Salute
NEURODANTE ALLE RADICI DEL BELLO Uno studio multidisciplinare dell’Università Sapienza di Roma ha osservato gli effetti della lettura della Divina Commedia sul cervello
di Elisabetta Gramolini
I
l bello piace. A tutti. E non occorre essere un esperto dantista per apprezzare l’opera più celebre del Sommo. A dirlo è un nuovo studio, pubblicato sulla rivista Brain Sciences, che ha analizzato, attraverso specifiche modalità di indagine, l’attività cerebrale durante l’ascolto di passi della Divina Commedia. Il lavoro è frutto della collaborazione scientifica tra i gruppi di ricerca dei dipartimenti di Medicina Molecolare edi Studi Europei, Americani ed Interculturali della Sapienza Università di Roma, guidati da Fabio Babiloni e da Paolo Canettieri, in sinergia con la start-up BrainSigns dello stesso Ateneo. La ricerca, denominata Neurodante, si inserisce nell’ambito di indagine della neuroestetica che osserva i correlati biologici all’esperienza estetica. Dal 2010 questa disciplina trova la sua applicazione anche alla letteratura dopo le arti figurative. I ricercatori hanno sottoposto l’ascolto di vari canti di Inferno, Purgatorio e Paradiso a un campione di 47 persone, suddiviso in due gruppi: il primo, formato da 23 studenti di lettere e corsi umanistici, il secondo da 24 studenti di facoltà scientifiche.
24 Il Giornale dei Biologi | Marzo 2021
I risultati sono stati sorprendenti. «Sia gli esperti sia i non esperti reagiscono approcciandosi ai versi in egual modo», spiega la neurobiologa Giulia Cartocci, fra gli autori della ricerca. Questo «Significa che ogni persona possiede la capacità di apprezzare il bello nonostante cresciamo spesso con etichette che ci portano ad essere giudicati come «portati per le materie letterarie» oppure «totalmente negati». «C’è una tendenza innata ad apprezzare il bello – sottolinea -. Uno degli indici usati nell’articolo si basa su due meccanismi, uno inibitorio e l’altro di attivazione. Se l’emisfero sinistro (in particolare nella zona frontale) risponde maggiormente rispetto al destro a uno stimolo c’è la tendenza all’approccio, mentre se viene attivata maggiormente la parte destra c’è una tendenza al rifiuto. Questo indice è stato applicato in molti ambiti. Lo abbiamo usato come indice di approccio cerebrale, differenziato da un secondo indice che sonda una reazione emozionale più viscerale». La ricerca partiva dalle precedenti evidenze relative all’arte figurativa che suggeri-