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Unità di Apprendimento 5 • L’alimentazione nella storia e nella cultura
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QUALI REGOLE ALIMENTARI STABILISCE LA RELIGIONE ISLAMICA
La religione islamica prevede una serie di regole alimentari derivate dal Corano, basate su fattori religiosi, etici, giuridici e sociali. Infatti, secondo la religione islamica, Allah ha fornito: • le indicazioni sugli alimenti che possono essere consumati (definiti halal) o che devono essere considerati illeciti (ossia haram); • le istruzioni in merito alle modalità di consumo dei cibi e al comportamento da osservare mentre si mangia.
La classificazione degli alimenti secondo la religione islamica Alimenti vegetali
Comprendono i prodotti della terra (piante, frutti, semi) e sono considerati leciti direttamente dal Corano.
Creature viventi
Sono distinte in tre categorie: • gli esseri che vivono nell’acqua, tra i quali è permesso mangiare qualunque tipo di pesce dotato di squame, a patto che la creatura acquatica sia tolta dall’acqua ancora viva; • gli esseri che vivono sulla terra, tra i quali sono considerati leciti cammelli, mucche, pecore e capre, ossia tutti quegli animali che possiedono lo zoccolo fesso; • gli esseri che volano come gli uccelli, che sono permessi se hanno il corpo ricoperto da piume e non possiedono artigli.
Come avviene la macellazione rituale
Quali prescrizioni valgono riguardo agli alcolici
La macellazione deve essere eseguita seguendo regole precise. Da questo rito sono esclusi gli animali considerati haram (impuri), mentre tutti gli altri animali (cammelli, bovini, ovini e caprini) rientrano nella categoria degli alimenti sottoponibili a tale pratica. Il metodo corretto per la macellazione implica il taglio simultaneo di giugulare, carotide e trachea dell’animale, con un coltello molto affilato. Al taglio deve seguire il totale dissanguamento dell’animale, aspetto che richiama la quarta grande proibizione alimentare coranica, cioè il divieto del sangue.
L’Islam dichiara illecito, in modo assoluto e senza deroghe, l’utilizzo di sostanze alcoliche, in qualunque quantità, così come la partecipazione alla loro produzione, distribuzione e vendita. Se il vino si trasforma in aceto, diventa invece puro e può essere consumato.