Mario Botta
L’introduzione del cosiddetto “lavoro remoto”, interpretato attraverso la comunicazione elettronica come un cambiamento solo strumentale, di fatto comporta uno stravolgimento totale della creatività, che ne risente profondamente. Il lavoro tradizionale lento, dallo schizzo iniziale al disegno, ai modelli e ai piani definitivi, portava con sé i tempi di riflessione, di critica e di continue modifiche. In altre parole offriva la possibilità di crescita per una qualità del progetto. Il lavoro a distanza purtroppo serve solo a chi progetta per catalogo, dove le soluzioni sono precostituite, schematiche e dozzinali. L’America e la Cina ne sono i massimi esempi. Non credo nelle nuove ere ma nella continuità data da generazione in generazione. Penso che la città trovi la propria forza nell’essere la storia dei popoli estinti. La città, ancora oggi, è la forma di aggregazione più bella, più performante, più funzionale, più flessibile, più intelligente che l’umanità, dal Neolitico fino ai 104