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del Bacchiglione e per andarci si passava sempre per Ponte degli Angeli: dalla sponda sinistra solo un altro ponte (il Pusterla) va in “città”, altri due l’ aggirano a monte e a valle. Anche allora capitava che il fiume s’ingrossasse e che i gato·i (tombini) verso Via San Domenico anziché inghiottire l’acqua piovana sputassero quella del fiume. Davanti ai portici la strada – più bassa del ponte – si allagava e per andare a scuola dovevo fare il giro che ho detto e non potevo andarci. Normalmente però l’acqua non era così alta, anzi sotto il ponte sulla sponda sinistra non arrivava nemmeno al muro di contenimento e c’erano banchi di sabbia o comunque terreno asciutto. E così – tornando da scuola – mi è capitato di gettare la sacheta (la cartella) dal ponte su quello spazio asciutto per andarla a recuperare passando per la Corte dei Roda da dove si poteva scendere al fiume, Una volta sicuramente l’ho fatto, ma forse anche altre, magari per la rabbia di un cattivo voto o per la gioia di uno bello o così per provare anche questo. Se non ricordo male era lì che le lavandare facevano il loro lavoro, ma già allora non erano più molte.