Fare n. 59 - APRILE 2023

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ISSN 2785-3071

filiere in movimento

in questo numero:

In questo numero:

AGENDA 2030 ONU

ASSOCIAZIONE

Aprile

Dicembre 2020

L’attività di Confindustria Emilia per uno sviluppo sostenibile

Presentata la seconda edizione degli Osservatori di filiera

PREMIO MASCAGNI 2020

FARETE

Trentadue storie di tenacia, impegno e cultura d’impresa

Il 6 e 7 settembre in programma la 10a edizione

FORMAZIONE

PREMIO ESTENSE

Study in Action introduce la gamification

Aquila d’Oro 2020 ex aequo a Pablo Trincia e Concetto Vecchio

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Autorizzazione del Tribunale di Bologna n.6858 del 26.11.1998 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale 70% - Aut. MBPA/CN/BO/0008/2015. Autorizzazione del Tribunale di Bologna n.6858 del 26.11.1998 Poste Italiane SpA - Spedizione in Abbonamento Postale 70% - Aut. MBPA/CN/BO/0008/2015.
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numero 59 aprile 2023

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Gli articoli presentati possono non rispecchiare le posizioni di Confindustria Emilia che comunque li ritiene un contributo sul piano dell’informazione e dell’opinione

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sommario Associato all’Unione Stampa Periodica Italiana focus di Valter Caiumi 5 vita industriale di Marco Taddei, Laura Ansaloni, Silvia Conforti, Raffaella Mazzali, Marianna Saguatti e Generoso Verrusio 7 L'efficienza delle filiere crea valore di Raffaella Mazzali 63 Farete fa 10 di Generoso Verrusio 69 Formare i formatori: torna "Masterclass for STEAM" di Marianna Saguatti 74 Study in Action introduce la gamification di MS 77 Una sanità da migliorare, con generosità e partecipazione di RM 79 Si parte con "La Terrazza dei bambini" al Rizzoli di RM 85 news emilia di Marco Taddei, Raffaella Mazzali e Marianna Saguatti 90

Cari Colleghi, a quattro anni dall’avvio delle nostre 20 filiere, la nuova edizione degli Osservatori stilata da CRIF è stata l’occasione per un approfondito bilancio di ciò che siamo e rappresentiamo per l’economia del Paese.

Numeri e dati raccontano che le imprese di Confindustria Emilia hanno performance al top sia rispetto al dato nazionale sia riguardo a quello regionale. Non era scontato, soprattutto venendo da anni di grande difficoltà, ma è un segnale positivo e allineato agli sforzi fatti.

Si conferma la nostra eccezionale qualità delle competenze, della cultura del lavoro e del fare impresa. D’altronde l’economia dell’Emilia-Romagna, di cui noi siamo, con il nostro perimetro allargato, motore indiscusso, è una delle dieci aree europee classificate tra le più performanti per la creazione di valore aggiunto.

La filiera, che sia piccola, media o medio-grande, è il volano e il motore di un’area produttiva tra le più floride del Paese. Le aziende che lavorano all’interno di una filiera “performano meglio rispetto a quelle che non lo sono”, dice una ricerca dell’Università Bocconi di gennaio 2023, mettendo in luce che esiste una sorta di emulazione positiva delle piccole imprese nei riguardi di quelle più grandi: all’aumento di un punto del Corporate Governance Index (CGI) delle imprese maggiori fa seguito un incremento di 0,13 punti nel CGI delle imprese minori della stessa filiera.

Andando nel dettaglio dei nostri Osservatori di filiera, si vede che il fatturato medio e il numero di dipendenti medi delle imprese associate superano la media nazionale. Le piccole e medie imprese di Confindustria Emilia sono continuamente stimolate, dalla filiera, a crescere in competenze e aumentare di dimensione.

In questo l’Associazione ha una funzione provocatrice e, con l’avvio del desk M&A dedicato a facilitare la continuità aziendale delle nostre piccole e piccolissime imprese, ci proponiamo di supportare al meglio il percorso aggregativo sui nostri territori.

Ogni realtà all’interno della filiera è un punto di snodo di saperi e ricerca nel suo specifico ambito. Cercare di alimentare la crescita, da un lato, ed evitarne la dispersione, dall’altro, non è solo un contributo alla comunità, ma un dovere di essere attore responsabile della stessa.

Vi aspetto tutti alla nostra assemblea privata, che si terrà a Palazzo Albergati il 12 maggio prossimo, nel corso della quale esamineremo insieme l’influenza dei macrotrend mondiali sulle nostre filiere e le priorità d’azione per i prossimi anni.

Confindustria Emilia Area Centro

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ACETAIA GIUSTI RICEVE IL “PREMIO 100 ECCELLENZE ITALIANE”

Nuovo prestigioso riconoscimento per Acetaia Giusti, la più antica realtà produttrice di Aceto Balsamico di Modena, fondata nel 1605, che lo scorso 1 dicembre ha ricevuto nella splendida cornice della Sala della Protomoteca in Campidoglio a Roma, il “Premio 100 Eccellenze Italiane”. Cento personalità di alto profilo e importanti imprese ed enti che meglio incarnano il concetto di italianità sono state celebrate con un tributo all’Italia migliore, del sapere e del saper fare. L’autorevole iniziativa, giunta all’ottava edizione, è promossa dall’associazione Liber, in collaborazione con la casa editrice Rde dell’editore Riccardo Dell’Anna.

“È un onore ricevere un riconoscimento tanto importante. Ci rende orgogliosi e consapevoli del lavoro che stiamo facendo e ci spinge a migliorare ogni giorno per contribuire alla diffusione del Made in Italy e per continuare a condividere la cultura di questa eccellenza modenese. Ci tengo a ringraziare tutto il team Giusti per il lavoro che svolge ogni giorno, con passione e dedizione, per raggiungere insieme gli obiettivi di crescita aziendale e per garantire lo sviluppo e il perfezionamento della nostra realtà”, ha dichiarato Claudio Stefani, amministratore delegato di Acetaia Giusti, al momento del ritiro del Premio.

La manifestazione celebrativa, patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e degli altri Ministeri, si è svolta presso la Sala della Protomoteca in Campidoglio. Tutti i riconoscimenti celebrano il Made in Italy nella sua accezione più completa: manifattura, genio e stile.

Le storie di successo presentate sono state scelte in base a criteri inerenti all’accredita-

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mento storico, alla reputation, alla crescita, ai tratti innovativi, ai premi ricevuti, allo standing internazionale e alla responsabilità sociale dimostrata (sostenibilità delle organizzazioni, dei processi, dell’impatto ambientale e delle interconnessioni umane).

Il “Gran Deposito Aceto Balsamico di Giuseppe Giusti” è la più antica acetaia al mondo ed è uno dei brand più rappresentativi tra gli aceti balsamici di qualità.

Oggi, la storica acetaia è guidata dalla diciassettesima generazione della famiglia, Claudio Stefani Giusti, che porta avanti

AMARE GROUP, L’ECCELLENZA ITALIANA PREMIATA AD AMSTERDAM

La passione è il segreto per affrontare e vincere le grandi sfide. Lo sa bene Amare Group, azienda modenese di design e produzione specializzata in servizi di lavorazione dell’acciaio e del vetro nel settore delle barche di lusso, che lo scorso novembre ha conquistato la nautica europea aggiudicandosi il Category Winner DAME Innovation con ARYA, una soluzione di imbarco multifunzionale per gli yacht moderni. Creato nel 1991 e diventato un punto di riferimento a livello mondiale nel settore della nautica, il DAME (Design Award MEtsrade) premia ogni anno al METS di Amsterdam, la più grande mostra B2B della nautica da diporto e hub di networking globale, una novità realizzata durante l’anno.

brillanti obiettivi di espansione, attraverso una gestione aziendale giovane e flessibile. La sede in un antico borgo agricolo alle porte di Modena ospita il cuore della produzione Giusti, tra cui le botti storiche del 1700 e del 1800 ancora in attività, e il Museo Giusti: uno spazio dedicato al racconto della storia della famiglia e alla degustazione dell’“Oro nero di Modena”, aperto 7 giorni su 7, che accoglie fino a ventimila visitatori all’anno.

L’azienda conta 65 dipendenti a Modena oltre a una decina di collaboratori all’estero, per un’età media sui trent’anni, e ha registrato nel 2022 circa 14 milioni di euro di fatturato, realizzati per il 65% grazie all’export globale. Radici ancorate alla propria comunità e sguardo proiettato ovunque nel mondo con le quattro sedi in Germania, Hong Kong, Corea del Sud e America.

In questo scenario mondiale, Amare è stata l’unica azienda italiana nominata vincitrice su 1.300 espositori. Una bella ragione di orgoglio per l’impresa che da dieci anni ha la propria cabina di regia a Modena, dove sono presenti gli uffici commerciali, amministrativi, aftersales, tecnici e il comparto R&D; e che ora, grazie all’affermazione internazionale riconosciutale dal DAME grazie ad ARYA, ha deciso di aprire anche un magazzino in Olanda per il supporto export al mercato del nord Europa, che va ad aggiungersi alla sede produttiva della provincia di Isernia.

Costruita in acciaio inossidabile 316 lucido, ARYA offre un’accogliente via d’accesso a tripla funzione alle isole galleggianti personali. È una stabile passerella telescopica che si trasforma, premendo un pulsante, in una lussuosa scala d’imbarco con comode pedate a grandezza naturale. Dotata di un’ampia gamma di movimenti, la scala può essere abbassata per un facile e sicuro accesso al mare o sollevata per situazioni di livello superiore in banchina. Come spiegano da Amare Group, la soluzione è disponibile a 24V e può essere fornita con HCPU Amare integrata che permette una

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Claudio Stefani, AD di Acetaia Giusti, riceve il Premio 100 Eccellenze Italiane

facile installazione plug and play o con un convenzionale alimentatore esterno. Con l’opzione per il controllo e il monitoraggio wireless AWS Domotic, può essere personalizzata in base alle esigenze personali per imbarcazioni fino a 24 metri.

“In questi dieci anni abbiamo compiuto un cammino incredibile, costellato di continui successi in un settore molto esigente, grazie alla nostra capacità di guardare al futuro e, quindi, di innovare”, commenta B. Michele Preziuso, che tiene il timone dell’azienda notata e apprezzata fin dall’inizio della sua attività per gli oblò “Infinity” e le passerelle “Vanity” e che, man mano, ha consolidato il proprio brand e la propria affidabilità sui mercati internazionali.

“Ora stiamo lavorando a un nuovo prodotto, dopo aver lanciato nel 2020 il brand ASW domotic, diventando riferimento per il monitoraggio e cablaggio sistemi integrati per yacht e refit”, conclude Preziuso, che tiene a condividere l’incoronazione

‘DAME Innovation’ con “tutte le persone coinvolte nei nostri progetti. Il premio è dedicato a tutti i dipendenti e ai collaboratori di Amare”.

AUTOMOBILI LAMBORGHINI, IL 2022 DEI RECORD

L’anno appena trascorso è stato per Automobili Lamborghini pieno di traguardi raggiunti, frutto di un percorso e di una strategia che, numeri alla mano, si dimostra vincente.

L’azienda di Sant’Agata Bolognese prosegue nella propria crescita straordinaria non solo in termini di vendite, ma anche di riconoscimenti e di certificazioni ottenute, che di-

mostrano la sua attenzione ai vari contesti nei quali opera, dalla sostenibilità alle risorse umane.

In termini di numeri, Lamborghini continua a infrangere record e nel 2022 ha fatto registrare i migliori dati di sempre per quanto riguarda le vendite. Sono infatti 9.233 le vetture consegnate in tutto il mondo, con un incremento del 10% rispetto all’anno precedente.

“Il trend di crescita è frutto di valutazioni collettive ben definite in grado di produrre risultati coerenti e concreti. Siamo stati in grado di gestire in maniera accurata una raccolta ordini straordinaria, con l’obiettivo primario di mantenere una crescita controllata a tutela dell’esclusività del brand. Il 2023 rappresenterà un anno ricco di sfide e di cambiamenti che siamo pronti ad affrontare spingendoci sempre oltre”, dichiara Stephan Winkelmann, chairman e CEO di Automobili Lamborghini.

Questo percorso vedrà un’ulteriore accelerazione nel 2023, quando verranno prodotte le prime vetture ibride e si entrerà nella seconda fase del programma Direzione Cor Tauri, un percorso strategico inaugurato nel 2021 che prevede il più alto investimento di sempre nella storia dell’azienda (1,8 miliardi di euro in cinque anni) volto alla transizione ibrida e, successivamente, a quella elettrica. In tutte le macroregioni il segno è stato nettamente positivo, con un +14% in Asia, seguita dall’America con un +10% e infine EMEA con un +7% rispetto al 2021. Le vendite hanno battuto ogni record anche grazie all’elevata reputazione di cui il brand gode a livello internazionale. Gli Stati Uniti si confermano al primo posto (2.721 vetture consegnate, +10% rispetto all’anno precedente), seguiti da Chinese Mainland, Hong Kong & Ma-

cao (1.018 vetture, +9%), dalla Germania (808 vetture, +14%), dal Regno Unito (650 vetture, +15%) e dal Giappone (546 vetture, +22%). Per quanto riguarda i modelli, si conferma il successo del Super SUV Urus (5.367 modelli consegnati, +7% rispetto al 2021), seguito da un importante incremento di Huracán (3.113 modelli, +20%) e Aventador con 753 modelli consegnati raggiungendo il termine della sua produzione a settembre 2022. In termini di prodotto è stato un anno ricco di novità, inaugurato con il lancio della Huracán Tecnica e della Huracán Sterrato e, per quanto riguarda il Super SUV Urus, dei modelli inediti Urus Performante e Urus S. L’anno appena trascorso è stato costellato anche dai numerosi riconoscimenti ricevuti. Alcuni dei più significativi riguardano i dipendenti e le attività HR, come il Top Employer Italia, ottenuto per il nono anno consecutivo, che attesta le buone pratiche di welfare aziendale, mentre relativamente al mondo delle risorse umane l’azienda si è aggiudicata la certificazione IDEM per le politiche di gender equality e ha rinnovato il progetto DESI (Dual Education System Italy), giunto alla sua quinta edizione e volto alla formazione di giovani studenti.

Grande soddisfazione, poi, per aver ottenuto per il secondo anno consecutivo il “Green Star Award”, che premia l’impegno nella sostenibilità e permette all’azienda investimenti e sforzi per migliorare la qualità del nostro pianeta. A dimostrazione della centralità del tema della sostenibilità per tutta l’azienda, a settembre è stata organizzata la seconda edizione dei Sustainability Days, dedicati alla stampa internazionale e pensati per esplorare da vicino le attività e i progetti su cui Lamborghini investe per il suo percorso sempre più green.

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FRANCESCO BENATTI, UNA VITA PER LA B. BRAUN

Nessuno è voluto mancare alla festa a sorpresa organizzata lo scorso 30 gennaio all’Auditorium Rita Levi Montalcini di Mirandola, in provincia di Modena, per salutare l’amministratore delegato di B.Braun Avitum Italy, Francesco Benatti, in occasione del suo ultimo giorno di lavoro prima della pensione.

Dipendenti nuovi ed ex, autorità e, direttamente dalla Germania, anche Anna Maria Braun, CEO del Gruppo, si sono riuniti per festeggiare Benatti che con professionalità, passione e dedizione ha dedicato la sua vita allo sviluppo e al successo dell’azienda.

Presenti anche il sindaco di Mirandola Alberto Greco, la consigliera regionale Palma Costi e Morena Diazzi, direttore generale della Regione Emilia-Romagna per ringraziare Benatti dell’impegno sul territorio.

Francesco Benatti è infatti una figura di riferimento nello sviluppo del biomedicale della bassa modenese, fin dai primi anni Ottanta, quando questo settore era agli esordi nel mirandolese. Con altri imprenditori fonda nel 1985 la società Diatekno, che per prima ha contatti con B. Braun come fornitrice di linee per emodialisi, e ne diventa direttore generale. Successivamente, Diatekno si unisce a Miren e Carex e nasce la Carex European Group, in cui Benatti assume il ruolo di responsabile di sviluppo e produzione. Nel 1991 viene fondata B. Braun Carex, joint venture fra il gruppo Carex e B. Braun Milano, in cui Benatti è, prima, direttore marketing disposables e poi amministratore delegato. Nel 1993 le quote di Carex European Group vengono acquisite da B. Braun e l’anno successivo viene rilevato anche il ramo operativo dell’azienda, portando lavoro ad oltre 100 persone. In questa fase, Francesco Benatti ricopre il ruolo di direttore operativo coordinando le funzioni

di R&D e manufacturing e vendite. Nel 2008 B. Braun Carex diventa B. Braun Avitum Italy e Benatti assume il ruolo di amministratore delegato, incarico mantenuto fino ad oggi, guidando l’azienda nel 2012 attraverso gli ostacoli del sisma, riuscendo a ricostruire in tempi record e addirittura ad ampliare l’azienda. In tutti questi anni, B. Braun Avitum Italy ha consolidato le attività di sviluppo e produzione di dispositivi medici ed è stato creato un team manageriale che ha supportato Benatti nella gestione delle attività. A settembre 2020 nasce il Leadership Team Italia destinato a gestire e rafforzare la collaborazione tra i

grande l’orgoglio di Benatti per l’italianità della multinazionale B. Braun, che negli anni ha investito con fiducia a Mirandola, portando l’azienda a crescere esponenzialmente dai suoi albori ad oggi.

“È stata per me un’emozione grandissima, sono molto orgoglioso dell’azienda che è B. Braun Avitum Italy e di aver fatto parte del suo percorso di crescita. L’azienda è fatta di persone e oggi è stata davvero un’occasione per salutarle tutte e sentire il loro calore dopo tanti anni trascorsi insieme, tra difficoltà e rinascite, proprio come in una famiglia”, ha dichiarato Francesco Benatti nel corso dell’evento.

BANCOLINI SYMBOL, UN 2022 DI SUCCESSI ALLA RICERCA DELLA FELICITÀ

Una crescita di fatturato del 30% rispetto all’anno precedente e un premio di 1.200 euro in buoni acquisto a ciascun dipendente, nel solco di un percorso di consolidamento di valori positivi quali la collettività, il bene comune e la felicità. A chiudere un 2022 di grandi successi è stata la storica azienda bolognese Bancolini Symbol, dal 1983 specializzata in sistemi di identificazione automatica e raccolta dati.

siti italiani del gruppo, un team gestionale di cui Francesco Benatti è presidente. Nel 2021 la Divisione Avitum viene completamente riorganizzata: vengono creati i Centri di Eccellenza (CoE) e Benatti diventa Head of CoE Renal, WOC (Wound, Ostomy e Continency) & Consumables che raggruppa, oltre a Mirandola, i siti operativi di Sligo in Irlanda, St.Jean de Luz in Francia e Nibbia (B-Pack), in provincia di Novara.

Una vita professionale intensa, dall’ampio respiro internazionale ma con il cuore sempre vicino al territorio: da sempre è

Il team di Bancolini Symbol

“Nel 2022 abbiamo registrato un +30% del fatturato rispetto al 2021, mentre l’aspettativa di crescita nel nostro mercato in Europa era del 6-10%. Mi è sembrato giusto condividere questo risultato con chi in questi anni lo ha reso possibile, ovvero i nostri dipendenti, soprattutto in un momento difficile, segnato da inflazione e aumento del costo della vita”, dichiara Irene Castelli, figlia dei fondatori di Bancolini Symbol e

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ASTRA RESEARCH, 15 ANNI ALL’INSEGNA DELL’INNOVAZIONE

e lo è ancora di più osservare come l’attenzione per la ricerca e l’innovazione siano ormai parte fondamentale del suo DNA, rappresentando quindi un valore aggiunto ai servizi offerti”.

“L’idea che ha portato alla costituzione di Astra è stata la volontà di creare prima di tutto un partner per le imprese, capace di offrire soluzioni su misura e basate sulla capacità di tradurre le esigenze in risposte concrete, mettendo a disposizione le competenze e il know-how maturato nell’ambito della ricerca universitaria”.

Con queste parole il CEO Roberto Rosi racconta la nascita della società modenese Astra Research, avvenuta nel gennaio 2008 negli spazi della facoltà di Ingegneria Enzo Ferrari dell’Università di Modena e Reggio Emilia per opera dei quattro giovani laureati Roberto Rosi, Matteo Giacopini, Andrea Salsi e Andrea Baldini. L’azienda, che nel 2023 festeggia i primi 15 anni di attività, è oggi considerata dal mercato una eccellenza nel settore della consulenza ingegneristica meccanica e opera a livello internazionale attraverso gli oltre trenta specialist con un’età media del team di circa 31 anni, a conferma di una forte propensione alla valorizzazione dei giovani non solo come risorsa fondamentale per la crescita, ma anche come messaggio verso il mercato, coniugando l’esperienza con la visione verso il futuro.

“Se mi fermo a pensare, è vivo il ricordo della nascita di Astra all’interno degli spazi Unimore con la supervisione del professor Antonio Strozzi, molto più di un mentore; un visionario che ha dedicato la propria vita alla scienza. Se oggi siamo considerati un’eccellenza nel mercato il merito è della passione che cresce costantemente e che cerchiamo di trasmettere ai giovani ragazzi del nostro team”, continua Rosi.

A riprova del forte legame dell’azienda con Unimore le parole di uno degli altri fondatori Matteo Giacopini, professore ordinario del dipartimento di Ingegneria: “Avere contribuito alla creazione di una realtà come Astra Research è motivo di grande soddisfazione,

Nel percorso di crescita verso l’eccellenza, gli investimenti sono parte della mentalità e della visione di Astra, come quello realizzato in piena pandemia Covid-19 per l’ampliamento della sede di Modena e la creazione di 250 metri quadrati di nuovi spazi operativi per 40 postazioni di lavoro: “Come tutti, neanche noi eravamo pronti. La pandemia è stato un fulmine a ciel sereno, non sapevamo cosa ci aspettava, ma dopo i primi giorni ci siamo resi conto che non potevamo fermarci e così abbiamo rilanciato: l’investimento a livello infrastrutturale ha portato all’ampliamento degli spazi, con l’obiettivo di migliorare la sicurezza e il comfort degli ambienti di lavoro. Ancora una volta, la passione ha rappresentato l’elemento decisivo”, evidenzia Roberto Rosi. E il futuro di Astra Research è già presente: evolversi per crescere in un mercato sempre più competitivo offrendo soluzioni sempre più performanti, capaci di rispondere alle necessità del cliente, aspirando in modo naturale a un rapporto integrato e sinergico e consolidando sempre più il valore della partnership.

“Oggi il metodo Astra Innovation risponde perfettamente ai bisogni del mercato. Abbiamo avviato un’importante operazione di rebranding, con l’obiettivo di rafforzare la nostra brand awareness e riconoscibilità a livello nazionale e internazionale. L’esigenza era quella di potenziare la nostra identità e il valore percepito. Vogliamo che il messaggio principale sia quello legato all’innovazione: grazie anche alle politiche del PNRR le imprese aspirano a soluzioni ad alto grado di innovazione e in questo senso, ad esempio, abbiamo creato un team specializzato in ambito Digital twin”, dichiara Rosi.

L'ultima iniziativa targata Astra, il Digital twin o gemello digitale, rappresenta l’incontro tra fisico e digitale: “I vantaggi per le imprese sono tangibili, non solo dal punto di vista economico, ma anche di processo, sia su nuovi progetti che su prodotti già presenti sul mercato. Crediamo che le soluzioni legate al Digital twin siano un’opportunità per le imprese, per essere più innovative e competitive. Dall’idea all’industrializzazione, Astra Research è il partner per le aziende che necessitano di soluzioni customizzate ad alto valore aggiunto”, conclude Rosi.

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Roberto Rosi, CEO di Astra Research

alla guida dell’impresa dal 2019, proprio alle soglie della pandemia. In questi complicati anni, Irene Castelli ha lavorato a un cambiamento capace di preservare i valori storici e l’esperienza dell’azienda, guardando nel contempo al futuro e a nuovi valori. La svolta in atto è resa possibile da un percorso strutturato che ha come obiettivo quello di diventare una “Organizzazione Positiva”. Il percorso ha coinvolto dapprima un gruppo di nove dipendenti, per poi estendersi a tutti. “Sono convinta che le aziende siano strumenti di crescita e formazione, organismi che hanno la responsabilità di evolvere continuamente per il bene comune, andando oltre le logiche del puro profitto. Bancolini Symbol è da sempre conosciuta per la correttezza, la trasparenza e l’affidabilità che ha saputo trasmettere negli anni ai propri dipendenti e al mercato. Quello che mi interessa oggi è generare valore per la collettività attraverso un cambio di sguardo che parta prima di tutto da questi valori e dalle persone che la rappresentano. Ho voluto iniziare un percorso di cambiamento verso un nuovo assetto centrato sull’individuo, sul noi e sull’impatto che ciascuno di noi può portare all’interno e all’esterno dell’organizzazione, un ecosistema volto a creare valore per l’azienda e per il cliente”, continua Castelli.

Le Organizzazioni Positive nascono all’interno della Scienza della Felicità, una recente teorizzazione di un concetto tanto semplice quanto innovativo: la felicità è il punto di partenza e non la meta finale. Tali organizzazioni si basano su precisi pilastri: più positività, meno negatività; più noi, meno io; più essere, meno fare e avere; più disciplina, meno caos.

“La strada intrapresa, che ha portato anche alla formazione e creazione del nuovo ruolo aziendale di ‘Chief Happiness Officer’, sta già dando risultati non solo in termini economici, ma anche di qualità del lavoro: le procedure sono più snelle, i conflitti vengono minimizzati e le decisioni accelerate, c’è maggiore responsabilità individuale e più benessere. Essere figlia di imprenditori ed ‘ereditare’ un’azienda è sicuramente una fortuna, ma bisogna poi saperla guidare in base ai propri valori, renderla parte della propria identità. Le persone in azienda mi

seguono, i partner riconoscono e apprezzano il cambiamento, sono soddisfatta e viviamo un momento di entusiasmo contagioso”, conclude Castelli.

AL VIA LA 42a EDIZIONE DI BOLOGNA FESTIVAL

Si rinnova l’appuntamento con Bologna Festival la cui 42a edizione, in programma da aprile a novembre 2023, presenta alcune orchestre europee di spicco con i loro direttori di riferimento, a comporre una programmazione che si articola nel ciclo di incontri di approfondimento culturale ‘Carteggi musicali’, le rassegne ‘Grandi Interpreti’, ‘Talenti’, ‘Il Nuovo l’Antico’, e il ‘Concerto Straordinario’ con Martha Argerich e la Peace Orchestra Project.

Protagonisti del concerto inaugurale, il 2 aprile al Teatro Auditorium Manzoni, Jordi Savall con i suoi complessi Le Concert des Nations e la Capella Reial de Catalunya, in un programma che accosta tre delle numerose intonazioni musicali dello Stabat Mater di Jacopone da Todi. Secondo appuntamento della rassegna Grandi Interpreti il

18 aprile con la pianista canadese Angela Hewitt, mentre il 2 maggio Stefano Bollani improvvisa con la sua travolgente immaginazione sonora su brani classici, jazz o pop. Il mezzosoprano Ann Hallenberg si esibisce il 9 maggio insieme all’ensemble Concerto de’ Cavalieri di Marcello Di Lisa, mentre l’Academy of St Martin in the Fields, che collabora per questa tournée con il pianista coreano Seong-Jin Cho, torna in città il 18 maggio. Il direttore-filologo Philippe Herreweghe con la sua Orchestre des ChampsElysées offre una sorprendente lettura di due capisaldi del repertorio classico con il violoncellista danese Andreas Brantelid. L’8 giugno è il turno di Les Musiciens du Louvre insieme al fondatore e direttore Marc Minkowski. Infine, il 5 novembre, la “Maratona Schumann” che in tre concerti vede impegnati Isabelle Faust (violino), Anne Katharina Schreiber (violino), Antoine Tamestit (viola), Jean-Guihen Queyras (violoncello) e Alexander Melnikov (fortepiano).

Con la rassegna Talenti, dal 13 giugno al 3 luglio, nel Chiostro della Basilica di Santo Stefano l’attenzione si sposta sui nuovi interpreti. Come ogni anno ci sarà l’occasione di ascoltare il vincitore del “Premio Venezia”, assegnato nel 2022 al pianista Nicolò Cafaro. La violinista Giulia Rimonda

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Sopra: Martha Argerich (foto Adriano Heitman) Sotto: Stefano Bollani (foto Valentina Cenni) Sopra: Isabelle Faust (foto Felix Broede) Sotto: Antoine Tamestit

suona in duo con il pianista Josèf Mossali mentre tra gli ensemble cameristici si ascolteranno il Trio Ravel, il Trio Pantoum, e il giovane Quartetto Leonardo. In apertura della programmazione d’autunno, il 4 settembre, Martha Argerich sarà protagonista del concerto straordinario con la nuova Peace Orchestra Project diretta da Ricardo Castro. “La creazione di una nuova orchestra è un segnale di vitalità e motivo di festa. Madrina del progetto è Martha Argerich che siederà ad una delle due tastiere presenti sul palcoscenico affidando l’altra al giovane e brillante Federico Gad Crema”, afferma Maddalena da Lisca, sovrintendente e direttore artistico di Bologna Festival. Il ciclo di concerti d’autunno presenta programmi tematici in cui la musica antica si intreccia con la musica d’oggi. Apre la rassegna l’Orchestra Calamani insieme al violoncellista Michele Marco Rossi, mentre Laura Catrani è accompagnata al clavicembalo e all’organo da Claudio Astronio. Jan Michiels crea poetiche corrispondenze tra i Preludi di Chopin e Debussy e gli Studi di Ligeti, mentre Giovanni Gnocchi e Nurit Stark si impegnano nella sonata per violino e violoncello Rejoice! di Sofia Gubaidulina e l’ensemble Tetraktis Percussioni insieme al clavicembalista Enrico Baiano rivisita Bach. È poi il turno del Quartetto Vanvitelli con il suo programma “Napoli e l’Europa” e di Francesco Cera con il suo Ensemble Arte Musica.

Infine, come un preludio alla stagione di concerti, in marzo si è svolto il ciclo Carteggi musicali, approfondimenti culturali legati ai programmi della stagione concertistica, affidati a noti divulgatori musicali quali Enzo Restagno, Giovanni Bietti, Fabio Sartorelli e Guido Barbieri.

BONFIGLIOLI CONSULTING, PARTNERSHIP STRATEGICA CON BOSCH REXROTH ITALIA

Bonfiglioli Consulting, società di consulenza bolognese fondata nel 1973, che quest’anno festeggia dunque il suo primo mezzo secolo d’attività, da gennaio scorso è Certified Excellence Partner (CEP) di Bosch Rexroth Italia per ciò che concerne

l’ambito del training. La realtà bolognese collaborerà con Bosch Rexroth Italia in particolare per la formazione sui temi della Lean Production e di Industry 4.0 attraverso dei corsi che si svolgeranno sia presso la sede italiana di Bosch Rexroth sia presso la Lean Factory School® di Bologna. Il training sulla Lean production verrà supportato dalle soluzioni tecnologiche della multinazionale tedesca e sarà integrato con l’approccio learning by doing utilizzato da Bonfiglioli Consulting per trasformare la conoscenza in competenza.

La società di consulenza bolognese ha ottenuto il ruolo di CEP a seguito di un processo standardizzato in grado di garantire in tutto il mondo un funzionamento continuo e una qualità di alto livello nella distribuzione, nelle soluzioni, nella formazione e nei servizi. Bosch Rexroth, mediante il programma Certified Excellence Partner, si è posta l’obiettivo di instaurare partnership strategiche al fine di condividere i propri standard qualitativi tecnologici e di assistenza post-vendita su tutto il mercato italiano.

“Siamo orgogliosi di questa nuova partnership con Bonfiglioli Consulting. Il rapporto strategico con i nostri partner è sempre più al centro dell’approccio Bosch Rexroth, fondato su due aspetti essenziali: stretta collaborazione e sviluppo delle competenze. Ed è proprio su quest’ultimo aspetto che si inserisce la partnership con Bonfiglioli Consulting. Siamo fortemente convinti che la nostra proposta tecnologica, unitamente all’expertise, in ambito della formazione, di Bonfiglioli Consulting, possano rendere sempre più competitive le soluzioni scelte dai nostri clienti”, sottolinea Lorenzo Bianconi, head of channel management di Bo-

sch Rexroth Italia.

Anche per Bonfiglioli Consulting questa nuova collaborazione rappresenta un grande valore per i suoi clienti: le tecnologie di Bosch Rexroth permettono infatti di integrare la proposta formativa sulle metodologie, con soluzioni tecnologiche concrete e all’avanguardia.

“Essere partner per il training di aziende di valore come Bosch Rexroth rende ancora più consistente la nostra proposta formativa. Sono certo che anche i nostri clienti trarranno benefici da questa collaborazione che consente di integrare ai principi del pensiero snello le opportunità della competenza tecnologica di un player globale come Bosch Rexroth, coerentemente con quanto pratichiamo nella nostra Lean Factory School®, una palestra in cui apprendere come anche i piccoli cambiamenti nel campo della produzione possano comportare grandi risultati in termini di efficacia ed efficienza dei processi, contenendo al contempo i consumi e i costi delle materie prime, ottimizzando la catena di fornitura e accrescendo le competenze delle persone”, evidenzia Michele Bonfiglioli, amministratore delegato di Bonfiglioli Consulting. La Lean Factory School® di Bonfiglioli Consulting è infatti una vera e propria palestra per la formazione e l’innovazione in cui testare sul campo le tecnologie inerenti all’Industry 4.0 e toccare con mano la Digital Transformation, uno spazio dedicato allo sviluppo di nuove applicazioni a sostegno dei processi aziendali concepito come una fabbrica in miniatura, con tanto di linee produttive, area uffici e spazi aperti e condivisi dove creare soluzioni di digitalizzazione aziendale.

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Michele Bonfiglioli, amministratore delegato di Bonfiglioli Consulting e Lorenzo Bianconi, head of channel management di Bosch Rexroth Italia

CARPIGIANI, LA GELATO UNIVERSITY FESTEGGIA 20 ANNI DI ATTIVITÀ

Settantamila studenti formati e 22 campus in 21 Paesi del mondo. Sono i numeri da capogiro con cui la Carpigiani Gelato University, che ha dato inizio ai festeggiamenti lo scorso gennaio a Rimini a Sigep 2023, l’appuntamento professionale più importante al mondo dedicato al gelato artigianale e all’arte del dolce, celebra i primi due decenni di attività.

Nata a settembre del 2003 dall’esperienza di Carpigiani come primo spazio di didattica organizzata e multilingue per il mondo della gelateria, la Carpigiani Gelato University, che ha sede ad Anzola dell’Emilia, alle porte di Bologna, vanta oggi una presenza capillare in tutto il mondo con i campus dislocati in Argentina, Australia, Brasile, Colombia, Cile, Cina, Indonesia, Giappone, Malesia, Messico, Polonia, Russia, Singapore, Svezia, Sud Africa, Taiwan, Emirati Arabi Uniti, Belgio, Germania, Regno Unito e Stati Uniti, per la precisione in Carolina del Nord e Illinois.

In occasione dei festeggiamenti che si sono svolti a Sigep 2023, gli ex alumni della scuola si sono riuniti allo stand di Carpigiani, nel Padiglione C1, per raccontare le loro storie di successo. “Con le decine di migliaia di studenti di tutto il mondo che hanno frequentato i nostri corsi, la Gelato University è arrivata a Sigep tagliando un importante traguardo e confermando il proprio ruolo di rilievo internazionale nella formazione per i nuovi imprenditori del settore e per i professionisti esperti”, commenta Kaori Ito, direttrice della Carpigiani Gelato University. “In questi anni, la nostra scuola si è rivelata un laboratorio per lo studio dei trend internazionali grazie alla sua rete di campus così estesa e capillare. La nostra squadra di docenti è formata da oltre cinquanta professionisti che viaggiano e incontrano persone, gusti e nuove ricette generando uno scambio di idee essenziale per il rinnovo del nostro catalogo corsi. Ogni anno siamo in grado di offrire nuovi contenuti che poi diventeranno i nuovi trend”.

Grazie alla pluriennale esperienza di Carpigiani nell’ambito delle tecnologie e delle

macchine per fare il gelato, poi, la Carpigiani Gelato University ha a disposizione il più grande laboratorio di gelateria al mondo, dove gli studenti possono fare pratica realizzando le ricette create insieme al team dei maestri gelatieri, composto dai più importanti esperti del settore della gelateria e non solo.

