BAIONETTE ITALIANE 1814-2017

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Cesare Calamandr ei (Firenze, 1940), giornalista professionista, scri ttor e, disegnatore, storico e collezion ista, ha collaborato con Editoriale Olimpia dal tempo di Enrico Vallecchi , per il m ensile internazionale Diana Armi dal 1969, fino ad essere direttore del mensile Armi Classica Ha al suo attivo le seguenti opere: I: acciarino nei tempi ( 197 6); Armi bianche militari italiane 1814 -1 950 ( 1987 ); Pugnali e coltelli italiani militari e di partito 1916-1989 (1990); Baionette italiane 1814 -1991 ( 1992); Lame in guerra (1997); I:artiglieria in Italia dalla Restaurazione ai nostri giorni in Atti Convegno di Storia Militare (Roma, 1989); Il coltello nei cataloghi di Scarperia 1924-1963 (1990), Meccanismi di accensione (2003); Lampi d'acciaio (2004 ); Armi bianche allo Stibbert (2005); Del pugnale i'! fiero lampo (Albe rt e lli , 2011 ) e i tes ti di narrativa: Il corridoio delle anime ( 1997 ); Il Dormiente (2000); Guarda ancora nel buio (2003 ); Coriandoli (Albe rtelli , 2007). Ha collaborato alla realizza zion e di importanti mostre civili e militari e ai loro cataloghi, quali quello della mostra romana "Dagli eserciti preunitari all'Esercito italiano " (Roma, 1984); "L'onore delle Armi " (Verona, 2001 ); " Garibaldi: cimeli delle collezioni Tronca" (2007), " Armi Antiche a Gardon e" (2 007 ) .

BAIONETTE ITALIANE l 814-2017

Quasi un'enciclopedia della baionetta italiana

o comunque usata su ll a Penisola

CESARE CALAMANDRE l

Cesare Calamandrei, Baionette italiane 1814 - 2 0 17

Im pag in azione : Amelia Procacci

i n copertina: baione rca del fuci le d' assalto Be re cca AR 160 e ba ionetca 189 1.

Tutte le immagini focog rafìche (fuorché do ve è esp ressa me nte indi ca to ) so no messe a d isposizione d all 'Aucore.

I di segni so no ad ope ra <lel l'A ur ore

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© 2018 Rusconi Li b ri S p.A.

47822 Sanrarcangelo di Romagna ( RN)

Fi ni to di scam pa re nel mese di feb brai o 20 l 8 p resso Punroweb s. r.l. , Ar iccia (RM)

A Giorgio Mootoo, che fu gentiluomo, amico, collezionista. E che purtroppo non saprà mai di queste mie righe

Son passati poco più di 200 anni dalla Restaurazione; circa 150 dall'Unità d'Italia; 100 stanno passando dal primo conflitto mondiale; 75 dalla fine del secondo.

Le pagine di questa st1Jria le dedico a tutti gli italiani che, "baionetta in canna': caddero, sotto tutti i cieli, per ideologie anche diverse, ma sotto un unico Tricolore.

Nel quale, nonostante tutto e tutti, sento ancora di credere.

C. C., luglio 2017

Indice

Nota dell'aucore Ringraziamenti Premessa Due parole su l la baion e tt a Nomenclarnra LE BAIONETIE PIEMONTESI E ITALIANE p 7 .. 9 » 11 ., 13 •> 43 •> 49 BAIONETIE PER VOLONTARI, GUARDIE NAZIONALI E CIVICHE ,, 123 LE ARMI VET TERLl » 151 LE ARM I MODELLO ' 91 » 187 STRAN IERE IN ITALIA ,, 241 IL PRIMO DOPOGUERRA- LE COLONI E ,, 263 DOPO LE PRIME RAFFICHE ,, 277 BALILLINO & CO. » 285 LE ARMI ' 9 I / 3 8 ,, 291 LA REPUBBLICA SOCIALE ITALIANA » 3 17 DAL RFGNO DEL SUD A OGGI: LE BA IONETTE BRITANNICHE E LE LORO DERIVATE ITALIANE » 321 LE BAIONETTE AMERICANE E LORO DERIVATE ITALIANE ,, 341 DAL BERETTA 70SCG AL FULCRUM ARX 160 ,, 361 BAIONETTE GIOCATTOLO ,, 3 7 5 BA lONEni\ TUTTOFARE » 3 79 CURlOSJTÀ » 384 TASCHE E BUDRIERI ,, 391 APPENDICE La baionetta e la legge (Angelo Vicari ) Bibliografia essenziale •> 403 •> 414

Nota dell'autore

I.:idea di questo lavoro spuntò molti anni fa, alla scomparsa di quel gentiluomo, che fu Giorgio Mootoo, caro amico, al l'epoca uno dei maggiori collezionisti italiani di baionecce. E presi a raccogliere foto, disegni, appunti, regolamenti ecc. per realizzare un suo sogno. E per le pressioni di coloro che mi chiedevano di completare il ciclo delle a rmi bianche italian e

Dopo la prim a edizione mi arrivò molto materiale da letto ri di Diana Armi, collaboratori, collezionisti, antiquari, ma, credetemi, non è facile mettere un po' d'ordine in questo campo soprattutto quando si entra nella tipologia delle baionette "a manico e ghiera" con le lame a sezione triangolare degli Stati preunitari. Infatti non c'è granché negli archivi in merito. Cerco se su di una lama a sezione triangolare c'è inci so in corsivo "Mongiana" è chiaro che appartiene alla produzione "napoletana".

Occorre poi ricordare che sul territorio d ell' Italia preunitaria si sono accapigliati eserciti di mezza Europa e quelli di Stati preunitari che si rifornivano dove era loro più conveniente non avendo una produzione propria. Quindi Stato della Chiesa - Legazioni comprese -, Granducato di Toscana; Ducato di Parma; Ducato di Lucca. Anche in parte, il Regno di Pi emonte e Sardegna la cui produzione era scarsa: i due grandi che non avevano bisogno di acquisti esteri essenziali erano so lo il Lombardo Veneto con armamento austriaco e il Regno dei Borbone al sud della Penisola. Da aggiungere francesi, mercenari svizzeri, spagnoli, austriaci, tedeschi, inglesi ecc. E una massa entusiasta e male armata di Volontari, per lo pitt garibaldini. Aggiungeteci Guardie Nazionali e Civiche e l' insalata è fatta.

Mi vengono i brividi a ripensare aHe lettere (una volta c'erano so lo quelle e il telefo no) di risposta, di ringraziamento, di richiesta, spedite e ricevute dai posti più strani. Molti fabbricami non esistono più; i "piccoli" per lo più non tenevano un archivio preciso o non lo tenevano affatto; qu elli dei grandi, con la seconda guerra mondiale e la guerra civile riportarono danni e perdite

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consisrenri. I libretti (o li brecce) militari sono una rarità anche perché nelle FF.AA. c'è l'ab itudine, al cambio di un regolamento, di distruggere il precedente. E qui entrano in campo collezionisti e biblioteche. Mi viene spontaneo ricordare una frase di Petrolini riferita a ll o scarpinare da un teatro all ' altro: la notte, andando a lecco, si ritrovava con" . .. le scarpe piene di piedi!'. Che è immagine bellissima, evocativa!

Nel 1990 presi a mettere su carta quanto appreso e che vide la luce due anni dopo grazie alla fìducia de l "Sorerrico": il signor Enri co Vallccchi, il noto editore, che dopo averci pen sato un po ', una mattina m'incrociò sulle scale dell'Editoriale Olimpia.

"Giorno Sorerrico".

E lui, nella sua s im patica balbuzie "Ggiorno Prezz (a volte mi chiamava Prezzemolo per i basettoni-baffi alla Leopoldo di Toscana) ... Caaala .. . Caalamandrei ... ".

Fece due scalini e si fermò:

"Senta un po'.· pper queel/.a sss u' idea, I.a .Ifa I.affaccia come I.a crede. Pe ' i' meglio mmagari, eh! La lo dica a. a i' Ccciolli e ali.a Mmarina'~

"Grazie Sorerrico, Grazie della fiducia. Vado subito"

"Gggrazie a Ilei, fjfigliolo. E un glieelo diirei se uun ci credessi .. E poi, sssa, se un ggu .. guguadagno euuun mi ddiverto!'.

E così, sorridendo, mi dette il via.

E ora, dopo oltre un quarto di secolo, con una non meno cordiale, inattesa te lefonata di un alcro noto editore, Mauriz io Caimi della Rusconi Libri, riappare lo studio su ll e baionette italiane, integrato con pezzi reperiti e segnalati - post prima edizione - da lecrori, amici, collezionisti, antiquari.

Ch i conosce i miei precedenti lavori noterà che i pochi disegni nuovi o modificati non hanno la nitidezza di quelli del '92 Me ne di sp iace e me ne scuso: gli anni hanno gravato sulla mano. Ma non su ll ' impegno.

C'è rimasto, come accennato, il (semi)vuoco delle baionette "a manico e ghiera" degli Stati preunitari: da allora, infatti, è cambiato ben poco.

Comunque, cercare di mettere una po ' d'ordine in questo campo dalla Restaurazione ad oggi è staro un grosso imp egno ora pressoché risolto "Pressoché"? Sì, infatti son s icuro che qualche prototipo o adacramenro bellico delle due guerre mondiali apparirà ancora, ma penso sposterà poco nel complesso di questa scoria.

CC Luglio 201 7

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Ringraziamenti

Laucore desidera ringraziare coloro che gli sono stati vicini con consigli, obiezioni, critiche, indicazioni o semplicemente ascoltandolo, oppure fornendogli foto, documenci e così sia. Nel caso qualcuno non compaia qui, ciò sarà dovuto esclusivamente a semplice dimenticanza e l'autore se ne scusa.

Sig. Attilio Andretto, Brendola; Dott. Enrico Arrigoni, Gorgonzola; Sig. Ruggero Bacciali, Roma; Sig. Vittorio Balzi, Viareggio; Dote. Alessandro Baratta, Brescia; Dote. Pierangelo Battù, Torino; Sig. Ruggero Belogi, Civitanova Marche; Fabbrica d'Armi Pietro Berena, Brescia; Sig. Fiorenzo Bianchini, Firenze; Sig. Renato Blengecci, Fossano; Sig. Agostino Bossi, Crema; Sig. Roberto Damilano, Ivrea; Sig. Flavio del Tin, Maniago; Sig. Sergio Ferrari, Salerno; Sig. Adelio Ferrario, Besezzo; Sig. Gaetano Fiorentino, Napoli; Gen. Pier Giorgio Franzosi, Dir. Rivista Militare, Roma; Sig. Francesco Gasparini, Treviso; Sig. Maurizio Geri, Firenze; Sig. Sandro Menotti Giusti, Firenze; Sig. Giovanni Mogliotti, Felizzano; Sig. Paolo Guerrazzi, Firenze; Gen. Vittorio Luoni, Roma; Sig. Luigi Marchi, Firenze; Sig. Fabrizio Mazzoni, Firenze; Magg. AJdebrano Micheli, Terni; Sig. Sergio Pelone, Firenze; Sig Livio Pierallini, Arezzo; Sig. Luca Poggiali, Firenze; Sig Daniele Prinari, Roma; Sig. Ermanno Ranuzzi, Bologna; Sig. Alberto Roani, Bologna; Sig. Luciano Salvatici, Firenze; Sig. Marcello Scapigliati, Firenze; Uff Storico Marina Militare, Roma; Ing. Alessandro Viti, Brescia; Sig. Renzo Zanin, Treviso; Sig. Sergio Zannoi, Treviso.

Ag li amici Alfredo Barrocci, Gian Rodo l fo Rotasso e Angelo Vicari uno specia le e doveroso ringraz iamento : ai primi due per la disponibilità, l'impegno, la pazienza, i consigl i spesi nella realizzazione di questo lavoro c he senza il loro appoggio non sareb b e stato così vasto; al terzo per il suo accurato studio legale sulla baionetta riportato in appendice.

Per questa nuova edizione l'Autore ringrazia in primo luogo il Don. Maurizio Caimi, Presidente della Rusconi Libri, per l' opportunità cortesemente offertagli . E gli amici: in primo lu ogo Dario Viganò, noto esperto che è stato un 'o ttima "spall a"; Er-

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manno Albercelli; Fiorenzo Bianchini; Gilberc Amigues e signora; Alfredo Barrocci; Franco Ferrari; Bruno Di Giorgio; Paride Minervini; Neri Moriconi; Gian Rodolfo Rocasso; le antiquarie Rossana e Susy Picciati; Sergio Pelone; Livio Pierallini; Giovanni Salvador; Renzo Zanin; Angelo Vicari; la Casa d'Asce Czerny's di Sarzana; la ditta Extrema Ratio di Praco; l'Armeria Frigerio di Lecco.

Se, per pura distrazione avessi omesso il nome di qualcuno me ne scuso in tutta sincerità e con la massima gratitudine. L'Autore

ATTENZIONE

La fabbricazione delle armi bianche d'ordinanza prevedeva precise tolleranze nelle misure: salvo ove indicato nel testo, le misure in millimetri sono quelle medie ufficiali o riscontrate in media su gruppi di esemplari di ciascun tipo controllati, ove possibile, personalmente.

La scelta del vasto uso delle tavole a disegno, come nella precedente edizione e nei libri sui pugnali italiani, è stata consigliata dalla qualità della maggior parte delle foto disponibili giunte dalle più disparate provenienze. Molte sono fot() vecchie, anche secolari, provenienti da manuali, regolamenti, librette militari stampate per lo più su carta di cattiva qualità, ingrigite o ingiallite; foto a volte quasi non pubblicabili scattate da lettori e tuttavia utili perché corredate di scritte, date, misure, punzoni a livello di documentazione.

Il disegno consente di "smontare" i pezzi rendendo visibili elementi altrimenti non apprezzabili in fotografia.

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Quando l'autore ci chiese di premettere qualche parola a questa sua ultima opera pensammo subiro che la prefazione ad un nuovo libro può essere di varie specie: o raccom an d azio ne generica all'attenzione del lettore; o sp iegaz ione delle finalità e dei contenuti del libro oppure ve ra e propria recensione.

Noi non vorremmo fa r niente di tutto ciò, p er du e buon e ragioni.

In primo luogo p erché qu es to nuovo libro - il terzo in sei anni d edi cato da C esa re Calamandrei alle armi bianch e italiane - si pr ese nta da solo. Bas ta infatti aprirlo come abbiamo fatto ini z ia lm ente anche noi, qua e là, a caso, per accorgersi immediatamente che si tratta di un lavoro organico, completo, ma non a senso unico. La sua consultazione porrà a tracci divenire piacevo le lettura o riflessione s u quella che, in alcuni punti , è anche comunicazione storica da parte dell'autore.

In secon do luogo poi perché lo stesso autore non ha cerro bisogn o di prese ntazioni. Pittor e, dis egnatore di armi e figurini militari da un lato , ma anche giornalista specializzato e studioso di ogni tipo di arma dall'altro, la sua professionalità e l'amore per la maceria e la scoria riescono mirabilmente ad amalgamare in lui tutte le sue esperienze .

Il nostro inte rvento allora vo rrà essere solo una affettuosa partecipazione al lieto evento; un accompagnare l'autore amico, prendendolo a braccetto, a congedarsi da questa sua rinnovata creatura della quale non ha voluto scrivere in prima p ersona. Cosa che, del resto, gli sarebbe stata anche concessa p e rché, come dice il Manzoni: «si perdoni all'autore che egli parli di sé: è un privilegio delle prefazioni, un piccolo e troppo giusto sfogo concesso alla vanità di chi ha fatto un libro».

