presuppone dei principii indimostrati dalla scienza che li adotta, che sono gli assiomi aristotelici, “e dai quali discendono tutte le conclusioni posteriori”. Se non ci fossero “ma fossero tutti soggetti a dimostrazione, essi non potrebbero essere dimostrati all‟interno della loro propria scienza – perché nessuna scienza dimostra i suoi principii – e si dovrebbe ricorrere ad un numero infinito di scienze, anzi, non esisterebbe alcuna scienza”.292 Donde derivano tali princìpi? Mancando una legge scritta presso i pagani e i gentili, “è la coscienza ad indicare loro che cosa vada fatto e che cosa evitato”, intendendo per essa non la “disposizione di colui che ha la coscienza ma piuttosto l‟insieme dei princìpi costitutivi che permettono alla coscienza stessa di formarsi”. Una coscienza che è posta nei loro animi “per natura”. 293 Il fondamento del sapere è dunque extra-scientifico e originario. Essendo indimostrabile, è una fede. la fede pertanto è all‟origine di ogni sapere. E poiché tale fede originaria non deriva da conoscenze scientifiche, e spesso non si trova prescritta nei libri sapienziali o giuridici, essa è inscritta naturalmente nella coscienza umana, intesa appunto come fondamento di conoscenza. L‟aspetto interessante è che dai fondamenti non scientifici del sapere derivino “tutte le conclusioni posteriori”, quelle scientifiche e quelle non-scientifiche. Solo le prime conclusioni sono razionali, mentre le altre restano fideistiche. E fin qui siamo all‟interno dell‟orizzonte di coscienza greco. La coscienza cristiana dovrebbe ragionevolmente confidare nel sapere naturale, universale ed eterno, non in quello razionale e umano, temporale e fallace, come appunto sostiene Agostino nel De doctrina cristiana. 294 Invece inscrive il sapere divino nell‟orizzonte di coscienza razionalistico, per cui “nessuno può desiderare o compiere il bene se prima non lo ha conosciuto né può condannare, detestare o evitare il male se prima non lo ha conosciuto”.295 Ed è “questa conoscenza”, afferma Matteo, che
possiamo ripetere con Sloterdijk che “la filosofia è il suo spazio espresso nel pensiero”: P. Sloterdijk, Il mondo dentro il capitale (2005), tr. it. Roma, 2006, pag. 31.] 292 M. d‟Acquasparta, Il cosmo e la legge, pagg. 102-103. 293 Ivi, pag. 103. 294 Ivi, pag. 104. 295
Agostino, De trinitate, VIII 4, 6.
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