La scuola, infatti, non si occupa solo di gelateria artigianale, ma ha tre Specialty School: la Frozen Dessert University, dedicata agli Stati Uniti e alla loro tradizione dolciaria; la Gelato Pastry University, orientata al mondo della pasticceria; la Foodservice Professionals, pensata per chef e pastry chef che vogliono aggiungere il gelato al menu di un ristorante, di una pizzeria, di un bistrot.

LA TECNOLOGIA CEFLA A SERVIZIO DEL TERRITORIO CON LA FONDAZIONE MONTECATONE

Una nuova e sofisticata apparecchiatura diagnostica, del valore di mercato di 250mila euro, entra a far parte della dotazione tecnologica dell’ospedale Monteca-

tone Rehabilitation Institute di Imola, in provincia di Bologna. È il tomografo computerizzato Cone Beam CT Multi-Scan Body che, in occasione del novantesimo anniversario dalla propria fondazione, celebrato nel maggio 2022, l’impresa imolese Cefla ha scelto di donare all’istituto ospedaliero tramite la Fondazione Montecatone per contribuire al miglioramento del proprio sistema di diagnosi radiologica. Il tomografo, sviluppato dalla business unit Cefla Medical Equipment, permetterà ai pazienti del centro di riabilitazione e a tutto il territorio di avere una tecnologia con un altissimo livello di risoluzione sui tessuti duri, in particolare le strutture ossee, e con un livello di emissioni radiogene molto basso che consentirà di effettuare esami frequenti anche ai pazienti più fragili. “Ciò che lega Cefla al territorio in cui è nata e cresciuta è sempre stato un rapporto saldo e reciproco. Nell’anno della celebrazione del nostro novantesimo anniversario, abbiamo deciso di donare la nostra migliore tecnologia diagnostica a un’eccellenza riconosciuta sia a livello locale che internazionale. Auspichiamo che questo progetto possa attrarre con spirito collaborativo tutta la ‘Valle del biomedicale’ che sta crescendo in modo significativo in Emilia-Romagna”, dichiara Gianmaria Balducci, presidente del gruppo multibusiness imolese.

Come sottolinea Mario Tubertini, direttore generale del Montecatone Rehabilitation Institute, “la donazione potrà dare luogo a un percorso di collaborazione e ricerca utile ad affinare ulteriormente la tecnologia radiologica. Il CBCT è infatti un ottimo complemento alle macchine che equipaggiano la radiologia pesante dell’Istituto, attrezzata con una risonanza magnetica 3 Tesla e una TAC 64 strati, lo stato dell’arte oggi proposto dal mercato”.

“Sono particolarmente orgoglioso che un’importante realtà industriale del nostro territorio abbia deciso di supportare un’eccellenza in ambito nazionale e internazionale come l’Istituto di Montecatone. Sin dalla sua nascita, la nostra Fondazione ha sempre cercato connessioni operative con il tessuto economico e industriale locale, che negli anni ha risposto con responsabilità e partecipazione. Ringrazio quindi Cefla per questa importante donazione che, oltre a

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celebrare un traguardo storico, dimostra sensibilità e attenzione sul tema della responsabilità sociale d’impresa, a vantaggio di tutta la comunità locale”, evidenzia Marco Gasparri, presidente della Fondazione Montecatone Onlus.

Operativa a livello internazionale in diversi business, oggi Cefla è un’identità solida, vicina ai territori in cui investe, che crede nei valori della condivisione, del coinvolgimento e del fare impresa con le persone. Le business unit, che mettono insieme competenze e capacità per il raggiungimento degli obiettivi nei rispettivi contesti, sono unite da un progetto comune in cui reti di relazioni e talenti si integrano e sostengono reciprocamente. “Questa è la forza del fare insieme: un’eredità preziosa, un testimone da passare ad ogni nuova generazione”, conclude Balducci.

COCCHI&COCCHI, LA BRAND ACADEMY CHE GENERA NUOVO VALORE PER LE IMPRESE

L’agenzia modenese di branding cocchi&cocchi ha iniziato il 2023 con alcune importanti novità. Si è concluso ufficialmente il passaggio generazionale tra Ivan Cocchi, socio e fondatore nel 2006 dell’agenzia, e i figli Gloria e Davide, rimasti alla guida dello studio. Un cambio societario “festeggiato” con un cambio sede: da gennaio, infatti, cocchi&cocchi si è trasferita in via Paolo Ferrari 107, alle porte del centro storico, proprio di fianco ad uno dei luoghi cardine della “modenesità”: il Museo Casa Enzo Ferrari. Il nuovo ufficio è uno spazio

completamente rivisitato rispetto al precedente: situato a piano terra e dotato di un’ampia sala per gli incontri in presenza, crea un immediato punto di contatto con la città e le persone, alle quali verranno dedicati eventi futuri come mostre, presentazioni di libri, conferenze, corsi di comunicazione e di sviluppo personale.

Questi importanti cambiamenti non hanno modificato il DNA dell’agenzia, sempre proiettata alla crescita e alla formazione. Chiusa infatti l’esperienza biennale di “coffeeBRAND”, i webinar gratuiti rivolti ai molteplici aspetti del branding, cocchi&cocchi rilancia e presenta “brand academy”, una serie di incontri formativi che prevede due percorsi, uno gratuito e l’altro a pagamento. La proposta gratuita è suddivisa in tre moduli differenti: il primo è dedicato a conoscere gli aspetti basilari per la progettazione e la gestione di un brand, il secondo è focalizzato sull’analisi di due case history e il terzo è rivolto ad approfondire tre brand experience fondamentali. I webinar sono a numero chiuso e con partecipanti selezionati, disposti a garantire la propria presenza. “Attraverso brand academy vogliamo proporre una formazione che aiuti le persone ad addentrarsi nella multidisciplinarità del branding; per comprenderne il processo, infatti, non bastano solo conoscenze di marketing e strategia d’impresa, ma occorrono anche nozioni di psicologia e sociologia”, racconta Gloria

Cocchi, brand identity coach dell’agenzia modenese.

“Crediamo nella gratuità, ma anche la gratuità ha un prezzo: l’impegno. Ecco perché abbiamo deciso di proporre una formazione gratuita, ma a numero chiuso: a fronte dell’impegno che mettiamo nel preparare gli incontri, scegliere gli argomenti di maggior utilità e presentare gli strumenti più efficaci, chiediamo a chi si iscrive una sola cosa: forte motivazione e presenza”, prosegue Davide Cocchi, art director di cocchi&cocchi.

Il primo dei tre cicli formativi ha preso il via il 23 marzo scorso con l’incontro “Generare la marca”, incentrato sulle azioni da intraprendere per fare in modo che un nome, un simbolo o un altro segno identificativo diventino un brand. Il secondo appuntamento è fissato invece per giovedì 27 aprile con il webinar “Affermare, consolidare e valorizzare la marca”.

CODEBAKER, RICETTE DIGITALI UNICHE

Una esperienza quasi decennale nell’ambito dello sviluppo e dell’integrazione delle API (Application Programming Interfaces). A vantarla è la software house bolognese CodeBaker, che da sempre realizza ricette digitali uniche. Strutturata per gestire progetti di sviluppo digitale partendo dalla fase di analisi e arrivando fino al deploy negli store, senza ovviamente dimenticare il mantenimento dell’applicativo nel corso del tempo, CodeBaker attribuisce estrema importanza alla comunicazione con il cliente, per comprendere a fondo dove è davvero necessario e conveniente intervenire per automatizzare i suoi flussi di lavoro abituali. “Dopo aver studiato, quindi proposto la nostra soluzione, in genere forniamo un esempio realizzato con Adobe XD per mostrare sin da subito come funzionerà nei dettagli l’applicativo che svilupperemo”, dichiara Luca Vitali, CEO di CodeBaker.

Del resto, l’esperienza della software house le consente di sviluppare applicativi capaci di coesistere facilmente con tutti i sistemi già in uso, senza stravolgere la quotidianità lavorativa, anzi; come sottolinea Vitali,

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Sotto: Davide e Gloria Cocchi

ATTI, 85 ANNI DI ESPERIENZA NEL MONDO DELLA FUSIONE

Ottantacinque anni di storia ed esperienza nell’ambito delle fusioni. Sono quelli che ha festeggiato nel 2022 l’azienda Atti di Bentivoglio, in provincia di Bologna, nata nel 1937 come Fonderia Cesare Atti, in quella che oggi viene chiamata “Packaging Valley”, producendo getti in sabbia per tutte le imprese cittadine che già si occupavano di quel mercato. Dopo la sospensione delle attività a causa della Seconda guerra mondiale, riprende in un locale di fortuna nel 1946 e riallaccia i rapporti con tutte le aziende del circondario. Cresciuta pian piano, e allargato il suo mercato a tutta l’Italia del Nord, rivolge la sua produzione al mondo della moto, che in quegli anni sta crescendo molto, e acquisisce tutte le forniture di getti di alluminio della Moto Guzzi e successivamente della Benelli, al tempo realtà famosissime in tutta Europa.

Nel 1972 Atti la svolta radicale nella tipologia produttiva, che passa dai getti in sabbia a fusioni in conchiglia e alla produzione di componenti per pompe a ingranaggi per tutti i produttori emiliani, cioè per tutti i clienti italiani. È poi la volta del ritorno al mondo della moto con la produzione di getti per le sospensioni, teste e cilindri e di tutta la componentistica delle moto per le più note case europee e mondiali.

Negli anni successivi l’azienda fa il suo ingresso nel mondo dell’automotive e Atti, divenuta nel frattempo una Spa, si specializza, prima in Europa, nella produzione della parte fredda dei turbocompressori per auto, fornendo le cinque case europee che producono questo componente per tutte le case automobilistiche mondiali.

Oggi, 85 anni dopo la sua nascita, la fonderia Atti, guidata fin dall’inizio dalla famiglia Lelli, riesce ancora a tenere testa alle crisi che scuotono il mercato da anni. Negli anni, e con decenni di esperienza, la fonderia Atti si è circondata di una rete di aziende collegate che contribuiscono a ogni aspetto della creazione di un prodotto. Il cliente, infatti, riceve un prodotto del quale, attraverso una collaborazione progettuale (co-design), è stato progettato lo stampo, creata l’anima in sabbia, fatte le simulazioni di colata necessarie, realizzato il prodotto stesso. Infine, i processi di sbavatura, tempra e lavorazione meccanica. Tutto questo senza costi di trasporto, visto che le aziende della filiera si trovano nel raggio di un chilometro.

“La fonderia si occupa principalmente di fusioni a gravità in conchiglia, utilizzando leghe leggere, come l’alluminio e la zama”, sottolinea con dovizia di particolari il presidente Giuseppe Lelli. “I nostri collaboratori, seguendo le richieste del mercato, hanno imparato a padroneggiare anche la pressofusione, espandendo così la vasta gamma di prodotti che siamo in grado di offrire ai clienti finali”.

Atti oggi ha clienti in diversi settori: i principali sono sicuramente l’automotive e l’oleodinamica, ma anche i produttori di trattoristica e motocicli sono tra i più importanti. L’azienda produce inoltre componenti per la casa e dettagli di design.

“Tutto ciò sembra facile ma negli ultimi quindici anni”, spiega Lelli, “l’industria meccanica, e automobilistica in special modo, ha dovuto fare i conti con una serie di avvenimenti critici: il crack finanziario della Lehman Brothers, il Dieselgate della Volkswagen, la spinta a nostro avviso intempestiva e irresponsabile verso una mobilità del tutto elettrificata, una pandemia che il mondo non conosceva da secoli, la straordinaria esplosione dei prezzi di metalli ed energia e infine la minaccia, non irrilevante, di una guerra in Europa. Tutto ciò ha creato gravissimi problemi alle imprese operanti in Europa e noi di certo non ne siamo immuni. Ma la nostra fiducia al momento è più forte delle difficoltà e proviamo ad andare avanti, continuando a combattere le difficoltà per dare continuità alla nostra azienda”.

Atti è da sempre impegnata in una politica ambientale attiva, quale strumento per la dichiarazione della propria volontà e del proprio impegno verso il controllo, la riduzione e, dove possibile, l’eliminazione degli effetti negativi sull’ambiente delle attività della propria organizzazione. L’azienda ritiene infatti fondamentale che le proprie attività debbano essere orientate, oltre che allo sviluppo economico, anche al rispetto dell’ambiente ed al corretto utilizzo delle risorse naturali.

“Tra gli obiettivi di Atti c’è l’accrescimento del livello di qualità dei propri processi e prodotti, attraverso una gestione efficace delle risorse, siano esse umane, tecnologiche ed economiche, per migliorare le prestazioni ambientali nell’ottica della progressiva riduzione degli impatti sull’ambiente”, conclude il presidente Lelli.

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Giuseppe Lelli, presidente di Atti

“uno sviluppo custom aumenta il valore di un’azienda perché fornisce uno strumento unico e rispondente ad esigenze specifiche”. Il vasto know-how nel campo delle API è valso a CodeBaker numerose opportunità quali la partecipazione in qualità di speaker alla ApiConf presso il Lingotto di Torino, uno degli eventi più attesi dagli sviluppatori di tutta Italia. La software house, dopo aver portato la propria esperienza allo StartUp Day 2018 organizzato dall’Università di Bologna a Palazzo Re Enzo, è stata invitata a entrare a far parte del consorzio del progetto europeo Horizon 2020 BEHAPI che, attivo da ormai cinque anni, ha reso possibili importanti collaborazioni con le Università di Bologna, Malta e Kent.

“Abbiamo lavorato a stretto contatto con grandi realtà del territorio bolognese come Granarolo, Ice team 1927, Agribologna Conor Shop e CPR System, per citare le più recenti. Con ogni progetto abbiamo aggiunto valore a realtà già fortemente strutturate, che grazie al nostro intervento hanno potuto migliorare la gestione degli accessi del personale e dei visitatori; donare ai propri clienti un nuovo metodo digitale per monitorare il ciclo di produzione dei macchinari; automatizzare la gestione degli ordini; ridurre le perdite delle proprie cassette alimentari, sviluppando un sistema di tracciamento che identifica l’ultimo trasportatore”, evidenzia ancora Vitali. CodeBaker si presenta come un ambiente giovane e attento alla qualità della vita dei propri dipendenti: “Grazie alla tipologia del nostro lavoro abbiamo potuto mantenere lo smart working per gran parte della settimana lavorativa. Siamo una realtà pet

friendly e, oltre a lavorare nel nostro territorio cerchiamo, nel nostro piccolo, di preservarlo al meglio”, rimarca il CEO di CodeBaker. E così da più di cinque anni l’azienda ha eliminato completamente l’utilizzo della plastica in ufficio, mentre nell’ultimo anno è diventata sostenitrice del progetto 3Bee, adottando un alveare presso un agriturismo sui calanchi bolognesi. “Stiamo anche avviando una collaborazione con alcune aziende del territorio per il rilancio delle strutture sportive della società Antal Pallavicini e per il futuro dei ragazzi che fanno parte di una comunità storica del bolognese. Speriamo nei prossimi mesi di raccontarvi gli sviluppi positivi di questo progetto!”, conclude Luca Vitali.

CO.MA.RI.

NUOVA PARTNERSHIP CON EURVEN

Co.ma.ri., azienda di Marano sul Panaro, in provincia di Modena, parte del Gruppo CMS e specializzata nella produzione di compattatori per materiali riciclabili e per rifiuti, ha siglato a gennaio scorso un importante accordo di partnership con Eurven, azienda punto di riferimento in Italia e all’estero nel riciclo incentivante, che studia, progetta e produce sistemi per la riduzione del volume dei rifiuti.

Una partnership di valore quella tra le due aziende che pone al centro la nuova “Mangiaplastica SL 1100” prodotta da Co.ma.

ri: un eco-compattatore intelligente per la raccolta di oltre 4.000 unità e la riduzione del volume delle bottiglie in plastica PET. Si tratta di un sistema certificato CE, brevettato e collaudato, in grado di raggiungere un livello di compattazione fino al 90%.

Oggi più che mai, infatti, l’attenzione internazionale contro l’inquinamento sta portando i vari Paesi e le istituzioni a intraprendere azioni concrete a favore dell’ambiente, stanziando per questa tematica risorse importanti. Ad esempio, con

il “decreto Mangiaplastica”, il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica italiano promuove l’acquisto di eco-compattatori da parte delle amministrazioni comunali attraverso il riconoscimento di uno specifico contributo.

“Siamo orgogliosi di questa nuova collaborazione con Eurven, il nostro auspicio è che un’ampia diffusione sul territorio di macchine mangiaplastica possa sostenere concretamente la campagna di sensibilizzazione ambientale intrapresa dalle pubbliche amministrazioni e darne una forte accelerazione. L’utilizzo diffuso da parte dei Comuni di tali strumenti può dare un importante input per incentivare la propensione alla raccolta differenziata dei rifiuti”, spiega Elena Salda, titolare di Co.ma.ri. Nel dettaglio, la “Mangiaplastica SL 1100” di Co.ma.ri. è un eco-compattatore in versione da esterno. Come spiegano dall’azienda, “l’apposita struttura di rivestimento outdoor garantisce una completa impermeabilizzazione consentendo il posizionamento in ambienti esposti alle intemperie; inoltre, l’elevata capacità di stoccaggio, fino a 1.100 litri, la rende affidabile e veloce da usare. SL1100 funziona a ciclo continuo ed

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Luca Vitali, CEO di CodeBaker Elena Salda, titolare di Co.ma.ri.

è dotata di un sistema collaudato completamente automatizzato per l’accettazione selettiva delle bottiglie, che vengono identificate attraverso uno sportello a bocca rotante con sensori di lettura”.

Specifiche protezioni antiintrusione rendono inoltre la raccolta facile, pratica, rapida e in totale sicurezza per l’utilizzatore. L’altezza del vano di conferimento e selezione delle bottiglie è a norma per l’uso anche da parte di disabili, anziani o bambini. Completano l’assetto della macchina una stampante e un monitor 32’’ per comunicazioni, pubblicità o altri usi nonché uno scanner a tecnologia ottica per lettura codici a barre anche finalizzata al riconoscimento dell’utente.

“È essenziale stimolare ogni cittadino affinché inneschi comportamenti virtuosi per implementare azioni concrete legate alla sostenibilità. La transizione ecologica è sempre più strategica per il futuro del nostro Paese e l’economia circolare sta acquisendo un ruolo determinante in questa sfida, che coinvolge tutti noi, nessuno escluso”, conclude Elena Salda.

CONSORZIO COLIBRÌ, AVERARDO ORTA E CLAUDIA SABATINI INSIGNITI OMRI

Averardo Orta, amministratore delegato, e Claudia Sabatini, presidente del Consorzio ospedaliero Colibrì, nato a Bologna nel 2009 e che oggi riunisce 22 strutture operanti nel settore sanitario e sociosanitario, sono stati insigniti lo scorso 19 dicembre dell’onorificenza rispettivamente di Ufficiale e di Cavaliere all’Ordine al Merito della Repubblica Italiana (OMRI).

L’Ordine al Merito della Repubblica Italiana è il primo fra gli Ordini nazionali ed è destinato a “ricompensare benemerenze acquisite verso la Nazione nel campo delle lettere, delle arti, della economia e nel disimpegno di pubbliche cariche e di attività svolte a fini sociali, filantropici ed umanitari, nonché per lunghi e segnalati servizi nelle carriere civili e militari”.

La circostanza non comune è che da ben quattro generazioni consecutive nella Famiglia Orta vi siano membri insigniti

dell’Ordine al Merito della Repubblica Italiana. Nel 1926, infatti, ad aprire la strada fu il bisnonno Francesco Orta nominato Commendatore dell’Ordine della Corona d’Italia, successivamente divenuto OMRI con la nascita della Repubblica. Poi nel 1959 è stata la volta del nonno Giovanni, con la concessione del Cavalierato OMRI. Infine, nel 2017, viene nominato Cavaliere Lorenzo Orta, padre di Averardo. Nel 2022, dunque, è stata la volta dell’onorificenza alla quarta generazione conferita all’attuale amministratore delegato del Consorzio ospedaliero Colibrì e presidente di AIOP Bologna, Averardo Orta, e a sua moglie Claudia Sabatini, presidente del Consorzio bolognese.

“La responsabilità che deriva dal portare un’onorificenza concessa dal Capo dello Stato ci spinge a impegnarci ancora più a fondo nella realizzazione di un modello di imprenditoria moderno, che distribuisca ricchezza a tutti gli stakeholders garantendo parità di genere, difesa dell’ambiente e sostenibilità. Questi valori mi sono stati trasmessi dalla mia famiglia e con orgoglio li sto tramandando a mio figlio”, evidenzia Averardo Orta.

Un riconoscimento che arriva alla luce del costante e cospicuo impegno, tramandato da generazione in generazione, della famiglia Orta nella città di Bologna e verso la comunità, secondo i principi del welfare e

della salute della persona al centro di tutti i progetti.

Attualmente sono 22 le strutture operanti nel settore della sanità e dei servizi sociali consorziate a Colibrì allo scopo di avere uno strumento comune in grado di coordinare e regolare le iniziative comuni per lo svolgimento di determinate attività di impresa, quali acquisti, gestione della qualità, comunicazione, formazione per gli operatori, ricerca e sicurezza.

COOPERATIVA BILANCIAI PRESENTA IL BILANCIO DI SOSTENIBILITÀ

Fatturato, margine operativo, produttività: parametri fondamentali per misurare lo stato di salute di un’azienda, ai quali sempre più spesso si affiancano valori e principi che trovano la loro sintesi nella parola ‘sostenibilità’. Una tendenza condivisa in modo convinto anche da Cooperativa Bilanciai, la società di Campogalliano, alle porte di Modena, specializzata nel settore dei sistemi di pesatura che, per la prima volta, ha scelto di redigere il proprio Bilancio di sostenibilità. I suoi contenuti sono stati presentati lo scorso 2 dicembre durante una tavola rotonda alla quale hanno attivamente partecipato diversi stakeholder: “Un’occasione molto importante per restituire i risultati di un percorso di crescita, anche culturale, che abbiamo potuto sviluppare grazie al loro coinvolgimento diretto”, ha sottolineato Enrico Messori, presidente di Società Cooperativa Bilanciai, che lo scorso febbraio ha tra l’altro annunciato l’acquisizione della società spagnola Ariservis.

E i risultati di questo percorso sono stati davvero stimolanti: “Da un lato abbiamo avuto la conferma che i valori della società cooperativa ben si sposano con il principio della sostenibilità, dall’altro abbiamo aumentato la nostra consapevolezza rispetto a temi che ci stanno particolarmente a cuore. Quel che è certo è che sempre più il futuro dell’impresa si baserà su pilastri quali la sostenibilità, la tutela dell’ambiente, il rispetto e la valorizzazione delle persone”, ha aggiunto Messori.

Le macroaree in cui è articolato il documen-

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to sono la sostenibilità sociale, economica e ambientale. Nel primo ambito spiccano le numerose azioni volte a valorizzare e tutelare salute e benessere del personale, quali le 4.877 ore di formazione erogate ai dipendenti. Emerge, ad esempio, che Coop. Bilanciai offre lavoro stabile e duraturo con 233 contratti a tempo indeterminato, un indice di fedeltà aziendale molto alto e un turnover particolarmente contenuto. Un impegno forte è dedicato al miglioramento del work-life balance, con un margine di trenta minuti sull’orario di accesso in azienda, che s’incrementa per i genitori che hanno figli fino a 12 anni, mentre per i dipendenti residenti fuori da Campogalliano è previsto un rimborso chilometrico. Coop. Bilanciai promuove inoltre la cultura della prevenzione attraverso gli screening in collaborazione con ANT e i sani stili di vita grazie a una specifica convenzione con la palestra locale. Sempre nell’ambito della sostenibilità sociale, ma riferita al contesto in cui opera la cooperativa, meritano una sottolineatura due progetti: il primo, storico, riguarda il sostegno al Museo della Bilancia, realtà unica in Italia, che racconta la storia di questo strumento di misura indissolubilmente legato alle attività commerciali e di scambio; il secondo, l’adesione alla Fondazione emiliano-romagnola vittime di reati.

Sul fronte della sostenibilità economica emerge che ben il 93% del valore prodotto viene redistribuito ai lavoratori e che nella scelta dei fornitori Coop. Bilanciai privilegia quelli locali. Un altro asset importante risulta l’innovazione: nel 2020 è stato inaugurato il polo tecnologico, un unicum a livello mondiale, e due anni dopo è nato

Change Wave, spinoff volto all’innovazione di software per l’automazione industriale.

Sul piano della sostenibilità ambientale, infine, Coop. Bilanciai si impegna ad agire in modo costante e continuativo per realizzare un percorso volto a ottenere un miglioramento continuo delle proprie prestazioni ambientali.

“NESSUN SEGNALE”, IL PODCAST FIRMATO DOTENV

In un ecosistema digitale sempre più complesso e competitivo, in cui i consumatori sono continuamente bersagliati da informazioni e stimoli provenienti dalla pubblicità su tutti i canali possibili, DotEnv, software factory nata a Ferrara nel 2020, ha deciso di differenziarsi nell’approccio comunicativo, avvicinandosi ai propri utenti per offrire maggior valore. Nasce così “Nessun Segnale”, un podcast aziendale che parlerà di tecnologia e informatica in chiave non prettamente tecnica e quindi più fruibile da parte degli utenti delle varie piattaforme digitali. Ma da dove nasce il nome “Nessun Segnale”? DotEnv ha voluto giocare sull’ironica combinazione tra un avviso di un problema e il voler affrontare temi legati al mondo informatico e tecnologico, il tutto avvalorato dal fatto che si utilizzerà un linguaggio comprensibile da tutti e non costituito da soli tecnicismi. “Abbiamo scelto di orientarci su uno strumento come il podcast perché si tratta di un mezzo non ancora inflazionato e in grande crescita; basti pensare che ogni anno, in Italia, gli utenti di podcast aumentano in maniera esponenziale”, dichiara Simone Checcoli, co-fondatore e CTO della software factory ferrarese.

DotEnv ha quindi compreso che una comunicazione più smart, più impattante e in grado di generare un valore in termini di contenuti sia la strada giusta per arrivare

con successo alla fidelizzazione dei propri clienti e al raggiungimento di nuovi bacini d’utenza.

All’interno di “Nessun Segnale”, un intervistatore guiderà ospiti e pubblico in un viaggio attraverso tematiche attuali, interessanti e stimolanti. Verranno affrontati temi come la domotica e l’accessibilità, si analizzeranno i trend del momento come l’Intelligenza Artificiale, si parlerà di casi di successo con diversi ospiti che si susseguiranno nel corso degli episodi. Si darà voce alle esperienze, attraverso lo storytelling, per avvicinare gli utenti alla realtà di DotEnv. Il pubblico potrà farsi sentire, interagendo tramite l’invio di domande, curiosità, chiarimenti, prima o dopo l’uscita dell’episodio; “Nessun Segnale” raccoglierà gli spunti e renderà partecipe il proprio pubblico, con l’obiettivo di creare una vera e propria community.

“Per offrire una migliore esperienza agli utenti, il podcast verrà registrato con l’utilizzo di strumenti performanti e l’ausilio di tecnici professionisti. Inoltre, verrà sapientemente allestita una sala di registrazione audio-video in cui gli ospiti potranno sentirsi completamente a loro agio e liberi di affrontare i propri argomenti”, evidenzia Checcoli.

“Nessun Segnale” è una vera sfida in un momento di svolta per DotEnv. Dall’inizio dell’anno l’impresa ha infatti potenziato la propria strategia di comunicazione con l’inserimento di nuove figure professionali per dare vita a innovativi progetti, idee e per far conoscere maggiormente l’azienda e chi ne fa parte. A tal proposito, nei vari episodi, potranno partecipare come ospiti anche i membri dello staff DotEnv, pronti a mettersi in gioco, a sviscerare temi attuali e dare opinioni e contributi alle soluzioni che la tecnologia ci propone quotidianamente. Il podcast è distribuito in formato audio sulle piattaforme Spotify, Apple Podcast e

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Sonia Grillenzoni, Enrico Messori e Mirco Ferrari della Cooperativa Bilanciai

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Elaborare conoscenza è una scelta strategica per l’industria di successo .

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2022 ANNO DEI RECORD PER DUCATI, CHE INAUGURA ANCHE UN NUOVO EDIFICIO

Ducati ha chiuso un 2022 eccezionale: oltre al trionfo nel mondo delle Corse con il doppio titolo in MotoGP e WorldSBK, lo scorso anno ha fatto segnare infatti anche importanti risultati sul piano economico e di crescita dell’azienda. Un dato per tutti: con 61.562 moto consegnate in tutto il mondo, il 2022 è il miglior anno di sempre. Inoltre, le vendite sono cresciute del 3,6% rispetto al 2021.

“Questo risultato di vendita è frutto del percorso che ci ha visto investire con continuità nello sviluppo di moto innovative e impegnarci con costanza per il miglioramento della qualità del prodotto e dell’esperienza vissuta dai nostri appassionati Ducatisti”, commenta Claudio Domenicali, CEO di Ducati. “Inoltre, la marca Ducati non è mai stata così amata e desiderabile, grazie anche agli straordinari risultati sportivi e al continuo impegno per far sentire i nostri Ducatisti parte di una grande e accogliente famiglia. Ottenere un risultato di vendita superiore al già ottimo 2021 in un anno così difficile per l’intero sistema automotive, funestato da gravi discontinuità di fornitura, in particolare nel mondo dei semiconduttori, rappresenta davvero una misura importante della flessibilità con cui tutta Ducati ha reagito, insieme ai nostri fornitori e concessionari. La squadra di donne e uomini presente oggi in Ducati è a mio avviso la migliore di sempre e riflette il lavoro effettuato in questi ultimi anni sulla crescita e la valorizzazione dei talenti”, continua Domenicali.

Nel corso del 2022 l’Italia si è confermata come il mercato principale per Ducati, con 9.578 moto e una crescita del 10% rispetto al 2021. Al secondo posto si trovano gli Stati Uniti con 8.441 unità consegnate, penalizzati rispetto al 2021 (-6%) a causa

delle difficoltà logistiche e dei ritardi nelle spedizioni oltreoceano. Un altro mercato strategico per Ducati è la Germania che con 6.678 moto cresce del 9% sul 2021, posizionandosi come terzo paese. Il 2022 si è chiuso anche con l’inaugurazione del nuovo edificio “Finitura e Delibera Estetica” a Borgo Panigale, frutto di un importante investimento infrastrutturale completamente autofinanziato. L’edificio occupa un’area complessiva di 4.400 metri quadrati ed è stato costruito nell’arco di pochi mesi. La progettazione è stata sviluppata tenendo in considerazione criteri di sostenibilità ambientale ed efficienza energetica. È proprio grazie all’utilizzo di materiali ad elevata prestazione energetica, di impianti tecnologici performanti e al ricorso a fonti rinnovabili che l’edificio è stato classificato NZEB - Nearly Zero Energy Building, ovvero dal fabbisogno energetico quasi nullo perché coperto in misura significativa da energia ottenuta da fonti rinnovabili.

Il taglio del nastro è avvenuto lo scorso 21 dicembre alla presenza del CEO Claudio Domenicali, di Markus Duesmann, amministratore delegato Audi AG e presidente Ducati Motor Holding, di Jürgen Rittersberger, direttore finanziario Audi AG, e di Matteo Lepore, sindaco di Bologna.

Il nuovo spazio ospiterà l’ultima fase del ciclo produttivo, detta appunto finitura e delibera estetica, che consiste nella vestizio-

ne finale della moto affrontata da Ducati con un approccio sartoriale e una profonda cura dei dettagli. È in questo step che vengono assemblate parti come le carenature e le cover, che non vengono montate in linea per evitare possibili danni estetici dovuti alla movimentazione delle moto. In ultimo, ogni moto viene attentamente ispezionata per assicurarsi che sia perfetta dal punto di vista estetico, con l’obiettivo di salvaguardare i più alti standard qualitativi che contraddistinguono Ducati.

INNOVALAB, DUE TORRI RACCONTA LA LOGISTICA DEL FUTURO

Un settore poco conosciuto, ricco di competenze, innovazione e che ha investito in ricerca e sviluppo per fare la differenza. Questi i presupposti che hanno dato vita lo scorso 25 novembre a INNOVALAB, un grande appuntamento di dialogo e confronto per delineare una logistica del futuro, più etica, sostenibile e pulita, ideato e promosso da Due Torri, società bolognese attiva dal 1974 nell’ambito dei trasporti e della logistica, giunta oggi alla terza generazione.

INNOVALAB è una fucina di idee, come

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Jürgen Rittersberger, CFO Audi AG, Markus Duesmann, CEO AUDI AG e presidente di Ducati Motor Holding, Claudio Domenicali, CEO di Ducati, Matteo Lepore, Sindaco di Bologna, e Giovanni Fallone, direttore infrastrutture e HS di Ducati

indica il nome stesso dell’iniziativa, una condivisione di trend e un momento di conoscenza per avere una fotografia del mondo logistico, mettendo in correlazione diretta istituzioni, aziende e player. Attraverso ricerche e dati, il convegno traccia uno scenario più che esaustivo su quelle che sono le potenzialità di un settore determinante per lo sviluppo. Ben quattro le tavole rotonde organizzate presso il MAST - Auditorium, Manifattura di Arti, Sperimentazione e Tecnologia. Il centro polifunzionale e spazio espositivo realizzato a Bologna dalla omonima Fondazione

MAST ha accolto 130 ospiti nel suggestivo contesto post industriale e oggi location museale d’eccellenza per discutere di tematiche spesso sotto i riflettori della cronaca, ma mai prima di questo evento messe in correlazione. Istituzioni, tessuto produttivo e addetti ai lavori hanno interagito con un panel di professionisti di primissimo piano per tracciare la via verso una logistica sempre più etica e sostenibile.

“Con quasi 50 anni di esperienza, desideriamo creare un dialogo tra tutta la filiera permettendo un confronto tra tutti gli attori coinvolti, dalle istituzioni alle imprese, fino ai player della logistica. Solo così è possibile uno scambio di vedute e tracciare una rotta verso un futuro più sostenibile, a livello economico, etico e ambientale”, spiega Andrea Franceschelli, vice president & managing director di Due Torri e promotore dell’iniziativa.

Considerato erroneamente come l’ultimo anello di una catena che dal produttore arriva al consumatore, il settore logistico è sempre stato valutato come il protagonista dell’ultimo miglio, senza considerare il va-

lore aggiunto reale che una logistica evoluta può garantire sia al pubblico che ai lavoratori diretti, fino alle positive ripercussioni in termini di abbattimento dell’impatto ambientale, del traffico e della vivibilità di infrastrutture stradali.

“Ritmi di vita sempre più accelerati, la crescita degli acquisti online, ma anche il prezioso ruolo svolto durante i lockdown imposti dalla pandemia Covid-19 hanno in parte mutato il percepito del settore e gli stessi operatori avvertono la necessità di farsi non solo portavoce di una categoria, ma ambasciatori di una logistica etica e più pulita”, spiega Franceschelli, entusiasta dei riscontri raccolti dall’evento dello scorso novembre. “Seppur strategica, la logistica può avere un reale valore aggiunto, concreto e fattivo, a patto che tutta la filiera sia propositiva e riesca a delineare un futuro che tenga in considerazione le diverse necessità e le grandi opportunità che una collaborazione trasparente e convinta può portare”.

FAAC RICONOSCIUTO MARCHIO STORICO DEL MADE IN ITALY

Lo scorso dicembre il marchio FAAC è stato iscritto nel Registro speciale dei Marchi storici di interesse nazionale, istituito dal MISE - Ministero per lo Sviluppo Economico con l’obiettivo di valorizzare marchi di eccellenza con una continuità operativa di oltre 50 anni e storicamente collegati al territorio nazionale. Il logo “Marchio storico”, di cui da questo momento può fregiarsi l’azienda che

ha sede a Zola Predosa, alle porte di Bologna, è uno strumento innovativo per tutelare la proprietà industriale delle aziende storiche del made in Italy. Con l’iscrizione nel Registro speciale l’azienda, punto di riferimento nelle soluzioni di accesso per il settore residenziale e industriale, potrà ora aderire anche all’Associazione “Marchi storici d’Italia”, partecipandovi attivamente. L’Associazione promuove l’importanza strategica dei Marchi storici italiani e lavora per dare loro impulso quale leva di competitività e internazionalizzazione per l’intero sistema Paese, promuovendo un’alleanza pubblico-privata con l’obiettivo comune di potenziare il Made in Italy.

