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16-02-2009
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7,37-39). Questo insegnamento è solennemente ripreso nell’Apocalisse con valenza escatologica: «A colui che ha sete darò gratuitamente acqua della fonte della vita» (21,6). L’autore mistico delle Odi di Salomone vi ha fatto eco in uno dei suoi poemi simbolici: «Acque parlanti toccarono le mie labbra, in abbondanza, dalla fonte del Signore, e così io bevvi e m’inebriai delle acque viventi che non muoiono»19. Queste citazioni permettono di comprendere il significato simbolico e mistico del rito della «coppa d’acqua pura». Poiché simboleggia, assieme alle altre due coppe, la vita divina donata da Cristo, ha la sua giusta collocazione tra le coppe di vino e di latte. Questo rito sta a significare che i neofiti sono entrati nell’era messianica, in cui dovevano scorrere il latte e il miele come nella Terra promessa. A sostegno di questa interpretazione, la visione dell’Apocalisse appena menzionata, che evocava l’annuncio di quest’era paradisiaca da parte del profeta Gioele: «In quel giorno le montagne stilleranno vino nuovo e latte scorrerà per le colline (...) Una fonte zampillerà dalla casa del Signore» (Gioele 4,18). Si noterà in questo testo la menzione di tre alimenti – vino, latte e acqua – corrispondenti alle tre coppe del rituale descritto da Ippolito di Roma. Moltiplicando queste citazioni, ho voluto mostrare quanto la simbologia biblica impregni la cultura religiosa dei primi cristiani. Si comprende così, per limitarsi al simbolo dell’acqua come bevanda spirituale, perché i primi artisti cristiani abbiamo spesso rappresentato la scena della Samaritana al pozzo, i quattro fiumi del paradiso e soprattutto la roccia di Oreb da cui scaturisce l’acqua salvatrice. Di quest’ultima scena, François Tristan ha contato circa duecento rappresentazioni solo nelle catacombe romane. Non si trattava, ancora una volta, di riportare semplici episodi storici, ma di illustrare il significato mistico dell’acqua viva. Il pane Il pane era l’alimento essenziale in Palestina come nei paesi di cultura mediterranea. Non veniva tagliato col coltello ma spezzato con le mani, da cui l’espressione ebraica «frazione del pane», che indica l’inizio di un pasto consumato assieme. «Mangiare pane con qualcuno» cominciò a significare «condividere un pasto». Nel Nuovo Testamento il pane è soprattuto utilizzato per simboleggiare il nutrimento, tanto intellettuale che spirituale. È così che Gesù presenta se stesso come «il pane della vita» (Giovanni 6,35,51), vale a dire un nutrimento indispensabile affinché l’umanità giunga alla vita eterna. Questa sarà simbolicamente descritta come il mangiare «pane nel regno di Dio» (Luca 14,15). È l’insieme di questa ricca simbologia che viene utilizzato nell’ultima cena. È noto che Gesù attribuiva un valore particolare al rito della «frazione del pane». È da questo gesto familiare che i discepoli di Emmaus lo riconobbero. Tutti i racconti dell’istituzione dell’eucaristia indicano che «Gesù prese il pane e lo spezzò». È così che l’espressione «frazione del pane» è divenuta per i cristiani il termine appropriato per designare la celebrazione dell’eucaristia. Il miracolo della moltiplicaSIMBOLI TRATTI DALL’AMBIENTE CULTURALE
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