segnaletica &sicurezza
Monica Meocci(1), Valentina Branzi(2), Lorenzo Domenichini(3)
INTERVENTI PER LA SICUREZZA
DEGLI ATTRAVERSAMENTI PEDONALI L’INCIDENTALITÀ STRADALE CON COINVOLGIMENTO DI PEDONI RAPPRESENTA UN TEMA AMPIAMENTE TRATTATO NELLA LETTERATURA TECNICA E APPROFONDITO NEGLI STUDI MIRATI AL MIGLIORAMENTO DELLA SICUREZZA STRADALE
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l numero di pedoni morti nei Paesi appartenenti all’OECD Organizzazione per la Cooperazione e per lo Sviluppo Economico ha raggiunto nel 2016 il 24% dei morti totali in incidenti stradali, per raggiungere, insieme alle altre categorie di utenti vulnerabili della strada (ciclisti e motociclisti) oltre il 50% dei numero totale di morti sulla strada [1]. Il Road Safety Annual Report 2018 dell’OECD evidenzia un andamento altalenante degli incidenti con coinvolgimento di pedoni. A fronte di una riduzione media di circa il ─12,5% dei pedoni morti in incidenti stradali registrata tra il 2010 e il 2016 nelle nazioni aderenti all’OECD, ben sette Paesi su 30 hanno mostrato un incremento del numero delle vittime, tra cui spiccano gli Stati Uniti con un incremento di oltre il 39%. L’Italia si colloca all’ultimo posto tra i Paesi meritevoli di aver ridotto il numero di morti tra il 2010 e il 2016, con solo il ─3,8% [1]. In Italia, nel 2017, sono aumentati del 5,3% i pedoni morti in incidenti stradali per un numero di vittime complessivamente pari a 600, raggiungendo una percentuale sul totale di morti sulle strade prossima al 18% [2]. I pedoni rientrano nella categoria di utenti della strada definita col termine di “utenze deboli”, insieme ai ciclisti, ai conducenti di veicoli a due ruote e ai portatori di handicap; “deboli” in rapporto ai veicoli a quattro ruote, perché meno protetti rispetto a questi ultimi in occasione di situazioni di conflitto, perché più lenti nelle manovre diversive che è possibile mettere
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STRADE & AUTOSTRADE 1-2019
in atto per evitare il conflitto stesso e perché “disattenti” alla strada, nel senso che il principale interesse di chi cammina non è rappresentato dalla strada in sé, bensì dalle sue personali preoccupazioni ed interessi. Proprio tali caratteristiche determinano un indice di mortalità pari a 3,1 morti ogni 100 incidenti per investimento di pedone, valore circa cinque volte superiore rispetto a quello degli occupanti delle autovetture (0,7) [2]. Dato ancor più preoccupante è che il 50% degli investimenti si verificano proprio in corrispondenza dell’attraversamento pedonale [3]. Troppo spesso gli attraversamenti pedonali sono la dimostrazione che le strade sono pianificate e progettate per assicurare la mobilità dei veicoli a quattro ruote e che, pertanto, l’attraversamento della sede destinata al moto del pedone venga confinato in un numero limitato di luoghi, così da ridurre la dispersione e la casualità delle interazioni. Ciò dà spiegazione di quanto poco ergonomica sia spesso la localizzazione e il progetto degli attraversamenti pedonali e, di conseguenza, di quanto scarso sia l’uso di questi elementi di sicurezza da parte dei pedoni. È pertanto necessario prendere coscienza della problematica, individuando i modi ed i sistemi per contribuire a ridurre l’incidentalità operando sull’organizzazione della sede stradale e sulle modalità di gestione e controllo delle interazioni tra l’utenza debole e quella motorizzata, ottimizzando la configurazione dell’attraversamento pedonale, area della carreggiata in cui “il pedone deve sentirsi protetto dal flusso veico1. lare” durante la loro interazione.
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