“Il nostro marchio è diventato sinonimo in Italia, e anche all’estero, di automazioni per accessi grazie all’impegno costante che da quasi 60 anni viene messo nel migliorare giorno dopo giorno i nostri prodotti”, commenta il presidente del Gruppo FAAC, Andrea Moschetti. “Vedere FAAC iscritto nel registro dei marchi storici di interesse nazionale ci riempie di orgoglio perché è innanzitutto un prestigioso riconoscimento alla capacità imprenditoriale prima di Giuseppe Manini e poi di suo figlio Michelangelo, che ha contribuito in maniera rilevante a portare l’azienda alle dimensioni attuali. È inoltre un riconoscimento per tutti coloro che lavorano in FAAC, per i partner e i distributori che non hanno mancato di sostenere l’iniziativa per ottenere il marchio storico. Per l’attuale management è la conferma della storia importante e dei valori fondanti che abbiamo alle spalle ed è di stimolo e di responsabilità anche per il futuro: ci rende infatti ancora più consapevoli di operare non solo per il bene della nostra azienda ma anche all’in-

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A sinistra: Andrea Franceschelli, vice president e managing director di Due Torri. A destra: la sede di FAAC a Zola Predosa

BIEFFE PROJECT FESTEGGIA 20 ANNI DI ATTIVITÀ

Una crescita costante, sviluppo di brevetti e partnership con le università sono tra gli elementi centrali del lavoro di Bieffe Project, azienda modenese che si occupa di progettazione industriale e consulenza nel settore automotive e manifatturiero. L’azienda ha raggiunto i vent’anni di attività e ha festeggiato questo importante traguardo lo scorso 24 novembre, con una serata di gala alla quale hanno partecipato i rappresentanti dei principali clienti. Bieffe Project è nata nel 2002, dalla visione innovativa e dalla passione di Franco Bonavigo che davanti alla platea degli invitati all’evento ha confessato: “Allora non sapevo cosa significasse fare l’imprenditore. Il mio obiettivo era cambiare la mia condizione di dipendente. È stata un’avventura, che mi ha insegnato quanto fare l’imprenditore sia stimolante ma anche molto impegnativo, perché richiede sacrifici, tempo, dedizione, passione e forza. Qualche volta anche una certa dose di coraggio. Ma soprattutto richiede una cosa: responsabilità. Sembra quasi impossibile che siano passati vent’anni. Sento di avere gli stessi stimoli e la stessa energia di quando ho iniziato. Però questi anni sono serviti a darmi un sostegno fondamentale, questa squadra. Se oggi possiamo festeggiare questo anniversario con soddisfazione, molto merito va ai nostri dipendenti e collaboratori presenti e passati. È la vera ricchezza di questa azienda. Un saluto a tutti e arrivederci fra vent’anni’’.

Oggi Bieffe Project è fornitrice certificata di servizi d’ingegneria a 360 gradi di alcune delle più importanti OEM internazionali e collabora con i più importanti costruttori di supercar presenti nella Motor Valley. Il fondamentale contributo della squadra ha permesso di raggiungere traguardi e di espandere le competenze.

A distanza di venti anni, oggi i soci sono tre: Franco Bonavigo, Rozalia Iuliana Murea ed Erasmo Stasolla. La squadra, tra collaboratori e dipendenti, supera invece le sessanta unità: tutte figure altamente qualificate, quali ingegneri, progettisti e designer.

Negli anni, l’azienda ha vissuto una crescita costante. Nel nuovo quartier generale di Modena ora ci sono reparti dedicati, come quello che si occupa di calcoli o quello di manufacturing, oltre a un sito produttivo dedicato ai prototipi e alla stampa 3D. Con un occhio al futuro, Bieffe Project organizza corsi di formazione

terno di un sistema Paese e per un Made in Italy a cui FAAC vuole continuare a portare il proprio contributo di innovazione e qualità”, continua Moschetti.

La “Fabbrica Automatismi Apertura Cancelli” è nata nel 1965 per iniziativa di Giuseppe Manini, all’epoca imprenditore edile, che di fatto inventò i cancelli automatici. Manini

per futuri progettisti e per i dipendenti, partecipa a programmi di ricerca internazionali, collabora a progetti di tesi innovativi con le più prestigiose facoltà universitarie di ingegneria italiane. Inoltre, il reparto R&D, negli ultimi anni, ha depositato ben cinque brevetti di innovazione nel campo della new mobility, del biomedicale e delle stampanti 3D.

“Sul piano economico, questi ultimi anni, funestati dagli effetti della pandemia, non sono certo rappresentativi della crescita avuta, ma già da quest’anno confidiamo di raddoppiare il fatturato, e abbiamo stime ancora migliori per il prossimo futuro. Intanto, siamo riusciti già a espandere ulteriormente il portfolio clienti all’estero. Solo nell’ultima parte del 2022 si sono aggiunti due nuovi clienti tra le maggiori OEM mondiali”, conclude Franco Bonavigo.

aveva infatti notato che i cancelli delle abitazioni restavano sempre aperti perché, dopo essere scesi dall’auto per aprirli, nessuno si curava di richiuderli. Dall’idea alla realizzazione il passo fu breve: in poco tempo Manini creò un piccolo capolavoro di tecnologia oleodinamica: il 750 interrato, il primo sistema di movimentazione automatica per

cancelli. Seguirono poi i primi modelli a battente esterno e tanti altri prodotti che avviarono il successo dell’azienda e lo sviluppo di un innovativo processo industriale con alti standard di qualità e con la creazione di una rete vendita per la distribuzione dei prodotti. Dalla fine degli anni ‘70 cominciarono a nascere le consociate FAAC, prima in Europa e

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poi, passo dopo passo, in altri continenti. A 57 anni dalla nascita, FAAC può vantare oltre 75 brevetti, 3.800 collaboratori, 34 aziende commerciali e 80 distributori in tutto il mondo. A tutt’oggi, FAAC è una delle poche aziende del settore a progettare e fabbricare internamente tutta la produzione.

GAIT-TECH®, IL DEVICE CHE DÀ COMFORT A CHI INDOSSA I TACCHI

“Indossare scarpe con tacco alto, senza nessun dolore né disagio: un sogno per tante donne che oggi è finalmente realtà grazie a GAIT-TECH®, il rivoluzionario dispositivo brevettato per scarpe con tacco alto (e altissimo) che potranno essere indossate senza nessun fastidio, il tutto senza aggiungere plantari, plateau, cuscinetti o party feet, ma con uno speciale device biomeccanico integrato all’interno della soletta”. Parola di GAIT-TECH, società di Carpi, in provincia di Modena, che ha lanciato un’innovazione destinata a lasciare il segno nel campo della moda, presentata in anteprima mondiale lo scorso gennaio al CES (Consumer Electronic Show) di Las Vegas, la più grande fiera al mondo dell’elettronica di consumo, dove GAIT-TECH® è stato selezionato tra 500 progetti internazionali più rilevanti.

Il dispositivo intelligente è nato dalla brillante intuizione del gruppo di lavoro composto dai quattro fondatori della società, l’imprenditore Andrea Goldoni (CEO della startup), Marcello Benetti (responsabile internazionale legale), Stefano Caiumi (fisioterapista, esperto in analisi del movimento e riabilitazione posturale) e Simone Marchesini (esperto di tecniche ortopediche e ortesi plantari, oltre che titolare di un laboratorio ortopedico con più di 30 anni d’esperienza), da due manager, il direttore creativo Diego Dolcini, con un’esperienza trentennale nel settore, e la general manager Alice Carli, da più di venti anni attiva nell’ambito del fashion management e innovation, e tre noti associati che da subito hanno creduto nel progetto: Simona Verrini, Marco Barbieri e Roberto Bevoni.

“Grazie a GAIT-TECH® sembra di camminare con le scarpe più comode della scarpiera se non addirittura scalzi: il peso del corpo viene infatti ridistribuito dappertutto armonizzando lo schema del passo tra la parte dell’equilibrio e quella propulsiva. Questo migliora la postura, la vascolarizzazione degli arti inferiori e, in generale, l’aspetto fisico. Inoltre, il dispositivo rimane invisibile all’interno della scarpa perché viene inserito nella soletta sotto le teste metatarsali e può essere utilizzato per qualsiasi tipo di calzatura con tacco”, spiegano ancora dalla società carpigiana. Protetto da un brevetto internazionale, GAIT-TECH® si è aggiudicato, nel 2021 e nel 2022, i bandi del Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale e dell’Agenzia Nazionale per lo Sviluppo d’Impresa riservati alle migliori startup innovative.

“Portare benessere e comfort a ogni donna, permettendo a tutte di poter indossare

scarpe con tacchi alti e femminili, senza dover soffrire per questo, è la nostra mission. Un ‘basta’ al detto comune ‘per essere belli bisogna soffrire’, perché finalmente, nel 2023, si può essere femminili senza rinunciare alla propria salute”, afferma Andrea Goldoni, CEO di GAIT-TECH.

“Per quanto mi riguarda, questa è una nuova e bellissima esperienza imprenditoriale che si discosta molto dal settore industriale in cui lavoravo precedentemente, ma forse, proprio per la proposta etica che offriamo, mi appaga molto di più; un’avventura che però non avrei potuto realizzare senza il supporto non solo degli altri tre soci fondatori, che da subito hanno dimostrato un grande senso di squadra, ma anche di tutti coloro che hanno creduto in questo progetto, tra cui gli investitori carpigiani, Verrini e Barbieri, il dottor Bevoni dell’Ospedale Rizzoli, la general manager Alice Carli e il direttore creativo Diego Dolcini che disegnerà la prima capsule collection”, conclude Goldoni.

GRANAROLO, SEMPRE PIÙ GREEN, SCEGLIE GREGORIO PALTRINIERI COME TESTIMONIAL

Granarolo è sempre più attenta alla sostenibilità e all’ambiente. Nell’ottica del miglioramento continuo della ricerca e sviluppo sul packaging, l’azienda bolognese ha infatti lavorato per intervenire sulle bottiglie del latte alto pastorizzato in PET al fine di ridurre la grammatura del collo della preforma e del tappo, che è stato ancorato alla bottiglia per evitare dispersioni nell’ambiente.

Il nuovo tappo del latte Granarolo, che è valso all’azienda l’ADI Packaging Design Award, punta dritto all’obiettivo di riduzione del peso degli imballaggi primari e secondari. Ha infatti un -30% di plastica rispetto al suo predecessore, rimane agganciato alla bottiglia e non va disperso nell'ambiente, rendendo più facile la raccolta e il riciclo. Contestualmente, il peso delle bottiglie nei vari formati prodotti è stato ridotto mediamente del 13% rispetto alle bottiglie commercializzate nel corso del 2021.

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“Il tappo Tethered cap, che prevede l’ancoraggio alla bottiglia nell’ottica di ridurre al massimo la dispersione di plastica, è stato inserito in bottiglie monomateriale in PET ed è stato studiato in esclusiva per Granarolo, prima fra le aziende dairy ad anticipare la direttiva europea”, dichiara Filippo Marchi, direttore generale del Gruppo Granarolo. “Da anni lavoriamo sulla sostenibilità del packaging Granarolo e tre sono le direttive sulle quali ci muoviamo: ridurre il peso degli imballaggi primari e secondari; utilizzare plastica riciclabile e riciclata; sperimentare materiali alternativi alla plastica”. Con questo effetto combinato di riduzioni Granarolo prevede di risparmiare oltre 355.000 chilogrammi di plastica in un anno: si tratta di 537 tonnellate di CO2eq, pari all’illuminazione annua di un paese di 7.760 abitanti.

Ma le novità in casa Granarolo non finiscono qui. Il Gruppo ha scelto infatti un testimonial d’eccezione per i prossimi due anni: il nuotatore plurimedagliato Gregorio Paltrinieri.

Nato a Carpi, in provincia di Modena, Paltrinieri è campione del mondo in carica dei 1.500 metri in vasca lunga e in vasca corta, della 10 chilometri in acque libere e degli 800 metri in vasca corta. Attualmente è anche campione europeo in carica negli 800 metri sia in vasca lunga che corta, nella 5 km in acque libere e nella 5 km a squadre. Ha vinto tre medaglie Olimpiche in due edizioni dei Giochi: l’oro a Rio de Janeiro 2016 nei 1.500 metri stile libero, l’argento negli 800 metri in vasca e il bronzo nella 10 km in acque libere a Tokyo 2020, terzo atleta della storia a riuscire a vincere una medaglia nella stessa edizione dei Giochi, sia in piscina che in acque libere. Per il biennio 2023-2024, l’atleta italiano rappresenterà i valori Granarolo, da sempre attenta a sana alimentazione e benessere fisico, attraverso la promozione di iniziative sportive per ragazzi di ogni età nate nelle comunità in cui opera; in particolare, Paltrinieri sarà il volto dei prodotti funzionali del Gruppo dedicati al benessere e a specifici bisogni per tutta la famiglia. Il connubio Granarolo-Paltrinieri si pone l’obiettivo di intercettare un target di consumatori più attento al benessere fisico e di rappresentare valori quali sana alimentazione e sportivi-

tà, proponendosi come esempio positivo in particolare per le nuove generazioni.

“Abbiamo scelto Gregorio Paltrinieri perché rappresenta valori a noi vicini e che condividiamo come genuinità, qualità e impegno. Il nuoto è lo sport per eccellenza, il più completo, come il latte”, conclude Filippo Marchi.

GRUPPO FABBRI VIGNOLA, STEFANO PELLEGATTA È IL NUOVO AD

L’ingegner Stefano Pellegatta, dal dicembre scorso, è il nuovo amministratore delegato di Gruppo Fabbri Vignola, realtà che ha sede nell’omonima città in provincia di Modena. Rinnovamento e velocità sono le parole chiave che caratterizzeranno la sua nuova gestione: “Oggi il segreto del business è saper anticipare il cambiamento. Con la sua doppia produzione di confezionatrici e pellicole alimentari, Gruppo Fabbri ha la fortuna e il vanto di poter controllare l’intero processo produttivo, con ampi margini di sperimentazione e sviluppo. Abbiamo tutte le carte in regola per diventare un’eccellenza riconosciuta nel mondo del packaging anche oltre i confini italiani ed europei. L’unicità del nostro business può e deve essere portata al massimo grado di sviluppo”, spiega il nuovo amministratore delegato.

Ex general manager di Zeus Packaging, Pellegatta vanta una solida esperienza in

management strategico e organizzativo, sviluppo delle vendite, gestione delle risorse, operations. Per questo agli azionisti del Gruppo Argos Wityu la scelta del nuovo amministratore delegato è parsa come la più idonea per garantire il rafforzamento e l’ulteriore crescita di Fabbri sul mercato globale.

Il gruppo modenese è da più di 70 anni sul mercato, dove si è ritagliato un ruolo di primo piano a livello internazionale nella produzione e vendita di macchine, film e software per l’imballaggio di alimenti freschi e freschissimi. Le origini di Gruppo Fabbri risalgono a una piccola tipografia fondata nel 1870 a Vignola che Ennio Fabbri rileva negli anni Trenta e trasforma successivamente in Fabbri Arti Grafiche, iniziando a sviluppare soluzioni di packaging alimentare a partire dagli anni ’50. Nel 1960 Ermanno Fabbri, succeduto al padre, fonda Automac e lancia la prima macchina per avvolgere automaticamente gli agrumi, con carta speciale paraffinata. Nasce così l’attuale strategia Fabbri basata sulla ‘sinergia integrata’ fra macchine e film per offrire al mercato un sistema di confezionamento alimentare completo comprendente confezionatrici e consumabili. Agli inizi degli anni ’70, Automac applica l’utilizzo del film in PVC estensibile a freddo per l’avvolgimento manuale di cibi freschi per i supermercati, una piccola rivoluzione nel settore che produce rapidamente uno sviluppo a livello mondiale.

La sempre maggiore richiesta di macchine automatiche a tecnologia avanzata nei supermercati e nei centri di confezionamento, che necessitano di manutenzione, porta alla nascita, fra gli anni ’70 e ’90, di società in diversi paesi europei. Oggi il gruppo comprende quattro unità produttive (tre in Italia, una in Svizzera) e nove società di vendita e assistenza in Italia, Francia, Germania, Regno Unito, Svizzera e Russia. Attivo in un centinaio di paesi in tutto il mondo grazie anche a più di 90 società concessionarie altamente qualificate, si distingue per la sua costante attenzione alle esigenze emergenti del mercato.

Con circa 500 dipendenti, più di 120 brevetti attivi concessi in vari paesi del mondo e il 5% del fatturato annuale investito in ricerca e sviluppo, il gruppo modenese

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Stefano Pellegatta, nuovo amministratore delegato del Gruppo Fabbri Vignola

Abbiamo grandi novità.

Siamo riusciti a mettere a punto il progetto.

… è l’innovazione che rivoluzionerà il nostro mercato per i prossimi 10 anni.

Ne parliamo domani con quelli dell’R&D.

Perfetto, ci saremo anche noi!

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DATALOGIC, 50 ANNI DI SUCCESSI

stratore delegato del gruppo: “Grazie alla qualità dei nostri prodotti e delle nostre soluzioni vantiamo più di 10.000 clienti nel mondo, molti dei quali fanno parte delle 500 aziende segnalate dalla rivista Fortune”.

La partecipazione all’evento celebrativo è stata molto nutrita. Oltre alle folte delegazioni italiane ed estere dei dipendenti Datalogic, partner e clienti dell’azienda e imprenditori del territorio, erano presenti anche numerose autorità.

Cena, spettacolo, video commemorativi e la brillante conduzione del “maestro di cerimonia” Piero Chiambretti hanno scandito la splendida serata. Il clou dell’evento è stata la presentazione del libro “Romano Volta – fondatore di Datalogic”, in cui il fondatore dell’azienda racconta in prima persona quali sono state le tante sfide vinte nel corso di questi cinquant’anni.

Lo scorso 16 novembre all’Unipol Arena di Casalecchio di Reno, alle porte di Bologna, si è svolta la celebrazione del 50° anniversario di Datalogic, punto di riferimento tecnologico a livello globale nei mercati dell’acquisizione automatica dei dati e dell’automazione di fabbrica.

Nata nel 1972, Datalogic è l’esempio perfetto di una visione lungimirante che diventa realtà: un’azienda di sensori fotoelettrici fondata nella canonica di una piccola parrocchia a Quarto Inferiore, nella provincia bolognese, che ha presto esteso la propria attività di progettazione e produzione al settore dei lettori di codici a barre e oggi vanta un fatturato di oltre 600 milioni di euro. Il segreto del successo di Datalogic risiede nell’innovazione tecnologica costante, grazie agli investimenti in ricerca e sviluppo che rappresentano il 10% del fatturato. “Abbiamo sempre tenuto il passo con l’evoluzione tecnologica più avanzata, molto spesso anticipandola, perché l’innovazione è nel nostro DNA,” ha commentato soddisfatto l’Ingegner Romano Volta, fondatore e presidente del gruppo durante la serata di festeggiamenti.

L’azienda impiega più di 3.000 dipendenti distribuiti in 29 Paesi, di cui 450 sono ingegneri. Conta undici siti produttivi, undici centri di ricerca e sviluppo, tre Datalogic Labs per lo sviluppo delle tecnologie emergenti come il machine learning e l’intelligenza artificiale, più di 1.200 brevetti registrati. Una vera eccellenza italiana nel mondo, dunque, quotata dal 2001 nel segmento Euronext STAR Milan di Borsa Italiana.

Al fianco del fondatore c’è oggi la figlia Valentina Volta, ammini-

“Credo in ciò che faccio e faccio ciò in cui credo, con lo stesso entusiasmo che avevo all’inizio”, ha concluso con orgoglio l’Ingegnere (come è normalmente chiamato in azienda il presidente). Un altro momento importante della serata è stata la consegna all’Ingegner Romano Volta da parte di Tiziana Ferrari, direttore generale di Confindustria Emilia, di una targa “per 50 anni di contributo al futuro e per la sua attiva partecipazione e il costante supporto alla crescita e allo sviluppo della nostra comunità associativa”. Nel corso dei festeggiamenti il fondatore di Datalogic è stato inoltre insignito del prestigioso premio Paul Bergé International Business Development Award 2022, che ogni anno viene assegnato a un individuo o un’organizzazione che si siano distinti per l’influenza esercitata a livello globale sulla diffusione e sviluppo della tecnologia AIDC.

A consegnare il riconoscimento è stata Mary Lou Bosco, amministratore delegato di AIM Global, la principale associazione di settore che promuove, a livello internazionale, l’adozione, lo sviluppo e l’interoperabilità delle tecnologie di asset tracking.

“Fondare un’azienda è già di per sé un’avventura coraggiosa, ma assicurarne la crescita costante è un’impresa ancora più difficile”, ha spiegato l’amministratore delegato Valentina Volta nel corso della serata. “Richiede un impegno senza sosta, una fede incrollabile nelle proprie risorse e un forte orientamento ai risultati. Insieme continueremo a crescere e a innovare, e contribuiremo a creare un futuro sempre più sostenibile e tecnologico”.

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Foto in alto: Romano Volta, presidente, e Valentina Volta, amministratore delegato di Datalogic In basso, Tiziana Ferrari, direttore generale di Confindustria Emilia Area Centro, e Romano Volta

persegue con impegno la ricerca e lo sviluppo di soluzioni e sistemi integrati di confezionamento sempre più completi e veloci, con una particolare attenzione dedicata all’ecosostenibilità dei prodotti e alla riduzione dello spreco delle risorse, offrendo all’industria, ai trasformatori del fresco e al retail soluzioni che coprono tutti i settori alimentari.

HMC PREMEDICAL ACQUISISCE IL 100% DI DIMAR

Continua la crescita di HMC Premedical, storica azienda di Mirandola, in provincia di Modena, tra le più importanti nel distretto biomedicale. Lo scorso gennaio, infatti, ha concluso l’acquisizione di Dimar, società di Medolla fondata nel 2002 da Maurizio Borsari e specializzata nella produzione di dispositivi medici per il trattamento delle patologie respiratorie.

“È stata un’operazione fortemente voluta, lunga e complessa che porterà tanta soddisfazione, sono convinto che insieme riusciremo a valorizzare maggiormente le competenze e le persone di entrambe le società creando sinergie strategiche. Avremo la possibilità di unire esperienze, tecnologie di processo, sistemi di gestione più efficienti oltre che di condividere la nostra vision aziendale. Continueremo, infatti, a investire in ricerca e sviluppo, a brevettare nuovi dispositivi (attualmente sono depositati più di 20 brevetti) e a rafforzare la rete commerciale internazionale per diventare protagonisti nel settore della ventilazione non

invasiva, settore in forte crescita. Come in ogni operazione di partnership, sarà necessario un grande impegno di tutti gli attori coinvolti per raggiungere i risultati di medio termine che ci siamo prefissati”, sottolinea Andrea Bisi, amministratore delegato di HMC.

Dimar realizza dispositivi medici per il trattamento delle patologie respiratorie supportati da tecnologie innovative con un focus sul trattamento non invasivo. L’utilizzo del trattamento non invasivo è stato determinante durante la pandemia da Covid-19 per sopperire alla carenza di posti in terapia intensiva, mettendo in risalto i benefici di questo tipo di terapia che può essere utilizzata direttamente nei reparti di rianimazione e terapia intensiva, pneumologia, cardiologia, ematologia, infettivologia, pediatria, neonatologia e pronto soccorso, per citare i più importanti.

Il fondatore Maurizio Borsari diventa direttamente azionista di HMC Premedical e continuerà a guidare Dimar favorendo sinergie e sviluppando prodotti innovativi utili a entrambe le società, contribuendo con questa integrazione a costituire uno tra i più importanti gruppi industriali privati del distretto biomedicale mirandolese.

“La mia passione è sempre stata quella di dedicarmi alla ricerca e allo sviluppo, commerciale e marketing di prodotti innovativi e questa operazione mi consentirà di farlo dedicandovi maggior tempo recuperandolo in parte dalle mille attività quotidiane quasi tutte a carico dell’imprenditore. La vicinanza produttiva territoriale con HMC ha svolto un ruolo importante per concludere questa operazione che permette di avere una maggior forza di investimento in un

mercato globale con sempre maggiori competitor asiatici che offrono prodotti di bassa qualità e a basso prezzo”, evidenzia Borsari. HMC Premedical, fondata nel 1997 da Giuseppe Bisi, a dicembre 2022 si è trasformata in società Benefit, ufficializzando un percorso, iniziato diversi anni fa, fatto di responsabilità sociale e impegno etico che porterà prossimamente anche alla registrazione BCorp. Il ruolo di Andrea Bisi come amministratore delegato ha completato in HMC il passaggio generazionale e, con l’ingresso nel capitale di Credem Private Equity, ha avviato dal 2022 un progetto di sviluppo sul portafoglio prodotti e sulla distribuzione.

HOTEL COSMOPOLITAN INSIEME A HERA PER LA SOSTENIBILITÀ

Una ospitalità a emissioni zero entro il 2027. Con questo obiettivo è nata la collaborazione tra l’Hotel Cosmopolitan e il Gruppo Hera, che mira all’azzeramento dell’impronta carbonica della struttura alberghiera che si trova in via del Commercio Associato, a Bologna. Allaccio al teleriscaldamento, installazione di pannelli fotovoltaici, raccolta differenziata, riduzione del consumo dell’acqua in bottiglia: sono queste le direttrici lungo le quali si spinge l’impegno della società che gestisce la struttura, coadiuvata da Hera per quanto riguarda la messa a disposizione della propria esperienza, la fornitura di materiali, la progettazione e la realizzazione degli interventi energetici.

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Agostino Scialfa

Nell’ambito energetico sono previsti due interventi per abbattere i consumi di gas e produrre energia rinnovabile per l’autoconsumo. In sostanza, l’hotel utilizzerà per il riscaldamento e l’acqua calda sanitaria il calore prodotto dal termovalorizzatore gestito dalla multiutility a Granarolo dell’Emilia, allacciandosi alla rete cittadina del teleriscaldamento e sostituendo quindi totalmente il gas consumato attualmente per la stessa funzione. Le due caldaie esterne saranno sostituite da scambiatori di calore posti all’interno per una potenza termica totale di 900 kW, coprendo così l’intero fabbisogno, stimato in 600 MWh circa. In questo modo si ridurranno dell’85% le emissioni annue di gas serra dovute all’utilizzo del metano, evitando il consumo di 54 tonnellate equivalenti di petrolio. L’intero sistema sarà pronto a partire dal prossimo anno termico 2023/2024.

Come secondo intervento è stata realizzata l’installazione di pannelli fotovoltaici a copertura dell’intero tetto dell’hotel, con l’obiettivo di produrre fino al 20% dell’energia elettrica necessaria all’autoconsumo della struttura, evitando l’emissione di 62 tonnellate di CO2 (pari a quella assorbita da oltre 3.100 alberi in dieci anni) e il consumo di 25.000 litri di petrolio.

E ancora: all’interno della struttura saranno installate cinque fontanelle per dare la possibilità ai clienti di approvvigionarsi di acqua proveniente dall’acquedotto per dissetarsi, con un risparmio stimato di 850 Kg di plastica all’anno oltre alla CO2 non emessa per il confezionamento e il trasporto dell'acqua in bottiglia. Dopo una ricognizione congiunta dei fabbisogni, inoltre, Hera ha fornito contenitori per la raccolta differenziata in cartone riciclato, posizionati in modo da creare un sistema capillare ed efficiente all’interno dell’hotel.

“Finalmente inizia a prendere forma la nostra visione di un hotel davvero sostenibile. Miriamo ad essere una struttura che genera ricchezza per il territorio senza consumarlo e raggiungeremo in anticipo rispetto al 2027 le zero emissioni. Tramite un progetto con l’Università di Bologna, che ci ha fornito i driver per il cambiamento, abbiamo trovato in Hera un partner attento alle nostre richieste. Questo è l’inizio di un percorso che non riguarda solo l’ambiente

ma anche le persone, in una nuova idea di azienda che diventi sempre più umanocentrica”, commenta Agostino Scialfa, CEO dell’Hotel Cosmopolitan e presidente della filiera Turismo e Cultura di Confindustria Emilia. “Mettere a disposizione la nostra esperienza e gli strumenti per aiutare i nostri clienti nel percorso finalizzato alla decarbonizzazione dei consumi energetici e di buone pratiche di economia circolare è uno dei contributi forniti al territorio. Interventi di questo tipo sono la dimostrazione concreta dei risultati che si possono ottenere”, evidenzia Franco Fogacci, direttore centrale servizi ambientali e flotte del Gruppo Hera.

NASCE LA HOLDING HPE GROUP

Due nuove acquisizioni portano HPE, azienda di ingegneria con sede a Modena, fondata nel 1998 da Piero Ferrari, a dare vita a una nuova holding: HPE Group. Sono quattro, quindi, le aziende che compongono il nuovo gruppo industriale: oltre ad HPE e Coxa, già acquisita nel 2010, si aggiungono alla compagine Pure Power Control (P2C), impresa nata nel 2008 con headquarter a Pisa e sede operativa a Modena, attiva nel campo della progettazione di sistemi di controllo, e AT Motors, realtà fondata nel 1983, con sede a Soliera, in provincia di Modena, specializzata nella produzione di motori elettrici. Queste le nuove imprese entrate a far parte del Gruppo, realtà robuste e con una consolidata esperienza in settori simili e complementari a quelli di HPE, primi su tutti automotive e motorsport, ma con importanti collaborazioni anche nei settori dell’industria e della difesa.

Le operazioni attraverso cui HPE

ha arricchito le già consolidate attività di progettazione, prototipazione e produzione di componenti e sistemi, con nuove competenze nell’ambito dell’elettrificazione e del digitale, le hanno anche consentito di aggiungere al proprio organico oltre 50 dipendenti, di cui 35 ingegneri, e di arricchire il proprio know-how con nuovi profili e nuove professionalità.

“Entrare a far parte di questo gruppo è per noi motivo di orgoglio e soddisfazione”, commenta Andrea Balluchi, presidente e amministratore di P2C. “Questa operazione ci consente di sviluppare nuove sinergie tecnologiche e rafforzare la proposta delle nostre soluzioni per l’industria automobilistica, in modo particolare in riferimento al processo di innovazione in corso per una mobilità sostenibile”.

Soddisfatto per l’esito delle operazioni anche Alessandro Testi, titolare di AT Motors: “L’ingresso in questa nuova realtà offre una grande opportunità di consolidamento e crescita del nostro business. Le nostre competenze e capacità pregresse, unite alla forza commerciale di HPE Group e alla sua spinta innovativa, aprono le porte a nuovi prodotti e nuove progettualità in cui l’attività di sviluppo di motori elettrici giocherà un ruolo fondamentale”.

I closing rappresentano solo parte delle novità inserite nel più ampio piano di sviluppo strategico attraverso il quale la holding modenese intende non solo rafforzare il proprio ruolo di partner qualificato per lo sviluppo di soluzioni ingegneristiche nei settori di interesse, ma anche e soprattutto posizionarsi come fornitore di soluzioni innovative a tutto tondo.

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Andrea Bozzoli, amministratore delegato di HPE Group, con alcuni collaboratori

“Il 2022 è stato un anno positivo: abbiamo raggiunto nuovi clienti, abbiamo sviluppato nuovi prodotti, abbiamo investito in competenze e infrastrutture, ma abbiamo anche cominciato a crescere per linee esterne. Abbiamo infatti acquisito due aziende strategiche per l’evoluzione della nostra realtà, attraverso le quali possiamo divenire ancora più competitivi nel nostro mercato. Ad oggi, con un fatturato di oltre 38 milioni di euro, più di 300 dipendenti, un’età media di 30 anni e una percentuale di laureati in ingegneria pari all’80% degli impiegati, rappresentiamo un’azienda giovane e dinamica, attenta e sensibile al tema dell’innovazione. Siamo un gruppo che evolve, che diversifica e specializza le proprie competenze attraverso formazione continua e una costante ricerca del miglioramento”, commenta Andrea Bozzoli, amministratore delegato di HPE Group.

Molti i progetti anche per il 2023, tra cui partnership con aziende multinazionali che si aggiungono alle già consolidate collaborazioni con realtà quali Hewlett-Packard e Accenture.

ICIM GROUP, UN TEAM DEDICATO AL SETTORE MEDICALE

Consulenza, formazione, testing e certificazione sono servizi fondamentali per gli imprenditori di tutti i settori merceologici - dalla meccanica all’automotive, dall’edilizia all’energia, dal food&water contact al medicale - chiamati ogni giorno al rispetto di numerose conformità, necessarie per la tutela della sicurezza e della qualità di prodotti e impianti e per lo sviluppo di un business sostenibile e competitivo, anche sui mercati globali.

Grazie alle diversificate competenze delle società che lo compongono - l’ente di certificazione ICIM, i laboratori OMECO e TIFQlab e ICIM Consulting - ICIM Group si pone come unico partner multiservizio per soddisfare tutte le necessità delle imprese nei percorsi regolatori e nel rispetto delle normative vigenti, attraverso soluzioni integrate e un approccio tailor-made.

“Anche gli operatori del settore medicale

- un comparto che vede l’Italia al secondo posto tra i produttori di dispositivi medici in Europa, con una forte presenza di aziende proprio in Emilia-Romagna - trovano in ICIM Group tutte le risposte in relazione al regolamento UE 2017/745 Medical Device Regulation (MDR), per il quale ICIM è organismo notificato agli adempimenti certificativi finalizzati al rilascio della marcatura CE”, dichiarano da ICIM Group. Per poter continuare a produrre o introdurre sul mercato nuovi dispositivi medici i fabbricanti dovranno, infatti, aver adeguato i loro sistemi di gestione e produzione ai requisiti del regolamento MDR entro le date indicate dal nuovo Regolamento di proroga.

In ICIM Group, un team dedicato è pronto a confrontarsi con le aziende per dipanare fin da subito tutte le questioni più complesse e burocratiche imposte dal regolamento MDR. Una metodologia di approccio che permette alle imprese di confrontarsi sulla complessità della normativa con l’obiettivo di snellire l’iter certificativo per arrivare, in tempi rapidi, alla marcatura dei dispositivi medici nel totale rispetto del rigore e dei requisiti previsti a livello europeo.

Con i suoi laboratori ICIM Group è in grado di espletare tutti i passaggi richiesti dal regolamento, a partire dalle prove specifiche di conformità in ambito chimico e metallografico, elettrico e meccanico su dispositivi medici attivi e non attivi e/o su dispositivi impiantabili e non impiantabili. È poi l’ente di certificazione del Gruppo,

ICIM, che conduce il fabbricante nell’iter fino all’ottenimento della marcatura CE secondo il regolamento MDR il cui obiettivo, com’è noto, è quello di garantire livelli ancor più elevati di qualità rispetto alla precedente Direttiva MDD, aumentando la sicurezza dei dispositivi medici in tutta l’Unione Europea e sostenendo al tempo stesso l’innovazione tecnologica.

Altrettanto importanti, poi, sono i servizi GMA-Global Market Access forniti da ICIM Consulting per accompagnare le imprese nella corretta esportazione, sdoganamento e commercializzazione dei dispositivi medici sui diversi mercati extraeuropei, adeguando le conformità MDR alle normative in vigore nei Paesi di interesse. Tra le ultime collaborazioni attivate da ICIM Consulting, anche quella con una società americana, strategica per l’export dei dispositivi medici italiani sul mercato statunitense.

“ICIM Group è formazione, testing e certificazione: la somma che fa la differenza, anche per il settore medicale”, concludono dal Gruppo.

INCICO, L’ACCORDO CON LHYFE PER GLI “ECOSISTEMI GREEN”

Incico, società di ingegneria italiana con headquarter a Ferrara, ha chiuso alla fine dello scorso anno l’accordo con la francese Lhyfe, player di grande rilievo in Europa per la produzione di idrogeno verde, e lancia in Italia la costruzione di “ecosistemi green” per la produzione di carburanti sostenibili ottenuti combinando la produzione di idrogeno verde con il sequestro di CO2 da impianti industriali “hard to abate”, che hanno più difficoltà ad abbattere le emissioni. Una produzione integrata che permetterà di accelerare sulla decarbonizzazione superando le problematiche ormai note legate alla produzione di grandi quantità e del trasporto del gas.

