Cap. 6 L’intuizione ed il pensiero creativo Da un punto di vista teorico e pratico è bene chiarire fin da subito che l’intuizione non deve essere confusa con la creatività, anche se ne fa comunque e necessariamente parte. Questo non significa che l’intuizione possieda poco valore nei processi di creativi o di apprendimento, bensì che anch’essa ha, paradossalmente, l’obbligatorietà di essere educata ed esercitata. All’interno della scuola tradizionale l’intuizione è vista come una sorta di “escamotage”, una via di fuga qualora non si sappia affrontare, in modo logico e lineare, un determinato problema che ci viene posto. Sappiamo, infatti, che un modello di pensiero bastato sulla logica è reso istituzionale da una educazione contemporanea, che accredita un apprendimento standardizzato. Nella cultura moderna le ipotesi di oggettività, le modalità attraverso cui si forma nuova conoscenza, il controllo, la prevedibilità e l’analisi, rappresentano il tentativo di fissare principi formativi basati su “fatti oggettivi” e risposte logiche. Secondo Hart81, se si pone l’accento su una sola particolare forma di conoscenza, ad esempio quella logico/analitica, si rischia di inaridire le capacità umane. Troppo spesso il processo analitico diventa monodimensionale ed autoreferenziale, ignorando la sua natura polimorfica. Se è pur vero che un problema spesso ha una natura singolare, la soluzione non potrà mai essere rintracciata nei meandri della particolarità, se è vero “che non esiste una definizione certa, sicura, assoluta. Basta riflettere su un saggio di K. R. Popper che Antiseri ripropone per rilevare che non è possibile ammettere, lungi 81 Hart, T. (1998). A dialectc of knoeing: integreating the intuitive and the analytic, Encounters, n° 11.
83