Cap. 2 Nel cuore dell’educazione umana: le emozioni Quando il concetto e l’idea che si hanno dell’uomo si perde nei meandri di una sua specificazione prettamente ideologica si rischia di imprigionare e castrare la sua vera natura, e, di conseguenza, la promozione di solo alcuni dei suoi aspetti. In questo modo, piuttosto che sviluppare il “tutto umano”, si risolverebbe in quello che Incadorna13 definisce come “pedagogia della gabbia e didattica dell’ingabbiamento”. Preso coscienza che l’essere umano è espressione di un valore assoluto ed universale e come tale deve essere concepito, coltivato ed educato, non possiamo prescindere dalla sua caratteristica emozionale; questo soprattutto perché la scuola convenzionale ed i curriculum tradizionali non sono soliti prestare molta attenzione a tali aspetti, mentre, paradossalmente, ogni pedagogista ne segnala l’importanza. In un società che richiede sempre più competenze specifiche, l’abilità emotiva è lasciata in disparte, a favore di altro, come se risultasse secondaria. Tutto ciò ha portato a supporre che ognuno di noi sappia mantenere disgiunti le emozioni dalla cosiddetta intelligenza razionale. Preso atto di questa impossibilità, di questo ingabbiamento, non si intravvede ulteriore strada se non quella in cui la dimensione affettiva dell’uomo sia percepita all’interno di una alfabetizzazione di competenze moderna, la quale reclama la totalità della persona. L’educazione all’umana e la promozione dell’umanità, amava dichiarare alle soglie degli anni Ottanta Alberto di Giovanni, avvengono solo nel momento in cui si siano sviluppate tutte le caratteristiche in modo 13 Incadorna, N. (1995). Idealismo della filosofia ed esperienza storica. Palermo: L’Epos.
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