Nel riferimento al contesto sociale, la decisione del Potere politico () è conseguente alla deliberazione di Governo (), quale sua determinazione operativa. Ed è in questa fondamentale differenza il senso della distinzione tra l‟Imperium della prospettiva costantiniana e federiciana, e la Monarchia proposta da Dante, per il quale “esse unum” è la “radix” dell‟ “esse bonum”657 . Il destino delle due dimensioni ontologiche, la politica e la spirituale, è di non poter essere dialettizzabili in senso logico poiché non afferiscono alla stessa sfera di esistenza, ma nel contempo esse sono inscindibilmente unite nella stessa esperienza umana, che perciò le riflette drammaticamente nella vita concreta di ogni uomo. Partendo dall‟unità singolare dell‟uomo, la sua proiezione universale si riflette in ambito sociale come “concordia”, intesa come “uniformis motus plurium voluntatum”, la cui radice è la “unità delle volontà”, che dunque è sinonimo di concordia.658 Dalla omogenea considerazione della voluntas individuale con la “unitatem voluntatum”, ossia con la “concordia”, è possibile per Dante stabilire una analogia tra la singolarità umana, l‟unità familiare e del consorzio civile e l‟unità dello stesso genere umano,659 sicché la volontà umana viene assimilata alla libertà politica e intesa alla stregua di un “pouvoir faire ce que l‟on doit vouloir”,660 dove “l‟accento”, come giustamente notato dalla Arendt, “è su pouvoir”, ossia “sulla capacità di fare”.661 Il fare è una attitudine legata alla possibilità di realizzare la volontà in un‟azione produttiva. Identificare la volontà col suo supposto prodotto, significa fare della prima una determinazione astratta e dell‟azione produttiva l‟unica realtà oggettiva della libertà dell‟attore. Ma è vero il contrario. Infatti, la volontà è l‟unico elemento concreto riferibile al soggetto agente,
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Dante, Monarchia, I, XV, 8-9, pag. 166. Ivi, XV, 20-23, pag. 167.
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“[…] Sicut homo optime se habens et quantum ad animam et quantum ad corpus est concordia quedam, et similiter domus, civitas et regnum, sic totum genus humanum; ergo genus humanum optime se habens ab unitate que est in voluntatibus dependet”: Ivi, XV, 38-42 pag. 168. 660 Montesquieu, Esprit des lois, XI, 3; tr. it., Torino, 1965, vol. I, pag. 273. 661
H. Arendt, Between Past and Future, tr. it. cit., pag. 215.
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