in senso dell‟universale etico-razionale non è più la supposta coesistenza di “due ordini di esistenza” umana, quello privato e quello pubblico, ma bensì la trasformazione dell‟ordine sociale spontaneo nel razionale e necessario ordine politico. L‟esigenza di un correttivo antropologico nasce dalla condizione stessa dell‟uomo naturale, esposto a possibili determinazioni culturali diverse da quella politica e interne alla naturale socievolezza, la quale dunque viene a sua volta trasformata in socievolezza politicizzata, ovvero in razionale socialità. Il dato antropologico di partenza della filosofia politica è tutt‟altro che naturale e originario, ma razionale e derivato, e pertanto proprio all‟ordine concettuale relazionale in senso ideologico, intendendo fondare un novus ordo politicus che sostituisca l‟ordine della natura, attraverso la costituzione di una seconda natura, quella che Rousseau indicava come “la civiltà”. Il dato strutturale della costituzione politica democratica è la “uguaglianza e parità dei cittadini”,340 ossia una condizione legale del tutto differente da quella reale, di tipo sociale ed esistenziale. La prevalenza della identità politica su ogni altra è il presupposto formale dell‟appartenenza civile, e pertanto del Governo quale “autorità sovrana della polis”.341 L‟elemento fondamentale della costituzione politica è la sostituzione del tradizionale Governo sociale, fondato sui valori etici, con il nuovo Governo politico, fondato sulla legge. Nell‟atto in cui si afferma la “traslazione” (Uebertragung) della sovranità comunitaria dal luogo naturale della società a quello artificiale della politica, si costituisce anche l‟etica concreta con un‟etica astratta dalle relazioni umane concrete. E l‟astrazione consiste appunto nell‟assunzione della cittadinanza come valore universale di uguaglianza tra gli uomini. Il parametro della cittadinanza si sposta dall‟elemento della disuguaglianza naturale all‟elemento dell‟uguaglianza politica, a una condizione cioè nella quale
stato significò per l‟uomo ricevere “accanto alla sua vita privata una sorta di seconda vita, il suo bios politikos. Ora ogni cittadino appartiene a due ordini di esistenza; e c‟è una netta distinzione nella sua vita tra ciò che è suo proprio (idion) e ciò che è in comune (koinon)”: H. Arendt, The human Condition, tr. it. cit., pag. 19. La cit. tra virgolette è tratta da W. Jaeger, Paideia. 340 Aristotile, Politica, III , 6, 1279 a, 9-10. 341
Ivi, 7, 26-30.
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