studiate morbidezze di un interprete della tradizione Le
vallombrosano di San Donato di vent’anni prima, asprigno e corrusco, ma sono poi come depressi e schiacciati dal dominante e virtuoso linearismo, che depotenzia le ombrosità dal loro valore costruttivo lorenzettiano, le riduce a meri valori di superficie. Proprio l’assidua attenzione ai valori di superficie – intreccio metodico delle pennellate, profili nettamente rifilati, pieghe iterate ritmicamente, ornamentazioni dorate minute e ben trapuntate – costituisce allora il filo rosso di una parabola lunga poco più di un ventennio, per nulla banale, intensa e a modo suo assai attenta nel reagire ai tempi mutati. Andrea De Marchi
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