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Le ceste erano finite, scure. Se si volevano chiare erano poste sotto un grosso telone e sbiancate bruciandovi zolfo. Talvolta usando vimini scuri e chiari faceva ceste, più spesso cestelli, con righe nere su sfondo bianco o viceversa. Tutte finivano su nel deposito, pronte per le consegne di primavera fatte con carro e asino. Ne ricordo una a un grande emporio di Thiene, passando l’Astico a Montècio (Montecchio Precalcino) dove la strada entrava nel torrente quasi sempre asciutto: un viaggio che allora mi pareva lunghissimo.
Vita rusticana