Cynthia Davidson
Ho lasciato la città che amo la sera del 12 marzo con mio marito, il mio gatto di venti anni, il computer e due valigie di vestiti e di libri. Con il sindaco di New York che parlava di chiudere le attività non essenziali per contenere la diffusione del coronavirus in città, sembrava importante non soltanto lasciare il mio solito treno affollato di pendolari ma concedersi l’auto privata, anche se soltanto per un soggiorno di due settimane nella casa in Connecticut dove di solito trascorro i fine settimana. Quelle due settimane sono ora diventate tre mesi, e ancora non è finita; tuttavia il tempo non ha una forma reale, con le ore che si fondono in giorni senza nome, e lo spazio, quando non è contrassegnato a intervalli di due metri nei negozi di alimentari, si è ora appiattito alla schermata di Zoom. Grazie a Zoom, vado a New York almeno due volte a settimana, riducendo 130 chilometri e un viaggio di due ore a un click su un link – e anche a Los Angeles, Denver, Zurigo e Milano. Tele51