Con oltre 40 anni di esperienza nella costruzione di impianti altamente ecosostenibili, con 150 tecnici e ingegneri in organico e con progetti realizzati in oltre 50 Paesi e un fatturato per metà costruito attraverso

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Edoardo Dossena, product sales manager certificazione prodotto, ispezioni e direttive di ICIM Group

commesse internazionali, Incico curerà per Lhyfe lo sviluppo di nuovi impianti di produzione e vendita di idrogeno verde, la sottoscrizione di PPA - contratti a lungo termine che regola la somministrazione di energia - con fornitori di energia rinnovabile, e assicurerà i necessari servizi di ingegneria a livello autorizzativo ed esecutivo, nonché la realizzazione su base Epc (Engineering Procurement and Construction) del cosiddetto “Balance of Plant”.

Come sottolineano da Incico, la recente crisi energetica ha fatto emergere in maniera ancora più urgente la necessità di pensare a nuove fonti di approvvigionamento, fra queste ovviamente l’idrogeno verde che, oltre all’uso tout-court negli impianti industriali (in sostituzione dell’idrogeno grigio) e nel settore della mobilità, può essere infatti impiegato come straordinario acceleratore del processo di decarbonizzazione e di conversione dei processi industriali in chiave ecosostenibile.

I cantieri per i primi progetti di “ecosistemi chiavi in mano”, che captano l’anidride carbonica e la trasformano in metanolo e alcoli simili grazie all’utilizzo di impianti di piccole dimensioni che producono idrogeno verde utilizzando energia generata da impianti fotovoltaici, saranno aperti già nei prossimi mesi e i primi passi di questa partnership

sono già stati avviati in Puglia, dove sono stati individuati rapporti con off-taker industriali interessati all’acquisto di idrogeno verde a costi competitivi.

“Per la costituzione dell’ecosistema, oltre all’area per la realizzazione dell’impianto di produzione d’idrogeno, è necessario, infatti, avere nelle vicinanze uno o più parchi fotovoltaici - spiegano da Incico - in grado di fornire l’energia da elettricità verde e dei players industriali che devono abbattere le loro emissioni dell’inquinante in atmosfera. In Puglia, quindi, grazie all’incentivazione del fotovoltaico che è stata fatta e all’importante tessuto industriale della regione, vi sono tutte le condizioni per avviare questa progettualità”. Questa operazione rappresenta un nuovo e necessario passo per Incico, che negli ultimi tre anni ha fortemente investito nella transizione ecologica e che oggi partecipa attivamente allo sviluppo della filiera dell’idrogeno verde, lavorando per superare i limiti che ancora

affliggono il settore.

“Oggi è il momento di fare un salto tecnologico e pensare all’idrogeno come ad una straordinaria risorsa intermedia utile per la realizzazione di prodotti stabili ecosostenibili”, dichiara l’amministratore delegato di Incico, Olivier Severini.

DA ITALTECNO LA TECNOLOGIA “SCARICO LIQUIDI ZERO”

L’esigenza attuale delle industrie di ridurre l’impatto sull’ambiente, diminuendo i consumi idrici e garantendo la stabilità della qualità, ha portato Italtecno, impresa di Fiorano Modenese, in provincia di Modena, a esplorare le condizioni necessarie per lo sviluppo di tecnologie innovative che soddisfino tale esigenza. Una delle principali possibilità per quanto riguarda il trattamento delle acque di scarico di impianti di finitura alluminio è la tecnologia ZLD, “Scarico liquidi zero”, per impianti di anodizzazione e verniciatura a polvere: un grande passo avanti per un mondo più pulito e un’enorme riduzione dei costi.

“La tecnologia ‘Scarico liquidi zero’ è l’esempio di come sia ancora possibile esprimere grande innovazione nel campo dei trattamenti di finitura dell’alluminio. Viene applicata a impianti di depurazione per impianti di verniciatura elettrostatica (a polvere o liquido) di alluminio e acciaio, ossidazione dell’alluminio e produzione miste. Si applica a linee esistenti o nuove. Il sistema è composto anche da un apposito software che garantisce la registrazione onli-

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Giovanni Monini, presidente, e Olivier Severini, amministratore delegato di Incico

DM BROADCAST, 10 ANNI DI PASSIONE SPETTACOLARE

Dieci anni di lavoro, di impegno, ma soprattutto di coinvolgimento e di passione davvero spettacolari. Ad aver festeggiato l’anniversario tondo nel 2022 è stata DM Broadcast Engineering, realtà di Argelato, alle porte di Bologna, che ha scelto di celebrare la ricorrenza lo scorso 30 novembre con una serata organizzata a Villa Orsi di Funo di Argelato coinvolgendo clienti, fornitori, collaboratori e istituzioni, tra cui Claudia Muzic, sindaca di Argelato, e Roberta Li Calzi, assessora allo Sport e al bilancio del Comune di Bologna.

Quando DM Broadcast mosse i primi passi nel campo dei sistemi radio e tv chiavi in mano, considerati gli obiettivi che si prefiggeva, le ambizioni erano consistenti. Ma, come sottolineano dall’azienda, l’apprezzamento da parte dei clienti per la forte abnegazione nei loro confronti, condito con un orientamento al servizio che rappresenta la sostanza dell’essere differenti, ha consentito di raggiungere una reputazione internazionale veramente inaspettata.

DM Broadcast lavora oggi con 512 clienti in 71 Paesi del mondo e vanta una lunga serie di progetti unici come la radio della Gioventù in Burundi nel 2015 per veicolare messaggi di pace; la radio delle Donne in Ciad nel 2018/19; Rozana FM che trasmette messaggi di pace in Siria da Gaziantep (Turchia) nel 2020; il progetto Unicef sempre nel continente africano (Liberia e Zimbabwe) nel 2022.

La serata di festeggiamenti a Villa Orsi, dunque, è stata l’occasione per guardarsi indietro con orgoglio, ma anche per riflettere sull’evoluzione del lavoro in DM Broadcast e definire i buoni propositi strategici per gli anni a venire: affrontare al meglio gli eventi in una società internazionale sempre più complessa, continuare a ricercare e sviluppare le soluzioni più efficienti per l’installazione dei sistemi radio e tv, essere sempre più competitivi nel mercato di riferimento e portare, anche con piccoli gesti, contributi innovativi nei territori nei quali DM opera. Per presentare tutte le novità, nel corso dei prossimi mesi l’impresa parteciperà a tre fiere internazionali: in maggio al Cabsat di Dubai, un evento che attrae 14.000 professionisti ed esperti nella regione del MEASA; in giugno al BroadcastAsia di Singapore, il più grande ‘stage tecnologico’ per il broadcasting del continente asiatico; in settembre a IBC ad Amsterdam, un appuntamento consolidato e imperdibile a livello europeo.

“In queste occasioni presenteremo ‘Vibe’, la nuova linea di processori audio interamente creata da DM, specificamente in gamma di prodotti per radio e gamma di prodotti per tv. Si tratta di processori da 4 e da 6 bande, che garantiscono una qualità cristallina del suono, frutto della ricerca e sviluppo interna e dei quali andiamo particolarmente fieri”, sottolineano da DM Broadcast. In questo modo, l’azienda darà davvero il via in maniera significativa ai suoi prossimi dieci anni, mirando a una ulteriore evoluzione della propria presenza internazionale.

ne di tutti i parametri produttivi di processo e di depurazione. Tra i principali vantaggi, che si ricavano utilizzando tale tecnologia, abbiamo anche la riduzione della quantità di fanghi prodotti incorporando la tecnologia Dryplus”, spiegano da Italtecno.

“La combinazione della tecnologia ZLD con altre tecnologie Italtecno come Dry Plus ed EasyClean (riduzione drastica dei solfati dopo la depurazione) unitamente a tecnologie di demineralizzazione, di osmosi inversa, di evaporatori, filtropresse ha lo scopo di garantire la massima qualità di lavorazione, unendo a questa rilevanti vantaggi ecologici ed economici. Altri grandi vantaggi sono il recupero della soda caustica basato sul metodo elettrochimico, il recupero dell’acido solforico basato su resine ritardanti e il recupero dell’acido fosforico basato su un opportuno metodo di scambio ionico”, proseguono dall’azienda di Fiorano Modenese. Fondata nel 1974, Italtecno nasce come impresa specializzata nella ricerca e sviluppo di tecnologie per i trattamenti di superficie dell’alluminio e di sue leghe. Durante i primi anni Ottanta amplia il suo mercato al di fuori dell’Europa e in settori diversificati (alluminio per impiego architettonico, decorativo, meccanico, industriale, automobilistico e aeronautico) e nel 1983 vende una importante licenza alla Lockheed per tecnologie speciali di anodizzazione, iniziando così il suo ingresso nel continente americano. Negli anni successivi apre filiali in Brasile, India, Estremo Oriente e uffici di rappresentanza, distribuzione e servizio tecnico in 25 Paesi del mondo. Le divisioni ingegneria e fabbricazione impianti lavorano in stretto contatto con la clientela e offrono la massima collaborazione per soluzioni tecnologiche personalizzate e assistenza tecnica post-vendita dovunque nel mondo ci sia un cliente Italtecno.

Dal 1990 Italtecno è sponsor e co-organizzatore insieme alla ditta Interall del congresso mondiale Aluminium Two Thousand, evento biennale che riunisce AluSpecialisti da tutto il mondo, altamente qualificati provenienti da aziende, università e associazioni italiane e internazionali, per presentare le tecnologie e le applicazioni più innovative nel settore dell’alluminio.

La prossima edizione, la dodicesima, si terrà dal 19 al 23 settembre 2023 a Bologna,

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Didier Muragwabugabo e Marco Giovannini

presso il Royal Hotel Carlton. Come nelle ultime edizioni, anche questa sarà in collaborazione con il 7° ICEB (Conferenza internazionale sull’estrusione e benchmark), organizzato con il dipartimento di ingegneria dell’Università di Bologna. Per informazioni: www.aluminium2000.com

MARCO ZINI NUOVO CEO DEL GRUPPO KERAKOLL

È il manager Marco Zini il nuovo CEO e membro del board del Gruppo Kerakoll, azienda multinazionale punto di riferimento nei prodotti per l’edilizia sostenibile con sede a Sassuolo, nel distretto ceramico in provincia di Modena.

Nel suo percorso professionale Marco Zini, che ha 53 anni, vanta una pluriennale esperienza internazionale nei settori consumer e industrial (largo consumo, elettrodomestici e materiali da costruzione), dove ha ricoperto incarichi operativi in area marketing & sales e, in seguito, di vertice, in qualità di president & managing director in grandi aziende familiari e multinazionali (Danone, Ferrero, Kpmg, Indesit, Assa Abloy e San Marco Group), maturando un’esperienza globale completa.

L’ultimo degli incarichi, prima di arrivare in Kerakoll, è stato quello di group managing director di San Marco Group, l’importante azienda specializzata nel settore delle pitture e vernici per l’edilizia.

Con questa nuova nomina Kerakoll rafforza la propria struttura apicale, affiancando un’ulteriore professionalità di alto livello ai manager di indiscusso valore e ai membri della famiglia proprietaria.

“Abbiamo programmi di crescita molto importanti”, commenta Romano Sghedoni, presidente di Kerakoll, “per questo motivo abbiamo sentito l’esigenza di ampliare il nostro team di vertice con l’ingresso di manager qualificati e allineati ai nostri valori. Siamo certi che la scelta di Marco Zini, persona di grande esperienza, sia la migliore per integrare, supportare e orientare il team manageriale del Gruppo, affiancandosi alla famiglia proprietaria in questo compito sempre più impegnativo e sfidante”.

“Siamo fiduciosi di continuare a rafforzare le relazioni con la nostra clientela”, aggiunge Sghedoni, “migliorando ulteriormente la qualità del binomio prodotto-servizio grazie al supporto del nostro Centro Ricerche (il più avanzato nel settore a livello mondiale), della funzione di central engineering e dei nostri professionisti (agenti, manager commerciali e di prodotto), in Italia e all’estero”.

Nel 2022 Kerakoll ha realizzato un’importante crescita sia in termini di fatturato consolidato, che si attesta su un incremento di circa il 25% sul 2021, sia in termini di numero di collaboratori nel mondo, che ha superato le 2.400 unità. A inizio 2023, inoltre, è stato reso operativo il piano pluriennale degli investimenti pianificati che riguarderà Italia, Europa e India, mediante la realizzazione di nuove unità produttive, centri logistici e continuando ad acquisire nuovi talenti professionali nelle diverse aziende del gruppo, al fine di consolidare i principali mercati di riferimento e approcciarne di nuovi.

Innovazione, sostenibilità, internazionalizzazione e attenzione alle persone (collaboratori e stakeholders), continueranno dunque a contraddistinguere i tratti salienti di Kerakoll anche nei prossimi anni.

LEONI VINCE SUL MERCATO RITORNANDO AL MADE IN ITALY

Nata nel 1989 a Sorbara di Bomporto, in provincia di Modena, dall’esperienza maturata da Valerio Leoni nell’ambito della pubblicità e delle promozioni, l’azienda in questi anni ha consolidato la sua posizione nello studio, progettazione e produzione di articoli destinati a importanti clienti in ambito mondiale per incentivare la vendita dei loro prodotti.

Fino al 2016 l’unica fonte di approvvigionamento era la Cina, dove Leoni ha creato un network di produttori certificati. Ma, sia per le serie difficoltà di controllo delle materie prime e della filiera produttiva sia per i lunghi tempi di trasporto dei prodotti finiti, peggiorati in questi ultimi anni di pandemia, l’azienda modenese ha cercato e trovato una valida alternativa a una parte significativa della produzione cinese.

“Abbiamo individuato un’azienda nel territorio che produce plotter speciali per la decorazione di piastrelle ornamentali con rilievi (repliche di roccia o legno) con testine di stampa ad altezze variabili”, spiega Valerio Leoni. “Su una di queste macchine sono intervenuto facendola customizzare e rendendola in grado di decorare anche piccoli articoli in plastica. Questi vengono veicolati in una stazione dove una serie di robot preleva gli articoli decorati e li inserisce in una macchina confezionatrice che li imbusta. Le buste vengono contate e inserite in involucri destinati al cliente finale. Tutte le fasi sono dirette in modo completamente automatico e gestite da soli quattro operatori e questo consente di avere costi competitivi rispetto alla produzione asiatica; in alcuni casi il delta percentuale di costo rispetto alla Cina arriva al 30/40%”, continua Leoni.

L’azienda modenese lavora con clienti editoriali per i quali produce sia serie collezionabili da abbinare a fascicoli periodici (ad esempio modellini in scala di auto), sia miniature e piccoli giochi in busta veicolati nelle edicole. In ambito alimentare realizza piccoli giocattoli in capsula che vengono inseriti in ovetti di cioccolato o in confezioni di caramelle, prodotti da forno e patatine. Per le catene di supermercati progetta cam-

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Marco Zini, il nuovo CEO e membro del board del Gruppo Kerakoll

pagne di fidelizzazione consistenti in piccoli articoli che sono dati in omaggio alla cassa a fronte di una determinata spesa. Gran parte della produzione Leoni è destinata a bambini, pertanto viene adottata una rigorosa politica di controllo e rispetto delle normative vigenti in ogni Paese dove i prodotti vengono distribuiti.

“La richiesta di materiali sempre più green ci ha spinto ad accordarci con aziende nazionali in grado di fornire materie plastiche riciclate, da fonti rinnovabili o, addirittura, compostabili”, aggiunge il figlio di Valerio, Federico Leoni, direttore generale dell’azienda. “Il confezionamento può avvenire in buste 100% di carta. Tutta la filiera è estremamente corta e tutte le materie pri-

LIFE ELETTRONICA ACQUISISCE LASER ELETTRONICA

Il nuovo anno inizia con un’importante operazione per Life Elettronica. L’azienda modenese, specializzata nella progettazione e produzione di sistemi elettronici, lo scorso dicembre ha infatti portato a termine l’acquisizione di Laser Elettronica, realtà consolidata con 40 anni di storia, attiva nella industrializzazione e vendita di sistemi di elettronica custom.

Già eccellenza nazionale e internazionale nel settore EMS (Electronic Manufacturing Services), Life Elettronica sigla così un nuovo passo verso l’innovazione continua e

delle loro persone consentiranno a Life di sviluppare un prodotto altamente innovativo e tecnologicamente avanzato nei settori dell’elettronica di potenza, con forte capacità di crescita. L’operazione ci ha permesso di chiudere l’anno 2022 con un fatturato consolidato di circa 34 milioni di euro e un portafoglio ordini sul 2023 di oltre 50 milioni, in continuo sviluppo”.

Soddisfazione per l’operazione viene espressa anche da parte di Daniela Cavazzuti, ex proprietaria di Laser Elettronica, che sottolinea: “Sono molto felice dell’operazione conclusa: credo che permetterà a Laser di crescere e aprirsi a nuove grandi opportunità, potendo ora sfruttare competenze, struttura, organizzazione e tecnologie di

me, nonché i macchinari a disposizione dell’azienda, sono di provenienza nazionale. La produzione e il confezionamento di prodotti destinati a venire a contatto con alimenti sono fatti in camere sterili, mentre la consegna dei prodotti finiti avviene in tempo reale contro i 40 giorni mediamente necessari per far arrivare la merce dalla Cina. Ad esempio, per un importante cliente del territorio si arriva a produrre e consegnare in giornata”.

Il progetto, chiamato con ironia ‘Marco Polo’, attraverso l’implementazione delle nuove tecnologie, ha garantito un accrescimento della produttività e della capacità realizzativa dei processi industriali, ma anche una maggiore valorizzazione della qualità dei prodotti.

costante e verso l’ampliamento delle competenze altamente specializzate nel settore ODM (Original Design Manufacturing), ponendosi come partner solido e di valore per i propri clienti. Life Elettronica conferma la sua natura di azienda giovane e dinamica, proseguendo il suo virtuoso percorso, non solo nei servizi legati all’elettronica, ma anche nell’ambito dello sviluppo e della produzione di componenti.

“L’acquisizione di Laser Elettronica rappresenta per noi un passo importante”, afferma Riccardo Galli, managing director e owner di Life Elettronica, “perché ci consente di completare il nostro know-how, arricchendolo significativamente. Siamo convinti che le competenze di alto livello presenti in Laser e l’esperienza trasversale

un’azienda straordinaria come Life Elettronica. Vorrei ringraziare ancora una volta tutti i miei collaboratori, che soprattutto negli ultimi otto anni, dopo la scomparsa del mio amato papà, mi hanno aiutato e sorretto per arrivare agli importanti traguardi raggiunti. Laser era il sogno di mio padre e credo sarebbe orgoglioso di vedere come è cresciuta e quante nuove sfide può ancora affrontare con l’apporto di Riccardo Galli e di tutto il suo team”.

Life Elettronica nasce nel 1982. Nel tempo matura grandi competenze e diventa una valida soluzione di outsourcing per importanti aziende in differenti settori dell’industria elettronica, offrendo un’ampia gamma di servizi che coprono l’intero ciclo di vita del prodotto. Nel 2006 la proprietà passa

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Federico Leoni, direttore generale, e Valerio Leoni, presidente di Leoni Riccardo Galli, managing director e owner di Life Elettronica

110 DI QUESTI ANNI: LE CELEBRAZIONI DEL GRAND HOTEL MAJESTIC “GIÀ BAGLIONI”

Il 15 febbraio 1912, in piena Belle Époque, veniva inaugurato l’Hotel Baglioni - oggi Grand Hotel Majestic “già Baglioni” - acquistato l’anno precedente dall’imprenditore Guido Baglioni nei locali settecenteschi dell’ex Seminario Arcivescovile, edificati negli ambienti delle dimore delle famiglie Ariosti e Arrigoni. Iniziava così la storia di una struttura che, da allora, è al centro della vita culturale di Bologna. Nel 2022 si sono svolti i festeggiamenti per i 110 anni di prestigiosa attività dell’unico 5 stelle lusso dell’Emilia: un importante traguardo, omaggiato con una serie di appuntamenti che raccontano la centralità e l’importanza del Majestic, icona dell’ospitalità bolognese e italiana, sede di eventi culturali e “dimora felsinea” per tanti ospiti illustri. E anche simbolo di un’epoca che ha attraversato il Novecento e fatto ingresso nel Nuovo Millennio. A dare il via alle celebrazioni è stata, lo scorso 24 novembre, la performance teatrale di Giorgio Borghetti, “C’era una volta il Grand Hotel Majestic già Baglioni”, che ha visto l’attore e doppiatore mettere in scena, in un monologo ricco di verve, alcune delle pagine più memorabili dell’omonimo volume edito da Minerva che, tramite i racconti di Adelmo, un immaginario ex direttore, propone aneddoti e curiosità sulla struttura che ha accolto celebrità da tutto il mondo. A seguire, il 12 dicembre, il Grand Hotel Majestic “già Baglioni” ha proposto agli ospiti un viaggio nel tempo nell’atmosfera di una immaginaria festa di Natale di 110 anni fa, in piena Bella Époque, quando si affermava l’operetta. Il direttore d’orchestra Maestro Stefano Giaroli, in veste di pianista, ha accompagnato dal vivo un ensemble di artisti del belcanto, tra i quali anche il tenore Stefano Consolini, in una performance articolata e diffusa, con frequenti cambi di costume. Il Majestic sorge nel cuore della città, a due passi da Piazza Maggiore, in un palazzo che nasconde capolavori artistici e storici. L’edificio è strettamente connesso, anche dal punto di vista architettonico, al seicentesco Palazzo Fava, di cui inizialmente faceva parte, oggi sede di importanti esposizioni. A testimonianza di quel periodo rimane, al piano nobile dell’hotel, il Camerino d’Europa, dove si può ammirare la prima opera nota dei Carracci, che ritrae episodi tratti dalle Metamorfosi di Ovidio. Appartengono invece alla scuola dei Carracci gli affreschi del XVI secolo che decorano il soffitto del

salone de I Carracci, il ristorante dell’hotel. Si scende al piano interrato, invece, per viaggiare nel tempo fino all’epoca romana. Qui è stata riportata alla luce un tratto di Flaminia Militare, costruita nel 187 a.C.: ancora si notano i segni del passaggio dei carri e i resti di pavimentazione, in quello che oggi è uno spazio espositivo restituito alla città. Eleganza, lusso ed estrema cura dei dettagli caratterizzano le camere e le suite, tra rifiniture, elementi architettonici, arredi in stile ‘800 francese e classico veneziano. È dagli inizi del Novecento che il Majestic è la casa di tutte le celebrità di passaggio a Bologna: sono stati “avvistati” i baffi di Clark Gable, la pipa di Jean Paul Sartre, il trench di Humphrey Bogart. Le Suite hanno accolto Nicola, ultimo Zar di Russia, la famiglia Reale italiana, personalità come Maria Callas, Anna Magnani, Vittorio De Sica, Federico Fellini, Brigitte Bardot, Sting, Rita Levi Montalcini, Woody Allen, Luciano Pavarotti e moltissimi altri. Uno dei primi ospiti a lasciare il segno è stato sicuramente Filippo Tommaso Marinetti, che nel 1914 tenne qui la mostra-blitz durata appena 24 ore: una prima grande vetrina per il futurismo bolognese, a cui parteciparono con le loro opere un giovanissimo Giorgio Morandi, Severo Pozzati, Osvaldo Licini, Mario Bacchelli, Giacomo Vespignani. Nei decenni successivi il Majestic si trasforma nel tappeto rosso su cui sfilano le star del cinema e dello spettacolo in visita in città. Tra gli aneddoti più sorprendenti, quello legato a Lady Diana, a Bologna nel 1995 per partecipare al concerto a scopo benefico Pavarotti & Friends: in piena notte chiese un piatto di lasagne, lo gradì moltissimo e dichiarò di essersi sentita “bolognese per una notte”. Quanto a Paul McCartney, nel 2011, fece tappa qui durante il suo On the run Tour, scortato da una decina di guardie del corpo e assediato dai fan e dai fotografi. L’ex Beatles sfoderò tutto il suo charme, e nella hall salutò lo staff improvvisando il vecchio successo di Fred Buscaglione “Buonasera signorina buonasera...”. Un momento indimenticabile per tutti i presenti. A 110 anni dalla sua apertura, il Majestic continua ad essere il punto di riferimento per le star internazionali, legandosi agli appuntamenti che scandiscono la vita culturale di Bologna. Registi, attori e personalità del mondo della musica e della moda scoprono la città anche attraverso l’accoglienza che riserva loro il Majestic, che li sorprende con mille attenzioni e la cucina tipica del territorio.

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di mano alla famiglia Galli, in particolare a Claudio Galli e al figlio Riccardo. Con la nuova proprietà, l’azienda apre una nuova era moltiplicando a livello esponenziale non solo il fatturato, ma soprattutto le competenze e gli investimenti, sia umani che tecnologici. L’azienda opera oggi nei più prestigiosi mercati e settori quali il test dei semiconduttori, la radiofrequenza, il biomedicale, il ferroviario, l’automotive, il racing, l’oleodinamica e tutto il mondo industriale.

LS LEXJUS SINACTA, ESG E GOOD GOVERNANCE COME LEVE DI SVILUPPO

“Il mondo delle pmi e delle imprese di famiglia rischia nel breve periodo di scontrarsi in modo molto concreto con il fattore ESG (Environmental, Social, Governance). Da alcuni anni se ne sta parlando molto, ma di fatto il nostro mondo imprenditoriale fatica a ritenerlo un motore di sviluppo dell’impresa e a medio termine uno dei principali elementi di competitività. Se sui fattori ambientali e sulla sostenibilità qualcosa faticosamente e in modo disorganico si sta muovendo, si registra un sensibile ritardo sul fattore ‘G’, quello inerente alla Governance”. Questo il punto di partenza del ragionamento che Gianluigi Serafini, partner dell’associazione professionale di avvocati e dottori commercialisti LS Lexjus Sinacta e direttore esecutivo presso la Bologna Business School del corso “Good Governance dell’impresa di famiglia”, propone relativamente alle leve di accesso al credito/ equity e di sviluppo dei processi di filiera. Serafini sottolinea infatti come si sia quasi sempre al punto di partenza: “Sono pochissime le aziende che hanno avviato riflessioni serie sulla struttura degli organi di amministrazione e di controllo e assunto idonei modelli organizzativi ai sensi del D. lgs 231/01, ovvero dell’art. 2086 del codice civile. Ad oggi la pmi continua a vivere le regole di governance e di compliance come fattori di costo e di inutile complicazione; prevale insomma una filosofia che fa coincidere compliance con ‘fastidiosa burocrazia’”.

Al di là dell’aspetto aziendalistico che dovrebbe imporre di avere sempre una ferma attenzione ai presidi dei fattori di rischio, Serafini sottolinea come il mancato adeguamento ai fattori ESG inciderà in modo sensibile sulle concrete possibilità da un lato di accedere al mercato del credito e più in generale al mercato finanziario, dall’altro di rimanere all’interno di filiere qualitative di produzione.

In particolare, le direttive della BCE fanno sì che gli istituti di credito orientino l’erogazione del credito verso aziende ESG compliance. “Già oggi si osservano sensibili riduzioni di tasso a favore delle aziende che siano ritenute ESG compliance. Sotto il profilo bancario, peraltro, l’attenzione al fattore Governance sta diventando primaria in quanto tende ad abbassare il fattore di rischio nell’erogazione del credito, credito che si basa sempre più sulle probabilità restitutorie e non sulle garanzie reali. Di qui l’importanza della serietà dei piani industriali e delle strutture di governance e manageriali a supporto della loro realizzazione”, prosegue Serafini. In materia di accesso ai mercati finanziari il tema è ancora più attuale, in quanto al momento la stragrande maggioranza della raccolta effettuata dai fondi internazionali è ESG compliance e impone l’utilizzo in aziende ESG compliance. “Questa evoluzione è già stata recepita per le realtà quotate sui mercati rego-

lamentati, tant’è che dall’ottobre 2021 su Euronext ha debuttato il MIB ESG, un’evoluzione che ha fatto sì che a gennaio 2023 ben 54 pmi quotate sul mercato EGM avessero una rendicontazione ESG”, sottolinea ancora Serafini. Ma la rendicontazione dovrà essere effettiva e non solo formale. Per questo “occorrono team interdisciplinari altamente qualificati, perché questa diverrà sempre più strumento di accesso alla filiera di produzione e saranno gli stessi committenti/clienti a imporre il rispetto degli standard di qualità, che diverranno uno strumento di riconoscibilità sul mercato. Insomma, ESG e Governance non sono orpelli burocratici, ma veri fattori distintivi per la realizzazione nel tempo del valore dell’impresa”, conclude Gianluigi Serafini.

MARPOSS INVESTE NEL FUTURO E ACQUISISCE DSI

Un importante investimento nell’AI e Big Data made in Italy. È quello realizzato dal Gruppo Marposs di Bentivoglio, in provincia di Bologna, punto di riferimento a livello mondiale nella fornitura di strumenti per l’ispezione, la misura e il controllo in ambiente di produzione, che lo scorso febbraio ha annunciato di aver acquisito la maggioranza qualificata della startup veneta Digital Strategy Innovation (DSI), specializzata in ricerca applicata nei campi dell’AI, Big Data e Data Analysis. Nata nel 2020 sulla base dei risultati scientifici sviluppati all’interno dell’Università Ca’ Foscari Venezia e sostenuta da VeniSIA,

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Gianluigi Serafini, partner dell’associazione professionale di avvocati e dottori commercialisti LS Lexjus Sinacta

acceleratore di innovazione e sostenibilità del medesimo Ateneo, DSI fornisce servizi di consulenza in ambito IT, nell’integrazione di sistemi e servizi digitali. Grazie alla dinamicità e all’aggregazione di competenze provenienti dal mondo accademico, l’azienda ha saputo sviluppare rapidamente un ampio portfolio che include anche la progettazione e l’integrazione di sensoristica utilizzata per alimentare le piattaforme di machine learning sviluppate.

“L’acquisizione di Digital Strategy Innovation garantisce un laboratorio d’avanguardia dove perfezionare i nuovi progetti in settori paralleli e complementari a quelli in cui già operiamo. Si tratta di un’operazione volta a consolidare le competenze del Gruppo nell’ambito della digitalizzazione e dell’AI, requisito fondamentale oggi per competere sul mercato. Inoltre, si tratta di un’opportunità per coinvolgere studenti e ricercatori anche nella creazione di gruppi di lavoro interdisciplinari e percorsi di formazione e consolidare il collegamento tra Marposs e le Università”, dichiara il presidente del Gruppo Marposs, Stefano Possati. L’operazione si inserisce in una più ampia strategia di investimenti del Gruppo Marposs tramite un approccio di open innovation, pensata per acquisire e sviluppare competenze e tecnologie attingendo anche all’esterno dei propri reparti di R&D. Per la prima volta nella sua storia, Marposs ha deciso di acquisire una giovane startup, investendo sul potenziale dell’azienda e del suo personale, rafforzando le sinergie con il mondo accademico e degli Istituti di ricerca, fucina inesauribile di talento e innovazione.

“Già dai primi contatti è risultato subito chiaro come Marposs fosse strutturalmente e culturalmente predisposta a supportare e potenziare gli aspetti legati alla ricerca accademica e applicata che caratterizzano DSI. Si tratta di un caso poco comune in Italia, che presenta quindi tutti i presupposti per diventare esemplare, dimostrando l’efficacia e l’impatto di un trasferimento tecnologico in grado di mantenere i legami con ricerca di base e formazione”, sottolinea Andrea Albarelli, promotore scientifico di DSI. La combinazione di expertise e la creatività dei ricercatori di DSI permetterà a Marposs di accelerare il processo di svi-

luppo di alcune soluzioni, soprattutto per quanto riguarda il settore della mobilità EV e il miglioramento dei servizi Digital platform e data process, mettendo a disposizione della giovane azienda tutta l’esperienza e la presenza globale del Gruppo, in modo da fornire soluzioni tecnologiche ancora più all’avanguardia ai clienti.

“L’impulso che l’ingresso in Marposs determinerà per lo sviluppo di DSI, permetterà di attuare una strategia di sistematica acquisizione di nuovi talenti, soprattutto dal bacino della formazione avanzata e del dottorato di ricerca, aumentando ulteriormente le competenze a disposizione del Gruppo in tutti gli ambiti del digitale”, conclude Andrea Gasparetto, direttore tecnico di DSI e PhD in computer science.

MEP AL FIANCO DI BAREX, CONFERMATA LA PARTNERSHIP BIENNALE

Una partnership per la consulenza strategica e digital adv sull’e-commerce. È quella nata tre anni fa tra le due realtà bolognesi MEP e Barex Italiana, azienda specializzata nella produzione e distribuzione di prodotti professionali per la cura dei capelli, che ha recentemente scelto di continuare ad affidarsi all’agenzia di marketing e comunicazione con sede a San Lazzaro di Savena, alle porte del capoluogo felsineo.

La società di Zola Predosa ha infatti confermato la collaborazione con MEP attraverso un accordo biennale che aggiunge, a quelle già presenti, l’attività di consulenza e promozione corporate e di prodotto sui canali digitali. Come spiegano da MEP, la partnership, iniziata a gennaio 2020 con la creazione dello shop Barex su Amazon, è proseguita attraverso attività di lancio prodotti sul marketplace e con la tutela e il rafforzamento della presenza online dei prodotti del marchio, sia a livello internazionale che sul territorio italiano.

Con l’obiettivo di consolidare la propria fetta di mercato in Italia, poi, Barex ha sviluppato una piattaforma e-commerce per la vendita dei prodotti sul canale B2C, affidando a MEP l’attività di consulenza strategica, comunicazione e promozione dei

prodotti all’interno dei confini nazionali. “Rinnovare e aumentare la collaborazione con Barex è per noi motivo d’orgoglio, il segnale che la strada fino ad ora intrapresa è quella giusta. Per i prossimi due anni ci impegneremo ancora di più per rappresentare un punto di riferimento per una realtà italiana d’eccellenza del settore della cosmetica come Barex. L’obiettivo di MEP è il graduale, e costante, miglioramento della qualità di consulenza offerta ai propri partner, e grazie alla fiducia riposta e ai risultati conseguiti stiamo alzando ulteriormente le nostre ambizioni. Crediamo in una comunicazione ordinatamente fuori dagli schemi. Quando ci approcciamo a un nuovo progetto mixiamo strategia, tecnologia e design per costruire ecosistemi di comunicazione. Vogliamo creare valore in un mondo tecnologico ed ecosostenibile”, dichiara Lorenzo Visci, CEO e founder di MEP. “Siamo entusiasti di aver rafforzato la partnership con MEP per le attività di marketing e di comunicazione online. In un contesto così complesso come quello rappresentato dai mercati nazionale e internazionale, ci siamo posti l’obiettivo di consolidare il posizionamento del nostro brand all’estero, rafforzando al contempo quello in Italia. Abbiamo trovato in MEP il partner giusto per un affiancamento che parta dalla strategia e ci supporti concre-

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Lorenzo Visci, CEO e founder di MEP

tamente nello sviluppo di attività di marketing e comunicazione che ci permettano di raggiungere questi obiettivi”, commenta Giulia Sandrolini, responsabile marketing di Barex Italiana.

MICRODENT, LA SOSTENIBILITÀ

PASSA ANCHE DAI DENTI

L’odontoiatria sostenibile è al centro dell’attenzione dello studio odontoiatrico Microdent Dental SPA di Bologna. Ma come può un dentista essere sostenibile? “Per capire quali azioni intraprendere, siamo partiti dalla definizione esatta del termine ‘sostenibilità’. Il suo significato più ampio

e quella per le persone. Da alcuni mesi infatti abbiamo cambiato gli orari di attività, in modo da garantire dei turni di lavoro più agevoli per i dipendenti e i collaboratori, riducendo così anche i consumi dell’energia elettrica”, continua Stori.

Nei mesi scorsi, tra l’altro, l’azienda si è rivolta al Desk Sostenibilità di Confindustria Emilia per una serie di incontri organizzati presso la propria sede: “Il nostro obiettivo era ottimizzare le azioni svolte ogni giorno, riducendo gli sprechi di risorse e la produzione di materiali di scarto in modo da impattare meno sull’ambiente”, sottolinea il direttore sanitario.