Cesare Calamandrei come dicevamo non ha vo luro farlo anche perché in cuor suo deve essere s icuro di aver lavoraro bene. Ne fanno fede del res to pagine che ci raccontano più di duecento

Premessa
J l

anni di storia di quella che certamente è «la più vissuta>> fra le cosiddette armi bianche, in Italia come altrove.

Un racconto che si snoda fra olcre 604 foro e disegni e ben 129 tavole al tratto da lui appositamente create nelle quali ogni tipo di baionecca che mai sia stata inastata da un italiano sul suo fucile - dalla Restaurazione ai giorni nostri - è descritto, scomposto e analizzato sapientemente fin nei più piccoli particolari.

A fronte delle tavo le disegnate il testo è sempre preciso e dettagliato ma abbiamo comunque parlato di << racconto » per far capire che non si tratta nel complesso di un manuale solo tecnico, di quelli belli ma in definitiva aridi e di difficile lettura: è invece una scoria che scorre p iacevolmente sotto i nostri occhi, con episodi e illustrazion i che spesso alleggeriscono la serietà dell'argomento e che si rifanno nel loro complesso ad una certa qual «fi losofia » della baionetta che non mancherà di procurare nuovi proseliti al collezionismo di questo tipo di arma bianca corea

Una cosa è sicura Con questo suo lavoro - che completa una vera e propria trilogia - Cesare Calamandrei ha meritata ... la cittadinanza onoraria di una delle antiche città di Baiona, di quella dove , è ancor oggi leggenda, si pensa si sia ideata e usata la prima baionetta che ne derivò anche il nome . Un ' altra cosa infine è certa. Presi dall'argomento , abbiamo finito per fare quello che non volevamo e cioè quasi una recensione! E allora terminando sempre su questa strada vogliamo augurare a questo secondo libro sulle baionette italiane un'adeguata diffusione anche all ' estero dov e certamente esso rappresenterà assai bene la nostra letteratura special izzata nel campo degli scudi aplologici che, è bene dirlo, da noi ha preso l'avvio con un notevole ritardo rispetto a quelle di altre nazioni ma che negli ultimi decenni ha fatto veramente passi da gigante, soprattutto per merito di autori quali Cesare Calamandrei e dei loro editori .

Alftedo Bartocci

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Due parol e sulla baionetta

Sulla baionetta si sono sericei, in cucce le lingue o quasi, innumerevoli libri , articoli, saggi, manuali; si sono narrate scorie e leggende, pronunciati motti, sentenze ecc. senza contare gli aneddoti. Si sono scritte poesie e canzoni ad essa dedica ce o che la citano.

Chi non ricorda La palla è pazza, la baionetta è saggia (Suvarov). Oppure II fucile è il manico della baionetta (di garibaldesca memoria) O ancora La rivoluzione è un'idea che ha trovato delle baionette (Napoleone I) E come dimenticar e i fatidici Otto milioni di baionette!

Lo stesso Voltaire la cita nella sua Henriade: Cette arme, que jadis, pour dépeupler la terre, dans Bayonne inventa le démon de la guerre. I francesi del resto, alla baionetta del Lebel, la << Rosalie », dedicarono un'intera canzone. Ma chi conosce i canti dei nostri alpini ricorda senza dubbio: Giungiam sotto Tofana, su quella vetta la baionetta, la baionetta scintillerà.

Ma la maggior parte della gente che magari ha sentito citare queste frasi o le ha lette ai tempi della scuola ignora che la baionetta ebbe larga diffusione in campo civile e nella pratica venatoria fino all a metà del secolo XIX. La baionetta da caccia a tampone, a manico o a daga se rv iva essenzialm ente per pote rsi avvicinare all ' animale di media e grossa caglia ferito e caduto per poterlo «accorare>> come si diceva un tempo - ed ancora si dice - in alcune parti della Maremma: serviva cioè a dare il colpo di grazia al selvatico standone a «relativa>> distanza di sicurezza e avendo, comunque, un mezzo di difesa che poteva anche ri velarsi inadeguato ma che poteva essere, p er contro, la differenza era la pelle del)' animale e la propria.

Vennero prodotte baionette da caccia anche per doppietta, talvolta utilizzando vecchie lame militari, mentre vennero munite di baionecre pieghevoli apribili a scatto pisto le e tromboni a pietra focaia da casca, da cincura, da carrozza. E se nelle baionette militari ci fu fantasia e var ietà, in quelle civili si sbizzarrirono

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BAIONETTA. s. F. la fo1oc. Bai-ae. U11a I...m.t lri.angolare ed acuta , che i.o.nasuu alla bocca del fucil e ieneal~wd"arme da punLL

La Baionetta soooederu veno .il &ne del ~olo xmalle picche ed alle Corc:h.ette dei moscbeuieri. Si crede adoper.1t.1 per la prima ,oh.a io Fmdra dal sig. de Pay.égur nel 16~2 : en eua long:i due piedi , compreso il m.uuco di legog , $i porta\"a peodeote al fuoco sìoistro io luogo di aciabla, o òi spada, ed &I bisogno .si piaotava encro I.e bocca del fucile. Il P Daoiel , che ICIUlè lutori:i della miliiia francese, crede che oel 167 1se ne armasse per la prima volta un reggi meato iotiero L' ioconvenieiue di noo pot~i pi1'1 v11ler-del fucile come arma da fuoco quand o aven l:i Baionell.'l dentro l: caooa, ftee imagioare uo manico nioto, oode inr.a.strarlc, nelle canna con un braccio che dijCQSwse la lama della &ion~u.a dalla bocca -del facile: .&i fecero le prime pruove di questo ouovo trcmto alla prescnui d i Loigi .11,· nel 168~. e ooo sortirooohueo .dretto; ma nel 1 ·03 \"eone lìnalmeoi:: ridoUo alla sua perkaooe, ed abolite J~ picche. tutti i facil i dell' iofaot.ma e de' dragoui vennero ;:oarniti di BJionett:r 'r'h~ eh; CTt.'•.L cl, ~- ~bh i) aLttH" 11,:,m, 1'11:rd,, io\C'I,:::-· in Baiona , il eh~ non i: bt!n certo: rua è certo per altro che io B~ooa v'enno uaa volt.i ottime fabbriche di questa sort:i d arme.· La &ioueua decide meglio e piu presto l'onore

Étouteau:

B ou.-relet:

Arétes; Pan de la. lame : Yirole; Ba !Jue : Gouttières;

Lame:

Dou ilfo; Arr~I OÌI' ; Ponut;

d'~oa gioraata, pcrcho, i sold.,ti ~triog~od~i addosso all'ioi· mico colla llaiooeua io resta, spie;;aoo tutto il loro cor3gg10, e trioofaoo so~ente del auroero. Le fanterie Jssaltaoo rap,<lameote un'opera for1ific3ta,. uoa batteria colla Baionetta iocaonata, esi Jifeadooo con essa dagli a.sS.llti e dalle cariche Jeffa c:i~alleria, a~taodooe con fermez:.a la punta al petto del c3vaJlo. Di ces , milit<lrmeotc: ,issaLtnr colln baione11a; Y'enue alle b,uonetle; Incannar la baioneua· Baionetta incannata; Baionetta im1ascata : Baionettn in canna. ecc. Le parti pnocipali JeU a llaiooeua sono , Il Braccio Io frane. Couàe; R,·anche coudèe: il Cb•o.- o o la Ca..-iglia de l manico i l Coròoacino del m an ico le Co!te del triangolo la Faccia delta lama la F asceua od il Cerchio j Gwci la Lama il :'Yfauic o il PJllioo : 11 Ponticello la Punta della lama

P oint e: Bo1ll : lo Sp acco del m:inico F ente :

,1 T ri..l a go lo. o Dosso della lama , D o 1 de la la.me.

li ~Iaa ico ed il Braccio della Baio netta so no di ie1To : I~ L~ma sioo aU~ punt~. i! tutta d'acciaio di tempr" aduolrna ed elastica. La sua lunghezza è , a,ia , co me il peso. Qua ndo quesl' arm :a non i: ionastat.1, , ien port:lla dal soldato peadenle dal budriere della sciabola entro uo foàero òi cuoio, che si chia ma particolarmente Guaina ; In frane. F'Jurreau de la baionnette.

Es.5i puo ,ef'\ ire delb b.aiouctt.1. ch e tl a sempre co ulic::c.Jl~ .111.a uuo:i J,U'Jttbibwo =des,mo. Ed u, al.lro fuo~o: Qu•ÌÌ lcrrib1li ufelh non J.a Ttro t0eote oper:ito !a L..~onelb ~u<lle ndc ,oite ohe dopo i in,eo• uonc u.J o~? fu 1~C llt~ l>ZIO$l ne· (.1 cti J •.arme? .At.cÀ'ft.U1'tt. [ Ji t_cll)(.j ri u r1t1r;1n~ I~ ;li rnttrv.1lli d'use colo nne , luc iaodo ,1 '?Ut s te 1,~ero .I ;·•mpo d1 <13o~ m,~te l11'1Ue co ll• baionrua. , n ,-:ioo • l"ini. m,.ro. D ~l<TOYJ. - \ tduto\l Jue 6 b J.i wld•ti io ord io•on c11 1l, b,mnelle , o~>Dnlle 9ro n1i • ribunugli. oon ,i a.ttentMono. E.i altrov,: f,, ;ro nde 11 ,alare n10,tnto i n ,1uut> •iuroa b J · !\ · b i" · · I• • • J" , .11 • •puo te.in, • , ua I ,mpnteDll IHDtot I J, battagli;i m.tO<Jc• !usto li , , . ... ne ,eon,ro .:a e. •J•oo cne, I wo dcli.i 'lu•I• :irme ,e unto 1eme•tcr • · • ·• J l i • o ne pri nttpu e , .;u,rro ' ora fatti p1~ l rri sioti facc,-aoo ~he ,It ri '.o t cme>Sc Bon•

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GRASSI a,mon IJECOlfll.t. .l.DLU.U DJ.U. 1.t.llTOQ. lOIUNO & snu ...u.L~ .1~UYJC0-LJ1B.illU .'833.
DIZIONARIO MILITARE ITALIANO Dl GIUSEPPE
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armaioli famosi e fabbri di paese, incisori di livello e artigiani: non ce n'è praticamente una uguale all'altra

Ma, detro quesro, resta il problema di come nacque e si sviluppò la baionetta militare. Come al soliro ci sono resi var ie e spesso contrastanti. È un discorso vecchio e ripetitivo, ma che non è possibile tralasciare, a beneficio dei neofiti. Gli specia li sti, i collezionisti di li ve llo , gli st udiosi possono saltare a piè pari queste prime pagine.

LA STORIA

I nove decimi della millenaria storia dell'uomo sono scaci spesi in scontri, guerre, battaglie, sempre più sanguinose e con l'impiego di un sempre maggior numero di uomini e quindi di un crescente numero di caduti. In questo senso certamente la più anomala nei rapporti massa-perdite è stata la recentissima guerra del Golfo dove a fronte di almeno un milione di soldati i caduti in combaccimenco (bombardamenti a parte) sono stati qualche decina e praticamente quasi inesistenti dalla parte dei vi ncitori.

È stata una guerra di macchine, una guerra eleccronica. Ma sul campo, sul terreno, alla fine, era le rovine dei piccoli ceneri di confine contesi c'era, come sempre, il fante a piedi, co l suo elmo, la moderna corazza, l'arma individuale. E su questa, un accessorio forse anacronistico: la baion etta. Del resto, da sempre a occupare il terreno c'era, c ' è e ci sarà sem pre il fante che dovrà combattere con altri fanti come lui. La previsione della gu erra a distanza, senza vedere il n e mico non si realizzerà mai: il combattimento casa per casa è una delle ipotesi più probabili e l'addestramento in questo senso - v isco che ormai la terra popolata com'è ha seminato la sua superficie di paesi, città, vi llaggi - fa ormai

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Sttmmo d, B01ott0 l m,ts10M /11tt stcolo J

parte integrance del programma di esercicazioni di ogni esercico. E in questo cipo di combatcimento l'accessorio anacronistico, il pungiglione sul fucile, pocrà sempre avere qualche probabilità di impiego. Questo accessorio, oggi brutto, tozzo e sgraziato o, per contro, essenziale, filante, elegante ha origini cerro antiche, ma non quanto altre armi.

Le armi bianche furono le incontrastate dominatrici dei campi di battaglia per un lunghissimo periodo della storia umana: le possiamo infatti collegare in linea diretta a quelle di pietra delle quali per secoli conservarono le forme, il disegno generale e le modalità d'uso principali. Alcuni moderni pugnali, ad esempio, hanno linee che ricordano assai da vicino quelle di pugnali di selce e di rame. E così le punte delle frecce e delle lance.

Vi sono due armi bianche nate essenzialmente per la guerra: la spada e la baionecca. Le altre sono cucce derivazioni di attrezzi utilizzati in origine indifferentemente, secondo l'occasione, per la caccia e il lavoro come per il combattimento: le armi da botta, come la mazza e la scure, il coltello divenuto pugnale, la lancia e anche l'arco. Tutte armi che in molti casi, specializzandosi, persero il ricordo, il collegamento nelle forme e nell'uso, con la destinazione originale Non così la spada e la baionecca (la prima assai più antica della seconda risalendo ali' ecà eneolitica) le cui derivazioni per l'uso di caccia furono successive al loro impiego in baccaglia. La spada la si può, per cerci versi, far derivare, per <<allungamento» della lama, dal coltello a lama dritta: nasce infacci quando la fusione del metallo acquisca caratteristiche tali da consentire la fabbricazione di lame lunghe (anche fino al metro) che davano ai combattenti di allora - piccoli e tozzi - un non indifferente potere offensivo. Ma erano lame fragili, facili a piegarsi - anche perché troppe lunghe -e infatti nella success iva età del bronzo si accorciarono divenendo più robuste. Con l'uso del ferro poi le spade divennero quelle che tutti conosciamo. E da allora passarono molti seco li e sui campi di battag l ia imperversarono spade e lance nelle forme piL1 diverse.

Fin verso i primi anni del 1500, p erno de ll e grandi formazioni di fanteria divennero in particolare i picchieri, fanti armati di picche lunghe fino a sei metri e che, abbassate, formavano una siepe insormontabile, efficace specialmente contro la cavalleria. Le armi da fuoco comparvero sui campi di battaglia e vi si imposero nei primi decenni di quel seco lo , decidendo clamorosamente l'esito di due famose battaglie: quella dell a Bicocca del 1522 e quella di Pavia del 1525. Nella prima gli archibugieri francesi

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Sobria baionetta a tampone forse militare, primi '700.

trincerati fecero a pezzi le ottime fancerie svizzere, forse le migliori del tempo; nella seconda, mosche tt ieri e archibugieri imperiali fecero fare la stessa fine alla superba cavalleria pesante francese appoggiando la propria azione con lo sfruttamento d ei ripari e ostacoli offerti dal terreno.

