancia una gamma bike formata da caschi e occhiali dedicati a ciclismo da strada, mountain bike e urban

EDGE: GLI OCCHIALI IDEALI PER LA MOUNTAIN BIKE

Un’altra partnership importante per Julbo è quella con il RockRider MTB Team, squadra francese nata nel 2022. Il prodotto di punta presentato dal brand per la disciplina è Edge, occhiali caratterizzati dalla tecnologia MagneFix che permette di rimuovere la lente per una pulizia accurata o per sostituirla.

Occhiali Edge

Julbo Edge è il modello creato per le due ruote, dalle linee semplici, ma decise. Il design della montatura è minimalista e leggero, permette di avere un ampio campo visivo, ed è in grado di adattarsi ad ogni tipologia di casco, grazie alle aste flessibili e sottili, con il sistema antiscivolo Grip Tech.

La caratteristica che contraddistingue il modello Julbo Edge è la tecnologia MagneFix, che garantisce un processo di cambio lente molto rapido, composto da un supporto magnetico a incastro, per la massima adesione alla montatura. Disponibile in un’ampia gamma di lenti fotocromatiche REACTIV® e Spectron in policarbonato. Tre dei modelli in collezione sono venduti con una seconda lente trasparente Spectron di categoria 0.

Per il modello Edge ci sono 5 lenti Spectron e 5 lenti REACTIV acquistabili separatamente e quindi anche in un momento successivo all’acquisto degli occhiali.

Prezzo consigliato al pubblico

lenti Spectron: 154,90 Euro

Prezzo consigliato al pubblico

lenti REACTIV: a partire da 239,90 Euro

PEDALANDO PROTETTI E CON STILE IN CITTÀ: IL CASCO ITINERAIRE

Per chi sceglie la bici per muoversi in città, Julbo propone un casco con visiera integrata: Itineraire è un modello dal look moderno che pensa prima di tutto alla sicurezza, garantita dagli inserti riflettenti sul cinturino e da un fanale posteriore a LED integrato. Il casco ha la certificazione NTA8776 per le bici elettriche: il casco è stato quindi sottoposto a dei test che ne provano la sicurezza in caso di impatto a una velocità sostenuta, come quella che può essere raggiunta in sella a una e-bike.

La visiera è regolabile, può essere cioè tenuta abbassata sugli occhi, oppure alzata. Il modello Itinerarie presenta una lente Spectron di categoria 0, quindi completamente trasparente. Non solo protezione, Itineraire pensa anche al comfort: 20 prese d’aria per un’ottimale ventilazione, fodera traspirante e compatibilità con la coda di cavallo.

Il casco Itineraire è disponibile nella versione Evo con lente fotocromatica REACTIV di categoria 0-3.

Prezzo consigliato al pubblico: wda 219,90 Euro

Per maggiori informazioni: www.julbo.com

n. 2 Maggio 2023
phcredit Ben Becker

il mito calcistico del 3b tra foto, emozioni, ricordi.

Il mese scorso, esattamente Venerdì 21 aprile, presso la storica sala dell’ex cinema “Brasil” a Bancole, si è celebrata una serata che ha riportato ricordi, aneddoti, affetti e tanta nostalgia legata a periodi belli, spensierati, in cui si respirava la passione di un calcio (ma anche un mondo) meno malato rispetto ad oggi.

L’evento è stato ideato e curato da Roberto Mari, Presidente del Consiglio Comunale di Porto Mantovano ed ex bambino delle giovanili prima e allenatore poi, con il prezioso supporto di Franco “Popi” Ambrosi, vera enciclopedia vivente, Michele “Buba” Barraco e Mauro Mantovani

La serata si è articolata in vari “capitoli” di un libro di storia, che ha coinvolto tutti i presenti: “dalla nascita del 3B fino a metà anni ‘80”, “gli anni d’oro del 3B” e cioè quelli della promozione prima ed eccellenza poi (da metà anni ‘80 fino ai primi anni ‘90), “il settore giovanile”, “gli allenatori” e “la Bancolese”

Un evento reso magico dalla presenza di artisti musicali, come i No Tracks (Paolo Franciosi, Marco Gennari e Alessandra Carra) e dal monologo di Flavio Cerutti a ricordo del papà Dante, grande allenatore e dirigente dello storico 3B. Presente il mitico accompagnatore di tutte le squadre di 3B e Bancolese, Giancarlo Boni, il

grande Fiorenzo Pugnaghi (allenatore delle giovanili e anche della prima squadra in momenti alternati), giocatori storici come il mitico portiere Massimo Zaghini, Marco Giazzi, Alberto Burchiellaro (per lui un video dedicato con la canzone “una vita da mediano”), Alessandro Bevini, Davide Santini, e tanti altri.

Al centro di ogni intervento, non potevano mancare i molteplici aneddoti legati al Presidente Bruno Dal Bosco, dai discorsi nello spogliatoio, dalle “massime” in panchina, ai mercatini, le partite del 1 maggio (giorno del suo compleanno) fino all’affetto protettivo verso ogni suo giocatore.

Chiusura della serata con i ringraziamenti della sorella Bruna Dal Bosco, visibilmente commossa, e con le note de “i migliori anni” cantate da Gianni Lorenzini, Mila Shariy e Paolo Franciosi. L’entusiasmo creato ha fatto si che si siano create le premesse per un nuovo capitolo per il prossimo anno. Il materiale non manca...