Ma Microdent considera anche altri fattori nella vita dei pazienti: il tempo e il budget. Lo studio bolognese cerca di strutturare piani di cura che tengano conto delle esigenze dell’azienda, dei pazienti e del pianeta, ad

dontite, trattata con tecniche laser assistite. “Essere sempre aggiornati sulle nuove tecniche e utilizzare le tecnologie ci permette di evitare al paziente, quando possibile, interventi importanti e invasivi”, dichiara Stori. Da mesi, poi, l’azienda investe per essere meno impattante grazie a prodotti sostenibili da filiera circolare e scanner digitali per i documenti e per rilevare le impronte dentali, che hanno consentito una drastica riduzione del consumo di carta, gesso e silicone. “Il desiderio di aiutare il pianeta dovrebbe coinvolgere tutti. Da parte nostra, sensibilizziamo i pazienti sulla tematica e per farlo doniamo loro degli alberi. Portiamo avanti, inoltre, collaborazioni con i taxi ecologici per semplificare gli spostamenti per i non-bolognesi quando devono venire in studio per una visita. E c’è tanto altro da fare”, conclude Simone Stori.

abbraccia diversi aspetti, quello ambientale, ovviamente, ma anche quello che vede protagoniste le persone”, evidenzia Simone Stori, direttore sanitario della Microdent. “Siamo uno studio dentistico; ognuno di noi ha investito molte risorse per essere qui e aiutare chi ha bisogno di cure. Siamo persone per le persone. Per questo in Microdent la sostenibilità coinvolge non solo i nostri pazienti, ma anche lo staff”.

Composta da quasi 25 persone e ampliata con una nuova struttura nel 2014, Microdent oggi fa dell’odontoiatria sostenibile il motore - o meglio, la linfa - che muove l’attività. “È così che in un solo abbraccio vengono accolte l’attenzione per l’ambiente

esempio con appuntamenti più lunghi e ben pianificati e un sistema che riduca gli scarti prodotti dalle visite (materiali monouso e plastiche) e richieda meno tempo al paziente per le cure e per gli spostamenti, con una conseguente diminuzione delle sostanze inquinanti.

La sostenibilità, in Microdent, significa anche preservare: “Questo è uno degli obiettivi che ci sta più a cuore”, sottolinea Stori. “I denti naturali sono importantissimi e ogni specialista deve averne cura e agire nell’ottica di preservarli. Ovviamente non sempre è possibile, ma è importante fare il massimo”. Per questo uno dei trattamenti più richiesti dai pazienti è quello per la cura della paro-

MINELLI UTENSILI SEMPRE PIÙ ATTIVA

NEL SETTORE MEDICALE

Traguardo di consolidamento per Minelli Utensili, l’azienda bolognese di utensili speciali, che nel 2022 ha festeggiato i trentacinque anni di attività. Un bel risultato per un’impresa con una storia di evoluzione e adattamento. Il fondatore, Salvatore Minelli, e il suo team, in questo periodo storico sono stati in grado di capire che i modi e i criteri per fare impresa cambiano nel tempo, e non di poco, fatto non così scontato per una pmi. L’attività di ricerca ap-

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ALBERTO VACCHI, LAUREA AD HONOREM DALL’UNIVERSITÀ DI BOLOGNA

“Questo Ateneo ha imboccato da tempo la strada del dialogo col territorio, e oggi per me è un onore incredibile ed è completamente diverso rispetto alla prima laurea”: sono le parole di Alberto Vacchi, presidente e amministratore delegato di IMA, durante la cerimonia che si è tenuta lo scorso 20 gennaio nell’aula absidale di Santa Lucia a Bologna in occasione della sua laurea ad honorem in Ingegneria gestionale dell’Alma Mater.

“L’Università è il posto migliore dove far crescere figure che diventeranno il domani della nostra realtà territoriale, dal punto di vista aziendale e non solo. Questo che ricevo oggi quindi è un grande, grandissimo riconoscimento, che deve responsabilizzarci tutti verso un’ulteriore vicinanza tra impresa e Università”, ha continuato Vacchi nel discorso di ringraziamento in apertura della sua lectio magistralis dal titolo “I pilastri della gestione del sistema IMA. Una lettura dall’interno”.

Le motivazioni del riconoscimento di Alma Mater ricordano che “il modello gestionale delle imprese e delle attività istituzionali di cui si è sempre occupato Alberto Vacchi si basa su diversi pilastri che rappresentano temi caratterizzanti del percorso formativo dell’Ingegneria Gestionale” e che “una parte rilevante di questo modello gestionale poggia sulla volontà e sulla capacità di costruire forme di collaborazione strutturale tra impresa e Università, tra scuola e lavoro”.

Alberto Vacchi ha, infatti, promosso numerose e proficue collaborazioni tra l’Università di Bologna e il Gruppo IMA, frutto della condivisione di interessi comuni sui temi della ricerca e dell’innovazione, finanziando assegni di ricerca e di dottorato, partecipando a progetti sia a livello nazionale che europeo e coinvolgendo numerosi studenti dell’Alma Mater in attività di tirocinio curriculare e di preparazione di tesi di laurea presso le società del Gruppo.

“IMA è vissuta in un contesto generale particolare, facilitata e fortunata nell’avere una realtà locale governata in un certo modo, con cultura e professionalità”, spiega ancora l’amministratore delegato del Gruppo.

“La sua caratteristica è di essere riuscita a coniugare bene le re-

lazioni tra i diversi attori e i vari membri della filiera, nella catena del lavoro e all’insegna di un coinvolgimento trasversale. Coinvolgendo i sindacati? Sì, e più in generale tutti: il rapporto tra mondo del lavoro e impresa è una delle caratteristiche più significative del nostro territorio”.

Per il rettore dell’Università di Bologna, Giovanni Molari, “questa laurea ha un valore intrinseco e un valore simbolico, testimonia i rapporti che l’Università di Bologna ha con il territorio. In questi anni abbiamo sempre cercato di rafforzarli e valorizzarli, attraverso i tanti accordi-quadro firmati con le imprese. Oggi, a conferma di tutto questo, abbiamo con noi una persona che rappresenta una delle aziende principali del nostro territorio”.

Moltissimi i presenti illustri alla cerimonia, tra cui Romano Prodi, Luca Cordero di Montezemolo, il presidente di Confindustria Emilia Valter Caiumi, imprenditori come Sonia Bonfiglioli e Maurizio Marchesini, gli ex rettori Fabio Roversi Monaco e Francesco Ubertini. Alberto Vacchi, classe 1964, è laureato in giurisprudenza e ricopre la carica di amministratore delegato di IMA dal 1996 e quella di presidente del Consiglio di Amministrazione dal 2007. Negli oltre trentacinque anni di lavoro trascorsi in IMA, si è occupato della crescita del gruppo nato come azienda familiare, portandolo a un elevato grado di diversificazione (Pharma, Food, Automation), avviando un vasto programma di digitalizzazione e innovazione tecnologica e lavorando attivamente per creare importanti partnership come quella con il fondo BC Partners che hanno generato spinte per la grande crescita. Ambiente, sostenibilità, ruolo sociale dell’impresa, solidarietà tra grandi e piccole imprese sono al primo posto nella sua agenda.

È stato presidente di Unindustria Bologna per il quadriennio 20112015 e ha guidato il progetto che nel 2017 ha portato alla costituzione di Confindustria Emilia Area Centro, della quale è stato presidente fino ad aprile 2019. È stato membro del Consiglio regionale di Confindustria Emilia-Romagna ed è membro del Collegio di indirizzo di Bologna Business School. È presidente del Liceo Steam International di Bologna.

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plicata, sia dal punto di vista tecnologico, sia da quello di studio e comprensione delle nuove opportunità di mercato, ha permesso all’azienda di proporsi in nuovi settori rispetto a quello dell’utensileria meccanica da cui si è originato il tutto. Seguendo questo approccio evolutivo, da circa 20 anni Minelli è attiva nel settore medicale, in sensibile e costante aumento per l’impresa; lo scorso anno, infatti, ha inciso per oltre il 60% sul fatturato globale. Del resto, il settore medicale, proprio in Emilia-Romagna, trova una rilevante diffusione produttiva e di contributo al prodotto interno lordo regionale. Strategicamente, la scelta di posizionare i prodotti attuali su nuovi mercati deriva dall’incrocio tra le competenze e le conoscenze dell’impresa. Competenze e conoscenze che, in questo caso, sono rispettivamente la capacità di realizzare utensili di precisione e la consapevolezza delle potenzialità del settore medicale regionale.

Facendo un passo in avanti in questa direzione, Minelli Utensili, in collaborazione con i primi clienti settoriali, ha identificato una proposta di prodotto e un’offerta commerciale idonee e appetibili per un numero rilevante di imprese medicali. Pertanto, la gamma d’offerta dell’azienda consiste nella realizzazione di utensili speciali e strumenti ausiliari per settori medicali specifici, quali la traumatologia, l’ortopedia, l’implantologia dentale, la chirurgia maxillo-facciale e altri ancora.

“Minelli Utensili si è posizionata sul mercato medicale facendo leva su diversi punti di forza: l’attenzione del progetto personalizzato per il cliente, la messa a punto delle caratteristiche appropriate, la scelta puntuale di materiali idonei e la cura particolare nella loro realizzazione. Tutti requisiti fondamentali per essere competitivi e rispondere adeguatamente alle esigenze del settore, le cui imprese sono spesso abituate ad operare in ambiti internazionali”, spiegano dall’impresa bolognese.

“Un’altra valutazione cruciale rivelatasi vincente è il ruolo dell’utensile speciale guidato dalla tecnologia informatica conseguente alle evidenze rilevate dalle analisi preoperatorie nella risoluzione di qualsiasi intervento, sia esso di carattere riabilitativo che ricostruttivo dovuto a traumi, deformazioni,

patologie o altro, al fine di ridurre al minimo i possibili errori vista l’invasività del procedimento”, proseguono dall’azienda. Oggi, la produzione di Minelli Utensili per il settore medicale e ortodontico viene commercializzata su tutto il territorio nazionale, a conferma di un’acquisita e riconosciuta competenza. Il modello di sviluppo dell’azienda, oltre al consolidamento dei settori attualmente presidiati, conferma l’approccio di fondo: guardare avanti, anche in settori merceologici differenti, per trovare nuovi sbocchi professionali per i prossimi 35 anni di attività.

MOLLUSCO & BALENA

ENTRA NEL MERCATO ASIATICO

Dallo scorso novembre la storica agenzia di comunicazione bolognese Mollusco & Balena è presente sul mercato del sud est asiatico con personale in loco e una propria sede e grazie all’importante partnership con la società Bea Consulting di Singapore. L’operazione, frutto di una lunga strategia finalizzata all’ampliamento di nuovi ambiti di business verso un’area geografica in continuo sviluppo economico, nasce dalla consapevolezza delle grandissime opportunità

offerte oggi alle pmi nel sud est asiatico. “In tutti questi anni di attività qui in Italia abbiamo collaborato con più di 500 tra piccole, medie e grandi aziende, supportandole con progetti e strategie comunicative volte a far conoscere, crescere ed internazionalizzare i brand italiani. Forti di questo curriculum, unito ad una crescita del 20% nel 2022, ci sentiamo pronti ad affrontare nuove sfide, non solo oltre confine, ma anche oltre continente. Abbiamo infatti scelto Singapore, in quanto ad oggi rappresenta un’enclave particolarmente strategica nel panorama economico mondiale. Nel mio soggiorno nel Paese, per finalizzare l’accordo personalmente, mi sono reso conto dell’enorme potenziale di Singapore: un centro di importanza planetaria, che la trasparenza negli affari accompagnata da un sistema politico stabile, un sistema bancario robusto e l’impiego di ingenti investimenti nelle nuove tecnologie, rendono una meta di attrattività unica per i migliori talenti finanziari di altri Paesi. In questo contesto si inserisce l’apertura della nostra nuova sede, attraverso cui, con le relazioni instaurate con le istituzioni e i partner locali, riusciremo ad essere un hub preferenziale per offrire l’accesso a nuovi mercati alle pmi italiane che vorranno misurarsi su questi mercati dando un senso ai loro investimenti”. Così Giuseppe Covino, CEO di Mollusco & Balena, descrive la sua missione a Singapore, durante la quale ha finalizzato e reso già operativa la partnership con Bea Consulting: un’opportunità per le pmi italiane che vogliano accedere ai mercati del sud est asiatico attraverso un processo che parte dal digitale per arrivare alla presenza fisica in mercati emergenti.

Si tratta di un nuovo stimolante capitolo per l’agenzia bolognese che, fin dalla propria fondazione, è abituata a misurarsi con sfide sempre nuove. Mollusco & Balena è nata nel 1992 per volontà di Michele Golinelli, distinguendosi da subito per la creatività, che le è valsa premi e riconoscimenti nel mondo del design e della grafica.

L’ampliamento della compagine societaria al CEO Giuseppe Covino con l’incorporazione della web agency Euro.runner risale al 2000, dopo alcuni anni di collaborazione. Grazie a questa operazione l’azienda è oggi in grado di impegnarsi sia nell’ambito

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Giuseppe Covino, CEO di Mollusco & Balena, e Mario Andrea Vattani, Ambasciatore italiano a Singapore

della comunicazione tradizionale sia in quello della comunicazione digitale, investendo a cadenze periodiche su diversi progetti verticali.

NANOPROM DIVENTA SOCIETÀ BENEFIT B CORP

Tecnologia e ambiente in Nanoprom Chemicals viaggiano in parallelo. L’azienda con sede a Casalgrande, in provincia di Reggio Emilia, è infatti attiva non solo nell’ambito delle innovazioni nella chimica, con progetti rivoluzionari che riducono gli impatti ambientali (come l’eliminazione del cromo nelle lavorazioni dell’alluminio, grazie alla nuova startup Nalucoat®), ma anche in ambito sociale, con lo sviluppo di progetti sia a livello locale sia internazionale.

Spiega Gian Luca Falleti, fondatore e presidente di Nanoprom: “Proprio agli inizi del 2023 abbiamo finalizzato la conversione in Società Benefit, uno stato giuridico ammesso in Italia dal 2016 e pensato per aziende che vogliano andare oltre l’obiettivo del profitto, massimizzando il loro impatto positivo verso la società e l’ambiente.

Questo è l’esito di un percorso che abbiamo intrapreso già cinque anni fa, quando abbiamo iniziato ad autoprodurci l’acqua necessaria alle nostre lavorazioni. Nel corso di quest’anno diventeremo completamente indipendenti anche sotto il profilo energetico, grazie all’installazione di pannelli solari”.

Nanoprom è già conosciuta e apprezzata in ambito sportivo e industriale per il suo sistema di “vetrificazione a freddo” Polysil®, ottenuto grazie a questo nano-composito brevettato, che da anni è impiegato in diversi settori: dai top team di Formula 1, ai gruppi nautici, alle società aerospaziali. Anche durante l’emergenza Covid è stato evidente l’impegno dell’azienda emiliana: è stato lanciato il prodotto BV Stop, uno spray “long lasting effect” (fino a cinque anni con una sola applicazione) capace di ridurre del 99,99% batteri e virus sulle superfici trattate dopo 30 minuti di contatto.

“Grazie a questi progetti improntati all’innovazione sostenibile e adottando tecnologie abilitanti la transizione green”, prosegue

Falleti, “è ormai imminente per la nostra azienda la qualificazione, da parte della Regione Emilia-Romagna, alla Rete Alta Tecnologia, come laboratorio di ricerca industriale e centro d’innovazione”.

Inoltre, la recente sinergia con la Fondazione Grameen Italia, fondata dal premio Nobel Muhammad Yunus e presieduta dal professor Giuseppe Torluccio, accompagnerà Nanoprom nel percorso di certificazione B Corp e LCA sul prodotto Polysil®. Nanoprom si conferma molto attiva anche nel sociale, sia a livello internazionale sia locale. “Dopo le decine di migliaia di mascherine di nostra produzione, che abbiamo donato durante l’emergenza Covid, e dopo le applicazioni gratuite di BV-Stop in edifici pubblici e ambulanze, dal 2019 a oggi abbiamo finanziato la costruzione di un pozzo e l’installazione di un impianto fotovoltaico in Guinea Bissau, oltre al mantenimento di 500 bambini presso la missione OMI di padre Carlo Andolfi, a Cacine. Per far fronte agli aumenti dei costi energetici che ci sono stati nell’ultimo anno, inoltre, abbiamo deciso di intervenire direttamente per contrastare il caro bollette dei dipendenti della nostra azienda”, conclude il fondatore e presidente di Nanoprom Gian Luca Falleti.

OSPEDALE DI SASSUOLO, LE NOVITÀ 2023

Un’ampia serie di novità e stimolanti sfide caratterizza il percorso di eccellenza dell’Ospedale di Sassuolo, che dall’inizio dell’anno ha visto l’inaugurazione di una nuova TC e di un sistema di imaging cardiovascolare avanzato con aggiornamento delle sequenze RM e dell’ecografo 3D e l’importante approvazione, da parte della Regione, del finanziamento per il progetto di riqualificazione e rifunzionalizzazione del Pronto Soccorso.

Le nuove tecnologie, già operative, confermano la diagnostica per immagini dell’Ospedale di Sassuolo come centro di riferimento di tutta l’area Sud della provincia di Modena. L’inaugurazione è avvenuta lo scorso 16 gennaio alla presenza del presidente della Regione Emilia-Romagna, Stefano Bonaccini, insieme al presidente della Provincia, Gian Domenico Tomei, al presidente della CTSS, Gian Carlo Muzzarelli e al sindaco di Sassuolo, Gian Francesco Menani.

Grazie alla straordinaria generosità di un gruppo di nove imprenditori del distretto ceramico, ai quali è stata dedicata una targa commemorativa, e col supporto della Fondazione, l’ospedale ha potuto dotarsi di tecnologie all’avanguardia nel panorama sanitario regionale per un investimento di oltre un milione di euro. Tra le caratteristiche più importanti del nuovo sistema radiologico: la sensibile riduzione della dose di radiazioni (fino al 82% rispetto a sistemi tradizionali), l’aumento della qualità delle immagini e il miglioramento della risoluzione spaziale, oltre alla capacità di imaging spettrale (ovvero di individuare la composi-

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Gianluca Falleti, fondatore e presidente di Nanoprom

MODENA GIOCHI GIULIANI FESTEGGIA IL QUARANTESIMO ANNIVERSARIO

Era il 1982 quando due amici trentenni di Zocca partirono, pieni di speranze, per intraprendere le proprie carriere. Il primo, Vasco Rossi, andò a Sanremo e, nonostante la penultima posizione in classifica, ebbe l’opportunità di rifarsi nel corso degli anni. Il secondo, Franco Giuliani, aprì la sua prima sala giochi, dando avvio ad una storia di successo giunta nel 2022 a festeggiare il quarantesimo anniversario.

A celebrare la ricorrenza è la Modena Giochi Giuliani, realtà con sede a Savignano sul Panaro, in provincia di Modena, che grazie a un percorso di crescita costante oggi conta 150 addetti ed è specializzata nell’assemblamento e distribuzione di videogiochi tradizionali, slot machines e Video Lottery Terminal.

Quella che Franco Giuliani aprì nel 1982 fu la prima sala giochi di tutto l’Appennino modenese, un territorio caratterizzato da lunghe estati molto popolate. “Ma l’inverno arrivò in fretta e fui costretto a chiudere a causa della stagione giunta al termine”, ricorda Franco Giuliani, che ebbe l’idea di chiedere a qualche bar della zona di tenere a noleggio i videogiochi nel corso dei mesi invernali. “L’intuizione si rivelò da subito molto fruttuosa e mi permise di avviare l’attività di distribuzione di videogiochi nei pubblici esercizi, a cui qualche anno più tardi si unì il mio socio, Massimo Sighinolfi”, continua Giuliani.

Per circa due decenni la società si è occupata con successo di noleggio e gestione di videogiochi arcade, flipper, biliardini e carambole, focalizzandosi esclusivamente su questo tipo di apparecchi. “Poi, agli inizi degli anni Duemila, ci furono dei cambiamenti significativi sia dal punto di vista sociale, perché nelle case degli italiani approdarono le console per i videogiochi, che fecero affievolire la passione per i giochi da bar, sia dal punto di vista normativo, perché per la prima volta l’Italia normò le AWP (Amusement with prize) - ciò che oggi conosciamo come Slot machinerivoluzionando radicalmente il mercato dell’intrattenimento B2B”, evidenzia Franco Giuliani.

In quegli anni la Modena Giochi era composta da una quindicina di persone, a cui nel 2004 si unirono i figli dei soci, Davide Sighinolfi e Roberto Giuliani e, qualche anno dopo, anche Silvia Giuliani. L’innesto di forze nuove e il mercato in grande fermento consentirono all’azienda modenese di industrializzare i propri processi e riorganizzare quella che fino a qualche anno prima era strutturata come una realtà artigianale. Da quel momento in poi, l’ascesa nel mer-

zione dei materiali osservati). Per il progetto di riqualificazione e rifunzionalizzazione del Pronto Soccorso, invece, che vedrà anche la partecipazione a titolo gratuito di Flavio Manzoni, designer della Ferrari, la Giunta Regionale ha autorizzato all’Azienda USL di Modena, proprietaria dell’immobile, un finanziamento di 1 milione e 200mila euro.

cato dell’intrattenimento per pubblici esercizi della Modena Giochi è stata costante, grazie anche alla creazione di collaborazioni con concessionari di rete e all’utilizzo di economie di scala. Oggi l’azienda si propone come punto di riferimento a livello nazionale per la gestione AWP e opera in diverse regioni del centro-nord Italia. “Negli anni abbiamo anche diversificato gli investimenti abbracciando tutte le linee di mercato che riguardano questo settore, abbiamo creato il nostro sito di gioco online, facciamo parte di una società che produce giochi e possiamo contare anche su sale videolottery di proprietà”, sottolinea con orgoglio Giuliani, nel tratteggiare gli ingredienti di una storia di successo che affonda le proprie radici nella Zocca di oltre quarant’anni fa.

“Ero poco più che un ragazzo quando insieme al mio amico Vasco passavamo tutto il nostro tempo libero a giocare con un flipper nel bar della piscina di Zocca; il fascino che quell’apparecchio americano emanava ci impediva di allontanarci. Fu il mio secondo approccio al mondo dell’automatico, dopo il calcio balilla al bar del Paese in cui mio padre e i suoi amici infilavano monetine da 10 lire negli anni Cinquanta. Più tardi, poi, ebbi l’incontro che cambiò radicalmente la mia vita professionale, quello con Paolo Maggiaioli, che alla fine degli anni Settanta mi introdusse a questo mondo di luci, scampanellii e tilt”, conclude Giuliani.

L’intervento interesserà complessivamente più di 660 metri quadri sui 1.000 del PS. Di questi, circa 114 metri quadri coinvolgeranno porzioni esterne. Nello studio di fattibilità e nel progetto presentato dall’Ospedale, infatti, si prevede di aumentare la superficie operativa del PS esistente, con la realizzazione di una nuova camera calda al posto degli attuali container che fungono

da triage e di un nuovo ingresso pedonale. L’area interna, invece, sarà oggetto di una profonda riorganizzazione funzionale, volta a migliorare i percorsi sanitari. L’area del PS verrà divisa in due “blocchi”: uno destinato ai pazienti a bassa priorità e uno dedicato ai pazienti ad alta intensità, compreso un “open space” per gestire i pazienti barellati e un locale di osservazione breve intensiva.

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Da sinistra: Davide e Massimo Sighinolfi e Silvia, Franco e Roberto Giuliani

Sono inoltre previsti l’adeguamento degli impianti idrici, sanitari e di climatizzazione, il rinnovo del layout e delle finiture interne degli ambienti e lo spostamento di alcune funzioni (studi medici) i cui spazi serviranno per la realizzazione di una nuova area ortopedica.

“Non posso che esprimere grande soddisfazione per questo risultato e desidero ringraziare sia la Direzione dell’Azienda USL che la Giunta Regionale e l’Assessorato alle Politiche per la Salute. L’Ospedale di Sassuolo si sente sempre più parte integrante della rete provinciale dei servizi sanitari, anche alla luce del cambio di governance che l’ha visto protagonista nei mesi scorsi. Questo primo passaggio consente di mettere in moto concretamente il progetto di riqualificazione e rifunzionalizzazione del PS, un servizio fondamentale che, negli ultimi anni, ha dovuto affrontare importanti sfide, sia in termini organizzativi che numerici, con un numero di accessi in costante crescita”, dichiara il direttore generale dell’Ospedale, Stefano Reggiani.

PEI RIVOLUZIONA IL MERCATO DELL’AUTOMOTIVE LANCIANDO PEI MOBILITY

PEI, azienda di Calderara di Reno, alle porte di Bologna, che dal 1980 opera nell’ambito della sicurezza sul lavoro, ha presentato ufficialmente lo scorso 9 febbraio durante una conferenza stampa nella sede di Confindustria Emilia PEI Mobility, la nuova divisione dedicata al mondo dell’automotive. All’inizio, negli anni ‘80, ci furono le protezioni per le macchine utensili, un settore nel quale in oltre 40 anni di attività, l’azienda bolognese che oggi conta sette stabilimenti e 420 dipendenti nel mondo, si è posizionata come punto di riferimento sia in Italia che all’estero. Nel 2005 la tecnologia utilizzata per costruire le protezioni è stata impiegata per realizzare i soffietti degli autobus articolati. Da allora PEI, azienda presente in 20 Paesi, ne ha venduti 8.000 ai costruttori di autobus europei (Man e Iveco, in particolare) e annuncia dunque un nuovo progetto grazie al quale punta a diventare ancora più competitiva su un

mercato popolato da veri e propri colossi dell’automotive.

Nasce così PEI Mobility, una nuova business unit aziendale che si occuperà di sviluppare un pacchetto completo per i clienti, con soffietto e articolazione, ovvero lo ‘snodo’ che consente ai mezzi più lunghi di curvare. In particolare, gli ingegneri di PEI hanno sviluppato una nuova tipologia di articolazione in fibra di carbonio, realizzata tramite stampo senza generare scarti, così da essere più sostenibile e leggera. L’impiego della tecnologia SMC (Sheet Moulding Compound) nella progettazione e nella realizzazione delle articolazioni è un elemento assolutamente inedito che permette di coniugare i vantaggi di leggerezza e resistenza, tipici della fibra di carbonio, con quelli di un processo veloce e ripetibile come quello della stampa in pressa. Infine, l’impiego della fibra di carbonio consente di ottenere un significativo alleggerimento del giunto, che si traduce in minori consumi, maggior autonomia e minor inquinamento ambientale.

“Sul mercato competono colossi e dovevamo presentare un prodotto diverso. È una proposta che ha fatto scalpore e che sfrutta un materiale leggero e sostenibile: la stampa non ha residui, il bus è più leggero e consuma meno”, spiega il presidente di PEI, Giorgio Tabellini.

Per la realizzazione di questo progetto, PEI ha costruito un nuovo capannone di 4.000 metri quadrati a Zola Predosa, che si aggiunge ai siti produttivi dedicati in Serbia e Brasile, e acquistato nuovi macchinari per

un investimento complessivo di 12 milioni di euro.

“Molto più del 4% del fatturato che ogni anno dedichiamo a ricerca e sviluppo”, rivendica Tabellini. “Questa azienda è nata da zero con l’idea di crescere e innovare. Realizziamo il 50% del fatturato all’estero e abbiamo 70 brevetti internazionali, l’innovazione è il settore propulsivo dell’attività”, prosegue il presidente di PEI.

Il team di PEI Mobility, che conta circa un centinaio di lavoratori, si avvale di una sala prove attrezzata con banchi di ultima generazione, caratterizzata da sistemi di automazione e interconnessione tipici dell’Industria 4.0. I membri del team sono giovani professionisti che con entusiasmo e impegno contribuiscono a portare avanti i valori di PEI, continuando a innovare e a sperimentare nell’ambito dell’automotive. La divisione è stata presentata per la prima volta sul mercato alla fiera IAA di Hannover a settembre 2022 ed è stata accolta come una vera sorpresa nel panorama del trasporto pubblico europeo.

PIKKART AL CES 2023 DI LAS VEGAS

Il 2023 si è aperto con un risultato importante per la pmi innovativa Pikkart e le sue tecnologie proprietarie. La società deep tech modenese nata come piccolo progetto della storica software house Progetti di Impresa assieme a un gruppo di ricercatori dell’Università di Modena e cresciuta fino a diventare prima una startup poi una scaleup, infatti, è stata selezionata per partecipare al CES (Consumer Electronic Show), l’evento hi-tech più grande e importante del mondo che si tiene a Las Vegas ogni inizio gennaio, all’interno della missione della collettiva italiana organizzata da ICE, l’Agenzia per la promozione all’estero e l’in-

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ternazionalizzazione delle imprese italiane. Il CES è il più importante evento fieristico in ambito tecnologico del mondo e viene allestito dalla Consumer Technology Association negli Stati Uniti fin dal lontano 1967, rappresentando un palcoscenico globale nel quale le startup e le pmi innovative hanno la possibilità di confrontarsi con il mercato statunitense, da sempre principale mercato mondiale per l’elettronica di consumo. Pikkart è stata selezionata grazie alla ricerca effettuata e all’elevato grado di innovazione tecnologico raggiunto e applicato nello sviluppo di soluzioni di Intelligenza Artificiale (AI) e Realtà Aumentata (AR). Tale ricerca ha consentito a Pikkart di sviluppare tecnologie proprietarie e brevettate, indirizzate ad applicazioni in ambito di industria 4.0, logistica, tracciabilità, retail e marketing. Attraverso lo sviluppo e l’applicazione di tecnologie così evolute, Pikkart è riuscita nel corso dei recenti anni a dare risposta a necessità complesse, con soluzioni rigorosamente a misura d’uomo, perché mai come oggi il digitale è parte integrante della vita delle persone e del business delle aziende. Infatti, pur essendo tecnologie relativamente giovani, la loro applicazione ha già dimostrato di poter accrescere enormemente i ricavi delle società e i loro margini, nonché la qualità del lavoro e la produttività. Nata dalla passione e dalle competenze dell’imprenditore Lorenzo Canali, già titolare di altre aziende di successo nei settori digital e ICT, e dei soci fondatori Davide Baltieri e Giovanni Zuffolini, Pikkart van-

ta oggi riconoscimenti a livello internazionale e un portafoglio clienti che include realtà di rilievo come Barilla, Tetra Pak, Saipem, Ibm, Assicurazioni Generali, Deloitte, Ferretti Group, A2A, Graniti Fiandre e altri ancora. Grazie alle tecnologie proprietarie brevettate e al know-how sviluppato nei campi della computer vision e del deep learning, le sue soluzioni sono applicabili ai più svariati settori e mercati quali ad esempio anticontraffazione, industria 4.0, marketing, controllo qualità e riconoscimento facciale. “I settori della Realtà Aumentata (AR), dell’Intelligenza Artificiale (AI) e della Computer Vision (CV) presentano elevati tassi di espansione perché ogni giorno entrano sempre di più nelle vite di ognuno di noi. La presenza di Pikkart al CES di Las Vegas rappresenta un momento importante per il panorama dell’industria tecnologica italiana. Siamo orgogliosi che Pikkart sia stata selezionata per partecipare all’evento tecnologico più influente al mondo, crediamo che anche quest’anno il CES abbia mantenuto la sua promessa di essere un appuntamento di altissimo livello per mostrare e condividere i prodotti e discutere le idee che miglioreranno le nostre vite”, dichiara il fondatore Lorenzo Canali.

A POGGIPOLINI

IL PREMIO

“100 ECCELLENZE ITALIANE”

Poggipolini, azienda con sede a San Lazzaro di Savena, alle porte di Bologna, tra i primi player al mondo nella progettazione e fabbricazione di fissaggi e componenti di precisione in titanio e leghe speciali d’acciaio per automotive e aeronautica, ha ricevuto lo scorso dicembre il premio “100 Eccellenze italiane”, nella splendida cornice del Campidoglio a Roma.

La prestigiosa iniziativa, giunta all’ottava

edizione, è promossa dall’associazione Liber, in collaborazione con la casa editrice Rde dell’editore Riccardo Dell’Anna ed è patrocinata dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri e degli altri Ministeri.

Nel dettaglio, il premio vuole celebrare cento personalità di alto profilo e importanti imprese ed enti che meglio incarnano il concetto di italianità, un tributo all’Italia migliore, del sapere e del saper fare. Tutti i riconoscimenti celebrano il “made in Italy” nella sua accezione più completa: manifattura, genio e stile. Le storie di successo presentate sono state scelte in base a criteri inerenti l’accreditamento storico, la reputation, la crescita, l’innovazione, i premi ricevuti, lo standing internazionale e la responsabilità sociale dimostrata (sostenibilità delle organizzazioni, dei processi, dell’impatto ambientale e delle interconnessioni umane).

“Questo riconoscimento ci rende particolarmente orgogliosi e impreziosisce un ottimo 2022, anno importante per il nostro gruppo in termini di crescita e scelte imprenditoriali. Ritengo che l’eccellenza d’impresa non sia solo talento e duro lavoro, ma anche capacità di accettare le sfide. Ringrazio quindi tutto il nostro team che, giorno dopo giorno, lavora con dedizione e qualità, sviluppando il nostro potenziale

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Michele Poggipolini, CEO di Poggipolini Niccolò Barone, marketing e grant manager di Pikkart

POGGI TRASMISSIONI MECCANICHE, DA 65 ANNI IL MADE IN ITALY AD ALTO VALORE AGGIUNTO

Controllo dei processi produttivi, tecnologia, efficienza e supporto tecnico personalizzato. Questi sono i tratti distintivi di Poggi Trasmissioni Meccaniche che nel 2023 spegne 65 candeline e, proprio in virtù dell’esperienza maturata dal 1958 a oggi, è capace di garantire un approccio estremamente dinamico e innovativo che conferma l’azienda di Villanova di Castenaso, alle porte di Bologna, un punto di riferimento a livello internazionale, tra moderne tecnologie e forniture personalizzate, per una meccanica made in Italy ad alto valore aggiunto.

Poggi Trasmissioni Meccaniche si distingue infatti per l’adozione delle più moderne tecnologie, l’organizzazione produttiva flessibile, la progettazione e la realizzazione incentrate sulle diverse esigenze della clientela internazionale. “Puntiamo sempre di più su prodotti pensati per migliorare la produttività, l’efficienza e la riduzione degli sprechi, senza mai perdere il focus sul rispetto dei requisiti per la tutela della sicurezza, dell’ambiente, dell’ottimizzazione dei processi e delle risorse impiegate”, evidenzia Andrea Poggi, presidente dell’azienda bolognese che, grazie a un’organizzazione capillare, è oggi protagonista in oltre 40 Paesi del mondo. “A confermare il nostro ruolo di punto di riferimento in ambito manifatturiero a livello internazionale è la scelta di implementare il nostro sistema produttivo rendendolo sempre più smart e flessibile, investendo nelle migliori tecnologie disponibili sul mercato”. Dopo l’adozione del software Top Solid’Cam, soluzione di ultima generazione che consente di pilotare da remoto un centro di lavoro, l’azienda ha recentemente ampliato il proprio parco macchine con un secondo e aggiornatissimo centro di tornitura CNC (Ma-

innovativo e perfezionando i nostri vantaggi competitivi di mercato”, ha dichiarato Michele Poggipolini, CEO di Poggipolini al momento della consegna del Premio.

Nata nel 1950, come piccola officina meccanica bolognese, oggi Poggipolini conta 85 dipendenti tra ingegneri, tecnici e ope-

zak); un investimento che ha già dimostrato il suo valore strategico attraverso prestazioni e performance di valore, accrescendo il notevole livello di affidabilità e concorrenzialità di Poggi Trasmissioni Meccaniche. “Il duplice centro di tornitura dotato di utensili rotanti, secondo mandrino con asse Y e motore integrato ad alta prestazione, ha già fortemente ridotto i tempi per la consegna anche di commesse complesse. I macchinari, molto versatili, presentano tempi di attrezzaggio molto ridotti che consentono una libertà di azione senza precedenti”, continua Poggi. Durante la lavorazione di un ciclo di produzione avviato, infatti, c’è la possibilità di effettuare la programmazione di un ciclo successivo, ma non solo. Nel caso di un ordine improvviso e urgente è anche possibile interrompere il ciclo in corso per dare precedenza alla nuova commessa. Un’opportunità, fino a qualche anno fa impensabile, che mette Poggi Trasmissioni Meccaniche nelle condizioni di cogliere nuove occasioni di business e di rispondere con maggiore celerità alle sfide di un mercato complesso, esigente e in continua evoluzione. Un ulteriore slancio arriva dall’adozione di un tornio verticale Puma 8300m-r, che consente di operare anche a livello verticale su grandi diametri, grazie alla sua conformazione che prevede di appoggiare il pezzo e attuare lavorazioni non soltanto standard, ma anche tailor made e fuori centro, con un’operatività che spazia fino a un diametro di 850 millimetri e un’altezza di 450 millimetri. La torretta motorizzata permette un rapido cambio di utensili, mentre la gestione di grandi diametri e pesi amplia gli interventi con un grado di estrema personalizzazione di commesse complesse, rendendo l’azienda un referente privilegiato su un mercato internazionale sempre più orientato a forniture custom.