A parte le conseguenze politich e, nei due scontri furono ampiamente dimostrate le possibilità d'impiego di fanterie dotate di armi da fuoco. I moschettieri erano armati di un pesante fucile a miccia che richiedeva l'uso della forcina d'appoggio alla quale si aggiungevano la fiasca da polvere e quella del polverino - in seguito si usarono tracolle con dodici bossoli già carichi - palle di riserva, una spada o una daga, spesso un pugnale e come armatura difensiva , quando c'era, corazza a petto e schiena ed elmo ( in genere un morione), poi elmo e gorgiera. Evidentemente il peso e l'ingombro di questo materiale, la lentezza del caricamento, l'imprecisione del tiro, rendevano particolarmente vulnerab il e il fante di fronte a rapide cariche della cavalleria coperta di ferro contro la quale, scaricare le armi, la spada o il pugnale potevano ben poco . Ovviamente la situaz ione cambiava se gl i archibugieri erano protetti da ripari campali o ostacoli namrali, in tal caso

In quest'immagine si notano i grandi quadrati di picche al centro delle formazioni di moschettieri.

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la situazione poteva capovolgersi nettamente. Inoltre nell'ipotesi iniziale, cioè in terr eno scoperto, anche formazioni di fanteria agguerrire e ben disciplinate serranti sotto rapidamente potevano avere buon gioco contro gli archibugieri, le armi bianche e le protezioni difensive dei quali erano nettamente insufficienti contro le alabarde, le picche, gli spadoni a due mani, e tutto l'arsenale di c ui disponevano i fanti del tempo. Viceversa le forma zioni compatte di «picche» - come venivano chiamati i picchieri dalla loro arma - per la lentezza e compattezza erano un ottimo bersaglio per le armi da fuoco specie se, sulla distanza, erano impacciare da ostacoli quali fossati, abbattute, siep i ecc.

Si sviluppò così a poco a poco una specie di simbiosi tra picche e archibugì. I secondi facevano in pratica come quei pesciolini che vivono impunemente era i tentacoli velenosi delle attinie alle quali procurano il cibo. I reparti di archibugieri infatti, operavano al di fuori delle formazioni di picche, disposte in grandi quadraci o rettangoli, scaricavano le loro armi e si rifugiavano quindi sotto la protezione di quelle lu nghe armi che, abbassate rapidamente, formavano una barriera insormontabile alla cavalleria attaccante e permettevano ag li archibugieri di ricaricare tranquillamente La formazione avversaria, già provata dal fuoco ini ziale, s'infrangeva contro il muro di punte subendo inoltre un notevole sti llicidio di perdite sotto colpi di coloro che erano in grado di sparare e ricaricare più rapidamente degli altri. E a distanza ravvicinata la precisione del tiro diveniva assai elevata.

Questa formazione mista, adottata in breve da tutti gli eserciti, era destinata a scomparire con l'aumentare della potenza, mobilità, precisione delle artigl ierie campali (già nel 1476 il Colleoni, primo forse in Itali a, aveva porcaro le artiglierie in campo aperto) Tale formazione era infatti, per la sua stessa costituzione, lenta nei

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Disegno schematico di impiego della picca contro la cavalleria.

movimenti e molto compatta, e se ciò era la sua forza contro fanti e cavalleria costituiva il punto debole nei confronti dei cannoni che, presala sotto il tiro, ad ogni colpo abbattevano intere file.

Occorreva quindi restituire mobilità alla fanteria in modo che care, ritirarsi o comunque mano v rare più agevolmente. Ma p er

potesse sottrarsi rapidamente al tiro lento dei cannoni e attac- \

Le più antiche forme di baionette in una tavo/,a da un manuak ottocentesco inglese. In alto, una partico/,are baionetta indiana della prima metà dell'Ottocento.

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ottenere ciò occorreva che il fante armato di fucile fosse in grado di difendersi efficacemente da solo contro fanti e cavalieri senza dover ricorrere alle picche lente ed ingombranti.

La soluzione venne verso la fin e del 1500 con un'arma nuova che avrebbe assunto poi, come è accaduto a tante cose apparse in sordina, grande importanza rivoluzionando la tecnica del combattimento: la baionetta.

È interessante notare che sebbene la baionetta abbia fatto scomparire un po' alla volta le picche dal campo di baccaglia per relegarle, trasformate e ridotte, era le mani delle guardie di palazzo, nella prima parte dell ' Ottocento i manuali militari riportavano ancora esercitazioni di reparti misti di picca e di fucile con baionetta. N ella nostra marina le picche («spuntoni») erano ancora tra il materiale di bordo , fino alla fine del secolo XIX, circa. Nel Settecento e ai primi dell'Ottocenco la picca o spuntone negli eserciti era rimasta per lo più solranto come insegna dei sottufficiali.

Alcune baionette delle origini assieme ai primi tentativi di rendere libera la cann,1 attULtti mediante anelli mobili.

LA NASCITA

La baionetta non vanta una galleria di antenati come quella di cui dispongono la lancia e la spada e non risale come queste alla notte dei tempi o quasi. Normalmente si parla di invenzione della baionetta nella città di Baiona (secondo alcuni addirittura ai primi del '500), da cui il nome; in realtà ciò non ha probabilmente alcun fondamenco storico, a parte la similitudine tra i due nomi. Basti pensare che quattro sono le Baiona, di cui due in Spagna. Quella citata normalmente è una città dei Pirenei nota a lungo per la sua produzione di armi bianche : stando al la tradizione pare che all'incirca nel 1575, i baschi assediati dagl i spagnoli, avendo terminate le munizioni, per difendersi dag l i attacchi ali' arma bianca portati dal nemico abbiano pensaco di piantare nelle canne delle loro armi ormai inservibili l'impugnatura di daghe, pugnali, colrelli ottenendo così armi d'asta di una certa efficacia. Niente sta a provare che ciò sia vero ma niente si oppone al facto che la necessità, come canee volte è accaduto, abbia portato all'immediata attuazione di una idea improvvisa e con felice esito. È comunque opinione diffusa che il nome possa venire da Baiona non tanto per l'invenzione dell'arma quanto per un qualche adattamento attuato in questa città o per qualche altra ragione perdutasi nel tempo: d'altra parte pare anche che il nome risulti più

Nella tavola qui a destra, momenti evolutivi iniziali della baionetta: 1) la leggenda, ossì,a il pugnale piantato nella canna dell'archibugio; 2 -3-4) i primi passi. La baionetta da caccia a tampone arriverà fino ai primi del secolo scorso; 5-6) i primi passi verso la canna libera (primi '600}; 7) ci si avvia verso il manicotto (primi 700};

8) baionetta a manicotto (metà 700);

9) baionetta a ghiera militare (fine 700).

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tardo di circa un secolo rispetto alla effettiva comparsa dell'arma.

Dal <<Voca bolario Marino e Militare» del padre Guglielmocci, terminaco nel 1865 e scampato nel 1889 citiamo:

«Baionetta s.f Botta, Algarotti, Colletta, Fanfani, Crusca. Quell'arma che congegnata pel manico in cima alla canna delle armi da faoco serve di arme in asta. Le prime memorie di quest'arma terribile ai cavalli e decisiva delle grandi battaglie, mi vengono dagli studi del quadrato e della picca di Lelio Brancaccio in Napoli; che nella <<Nuova disciplina militare» (Aldo, Venezia 1585) a p. 14 dic e così: «Archibugio portatile e trattabile per man d'uomo senza aiuto di picche ... senza ingegni o macchine militari ... a combattere contro cavalleria che l'assalisse, marciando e stando fermi, come vorranno». Da questi germi si svolse la teoria dell'arme in asta sulla canna del facile: di modo che si giovarono i combattenti ai Pirenei presso Baiona e ne formularono il nome. Nella mia Storia del 1686 trovo la baionetta comune a tutte le milizie. .. La sua lama sembra ed è simile ad ogni altra sciabila comune fatta per dare puntoni e scigrignate... Fucile e baionetta secondo il Brancaccio nel 1595 si svolse nella Guerra di Navarra e divenne comune nel 1686».

Fin dal 1690 , pare , tutta la fanteria piemontese ebbe la baionetta. Comunque sia, sta di fatto che questa, dopo la sua sporadica apparizione sui campi di battaglia del primo Seicento, e bb e il suo primo impiego ben definito nella Guerra delle Fiandre del 1642 (alcune fonti citano la prima carica di baionetta alla baccaglia di Spira durante la Guerra di Successione Spagnola).

Le «Memorie » del Maresciallo de Puysègur nel 1647 riportano queste parole: «in realtà i soldati non erano muniti di spade ma di baionette della lunghezza di circa un piede (32,5 cm circa) e con lame della stessa misura, la parte terminale dell'impugnatura era foggiata in modo da poter essere piantata nella bocca del facile per propria difesa quando attaccati; dopo aver fatto fuoco».

Si tratta evidentemente di una dell e piì.1 antiche, chiare ed attendibili notizie di fonte esperta sull ' uso della baionetta e sulle sue generali caratteristiche che, dalla descrizione si potrebbero forse identificare con quelle illustrate dal Mallec nei «Travaux de Mars ou de l'Art de la Guerre» del 1685, che hanno la lama a due fili a sezione di losanga, impugnatura conica della stessa lunghezza del la lama o di poco più corta, sono prive di guardia in luogo della quale esiste solo un breve bordo arrotondato ali' estremità superiore del fusecco . Ne ll o stesso periodo si sviluppano quelle baionette a tampone oggi maggiormente note che sono in pratica delle vere e proprie armi da mano. Le lame erano di forma

Fomimento di baionetta militare settecentesca, forse austriaca. In basso, schema evolutivo di alcuni sistemi di fissaggio alla canna.

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disparata con lunghezza variabile da quella di un coltello a quella di una daga: tra i 25 cm e i 60 cm circa insomma. In genere le baionette militari avevano la lama triangolare a sezione di losanga, a du e fili o filo e punta, robusta e funzionale. Limpugnatura presenta il caratteristico fusecco a tronco di cono dalla conicità più o meno accentuata, dalla cui base maggiore si svilu ppa un rigonfiam ento sferico o piriforme, la guardia è in genere a rami d ritti o ad S o leggermente ricurvi verso la lama. Il fusetto era in legno duro o in corno: il rigonfiamento serviva sia ad impedire che l'arma s'incastrasse troppo nella canna, sia a favorire la presa per l'estrazione. La guardia risente spesso però delle inAuenze d elle contemporanee armi da mano cosicché è talvolta munita di valva o di ane llo di guardia Evidentemente quest 'a rma, una volta inastata, impedi va di far fuoco e ciò poteva portare a inconvenienti fatali nell'eccitazione del combattimento quando anche la ferrea disciplina del tempo trovava i suoi limiti. Poteva darsi infatti che qualcuno inastasse la baionetta col fucile ancora carico, con conseguenze facilmente immaginabili in caso di sparo accidentale, o che essa restasse piantata nella canna rendendo troppo lu nga e difficolto sa l'estrazione ed inutilizzabile il fucile.

Si prese coscienza così, se pure lentamente, della necessità di poter far fuoco senza cogliere la baionetta, che, per inci so, si sviluppa in pratica parallelamente all'arma da fuoco e al regredire dell'armatura contro la quale difficilmente avrebbe potuto far danno. La questione del fuoco a baionetta inastata ebbe varie soluzioni tra le quali la baionetta ad anelli da attribuire (pare) al generale inglese Hug McKay, testimone d ei guai dei fanti inglesi all a battaglia di Killiencrankie nel 1689, quando gli scozzesi caricarono rapidissimi , cogliendo i fanti impreparati a riceverli «imbranati » com'e rano era baionetta, fuci le, budr iere.

La baionetta ad anelli era in pratica simile a quelle desc ritte dal Mal let so lo che in appositi fori del tallone e del punta le del fusetto passavano due anelli di diametro atto ad accogliere la canna. Non ebbe diffusione.

Il passo, la svolta decisiva, si ebb e con l'adozione della baionetta a «man icotto » quasi certamente di origine francese: sappiamo che n el 1688 alla presenza del Re di Francia furono sperimentate dell e baion ette che non avendo il manicotto di diametro adeguato alle canne in alcune manovre brusche si sfilavano o, sparando, la palla ne spezzava la lama.

Della baionetta a manicotto si attribuisce l'invenzione all'ingegnere militare franc ese Vauban, ed infatti a volte viene anche

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Baionetta da caccia spagnola nella prima metà dell'BOO.

definita appunto «alla Vauban» Gli ingl esi attribuirono que s ta tipologia aJ generale Hugh McKay e la con sid erano una con seguenza della battagli a di Killi encrankie.

Secondo il noro storico inglese David Chandl e r, gli ingles i adottarono la prim a b a ion e tta nel 163 3, gli sv ed es i nel 17 00 e le altre nazioni europe e tra questa data ed il 17 03.

Era costitui t a da un manicotto di ferro ch e portava s ull ' es tremità superiore un breve braccio tras versale la cui estremi tà es te rna supportava una lama. Il manico tt o era munito in b ass o di uno spacco a tto ad accogliere il mirino e ch e, ini z ialme nte dritto , assunse poi andamenti di v ersi per ragioni che spiegheremo in seguito. TI diam etro del mani cotto era tal e da accogli ere s tre ttamente la canna del fucile.

Lo spacco dritto aveva probabilmente oltre alla funzione di accogli er e il mirino anche qu ella di «elas tici zza re» la parte inferiore del manicotto per favorir e la presa di que s to s ulla canna.

Tale pr esa non era evid ente mente molto solida e se l'arma si incastrava fortemente nel corpo di un nemi co o di un cavallo poteva anche venire s trappata v ia , rimanere insomma conficcat a n ella ferita. Spesso acca deva pure che il nemico, incalzato o colpito, si aggrappass e lottando ali' arma , strapp andola daJ s uo supporto e las ciando il soldato privo del s uo peri coloso pungiglion e . Tant 'è ve ro che i soldati pr esero la precau zion e di legare la b aione tta al fucile per evitare di esserne privati nel momento m eno oppor-

Nella tavola a destra, cllcuni sistemi di fissagpo : 1) a manicotto con dente d'arresto elastico {seconda metà 7 00) all'estremità della cassa; 2) sistema elastico d'arresto del tipo usato nel 1766 dalla MarechaZ1Ssée .francese; 3) baionetta inglese New Land Pattern 1844; 4) baionetta settecentesca non identificata con arresto a vite; 5) baionetta per facile sardo con spacco di forma particolare. Lo si trova anche con l'andamento della parte superiore dello spacco volta i n senso inverso (primi '800); 6) baionetta civile con manicotto aperto per tutta la lunghezza: la fessura consentiva di stringere manualmente il tubo prima di inserirvi la V<J!ata del fùcile in m odo da avere una maggiore aderenza perforzamento (Italia meridionale fine 700 primi '800); 7) baionetta a manico con sistema di svincolo a pulsante: è quel/a del Mosin Nagant 1'USSO mod 189 1130.

Scherma di baionetta in un 'istruzione per·i bersaglieri de!/,1 metà dell'Ottocento.

~"'~ fA, .:<Wa..f,fl'\i~ ~ \,1"1-a..lw Ji ~ ~ofw . }iy Il Il ce.val ie:-e pù nl f La sciabola paral! 24
4 2 3 5 6 7 25
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tuno. Per ovviare a qu esto inconveniente sì trasfor m ò lo spacco che, da diritto , ass un se un andamento per lo più a z ig-zag Ma anche questo sistema non era particolarmente sicuro per quanto assai diffuso: in Egitto durante la campagna del 1798 gli ufficiali francesi si assicuravano che i so ldati avessero lega t e le baionette al fucile con corregge di cuoio.

