Scienze
Il rischio di ASCVD nei sopravvissuti al cancro Uno studio della dell’Ohio State University ha valutato il peso dell’associazione nei pazienti con una storia pregressa di tumore
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li adulti con una storia di cancro alle spalle vanno incontro a un più elevato rischio a 10 anni di malattia aterosclerotica cardiovascolare. È il risultato principale emerso nel corso di uno studio sviluppato dall’Ohio State Uni-
versity [1]. La ricerca, firmata dai ricercatori Xiaochen Zhang, Meghan Pawlikowski, Susan Olivo-Marston, Karen Patricia Williams, Julie K. Bower e Ashley S. Felix, ha indagato su un aspetto particolare della salute a medio e lungo termine degli individui che hanno avuto il cancro. Lo studio ha provato a verificare se e in che misura i pazienti sopravvissuti al cancro mostrino un rischio maggiore di sviluppare e morire per malattie cardiovascolari (CVD) rispetto alla popolazione generale. Il rischio è stato in particolare valutato a 10 anni: quello della malattia aterosclerotica cardiovascolare (ASCVD) è apparso elevato tra gli individui con una storia di cancro rispetto a quanti non ne avevano registrata una. Ecco, allora, che la valutazione del rischio e la sorveglianza clinica della salute cardiovascolare a seguito di una diagnosi di cancro, spiegano gli autori del lavoro, potrebbero potenzialmente ridurre il carico di malattia e prolungare la sopravvivenza, soprattutto per i pazienti con tumori specifici e che si sono rivelati ad alto rischio di ASCVD. La ricerca è stata condotta in un campione di popolazione statunitense rappresentativo a livello nazionale. I dati dei partecipanti, di età compresa tra 40 e 79 anni e senza storia pregressa di CVD, sono stati raccolti a partire dal database dello studio “National Health and Nutrition Examination Survey 2007-2016”. La storia di cancro dei singoli pazienti era stata auto-segnalata dagli stessi nel corso di quel monitoraggio, mentre il rischio a 10 anni di ASCVD è stato stimato utilizzando equazioni di coorte raggruppate. La popolazione complessiva osservata comprendeva 15.095 partecipanti, con un’età media di 55,2 anni: di
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questi, il 12,3% (pari a 1.604 individui) aveva riportato sui questionari una storia di cancro. A seguito delle elaborazioni, gli individui con una storia di cancro hanno mostrato maggiori probabilità di un rischio elevato di ASCVD a 10 anni: condizione che ha riguardato in particolare i pazienti con storia di cancro alla vescica e ai reni, alla prostata, al colon-retto, al polmone, ai testicoli o melanoma: per questi pazienti la maggiore probabilità di rischio di ASCVD a 10 anni è apparsa compresa in un valore tra il 2,72 e il 10,47. Un dato particolarmente interessante emerso ha riguardato l’età, che si è rivelata un modificatore dell’effetto. Una storia di cancro, infatti, è apparsa per esempio associata a una probabilità 1,24 volte più alta di un rischio elevato di ASCVD a 10 anni tra le persone di età compresa tra i 60 e i 69 anni, ma non con altri gruppi di età. Ricerca, cure e prevenzione hanno cambiato radicalmente negli ultimi anni le condizioni in cui il cancro va affrontato. Solo negli Stati Uniti d’America i tassi di incidenza del cancro sono da tempo costantemente in calo tra gli uomini e restano stabili tra le donne, e continua ad aumentare anche il numero di sopravvissuti al cancro, soprattutto in concomitanza con il costante invecchiamento della popolazione. Stime recenti dell’American Cancer Society e del National Cancer Institute dicono che al 1° gennaio 2019 vi erano più di 16,9 milioni di americani (8,1 milioni di maschi e 8,8 milioni di femmine) con una storia pregressa di cancro: secondo stime basate sulla crescita e sull’invecchiamento della popolazione, si prevede che questo numero raggiungerà più di 22,1 milioni entro il 1° gennaio 2030[2]. Nel 2016 i sopravvissuti al cancro che vivevano negli Stati Uniti erano circa 15,5 milioni, il 62% dei quali aveva 65 anni o più. La proiezione è che aumentino a 26 milioni entro il 2040 [3]. Nel 2019 i tre tumori più diffusi sono risultati quello alla prostata (3.650.030), al colon e retto (776.120) e il melanoma della pelle (684.470) tra gli uomini, quello