Jean-Christophe Bailly
Speranza? La speranza di vita dell’architettura si tende su un arco che va dal cantiere alla rovina. Se si tende ancora quell’arco si ha, prima del cantiere, tutto lo spazio di ideazione e, oltre la rovina, quello della scomparsa. Ora, con la crisi che ha scosso il mondo intero, questa dilatazione continua del periodo di esistenza dell’architettura ha appena subito una significativa interruzione. Mentre si profilava in lontananza lo spettro di una generalizzata rovina indicizzata sul registro della catastrofe, per settimane i cantieri hanno cessato di esistere: le città, svuotate di abitanti visibili, non solo hanno preso ad assomigliare alle scenografie di un film che nessuno più poteva girare, ma hanno anche dovuto lasciare che si spegnessero al loro interno le aree, grandi o piccole, collegate alla loro permanente trasformazione. Forse questa esperienza della città immobilizzata, al di là di quello che ha potuto avere di spaventoso o di affascinante, potrebbe diventare uno spunto di riflessione che inda71