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PIÙ FORTI DELLA BILANCIA I “GIGANTI” NELLO SPORT I campioni che sono riusciti ad andare oltre il body shaming e gli ipotetici limiti imposti dalle taglie forti
L’ex cestista Shaquille O’Neal con il compianto Kobe Bryant.
C
ampioni oltre la stazza. Ovvero, quando a una taglia forte corrisponde un atleta forte, capace di ovviare alla sua mole (o a sfruttarla) per raggiungere traguardi importanti. Non parliamo solo di sumo e di getto del peso, dove i chili di troppo non sono certo un’eccezione, ma anche di tennis, nuoto, calcio, baseball e football americano. Declinati nel modo giusto, combinati con altre doti, i limiti diventano virtù. E favole, che lo sport non smette mai di scrivere. L’ultima in ordine di tempo è quella di Gauthier Mvumbi, pivot del Dreux AC (Francia) e della nazionale congolese di pallamano. A dispetto dei suoi 192 centimetri per 110 chili, il 26enne nato a Chartres ha mostrato di possedere agilità e un eccellente senso del gol. Sembra passata una vita dai difficili inizi di carriera: «Avevo un allenatore molto concentrato sul fisico, ma la verità è che allora non ero pronto neanche mentalmente e ho fallito». El Gigante, com’è stato ribattezzato Mvumbi, sono arrivati anche i complimenti di Shaquille O’Neal, leggenda del basket, che con
84 Il Giornale dei Biologi | Febbraio 2021
148 chili e il 57 di scarpe dettava legge sotto i canestri della NBA. «Dicono che sei lo Shaq della pallamano, cosa sta succedendo?» ha scritto O’Neal sui social, inorgogliendo il pivot congolese oversize. Mvumbi ha ringraziato e lanciato un messaggio a chi deve superare muri ben più alti della loro stazza: «Vivete il vostro sogno e combattete per quello che siete». Non è facile, del resto, per chi ha un giro-vita esuberante. «Anche se ho un corpo diverso da quello di un atleta, ottengo dei risultati. Solo che, essendo come sono, devo lavorare più degli altri, e con molta forza di volontà” è il mantra di Teresa Almeida, portiere della squadra femminile di pallamano dell’Angola, che ai Giochi di Rio 2016 si autodefinì con mirabile autoironia la «portabandiera dei grassi di tutto il mondo». Aggiungendo: «A dicembre dovrò aver perso qualche chilo perché mi sposo e altrimenti non mi entra il vestito bianco per le mie nozze». Dall’Angola all’Etiopia, stesse Olimpiadi. E qualche risvolto spiacevole, soprattutto sui so-