rispondere alla crisi. Occorre, lo chiediamo da tempo, un canale prioritario per le imprese attraverso il quale ottenere le risorse finanziarie. Molte aziende sono in totale affanno e lo saranno ancora di più nei prossimi mesi. Di qui la necessità di stabilire tempi certi di pagamento come i valori di riferimento, due nostre antiche “battaglie”. Non è sostenibile la concorrenza spietata di chi pratica tariffe al di fuori del mercato. Nelle ultime settimane, finito il lockdown, assistiamo a un’autentica corsa al ribasso. Da parte dei committenti, come degli intermediari. Si innesca un gioco perverso e spregiudicato alla fine del quale tutti gli oneri si scaricano sugli autotrasportatori. Ricordiamolo: non è colpa nostra se aumentano i prezzi di alcuni beni, anzi siamo i primi a subire direttamente gli effetti di questi meccanismi. Dopo questa esperienza drammatica ci sono pesanti incognite sul futuro, a partire dal prossimo autunno quando molte aziende faticheranno a non portare i libri in Tribunale. Per questo da parte dell’intero comparto logistico occorre fare un passo in avanti convinto per instaurare filiere più efficienti, moderne, digitalizzate e tecnologicamente evolute, per arrivare alla fine a un sistema che non sia dominato solo dagli interessi di alcuni attori a scapito degli altri. E poi, di base, occorre un impegno preciso da parte del Governo, delle istituzioni. Mi spiego. L’autotrasporto deve essere considerato un settore strategico per il Paese. Ce ne fosse stato ancora bisogno, in questi mesi ha dimostrato pienamente di esserlo. E se l’autotrasporto è un settore strategico riconosciuto, deve usufruire di adeguate forme di sostegno: economiche, politiche e sociali.
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