BENI CULTURALI
L’Urlo di Munch “deumidificato” La spettroscopia infrarossa suggerisce come proteggere il dipinto
E
dward Munch, con “L’Urlo”, ha creato un’icona dell’arte diverse aree dipinte con gialli di cadmio, una famiglia di pigmenti contemporanea. Sono diversi di dipinti con questo soggetcostituiti da solfuro di cadmio» spiega la ricercatrice. «L’originale to realizzati dal pittore norvegese che visse tra la seconda colore giallo brillante di alcune nuvole del cielo e del collo del sogmetà dell’Ottocento e la prima metà del Novecento. getto centrale, appare oggi sbiadito. Nella zona del lago, le dense ed Il capolavoro dipinto nel 1910 è la principale attrazione del opache pennellate di giallo di cadmio mostrano invece tendenza a museo di Oslo e finora è stato esposto raramente a causa delle sue sfaldarsi». delicate condizioni di conservazione, dovute non solo a cause amLe micro-analisi effettuate al sincrotrone (un particolare accelebientali, ma anche alla natura stessa dei pigmenti utilizzati e in conratore di particelle) hanno permesso di individuare che l’umidità è seguenza dei danni subiti dopo il furto avvenuto nel 2004 che lo ha una delle cause principali di degrado dei pigmenti gialli di cadmio sottratto al Museo per due anni. del dipinto. Infatti diversamente da quanto si pensava, la luce ha Una ricerca pubblicata sulla rivista Sciences Advances suggeriun impatto irrilevante sul deperimento di tali pigmenti rivelatisi più sce che la principale causa del degrado dei pigmenti gialli di cadmio, stabili alla fonte luminosa di quanto non siano i gialli di van Gogh utilizzati dall’artista, non è la luce, come si potrebbe supporre, ma nella serie dei Girasoli, ampiamente analizzati dallo stesso team Mol’umidità. La scoperta è frutto di un’indagine lab-Cnr. condotta da un team internazionale coordina«Lo studio del dipinto è stato integrato Finora è stato esposto to dal Consiglio nazionale delle ricerche. Gracon indagini sui provini pittorici di laboratorio zie all’utilizzo di metodologie spettroscopiche invecchiati artificialmente, preparati utilizzanraramente al museo non-invasive del Cnr Molab, e micro-analisi do una polvere storica ed un tubetto ad olio di di Oslo, dove è la principale giallo di cadmio appartenuto a Munch, aventi presso l’ESFR di Grenoble, si è giunti ad un risultato che suggerisce le condizioni ambientali composizione chimica simile al pigmento gial(e delicata) attrazione ottimali per esporre l’opera. Bisogna mantelo del lago del dipinto. Lo studio mostra che nere livelli di umidità relativa percentuale non il solfuro di cadmio originale si trasforma in superiori a circa il 45%, con il mantenimento dell’illuminazione ai solfato di cadmio in presenza di composti contenenti cloro ed in valori standard previsti per i materiali pittorici stabili alla luce. condizioni di elevata umidità relativa percentuale; ciò accade anche «L’artista», spiega Letizia Monico ricercatrice presso Istituto in assenza di luce», aggiunge Letizia Monico. di Scienze e tecnologie chimiche “Giulio Natta” del Cnr di PeruLa novità dello studio consiste anche nella integrazione di difgia, «ha miscelato diversi leganti, quali tempera, olio e pastello con ferenti tecniche d’indagine con un approccio che potrà essere utilizpigmenti sintetici dalle tonalità vibranti e brillanti per creare colori zato con successo per esaminare altre opere d’arte che soffrono di di forte impatto. Sfortunatamente, l’ampio utilizzo di questi nuovi simili problemi. materiali rappresenta una sfida per la conservazione a lungo termine Numerose le istituzioni coinvolte nella ricerca: l’Università dedelle opere d’arte del pittore norvegese». gli Studi di Perugia (Italia), l’Università di Anversa (Belgio), il Bard Ma come si presenta la superficie del dipinto sotto la lente scienGraduate Center di New York (USA), il sincrotrone tedesco DESY tifica? «La versione del 1910 mostra evidenti segni di degrado in (Amburgo) ed il Munch Museum (Oslo). (F. F.) Il Giornale dei Biologi | Maggio 2020
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