D ei numerosi sistemi di bloccaggio speri m entat i (e anche u sati) i l più efficace è quello «a manicotto e ghi era» o ad «a nello di forzam ento >> in u so ancora fino a pochi anni fa s ia su alc uni modelli del nostro Verterli che s ul Mossin-Nagant 1891 russo.

La baionetta a mani cotto e ghie ra («a m ani co» secondo la d efinizione piemontese o detta anche << a calza») è munita di un anello gir evole attorno al manicotto e sagomato in modo da lasciare in un suo punto un passaggio per il mirin o o per il fermo di baionena. Una vo l ta che la baionetta è stata posta n ella s ua se de e che quindi mirino o fermo hanno passato l'anello, questo v iene ruotato in modo da spostare il punto di p assaggio chiudendo la v ia del ritorno. Questo sis tem a si rivelò in pratica il migliore tra molti, tanto che fu u sato, si può dire in tutti gli eserciti: ultime a disporne oggi so no le b a ione cce dei moscheni '91 dei nostri corazzieri. Occorre anche precisare che in molte baion ette l'interno del manicotto presenta una leggera co ni c ità con diametro magg iore alla base e minor e all'estre mità s up er iore: ciò al fine di favorire l' innesco su ll a vo lata p erde ndo il meno possibile in aderenza.

Ne ll e baionette a manicotto la lama era distanziata dall' asse della canna così da p erm ettere un caricamento agevole a b aione tta inastata; inoltre a volte la lama divergeva l egge rmente verso l' esterno p er maggior sicurezza. Per l a stessa ragione le lam e a sezione triangolare prese ntava no all a canna sempre un lato piano e mai uno spigolo, e quelle a lama di s pada o di coltello le prese ntava no un lato , se erano a due fili , o il dorso se ad un filo. In tal modo si ev irava il p e ricolo di ferite alla mano di chi maneggiava la bacchetta.

È da notare ch e in armi a retrocarica , come qu elle cita t e sopra, la lama d ella baionett a perd e la sezione triangolare p er quella crucifor m e . Mancando in fatti la n ecess ità di usa re la ba cch e tta a baionetta inastata, manca il relativo pericolo p er la mano del soldato. La stessa ca ratteristica prese ntano, per ese mpio, la baionecca a ghiera francese mod. 1866 e quella simile del Wanzel austriaco, a rmi a re tro ca ri ca, appunto La baionetta a ghiera, e egualmente qu ella a manicotto (o << calza») per le loro stesse caratterist iche in prati ca non sono più d elle arm i da m ano. La conformaz ion e e la

Moschetto francese Ti-euille de Beaulieu con la sua spada-baionetta: armava le Cento Guardie di Napoleone fil A destra, in alto, la particolare baionetta-attrezzo del facile Mondragon; il fodero accoglieva anche la bacchetta in due pezzi. Sotto, attacco a baionetta applicato ad un lanciagranate inglese per moschetto Brown Bess.

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lunghezza del manicotto e la possibilità di poter colpire per lo più solo di punta le rendono armi di impiego pressoché esclusivo sul fucile. Prova ne sia anche l'uso, presso molti reparti di varie fanter ie di un a corea sc iabola o daga, per la difesa diretta, personale, del fante che la portava non solo in guerra e in zona d'operazio ni ma anche in te mpo di pace (fino all'ultima guerra quest ' uso rimase anch e nel nostro esercito p er l a b aio netta del '91). La baionetta veniva portata in un fodero accanto a quello d ella sciabola al fianco sinistro. Fanno eccezione alcuni gruppi di baion ett e dotati di lam e largh e a spada, in genere molto lunghe, a un filo e punta, con un manicotto abbasta nza lungo da poter essere impugnato.

La baion e tta cost ituì un fertil e cam po di ide e p er inventori più o meno geniali che le dett ero, specie era la seconda metà del Settecento e la prima dell'Ottocento forme, dimensioni , d estinazioni le più dispar ate Ve ne furono di lunghis sime, a forma di lancia come qu elle delle carabine a retrocarica a pietra focaia, da cavalleria sistema Crespi del 1770 o Durs Egg de l 1784; ve n e furono con lame a spada e forn i me nci adeguati a uno o più rami come quella dell e carabine a retrocarica Treui il e de Beauli eu de ll e C ento Guard ie di Napoleone III del 1854 (e quella s imil e

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di Arcelin del 1856) o, ancora, quella per la doppietta da cavalleria Jacob (1861 circa) finita in mano a un reparto di cavalleria indigena in India. Ve ne furono di pieghevoli (ve di la carabina austriaca da cavalleria mod 1895 o la giapponese mod. 44) e di pieghevoli con apertura a scacro come qu ell e montate su tanti tromboni e pistole a pi e tra ed a percussione civili. Ve ne furono di quelle strutturate come pesanti sciabole o coltellacci da abbordaggio come la nostra e l' inglese per i moschetti da marina e quella americana d ell'ammiraglio Dhalgren (mod. 1861) , come ve ne furono di sottili come la Lebel 1886 francese.

Il fucile a rip etizione ordinaria Mondragon mod. 1908, poteva montare anche una particolare baionetta-vanghetta (prodotta appositamente in Svizzera) con fornimenco tipo sciabola-baionetta. Non era però un'idea nuova visto che già nel 1873 gli americani avevano adottato per lo Springfìeld una baionetta-va nghetta in due versioni, una delle quali con un apposito manico in legno da inserire nel manicotto per usarla a mano . Ma ancor prima si

Attrezzi a baionetta usati durante la Guerra di Secessione. Sopra, alcuni facili settecenteschi con baionetta/ancia. A destra, esempi di baionette a /,ama lunga per zappatori e cavalleria: 1) inglese, Eost Tndia Sappers and Miners 1842. Una analoga fa adottata per qualche reparto di cavalleria composto da volontari; 2) mod 1854 aumiaco per il facile da Cu:cùuori. aust1iaco mod. 1854; 3) inglese, per Sappers and Miners mod 1841; 4) inglese per il Cambridge University Volunteer Regiment 1804; 5) .francese, f>oncharra mod 1837 con manico in bronzo ed arresto ehstico sul manicotto; 6) inglese, per la Yeomanry; 1796; 7) inglese per gli Scott Grrys 1790.

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era pensato a utilizzare degli attacchi da baionetta a manicotto: in Inghilterra per un tipo di tromboncino lanciagranate adatto al Brown Bess; negli USA, durante la Guerra di Secessione, alcuni reparti dell'armata di Banks disposero di vanghette e zappette per lavori campali con attacco a manicotro e ghiera da montare sui fucili: non ebbero successo e furono impiegati ad esaurime nto nel corso del conflitto.

Neppure l'idea del manico per usare la baionetta a manicotto anche come arma da mano era nuova visco che già nel 1838 in Francia era stata applicata alla speciale baionetta per la carabina Poncharra mod. 1837 e ancor prima ad alcune baionette con lama a spada che vennero dotate di fornimenci con guardia a staffa analoghi a quelli di alcuni modelli di sciabole: ne ven nero fornici i componenti del Cambridge University Volunteer Regiment per il loro moschetto Baker mod. 1804.

Durant e la Guerra di Secessione, nel fermento di invenzioni talvolta geniali, talvolta assurde, venne proge ttata anche una baionetta la cui ghiera era munita di un'appe ndice tagliente, tricuspidata, che serviva ad aprire le cartucce di carta per caricare il fucile invece di strapparle con i denti.

Ma era le baionette-attrezzo la più pratica e diffusa, anche perché conservava le sue caratteristiche di arma, fu certamente quella con dorso a sega che, nata quasi contemporaneamente alla sciabola-baionetta, rimase in uso fino alla guerra del ' 15-18, e anche per vari anni dopo in Germania e Svizzera.

Un utilizzo particolare della baionetta sopravvive ancora oggi in Francia: lo si è visto anche in recenti sfilate coinvolgere il corto fucile d 'ass alto FAMAS, quello di << porte fanion» ovvero di asta per i guidoni di reparto; ve ne furono in passato con asta cilindrica e cuspidi a lancia o elaborate con mezzaluna e altro per i reparti di tiragliacori algerini o per la Legione. E questi appena citati so no so lo degli esempi perché di applicazioni inconsuete ve ne furono altre

Esiste poi un particolare tipo di baionette poco noco e poco diffuso il cui primo esempio risale alla prima metà del Seccecenco: esso sfrutta il canale di alloggio della bacchetta di caricamento ricavato nel legno della cassa, parallelamente alla canna e rinforzato o completato da tubetti o fascette m etallici. Nella versione settecentesca, alla bacchetta ne veniva sostituita una interamente metallica, con l'estremità acuminata, che sporgeva per varie decine di centimetri oltre la volata. Questa baionetta-bacchetta pare sia stata realizzata anche in due p ezzi avvitabili. L'idea ven-

Iìragliatore algerino dell'esercito francese, con baionetta «porte-fanion », ossia per iL guidone di reparto. In basso, spada baionetta del Cambridge University Volunteer Rgt. J804.

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ne ripresa più tardi negli USA con i modelli 1833, '34 e '37 ad avancarica; in seguito, quando la bacche tta in armi a retrocarica non dovendo piLt calcare la polvere ebbe solo funzioni di pulizia, pers e la sua cesta superiore allargata poté essere forgiata anche a sezione triangolare ed, essendo ormai interamente in acciaio, ne venne acuminata l'estremità. La bacchetta aveva un sistema di blocco , per lo più basculan ce, che la fermava ali' occorrenza, estraen dola , all'estremità inferiore o a circa metà della sua lungh ezza. Si dotava così il fucile di un lungo spiedo a sez ione circolare o triangolare come gli Springfìeld Trapdoor 1873 e seguenti fino ai modelli 1901 e 1903.

Di queste esiste una versione, se così possiamo chiamarla vista la sua posizione sotto la vola ta sia inastata che in riposo, più recente: si tratta in realtà di due modelli quasi id entici destinati rispettivamente al francese MAS 36 e al successivo Fallschirmjager Gewehr 42 tedesco . Sono coree baionette a sezione circolare, lunghe una quarantina di centimetri dei quali circa 35 di lama. Nel conflitto '15-18, la baionetta del 91 ebbe, presso alcuni reparti di assaltatori, un impiego particolare divenendo componente di un attrezzo realizzato artigianalmente dai fabbri di reparto: veniva inastata su di una lunga asta che portava all'estremità super iore una pinza tagliafìli comandata da un cavo e saldata a un manicotto di rubo di ferro portante anche un maschio c ilindri co per l'anello e il fermo di baionetta recuperato dai 91 danneggiati e inutilizzabili.

La lunghezza dell 'as ta consentiva di tagliare i reticolaci sta ndo al riparo - se un riparo c'era -o comunque esponendosi il meno possibile mentre la baionetta consentiva un'eventuale difesa-of-

In basso a sinistra, baionette inglesi dei Sappers and Miners (le prime due d,,zfl'alto) e dei Cambridge Volunteers. Sopra, baionette usate come frecce di gaglial'detti e fiamme (post guemz '15118); sotto, baionetta su asta per pinza tagliafili.

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fesa. Dopo il conAitto, come avvenne per i pugnali , ma non in modo così massiccio, la baionetta venne utilizzata come freccia (cuspide) per labari e gagliardetti. In genere veniva utilizzata la lama complera di guardia ma vi sono alcuni casi nei quali sotto il cappuccio è stata saldata una gorbia cilindrica o leggermente conica: ovviamente le guancette devono esser stare rimesse dopo tale operazione che doveva essere eseguita se nza di esse per evitarne la bruciatura.

Un'analoga iniziativa è stata presa da almeno un reparto della RSI rimasto ignoto: in questo caso si rratca di una baionetta 91 /38 a lama pieghevole resa fissa da un'apposita crocera a brevi rami. 1.:esiguo diametro della gorbia fa pensare a una corea asta metallica destinata a un gagliardetto.

Nasceva intanro la scher ma di baionetta, un sistema di addestramento che ricordava quello delle armi d'asta, specie dalla picca. I.:addescramenco veniva eseguito con armi particolari dotate di punta a bottone, con appositi tamponi da fìssare sulle lame, con la baionetta inguainata in speciali foderi il cui puntale era soscicuiw da una grossa sfera di cuoio. Spesso veniva indossato un grembiale di cuoio ed anche una maschera simile a quelle usate per la scherma di spada.

1.:addestramenco veniva eseg uito a coppie per il corpo a corpo e non va confuso con le manovre di squadra, di plotone, di battaglione ecc. previste per gli impieghi di massa sul campo quali, era le più noce, le formazioni in quadrato per fronteggiare l e cariche di cavalleria.

A suo tempo ebbero grande risonanza (fo rse anche per il loro risultato positivo) le istruzio ni impartite dal duca di Cumberland che decisero l e sorti della battaglia di Culladen nel 1746 con la quale finì il sogno degli Stuart e l'indipendenza scozzese Gli scozzesi usavano allora in battaglia lo scudo rotondo accompagnato dalle formidabili lame lunghe un metro degli spadoni a cesto e dall e t erribili claymore a du e mani che spesso passavano il metro e mezzo. Nel combattimento ravvicinato non c'era baionetta che potesse rener cesta a tali arm i manovrare da uomini robusti, decisi, testardi ben esperti nel maneggio delle loro armi tradizionali, anche se indisciplinati, quali erano i montanari scozzesi .

Il duca fece quindi istruire i suoi uomini in questo senso: i fanti posti in linea di fronte, sotto l'attacco nemico dovevano cercar di colpire non il loro diretto avversario, ma que ll o del compagno di destra. In ca! modo la loro baionetta sul lungo fuci le poteva entrare ne ll a guardia avversaria evi cando l'ostacolo del lo scudo che

Sopra, un'immagine tratta d11! manualetto dei Muller (sotto) del 1835, che prevedeva per /,a scuola di baionettd un facile di legno con una béonetta in ferro terminante in una palla pure di legno.

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ALL' lffAIXO CO lLU Dlftll IIELL.\ F \ ,TElll.\ .UJrOII Oll.ol..\ SCBll'.I \ .t, C,\,. ..\U.O , OU U~tO DILW .Lll'(l-"t g Olt.LA TATffCA b l ld.l IMJO~t Con '3 Pi gareTOBL~O 1831. Tll'OGIUPl.l 0G fUTILU CMU'All -
J.ANlllGIO .~~~~BAIONmA J

riparava l'uomo sulla parte sinistra cioè il lato opposto a quello da cui proveniva l'offesa. Il risulcaco di quesco sistema fu fa cale per gli scozzesi già provac i dal fuoco d 'artiglieria e da una ficca fucileria proveniente di fianco, da un murecco a secco che avevano mancato di occupare.

Come abbiamo accennaco in precedenza, molti reparti di fanti armati di baionecca erano dotati anche di una corta sciabola o daga che fosse, il cui uso in combatt im ento era in realtà assai limitato e costituiva anzi un peso e un impaccio più che un effettivo vantaggio.

Verso la fine del 1700 cominciarono ad apparire le prime sciabole-baionette e ne furono dotati inizialmente so lo reparti speciali. Queste nuove armi da fianco, spesso molco s imili a quelle porcare in precedenza assieme alla baionetta, avevano l'impugnatura metallica m ass iccia, generalmente in orco ne o bronzo, fusa in un sol pezzo co n la crocera; su di un laco dell'impugnatura era ricavato uno spacco destinato ad accogliere l'apposito fermo di baion etta fissato lateralmente alla canna, un arresto con comando a molla a pulsante assicurava il bloccaggio e lo sbloccaggio. Con la sciabola-baionetta veniva ad essere modificato l'a rmamento tradizionale del fante a tutto vantaggio della s ua mobilità ed efficienza

In effecci già nel 1789 i Cacciatori russi erano dotati di sc iabole-baion e tte e intorno al 1800 in Inghilt erra si costruivano numeros e versioni di queste armi per il fucile Baker, l'arma per la quale forse è stato costruito il maggior numero di variant i. S i e ra così giunti in pratica agli ultimi passi evolutivi della baionecca, prima

Trombone ingkse con baionetta a scatto (primi '800). Sotto, scherma di baionetta da un manuale americano dell'Ottocento.

