Catone. È un modo elegante per affermare di essere capace di parlare come lo avrebbe fatto Catone: c’è la dichiarazione di una sintonia intellettuale, ma anche una ben mascherata presunzione. La modalità di espressione, sintetica e oppositiva, Catonem, non me, è molto efficace.
II lessico
7. Memorabilem, “memorabile” e meminisse, “ricordare” sono parole che hanno la stessa radice che, in ultima analisi, risale a quella di mens, “mente”, MEN che rimanda al “pensare attivamente”: la memoria è un’attività della mente. Alla stessa radice sono legate parole inaspettate: il verbo latino moneo, “ammonisco” e, quindi, “faccio ricordare”, il sostantivo clementia, che indica una scelta razionale più che un moto dell’animo, ma anche la parola commentum, “finzione”, che indica un’elaborazione di riflessioni e non va tradotta con “commento”, e anche commentarius, che in latino è un vero e proprio genere storico. È interessante osservare che per tradurre meminisse si usi in italiano una parola, “ricordare”, che contiene in sé cor, cordis, “cuore”, luogo spirituale, oltre che fisico, generalmente considerato, in modo semplicistico, il contrario della mente.
V1 Cicerone
Non si usino le armi contro gli avversari politici!
PREREQUISITI infinitive, cong. esortativo, compl. diretta
Cicerone con le Philippicae del 44 a.C. si gioca la vita. In questo brano si rivolge ai due consoli, Antonio, che non è presente, e Dolabella. Fa una proposta ad Antonio: si impegni, come ha detto, a usare le armi solo per difendersi, non per attaccare chi esprime liberamente le sue posizioni politiche.
Irasci 1 quidem vos mihi, Dolabella, pro re publica dicenti non oportebit. Quamquam te quidem id facturum non arbitror (novi facilitatem tuam); collegam tuum aiunt in hac sua fortuna, quae bona ipsi videtur, (mihi, ne gravius quidpiam dicam, avorum et avunculi sui consulatum si imitaretur, fortunatior videretur) — sed eum iracundum audio esse factum. Video autem, quam sit odiosum habere eundem iratum et armatum, cum tanta praesertim gladiorum sit impunitas. Sed proponam ius, ut opinor, aequum quod M. Antonium non arbitror repudiaturum. Ego, si quid in vitam eius aut in mores cum contumelia dixero, quominus mihi inimicissimus sit2, non recusabo; sin consuetudinem meam [quam in re publica semper habui] tenuero, id est si libere, quae sentiam de re publica, dixero, primum deprecor, ne irascatur; deinde, si hoc non impetro, peto ut sic irascatur ut civi. Armis utatur, si ita necesse est, ut dicit, sui defendendi causa; iis, qui pro re publica, quae ipsis visa erunt, dixerint, ista arma ne noceant. Quid hac postulatione dici potest aequius? 1. Irasci: regge il dativo della persona con cui ci si arrabbia.
2. quominus mihi inimicissimus sit: “che mi sia molto nemico” è retta da non recusabo. 1 I casi diretti: il nominativo
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