“Come abbiamo constatato nei 65 anni di esperienza maturata sul mercato internazionale, uno dei punti di forza che da sempre caratterizza il tessuto produttivo italiano è proprio l’elevato valore fornito da lavorazioni personalizzate. Un’azienda che voglia essere competitiva sul mercato deve essere sempre più in grado di rispondere in modo efficace e tempestivo a specifiche esigenze anche tailor made. Per questo continuiamo a investire in moderne tecnologie e strumentazioni innovative, nella convinzione che saper fornire garanzie di qualità e rapidità sia un modo per essere sempre più competitivi e difendere quel made in Italy che ci viene riconosciuto come valore aggiunto in tutto il mondo”, conclude Andrea Poggi.

ratori altamente qualificati, ed è punto di riferimento mondiale nel segmento della forgiatura a caldo di viteria hi-tech, alle spalle di colossi americani e francesi del settore con fatturati oltre i 2 miliardi di euro. Imponenti sono stati in tutti questi anni gli investimenti in ricerca e sviluppo, il picco

nel 2019, con ben sei di milioni di euro, pari al 40% del fatturato.

Tra i progetti il green-field da 20.000 metri quadrati di cui è già stata costruita la prima parte, circa 3.000 metri quadri, con il Centre of Excellence che accoglie le innovazioni di processo e di industrializzazione che gui-

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deranno l’importante futura crescita dell’azienda. Nel 2021 nella stessa area è stato inaugurato lo “Speed Up Lab”, una factory nella quale si svilupperanno progetti in open innovation. Il lab avrà principalmente tre cluster di sviluppo: il primo riguarda i motori elettrici ad alta prestazione, il secondo la realizzazione di supercapacitori, nuova tecnologia legata al tema delle batterie, il terzo è sull’additive manufacturing. È di giugno 2022 invece l’acquisizione dell’intero capitale sociale di Aviomec di Mornago, in provincia di Varese, storica pmi dell’“Aerospace cluster” lombardo, specializzata in lavorazioni critiche per elicotteri.

Oggi Poggipolini ha clienti in tutto il mondo: il 60% nel mercato italiano e il 40% nel mercato estero, di cui il 95% solo nell’Unione Europea. La produzione, invece, riguarda per il 70% l’aerospace, il 20% l’automotive e il 10% motorsport, di cui il 90% in Formula 1.

POLITECNICA OTTIENE LA CERTIFICAZIONE PER LA PARITÀ DI GENERE

Politecnica, tra le principali società di progettazione integrata in Italia, ha comunicato a gennaio scorso di aver ottenuto la certificazione PdR Uni 125:2022 sulla parità di genere; questa specifica certificazione è un requisito previsto dal Piano Nazionale di Ripresa e Resilienza PNRR che misura le performance in materia dei processi e della governance aziendale, delle opportunità di crescita e inclusione offerte dall’azienda, dell’equità remunerativa e la tutela alla genitorialità nonché la conciliazione vita lavoro.

Dopo aver ottenuto lo scorso anno la certificazione di Gender Equality IDEM, startup universitaria nata all’Università di Modena e Reggio Emilia in seno alla Fondazione Marco Biagi, Politecnica aggiunge un ulteriore importante tassello nel percorso verso la parità di genere e nell’ambito degli impegni assunti rispetto all’Agenda 2030 dell’ONU verso la piena parità numerica e retributiva, in un settore storicamente caratterizzato da un fortissimo squi-

librio: secondo il Centro Studi del CNI, nel 2019, il 28,1% dei laureati in materie ingegneristiche è donna, dato comunque in crescita rispetto al 16% del 2000.

Con la certificazione, Politecnica, tre sedi in Italia a Milano, Modena e Firenze, e presente in 11 Paesi e tre continenti con oltre 300 professionisti, di cui 45% donne anche in ruoli apicali, rinnova l’impegno per l’obiettivo 2030 e si dota di una strategia triennale di azioni dedicate alla parità di genere, l’inclusione e la conciliazione, l’istituzione di un comitato dedicato e la nomina del Diversity and Inclusion manager nella figura di Paola Botti, professionista esperta nel settore delle risorse umane.

“La progettazione nasce dallo scambio di idee e punti di vista: il nostro impegno è garantire che siano sempre diverse. La parità di genere è un requisito necessario per fare bene il nostro mestiere e l’inclusione è un principio che ispira il progetto cooperativo fin dalle origini. Con l’ulteriore supporto di una professionista esperta come Paola Botti e la definizione di una strategia mirata di azioni che vanno dai sistemi di monitoraggio alla formazione agendo sull’aumento della consapevolezza, il contrasto dei pregiudizi e il performance management, l’auspicio è che il nostro impegno possa riflettersi anche oltre i confini aziendali come agente del cambiamento. Serve una vera trasformazione sociale e culturale per una maggiore inclu-

sione e attrazione delle donne nei percorsi di formazione STEM. C’è una difficoltà oggettiva a trovare figure professionali femminili legate all’ingegneria”, afferma Francesca Federzoni, presidente di Politecnica. La società modenese ha avviato il percorso per la parità di genere e l’inclusione già oltre dieci anni fa con la sottoscrizione, nel 2011, della Carta per le pari opportunità, l’uguaglianza sul lavoro promossa dalla Fondazione Sodalitas, l’adesione agli obiettivi dell’Agenda 2030 dell’Onu nel 2018 e l’introduzione di misure organizzative volte alla conciliazione e al benessere, quali il lavoro agile flessibile negli orari di ingresso e uscita, oggi previsto fino al 60% del tempo lavoro, e l’introduzione di una parental policy che porta a sette giorni lavorativi in aggiunta a quelli definiti dalla normativa vigente il congedo parentale per gli uomini.

QUIX ACQUISISCE IL RAMO IT

DI APPAWAY

Quix, società di consulenza informatica e tecnologica modenese, allarga il proprio team acquisendo il ramo IT di AppAway, software house di Modena specializzata nello sviluppo di software gestionali e organizzativi. Nata nel 2015, AppAway è una software house attiva nella digitalizzazione dei processi interni alle aziende con un organico formato da sette persone specializzate. Tra i servizi offerti lo sviluppo e l’analisi di software, l’assistenza IT, lo sviluppo di applicativi custom e la realizzazione di siti web.

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Paola Botti, Diversity and Inclusion manager di Politecnica Claudio Masini, amministratore delegato di Quix

Con l’arrivo di queste nuove risorse e professionisti specializzati, Quix potrà accrescere ulteriormente il proprio ruolo di partner per la trasformazione digitale di importanti aziende del made in Italy. Per Quix, quindi, il 2023 è iniziato con un ottimo risultato, foriero di nuove sfide e nuovi business. Infatti, grazie alla sinergia di intenti e all’esperienza che le due aziende hanno accumulato negli anni, questa acquisizione rappresenta una grande opportunità di crescita per entrambe le realtà permettendo di fornire una più ampia gamma di servizi e di soluzioni custom.

“Siamo lieti di accogliere nella squadra Quix il team di AppAway. In un momento storico in cui sta avendo luogo una trasformazione digitale sempre più rapida, è importante rimanere al passo e unire le forze e le competenze migliori. L’arrivo di questi nuovi professionisti si inserisce perfettamente nel piano di crescita Quix: questa collaborazione ci consentirà di supportare ancora meglio l’evoluzione digitale dei nostri clienti”, afferma Claudio Masini, amministratore delegato di Quix.

“L’ingresso in Quix rappresenta un passo importante per AppAway. Ci permetterà di migliorare ulteriormente le competenze e di contare su nuove risorse e infrastrutture per contribuire alla realizzazione di nuovi progetti”, commenta Matteo Brighi, socio fondatore e direttore di AppAway.

Nata nel 2000 come System Integrator e provider di soluzioni ICT, Quix oggi è una società di consulenza che supporta le aziende nella loro innovazione e trasformazione digitale. Offre una vasta gamma di servizi spaziando dalla definizione delle strategie all’implementazione di progetti personalizzati con soluzioni proprietarie o di terze parti, fino alla gestione operativa. Mette al servizio delle aziende 85 dipendenti, ha oltre 220 clienti e più di 160 progetti attivi.

“Guardiamo alla tecnologia come a un ecosistema sostenibile e sinergico che conferisce un valore centrale alle persone, per avviare un cammino di evoluzione e sviluppo”, spiegano ancora dall’azienda. “Accompagniamo il cliente passo dopo passo in questo percorso mettendo al centro le sue esigenze, per agevolarlo e supportarlo nella trasformazione e nella creazione di valore”. Quix è anche riconosciuta nei settori delle

soluzioni cloud, Salesforce ed efficientamento dei processi tramite sviluppo di assistenti virtuali, gemelli digitali, applicativi web/mobile e soluzioni custom.

RS2 ARCHITETTI, LO SGUARDO OLTRECONFINE CON ESPERIENZA E INNOVAZIONE

La ricerca delle migliori soluzioni per la progettazione integrata, la costruzione e la gestione degli edifici complessi. È la mission di RS2 Architetti, società di ingegneria e architettura con sede a Carpi, in provincia di Modena, che nel corso di oltre vent’anni di attività ha maturato importanti referenze sul mercato italiano e internazionale. Fondato dagli architetti Franco Rebecchi,

tato la società alla creazione, nel 2017, di uno spin-off tecnologico, la startup innovativa bimO Open Innovation, con la quale RS2 Architetti fornisce servizi per la transizione digitale della filiera delle costruzioni tramite la metodologia ‘BIM – Building Information Modeling’.

Le competenze tecnologiche digitali del BIM consentono alla società, che annovera tra le sue principali referenze la digitalizzazione del nuovo Data Center Meteorologico ECMWF nell’ex Manifattura e Tabacchi a Bologna, di affiancare al know-how tecnico tradizionale un nuovo approccio con tecnologie abilitanti che, tramite la creazione di modelli tridimensionali informativi virtuali, rende possibile un’importante ottimizzazione di tempi e costi della progettazione e della costruzione.

A conferma della poliedricità dello studio

Gian Luca Savazza ed Elisa Simboli, a cui si è aggiunto successivamente l’ingegnere Luca Scarduelli, lo studio può oggi contare su un team consolidato composto da più di 25 professionisti, in grado di sviluppare tutte le diverse fasi della progettazione su scale e ambiti molto diversi, dallo studio urbanistico all’interior design, passando attraverso temi residenziali, edifici pubblici, complessi direzionali commerciali ed edifici produttivi.

“La nostra filosofia pone al centro dell’iter progettuale la qualità architettonica e l’innovazione tecnologica, con un focus particolare sui temi delle energie rinnovabili e della sostenibilità”, sottolineano da RS2 Architetti. L’attenzione costante alle nuove tecnologie di digitalizzazione, poi, ha por-

carpigiano, RS2 Architetti è stato coinvolto come general contractor nella progettazione e ricostruzione dei grandi comparti industriali dell’Emilia-Romagna distrutti dal sisma del 2012, maturando un’importante esperienza nella gestione delle situazioni emergenziali in tempi strettissimi. La società si è anche specializzata nelle procedure di varianti urbanistiche speciali per l’ampliamento delle attività produttive in aree adiacenti ai comparti industriali nel minor tempo possibile, e oggi opera con un focus particolare nell’ambito della progettazione e realizzazione di headquarters direzionali di importanti aziende, riuscendo a garantire progetti orientati alla creazione di un corporate design architettonico contemporaneo e riconoscibile.

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Lo studio ha ottenuto importanti incarichi privati e pubblici in ambito nazionale e da alcuni anni è impegnato in ambito internazionale. “Recentemente abbiamo progettato e realizzato sul territorio regionale la nuova palazzina direzionale di Wamgroup e la nuova sede di OLI a Cavezzo, il nuovo headquarter di Torex a San Prospero, progettato e costruito in soli 18 mesi, l’ampliamento del nuovo headquarter di SIR, a Modena, e della Roncuzzi a Ravenna. All’estero abbiamo invece progettato e realizzato il nuovo stabilimento produttivo di Wamgroup, in Romania”, concludono da RS2 Architetti.

INAUGURATA L’ACADEMY

DEL GRUPPO SACMI

Rendere un’azienda e un territorio migliori, attraverso la trasmissione di valori e competenze. Con questa ambizione SACMI ha inaugurato lo scorso febbraio la sua Academy. I nuovi locali nel quartier generale di Imola, in provincia di Bologna, sono nel cuore dell’area produttiva, tra l’officina e lo scarico merci. Quattrocento metri quadrati dedicati esclusivamente alle attività di formazione, per un investimento complessivo di 2 milioni di euro. Spazi funzionali, flessibili, che assecondano il “training collaborativo”, la crescita, ma soprattutto lo scambio di idee e competenze.

“Abbiamo pensato all’Academy non solo come a un luogo fisico dove sviluppare le attività di formazione delle nostre persone, ma come un ambiente dal quale irradiare anzitutto cultura e valori”, spiega Paolo Mongardi, presidente di SACMI. “Qui in SACMI abbiamo almeno tre generazioni che lavorano insieme. L’innovazione non è solo slancio verso il futuro, ma è soprattutto capacità di connettere le diverse esperienze e metterle al servizio di un obiettivo: lasciare l’azienda migliore alle prossime generazioni”, continua Mongardi. Linfa vitale per attuare la strategia di sviluppo e crescita dell’organizzazione, con la nuova Academy la formazione SACMI – che ha già all’attivo oltre 48mila ore di formazione nel solo 2022, per circa tremila persone coinvolte – si estende ora ai clien-

ti, alle altre aziende del network SACMI in Italia e nel mondo, all’Università e alle scuole. Nel primo anno di piena operatività sono aumentate le ore dedicate alla formazione ordinaria e sono nati percorsi specifici dedicati alla “formazione dei formatori” (programma “Train the trainers”). Sono infatti già un centinaio i formatori “certificati” SACMI: personale di esperienza che ha condiviso strumenti, procedure e obiettivi per metterli al servizio del network. Generando motivazione ed entusiasmo negli stessi formatori e favorendo percorsi strutturati sin dalla fase di “onboarding”, l’ingresso di nuovo personale in azienda.

Bologna Business School e Politecnico di Torino sono alcuni degli interlocutori con i quali SACMI ha lavorato per impostare i percorsi più avanzati; per il 2023 spiccano quelli dedicati alla leadership, al project management e l’Academy IoT, l’area della struttura dedicata alla crescita e diffusione di competenze sulla transizione digitale. Al taglio del nastro dell’Academy lo scorso 9 febbraio era presente anche il sindaco di Imola, Marco Panieri, che ha dichiarato: “La formazione è oggi il tema dei temi. Quella inaugurata oggi è una fucina del sapere che dimostra il forte radicamento di SACMI sul territorio insieme alla sua apertura al mondo. La vocazione tecnologica di SACMI e la condivisione del sapere si legano ai valori alla base del mondo cooperativo, punto di forza per proiettare la città di Imola e il suo territorio in una dimensione globale”.

Il Gruppo SACMI opera a livello mondiale con oltre 80 società di produzione, di-

stribuzione e servizio, attive in 28 Paesi. Attraverso i propri brand e grazie alle società del proprio Global Network, attive nei cinque continenti, SACMI distribuisce in tutto il mondo i suoi prodotti e servizi tecnologicamente avanzati per i settori Tiles, Whiteware, Materiali Avanzati, Beverage, Packaging & Chocolate. I continui investimenti in ricerca e sviluppo, oltre 150 milioni di euro negli ultimi tre anni, consentono al gruppo di offrire al mercato le migliori tecnologie allo stato dell’arte.

NUOVA SEDE USA PER IL GRUPPO SIR

Da presenza formale negli Stati Uniti, attraverso una sede legale in Texas dell’azienda modenese SIR, si è arrivati a creare una vera e propria filiale operativa statunitense, con la nascita di SIR Robotics Inc. a Sacramento, in California. A capo dell’azienda statunitense, che ha già assunto quattro collaboratori, sarà il bolognese Simone Mulargia e la sede americana farà parte del

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Davide Passoni, CEO del Gruppo SIR

RITMO RISTORAZIONE, UNA STORIA CHE UNISCE PASSATO, PRESENTE E FUTURO

degli alimenti, fino al trasporto e conservazione ottimale delle pietanze. Un impegno che si traduce in sistemi di gestione applicati ogni giorno e garantiti dalle più importanti certificazioni del settore.

Quarant’anni di esperienza alle spalle, guardando al domani senza mai perdere di vista le proprie origini. A festeggiare l’importante anniversario nel 2022 è stata Ritmo Ristorazione, realtà con sede a Vignola, nel modenese, attiva nel campo della ristorazione aziendale.

Nata nel 1982 da un’idea del ristoratore vignolese Dino Galassi, già dai primi anni di attività si pone come un’alternativa innovativa, capace di trovare un punto d’incontro tra un’offerta di prodotti con qualità “da ristorante” ed una diversificazione di servizio vincente. L’azienda si pone il delicato obiettivo di fornire attività professionali distintive e di qualità in maniera del tutto personalizzata, adattandosi alle necessità dei propri clienti, sviluppando una serie di servizi diversificati e includendo, oltre alla produzione e consegna dei pasti direttamente in azienda, anche la progettazione, l’organizzazione e gestione dei ristoranti all’interno delle realtà aziendali. Questa filosofia permette a Ritmo di conquistare e fidelizzare nel tempo partner esigenti e strutturati, offrendo un’esperienza sempre più completa a molte aziende, tra le più prestigiose del territorio emiliano.

Ritmo nelle sue diverse linee di servizio produce, ad oggi, oltre 12.000 pasti al giorno per un totale di oltre 320 aziende clienti servite nelle province di Modena, Bologna, Reggio Emilia, Piacenza, Ravenna e Rimini. Guidata dalla qualità, è impegnata nel migliorare ogni aspetto del servizio ristorativo e non solo: dal controllo delle materie prime, al raggiungimento di alti standard di preparazione

California Mobility Center di Sacramento, polo tecnologico sponsorizzato dal Greater Sacramento Economic Council, catalizzatore delle realtà innovative della regione. Si corona così un obiettivo cercato a lungo da SIR, realtà fondata nel 1984 da Luciano Passoni, il cui figlio Davide è l’attuale CEO. Come la casa madre, SIR Robotics Inc. offrirà soluzioni robotizzate innovative nel settore automotive, veicoli elettrici, industria generale, aeronautico, plastica,

Nel corso dei suoi 40 anni di attività, Ritmo ha sempre sostenuto un metodo di lavoro proiettato verso l’attenzione all’ambiente, la sostenibilità e la lotta agli sprechi grazie alla quale ha ottenuto, recentemente, il titolo di prima realtà operante nel settore della ristorazione collettiva certificata Food Waste Management System.

Attenta al proprio territorio e al benessere dei propri concittadini, è attiva nel sostegno di diverse associazioni no profit con azioni e donazioni importanti (una fra tutte Pubblica Assistenza di Vignola). A conferma della sensibilità per le sfide del nostro tempo, dal 2021 l’azienda ha inoltre intrapreso un percorso di cambiamento e miglioramento continuo, con i seguenti obiettivi: ottimizzazione del livello di servizio e della flessibilità aziendale in funzione delle specifiche esigenze di mercato, differenziando la value proposition per il cliente; digitalizzazione dei processi aziendali, con snellimento dei tempi di elaborazione e gestione delle informazioni a valore con conseguente aumento di efficienza, velocità e throughput; change management, instaurando in azienda un approccio organizzativo orientato al miglioramento continuo, strutturato attraverso il coinvolgimento e la responsabilizzazione di tutto il personale aziendale, la formazione continua e l’applicazione rigorosa dei principi Lean.

Oggi, con 40 anni di esperienza alle spalle, Ritmo è pronta a confrontarsi con le nuove sfide della ristorazione portando quotidianamente un sorriso sulla tavola dei propri clienti.

e per tutte quelle specifiche applicazioni, difficilmente realizzabili dai competitor internazionali, grazie alla flessibilità e alla fantasia tecnica, così tipicamente italiane, che da sempre caratterizzano l’attività del Gruppo SIR.

SIR, nonostante abbia da qualche anno la cinese Wolong Electric Group come socio di maggioranza, mantiene infatti un’anima tutta italiana con la sede principale a Modena, dove lavorano 115 dipendenti spe-

cializzati nella progettazione di complesse soluzioni robotiche, customizzate sulle specifiche esigenze di ogni singolo cliente. Sulla produzione totale (34 milioni di euro), la quota export del Gruppo ha raggiunto il 70% e nel 2022, per la prima volta, il mercato statunitense è stato il più importante, rappresentando da solo il 28% del fatturato complessivo. Guardando a questi numeri, l’investimento oltreoceano è quindi ampiamente giustificato, senza

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tralasciare gli impianti venduti in Messico (12,5% del giro d’affari complessivo) e le nuove opportunità che stanno nascendo su tutto il territorio nordamericano. Dopo la creazione di una SIR asiatica parallela a Shangyu (300 chilometri a sud di Shangai), che ha raggiunto i 90 dipendenti, è quindi la volta di una piccola SIR americana che ha già obiettivi molto ambiziosi. “Il nostro American dream è diventato realtà e se questo è solo il primo anno di operatività della filiale americana, i prossimi promettono grandi risultati. Il settore della robotica, nonostante le note difficoltà della situazione internazionale attuale, non smette di crescere a ritmi straordinari. Ed è una spinta tutta veicolata da settori nuovi o in crescita come quello dei veicoli elettrici, della plastica e dell’e-commerce, accanto alle industrie tradizionali della robotica che sono principalmente la fonderia e l’automotive”, dichiara Davide Passoni, CEO di SIR.

STEEL, OBIETTIVO ZERO IMPACT

Come è facile intuire dal nome dell’azienda, in Steel si lavora l’acciaio, che l’impresa di Carpi, in provincia di Modena, da sempre molto attenta al tema della sostenibilità, trasforma in elettrodomestici di altissima qualità. “Se è innegabile che al principio della catena la produzione dell’acciaio abbia un impatto sull’ambiente per quanto riguarda le emissioni di CO2, è anche vero che la longevità e la possibilità di essere rici-

clato all’infinito rendono questo materiale di gran lunga preferibile e più ecologico rispetto ad altri”, evidenziano da Steel. L’acciaio arriva in stabilimento sotto forma di grandi fogli, che vengono poi plasmati e tagliati in modo da poter essere montati definendo la struttura di cucine, forni, frigoriferi e mobili. Per ridurre e compensare le emissioni di CO2, Steel ha innanzitutto affidato a una società specializzata nella certificazione del Carbon Footprint il compito di verificare lo stato dell’azienda rispetto all’impatto ambientale: a questo primo importante step, che ha fotografato la situazione, è seguita l’implementazione di un piano di miglioramento e uno di monitoraggio dei progressi ottenuti in tal senso. Il primo grande obiettivo che Steel si è posta è stato quello di eliminare ogni possibile spreco di materiali grazie a importanti investimenti in quella che viene definita “Advanced manufacturing solution”, il gruppo di tecnologie innovative impiegate per migliorare prodotti e processi.

Come spiegano dall’azienda, il nuovo sistema di taglio laser in fibra di ultima generazione con sistema di carico e scarico automatico permette di automatizzare le operazioni di taglio dell’acciaio ininterrottamente e senza presidio, così come il sistema di piegatura dello stesso, programmato per ottenere forme e dimensioni diverse. Questi sistemi robotizzati permettono da un lato di mantenere una qualità costante nel tempo e dall’altro di ottimizzare gli sprechi in modo ancora più incisivo, escludendo l’errore e il difetto quali variabili da considerare.

Tra il 2021 e il 2022 Steel ha investito 1,5 milioni di euro in tecnologie di ultima generazione e, a partire da marzo 2022, il sito produttivo è alimentato da energia elettrica proveniente da sole fonti rinnovabili certificate. Parallelamente, a livello di sviluppo di prodotto, ogni nuovo lancio e ogni implementazione dei modelli già esistenti punta a un sostanziale miglioramento delle prestazioni energetiche, mentre una serie di nuove funzioni degli elettrodomestici consente risparmio energetico o risparmio di detergenti chimici per una gamma di prodotti sempre più eco friendly.

A partire dal 2023, poi, la nuova sede aziendale verrà dotata di un impianto fo-

tovoltaico da 200kw e inizieranno i lavori di sostituzione del tetto dello stabilimento (12.000 metri quadrati) con una copertura ad alto isolamento termico: anche gli impianti di riscaldamento verranno sostituiti con un sistema meno energivoro.

Infine, già nel 2022 Steel ha acquistato un’area verde di 6.000 metri quadri - in parte piantumata e in parte da piantumare - che punta a trasformare in un parco verde: un’operazione che, insieme a tutti gli altri accorgimenti, mira a pareggiare i conti restituendo all’ambiente ossigeno ed evitando che l’area in questione possa essere occupata in futuro da altre attività imprenditoriali.

STYLE FERRARA, QUALITÀ SARTORIALE A 360 GRADI

“Mentre le mode passano attraverso fasi e stili diversi, influenzate dalle più disparate sottoculture, le tecniche delle aziende manifatturiere si affinano ed evolvono, contribuendo all’economia del made in Italy. Spesso queste realtà non brillano sotto i riflettori delle sfilate, poichè l'attenzione mediatica è riservata ai grandi brand che ciclicamente vanno e vengono”. Con queste parole la direttrice tecnica e fondatrice Francesca Giuriola introduce la presentazione di Style Ferrara, un laboratorio che opera in modo industrializzato nel settore dell’artigianato artistico utilizzando la maestria delle lavorazioni sartoriali tradizionali. L’impresa si occupa del prodotto a 360° per tutte le categorie di abbigliamento esterno, che vengono studiate, progettate e prodotte prima di essere vendute dai più lussuosi negozi in tutto il mondo.

“Nell’ultimo decennio, lavorando in partnership con una importante holding milanese specializzata nello scovare e lanciare nuovi marchi - uno su tutti, Off White del compianto Virgil Abloh - e capace di imporre al fashion system la direzione dello streetwear Luxury, ci siamo specializzati nelle lavorazioni di materiali sintetici ecosostenibili ad alto contenuto tecnologico, prodotti grazie all’utilizzo di tecniche innovative come la ‘Biofusion’”, evidenzia Fran-

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cesca Giuriola. Questa tecnica consente a Style di ottenere tessuti e materiali ad alta performance dalla fusione di materiali sintetici e fibre naturali come il cotone organico, il lino e la canapa, riducendo l’impatto ambientale e favorendo la sostenibilità. L’azienda ferrarese produce anche capi sportswear con finiture di pregio e con la cura dei dettagli tipica della moda più classica, quasi sartoriale, filone dal quale Style proviene e che per lungo tempo è stato il suo core business.

“Siamo orgogliosi di avere una clientela di alto livello, che ci ha portato a vestire la principessa Vittoria di Svezia, le sorelle Kardashian, Rihanna, Sigourney Weaver, Beyoncè, Migos e Kerry Washington”, continua Giuriola. L’azienda ha tra l’altro contribuito alle produzioni per importanti store internazionali come Luisa Via Roma, End Clothing, Dover Street Market, Mr. Porter, Nordstrom, La Rinascente, Browns, Bon Marchè, Barneys e My Theresa, realizzando progetti speciali e capsule collection in collaborazione sia con la MLB che con l’NBA, le leghe americane di baseball e basket. La componente artistica all’interno delle produzioni Style, poi, è fortissima, tanto che alcuni dei capi dell’azienda sono stati esposti al MoMA di New York. La sfida più importante che Style si trova ad affrontare oggi, però, è quella del ricambio generazionale delle maestranze. “È sempre più difficile trovare figure professionali di sarte, modelliste e prototipiste capaci di assicurare la continuità del nostro lavoro. Pertanto, abbiamo avviato una campagna di ricerca di risorse con esperienza da inserire all’interno del nostro reparto produttivo e stiamo progettando un’Academy per i giovani interessati a diventare i futuri

professionisti in questo ambito”, sottolinea la fondatrice di Style Ferrara.

L’azienda ha inoltre investito in importanti certificazioni quali ISO9001, ISO 45001 e ISO 14001, dimostrando il proprio impegno per garantire la qualità del prodotto, la sicurezza dei dipendenti e la sostenibilità ambientale. “Ci siamo posti come ulteriore obiettivo per il 2023 l’ottenimento della certificazione ISO SA8000, che rappresenterebbe un importante traguardo sempre in ambito di responsabilità sociale e sostenibilità. In un mondo in cui i consumatori sono sempre più attenti ai problemi etici e sociali, le aziende come Style che dimostrano di rispettare i diritti dei lavoratori e di avere un impatto positivo sulla società nel suo complesso sono sempre più apprezzate”, conclude Giuriola.

TEAPAK SI UNISCE AL MOVIMENTO B CORP

L’azienda imolese TeaPak annuncia il raggiungimento della certificazione B Corp: un prestigioso attestato che misura e riconosce le imprese che soddisfano gli alti standard di performance sociale e ambientale, responsabilità e trasparenza, verificati dalla non profit internazionale B Lab. Nata nel 1991 a Imola, in provincia di Bologna, dall’idea imprenditoriale di Andrea Costa, ancora attualmente alla guida dell’azienda, dal 1999 TeaPak ha stretto una solida e proficua partnership con la multinazionale Yogi Tea, miscelando e confezionando le tisane biologiche del Gruppo destinate a tutto il mercato europeo. Da sempre TeaPak si distingue per l’impegno verso l’ambiente e verso la comunità in cui opera e negli ultimi anni ha compiuto passaggi importanti per formalizzare questo impegno: dalla trasformazione in Società Benefit, avvenuta a luglio 2021, alla realizzazione e pubblicazione della sua prima “Relazione d’impatto”, a marzo 2022. Dal 26 ottobre scorso si aggiunge l’adesione al movimento B Corp che conferma ulteriormente qua-

li siano l’anima e la volontà dell’azienda, ovvero misurare e migliorare i propri standard di performance sociali e ambientali, così come di trasparenza e responsabilità sia legale che sociale. Come spiegano da TeaPak, il raggiungimento della certificazione B Corp richiede un processo di misurazione del profilo di sostenibilità di un’azienda da parte di B Lab, al termine del quale, se rispettati gli standard richiesti dall’ente, si può effettivamente diventare B Corp. Il primo passo è quello di misurarsi attraverso il B Impact Assessment (BIA), tool on-line gratuito messo a disposizione da B Lab per la misurazione degli impatti ambientali e sociali che fornisce un quadro circa la performance economica, sociale e ambientale dell’azienda, prendendo in considerazione, oltre al business model, cinque macroaree: governance, comunità, lavoratori, ambiente e clienti/fornitori.

TeaPak entra così ufficialmente a far parte della Community internazionale delle B Corp formata da 6.000 aziende nel mondo, di cui 200 nel nostro Paese. “Si tratta di un modo nuovo di fare impresa lavorando in maniera responsabile, sostenibile e trasparente: il nostro obiettivo primario è quello di generare valore per le persone e l’ambiente, considerando il profitto come un mezzo e non come un fine, alimentando progresso e prosperità per tutti e cercando di assicurare un fiorente futuro alle genera-

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zioni che verranno dopo di noi”, commenta il fondatore e amministratore delegato dell’azienda imolese, Andrea Costa. E ora, quali sono i prossimi passi e le nuove sfide per TeaPak? “Continuare a produrre bustine di tè e tisane biologiche, garantendo al contempo che il nostro lavoro di tutti i giorni abbia un impatto sempre più positivo sulle persone e sul pianeta, aumentando la possibilità per tutti di vivere in prosperità, ad ogni bustina che confezioniamo”, conclude Andrea Costa.

TEKAPP, IN ARRIVO IL 2°

Response, un piano come quello che viene usato, ad esempio, nelle aziende per l’evacuazione in caso di incendio, formato da una serie precisa di policy e procedure da seguire per identificare, contenere ed eliminare i cyber attacchi e utile a creare efficienti meccanismi difensivi che consentano di mettere in sicurezza le infrastrutture aziendale”, sottolinea ancora Rozenek.

“ZERO

TRUST & CYBERSECURITY SUMMIT”

Oggi più che mai gli attacchi degli hacker ai sistemi informatici delle aziende e, in generale, di tutte le organizzazioni rappresentano un problema sempre più diffuso e di primaria importanza da arginare. Ed è proprio sul tema della cybersecurity che l’azienda italo-israeliana Tekapp ha fondato il suo core business. Nata nel 2014, oggi l’azienda, che ha sede a Formigine, in provincia di Modena, conta 10 dipendenti e un fatturato di circa 1,5 milioni di euro. Tekapp è specializzata in soluzioni di sicurezza informatica di nicchia, altamente innovative e riservate alle aziende medio-grandi che vogliono proteggersi attraverso la prevenzione degli attacchi informatici.

Le origini italo-israeliane del suo fondatore, Daniel Rozenek, ne rappresentano il driver d’innovazione che l’azienda stessa utilizza per i suoi servizi di consulenza di cybersecurity verso le imprese del territorio. Le soluzioni “Made in Israel” di Tekapp sono infatti aderenti all’approccio Zero Trust di sicurezza informatica, approccio oggi riconosciuto in tutto il mondo come il più efficace proprio nel garantire un altissimo grado di prevenzione degli attacchi cyber.

“Dieci anni fa parlare di sicurezza informatica aveva quasi un sapore cinematografico, oggi invece l’argomento è affare quotidiano: riguarda tutti, è un problema ampio e complesso che travolge il mondo dell’impresa, le istituzioni e tutti coloro che hanno la necessità di accedere a una rete per scambiare dati. Basti pensare che il cybercrimine

vale più dello spaccio di sostanze stupefacenti, senza dimenticare che i pagamenti in bitcoin non sono tracciabili e rendono complesse le indagini e la tutela in quanto la moneta digitale non è ancora disciplinata da norme chiare a livello internazionale. Stiamo parlando di un giro d’affari che si aggira attorno agli otto trilioni di dollari e che vanta una crescita esponenziale e senza limiti; inoltre, stando alle ultime analisi, l’Italia continua ad essere la nazione più attaccata in Europa, dati che devono fare riflettere”, evidenzia Daniel Rozenek.

“Tekapp è molto apprezzata dalle aziende”, prosegue il suo fondatore, “perché a differenza di tanti opera come consulente e vendor independent in grado di tradurre e adattare le migliori tecnologie israeliane, non proponendo un mero elenco di prodotti, ma aiutando ad applicare metodologie e processi riconosciuti, come lo Zero Trust, che vanno a elevare il livello di sicurezza delle imprese, mantenendo, ma soprattutto migliorando, gli investimenti già fatti in materia di sicurezza”. L’osservatorio privilegiato di Tekapp suggerisce numeri molto chiari: l’Emilia-Romagna sta spendendo tanto in ammodernamento delle difese, ma, nella maggior parte dei casi, l’approccio è del tutto approssimativo.

“Manca infatti un processo di Incident

E per fare tutto questo, Tekapp continua la propria mission e si prepara a svelare i dettagli delle sue soluzioni strategiche del prossimo Zero Trust & CyberSecurity Summit, evento che giunge quest’anno alla seconda edizione in programma nel mese di maggio e che, ancora una volta, sarà ospitato da Florim. Il Summit sarà l’occasione ideale per riunire CIO, CISO e IT manager del settore per analizzare queste importanti tematiche e confrontarsi sulle possibili soluzioni e strategie da seguire.

VARVEL, UN 2022 IN CRESCITA

Una crescita dell’11% sul fatturato 2021. Gli importanti investimenti in digitalizzazione, innovazione e risorse umane sono la chiave del successo di Varvel, realtà bolognese che dal 1955 progetta e realizza sistemi di trasmissione di potenza, che ha saputo affrontare con spirito costruttivo le recenti instabilità del mercato.