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dei grandi macelli del nostro secolo. Aveva assunto ormai una forma assai simile a quella che cucci conosciamo, eppure è curioso notare che in quel lasso di tempo si scriveva ancora: «BaionettaFerro appuntito che ficcato nel moschetto alla cima serve al soldato di arme in asta>>(Vocabolario Mannuzzi ed. 1833) e ancora: «Quando ero a Roma nel 1835, era moda corrente portare delle daghe e coltelli con impugnatura a tampone per la caccia al cinghiale>> (Mr. Akermann corrisp. Mr. B. Smith). Accanto alla baionetta moderna viveva dunque ancora, sia pure in campo civile, la sua sorella più antica.

In Italia i primi ad essere muniti della nuova arma furono i Bersaglieri che la ebbero per le carabine del 1836.

Le baionette a spacco lacerale non erano però definitive; pare che il sistema, anche per via del fermo di baionetta applicato in aggetto lateralmente alla canna con due e spesso con un solo punto di unione ad essa, non fosse particolarmente resistente a violente sollecitazioni, specie laterali. Si pervenne così alla soluzione che dura anche oggi: lo spacco fu spostato sul dorso dell'impugnacura mentre la crocera, fino allora un tutto unico con l'impugnatura, veniva costruita a parte in ferro e il suo ramo posteriore veniva sagomato ad anello di diametro atto ad accogliere la canna. Il fermo

sulla canna diminuiva in dimensioni. Il ramo anteriore di guardia assunse per lo più forma a gancio, più o meno ampio, rivolto verso la lama (fanno eccezione i Mauser, 71 escluso, nei quali il ramo anteriore resta ricurvo verso la mano). Il gancio doveva servire per la formazione dei fasci di arme e ali' occorrenza per agganciare, in combattimento, la baionetta avversaria.

Dall'alto, baionetta da addestramento americana mod 1912 e scherma di baionetta da un manuale piemontese della metà dell'800.

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Per compensare l e leggere differenze di diametro delle volate dovute alle tolleranze consentite nella fabbricazione, molti modelli ebbero l'anello aperto e munito di due appendici forate, corrispondenci, entro le quali alloggiava una vice che consentiva la regolazione del diametro e una corretta tenuta sulla volata. Tra le armi di questo tipo, e per le quali il problema fu molto senc ico , c'è la baionetta dello Chassepot, con la ben nota lama ondulata detta, dal nome della sim il e spada orientale, «yatagam,. Questo tipo di lama pare sia apparso inizialmente su baionette indiane e da queste sia passato in Europa e quindi in America.

In realtà questo tipo di lama era già stato adottato da diversi anni su armi ad avancarica quali, per esempio, le carabine da Cacciatore napoletane, pontificie, francesi e su alcuni moschetti inglesi, perché per la sua forma si prestava ad allontanare ulteriormente la punta e il controfilo dall 'asse della canna riducendo ancor più il rischio di ferite alla mano durante il caricamento rapid o dell'arma da fuoco, a baionetta inastata.

rimpugnacura massiccia aveva però w1 peso abbastanza rilevante con i relativi inconvenienti sia in ordine di marcia sia sul fuci-

Gruppo di baionette fi'ancesi Lebel 1886. Dall'alto, mod 1886/35; 1886/15 con impugnatura in tombacco; 1885/15; 1886. Sotto, la caratteristica baionetta jugoslava mod 1932

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le p er il combattimento o per iJ tiro; inoltre ess endo in otton e o bronzo incideva s ul cos ro dell 'a rma. S i cercò allora un a soluzion e ch e p ermettes se di alleggerire il p eso e il co sto con l' ado zion e di guancette in legno , corno, c uoi o , ebanite ecc. mentre l'i mpug n atura caratteristica si riduceva ad un telaio pia tto con il solo pom o massiccio , sempre a b ecco di lin ea più o m eno acce n t u at a . Qualc osa di simile era già staro adotta to p er le scia bol e- b a ion ette russe d ei Cacciatori nel 17 98. T ipica di ques to n uovo gen ere di bai o n ette possiamo citare que lla del nos tro Veccerli 18 7 0 , a lam a dritta a un fi lo e puma, ampio gancio di guardi a , guancet te in ebanit e n era

Rivoltella ingl.ese con baionetta P,itchard ('/5-18); S<Jtto pistola ottocentesca con baionetta a scatto. In basso, esempi di baionette per d.oppietta: a destra; in alto, !a spada-baionetta, per fa d.oppietta )acobs inglese, militare. A destra, il quadrato di Vil!ttfranca visto da Tancredi Scarpelli.

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Ben note sono l e baionette francesi per il Lebel 1886 , che mantennero l'impugnatura massiccia in ottone e in lega , dotate di caratteristica lama a sezione cruciform e lunga cm 64, ramo di guardia a gancio man tenuto anche nei successivi Grass 1874 e moschetto d'artiglieria 1892. Verso la fine dell 'Ottocento la sciabola-baionetta si avviava a diventare l' odierno coltello-baionetta, pugnale-baionetta, con gancio anteriore ridocco ad un breve elemento per lo più dritto.

Con la guerra del 1914-18 molci fucili entrarono in linea dotati di baionet te di tipo ottocentesco, ma molti e bbero modelli più corti sia perché cos truiti in tal modo, sia perché modificati m ediante lo scorciamento delle lame. Abbiamo letto da più parti che le lunghe lame vennero scorciate per le esigenze della guerra di trincea com battuta nello spazio ristretto dei camminamenti, sovente coperti, tra viluppi e normi di filo spinato nei quali le lame troppo lunghe potevano essere più un pericoloso impaccio che un aiuto. In realtà già negli ultimi anni del secolo scorso le lame avevano inizia to a scorciarsi.

Siamo soliti considerare la baionetta come arma risolutiva; la splendida iconografia napoleonica e ottocentesca s uscita immagini di eserc iti che, lentamente o a passo di carica, si scontrano su due lunghissime file irte di baionette infilzandosi regolarmente a vicenda. Pure, non è questa la realtà: il barone di )omini (17791869), uno dei padri dell'arte della guerra scriveva così: «non è che in scontri negli abitati o in strettoie che ho visto delle vere mischie di fanterie in colonne che si scontravano alla baionetta, ma in schieramento di battaglia non ho mai visto niente di simile».

Il generale Evans de Lacy affermava che non aveva mai sentito dire di qualche caso in cui le armate si fossero effettivamente scontrate alla baionetta perché inevitabilmente una delle due parti non reggeva al fuoco o aU'effetto psicologico della selva di lame avanzante o in attesa e cagliava la corda prima del contatto diretto. Il chirurgo che seguì Wellington da Rorica a Waterloo scrive che i feriti e i morti francesi e ing lesi erano generalmente colpiti da palle di fucile, di cannone, da schegge di granata e assai pochi di baionetta.

I.:osservazione è riferita alla campagna di Spagna.

In pratica il valore effettivo della baionetta risulta essere in buona part e psico logico sia p er il singolo soldato che per la massa mentre risulca decisivo e reale in occasioni particolari come la formazione dei quadrati contro la cavalleria (basca ricordare gli inglesi a Waterloo e i piemontesi a Villafranca), per la difesa e l' ac-

Baionette americane «ramrod», ossia bacchetta di pulizia ed arma in un tutto unico (a sinistra mod 1903 a destra il mod 1882 Springfield Trapdoor). Sotto, la rara baionettacoltello multiuso tedesca mod 42 per iLKar 98.

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tacco di passi obbligati, negli scontri improvvisi, assalti noccurni, colpi di mano ecc.

Già alla metà dell'Ottocento si levavano voci di critica al sistema tradizionale dì impiego della baionetta, cioè in assalti frontali, magari contro posizioni campali, quando ormai le armi da fuoco cominciavano ad essere in grado di stroncare qualunque attacco dì grandi proporzioni porcaro dalla distanza e su ampio france. La Guerra Civile (o Guerra di Secessione) americana da noi non è molto conosciuta, essa fu in pratica socco molti aspetti, la prima guerra moderna e vi si scontrarono due mondi divers i: l'ormai tramontante Ottocento romantico e ristretto e il prorompente Novecento meccanizzato e organizzato. Il punto critico, il punto di rottura era i due avvenne a Gettysburg e la lezione di quella giornata, nella quale le divisioni sudiste di Picket attaccando col sistema tradizionale persero fino al 75% degli effettivi giungendo solo ad un breve e frammentario, inutile concacco di baionetta, era già stata afferrata da menti più aperte che, come sempre succede, rimasero inascoltate.

Dai dati compilaci dal servizio sanitario dell 'Unione relativi ovviamente all'esercito nord ista, risulta che i caduti d'arma da fuoco portatile (fucili, pistole) furono 32.300 contro 4 17 per arma bianca, dì questi ultimi solo 218 sono morti per feri ca di baionetta. I caduti in totale furono, almeno quelli accertaci, oltre

39 • •
La baionetta pieghevole del semiautomatico russo SKS, ti destra, baionetta tedesca con dorso a sega, per Mauser 98.

105.000 di cui solo i 218 citati, per baionetta. I feriti, nell'arco sempre dell'incero conflitto, furono circa 230.000 per arma da fuoco portatile e 5.600 circa per arma bianca; da notare che buona parte di questi ultimi è ferita per cause varie: risse, autolesionismo, ecc. alcuni per altre armi bianche (sciabola, pugnale). Risulta quindi evidente la proporzione tra i colpiti da arma da fuoco e quelli da baionetta. In complesso possiamo dire circa 335.000 contro 5.600-5.800!

Con la guerra del 14-18 la baionetta rornò a scintillare su rutti i fronri, arma d'attacco di tradizioni napoleoniche e risorgimentali in un mondo di già diffusi automatismi. La lezione di Getrysburg di 50 anni prima non era servita a nienre.

E adesso c'erano le mitragliatrici!

Pure, sembra incredibile, tali assalti ebbero un diretto prosieguo, anche se limitaro, nel secondo conflitto mondiale: all'inizio dell'operazione Barbarossa i tedeschi avanzanti si videro attaccati alla baionetta da inceri reggimenti di fanteria russa, truppa spalla a spalla su tre linee a baionetta calata, ufficiali a cavallo con la sciabola sguainata, che si dirigevano dritti sulle bocche delle MG, dei pezzi dei carri e dei semoventi, come avvenne a Jelura nel luglio del 1941. Evidenti per tutti sono i risultati di un cale assalco, e non fu il solo pare, portato in tali condizioni da manuale occocentesco .

Con la fine della prima guerra mondiale poche sono le baionette che non hanno ridotto le loro dimensioni, ci si avvicina lentamente al termine dell'evoluzione, all'uso generale del pugnale o del coltello-baionetta. La stessa evoluzione delle armi da fuoco rendeva ormai inutile l'uso delle lunghissime lame dei tempi passati destinate ad esigenze ormai scomparse Pure, all'inizio del secondo conflitto mondiale numerose armi in molti paesi presentavano ancora caratteristiche ottocentesche, molte baionette erano ancora quelle del primo conflitto o loro dirette modificazioni e adattamenti.

Osservando le baionette de l secondo conflitto notiamo un curioso particolare: accanto ad armi classicamente otcocencesche come la cita ca baionetta russa del mod. 18 91 con lama a sezione di croce di cm 40 e attacco a ghiera troviamo armi nuove che richiamano pfo o meno direttamente materiali antichi. È il caso della serie delle N. 4 Mk I-II-III, per l'Enfield e lo Sten, la prima delle quali a sezione cruciforme, le altre a sezione circolare. Ad esse segue il modello bowie-bayonet del 1949 con lama a coltello. Si tratta di baionette non impiegabili come armi da mano, atte,

Baionetta del fucile d'assalto russo

A.KM, attualmente uno dei più di/ fusi al mondo nelle sue varie versioni prodotte dai paesi dell'ex blocco comunista e dalla Cina: come altre baionette odierne, con l'aiuto del fodero può trasformarsi in cesoia taglia fili.

¼rie canzoni della guerra 'J5-18 citano la baionetta. Al di lit della retorica delle parole - e non di tutteresta una realtà che ha perso - se sul campo di battaglia lo ha mai avutolo smalto eroico risorgi,mentale di una guemi e di una morte che mai è bella, come nei quadri. 1 testi spesso ironicamente cantati in trincea, deformati, cambiati hanno però anch'essi contribuito, nel loro piccolo, nella loro tristezza o nella loro vivacità a dare al soldato un mezzo per lenire sia pure per poco la depressione delle lunghe ore in trincea, un sostegno nella marcia o nei primi istanti dell'assalto. Sono un documento che resterà nel tempo a ricordo di uno dei più tragici momenti del/,a nostra storia.

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Bombardano Cortina

E proseguendo poi - oilà

Addio padre e madre addio per valle Costeana - oilà giungiam sotto Tofana. Su quella vetta · ,,/;/.Y la baionetta / //

scintillerà.

Quando fui stato in terra austriaca sub it o l'o rdine a me m'arrivò; m i don l'assalto la baionetta in canna, addirittura un macello diventò.

,1/

Al comando dei no s tri ufficiali

caricheremo cartucce a mitraglia e se per caso il colpo si sbaglia a baionetta l'assalto farem! A baionetta, a baionetta, a baionetta l'assalto farem!

E tu Au s tria . . .

Poiché noi siamo fa n ti sfidiamo la mitraglia, sarà la nostra baionetta che salverà l'Italia.

« ROSALIE »

Cun10n à la gloift dc la ffrribk petik 1-Jonnettc &ança iK .

Mov•anent dc marcbe.

~~LO ._ 1 I r ,

E tu Austria, che sei la più forte, fatti avanti se hai del coraggio! Se qua/eh 'altro ti lascia il passaggio baionetta fa remo scattar. Baionetta, baio n etta baionetta fermarti saprà!

Qui a fianco è riportata la prima parte dello spartito della canzone dedicata dai .francesi alla baionetta del facile Lebel 1886, dall'acuminata, lunga lama, soprannominata Rosalie. t una Lunga canvme, ben 15 strofe. t forse l'unica che può dirsi veramente tale, dedicata ad un'arma.

Masifw M THtODORE BOTREL
Ro - sa - li - e , c'es t ton his - toi - re, Ro - sa- IN.o r I J } J' I ) li - e , c'est ton bis· toi • re Que no us c han -to ns SoLO Ji ti ) o à ta gioi-re, Verse à boi • re I T o ut en vi • dant Cacsu11 J-f fé1 '@ t (+r I ? ' 1DEEnos bi· dons, Buvons donc I 41

meno l'ultima, solo al colpo di punta e dotate di un sistema di attacco che richiama quello a calza: si investono infatti sulla vo lata.

Il Giappone ebbe in vece in dotazione una carabina da cavalleria, la M eji 44, fornita di una lunga baionetta pieghevole a sezione triangolare, simi le a quelle impiegate su pistole e tromboni tra il Sette e l'Occocenco. Si era in pratica tornati al!' antico.

