Ambiente
UN NUOVO “ORO” IN FONDO AL MARE Sono le olurie, comunemente detti “cetrioli di mare”, sempre più al centro di un mercato nero che le vede protagoniste in diversi Paesi del mondo
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l nuovo oro pescato illegalmente anche nei nostri mari è un “lingotto” dalla forma di cetriolo. Le oloturie, note come i cetrioli del mare, sono infatti sempre più al centro di un mercato nero che le vede purtroppo protagoniste in diversi Paesi del mondo. A richiederle è il mercato asiatico, sia il sud-est che la Cina, dove le oloturie vengono considerate (senza alcuna corrispondenza con la realtà) afrodisiache, e dove sono ambite sia come cibo che nella medicina tradizionale cinese. Eppure, questi echinodermi del mare dall’aspetto buffo, è importante che rimangano lì dove sono: hanno una funzione fondamentale all’interno degli ecosistemi. Grazie al loro spostarsi lungo i fondali, mantengono fertilizzati gli ambienti marini attraverso gli escrementi e – come dimostrato in diverse ricerche – sono decisivi nel far prosperare la vita. Visto che li stiamo perdendo, anche per questo da alcuni anni in Italia così come in altre zone del mondo è vietata la pesca di oloturie, esseri viventi che non sfuggono però alle dinamiche dei pesca-
54 GdB | Aprile 2021
tori illegali che le piazzano come “oro” sul mercato nero, dato che possono valere intorno a 250 euro al chilo e anche molto di più in caso di specie particolari. Nonostante i divieti, in Italia esiste purtroppo una tratta abusiva di oloturie: spesso vengono pescate illegalmente in Puglia o nell’Adriatico e poi caricate su furgoni e navi diretti in Grecia. Da lì, vengono rivendute sul mercato asiatico. Di esempi ce ne sono a bizzeffe. Di recente, sono arrivate condanne per pescatori salentini che stavano commercializzando illegalmente oltre 200 tonnellate di cetrioli di mare pescati in provincia di Lecce e persino in aree marine protette. Altri sequestri di questi “biorimediatori naturali”, capaci di ingerire e filtrare sedimenti e nutrienti, sono stati effettuati poi nel brindisino, al confine con l’Istria, nel palermitano, a Taranto e in numerosissimi altri luoghi, se si guarda soltanto all’ultimo anno. Nel frattempo, la pesca di frodo sta contribuendo a decimare le popolazioni di oloturie. Il Mipaaf, per ora, ha esteso il divieto di pesca fino al 31 dicembre 2021 ma da noi