“Il 2022 è stato un anno che ci ha visti fronteggiare difficoltà inattese e indipendenti dalle normali dinamiche del nostro settore. All’emergenza dei costi delle materie prime si è sommato il brusco rialzo dei costi dell’energia: condizioni che hanno messo a dura prova la tenuta di molte imprese del nostro Paese. Nonostante questo, il gruppo Varvel è riuscito a crescere ancora rispetto al passato, con un +11% sul 2021 in termini di fatturato (dati preconsuntivi). Grazie al lavoro di tutti siamo stati in grado di gestire i rapporti con clienti e fornitori in modo soddisfacente, ottenendo buoni risultati. Questi riscontri positivi sono stati il frutto di un impegno su più versanti: importanti investimenti in digitalizzazione, strategie efficienti nei reintegri degli stock, continuo sviluppo

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Daniel Rozenek, fondatore di Tekapp

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dei prodotti, consolidamento del processo di internazionalizzazione”, dichiara Mauro Cominoli, direttore generale di Varvel. Nel corso del 2022 l’azienda ha proseguito il proprio percorso di innovazione. In primo luogo, acquistando nuovi macchinari per potenziare la produzione, e poi adottando un nuovo modello organizzativo: il metodo DDMRP. Varvel ha anche aderito a un progetto di Open Innovation per sperimentare la realtà virtuale aumentata e sta sviluppando due progetti innovativi utilizzando le nanotecnologie, allo scopo di aumentare l’efficienza della lubrificazione nei propri prodotti e ridurre il consumo energetico degli impianti. Importanti apprezzamenti sono andati anche all’organizzazione di vendita Varvel, riconosciuta “Azienda eccellente” ai Sales Excellence Awards.

Negli ultimi mesi del 2022, inoltre, l’impresa bolognese ha lavorato sul nuovo sito web, che è online dallo scorso gennaio, con una grafica rinnovata, dallo stile più attuale e una logica di navigazione facile e intuitiva, che avranno lo scopo di creare un punto di contatto maggiormente user-friendly tra il Gruppo e l’utente, rendendo così più efficace la comunicazione. Per rafforzare il team, durante il 2022 sono state inserite in Varvel oltre 25 persone, per la maggior parte under 30, che ricoprono ruoli in diverse aree, principalmente in ambito Operations. L’azienda ha inoltre stipulato un nuovo accordo con la cooperativa sociale Arca Di Noè per l’inserimento nell’organico della cooperativa di una persona disabile a fronte di un incremento di commesse di piccoli assemblaggi

che Varvel destina alla cooperativa.

“Il 2022 si è rivelato dunque un anno positivo a dispetto delle difficoltà. Il merito è da attribuire senza dubbio al valore delle persone che lavorano in Varvel: ognuno ha dato un contributo prezioso per il successo dell’azienda e per farla crescere ancora. Sostenuti da questa consapevolezza, affronteremo con più serenità le sfide e le opportunità che il futuro ci riserverà”, conclude Cominoli.

APRE VOILÀP HOME IL PRIMO DIGITAL STORE PER PORTE E FINESTRE

Si chiama Voilàp Home ed è il primo store digitale dedicato alla vendita del serramento, che ha aperto le porte lo scorso primo dicembre a Bologna. Voilàp Digital, azienda modenese specializzata nell’ideazione e nello sviluppo di soluzioni “Smart Retail” per le imprese, ha scelto infatti per il proprio negozio una delle zone più iconiche del capoluogo emiliano, Via Rizzoli 9/F.

“Voilàp Home è un vero e proprio store, il primo nel suo genere, che integra al suo interno le tecnologie di Smart Retail più all’avanguardia per offrire ai clienti la possibilità di vivere un’esperienza di scelta e acquisto completamente digitale”, racconta Federico Caiumi, CEO della società parte del gruppo multinazionale Voilàp.

“Attraverso la nostra tecnologia sviluppiamo un enabler fondamentale per supportare tutti gli aspetti che portano il prodotto fino a casa dell’utilizzatore, dall’engineering alla produzione, fino all’installazione”, prosegue Caiumi.

Tramite le tecnologie di cui sono dotati gli espositori digitali del brand che facilitano la visualizzazione a grandezza reale del prodotto già inserito nell’ambiente dome-

stico, all’interno di Voilàp Home i clienti hanno la possibilità di sperimentare una modalità di acquisto immersiva. “Queste tecnologie sono impiegate nello Smart Retail per aiutare i clienti a comporre la propria finestra o la propria porta passo dopo passo grazie al nostro sistema basato sull’Intelligenza Artificiale”, spiega ancora il CEO di Voilàp Digital. “Una proposition unica che ci contraddistingue nel settore della ristrutturazione d’interni. Non solo porte e finestre intere, ma anche le loro singole finiture e accessori consultabili da un catalogo digitale e per questo pressoché illimitato possono essere visionati in anteprima per arrivare ad acquistare esattamente il serramento dei propri sogni”, precisa Caiumi. Voilàp Home è l’evoluzione dello showroom che guarda a innovare il modello di vendita tradizionale grazie al contributo delle tecnologie di Smart Retail di ultima concezione. L’intenzione è quella di fondare una nuova generazione di negozi sfruttando l’integrazione tra dispositivi digitali, Intelligenza Artificiale, piattaforme software e spazi fisici dedicati alla vendita al dettaglio per seguire il focus dell’era digitale, che si sposta sempre più dal prodotto verso l’esperienza di acquisto.

Lo store è infatti un ambiente retail altamente digitalizzato e personalizzabile che unisce flessibilità, velocità e costi contenuti grazie a un ecosistema smart di elementi digitali interconnessi, da display a software a soluzioni basate sull’intelligenza artificiale, che comprendono appieno le potenzialità del retail ibrido del prossimo futuro, fornendo allo stesso tempo ai brand del settore strumenti di misurazione istantanei e un’esperienza unica.

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Distribuito su due piani e caratterizzato da un design pulito e minimale, il primo store di Bologna farà da apripista per altri negozi smart che Voilàp Digital ha in programma di inaugurare sul territorio italiano: “Bologna rappresenta per noi la terra dove le eccellenze dell’industria e dell’innovazione tecnologica nascono e proliferano, e proprio per questa sua peculiarità è stata scelta come sede del nostro primo Voilàp store”, conclude Federico Caiumi.

VST PRESENTA IL NUOVO DISPOSITIVO IPPOCRATECH® CARE

Il 2023 si è aperto all’insegna di due grandi novità per VST (Vital Signals in a Touch), startup modenese spin-off dell’Università di Modena e Reggio Emilia, con competenze che spaziano dalla medicina alla fisica, dalla matematica all’ingegneria per finire alla bioingegneria.

La prima è l’introduzione sul mercato, già dai primi mesi dell’anno, di IppocraTech® Care, il nuovo dispositivo che va a miniaturizzare e rendere tascabile la tecnologia che era stata introdotta nel proprio predecessore ButterfLife; la seconda, invece, è la ricezione di un contributo biennale di 832mila euro da parte di Invitalia nell’ambito del bando Smart & Start, che permetterà l’espansione del proprio reparto di ricerca e sviluppo con l’ingaggio di giovani laureati.

L’avventura di VST, che ha sede presso E-Hub, l’incubatore di startup innovative di Techboard Group a Modena, è iniziata nel 2017 in ambito universitario e successivamente come spin-off di Unimore, con il

sostegno di contributi arrivati in particolare anche da bandi emessi dalla Regione Emilia-Romagna. Mission della startup è sempre stata la volontà di creare un sistema semplice per permettere alle persone di misurare i cinque parametri vitali definiti dall’OMS in qualsiasi momento e situazione, in totale autonomia.

Con il solo posizionamento delle mani, infatti, le apparecchiature di VST riescono a ottenere dati su pressione arteriosa, ritmo cardiaco, frequenza respiratoria, ossigenazione del sangue e temperatura. “Alla base di tutto c’è lo studio di un algoritmo e di un relativo software che registra l’elettrocardiogramma (ECG) ed effettua una fotopletismografia (PPG) “captando” quindi cosa accade nella nostra circolazione. Tramite una connessione, i dati registrati dal dispositivo finiscono in un cloud, con il software medicale (VST-FIVE) che, in tempo reale, restituisce due report in formato pdf con i tracciati di ECG e PPG simultaneamente acquisiti; oltre a tutti i dati, rilevati ogni cinque secondi, in termini numerici e grafici, viene attivato anche un servizio che prevede la possibilità di archiviare i valori dei parametri vitali sia per ottenere un parere medico, sia per un loro controllo nel tempo, tutto nel rispetto delle stringenti norme del GDPR a tutela della privacy del cliente”, spiegano dalla startup modenese.

Il funzionamento del nuovo dispositivo IppocraTech® Care è lo stesso di ButterfLife, strumento che ha dimensioni maggiori, paragonabili a quelle di un joypad di una qualsiasi console di videogiochi, il quale è stato negli anni certificato come dispositivo medico in classe IIa, ma rispetto a ButterfLife fa uso di un’app sul cellulare che facilita la esecuzione del test.

“Uno degli aspetti più interessanti della tecnologia che stiamo sviluppando è la possibilità di essere utilizzata in telemonitoraggio da una persona, in una famiglia, in una RSA,

in un’azienda, una società sportiva o una palestra. L’elenco potrebbe continuare all’infinito perché la misura dei cinque parametri vitali e un ECG monotraccia è di interesse sia per i malati durante la cura sia per i sani come prevenzione”, evidenziano Matteo Raimondi, sales manager di VST, e il presidente dell’azienda, Sergio Fonda.

“Tra l’altro il finanziamento appena conseguito, oltre a consentire la copertura dei notevoli costi per la certificazione di IppocraTech® Care come dispositivo medico in classe IIa, permetterà anche un ulteriore ampliamento in termini di spazi utili per nuove assunzioni, consolidando quindi la presenza di VST all’interno dell’incubatore di startup di Techboard Group”, conclude Matteo Raimondi.

DAGLI IMPRENDITORI DI MIRANDOLA NASCE IL GRUPPO #WECARE

#WeCare, quindi “ci interessa, ci sta a cuore”: si chiama così il gruppo che una decina di imprenditori della Bassa Modenese hanno deciso di fondare, con l’obiettivo di creare una catena di valore tra imprese, cittadini, istituzioni e sostenere insieme lo sviluppo e la qualità della vita delle persone. Il primo progetto portato a termine ha visto coinvolte dieci aziende che, durante il periodo delle feste di Natale, hanno raccolto diecimila euro destinati al nido l’Arca di Noè, al nido Belli e Monelli e all’Associazione Anffas di Mirandola, in provincia di Modena. Hanno partecipato Qura, Encaplast, Pavani Group, HMC, Eurosets, Acea Costruzioni, AeC Costruzioni, Mold&Mold, Autocarrozzeria Imperiale e Innova Finance.

All’origine dell’iniziativa lo speech all’evento Biomedical Valley di Daniele Galavotti, CEO di Qura, azienda del biomedicale, in cui ha portato il suo pensiero: “Il distretto biomedicale ha costruito il suo successo sulle idee, sulle professionalità, sull’impegno di tante persone che, in parte, sono nate e cresciute qui e che sempre di più arrivano da ogni dove. Perché qui offriamo occasioni di ricerca e di produzione di nuovi prodotti. Ma cosa offre il territorio a queste persone, famiglie che, qui, contribuiscono a fare la

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Da sinistra: Gian Carlo Muzzarelli, Matteo Raimondi, Fabio Malagoli, Stefano Bonaccini e Sergio Fonda

ricchezza della Bassa? Poco, molto poco. Se non arricchiamo la qualità della vita delle persone che chiamiamo qui a sviluppare le nostre aziende, quello che abbiamo costruito viene minato dalle fondamenta”.

Una riflessione che ha colto nel segno. Le manifestazioni d’interesse non sono mancate ed è arrivata l’adesione di molte aziende del territorio, che condividono la volontà e il desiderio di far crescere nuove competenze nel distretto, a creare insieme un luogo dove crescere professionalmente e personalmente nella nostra Mirandola. Così è nato il gruppo #WeCare.

“Durante il periodo estivo, abbiamo organizzato i primi incontri in cui abbiamo iniziato a condividere valori, mission e progetti del gruppo, raccogliendo il supporto di molte aziende, sostenitori e sponsor”, conferma Valentina Bianchini, general manager di Encaplast.

Ad oggi, le aziende partecipanti al gruppo sono: Qura, Livanova, Encaplast, Eurosets, Acea Costruzioni, AeC Costruzioni, HMC, Fresenius Kabi, Haemotronic, Autocarrozzeria Imperiale, Mold&Mold, Pavani Group, Innova Finance e G21.

“Non possiamo essere una realtà in cui i talenti, che siano nostri o che provengano da fuori, hanno solo un buon lavoro e però vivono in una città, in una zona che non offre niente. Le nostre aziende non occupano numeri, ma persone che ci danno la loro professionalità ma hanno bisogno di avere qui una vita piena di occasioni”, rimarca Daniele Galavotti.

“I primi progetti di welfare di comunità del gruppo sono già in fase di sviluppo, l’obiet-

tivo dell’aggregazione spontanea delle aziende che operano nel nostro territorio è creare una catena di valore tra imprese, cittadini e istituzioni, per pensare e sostenere insieme lo sviluppo e la qualità della vita delle persone che vivono nel nostro distretto”, sostiene Luca Scalmana, operation director di LivaNova.

“Condivisione e cooperazione sono la chiave di successo per un territorio come il nostro. Le persone, così come le realtà aziendali, non dovrebbero limitarsi alle proprie attività ma dovrebbero cooperare tra di loro per ottenere risultati sempre migliori. Ed è proprio per questo che sosteniamo e partecipiamo al progetto #WeCare”, aggiunge Mario Calzolari, operation director di Eurosets.

“È un motto parlante in cui la parola ‘we’ (noi) assume un ruolo estremamente significativo e inclusivo, poiché trasmette il desiderio di contribuire attivamente, e insieme, a un’azione di solidarietà per supportare il territorio biomedicale più importante d’Europa”, ricorda Alberto Bortoli, general manager e amministratore delegato di Fresenius HemoCare Italia.

WEEVO, AL FIANCO DELLE IMPRESE NELLA TALENT ATTRACTION

“Non è un caso che molte aziende italiane, anche nel nostro territorio, lamentino una grave difficoltà nella ricerca del personale, a qualsiasi livello e su qualsiasi competenza. Le imprese, in particolare le pmi, hanno

fino a oggi trascurato l’importanza di creare una reputazione di marca che fosse basata su altri elementi oltre alla qualità del prodotto. La cultura dell’impresa, i suoi valori, la sua identità sono argomenti a lungo ignorati, che ora pesano per la loro assenza”. Con queste parole Gabriele Carboni, fondatore della società modenese Weevo, analizza la difficoltà nell’attrarre talenti che oggi caratterizza in particolare le imprese del mondo ICT.

Come evidenziato dalla CIO Survey 2022, uno studio compiuto da NetConsulting cube che tra le altre cose prende in esame i principali elementi a supporto della talent attraction, la marca ha scavalcato il compenso tra i fattori che orientano nella scelta di un nuovo posto di lavoro. Il 73,3% degli

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Gabriele Carboni, fondatore di Weevo A sinistra, Marzia Mandreoli presidente di Anffas, Valentina Bianchini General Manager di Encaplast, Alessandro Malavasi, Roberto Morini Amministratore Delegato di Acea, Daniele Galavotti CEO di QURA, Eleonora Natali, responsabile ufficio Amministrazione di Encaplast. A destra: Marco Pignatti, Presidente di Autocarrozzeria Imperiale, Gabriele Busoli, Responsabile Acquisti Mold &Mold–R.B., Paola Busoli, Direttore Generale Mold&Mold-R.B., Jessica Pignatti, titolare del nido Belli e Monelli, e Daniele Galavotti, CEO di Qura.

intervistati nel 2022 e l’85,7% nel 2021, infatti, individua nella reputazione dell’impresa il valore più importante, mentre lo stipendio di buon livello è in fondo alla classifica insieme ai piani di carriera definiti. Dati, questi, comprovati anche dal fenomeno della cosiddetta Great Resignation, che dall’aprile 2021 ha visto oltre 19 milioni di lavoratori statunitensi lasciare il lavoro a un ritmo record che ha sconvolto il mondo delle imprese (McKinsey 09/2021). Lo studio di NetConsulting cube conferma inoltre che i dipendenti bramano investimenti negli aspetti umani del lavoro e desiderano uno scopo rinnovato e rivisto per il proprio mestiere; chiedono connessioni sociali e interpersonali con colleghi e manager; cercano un senso di identità condivisa. Sì, retribuzione e vantaggi sono ancora fattori determinanti, ma non superano per importanza il riconoscimento e l’apprezzamento di organizzazioni e manager. Affiancare le imprese nella comunicazione del proprio scopo e dei propri valori affinché siano di ispirazione alle loro persone e a tutti gli stakeholder è proprio l’obiettivo di Weevo, la cui mission è comprendere e comunicare in modo semplice realtà complesse attraverso pianificazione, progettazione e realizzazione in ambito digitale.

“Capita che le aziende, impegnate a rincorrere la clientela, gli ordini, i fornitori, perdano di vista lo scopo originario dell’impresa stessa. Si scordano chi sono, perché sono nate. Si focalizzano sulla vendita dimenticandosi delle ragioni profonde che le hanno originate e, soprattutto, non si preoccupano di comunicarle. I dipendenti, così come i talenti da attrarre, sono i primi stakeholder ai quali l’organizzazione dovrebbe rivolgersi condividendo obiettivi, progetti e iniziative”, sottolinea Carboni, nella convinzione che il digitale, con i suoi canali come il sito web, le intranet, i social media e il Metaverso, possa e debba essere il primo punto di contatto per la diffusione della cultura aziendale verso quegli stakeholder che non sono in contatto diretto con l’impresa.

“Solo una comunicazione costante, che porti al centro l’identità dell’azienda, può accrescere la fiducia verso la marca, stimolare il senso di appartenenza e partecipazione, coinvolgere quei talenti che non guardano

solo al compenso mensile ma cercano un allineamento di scopo, visione, missione e valori”, conclude Carboni.

X DATANET CRESCE E ACQUISISCE IL 51% DI COINCYDENCE

Rafforzare ulteriormente la propria presenza sul mercato e sviluppare la propria offerta di soluzioni mobile e web per venire incontro alle richieste delle medie e grandi aziende italiane. La direzione è chiara e a seguirla è X DataNet, IT company del gruppo Cpl Concordia specializzata nello sviluppo di piattaforme innovative per la corporate governance che, dopo una collaborazione di oltre due anni, prosegue nella propria strategia di crescita anche per linee esterne grazie all’acquisizione del 51% della padovana Coincydence.

La partnership tra le due società tecnologiche è nata nel 2021 per lo sviluppo di alcuni progetti congiunti. Coincydence si occupa dello sviluppo di progetti di mobile e web development, creando app e portando avanti progetti tecnologici al servizio delle persone. Fornisce anche servizi di consulenza per integrazione con applicazioni o servizi di terze parti, oltre a occuparsi di blockchain, big data e Intelligenza Artificiale. Nel corso degli anni, l’impresa di Padova ha realizzato piattaforme per associazioni di volontariato, enti pubblici, aziende che operano nel sociale, applicazioni per la gestione organizzativa a supporto del soccorso e della tutela della salute.

“Abbiamo preso questa decisione per crescere ancora più velocemente sul mercato italiano. La nostra strategia per linee interne ha portato ottimi risultati negli ultimi tre anni, con un aumento in doppia cifra di dipendenti, clienti e fatturato. Perseguire anche una strategia per linee esterne,

complementare alla prima, ci permetterà di accelerare ancora di più in un mercato molto competitivo. Coincydence, che ha le competenze e le persone perfette per noi, porterà comunque avanti lo sviluppo delle proprie soluzioni e la gestione dei suoi clienti”, dichiara Alessandro Trionfini, amministratore delegato dell’azienda IT di Mirandola, in provincia di Modena.

X DataNet rappresenta un punto di riferimento in Italia per l’innovazione tecnologica dei processi di corporate governance. Grazie ai suoi software le direzioni legali di medie e grandi aziende, quotate e non quotate, possono migliorare l’efficienza e la sicurezza nella gestione di processi e documenti. Un vantaggio tangibile anche in termini di aumento della produttività, riduzione dei costi e sostenibilità ambientale. La digitalizzazione dei Consigli di Amministrazione e degli organi sociali, la dematerializzazione dei libri sociali, la fornitura di Virtual Data Room per condividere informazioni essenziali nelle operazioni societarie sono solo alcuni degli ambiti di attività di X DataNet.

“Siamo molto felici di crescere insieme a X DataNet, perché in questi ultimi due anni la collaborazione è stata ottima. Sono convinto che la tecnologia debba essere a servizio di chi la usa per rendere più facile la vita alle persone, stimolando la creatività. Lavorare fianco a fianco con X DataNet ci permetterà di migliorare e, al tempo stesso, di sviluppare le soluzioni che volevamo, quelle che le aziende cercano”, sottolinea Marco Longhin, fondatore di Coincydence.

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Alessandro Trionfini, amministratore delegato, ed Enrico Clerici, presidente di X Datanet

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L’efficienza delle filiere crea valore

Performance

migliori su export, finanza, occupazione e innovazione rispetto alla media nazionale. I dati della 2a edizione degli Osservatori di filiera di Confindustria

Emilia mettono in luce la straordinaria efficacia di questa nuova organizzazione per le imprese di Raffaella

Facciamo un passo indietro: subito dopo la fusione delle associazioni territoriali di Bologna, Ferrara e Modena, partì dentro l’allora nuova Confindustria Emilia Area Centro l’idea di superare l’impostazione statica dei settori, adottando la suddivisione delle aziende associate in 20 filiere, di cui 17 manifatturiere. Nel 2017 fu un’intuizione e, in parte, una scommessa: un modo nuovo di pensare alla relazione tra le imprese. Nel 2018 questo progetto diventò realtà con l’elezione delle governance di filiera e la fotografia che Crif ne fece. A cinque anni di distanza da quell’idea e a quattro dal primo studio delle 20 filiere di Confindustria Emilia, la nuova edizione di quella raccolta dati, sempre per opera di Crif sui dati delle imprese raccolti nel corso del 2022 analizzando il periodo 2019-2021, raccontano che l’intuizione era giusta e che la scommessa non era azzardata.

Il nuovo studio mostra lo stato del tessuto produttivo locale in un confronto puntuale con l’andamento delle aziende a livello italiano. Rispetto a quella del 2018, questa nuova edizione ha previsto l’aggiunta di alcuni nuovi parametri, utili per analizzare lo stato delle imprese, incluso il tasso di innovazione. E, solo per dare alcuni elementi di valutazione, dai dati emerge che il fatturato medio e il numero di dipendenti medi delle imprese di Confindustria Emilia superano la media nazionale, che per oltre il 50% si tratta di aziende esportatrici, con un’incidenza dell’export sul totale del fatturato pari al 36%, che il 32,6% delle imprese ha otte -

nuto il punteggio massimo per il livello di innovazione raggiunto.

La sintesi degli osservatori realizzati per ogni singola filiera è stata presentata lo scorso 24 gennaio in una conferenza stampa nella sede dell’Associazione a Bologna alla presenza di Valter Caiumi, presidente di Confindustria Emilia, insieme a Tiziana Ferrari, direttore generale, e Giacomo Villano, direttore relazioni, sviluppo territorio e organizzazione, e a Vincenzo Colla, assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione e relazioni internazionali della Regione Emilia-Romagna.

“Quando nel 2018 abbiamo lanciato,

primi in Italia, la costituzione delle 20 filiere, lo abbiamo fatto basandoci sull’analisi del primo Osservatorio perché questo nuovo modo di guardare alle imprese partisse da una lettura oggettiva per permetterci di elaborare politiche industriali mirate ed efficaci”, ha spiegato il presidente di Confindustria Emilia, Valter Caiumi. “Oggi, alla luce della nuova analisi, possiamo dire che le nostre aziende mostrano eccellenze importanti e sotto molteplici indicatori si sono dimostrate un passo avanti rispetto al resto del nostro Paese. In particolare, la manifattura è il cuore delle nostre aziende, ma anche i servizi hanno grande importanza: il ruo -

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associazione
Da sinistra: Giacomo Villano, direttore relazioni, sviluppo territorio e organizzazione, Valter Caiumi, presidente, Tiziana Ferrari, direttore generale di Confindustria Emilia Area Centro, e Vincenzo Colla, assessore allo sviluppo economico e green economy, lavoro, formazione e relazioni internazionali della Regione EmiliaRomagna

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lo, sempre più strategico, del digitale nelle imprese manifatturiere in questi ultimi quattro anni ha certamente contribuito a questa crescita”.

Confindustria Emilia Area Centro raggruppa oggi oltre 3.400 imprese associate, distribuite fra le province di Bologna, Modena e Ferrara e raggruppate in 20 filiere. Questa comunità di aziende esprime un fatturato di circa 75 miliardi di euro, impiegando 182 mila collaboratori. Il 2021 ha registrato performance di fatturato e redditività in grande crescita che hanno posizionato le aziende delle filiere di Confindustria Emilia, così come

le altre aziende emiliano-romagnole e le aziende italiane, a livelli superiori a quelli del 2019. Ma, in tutte le filiere, il fatturato medio e il numero di dipendenti medi delle imprese associate superano la media nazionale.

La filiera Agroalimentare produce 10 miliardi di euro, totalizzando il fatturato più alto, seguita dalle Facilities (le infrastrutture e i servizi a supporto dei processi del core business aziendale) con 9,3 miliardi. Ottimi risultati anche per la filiera Home (6,9 miliardi), per le

Macchine (5,7 miliardi) e per quelle del Packaging e dell’Automotive (entrambe con 5,4 miliardi). La filiera Macchine ha il maggior numero di addetti (18.600), seguita da quella Home, che ne conta più di 17mila, e dalla Mobilità e Logistica (14.828). In una situazione estremamente complessa come quella del biennio 2020-2021, le performance economiche delle aziende di Confindustria Emilia, lette anche in termini di incidenza sul fatturato, di consumo di materie prime e di componentistica, di costi di gestione e costo del personale, hanno evidenziato una capacità di tenuta a fronte dei molteplici elementi di straordinarietà del periodo. È da sottolineare che, in un territorio rinomato a livello internazionale per essere una delle culle dell’automazione industriale, nelle imprese con fatturato superiore ai 500 mila euro, l’incidenza del costo del personale (18,1% nel 2021) permane di molto superiore alla media nazionale (pari al 12,8%).

Di assoluto rilievo sono i dati relativi all’export: considerando le società di capitali con fatturato superiore ai 500 mila euro, oltre il 50% delle aziende associate sono esportatrici, contro il 21,2% dell’Emilia-Romagna e il 16,4% dell’Italia. Se, poi, si valuta l’incidenza dell’export sul totale del fatturato emerge che, sempre nelle aziende con fatturato superiore ai 500 mila euro, questo arriva a toccare il 36%, contro al 30,5% per le aziende emiliano-romagnole e al 30,7% per le imprese italiane. I dati salgono significativamente se consideriamo le dieci filiere top performer (Agroalimentare, Facilities, Home, Packaging, Automotive, Macchine, Chimica e Farmaceutica, Moda e Lusso, Elettronica e Meccatronica, Salute), nelle quali gli indicatori superano rispettivamente il 70% e il 40%.

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Associate Italia Italia Associate

Oltre 3.400 Associati

Totale fatturato Associati: 75,4 mld €

Totale addetti: 181.422

ta stabilità, dall’altro. Il confronto con il resto del Paese evidenzia che in Italia solo il 38% di aziende ha richiesto un finanziamento nello stesso periodo (concesso all’88,1% di esse). Tutti dati che rilevano un’ottima reputazione delle associate a Confindustria Emilia presso il sistema finanziario, caratteristica fondamentale per realtà imprenditoriali che continuano a investire tantissimo.

E, in un mondo dove l’innovazione costante è il motore dello sviluppo, le imprese di Confindustria

Emilia risultano sapere stare ai livelli più alti.

Considerando, infatti, l’Innovation score di

Crif che valuta il livello di innovazione, il 32,6% delle imprese associate ha ottenuto 1, il punteggio massimo, conquistato solo dal 10,1% delle aziende con sede nel resto d’Italia. Per investimenti effettuati in Ricerca e Sviluppo, per brevetti registrati e per tecnologie utilizzate, l’associazione imprenditoriale emiliana presenta una percentuale di aziende ad alto livello di innovazione di assoluto rilievo. Il dato evidenziato supera il 43% se consideriamo solamente le filiere Top Performer: Digital, Agroalimentare, Automotive, Chimica e Farmaceutica, Facilities, Home e Packaging.

Non meno importante l’aspetto legato alla sostenibilità: tra le imprese associate si conta il 93% di contratti a tempo indeterminato, di cui 57% uomini e 43% donne. E, declinando la sostenibilità in termini sociali e ambientali, sono stati spesi dalle imprese associate a Confindustria

Credibilità e affidabilità sono due elementi costitutivi delle imprese associate a Confindustria Emilia. Il secondo elemento è evidenziato dall’Indice di puntualità dei pagamenti, dove si registrano 8,5 giorni di ritardo medi a fronte di una media nazionale di 24 giorni. Per quan -

to riguarda il primo, la conferma viene dall’analisi dell’accesso al credito bancario. Ad esempio, nel 2021 il 63,8% delle associate ha richiesto un finanziamento e la quasi totalità l’ha ottenuto (93,1%), a riprova di una grande vivacità di progetti, da un lato, e di una diffusa e riconosciu -

Emilia 92 milioni di euro per azioni sul sociale e investiti 1,2 miliardi per soluzioni ambientali, dall’energia rinnovabile all’economia circolare, tanto che il 40% delle imprese ha un sistema di gestione ambientale certificato.

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%
Numero di imprese esportatrici per geografia
Valori
% Aziende innovatrici per geografia Associate Bo-Fe-Mo Emilia-Romagna Italia

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Farete fa 10 l'evento

In attesa della decima edizione della due giorni di Confindustria Emilia, in programma il 6 e 7 settembre nei padiglioni 16 e 18 di BolognaFiere, riviviamo i momenti e gli ospiti principali che hanno caratterizzato la kermesse dall’inizio a oggi

Farete fa dieci. Quella di quest’anno, in programma il 6 e 7 settembre nei padiglioni 16 e 18 di BolognaFiere, sarà infatti la decima edizione per la due giorni di networking di Confindustria Emilia dedicata alle imprese. La kermesse rappresenta da sempre un luogo di incontro e di confronto dove è possibile stringere o rinsaldare relazioni e sviluppare opportunità di business a livello nazionale e internazionale. Detta in altri termini, Farete è una grande vetrina delle produzioni, delle lavorazioni, della subfornitura e dei servizi che il sistema produttivo emiliano offre in tutte le filiere, un laboratorio in continua evoluzione per una comunità desiderosa di incontrarsi, condividere esperienze e aggiornarsi.

Farete nasce nel 2009 come market place di Unindustria Bologna: un progetto mirato a collegare sul web le imprese associate. Nel 2012 avviene la svolta “fisica”, l’occasione per passare dalla mail alla stretta di mano, realizzando spazi dedicati per l’incontro, lo studio e lo sviluppo di opportunità di business. La sfida è stata quella di tradurre il social network in un’area a disposizione delle imprese, organizzata in modo da favorire quanto più possibile il confronto: centinaia di stand, semplici ed essenziali, progettati per racchiudere e comunicare immediatamente le informazioni principali di ciascuna impresa, hanno quindi trovato collocazione in ambienti sempre più grandi fino ad arrivare alla location consueta di BolognaFiere. Per avvicinarci a questo importante evento del prossimo settembre, diamo un’occhiata al percorso fatto dalla manifestazione fino a oggi, andando a riscoprire gli ospiti passati nel corso delle prime nove edizioni, e stringendo il focus sulle diverse

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di Generoso Verrusio In alto: gli stand di Farete. Qui sopra Romano Prodi

iniziative collaterali che hanno catalizzato l’attenzione degli imprenditori.

“È nato il meeting point delle aziende bolognesi”: così titolava nel 2012 l’articolo di copertina del nostro giornale. La prima edizione è stata organizzata insieme dalla nostra Associazione in collaborazione con Legacoop. Tra gli ospiti ricordiamo Romano Prodi, l’allora leader di Confindustria Giorgio Squinzi e l’economista Marco Fortis. Il confronto si incentrò sul polo bolognese della meccanica avanzata, “protagonista di primo piano a livello internazionale”.

L’anno seguente, in raccordo con l’Expo di Milano, la due giorni si dedicò all’agroalimentare, un settore che a Bologna contava, e ancora oggi conta, su numeri importanti. A evidenziare la forza di questo settore, l’organizzazione di una tavola rotonda con l’intervento di tre ospiti di eccellenza come Paolo De Castro, all’epoca presidente della Commissione Agricoltura del Parlamento europeo, l’imprenditore Oscar Farinetti e il visionario Luke Johnson, imprenditore inglese, già presidente di Channel 4 Television Corporation, noto per aver portato al successo la catena Pizza Express. Sempre in tema di cibo, Farete 2013 ha ospitato l’iniziativa solidale promossa dall’associazione “Stop Hunger Now”, che ha coinvolto in prima persona

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Alberto Vacchi Bebe Vio Carlo Ratti

gli ospiti dell’assemblea nel confezionamento di diecimila razioni di cibo. Nasce anche il format dell’International Club: le imprese manifatturiere del territorio hanno l’opportunità di incontrare buyer esteri nell’ambito di appuntamenti b2b dedicati. Nel 2014, la prima di Farete negli spazi di BolognaFiere, la vera mattatrice della due giorni è stata la schermitrice paralimpica Beatrice Vio, protagonista di un toccante intervento suggellato dalla standing ovation della platea. Tra gli altri, ospiti di questa

edizione sono stati Romano Prodi, Giorgio Squinzi, Gianfelice Rocca, Gianluca Dettori, Michael G. Plummer, l’architetto Carlo Ratti, Marco Gay e Maurizio Marchesini.

L’edizione di Farete del 2015, proclamato dall’ONU anno internazionale della luce, si è accesa simbolicamente con la mostra “Italian Light”, la collezione dedicata alla storia del design italiano dell’illuminazione domestica costituita da 50 esemplari originali d’epoca, rari e non più in produzione, che dopo essere andata a Bangkok, Hong Kong, Shanghai, Taipei e in altri luoghi internazionali è stata ospitata nella due giorni. Sul palco le preziose testimonianze dei protagonisti degli investimenti più importanti a Bologna: Stephan Winkelmann con Lamborghini, Eugenio Sidoli con Philip Morris Italia, Alessandro Corrente con Danfoss Power Solutions Italia, Erwin Rauhe con Basf Italia e Massimo Romani con Alcisa Italia.

Ad animare l’Assemblea pubblica di Farete 2016 che nel frattempo, viene percepita sempre più da imprenditori e stakeholder come l’evento economico di più grande richiamo della città, sono stati l’economista Jean-Paul Fitoussi, il fisico e all’epoca presidente della Commissione Grandi Rischi Sergio Bertolucci e il sociologo Enrico Finzi. Sul palco anche l’Arcivescovo di Bologna, Monsignor Matteo Zuppi. Nell’area espositiva viene presentato il progetto vincitore di Green Academy, il primo concorso internazionale di idee collegato all’iniziativa Ripartire dalla bellezza, organizzato in collaborazione con YAC, per trasformare lo stabilimento dell’ex cartiera di Marzabotto in eccellenza della formazione.

Il 2017 è il primo anno della nuova Associazione, Confindustria Emilia. La kermesse a BolognaFiere viene presentata da Simone Spetia e da Pepper, il robot dell’Innovation Center di Intesa

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Stephan Winkelmann Eugenio Sidoli Mons. Matteo Zuppi Simone Spetia e Pepper

San Paolo. Il 2017 segna anche l’inizio di diverse iniziative collaterali. Prende il via la Borsa del Turismo industriale il cui obiettivo è dare visibilità e promuovere le eccellenze di archeologia industriale, i musei aziendali e le visite agli stabilimenti produttivi del territorio emiliano. C’è spazio per “Emilia 4.0 - 1° Wave Tour”, lo scouting tour che ha l’obiettivo di trovare studenti, startup e aziende innovative nel campo della nuova manifattura digitale e dell’industria 4.0. Sempre nei padiglioni di Farete si tiene a battesimo la “Teen Parade” di Radioimmaginaria, unica radio creata e gestita da teenager con le sue 40 redazioni in Italia e in Europa, volta alla contaminazione creativa di adolescenti e imprese con la partecipazione, tra gli altri, di Gianni Morandi. Tra gli ospiti di richiamo Kerry Kennedy, Rodolfo Fracassi e Noreena Hertz per parlare di diritti umani, sostenibilità e cambiamento. Alla settima edizione, come al solito un pienone di imprenditori, manager e rappresentanti del mondo politico e sociale emiliano. Dopo la relazione del presidente Alberto Vacchi, sul palco dell’assemblea pubblica si avvicendano l’economista Daniel Gros e l’allora presidente di Confindustria Vincenzo Boccia. Un ampio spazio poi viene dedicato all’Area Farete Scuola e ai numerosi progetti rivolti al mondo della scuola e della formazione su cui l’associazione punta per valorizzare la cultura

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Kerry Kennedy Daniel Gros Paolo Nespoli Gianni Morandi Alessandro Baricco

tecnica e d’impresa. Tra gli ospiti spiccano il blogger e divulgatore informatico Salvatore Aranzulla, il giornalista di guerra Fausto Biloslavo, il professore dell’Università di Bologna, Roberto Grandi, e lo scrittore, giornalista e attivista Iacopo Melio. Al centro di Farete 2019 c’è il primo anno della presidenza di Valter Caiumi. Che porta sul palco tra gli altri Beatrice Weder di Mauro, presidente del CEPR, lo scrittore Alessandro Baricco e l’astronauta Paolo Nespoli. Continuano poi a incamerare adesioni le iniziative collaterali Farete Scuola, Bti, International club e a fare un’ottima prima impressione le novità targate Open Hub, il nuovo spazio dedicato all’Open Innovation con 46 startup

provenienti da tutta Italia, e il Desk Tax & Legal Global Services, con le consulenze specialistiche one to one in ambito fiscale, legale e societario.

