Sui fondi a sostegno dell’intermodalità, in particolare sul Marebonus, deve cambiare il meccanismo che assegna gli incentivi agli armatori: invece devono arrivare direttamente agli autotrasportatori. E poi si faccia in fretta ad autorizzare le officine private ad eseguire le revisioni dei mezzi pesanti. Oggi circolano veicoli che da un anno non sono stati sottoposti a revisione perché le Motorizzazioni non sono in grado di garantire i tempi prestabiliti. È assurdo, pericoloso. Vale il discorso di prima: in ballo c’è la sicurezza. E la sicurezza non può essere “derogata”. Cosa ci ha insegnato questa emergenza e come è destinata a cambiare il nostro mondo? Ritengo che la lezione da imparare in fretta riguardi la necessità, ormai non più derogabile, di eliminare tutti quei lacci normativi e burocratici del tutto inutili che in questi anni hanno stretto l’intero settore della logistica, compromettendone lo sviluppo. Per esempio, oggi nei porti e negli interporti vengono applicate regole vecchie e assurde. Contemporaneamente occorre investire in politiche infrastrutturali. Ma, più in generale, deve cambiare la mentalità da parte di certi committenti e di certe aziende che mirano esclusivamente a tenere basse le tariffe senza pensare a favorire l’innovazione, la qualità dei servizi. Si abbia il coraggio e la responsabilità di guardare un po’ più avanti e non badare solo alla mera convenienza immediata. Proprio questo è il momento giusto per promuovere tutti insieme un sistema logistico fluido, efficiente a sostegno dell’interesse dell’intero Paese. Facciamo un gioco di squadra.
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