Tra i vari modelli nuovi adottaci citiamo il pugnale- baionetta a lama pieghevole prodotto per i nostri 91 /38 e Berecca 38 A. È in pratica un pugnale a serramanico (prodotto però anche a lama fissa) che poteva venir tenuto a parte oppure inastaco anche con la lama piegata e ci sembra costituisca un po' il trait d'union tra le convenzionali armi amovibili e quelle a lama pieghevole incernierata socco la canna e quindi fisse.

Oggi l e baion ette sono ridotte per lo pit1 alle dimensioni di coltelli da caccia e h anno p erduco alcune delle loro più tradizionali caratteris tiche. Si sono adegua ce ad un tipo di guerra diverso e in qualche caso si sono «complicate» divenendo una specie di attrezzo multiplo nel quale si possono incontrare: cesoia tagliafìli (con l'aiuto del fodero), cacciavite, apribottiglie, apriscatole. Ma per certi vers i vi è un ritorno all'antico: alcune baionette infatti si sono estremamente stilizzate ritornando al vecchio tipo a manicotto, ricavate però in un solo pezzo (come quella del FAL FN 1970 belga, per fare un esempio) di cubo o profilato d'acciaio, cagliato un po' come s i caglia col coltello una normale canna di fosso, a becco di flauto , molto allungato e con i bordi taglienti. Assumendo così un 'essenzialità di linee e di fabbricazione non indifferen t e.

Variano in somma i fucili nel cal ibro, nella celerità di tiro, nelle caratteristic he tecniche o di impiego ma la baionetta sembra destinata a res tare parte integrante, anche se non più imporrante come un tempo, dell'armamento del fante perché nonostante missili, corazzaci, atomiche sarà sempre il fante ad occupare e mantenere materialmente il terreno e la lama della quale abbiamo tracciata sommariamente la scoria potrà semp re torn argli utile nei momenti critici o particolari nei quali ogni sol dato potrà trovarsi nell 'assolvimento del s uo compito.

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NOMENCLATURA

Come si "legge" una baionetta

La baionetta, come tutte le armi bianche, si "legge" semplicemente impugnandola con la destra, punta in alto, filo in avanti, dorso a chi guarda: di conseguenza il lato sinistro sarà quello a sinistra, il destro quello a destra.

BAIONErn

(I-MANICO o «MANICOTTO»

b- PON77CELW

e -SPACCO

d- GHIERA CON LA SUA VITE

e - BRACCIO

BAIONETTA

/ - I.AMA

g - PUNTA

h-COSTOLA O FILETTO

i-SGUSCIO

!- FERMO DI GHIERA

m- CORDONCINO D'APPOC,'G'/0 Dt:I.I.A GHIFRA

11-CAPPA

o - FODERO SGUARNITO O CUOIO

FODERO

P- PUNTALE

q - GANCIO DI CAPPA

r- CORREGG!OLA

SCIABOLA-BAJONE7TA

l - PUN7A

2 - TALLONE

3 - F!LO

4-SGUSC!O

5-DORSO

6- FALSO FILO

7- CODOLO Fl!J;r!A70

8 - scrnONCINO DEL CODOLO

9 - IMPUGNATURA

IO - CAPPUCCIO

I I - S/'ACCO PER IL PASSAGGIO DEL FERMO

12-MOUA

13-PIOLO

14-VITEDELLA MOLLA

Solitamente si usa sow baionetta per praticità e, in un testo, anche per spazio.

Nei testi militari compaiono varie denominazioni: Sciabola-baionetta: lame lunghe, dritte o ondulate come le yatagan e fino alle '91.

FORNIMENTO

15 -GUANCE

16 - CROCIERA

17 - GANCIO Df CROCIERA

18 - ANELLO

19- JNCASTRO PER IL FERMO ANTERIORE

20- VITE DI REGOLAZJONE

21-CAPPA

22 - BOCCHEl 7/l (AI I i,vn-:RNO DF.1.1.A ( :,1p1~)

23 - CUCITURA

24 - BOTTONE DELLA CA!'l'A

FOD8RO

25- VITE DI CAPPA

26 - FODERO SGUARNITO O CUOIO

27-PUNTALE

28-CRESTA

Baionettaa spietUJ: solitamente con innesto convenzionale come la "Rosalie"francese, a ''manico e ghiera""', come le lmsse 1891; le nostre pieghevoli del '91 cavalleria; le inglesi a chiodo cilindriche o cruciformi.

Baionetta-pugnai.e: lama corta a un fiw, un fik> e mezzo o a due fili.

Baionetta-coltello: oggi la più usata; unisce le caratteristiche della baionetta e del coltello da combattimento multi fanzioni. Nel testo sono indicate un po' tutte senza un concetto coerente ma sol.o con il comune modo usato nel& lingua parlata. "Denominazione ujficuife piemontese/italiana usata inizialmente per· le baionette a fama triangolare o cru.cifòrme ma anche a lama a uno o duefili, con atta.eco tubolare e ghiera (aneU.o) girevole di b!.ocazggio a forzamento usate per i facili ad avancarica e non sow.

LAMA
t. •
29 - COPJGUA (,d• !.to ,jj.ubrro. FM4étq
43
Da Armamento individuale dell'esercito piemontese e italiano 181 4- 1914, vo i. TI, Barcocci-Salvatici, Edibase, Firenze.
I e 8 7 17 17 28 e 22 26 29 27 b e q r h I o p 44

le lame delle baionette a manico e a ghiera per armi ad avancarica, in epoca d'uso divergevano dall'asse della canna per evitare che, maneggiando la bacchetta di caricamento a baionetta inastata, ci si potesse ferire la mano Alcune tipologie hanno in più la porzione terminale un poco incurvata in fuori.

Tale precauzione porto all'uso delle sciabolebaionette con lama a yatagan la cui punta diverge sensibilmente già di per sé, dall'asse della canna; come accade per quelle a lama dritta ma inclinata al tallone. La maggioranza delle lame baionette a manico e ghiera oggi reperi-

bili è stata raddrizzata per lo più in tempi moderni, per ragioni di simmetria, da collezionisti che ne ignoravano la corretta posizione.

le yatagan, con le sciabole-baionette a lama dritta e alcune versioni dritte a manico e ghiera, armarono in segui t o molti fucili a retrocarica.

Attenzione. Lo schema grafico qui sopra è solo esemplificativo: gli esemplari non sono identificati e non appaiono nel testo ad eccezione del terzo da sinistra, modello ridotto per bersaglieri (v. p. 93)

I. I I I I I ! i i I. I ! ) l . ' I r
Avancarica e retrocarica retrocarica
I l \\,I \ I , I I J I I I f
J avancarica
45
I I I I 1 Il I

LE BAIONETTE PIEMONTESI E ITALIANE

LE PRIM E BAIONETTE DELLA RESTAURAZIONE

Con la fine dell'imp ero napoleonico e l' inizio d ella Restaurazione, l' eserc ito piemontese si tro vò a disporre di un armamento et eroge neo comprendente armi d a fuoco e bianche sia napoleoniche s ia del periodo pr e-ri vo luzionario, armi c h e in parte vennero utili zzare ancora p er qualche anno e s u ccess ivame nte andarono ad armare reparti di seco nd a line a, milizie prov in c iali e cos ì via.

Il Governo pie montese, d ' altronde, era ben fermo nel principio secon do il quale niente d eve esse re getcaco se ancora può essere utilizzato. E poi la stru ttura militare u scita da ve nt ' anni di ca mpagn e napol eo ni che necessitava di una riorganizzazione e di un riequipaggiamen co ch e, p er forza di cose non poteva cerco esse r molco rapido.

Le baionette che compaiono in ques ta tavola so no affiancate a quella francese utilizza ta sul modello 1777 e s ul 1777 co rigée An IX. Si trarca del modello 1751 a manicotto, senza ghiera, e del modello I 792, il primo piemontese dotato di questo siste m a di bloccaggio. Il manicotto di questo seco ndo modello ha un bord o sporgente all'es tremità inferiore, s ul quale scorre la ghiera; lo spacco è breve, dritto; la la m a è interamente scanalata s ui pianiche sono ugu ali -a differen za del modello 1751 nel quale le scanalature non g iungono fino alla base d ella lama. I foderi di queste baionette erano in cuoio con puntal e in ottone coperto dall'estre mità infer iore del cuo io ; s up er iorment e, un bord o in c uoio fissava anche la cinghietta che consentiva di assicurarlo alla casca del budriere o dell a cintura. Il modello 1792 sembra sia s tato dis cribuico solo ad una parte dei reparti d ell 'ese rcito piemontese.

In alto, a sinistra, baionetta piemontese mod 1792, a destra mod 175, a confronto con h francese 1777.

M Ol)}V.01751 Moo 17 92 M no 1777 MoD. 1777/AN IX L IIN(:HF/./A /'()TAi F M/&1 500 435 470 4651500 L UNGHf/hl UMA 400 350 378 400/407 ÙRGIIE:Zlll ALIA BASE 28 22.5 23 23 f. UN<,HF.Z7.A MANICVT!D 90 7 1 6 7 65167 DJA.A4F/'R<)l.'VTl:RNO MAN/f.V17V 20(<:A) 20(0!) 22 22 50 I J
51

BAIONETTA NON IDENTIFICATA

Su questo modello, i cui pochissimi esemplari conosciuti sembrano provenire cucci dal Piemonte visco che sono stati trovati in questa regione, non esistono notizie di sorta. Linsieme dell'arma, la sua struttura, farebbe pensare a una produzione del tardo Settecento. La quasi assoluta mancanza o la pressoché corale illegibilità dei marchi che vi si rilevano dovuta alle cattive condizioni degli esemp lari contribuisce alla difficoltà di identificazione.

[arma presenta però delle particolarità inconsuete come la nervatura centrale ricavata per battitura del dorso che in tal modo presenta una corrispondente scanalatura di sezione triangolare isoscele con i due lari uguali concavi. Il manicotto porta un caratteristico spacco ad andamento mistilineo e due risalti rettangolari destinati ad essere accolti da due corrispondenti intagli praticati nel corpo di un anello parzialmente girevole intorno alla porzione inferiore del manicotto stesso La parte superiore dello spacco era verosimilmente destinata ad accogliere un risalto piatto, il fermo di baionetta, posto sulla canna del fuci le: una volta inastata la baionetta, ruotando l'anello uno spessore interno di questo veniva a far contrasto dietro al fermo di baionetta assicurando l'arma alla canna. Ad arma inastata, sul I'anello in corrispondenza del fermo, è posizionato un elemento sporgente che serve per comandare col pollice la rotazione dell'anello ma, una volta in posizione, funziona anche da mirino.

Lunghezza corale 51O-520 mm; lunghezza lama 420-4 3 5 mm; lunghezza manicotto 83 mm; dhunerro interno maiùcorco 23 mm.

Questa baionetta è simile esteriormente al modello francese settecentesco utilizwto dalla Marechaussée e quasi sovrapponibile ad un model!" svedese.

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BAIONETTE A MANICOTTO PER FUCILE SARDO A PIETRA FOCAIA

Il caratteristico fucile sa rdo dal calcio triangolare, largo e piatto decco talvolta «alla lombarda» e dall a can na lunga e sottile u sato dalla Milizia isolana ancora all'epoca di Ca rlo Alberto non è da considerare un vero e proprio fucile militare, rantomeno d'ordina nza : veniva acquistato personalmente dai singo li privati che si iscriveva no nelle file della Milizia soprattutto per i vantaggi che tale posizione conse nti va. Montaco nell'isola con cann e e altre pani provenienti dall'I talia (ge neralmente dal Bresciano) è difficil e che se ne trovino due esemp lari identici. Queste armi portavano un acciarino a pietra focaia di tipo mediterraneo con cara tteri stiche però proprie della zona, oggi chiamato appunto acciarino sardo. Pur non esse ndo un fucile d 'ordi nanza ma di produzione privata e tipicamente civile, con scarse caratteristiche militari, spesso poteva inastare la baionetta.

A parte lo speciale modello donato nel 1829 dal Regio Arsenale di Cagliari a Carlo Alberto, allora Principe di Carignano, e atcua.lmence conservato nell'Armeria Reale di Torino, alcuni altri esemplari, pochi a dire il vero, hanno conservata la propria baionetta.

Questa è tipologicame nte simile alle baionette da caccia in uso all'epoca: manicotto sufficientemente lungo p er essere eventualmente impugnato, con spacco a Z (ma anche di altro tipo o con altro sistema di fissaggio) e bordo inferiore - aperto o con ponce - di rinforzo; braccio a gomito che supporta la lama in genere larga, con p erimetro riconducibile ad un triangolo isoscele, tallone (che può esse re anche assente) a sezione reccangolare e spalle inferiori arrotondate; può essere a due fili (a sezione di losanga o di esagono molto appiattiti) o a w1 filo (a sezione triangolare) con punta e controfilo di lunghezza diversa, in genere un terzo o metà della lunghezza.

TI manicotto risuJta di diametro inferiore alla media d egli esemplari coevi, proprio per la caratteristica sottigliezza delle canne solitamente di calibro minore rispetto alle armi civili contemporanee.

Al centro, una baionetta sarda (no tare il manicott0 di minor dùimetro). Sotto, mifizùmo sardo dei primi anni def1840.

BAIONETTA PER FUC ILE SARDO DONATO A CARLO

ALBERTO (p. 55, fig . 1)

Quesco esemplare, conservato nell 'Armeria Reale di Torino, ha il manicotto argentato con alle due estremità una ghiera dorata.

Il braccio è formato a doppia voluta e supporta la lama che è a

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un filo e un terzo circa, a sezione triangolare, con due sottili sgusci paralleli al dorso. Lo spacco del m a nicotto è di form a particol are in quanto, dopo aver pi egato a d estra ad angolo retto, risale brevemente dritto per poi piegare a sinistra, se mpre ad angolo retto.

Lunghezza totale 327 mm; lunghe-a.a lama 237 mm; larghe-a.a tallone 37 mm; spessore tallone 4 ca mm; lunghezza manicotto 90 mm; diametro interno mani cotm 15,7 mm ca (mi sure app ross imative)

BAIONETTA P E R FUCILE SARDO (p . 55, fig. 2)

[ese mpl are esistente nella co llezion e Mootoo era di dimensioni legg erm e nte pii\ piccole d e l pre ce d e n te e molto se mpli ce. Incerame nte in fe rro , con bordo inferiore fo rmato a ponte sopra l'estre mità in fe riore d e llo spacco, ha il braccio dritto con il go mito cos tituito da un se mplice anello spigolato, s ul quale in s iste un nodo sferico a ppiattito s up eriormente, dal quale s i dip arte la lam a, a un filo e mezzo , a sezione triangolare .

Lungheu.a corale 305 mm; lunghezza lama 200 mm; larghezza tallone 35 mm; spessore tal lone 5 mm; lunghe-zza man icotto 98 mm; diametro interno manicotto 15,5 mmca.

BAIONETTA PER FUCILE SARDO (p . 55, fig. 3)

S imile alla preced e nte per tipologia , ha la particolarità di avere il tallone piuttosto alto, a sez ion e rettan go lare, o rnato da uno stemma sabaudo con la c roce messa a g iorno e un tempo dorata; ai due lati d e llo scudo so n o in cis i un ramo d'alloro e uno di querci a .

Il gomito del braccio è legge rm ente mod ana to; lo s p acco è d el tipo di quello prese nte sull'arma appartenuta a Carlo Alberto.

