ordinamenti, del percorso di studi, delle risorse disponibili (ambiente, corpo docente, spazi, orari ecc.), del rapporto tra i costi e i benefici e di quale sia il grado di relazione che intercorre tra gli scopi prefissati e il loro raggiungimento. Sotto tali aspetti gli insegnanti devono essere dotati di competenze tecniche volte al controllo dell’efficacia del percorso di studi (Tyler, 1973 e Bloom, 1975). Si tratta, quindi, di un orientamento comune a tutti i sistemi educativi ed è particolarmente ricercato dai governi in un periodo di costrizione economica. La crudezza delle misure adottate in tali circostanze ha permesso, però, di sottolineare la necessità di un equilibrio e di un orientamento olistico. In teoria, la qualità nella formazione olistica porterebbe ad un equilibrio tra quantità e qualità, tra economia ed ambiente, tra persona e società, etc. senza la necessità di interventi urgenti. 5 - La prospettiva cognitiva, sottolinea la esigenza di formare il soggetto da un punto di vista cognitivo, cioè capace di risolvere problemi che mano a mano gli si presentano nel suo vivere quotidiano. Ogni agenzia formativa ha l’obbligatorietà di agevolare la persona nello sviluppare le abilità, ricorda Eisner. Questo comporta la messa in opera di piani di intervento volti a dotare ogni soggetto di un marcato senso critico e creativo, così da rendere possibile il passaggio da un piano prettamente teorico a quello empirico appartenente ai problemi della “vita reale”. Il principio dell’equilibrio dell’educazione olistica trova terreno fertile in questa impostazione cognitiva, in quanto porterebbe a rilevare le capacità razionali e quelle intuitive necessarie per risolvere i problemi. Di qui la connessione tra il pensiero lineare e l’importanza di coltivare l’intuizione nell’acquisizione di nuova conoscenza. In sintesi, le cinque prospettive delineate da Jackson offrono un’immagine della persona spiritualmente, realisticamente e profondamente connessa con se stessa, con la comunità e con l’ambiente.
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