tutti i capi di imputazione della Chiesa contro la corona di Francia, che sarebbero stati oggetto del sinodo, vertenti appunto sulla superiorità del potere papale su quello civile. Il re impedì la pubblicazione dell‟ultima bolla pontificia, facendo diffonderne un‟altra a cura di Pietro Flotte dal titolo Deum time, “in cui a nome del papa si comunicava deformato ed esagerato il contenuto della bolla tenuta nascosta”, rendendo nel frattempo nota “una presunta risposta del re (Sciat maxima tua fatuits), in cui praticamente si affermava che il re non era sottomesso a nessuno negli affari temporali”, e che fu letta in una assemblea degli stati generali tenuta il 12 aprile 1302, da cui il Flotte ottenne l‟appoggio alla causa del re. 364 Scoperto la macchinazione regale, il papa minacciò Filippo di scomunica, riinovando il sinodo romano, in cui fu discussa la bolla Unam sanctam, pubblicata il 18 novembre 1302, che “diventò il documento più discusso di questo pontificato e forse anche di tutto il governo pontificio nel medioevo”. 365 Essa, riprendendo le tesi esposte nel trattato De ecclesiastica potestate di Egidio Romano, che proprio Bonifacio aveva voluto arcivescovo di Bourges nel 1295, fu redatta da Matteo, che ne anticipò l‟oggetto nel sermone che qui commentiamo. 366 Quivi il cardinale d‟Acquasparta, contestando ogni volontà malevola del papa verso il re, che “veniva ammonito con le dolci parole di una madre affinché desistesse da alcuni propositi e altri li correggesse”, affermava che “mai fu scritto in quella lettera”, la Ausculta fili appunto, “dal Sommo Pontefice o dai fratelli [del sacro Collegio] che [il Re] dovesse riconoscere che il suo potere [regnum] gli derivasse da alcuno”, come invece alcuni riferiscono asserendo che “gli derivasse dalla Chiesa”, “né tantomeno essa fu mai spedita”.367 Circa poi “la raccolta delle prebende
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Ibidem. H. Wolter, Loc. cit., pag. 398.
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J.A. Watt indica il sermone di Matteo “a gloss on Ausculta fili”, cit. da L. Mauro, Introduzione a M. D‟A., Il cosmo e la legge, cit., pag. 43. 367 “Referunt aliqui quod continebatur in illa littera quod dominus Rex deberet recognoscere regnum suum ad Ecclesia. Propter Deum, cesset murmur! Quia nunquam fuit scriptum in illa littera, quia nunquam fuit scriptum vel mandatum ex
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