La lam a è a sez ione rettangolar e co n filo e controfilo molto la rghi c h e ne d ete rminan o, n ell' ultimo terzo, la sezione a lo sanga a ppiattita .

[esemplare, molti anni fa in possess o di un a ntiqu a rio versiliese, e ra stato acquistato in Cors ica.

Lunghezza totale 318 mm; lw1ghcua lam a 21 O mm; larghe2:1.a tallone 33 mm; spessore tallone 4.5 mm; lunghcua manjcono I I 1 mm; diametro interno manicotto 16 mm.

Il giovnne sardo in costume tmdizionnk, si appoy,gia nd un camtteristico fudk della sua ten'tl, lo sresso usato dalle milizie sarde.

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BAIONETTA PER FUCILE SARDO

11 disegno di questo esemplare venduto in asta a Firenze il 30 ottobre 1990 non era previsto in questo contesto ma è stato realizzato per quanto l'esemplare fosse in cattive condizioni e mancante della punta, per dare una maggiore idea della varietà di questa tipologia.

Va notato subito il manicotto privo di spacco; vi è invece una specie di fresatura rettangolare, verticale, dove era saldato qualcosa: con rutta probabilità una lunga molla che, foggiata a gancio nell' estremità inferiore, doveva far presa su di un apposito risalto posto sotto l'estremità della cassa. Interessante il fatto che il braccio sia ridottissimo orizzontalmente ed assai lungo al di sopra del gomito dove è foggiato a cinque sferette sovrapposte intervallate da sottili anelli: la lama dunque, una volta inastata, è assai vicina all'asse della canna contrariamente a quanto avveniva in cucce le armi coeve e rende difficoltoso il caricamento a baionetta inastata.

La lama, inizialmente a sezione esagonale (determinata dai fìli molto larghi) appiattita, diventa poi a sezione di losanga nell'ultimo t erzo; è ornata nel terzo inferiore da leggere incisioni floreali stilizzate.

Mancando la punta, la misura della lunghezza indicata è approssimativa ma probabilmente assa i vicina al vero .

I foderi delle baionette descritte non esistono più ma erano presumibilmente in cuoio (a volte ricoperto di velluto) con cappa e puntale in ottone ma anche, sia pure più raramente, in ferro.

Lunghezza rotale 405 mm; lunghezza lama 275 mm; largheu,a tal lone 42 mm; spessore tallone 8 mm; lunghezza manicotto 95 mm; diametro interno ma11icotto 14 nun.

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BAIONETTA A MANICOTTO PER FUCILE INGLESE INDIA PATTERN A PIETRA FOCAIA

Appartenente alla famiglia di armi inglesi note sotto il nomignolo di Brown Bess, dalla vita lunghissima (da l 1728-30 circa all'adozione dei modelli a percussione tra il 1840 e il 1853 circa), il fucile noto come India Pattern venne impiegato ovunque giunsero, nel mondo, le eruppe britanniche, dal Canada all'India, dall'Australia alla Cina, dall'Europa all'Africa. Venne però impiegato anche da altre nazioni che lo acquistarono per le proprie truppe regolari o irregolari. Ciò avvenne anche nella Penisola dove il Brown Bess fu acquistato sicuramente dal Piemonte e dal Regno di Napoli ma, pare, anche dal Granducato di Toscana. Il Piemonte ne acquistò un quantitativo consistente (sembra varie migliaia di esemplari) nel 1814 in due volte, a Venezia dal!' Amministrazione austriaca che disponeva di circa 47 . 000 esemplari acquistati dall'Inghilterra per preparare un'insurrezione antifrancese che non avvenne mai.

La baionetta dell'India Pattern è in acciaio, a manicotto con il classico spacco a Z ad angoli retti per il fermo di baionetta e bordo inferiore di rinforzo con ponte sullo spacco Un robusto braccio a gomito disposto quasi all'estremità superiore del manicotto supporta la lama che è a sezione triangolare con il lato interno piatto ed i due esterni sgusciaci a partire da circa un quinto della lunghezza (a partire dalla base).

Non esiste alcuna ghiera o sistema di fissaggio che avveniva per il solo amico era le parti. Forse la truppa aveva però un piccolo accorgimento per limitare il «gioco» del manicotto sulla canna: si sono in fatti notati var i esemplari nei quali gli spigoli interni dello spacco mostrano di essere sta ti in qualche modo leggermente piegati verso l'interno dando così maggiore aderenza alla canna. La lunghezza della lama variava tra 46 e 41 cm Il fodero era in cuoio nero, a volte con falso fodero interno in legno e con puntale in ottone, bottonaio. Non vi era cappa ma un a linguetta di cuoio per il fissaggio a budriere.

Con l'avvento del sistema a percussione il Piemonte acqu istò vari fuci li Lovell che potevano impi egare la stessa baionetta del Brown Bess e che vennero distribuiti alla Guardia Nazionale e alle Milizie provinciali.

Lw1ghezza corale 549 mm; lun ghezza lama 410-460 mm; larghezza tallone 30 mm; lunghezza man icorro 102 mm; diametro interno manicorco 24,5 mm.

A destra, baionetta Brown Bess, al centro una piemontese ottocentesca, a sinistra una Brown Bes.r modificata con l'aggiunta di una ghiera: è farse una di quelle fomite alle milizie provinciali o gua,die nazionali piemontesi.

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BAIONETTA A MANICOTTO

(MANI CO) E GHIERA

La baion etta a m anico (o manicotto) e ghiera, co n lama a sezione triangolare sgusciata o m eno s ui piani è un retagg io del XVIII sec olo, ri sale infaui alla seco nda m età del '7 00.

Le b aio n e tte di questo tipo, diffuse in tu tte le naz ioni del tempo, rimase ro n e ll e file d e ll' ese rcito piemontese e italiano fino a l 1874 circa, ovvero fino a l ritiro dell e vecchie armi ad avancarica poi trasformate a re trocar ica co l s iste ma Carcano ad ag o.

Erano in ferro, co n lam a in acciaio; con l'avvento delle can n e in acciaio anche le baion e tte vennero realizzate intera mente in questo m etallo. Questo tipo di baionetta è fo rmato d a un manico tto cilindrico c h e si infil a s ulla volata del fucile e reca un cag lio (s pacco , in cas tro ) nel qual e si in castra il d e nte di fermo saldato so tto la vo lata o la base del mirino; un anello gi revo le chiuso da una vice g ira appoggiando s u un ri sa lto (cordoncino) posto circa a metà d e lla lun g h ezza d e l manicono e va a co ntr astare, con un suo piano inclinato, con il fe rmo d e ll a baionetta agendo da cuneo e imped e ndo co sì all'arma di sfi lars i dalla canna.

li manicotto porca s up er iorment e - a un a ngolo di c ir ca 45° rispetto a ll ' asse dello spacco - un braccio a gomito (su l quale in ge nere sono impr ess i pun zo ni, m atricole ccc.) che s upporta la la ma: questa, a baionetta inastata, diverge dall'asse della ca nn a per favorire il maneggio della bacchetta di ca ri ca m ento senza peri co lo p e r la mano del soldato.

In Pi emo nte, ma ciò veniva prati cato in modo analogo anche in altri sta ti , le b a ion erce finite venivano co llaudat e so ttopon e ndole ad alc une semp lici ma valide prove. La lama veniva curv ata prima da un lato poi dall 'a ltro seco ndo un a rco di misura ben precisa per controllarne l' elasticità e m e ttere in evidenza eventuali c re pe o scag liatur e del metallo.

S uccess ivament e, impugnata la baionetta per la lam a, s i batteva co n forza il mani co tto sopra un ceppo di leg no duro s ia dal lato del gomito che dal lato opposto così da con sta tare se l' union e tra la parte in ferro ( manico e braccio co n gomito ) e la parte in acciaio (l ama) era buona. Infin e, se res tavano d e i dubbi s ulla qualità del mate riale , si introduceva la lam a in un apposito ce ppo che la bloccava e s i provava a piegare il gomito in varie direzio ni. E ra la prova d ec isiva e se rivelava qualche difetto la baionetta e ra scart ata .

Il collaudo pr eve deva anche che ve niss e sce lto a caso un qu a ntitativo di ese mpl a ri pari a l 2% d est inato a ess ere s p ezzato per co ntroll are s ull e fraccure la consistenza e compattezza del m ate-

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Alrnrie baionette a ghiera di vario motkllo e provenieTIUI.

riale. Era una prova critica per i fornitori civili perché se il metallo non mostr ava le precise caratteristiche richiesta tutta la par t ita di baionette veniva rifiuta ta

Le caratteristiche previste erano: nella parte in ferro un color plombeo e meno brillante, una grana fina e un nervo fibroso e sottile, e per la parte in acciaio una granatura fina, omogenea, cinerina e non brillante.

Il superamento d ell e prov e veniva arrestato con punzoni apposti sul braccio. Il principio del superamento di specifiche prov e è tuttora valido, cambiati i tempi, cambiati i t est; ma i puristi della lavorazione meccanica, gli appassionati d egli spigoli vivi, degli spessori uniformi, dei piani a specchio dei fili senza una traccia di mola si scordino tutto questo, una volta superato il periodo in cui la lavorazione, pur ormai già nel nostro secolo, era ancora quella di tipo ottocentesco: con l'affrettata produzione del tempo di guerra, della prima guerra mondiale ( Quella vinta come dicono ancora alcuni anziani Cavalieri di Vittorio Veneto) la lavorazione delle baionette lascia molto a desiderare, quanto a finiture. Ciò prosegue ancora n egli anni Trenta e nel secondo periodo bellico e le baion ett e sono p er la maggior parte veramente «tirate via)> . Es igenze di guerra e sem pr e minor considerazione e importanza per il soggetto.

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Sequenza schematica del modo di innestt1re una baionetta a ghiera.

Non è facile rendersene conto finché non si hanno davanti, allineati, quattro o cinque esemplari di uno stesso modello e si devono prendere calibro, tecnigrafo e matita per rilevar misure e tracciare disegni . Allora i nodi vengono al pettine. Porto come esempio so lo la superficie inferiore dei cappucci di sette gruppi di tre-cinque esemplari ciascuno dei modelli 91/38 pieghevole svinco lo a barra, 91/38 pieghevole svincolo a pulsante, 91/38 con crocera (lama fissata), 91/38 lama fissa; MAB 38 svincolo a barra; MAB 38 A svincolo a pulsante; MAB 38 A svincolo a pulsante, lama lunga . Ho eseguito il rilievo delle superfici, debitamente sgrassate, con un tampone da t i mbri: non c'è un disegno uguale all'altro, anche tra esemp lar i della stessa proven ienza! Non ci sono due spessori contrapposti perfettamente ugual i , o piani e spigoli (compresi quelli dello spacco) regolari! È solo un esempio ma porrei aggiungerne tutta una serie.

Con la produzione post bellica le cose migliorano, non c'è più l'urgenza, ci sono macchine che lavorano meglio e richiedono sempre minori interventi manuali che non sono più ormai del live ll o di quelli di un tempo per tutta una catena di cause. E per quel che deve servire una baionetta, la lavorazione meccanica fornisce ormai risultati più che accettabi li e validi. Insomma il livello de ll e moderne baionette è superiore a quello delle consorelle di cinquant'anni fa, specie per le ultime generazioni Per il futuro si vedrà.

Cavalleria e fanteria in un disegno del Muller. Nefl,a pagjna a fianco, da sinistm, baionette per Coreano da fanteria, bmaglieri, carabinieri, artiglieri.

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BAIONETTE

A GHIERA FRANCES I 1777-1847

Le forze piemontesi della Restaurazione erano dotate di armamento eterogeneo che comprendeva consistenti quantitativi di armi di tipo francese in dotazione ai reparti dell'ex imp ero rientrati in patria o s tock rim as ti nei magazzini a bbandonati dai francesi. Si tratta di armi a pietra focaia di vario tipo, munite di baionette a manicotto e ghiera con lama triangolare, destinate ai modelli p er truppe a piedi e montate. È Lma tipologia assai diffusa in rutto il mondo di allora e molto caratteristica, sulla quale è ricalcata quella descritta poco più avanti, salvo alcuni fattori dimensionali legaci all'appartenenza delle varie baione tte a differenti modelli di fucili e moschetti. Vi sono due cipi principali usati e prodotti (il primo) anche in Piemonte, tipi certamente tra i più noti e diffusi: il modello 1822 (derivata direttamente dal modello Anno IX derivato a sua volta dal mod. 1777) e il modello 1848. A parte le diversità dimensionali, questi due modelli differiscono essenzialmente per un particolare estetico subito identificabile; la forma della lam a al suo attacco col gomito.

Nel modello 1822 (quello prodotto anche in Piemonte) la lama ha i due lati della sua base concavi, che si dipartono dal gomito, formando co n i filetti due sp igoli.

Nel modello 1847 il disegno della base asswne una linea arrotondata che origina dalla sezione ovaloide del gomito; spariscono quindi gli spigoli. Dall'alto: modelh 1822,

Modelh 1777 {facile) (,4)

Lunghezza totale: 470 mm

Lunghezza lama: 378 mm

Lunghezza manicotto: 67 mm

Diametro interno manicocro: 22 mm

Modelh 1822 (C)

Lungheu.a totale: 531 mm

Lungheu.a lan1a: 44 6 mm

Lunghezza marùcotto: 675 mm

Diametro inrerno manicotto: 21 mm

Modello Anno [X {facile) (B)

Lw1ghezza co rale : 465 -500 mm

Lw1ghe-zza lama: 400 -407 mm

Lunghezza manicotto: 65-67 mm

Diametro interno manicotto: 22 mm (il moschecco ha la lama più lw1ga di mm 50 ca)

Modello 1847 (D)

Lw1ghezza coral e: 510 mm

Lunghe-z.z.a lama: 455 mm

Lunghezza manicotto: 65 mm

Diarnetro interno manicotto: 21,5 mm

1777, J842.
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A-8 65

BAlONETIA A MANICO E GHIERA PER FUCILI E MOSCHEITI 1814-1874 (A)

Questa baionetta venne usata fino al ] 874 quando le armi ad avancarica trasformate a retrocarica col sis tema Carcano vennero sostituite con quelle a retrocarica Vetterli. La baionetta a manicotto e ghiera era propria dei fucili e moschetti ad avancarica della Fanteria, dei Cacciatori, Pontieri, Finanzieri, Reggimento Real Marina, per alcune carabine da Bersaglieri, per gli Artiglieri, per la Guardia Nazionale e così via. Nel 1836 e 1844 prima i Bersaglieri poi gli Artiglieri ebbero sulle loro armi una sciabola baionetta. Trasformate a retrocarica, le armi citate ebbero: baionetta a ghiera il fucile da Fanteria, il moschetto da Pontieri, quello da Carabinieri; la sciabola baionetta invece rimase al moschetto degli Artiglieri e alle carabine da Bersaglieri e della Regia Marineria. Nel modello 1814, assai simile al 1777 francese, il fodero era in cuoio nero con bordo superiore cucito recante una linguetta per il fissaggio alla fibbia del1a tasca. Upuntale era in ferro. Successivamente, il fodero ebbe la cappa in ocrone con bottone poi sostitui to da un gancio in ferro che si inseriva in un'apposita «camera» cucita sulla faccia anteriore della tasca e che venne aggiunta a questa in seguito ad w1a circolare dell'aprile 1864.