132 n. 2 Maggio 2023
SPECIALE CALCI o a cura di paolo carli
Il mitico Presidente Bruno Dal Bosco

iag ciclismo il 16 giugno rivive il mito del ciclismo gazoldese

di Paolo Biondo

Prima il calcio poi il ciclismo; la Gazoldo dgli Ippoliti dello sport non dimentica anzi e pronta per un altro momento in cui si torna a parlare delle imprese compiute da atleti, in questo caso campione delle due ruote, che hanno vestito la maglia di un’azienda simbolo per il proprio territorio ovvero la Iag, Industria Alimentari Gazoldo.

Non si tratta sia ben chiaro di un’operazione nostalgia bensì della volontà dei promotori dell’iniziativa di tornare a parlare, alla presenza di coloro che hanno portato il nome di questo team ai vertici ciclistici nazionali ed internazionali, di un periodo denso di allori e di entusiasmo.

Il ciclismo mantovano, quindi, è pronto per una coinvolgente quanto storica reunion targata, appunto Iag Gazoldo. Reunion che vivrà i suoi momenti più emozionanti dalle 21 del 16 giugno 2023 nel salone della Biblioteca Comunale di Gazoldo degli Ippoliti.

In cabina di regia di questo evento si sono posti, con tanto entusiasmo e grande impegno i responsabili dell’Avr Rodigo con i quali collaborano quelli dell’Associazione Postumia e quelli del Comitato provinciale Fci

La nota azienda gazoldese, di grande prestigio nazionale nella parte centrale del secolo scorso nell’ambito del settore alimentare, è stata per alcune stagioni ai vertici del ciclismo dilettantistico italiano.

Per questo motivo e per i nomi illustri che hanno vestito la maglia giallorossa, tra questi Davide Boifava, Giacinto Santambrogio, Aldo Parecchini, e i mantovani Fausto Arma-

nini e Lido Baracca oggi ai vertici del ciclismo

Fci provinciale, un gruppo di appassionati desiderano rinverdire quei fasti con un incontro pubblico.

In questi giorni i promotori della reunion sono impegnati in un lavoro di ricerca di materiale che ricordi le imprese compiute da atleti, oltre

Il cIclIsmo mantovano è pronto per una coInvolgente quanto storIca reunIon targata Iag gazoldo.

a quelli sopracitati, del calibro di: Bompieri, Burgio, Farina, Filippi, Lodigiani, Maggioni e Malinverno.

Insieme a questo l’intento è anche quello di riuscire a riportare a Gazoldo degli Ippoliti personaggi che a vario titolo abbiano legato la loro storia ciclistica, vedi dirigenti, tecnici, atleti ed altri ancora, alla Iag Gazoldo. Tornando con la memoria al momento in cui, siamo nel 1967, il direttore dell’azienda gazoldese nonché esperto di ciclismo Pierino Livraghi decide, coinvolgendo un gruppo dei appassionati locali, di allestire una squadra dilettantistica.

Il suo entusiasmo è contagioso e soprattutto il suo progetto è talmente lungimirante che si ritrova al fianco altri personaggi di grande rilievo del mondo delle due ruote ovvero i patron della Molteni, Pietro ed il figlio Ambrogio. In definitiva la compagine della Iag Gazoldo ha rivestito il ruolo per alcune stagioni di vivaio per quella professionistica della Molteni. La collaborazione tra i due sodalizi purtroppo s’interruppe quanto a vestire la prestigiosa maglia della formazione brianzola arrivò il campione belga Eddy Merckx.

Lui per taluni versi impose l’arrivo di atleti suoi connazionali perché di quelli italiani non aveva grande stima.Questo fatto divenne l’elemento che portò Livraghi a cambiare strada e a dedicarsi al calcio.

Comunque sia dal 1967 al 1972 i colori della Iag Gazoldo, grazie alle imprese dei suoi atleti, da quelli lombardi, tra i quali i mantovani e bresciani, a quelli veneti, in particolare i veronesi a quelli di altre regioni, la compagine dilettantistica ideata da Pierino Livraghi ha saputo scrivere pagine storiche di ciclismo. Pagine che verranno quindi rilette a distanza di più di mezzo secolo, dai protagonisti di allora.

Gli organizzatori della reunion targata Iag Gazoldo colgono l’occasione per segnalare a coloro che disponessero di materiale come foto o ritagli di giornali e contatti con gli ex di turno che possono contribuire a rendere la serata ancor più ricca di ricordi è possibile contattare il presidente dell’Avr, Aimone Araldi Araldi 339 3198539 oppure il presidente del comitato provinciale Fci, Fausto Armanini 338 9308532.

134 n. 2 Maggio 2023 sport

UNA SCINTILLA DI SOLIDARIETÀ

Inizio manifestazione 16:30

Inizio partita 17:30

GIUGNO
MANTOVA
DOMENICA
2023 11 Stadio D. Martelli
VS
sportitalia & MAIN SPONSOR www.boombrescia.it BIGLIETTI DISPONIBILI SU: Nelle rivendite fisiche Alla biglietteria dello stadio il giorno dell’evento con il patrocinio di
friends
Diretta TV nazionale
sportitalia
Canale 60 DTT / streaming su Sportitalia.com

Concessionaria BMW Tullo Pezzo

San Giorgio Bigarello (Mn) - Via A. Einstein 19 - Tel. 0376.374000 Castiglione delle Stiviere (Mn) - Via G. Mazzini 28/z - Tel. 0376.636884
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