Michael Maltzan
È possibile che i sobborghi tornino a prenderci? La gran parte dello sviluppo storico della città in cui vivo e lavoro è stata definita dalla costruzione incessante di un tappeto apparentemente infinito di case unifamiliari, che si estendono orizzontalmente e senza sosta in tutte le direzioni. Inserite poco per volta in quel tessuto urbano sorgono una casa e un’altra e un’altra ancora… ognuna con il suo “cordone sanitario” costituito da un cortile anteriore, posteriore e laterale, che separa i vicini l’uno dall’altro a volte con una striscia di spazio vuoto, anche se altrettanto spesso quello spazio è colmato da un’orticoltura variegata che può mettervi radici. Quello spazio, e l’occasionale giardino, sono un lusso che ha finito per rappresentare l’immaginario di questa regione, benché nasconda le più inquietanti e insidiose divisioni e disparità sociali che affliggono Los Angeles, con la sua aspirazione di città “multiculturale”. Nel decennio scorso la traiettoria di questo genere 110