E arriviamo, infine, all’ultimo anno della nostra panoramica, il 2022. Dopo due anni di stop forzato a causa del Covid, la nuova edizione di Farete, la nona, focalizza la sua assemblea pubblica sui temi della sostenibilità e del metaverso. Ad approfondirli vengono chiamati Alex Bellini, esploratore, speaker motivazionale e performance coach, e Marco Savini, fondatore di Big Rock ed esperto di computer grafica.

Sul palco principale di Farete diventa protagonista anche il mondo dello sport, in

particolare del basket italiano, con la Virtus Segafredo Bologna che racconta il proprio rapporto con i tifosi e il legame con la città e le imprese del territorio mentre a chiudere come di consueto la due giorni è l’evento dei Giovani Imprenditori che dopo l’intervento del presidente Michele Poggipolini ospita, tra gli altri, Monica Liverani di Azimut Capital Management, Francesco Ramazzotti di B-Ilty, Fabio Nalucci di Gellify, Matteo Maccagnan di Studio Torta, Andrea Malacriola di Adecco, Matteo Borsari di Florim Ceramiche, Andrea Moschetti di FAAC e Franco Stefani di System Ceramics.

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Marco Belinelli Alex Bellini Valter Caiumi Marco Savini

Formare i formatori: torna “Masterclass for STEAM”

Aperte le candidature per la terza edizione del progetto di Confindustria Emilia Area Centro e Fondazione Golinelli dedicato agli insegnanti delle scuole secondarie di tutta Italia di Marianna Saguatti

Sono aperte dallo scorso gennaio le candidature per la terza edizione di “Masterclass for STEAM”, il percorso di formazione continua, gratuito, ideato da Fondazione Golinelli e Confindustria Emilia Area Centro. Destinato a 22 docenti della scuola secondaria di I e II grado di tutto il Paese, il progetto ha come obiettivo la diffusione delle materie e dell’approccio STEAM (integrazione tra Scienze, Tecnologia, Ingegneria, Arte e Materie Umanistiche e Matematica) nelle scuole.

La prima fase del percorso si terrà dal 17 al 21 luglio 2023 presso l’Opificio Golinelli e il Liceo Steam International di Bologna. Questa settimana di formazione sul campo prevede laboratori e workshop STEAM su tecnologie e strumenti integrabili nella quotidianità scolastica come il machine learning, le IA e il rapporto uomo-macchina, realtà aumentata e virtuale, meccaniche di gioco e gamification sia analogiche che digitali, analisi dei dati, focus su topic connessi alla sostenibilità, open schooling, integrazione e progettazione empatica di esperienze. A completare il programma: workshop sulle pratiche didattiche per ripensare l’approccio STEAM e renderlo ancora più diffuso e interdisciplinare; focus group facilitati da tutor esperti affinché i corsisti possano condividere le proprie competenze e costruirne di nuove in un'ottica trasformativa.

Durante la seconda fase, prevista da agosto a dicembre 2023, i partecipanti della Masterclass torneranno nelle proprie scuole in veste di ambasciatori, per formare a loro volta i colleghi sulle metodologie e gli strumenti appresi e ideare con loro percorsi di-

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formazione
Photo credit Rodolfo Giuliani

dattici da sperimentare con i propri studenti. Con il supporto della faculty, l’utilizzo di toolkit predisposti ad hoc e una piattaforma online, ogni insegnante potrà avviare progetti di formazione tra pari ed entrare a far parte di un network che offre in modo sistematico supporto e spunti di riflessione per l’innovazione delle pratiche scolastiche. “Il valore della contaminazione tra il mondo dell’istruzione e quello delle imprese è al centro di numerose azioni che come Associazione stiamo portando avanti ormai da anni. Oggi più che mai crediamo nell’importanza di investire sulla formazione e l’aggiornamento degli insegnanti con un approccio stimolante e multidisciplinare, pensato per incoraggiare, nel nostro territorio e nell’Italia tutta, modelli didattici innovativi e sperimentali tipici del metodo STEAM, che mettano al centro le sfide del nostro tempo e dei mercati di tutto il mondo.

Per il terzo anno consecutivo, la collaborazione con Fondazione Golinelli ci consentirà di raggiungere decine e poi centinaia di docenti e, grazie al loro contributo e al modello a cascata proprio di Masterclass for STEAM, migliaia di studenti, in un circolo virtuoso che contiamo di replicare negli anni a venire”, afferma Tiziana Ferrari, direttore generale di Confindustria Emilia Area Centro.

“Rendere i giovani capaci di immaginare e creare innovazione è una sfida che i docenti di tutto il Paese affrontano ogni giorno. È di importanza fondamentale formare i formatori, dare loro gli strumenti per fare proprio un approccio olistico alla cultura. L’alleanza con Confindustria Emilia Area Centro, con un progetto che, giunto alla sua terza edizione, contribuisce allo sviluppo del sistema scolastico nel segno dell'interdisciplinarietà e dell'innovazione, sposa perfettamente questo obiettivo.

Il programma ha creato negli anni una rete di insegnanti che ha fatto propri gli stimoli e gli strumenti metodologici appresi, permettendo loro di avviare e gestire, nei propri contesti territoriali di riferimento, percorsi trasformativi, diffondendo l’approccio STEAM alla didattica e coinvolgendo alunni e colleghi”, commenta Antonio Danieli, vice presidente e direttore generale di Fondazione Golinelli.

La terza edizione della Masterclass for STEAM si inserisce infatti in un percorso avviato nel 2021 che in questi due anni ha coinvolto attivamente 44 insegnanti da tutta Italia in oltre 100 ore ciascuno di formazione e ricerca.

Ulteriori 480 docenti sono stati successivamente coinvolti dai partecipanti e da Fondazione Golinelli, in appuntamenti dedicati alla formazione e progettazione didattica integrata nelle rispettive scuole. In tutto sono stati raggiunti più di 3.600 studenti. La chiusura delle candidature per la Ma-

sterclass for STEAM è prevista per il 26 aprile alle ore 18. Si conferma, anche quest’anno, il forte legame che l’iniziativa ha con il territorio: ai formatori provenienti dall’Emilia-Romagna sono riservati infatti quattro dei 22 posti disponibili. Grazie al sostegno di Confindustria Emilia Area Centro e Fondazione Golinelli tutti i partecipanti selezionati beneficeranno di borse di studio a copertura delle spese di formazione, vitto e, per coloro provenienti da altre regioni, anche alloggio.

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Study in Action introduce la gamification

Dal 1° febbraio 2023 sulla piattaforma e-learning di Confindustria Emilia è possibile seguire gratuitamente nuovi corsi progettati per le imprese associate e i loro dipendenti con la metodologia della gamification. di MS

Study in Action si arricchisce di nuovi contenuti. Dallo scorso 1° febbraio, infatti, la piattaforma e-learning di Confindustria Emilia ha avviato nuovi corsi progettati con la metodologia della gamification. In particolare, i due percorsi formativi, “Wellbeing: stare bene e lavorare meglio” e “Competenze strategiche: sviluppare la propria professionalità”, si articolano in dieci corsi ciascuno e sono rivolti al benessere e alle competenze strategiche dei collaboratori delle aziende associate. Partecipando al Game dell’Associazione nei tempi definiti, i collaboratori delle imprese associate che completeranno per primi i percorsi formativi si aggiudicheranno una serie di premi messi a disposizione da Confindustria Emilia. L’obiettivo, infatti, è seguire più corsi nel minor tempo possibile e, secondo il meccanismo della gamification, ogni corso completato permette di acquisire 100 punti e un badge da condividere sui propri canali social. I primi 100 utenti che completeranno il numero prestabilito di corsi riceveranno i premi.

Ben lontana dall’essere semplicemente “una formazione basata sui giochi”, la gamification è un processo teso a migliorare il coinvolgimento, la motivazione e gli atteggiamenti dei lavoratori, all’interno di un sistema di apprendimento basato

sulle dinamiche tipiche del gioco - come i livelli da superare, le classifiche da scalare, i premi da vincere.

Con una formazione gamification è possibile sviluppare soft skill, considerate oggi imprescindibili in qualsiasi professione, abilità e competenze distintive di ogni lavoro, attraverso esperienze che coinvolgono i collaboratori e li motivano a raggiungere un obiettivo.

Considerate le opportunità e i benefici che la metodologia della gamification può portare all'interno dell’organizza -

per incentivare la partecipazione.

Attiva dal 2021, la piattaforma e-learning Study in Action di Confindustria

Emilia nasce con lo scopo di condividere percorsi formativi e di retraining delle figure professionali per accompagnare le imprese emiliane verso la trasformazione digitale e per far crescere la cultura digitale consentendo una più agile conciliazione dei tempi imprese/formazione/ famiglia.

zione aziendale, la proposta e-learning di Confindustria Emilia, che mira a supportare l’autoapprendimento e il coinvolgimento della forza aziendale, è un esempio che potrà essere ulteriormente sviluppato dalle imprese in funzione delle proprie esigenze formative.

Le aziende potranno, infatti, avvalersi delle funzionalità della piattaforma e personalizzare il proprio percorso formativo, condividendo con i dipendenti esclusivamente i corsi di proprio interesse e adottando la metodologia della gamification

Tramite la piattaforma è possibile favorire la formazione continua dei dipendenti attraverso un aggiornamento innovativo e dinamico teso a migliorare le competenze professionali e l’analisi della filiera. I corsi di formazione e-learning sono gratuiti per le aziende associate a Confindustria Emilia ed è possibile usufruire dei singoli corsi senza vincoli di orari, potendo scegliere tra una serie di contenuti formativi condivisi dalle diverse realtà del territorio e, nella sezione Language Hub dedicata alle lingue, a percorsi formativi linguistici per imparare 12 lingue diverse.

L’App di Study in Action è disponibile per iOS su App Store e per Android su Google Play.

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formazione
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sociale

Una sanità da migliorare, con generosità e partecipazione

Giacomo Faldella, già neonatologo del Policlinico e presidente della Fondazione

Sant’Orsola, racconta i progetti e gli obiettivi per l’anno in corso. Ma anche il valore di un ente che conta su 15 imprese nella governance, 227 volontari e 28 mila donazioni

Partiamo da uno dei nuovi progetti che ci coinvolge.

“Il prossimo servizio che Fondazione Sant’Orsola donerà ai pazienti dell’ospedale è nato da una chiacchierata sul terrazzo di Confindustria Emilia. L’associazione degli industriali emiliani ci ha offerto di aprire a tutti i pazienti ricoverati al Sant’Orsola la possibilità di frequentare, supportati dai nostri volontari, i corsi di formazione di Study in Action, una piattaforma che mette a disposizione corsi di formazione e-learning gratuiti. È una cosa che può apparire piccola, ma ha un grande valore, perché contribuirà a rendere i giorni di ricovero comunque pieni di vita”.

Proviamo ora a tracciare il quadro dei vostri interventi.

“L’obiettivo di fondo di Fondazione Sant’Orsola è essere a fianco di chi vive un percorso di cura per migliorare accoglienza e terapie. Per questo investiamo innanzitutto sull’innovazione: con oltre 500mila euro abbiamo portato al Sant’Orsola un lettino digitale che rende più efficace e sicura la radioterapia per i bimbi e una macchina che, mantenendo battente il cuore dopo la donazione, rende possibili più trapianti. Ma siamo ancor più impegnati sul fronte dei servizi per le persone”.

Quali sono le sfide per quest’anno?

“Un reparto tutto nuovo per i pazienti di Oncologia; far vivere il primo centro per il benessere dei pazienti con barbiere e parrucchiere dentro all’ospedale; mantenere aperta Casa Emilia dove in 22 appartamenti si accoglie gratuitamente chi deve rimanere a lungo a Bologna per terapie o

controlli; costruire “Il parco della luna”, un piccolo padiglione immerso nel verde dove i piccoli pazienti ricoverati possano fare attività integrative. Sono solo alcuni dei 15 progetti che puntiamo a realizzare, grazie alla partecipazione di tutti”.

Cosa significa essere una “fondazione di partecipazione”?

“Fondazione Sant’Orsola è nata quattro anni fa dalla volontà di nove imprese, che nel frattempo sono divenute 15. Le imprese non donano soltanto, ma sono nella governance, costituiscono il consiglio di amministrazione dell’ente, dimostrando con i fatti il grande ruolo che le aziende possono giocare nella gestione dei beni comuni, la funzione pubblica che possono svolgere. Che cosa le unisce? Il desiderio di restituire qualcosa alla comunità in cui sono nate e cresciute. Un secondo aspetto rilevante è

che i progetti nascono dall’ascolto di chi vive l’ospedale tutti i giorni: dai pazienti agli infermieri, dai medici ai familiari. Sono concreti, rispondono a bisogni reali perché nascono dal basso; per essere realizzati, poi, devono essere approvati dalla direzione dell’ospedale. Così, la Fondazione unisce base e vertice”.

C’è un progetto che sintetizza il vostro approccio, nella relazione con il pubblico?

“Il sistema sanitario dà la logopedia ai bimbi che nascono con la sindrome di Down a partire dal quarto anno di vita. Troppo tardi. Con il progetto ‘Guarda come cresco’ abbiamo dato la logopedia precoce, da 0 a 6 anni, a 43 bambini. Non solo: con un corso annuale insegniamo a 40 logopediste a realizzarla altrove e con un progetto di ricerca con Unibo vogliamo dimostrare l’efficacia

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del nostro approccio, che migliora la qualità della vita dei bambini e, anticipandola, riduce la spesa di welfare. L’obiettivo, insomma, è indurre il pubblico a cambiare e migliorare, non limitarci a fare da stampella”.

E avete trovato riscontro tra le persone?

“Assolutamente sì. I progetti si realizzano grazie alla partecipazione di tanti: in quattro anni abbiamo coinvolto 28 mila donatori: oltre 400 imprese e migliaia di cittadini. La trasparenza libera la generosità delle persone: far vedere che insieme si possono migliorare le cose, raggiungere risultati concreti e importanti accende il desiderio di partecipare. I nostri promotori coprono tutte le spese di funzionamento della Fondazione, dal personale alla raccolta fondi, e grazie a questo garantiamo che il 100% di ogni donazione che arriva vada al progetto a cui è stata dedicata: un elemento di trasparenza importante, che facilita la partecipazione. La garanzia proviene dal metodo che ci siamo dati: rendicontare sempre come vengono impiegate tutte le donazioni. Le informazioni si trovano sul nostro sito (www.fondazionesantorsola.it)”.

Ma anche limitarsi a rendicontare sembra non vi basta più

“Dopo averlo sperimentato su Casa Emilia nel 2022, abbiamo deciso di fare un passo ulteriore: quest’anno iniziamo, con il centro studi AICCON, un lavoro per misurare l’impatto che quello che facciamo ha sui pazienti ma anche sull’ospedale, sulla città, sulle imprese che partecipano. Fotografare il cambiamento che si genera, per vedere cosa funziona e cosa meno e migliorare sempre: questo è il nostro obiettivo”.

Con un importante valore aggiunto “I nostri volontari: 227 persone che ogni giorno realizzano nove servizi diversi per i pazienti, dall’aiuto ai pasti all’accoglienza negli atri, dal dono di un libro che chiunque è ricoverato può chiedere all’accompagnamento nel Day hospital oncologico. Hanno un’età media di 44 anni, perché ci sono pensionati ma anche tanti giovani e moltissimi lavoratori. Sono un motore di solidarietà sul campo, quotidiano e continuo”.

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Catalogo manageriale 2023 e sicurezza

La formazione che lascia il segno

CATALOGO

Con l’obiettivo di offrire una proposta didattica sempre più completa e strutturata, Nuova Didactica propone ogni anno un Catalogo Manageriale frutto di un’articolata progettazione che privilegia la breve durata e il coinvolgimento diretto del partecipante, sia esso imprenditore, manager, professionista o tecnico. I corsi sono realizzati in presenza o a distanza (in sincrono) durante tutto l’anno.

Il valore della conoscenza

È un valore che stimola le idee, che si scambia, si diffonde e si riproduce, dando origine alla cultura aziendale e investire nella cultura aziendale, oggi, è l’unica via per ottenere sviluppo e crescita dell’economia, indispensabili per far fronte alla più grande crisi strutturale, economica e finanziaria degli ultimi 50 anni.

L’offerta formativa per il 2023

È stata progettata in linea con i temi più richiesti dalle imprese e ha l’obiettivo di creare valore e scambio di competenze per potenziare la crescita professionale individuale e collettiva e la competitività sul mercato. Tra nuovi corsi e proposte formative più consolidate, in presenza o a “distanza” (modalità online sincrona) l’offerta formativa del 2023 traccia scenari di sviluppo delle professionalità che consentano di anticipare contesti futuri e rafforzare la crescita.

Come funziona il catalogo manageriale?

LE AREE TEMATICHE

Per rendere più semplice e immediata la consultazione del catalogo e la ricerca dei temi di proprio interesse, tutti i corsi sono organizzati nelle seguenti aree tematiche:

1. TRASFORMAZIONE DIGITALE E INNOVAZIONE

2. SOSTENIBILITÀ

3. SOFT SKILLS

4. MANAGEMENT TOOLS

5. CORSI FUNZIONALI:

• LEGALE E FISCALE

• AMMINISTRAZIONE, FINANZA E CONTROLLO

• OPERATIONS & SUPPLY CHAIN

• RISORSE UMANE

• COMMERCIALE, MARKETING E COMUNICAZIONE

• INFORMATICA E TECNICA

Info e contatti

Sara Seghedoni Dir. 059/247906 Cell. 329/5799352 seghedoni@nuovadidactica.it

SCUOLA DI MANAGEMENT

CONFINDUSTRIA EMILIA AREA CENTRO

SICUREZZA e SALUTE

Ogni anno il 28 Aprile si celebra la Giornata mondiale per la salute e la sicurezza sul lavoro per promuovere e diffondere la cultura della sicurezza, richiamando l’attenzione sull’importanza della prevenzione.

Salute e sicurezza vanno perseguite tramite una cultura della prevenzione che si crea con la formazione e l'informazione.

Da oltre 20 anni Nuova Didactica crede nel valore della sicurezza sul lavoro, al centro delle strategie di impresa per la competitività e la crescita.

La cultura della sicurezza va oltre agli obblighi normativi: non c’è sicurezza se non c’è prevenzione e la prevenzione passa necessariamente per uno stile di vita sano.

Se stiamo bene viviamo meglio, lavoriamo con energia, siamo in grado di organizzare la nostra vita quotidiana, di occuparci della famiglia e di ricaricare le batterie nel tempo libero.

Anche l’INAIL incentiva le aziende che investono su una formazione che aiuta i lavoratori a adottare comportamenti responsabili e quindi sicuri per tutti.

Per questo Nuova Didactica propone una serie di iniziative che connettono la SICUREZZA con la SALUTE.

• BLSD corso teorico pratico su tecniche e manovre di rianimazione cardiopolmonare con defibrillatore semi automatico esterno

• INFOBESITY per difendersi dal sovraccarico e dalla dipendenza da troppe informazioni

• ALIMENTAZIONE SANA per mangiare bene (anche fuori casa) e lavorare meglio

Info e contatti Antonella Floris Dir. 059 247929 sicurezza@nuovadidactica.it

www.nuovadidactica.it

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sociale

Si parte con “La Terrazza dei bambini” al Rizzoli

in partenza il progetto dal nome evocativo “La Terrazza dei bambini”: si tratta della costruzione di nuovi spazi polifunzionali sulla terrazza del monoblocco ospedaliero, dedicati in particolare ai pazienti pediatrici e oncologici e alle loro famiglie per permettere loro, quando costretti a lunghi periodi di degenza, di trascorrere ore in attività didattico-ricreative senza interrompere il percorso terapeutico e riabilitativo.

È un obiettivo ambizioso, ma sicuramente all’altezza della vostra Fondazione.

Federica Guidi: “Dopo alcuni mesi di lavoro a stretto contatto con la direzione del Rizzoli e con i professionisti che qui lavorano, abbiamo individuato questo come progetto prioritario cui dedicare le nostre raccolte fondi perchè i nuovi spazi rappresentano nuove opportunità per i pazienti di cui il Rizzoli si prende cura e per chi li accompagna in questo percorso. C’è un’intera comunità che vive il periodo trascorso in ospedale a fianco dei pazienti più piccoli, e la terrazza garantirà un luogo di socialità e accoglienza per le famiglie, gli operatori sanitari, le insegnanti della scuola in ospedale, i volontari delle associazioni”.

Come si procederà?

Anselmo Campagna: “La Terrazza dei bambini sarà realizzata in stretta connessione con i lavori di consolidamento sismico, finanziati con fondi PNRR, a cui sarà sottoposto l’intero monoblocco. Questi lavori inizieranno tra la fine di quest’anno e

l’inizio del 2024, mentre il completamento della terrazza è previsto entro il 2025. Il progetto è finanziato per 2,2 milioni di euro da un contributo che la Regione Emilia-Romagna erogherà allo IOR, mentre la Fondazione sosterrà gli oneri della progettazione architettonica dei nuovi spazi e finanzierà con raccolte fondi successive la realizzazione degli interni e gli arredi”.

Che caratteristiche avrà questa nuova area?

Anselmo Campagna: “Il nuovo spazio occuperà circa 800 metri quadri, sarà modulabile e suddiviso in diverse macroaree, non rigidamente definite ma sottintese attraverso i particolari degli arredi e delle finiture: dallo spazio biblioteca e ludoteca, dove poter studiare e consultare libri, a quello learning, dove poter organiz-

zare gruppi di studio con gli educatori e svolgere diverse attività; dall’area didattica a quella Kids, dedicata ai pazienti più piccoli, fino alla zona laboratorio che si estenderà anche a una loggia-serra adiacente, dove svolgere attività manuali ed esperienziali, fino anche ad uno spazio eventi, dove sarà possibile organizzare spettacoli di musica o teatro, conferenze e proiezioni. Il progetto della terrazza sarà ecosostenibile e con un basso impatto paesaggistico. L’ampia facciata vetrata, oltre a favorire la vista sul centro storico, ridurrà la netta separazione fra interno ed esterno favorendo, inoltre, l’ingresso di luce naturale in tutta la struttura”.

Avrete bisogno della generosità di molti donatori.

Federica Guidi: “Si è vero, ma grazie al lavoro di questi primi mesi abbiamo vi-

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Il progetto della Fondazione Istituto Ortopedico Rizzoli porterà nuovi spazi polifunzionali dedicati ai pazienti pediatrici e oncologici e alle loro famiglie. Ne parliamo con la presidente della Fondazione Federica Guidi e con il Direttore generale del Rizzoli Anselmo Campagna
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Federica Guidi, presidente della Fondazione Istituto Ortopedico Rizzoli, Anselmo Campagna, direttore generale dello IOR e alcuni membri del cda della Fondazione di RM

sto che la cittadinanza e il mondo della imprese sta rispondendo con entusiasmo e partecipazione alla nascita della nostra Fondazione. Stiamo anche organizzando un primo evento di raccolta fondi interamente dedicato a questo progetto e speriamo, con l’aiuto di tutti, di poter annunciare presto il raggiungimento del nostro obiettivo. Grazie a questo progetto potremo dare un grande contributo all’accoglienza dei piccoli pazienti che stanno molto a cuore alla Fondazione”.

Come possono le imprese e i cittadini partecipare a questa bella impresa?

Federica Guidi: “Le imprese possono diventare protagoniste di questo e di tutti i nostri progetti in molti modi: con donazioni una tantum, finalizzate a particolari progetti, o anche entrando nella cerchia dei soci partecipanti o sostenitori e impegnandosi ad un affiancamento duraturo nel tempo. Fare parte della Fondazione significa entrare in un network che rappresenta le maggiori imprese del territorio e sposarne i principi di accoglienza, cura, condivisione e amore per la storia e la cultura del nostro territorio. Sono molto felice di fare parte del gruppo di imprenditori che ha dato vita alla Fondazione per l’Istituto Ortopedico Rizzoli e di impegnarmi in prima persona al fianco di una realtà così importante del nostro territorio. Il nostro obiettivo è quello di affiancare il Rizzoli e supportarlo nella realizzazione di idee che ne affermino l’eccellenza e diano sempre maggiore valore alla ricerca, alla valorizzazione del suo inestimabile patrimonio storico, artistico e scientifico, all’accoglienza dei pazienti e delle loro famiglie con un occhio particolare anche alle necessità dei più piccoli, come si vede anche in questo caso specifico. Impegnarsi a lungo termine in un progetto come questo significa credere con forza nell’Istituto e nel suo lavoro, condividerne le finalità e fare un nuovo passo nella direzione di una città sempre più accogliente”.

Per info e donazioni: fondazionerizzoli.org/progetti/la-terrazza-dei-bambini

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6-7 SETTEMBRE 2023

BOLOGNA FIERE

HELP DESK M&A, AL VIA IL NUOVO SERVIZIO PER LE OPERAZIONI DI FINANZA STRAORDINARIA

Dallo scorso febbraio è attivo il nuovo servizio Help Desk M&A, nato in virtù dell’attualità del tema Mergers&Aquisition e delle crescenti esigenze riscontrate a riguardo. Il Desk mira ad agevolare il contatto tra imprese e soggetti interessati a operazioni di finanza straordinaria (Sell-Side o Buy-Side), facilitando l’incontro tra domanda e offerta.

L’obiettivo del servizio è di favorire un matching, attraverso una sezione dedicata sul nostro sito web che consenta di monitorare, in modo anonimo e riservato, tali operazioni di finanza straordinaria (vendita o acquisto di imprese).

LA BORSA DI STUDIO “MARIO POSSATI” 2023 ASSEGNATA A MOMOLU VARMAH

È stata assegnata a Momolu Varmah la Borsa di studio “Mario Possati” 2023, riconoscimento giunto quest’anno alla sua trentunesima edizione.

È infatti dal 1992 che la Borsa, promossa e finanziata da Confindustria Emilia Area Centro e Marposs e intitolata alla memoria dell’imprenditore bolognese, fondatore dell’azienda punto di riferimento mondiale nell’elettronica di precisione, permette a giovani talenti specializzandi nella sede bolognese della SAIS (School of Advanced International Studies) dell’Università americana Johns Hopkins, di perfezionare la propria formazione presso una delle principali realtà accademiche nel campo degli affari internazionali a livello mondiale.

Ancora una volta, tra tutte le zone del mondo rappresentate nel corpo studentesco di SAIS Europe, l’Africa resta la più bisognosa di aiuti economici. Per questo motivo, la Borsa di Studio “Mario Possati” 2023, tradizionalmente riservata a studenti dell’Est Europa, quest’anno è stata assegnata a Momolu Varmah, originario di Bopolu, nella Contea di Gbarpolu, in Liberia.

Convinto sostenitore dei diritti umani fondamentali, si è laureato nel 2022 alla Southwest Petroleum University, in Cina, con un Master in Business Administration (MBA), dopo aver conseguito una laurea in Demografia presso l'Università della Liberia nel 2018. Varmah ha alle spalle tre anni di esperienza lavorativa in una delle più grandi aziende di telefonia mobile in Africa, la Lonestar Cell MTN. Presso la Johns Hopkins University SAIS Europe spera di esplorare come il rapporto dell’Africa con il resto del mondo possa migliorare concentrandosi sulle questioni fondamentali dello sviluppo politico dell’Africa sud-sahariana quali il basso potere d’acquisto interno, la carenza di manodopera qualificata, l’accesso limitato al capitale, il malgoverno, l’instabilità politica e i diritti umani.

Alla cerimonia di consegna, che si è svolta lo scoro 14 marzo nella sede bolognese di Confindustria

Emilia Area Centro, oltre a Momolu Varmah, sono intervenuti Stefano Possati, presidente di Marposs, insieme al fratello Edoardo, vicepresidente della società; il presidente di Confindustria

In tal senso, la bacheca annunci dell’Help Desk M&A offre la possibilità di visionare le principali caratteristiche delle operazioni in evidenza. Imprese, advisor e potenziali investitori interessati a segnalare operazioni di finanza straordinaria possono inserire una richiesta compilando il form disponibile nella sezione Help Desk M&A per essere contattati dal Team di Confindustria Emilia e conoscere il servizio in dettaglio approfondendo le modalità di utilizzo. Per info: www.confindustriaemilia.it/servizi/ finanza/ma-helpdesk

ONLINE LA NUOVA GUIDA “CONSULENZA E PROGETTI”

È online da marzo scorso la nuova edizione della Guida “Consulenza e progetti” di Confindustria Emilia. Si tratta di uno strumento che vuole essere utile per descrivere

Emilia Area Centro, Valter Caiumi, insieme al direttore generale, Tiziana Ferrari; il vicedirettore della Johns Hopkins University SAIS Europe, Bart Drakulich, insieme al direttore dello sviluppo, Gabriella Chiappini.

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Da sinistra: Bart Drakulich, Tiziana Ferrari, Valter Caiumi, Momolu Varmah, Stefano Possati, Edoardo Possati e Gabriella Chiappini

le principali opportunità a disposizione delle imprese associate e i riferimenti delle varie aree che compongono l’Associazione, con una struttura di circa 100 professionisti concentrati nell’accelerare il business delle imprese con consulenze e progetti ad hoc.

ADDIO A BENIAMINO LA TORRE

Ha suscitato cordoglio a Sassuolo e nel distretto ceramico la scomparsa di Beniamino La Torre. Classe 1949, era nato a Pagliara, nel messinese, e si era stabilito a Sassuolo (Modena) a metà degli anni Settanta. Manager di comprovata capacità, è stato presidente di SAT, la municipalizzata che prima dell’avvento di Hera gestiva, in città, il servizio di raccolta rifiuti, oltre che fondatore e amministratore delegato e presidente di So.Sel, azienda modenese che fornisce servizi alle multiutility. La Torre era attivo anche nel sociale, complice l’impegno con il Lions Club Sassuolo, di cui è stato presidente nel 2010 e nel 2015.

È SCOMPARSO GIORGIO MINARELLI

al lancio dell’idea che poi è diventata la mostra Street Art. Banksy&co proposta da Genus Bononiae al Museo della Città di Bologna.

È VENUTA A MANCARE PATRIZIA GALLETTI

A un anno di distanza della morte del padre, Ermanno Galletti, fondatore della Galmar di Molinella (Bologna), attiva nella subfornitura elettronica dal 1979, è deceduta la figlia Patrizia, che insieme alla sorella Angela, è stata il motore dell’azienda di famiglia, nata dalla fusione, dopo il matrimonio di Ermanno Galletti e Marisa Cesari, delle rispettive ditte individuali che operavano già nel settore elettronico.

DECEDUTO MAURO BARBIERI

È venuto a mancare, a dicembre scorso, Mauro Barbieri, legale rappresentante di Fondstamp, di Nonantola (Modena). L’azienda opera nel settore della fonderia dal 1978 proseguendo una tradizione familiare iniziata 40 anni prima. Dedicatasi inizialmente alla produzione di particolari per macchine da legno, ha espanso la propria clientela in vari settori della meccanica.

È deceduto Giorgio Minarelli, figlio di Vittorio che nel 1958 lanciò sotto le Due Torri la Motori Minarelli, tra i più importanti produttori di motori due tempi. Giorgio Minarelli entrò in azienda nel 1980 e, dopo la morte del fondatore, portò l’azienda, nei primi anni Novanta, a una joint-venture con Yamaha per la produzione di motori a quattro tempi e propulsori con variatore automatico adatti agli scooter, dei quali la Minarelli divenne il maggior costruttore mondiale. Nel novembre 2001 il gruppo Yamaha acquisì il pieno controllo aziendale e quasi venti anni più tardi, nel 2020, l’azienda è tornata italiana sotto la proprietà al 100% di Fantic Motor. Minarelli, appassionato d’arte, è sempre stato attivo in quel campo, dalla presidenza della Gam

ULTIMO SALUTO A LUCIANO MARCHESINI

È scomparso, a 95 anni, Luciano Marchesini, presidente onorario della Galotti, che aveva fondato nel 1957 con il nome Impresa Marchesini e che, oggi, è guidata dalla terza generazione. Fu uno dei colossi del comparto immobiliare, tra i più innovativi, realizzando il comparto residenziale Meridiana, a Casalecchio, il complesso Porta nuova Varesine con le torri più famose nel cuore di Milano, e alcuni dei centri commerciali più importanti di Bologna, dal Centro Lame al Meraville, oltre al restauro di dimore storiche come il palazzo tra via D’Azeglio e via Farini.

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CONSULENZA e PROGETTI Inquadra il QR CODE e sfoglia la nuova guida ai servizi Beniamino La Torre Giorgio Minarelli Luciano Marchesini Patrizia Galletti

NUOVA DIDACTICA, INAUGURATI I NUOVI UFFICI

L’inizio del 2023 ha rappresentato un momento importante per Nuova Didactica, Scuola di Management di Confindustria Emilia: una nuova sede, all’interno dello stabile rinnovato che, da decenni, accoglie gli uffici dell’associazione degli industriali emiliani in via Bellinzona 27/A, a Modena, e sfide importanti in un mondo che ha sempre più bisogno di formazione.

Il taglio del nastro dei nuovi locali è avvenuto alla presenza di Alberto Bortoli, presidente di Nuova Didactica e amministratore delegato di Fresenius HemoCare Italia, di Emanuela Pezzi, direttore generale di Nuova Didactica e del Sindaco di Modena, Gian Carlo Muzzarelli. Proprio per inaugurare i nuovi uffici, la società modenese che dal 2015 a oggi conta oltre 100mila ore di formazione e oltre 25mila persone formate, ha organizzato lo scorso 28 febbraio nell’Auditorium di via Bellinzona, l’evento “Le persone al centro: da employee a human experience”, con l’obiettivo di proporre una riflessione per comprendere il fenomeno sempre più rilevante della centralità delle persone in azienda.

“Siamo ancora nel pieno di un trasformazione epocale che probabilmente cambierà per sempre gli attuali assetti organizzativi”, spiega Emanuela Pezzi, direttore generale di Nuova Didactica, “non abbiamo

risposte, ma è nostro dovere analizzare i nuovi trend per garantire la crescita delle aziende. Con questa iniziativa, riprendiamo una tematica iniziata un po' di tempo fa e che oggi più che mai si rivela attuale”.

All’evento, moderato da Emanuela Pezzi, hanno preso parte Alberto Bortoli, Andrea Bozzoli, amministratore delegato di HPE Group, Raffaella Caprioglio, presidente di Umana, e Francesco Noli, founder di Adsvanced-Performance advertising agency.

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Da sinistra: Alberto Bortoli, Gian Carlo Muzzarelli, Emanuela Pezzi e Rosina Longo
SAVE THE DATE Assemblea Generale - Parte Privata venerdì 12 maggio 2023 ore 15.00 Palazzo Albergati Via A. Masini, 46, 40069 Zola Predosa
Generali Shared Services | Nuovo headquarter | CCIAA Bologna

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sociale Si parte con “La Terrazza dei bambini” al Rizzoli

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CONFINDUSTRIA EMILIA AREA CENTRO

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Catalogo manageriale 2023 e sicurezza La formazione che lascia il segno

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sociale Una sanità da migliorare, con generosità e partecipazione

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Study in Action introduce la gamification

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Formare i formatori: torna “Masterclass for STEAM”

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Farete fa 10 l'evento

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L’efficienza delle filiere crea valore

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Consulenza di Direzione e Organizzazione per la PMI italiana I TUOI BUSINESS COACH

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Stampiamo su tutti i tipi di supporti.

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