Ambiente
LA MAPPA DELLE SPECIE ANCORA DA SCOPRIRE Lo studio dei ricercatori di Yale sulla vita ancora non identificata nel nostro Pianeta
E
se oltre a indagare le forme di vita conosciute nei vari habitat terrestri ci spingessimo a scoprire la vita nei luoghi ancora inesplorati? È un orizzonte di conoscenza che sul Pianeta potrebbe offrire ancora ampi margini di risultato. Ed è anche la missione che si sono dati alcuni ricercatori di Yale guidati da Walter Jetz, professore di ecologia e biologia evolutiva dell’università del Connecticut, negli Stati Uniti: obiettivo, tracciare le specie esistenti ma ancora non identificate e condividere un metodo adatto alla collaborazione di altri scienziati per implementare la mappatura. Del resto, «stando al ritmo del cambiamento ambientale globale, non c’è dubbio che molte specie si estingueranno prima che noi avremo avuto la possibilità di sapere della loro esistenza e la capacità di interrogarci sul loro destino - ha spiegato Jetz - Ma ritengo che una simile forma di ignoranza sia imperdonabile: ciò che dobbiamo alle generazioni future è colmare rapidamente queste lacune di conoscenza». A meno di un decennio dalla pubblicazione della “Mappa della vita”, un database globale ancora attivo, che dettaglia la distribuzione delle specie conosciute in tutto il Pianeta, gli scienziati del prestigioso ate-
60 GdB | Aprile 2021
neo hanno lanciato un progetto persino più ambizioso: creare una mappa dei luoghi in cui la vita deve ancora essere scoperta. La nuova mappa delle specie sconosciute è stata pubblicata sulla rivista “Nature Ecology & Evolution” ed è disponibile anche in una versione online. Basata su un protocollo di georeferenziazione, la mappa è interattiva, interrogabile per specie, luogo, caratteristiche ambientali del contesto. Mixando gli indicatori è possibile, per esempio, scoprire il valore percentuale della ricchezza o delle rarità che popolano determinate aree del mondo. Oppure, muovendo il mouse sulla mappa interattiva, è possibile scoprire che probabilità esiste di scoprire nuove specie in una precisa porzione dei cinque continenti. Secondo stime prudenti, infatti, solo il 10-20% delle specie sulla Terra è stato già formalmente descritto. Lo studio e la relativa piattaforma sono stati sviluppati a partire da domande “inverse” rispetto a quelle che circa dieci anni fa gli stessi autori