Atlante delle Guerre - terza edizione

Page 207

oggi – come dicono i giovani di Piazza Tahrir – la restaurazione e quindi la controrivoluzione. Il problema, infatti, è che la cacciata di Mubarak non si è tradotta in un cambio di regime. Sono i militari, suoi sodali da sempre, ad aver allontanato Mubarak, che era diventato ormai impresentabile; e sono i militari a tenere oggi in mano le redini del Paese, di cui vogliono pilotare la transizione verso il futuro, attraverso il Consiglio Supremo delle Forze Armate. Che l’Egitto vada perciò verso la democrazia è una scommessa ancora azzardata. La partita è ancora aperta. E le manifestazioni non più unitarie che ci sono state negli ultimi mesi ne sono la prova. Il 29 e 30 giugno violenti scontri hanno opposto in Piazza Tahrir le forze dell’ordine ai familiari delle vittime, che chiedono verità e giustizia. L’8 luglio sono tornati a manifestare i giovani, a decine di migliaia, per chiedere da un lato la fine dei processi militari per i cittadini arrestati fra gennaio e febbraio e dall’altro l’apertura dei processi ai personaggi più in vista del vecchio regime. Il 29 luglio, infine, in quello che doveva essere il Venerdì dell’Unità, c’è stata una prova di forza delle formazioni islamiste, Fratelli Musulmani in testa, che hanno occupato Piazza Tahrir a centinaia di migliaia, per sostenere i militari al potere e chiedere che la religione sia il punto di riferimento irrinunciabile del nuovo Egitto. Comunque vada a finire, è finita un’era. Quella di un Faraone che solo nel primo decennio del suo regno era riuscito ad avere una certa popolarità, in patria come nel resto del mondo arabo, perdendola poi in maniera progressiva ma inesorabile, per via del suo attaccamento al potere, morboso, e per i suoi troppi errori.

EGITTO

203

Quando a metà gennaio Piazza Tahrir cominciò a riempirsi di giovani e meno giovani che chiedevano a voce alta le sue dimissioni, in molti – soprattutto fra i diplomatici e i commentatori occidentali - pensarono alla solita, ennesima fiammata di protesta, che prima o poi si sarebbe spenta. D’altra parte, era stato sempre così, nei 30 anni di potere di Hosni Mubarak, detto il Faraone. E non c’erano segnali chiari che questa volta sarebbe andata diversamente: anche se nella vicina Tunisia era stato appena cacciato, il Presidente Ben Ali; e anche se il malumore della piazza, soprattutto per la designazione (tacita ma ormai sicura) del figlio Gamal alla successione, aveva superato da tempo il livello di guardia. In realtà, tutto è precipitato nel giro di qualche settimana, man mano che è cresciuta la folla venuta a presidiare, giorno e notte, Piazza Tahrir e le principali piazze egiziane. Il 25 gennaio, Giornata della Collera, segna l’inizio delle ostilità, perché Mubarak ordina per la prima volta alla polizia di sparare sulla folla. Il 28 gennaio procede ad un rimpasto di Governo, che la piazza però boccia, giudicandolo un gesto insufficiente. Il 1° febbraio si dichiara disponibile a rinunciare ad un ennesimo mandato – sarebbe stato il sesto – ma dichiara di voler restare in carica fino alla fine di quello in corso, cioè fino a settembre del 2011. Il 10 febbraio annuncia libere elezioni entro l’anno ed il trasferimento dei suoi poteri al nuovo Vice-presidente, Omar Seuleiman. Infine, l’11 febbraio, parte con la famiglia per la sua residenza di Sharm el Sheick e qualche ora dopo il suo Vice, che parla a nome dei militari, ne annuncia le dimissioni. Il Faraone è costretto a mollare la presa. L’Egitto non è più suo. Raccontata così, sembra una passeggiata. E invece la Rivoluzione egiziana ha fatto, secondo l’ultimo bilancio, 864 morti fra i manifestanti e 6.460 feriti, più 26 poliziotti uccisi durante gli scontri di piazza di gennaio e febbraio. Un tributo pesante, che è poi cresciuto nei mesi successivi, per via del braccio di ferro che si è venuto a creare fra la piazza e le forze che guidano


Turn static files into dynamic content formats.

Create a flipbook

Articles inside

Fonti

2min
pages 246-248

Gruppo di lavoro

12min
pages 242-244

Glossario

3min
page 245

Le missioni Onu

1min
pages 227-228

Nazioni Unite - I Caschi Blu Raffaele Crocco

3min
pages 225-226

Vittime di guerra/3 Federico Fossi

2min
page 229

Riflessioni sulla guerra Michele Nardelli

7min
pages 237-238

Quattro piccole storie per un mondo che cambia Giulia Bondi

8min
pages 221-224

Infografica social network Cristian Contini

2min
pages 214-216

Che bello Facebook Roberto Zichittella

2min
page 213

Egitto - Siria - Tunisia

9min
pages 207-209

Cecenia

10min
pages 180-183

Nel mondo islamico è tempo di cambiamento Amedeo Ricucci

6min
pages 205-206

Nagorno Karabach

10min
pages 192-195

Paesi Baschi

9min
pages 196-199

Georgia

11min
pages 184-187

Inoltre Cipro

2min
page 200

Un’occasione fallita. Le crisi del Mediterraneo Amedeo Ricucci

4min
pages 178-179

Inoltre Palestina

2min
page 176

Libano

10min
pages 168-171

Cambia lo scenario Signori, arriva la Turchia Adel Jabbar

3min
pages 162-163

Yemen

10min
pages 152-155

Inoltre Birmania - Corea del Nord/Sud - India - Iran - Kirghizistan

14min
pages 156-160

Turchia

9min
pages 148-151

Kashmir

12min
pages 132-135

Thailandia

9min
pages 140-143

Giovani e social media. Il futuro della pace è qui Paolo Affatato

5min
pages 110-111

Timor Est

9min
pages 144-147

Cina/Tibet

10min
pages 116-119

Inoltre - Messico, fantasmi senza diritti Stefano Fantino

4min
page 108

Inoltre Messico - Nicaragua/Costarica

6min
pages 106-107

Filippine

11min
pages 120-123

Uganda

9min
pages 90-93

Haiti

10min
pages 102-105

La bussola del Pianeta punta il Sud America Raffaele Crocco

5min
pages 96-97

Colombia

11min
pages 98-101

America Latina

12min
page 95

Sud Sudan

10min
pages 86-89

Inoltre Etiopia

2min
page 94

Sudan

11min
pages 82-85

Libia

10min
pages 58-61

Liberia

10min
pages 54-57

Sahara Occidentale

10min
pages 74-77

Nigeria

11min
pages 62-65

Guinea Bissau

7min
pages 50-53

Vittime di guerra/2 Enzo Nucci

6min
pages 31-32

Editoriale Raffaele Crocco

3min
page 9

Saluti Amministratori

9min
pages 10-12

Algeria

9min
pages 38-41

Costa d’Avorio

8min
pages 46-49

Un nuovo Stato per avere speranza Enzo Nucci

6min
pages 36-37

La situazione Raffaele Crocco

6min
pages 17-18

Evoluzione dei conflitti Elena Dundovich

6min
pages 27-28
Issuu converts static files into: digital portfolios, online yearbooks, online catalogs, digital photo albums and more. Sign up and create your flipbook.