Niccolò di Segna e suo fratello Francesco
20. Niccolò di Segna
Madonna col Bambino con San Leonardo e un Santo Vescovo; San Cristoforo; San Leonardo; San Pietro; Sant’Antonio Abate; Storie di Santa Caterina d’Alessandria Monticchiello (Pienza), pieve dei Santi Leonardo e Cristoforo Prima metà del quinto decennio del XIV secolo Pittura a fresco
Sulle pareti della pieve dei Santi Leonardo e Cristoforo furono ritrovati, grazie al restauro di ripristino del 1930-1934, alcuni pannelli affrescati tra la metà del Trecento e l’inizio del secolo successivo, attribuiti genericamente alla scuola senese, scialbati verso il 1726 in occasione del rimaneggiamento barocco dell’edificio1. La loro disposizione e la struttura a singoli riquadri accostati senza nesso logico o narrativo e la presenza di numerosi ritratti e nomi di committenti chiarisce l’intento devozionale delle pitture, richieste da singoli devoti e realizzate in assenza di un preciso programma iconografico2. In origine la decorazione doveva ricoprire tutte le pareti del corpo longitudinale, spartite in due ordini di riquadri, mentre la zona presbiteriale risultava affollata di soggetti diversi per numero e dimensioni ai due lati del finestrone centrale. Tra questi affreschi, nonostante il cattivo stato di conservazione, dimostrano di appartenere alla stessa mano una Madonna col Bambino con San Leonardo e un Santo Vescovo (forse da identificare con Biagio o Ambrogio) sulla parete sinistra, le Storie di Santa Caterina d’Alessandria e un San Pietro a destra, un grande San Cristoforo e un San Leonardo sulla parete di fondo del coro e un Sant’Antonio Abate posto dietro la colonna sinistra del presbiterio. Il primo ad occuparsi di queste pitture, a pochi anni dal loro ritrovamento, fu Pèleo Bacci, che le riconobbe come prodotto della scuola di Segna di Bonaventura verso il 13403. Più tardi Piero Torriti ha pensato di scorgere nella Madonna col Bambino la mano del segnesco Maestro di Chianciano e ha riferito il San Cristoforo alla fine del XIV secolo e all’ambito di Bartolo di Fredi4. Nel 1999 Paolo Torriti ha fatto il nome di Niccolò di Segna per l’organico gruppo di riquadri qui considerato, con generale consenso della critica più recente (Franci, Laclotte, Romani)5. L’assegnazione a un momento tardo dell’attività del pittore è generalmente sostenuta, ma più che gli accostamenti col polittico di San Giovanni d’Asso (cat. 12) o con la più antica Madonna col Bambino della collezione Cini (cat. 11a), proposti da Paolo Torriti, aiuta a precisare la cronologia il confronto con le figure del polittico di San Maurizio (cat. 16), con cui quelle di Monticchiello dimostrano una buona corrispondenza nelle fisionomie decise, con occhi ben definiti e peculiarmente sagomati (in particolare nelle figure maschili). Torriti nota giustamente le affinità tra i due Bambini di Monticchiello e quelli delle Madonne dell’intera produzione di Niccolò. Il piccolo Gesù portato da san Cristoforo ha una veste svolazzante piuttosto insolita rispetto alle composte figure del pittore, ma che si può contestualizzare con
La chiesa dei Santi Leonardo e Cristoforo a Monticchiello, inizialmente dedicata solo al santo monaco, fu consacrata forse nel 1292, data riportata sulla campana oggi conservata all’interno dell’edificio sacro; un’iscrizione testimonia il periodo dei lavori settecenteschi, che portarono all’occultamento e alla parziale distruzione dei dipinti e alla creazione di nuovi altari, rimossi negli anni Trenta del Novecento (Torriti 1999, pp. 39-61). Gli affreschi non risultano ancora riportati alla luce in Barbacci 1932, pp. 132-144. 2 Un arrangiamento del resto non insolito nel XIV-XV secolo, come testimonia ad esempio la ricca decorazione della chiesa di San Martino a Lucignano o, al di fuori dell’area senese, la ex chiesa agostiniana di San Lorenzo a Pistoia (cfr. Matteuzzi 2015, pp. 107-120). Si veda anche Bacci 2003. 3 Bacci 1932b, p. 481. 4 Torriti 1979, p. 60. 5 Torriti 1999, pp. 45-50, 54, 57; con proposte attributive anche per gli altri affreschi. Franci, in Duccio 2003, p. 365; Eadem 2013. Laclotte-Romani 2005, pp. 62, 66, 71 nota 17. In una nota della Fototeca Zeri di Bologna relativa al San Cristoforo si ricorda l’attribuzione a Niccolò di Segna da parte di Roberto Longhi già nel 1946 (forse in riferimento a una nota manoscritta o a una comunicazione orale, poiché la proposta non è inserita nella monografia dedicata a Piero della Francesca, riedita in quell’anno, dove invece si fa cenno al polittico della Resurrezione: cfr. cat. 22). 1
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