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16-02-2009
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CAPITOLO QUINTO
EPISODI DELL’ANTICO TESTAMENTO E LORO SIGNIFICATO TIPOLOGICO Alcune scene bibliche tratte dall’Antico come dal Nuovo Testamento vengono spesso citate tanto dagli scrittori che dagli artisti cristiani, che si ispirano ad esse per il loro valore simbolico, «tipologico», perché sono considerate simboli di salvezza. Tutti questi simboli si articolano attorno alla figura centrale del Salvatore, Cristo, cui corrisponde l’altra figura, anch’essa centrale, quella del salvato, il fedele. La storia della salvezza sarà illustrata attraverso i personaggi e gli episodi dell’Antico Testamento, che prefigurano e preparano l’opera di Cristo, continuata nella Chiesa, il cui compimento e coronamento si realizzeranno nel regno di Dio. Tutti i repertori figurativi e simbolici, come le esposizioni dottrinali, s’inscriveranno all’interno di questo insieme. Ogni simbolo, che merita evidentemente uno studio specifico, non deve essere isolato, ma connesso alla prospettiva globale. Spesso, d’altronde, numerose figure simboliche ricorrono in un programma pittorico o in un ciclo di rappresentazioni che illustrano la salvezza, la liberazione, come si può constatare nelle pitture catacombali o nei rilievi dei sarcofagi: l’arca di Noè, il sacrificio di Isacco, Giona gettato in mare, Daniele nella fossa dei leoni, i tre ebrei nella fornace, Susanna, ecc. Occorre fare la stessa osservazione a proposito dei commenti patristici e del caso particolare delle preghiere per la salvezza. Ne danno eloquentemente testimonianza le preghiere dei martiri, come quella di Severo, martirizzato ad Adrianopoli, in Tracia, sotto Diocleziano, che si rivolge a Dio con queste parole: Tu che hai preservato Noè, liberato Isacco (...) Tu hai soccorso i tre giovani nella fornace. Tu hai chiuso la bocca dei leoni, salvato e nutrito Daniele. Tu non hai voluto che Giona annegasse nel mare (...) Tu hai liberato Susanna dai giudici iniqui (...) Tu ci hai guidati dalle tenebre alla luce eterna (...) Donami una parte della corona dei martiri (...) Che goda con essi del riposo, avendo confessato con essi il tuo nome glorioso.
Questo tipo di preghiere per la salvezza, costituisce anche il modello delle preghiere per coloro che sono in agonia1. ADAMO ED EVA
1. Adamo ed Eva con al centro il serpente volto verso Eva che lo ascolta, affresco, cappella della Pace, necropoli di Bagawat, oasi di Kharga, Egitto.
Nell’arte paleocristiana ritroviamo spesso la raffigurazione standardizzata di Adamo ed Eva ai lati dell’albero proibito, attorno al quale si attorciglia il Serpente tentatore. Spesso fa parte di un programma iconografico che si può definire «ciclo di salvezza», e che comprende l’arca di Noè, il sacrificio di Isacco, Giona gettato in mare, Daniele nella fossa dei leoni, i tre ebrei nella fornace, Susanna e i lubrici vegliardi e, immancabilmente, il Salvatore nei panni del Buon Pastore. Il cristiano di oggi non comprende bene la presenza della scena di Adamo ed Eva, che giudica insolita all’interno di una serie di immagini di salvezza. La considera essenzialmente negativa: essa rappresenta il peccato primordiale, il «peccato originale», la «caduta» che ha determinato la condanna dell’umanità dopo di loro. In poche parole, il contrario di un’immagine di salEPISODI DELL’ANTICO TESTAMENTO
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