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BIO, UNA RIVOLUZIONE EPOCALE Il Senato approva il Ddl Agricoltura: si va verso il marchio “Biologico italiano” Un’opportunità per i Professionisti del Comparto Agroalimentare
di Stefania Papa*
È
storia di questi giorni l’approvazione, da parte del Senato, del disegno di legge sull’agricoltura biologica. Il testo (atteso ora a Montecitorio per la terza lettura) istituisce, tra le altre misure, il marchio “Biologico italiano” di cui potranno fregiarsi “i prodotti biologici ottenuti da materia prima italiana”. Ora, al di là di alcuni punti controversi, tuttora oggetto di discussione (lascia perplessi, da un punto di vista scientifico, l’equiparazione, prevista dal Ddl, dell’agricoltura biodinamica a quella biologica), il provvedimento - una volta licenziato definitivamente nel successivo passaggio alla Camera - andrà a disciplinare un settore in forte espansione, nel quale noi Italiani possiamo vantarci, senz’altro, di essere tra i primi in Europa, sia in relazione alla superficie agricola destinata al bio (quasi due milioni di ettari, pari al 16%), sia come valore di mercato (si parla di un fatturato di circa 7 miliardi di euro). Segno evidente, insomma, di come i prodotti nostrani siano tra i più apprezzati al mondo, merito del rapporto, ormai sempre più consolidato, tra produttori e consumatori globali. *Consigliere dell’Ordine Nazionale dei Biologi, delegata alla Sicurezza Alimentare e delegata per le regioni Toscana e Umbria.
10 GdB | Maggio 2021
Ma non basta. La nuova legge, infatti, accompagnerà le imprese verso un percorso più organico a tutela del “tricolore”, delle nostre filiere e di tutti quegli imprenditori che hanno dimostrato di saper fare mercato meglio di altri, nel più totale rispetto del suolo e dell’ambiente che ci circonda. In particolare, giova sottolineare, in questa stessa sede, come la principale modifica introdotta dal Senato al “Ddl Biologico”, sia stata l’introduzione di un articolo aggiuntivo, contenente una delega al governo per emanare, entro 18 mesi, uno o più decreti legislativi per “procedere ad una revisione della normativa in materia di armonizzazione e razionalizzazione sui controlli per la produzione agricola e agroalimentare biologica”. Tali decreti, negli intenti del legislatore, dovranno “provvedere a migliorare le garanzie di terzietà dei soggetti autorizzati al controllo”, eventualmente anche “attraverso una ridefinizione delle deleghe al controllo concesse dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali”, e a “rivedere l’impianto del sistema sanzionatorio connesso”. Un “correttivo”, quest’ultimo, fondamentale, che chiama fortemente in causa la nostra professione, in termini di “speciali competenze”, dal momento che proprio nel campo della consulenza esplicata nel settore agro-alimentare, si sviluppa uno degli ambiti principali del “mestiere” di Biologo, inteso in asse con quello degli Agronomi.