Educazione civica
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Conoscere le Fad diets ll mondo delle diete si arricchisce continuamente di nuove tendenze, tanto che, per quelle diete che promettono di diminuire il peso velocemente e che vanno di moda per un breve periodo, si parla di Fad diets. Vale la pena precisare che le diete iperproteiche e ipoglucidiche sono dannose per l’organismo perché, per far fronte alla ridotta introduzione di zuccheri, l’organismo attiva vie metaboliche alternative che si rivelano pericolose per la salute. Per questo motivo, le Linee Guida per una Sana Alimentazione Italiana raccomandano di diffidare sia dalle diete fai-da-te, sia dalle diete che promettono dimagrimenti miracolosi senza basarsi su evidenze scientifiche. È fondamentale affidarsi a personale qualificato con competenze di nutrizione, soprattutto quando si ha intenzione di perdere peso. La dieta a zona La dieta a zona (o zone diet) è una strategia alimentare messa a punto dal biochimico americano Barry Sears negli anni Novanta. Lo scopo di questa dieta è di mantenere costanti i tassi di zucchero e di insulina nel sangue grazie a un’alimentazione povera di calorie e di glucidi. Per raggiungere un equilibrio ideale, questa dieta raccomanda di consumare: • il 40% delle calorie totali sotto forma di glucidi; • il 30% sotto forma di proteine; • il 30% sotto forma di lipidi. L’assunzione di alimenti deve avere luogo a intervalli regolari di 5 ore al massimo: vanno consumati quindi 3 pasti e 2 spuntini al giorno. Per contenere la quota glucidica, il consumo di pane, pasta, riso e cereali raffinati in genere, dolci e zuccheri semplici deve essere drasticamente ridotto. Ovviamente risulta essere una dieta iperproteica, che insiste sulla scelta di lipidi monoinsaturi e polinsaturi (sottolineando la necessità di assumere acidi grassi della serie omega-3, anche in dosi superiori a quelle consigliate), di glucidi a basso indice glicemico e sulla preferenza per le giuste fonti di proteine (povere di materie grasse). È basata su un sistema a blocchi: il blocco è l’unità di misura del cibo ed è costituito da 9 g di glucidi, 7 g di proteine e 3 g di grassi. Il numero di blocchi che possono essere assunti dipende dalle caratteristiche individuali (peso, massa magra, attività fisica, età). La dieta a zona presenta delle criticità: • l’assunzione di quote proteiche elevate per lunghi periodi ha un comprovato impatto negativo sulla salute; • l’eccesso di acidi grassi della serie omega-3 riduce la loro naturale capacità antinfiammatoria e per raggiungere le dosi indicate sono necessarie supplementazioni farmacologiche. Per gli atleti la dieta a zona non è adeguata perché sembra non garantisce gli ottimali livelli di glicogeno muscolare. Dieta Weight Watchers È un modello che non si discosta molto dalla dieta equilibrata. Nasce negli anni Settanta negli Stati Uniti e, oltre alle indicazioni dietetiche, prende in considerazione l’aspetto psicologico e il concetto dell’autoaiuto: sono previsti riunioni tra chi è a dieta in modo da sfruttare il senso di solidarietà e di emulazione. Da un punto di vista dietetico sono previste diete ipocaloriche (1200-1300 kcal) accompagnate da indicazioni che limitano molto le scelte personali, basandosi più sui divieti che non sull’educazione alimentare. Non viene inoltre rimarcata l’importanza di uno stile di vita fisicamente attivo.