successivamente siamo in grado di organizzare l’attività fisica sulla base di un’azione riflessiva ed emozionale. Sotto tali termini la percezione corporea interviene in determinate funzioni: l’acquisizione di competenze, l’interiorizzazione degli schemi fisici, la funzionalità motoria, l’esplorazione del proprio corpo e la comprensione dell’ambiente e del proprio sentire affettivo. La psicomotricità orienta l’uomo nella sua creazione verso le forme della cultura, offrendogli abilità, capacità e conoscenze che assicurano la sua affermazione nel mondo. La corrente educativa che ha origini intorno agli anni Ottanta denominata come psicomotoria, concepita come stadio evolutivo del bambino e caratterizzata dalla espressione dei loro sentimenti ed emozioni attraverso il corpo, ha posto l’accento circa l’assoluto valore che la percezione di sé e della propria fisicità possiede per il raggiungimento di un benessere olistico. Nella V Conferenza sulla psicomotricità tenutasi a Malaga nel 1987, Torre Prado evidenzia la psicomotricità come “l’unità di espressione motoria”. Proprio il concetto di unità porta alla presa in carico di una psicomotricità tendente al conseguimento di tre obiettivi: I. II. III.
l’apertura del soggetto alla comunicazione; lo sviluppo della creatività; la formazione del pensiero critico ed operativo.
Questi obiettivi, che fanno il paio con quelli riferibili all’educazione olistica, tengono al centro del discorso il soggetto nel suo complesso. L’educazione psicomotoria ha come obiettivo, quindi, quello di aiutare e sostenere un’evoluzione capace di promuovere il pensiero operativo e critico. Di qui la certezza che la psicomotricità permetta di apprendere il corpo non solo contenitore, piuttosto mezzo dia-
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