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Ponte degli Angeli Alla TV mostrano il Bacchiglione che a Vicenza passa appena appena sotto il Ponte degli Angeli, risvegliando ricordi e incubi di due anni e mezzo prima quando le sue acque erano andate a spasso per la città. In me risveglia altri ricordi, molto più lontani nel tempo. E così ricordo quella volta che – bambino – infilai la testa fra le sbarre del parapetto del ponte per guardare sotto. Il parapetto non era quello d’oggi, le sbarre erano abbastanza distanziate e la testa entrò agevolmente fra esse, ma quando volli tirarla fuori non ci riuscii. Riprovai più volte inutilmente mentre mia mamma era lì e cercava d’aiutarmi: guardavo l’acqua scorrere e pensavo che forse mi avrebbero tagliate le orecchie per farmi passare ma sicuramente non mi avrebbero lasciato li. Non so come ma alla fine ci riuscirono e son sicuro che come minimo mi presi una ramanzina da mia madre spaventata e un tale spavento che non lo rifeci mai più. Finite le elementari la scuola non era più quella vicina a casa e ogni giorno per andarci dovevo passare per quel ponte. Le medie erano a Piarda Fanton, da Viale Margherita appena al di là del fiume Retrone ma lì non c’era il ponte e si doveva usare quello delle Barche. La via più breve passava per Ponte degli Angeli, altrimenti arrivati al Bacchiglione in Viale Margherita o lo si passava e si risaliva sulla strada tra i due fiumi fino al Macello o lo si costeggiava sull’argine sinistro per superarlo sulla passerella dell’Asilo. Gran parte del centro storico di Vicenza (e le scuole superiori erano lì) è sulla sponda destra