In luogo di utinam si possono trovare i congiuntivi presente e imperfetto di velle, nolle, malle; in tal caso avrai: Velim haec dicere (dixisse),
“Vorrei dire (aver detto) queste cose”
Velim te Romam ire (ivisse), Velim Romam eas (iveris),
“Vorrei che tu vada (sia andato fatto) a Roma”.
Vellem haec dicere (dixisse),
“Avrei voluto dire (aver detto) queste cose”.
Nollem te Romam ire (ivisse), nollem Romam ires (ivisses), “Non avrei voluto che tu andassi (fossi andato) a Roma”. In una traduzione più fluida puoi ricorrere, anziché a “voglia il cielo che…” e “volesse il cielo che…”, a espressioni più consuete, per esempio, “magari”, “oh se” (che tra l’altro corrisponde al si latino). Utinam Caesar Romam adsit! ma Utinam Caesar adfuerit! ma
“Voglia il cielo che Cesare sia a Roma”, “Magari Cesare fosse a Roma!” “Oh, se Cesare fosse a Roma!”
“Voglia il cielo che Cesare sia stato presente!” “Magari Cesare fosse stato presente!” “Oh, se Cesare fosse stato presente!”
2.3 Il congiuntivo concessivo Il congiuntivo concessivo ricorre spesso nell’oratoria, quando l’oratore vuole formulare una premessa che gli consenta un’ulteriore affermazione nella discussione. Il congiuntivo presente esprime la concessione che riguarda il presente, il perfetto la concessione che riguarda il passato. Spesso questi congiuntivi sono introdotti da sane, e talvolta seguiti da una proposizione introdotta da tamen; nella forma negativa sono introdotti da ne. Fuerit sane immoderatus Brutus, tamen pro re publica sempre egit. “Ammettiamo pure che Bruto sia stato eccessivo, tuttavia operò sempre per il bene dello Stato”.
1 I congiuntivi indipendenti © Casa Editrice G. Principato
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