LLmghezza corale 528 mm; lunghezza lama 460 mm ; lunghezza manicotto 67/70 mm ca; diametro interno manicocro 22 mm.

BAJONETTAA MANICOTIO E GHIERA PER REALI CARABINIERI (B)

È uguale alla precedente salvo per la maggior lw1 ghezza della lan1a che compensava qu ella del moschetto in dotazione all 'Arma.

Il fodero, di adeguata lLmghezza, era privo di cappa, portava invece una linguetta in cuoio di bufalo imbiancato per il fissaggio al budriere; il puntale è in ottone, bortonato.

Lunghezza cocalc 520 mm; lunghezza lama 590 mm; lun ghezza manicotto 90 mm ca; diarnccro interno manicotto 22 mm

BAlONETIAAMANICOITO E GHIERA PER CAVALLEGGERI DI SARDEGNA 1844

È uguale all'arma descritta, con spacco ad angoli retti e lama sguscia ta sui lari ante riori con sp igolo tagliente; il lato posteriore è concavo e

In alto, baionetta 1814; sotto, a sinistra la versione a lama Lunga per Reali Carabinieri, a destra quella per Cavalleggeri di Sardegna.

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B A = 67

determina due filetti non taglienti. Fodero in cuoio nero con puntale in ottone. li puntale è bottonato, cioè termina con una specie di sferetta; sul bordo superiore è cucica una striscia di cuoio rinforzato; successivamente il fodero fi.t dotato di cappa con un gancio in ferro, poi forato all'estremità inferiore.

Lunghezza rotale 530 mm; lunghezza lama 45 0 mm; lunghezza manicono 80 (67?) mm ; diametro incerno manicotto 22 mm.

BAIONETTA A MANICO E GHIERA MOD. 22 PER FUCILE MOD. 1822 T, T BIS, 1842

È la classica baionetta a manicotto e ghiera con lam a a sezione triangolare con lati sgusciati ucilizzata dai piemontesi ed in dotazione anche all'esercito toscano. Per la descrizione vale quanto già scritto all ' inizio di questo lavoro a proposito delle baionerte a manicotto e ghiera; il fodero era anch'esso del tipo già descrirto a proposi to della baionerta piemontese per fanteria e pontieri.

Lunghezza rotale 531 mm; lun ghezza lama 446 mm; larghezza base 23 mm; spesso re base 11,5 mm; lunghezza manicotto 67,5 mm; diametro interno manicotto 22mm.

Sopra, sistema di imballo delle baionette Coreano (legate sotto ilJùcile) a sinistra, baionetta 1822 con fodere sotto, baionetta inastt.zta, farse napoletana, simile al modello 1822fi-ancese.

BAIONETIEAMANICO E GHIERA

N O N IDENTIFICATE (non illus trate)

Id en tica alle altre, ricalca il modello francese 1822 ma con misure diverse, sia pure leggermente . È stata prospertata l'ipotesi che s i possa trattare di un a versione per il fucile Carcano da fanteria.

Lunghezza totale 516 mm; lunghezza lama 460 mm; lunghezza manicotto 6,7 mm; diametro interno manicorto 21,l mm.

Altra simi le: lun ghez1.a rotale 500 mm; lunghcz.za lama 530 mm; lun ghezza man icotto 70 mm; diametro imerno manicotto 2,3 mm.

All' inizio degli anni 1ì·enca del secolo scorso, il paese di Netro, stùla strada da Ivrea a Biella era no to per la produzione di baionette e negli

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anni tra il 1830 e il I 840 circa, vi era attiva, tra le altre, l'officina dei fratelli Serramoglia. Questi, nel I 838, presentarono all'Esposizione del Valentino, a Torino, un modello di baionetta che venne stimato ottimo come le baionette francesi di importazione. Si trattava evidentemente, dato il periodo, di baionette del tipo a manico e ghiera ma dato che a Netro pare siano stati costruiti vari prototipi, potrebbe essersi trattato di qualche variante particolare oggi sconosciuta: sembra infatti che il materiale di Netro non avesse un suo marchio particolare. Può darsi , dunque, che alcuni esemp lari ancora non identificaci corre ttamente, provengano anche dalla produzione locale. Durante la guerra del '15-18, a Netro si producevano ancora attrezzi e militari.a per l'esercito ma la produzione di baionette vi era cessata da tempo.

BAIONETTA IN ASTA

In realtà la baionetta in sé non ha niente di particolare, è una normale baion etta a ghiera del tipo usato sulle armi da fanteria: è l'insieme che è inconsueto e in teressante Si tratta di un'as ta lunga mm 1560 (compreso il calz uolo) del diametro di mm 30 con all'estremità inferior e un calzuolo (o puntale) conico con staffa laterale lungo mm 210 analogo a quello posto all'estremità inferiore dei marca campo . [;estremità superiore presenta un tratto tornito cilindrico, lungo mm 70, con diametro di mm 23. Su questo tratto è incassata e fissata con due viti una piasua di ferro di mm 62 di altezza per 3 di largh ezza, spessa circa mm 1,5. La piastra, concava per adattarsi alla superficie del legno torn ito , porca un dente cubico, di ferro, identico a quello d'arresto posto sotto la volata d ei fucili e s ul quale fa pr esa l'anello del manicotto una vo l ta inastata la baionetta. Casta è verniciata in azzurro.

Si sono fune moire ipotesi su questo oggetto (i pochi esemplari noti pare provengano da un magazzino abbandonato della zona di Alessandria e sono stati ritrovati molti anni fa), ma nessuna è comprovata dal minimo documento o notizia.

A baionetta inastata, l'arma misura complessivan1ente 2030mm.

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BAIONETTE DA CAMPO D 'ISTRUZ ION E E DELLE SCUOLE MILITARI

Nell'elenco qui riportato, risalente al 1847, sono citate le baionette da campo d'istruzione e quelle delle Scuole Militari.

Si tratta di modelli a manico e ghiera con lama a sezione triangolare analoghi a quelli d'ordinanza già trattaci. Le prime sono infatti armi d'ordinanza che per la loro condizione e scaco di servizio non erano più utilizzabili per l'impiego pratico: venivano marcate (anche le sciabole) con un punzone a forma di albero fronzuco apposto sulla guardia e con una C sul fodero, tale marcatura ven ne stabilita il 2-11-1846 e i nceressava anche le armi da fuoco destinate all'istruzione; le armi così marcate assumevano la denominazione «da campo». D elle seconde l'autore non è riuscito a reperire esemplari o daci cerci: la rico struz ione grafica qui a lato è basata su ere ese mplari privi di punzoni, esistenti nella collezione Mootoo e dei quali a suo tempo, avevo realizzato alcuni schizzi e segna t e le misure principali. Si tra ttava di due esemplari a manico e ghiera (tipo mod. 1752 piemontese e 1822 francese) e di una a manico sul tipo del modello 1752 (primo modello) piemontese.

Qu es ti esemplari corrispondevano, forse, a quelli indicati nell'elenco del 1847 come baionette delle scuole militari. Le armi destinate ai cadetti erano, almeno quelle per gli allievi più giovani, di dimensioni minori di quelle d ' ordinanza, per ovvie ragioni. Lelenco le indica in tre dimensioni diverse: Lunghe, mezzane e corte Ciò indi ca però armi del cipo daga o sciabola-baionetta, più che baionette a manico e ghiera. La stessa divisione esiste infatti per le daghe d es tinate alle scuole militari.

In alcune tavole di Quinto Cenni si vedono allievi di istituti mi l itari armati di scia bole baionette ma si tratta di armi Vetterli, usate in epoca assai pit1 tarda .

Allievo di un qualche istituto o di un battaglione giovanile. Sotto: scherma di baion.etta (dal Muller). A destra, allievi di istituti Militari con baionette tipo Vetterli (Qu into Cenni).

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ARMI BIANCHE Di D:i NuoTi ser- raccon, izio ci:iro

BA10:'1ETT"E di roc. e di mo,cb. da cavati. di Sard., da·pontieri e della N.0 • N." ~. 0 regia marineria Il

• " Ji fanteria. M.0 Cranccso• "

D • • M. 0 in 0lese• lD

• • da C3mpo d "ist ruz ione • •

• D dello scoolc milit:iri, luo6bo D

>> • » mezzane •

n • • corte •

• di mosch da c:uabio:cri reali, e da dra:;ooi 6U:lrdacaccia 11

» • delle gimdio del corpo di S. M

DAGHE da cannonieri•

• <la pontieri o zappatori, con codolo ribadito

• » » con bottoncino del pomo

DAGHE i!E'+l:i brigal:i i;uardie

SCIABOLE a sc;;a da falrgn:rmi di faoleria • • 11 " » M. 0 184i

SCJABOLE-DAlOt'iETTE da l>cmp;licri, da bass' cnìc:ali

» ,, da aoldati

,. d";ntiglieria

SCtABDLE ci"arl. :i cav , da canllcgg di :fard. e del lreoo ùi pro-.. .. di ca\"aller:a grossa, l\1. 0 1814• u • 1829*

• • D D 1~34•

• l cg3cr:i, !tI.0 1814•

• ,, ,, 1829·

• 11 tli line:i. :'.l!. 0 1824 e d:i

• delle soppresso guardie del corpo di SCIABOLE di faote.aa, M.0 1814"

• • • 1834*

lD D D 1843

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car:ih. r. a cavallo S. ll.,.

" deg li allievi dc!l:i regia acc:id. milit., M. 0 I843, lan;;bc

• • 11 D » • curlc

• • delle scaole militari•, fan;:;be

• • • • mcz~oo

• • • » corte

• del cclle~io <!o' figli di mili tari , 111.° 1845 , langtic

ALABARDE D seo:a asta:

BIDENTI da ramparo

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FALCI manicato al ro'"e~cio

LANCE di cavaller ia rovc~cio, s enza m2aico

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SPONTONI • HJi,GUta

La differenza dimensionale era il modello francese per cadetti e quelli (presunti) piemontesi, visibile nella tavola, è rilevante. D 'altra parte vi sono figurini d 'e poca, ben dettagliati , che mostrano ragazzini in uniforme militare (anche da Guardia Civica e simili) con fuci li di dimensioni ridotte completi di relative baionette.

I disegni qui riportati sono stari realizzaci sulla base degli schizzi sopra citaci e completati a memoria e sono quindi solo parzialmente attendibili per quanto, sicuramente quasi identici agli originali.

Non risulta (ma non è da escludere), che in Piemonte siano state uti lizzate baionette smussare o munite di particolari protezioni , o appositi foderi, destinate alla scherma di baionetta. Celenco riporcaco

è comunque interessante perché fornisce indicazioni sulle armi destinate ai vari reparti piemontesi di terra e di mare: si nota come fossero ancora in uso modelli di tipologia francese e inglese retaggio degli anni dell'Impero e della Restaurazion e e var ie armi d 'asta.

A sinìstra, in alto, Vittorio Emanuele di Savoia (poi V. E III) allievo della Nunziatella: ha una baionetta Vetterli Sopra, una baionetta d'ordinanm (a destra) ed una per allievi (a sinistra). In basso, addestramento allt baionetta alla Regi,a Accademia di Fanteria e Cavalleria di Modena: le baionette hanno le lame inserite nel fodero.

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La differenza dimensionale tra il modeUo francese per cadetti e quelli (presunti) piemontesi, visibile nella tavola, è rilevante. D'altra parre vi sono figurini d'epoca, ben dettagliati, che mostrano ragazzini in uniforme militare (anche da Guardia Civica e simili) con fucili di dimensioni ridotte completi di relative baionette.

I disegni qui riportaci sono stati realizzati su ll a base degli schizzi sopra citati e comp letati a memoria e sono quindi solo parzialmente attendibili per quanto, sicuramente quasi identici agli originali.

Non risulta (ma non è da escludere), che in Piemonte siano state utilizzare baionecre smussare o munite di particolari protezioni, o appositi foderi, destinate alla scherma di baionetta. l'.elenco riportato

è comw1que inceressante perché fornisce indicazioni sulle armi destinate ai vari reparti piemontesi di terra e di mare: si noca come fossero ancora in uso modelli di tipologia francese e inglese retaggio degli anni dell'Impero e della Restaurazione e varie armi d'asta.

A sinistra, in alro, Vittorio Emanuele di Savoia {poi V E 111) allievo della Nunziatelh: ha una baionetta Vetterli. Sopra, una baionetta d'ordinama (a destra) ed una per allievi (a sinistra). In basso, addestramento a//,,t, baionetta a/k, Regi.a Accademia di Fanterùi e Cavalleria di Modena: le baionette hanno le lame inserite nel fodero.

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baionetre sarde

baionetta inglese Brown Bess

baionetta per Reali Carabinieri - 1844

baionetta per Cavalleggeri di Sardegna - 1844

baionetta per istituti milita.i

modello 1891

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baionetta per Carabinieri sardi non adottata (1850)

baionetta sarda 1752

baionetta inglese Enfield - 1853

baionetta inglese Lovell - 1842

baionetta svizzeca per carabina mod. '5 1

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SCIABOLA BAIONETTA PER BERSAGLIERI ADOTTATA NEL 1836

È la prima arma di questo tipo adottata in Piemonte. Di ispirazione prussiana, ha il fornimento in ottone fuso, a becco, con brevi elsi dritti ed è concepita per essere usata anche come arma da mano.

Sul laco sinistro, il fornimento è sagomato in modo da formare una gola entro la quale si infila la spranghetta della braga fissata sulla destra della canna del fucile, presso la volata. Uno dei concrafforci della gola ha la porzione superiore ricavata da un blocchetto di ferro che ne ricalca la sagoma ed è brasato a ottone: questo blocchetto porta un foro filettato nel quale si avvita la vice a cesta quadra che assicura la lunga molla di svincolo. Il movimento laterale di apertura del la molla sotto la pressione delle dica, è limitato da un piolo di ferro fissato nel corpo dell'impugnatura, subito sotto la crocera Tra crocera e lama è inserita una rosetta in orcone.

La lama, di sezione rettangolare al tal lone, ha per l'intera lunghezza una sezione di triangolo isoscele molto appiattito, dorso piatto, breve controfilo; il codolo, fi leccaco ali' estremità, che attraversa cucco il fornimenco fuoriuscendone, è munito di un bottone in ferro a mezza oliva che fissa assieme le due parei dell'arma.

Il fodero è in cuoio nero con cappa e puntale in ottone incollati e fissaci dal lato interno con punti di filo d'orcone. La cappa porta anteriormente un boccone a mezza oliva destinato ad al loggiare in un corrisponden ce occhiello della casca assicurando così il fodero a questa. Quest'arma venne usata ancora dopo la trasformazione del rela t ivo fucile a retrocarica con sistema Carcano ad ago.

Lunghezza corale 606 mm; lunghezza lama 470 mm; larghezza al tallone 8 mm

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o~ 21/ ' 1 C!) i 16) J I o 79

DAGA BAIONETTA SPERIMENTALE(?)

PERARTIGLIERI (1843)

Della baionetta per artigli eri esiste una versione con fornimenro di dim ens ioni maggiori, più mass icc io e robusto con boccone più largo e spacco di diametro maggiore di quella descricca; anche il piolo di comando della molla risulta più lungo e sporgente rispecco alla daga bai one tta.

Si cracca con cucca probabilità di un esemp lare su perstite dei pochi realizzati ne l 1843 a titolo speri m enta le. Nell e disposizioni si parl a di riutili zzo dell e so le lam e ma ev idente- m e n ce fu realizzato per ques te un fornimenco di dimens ion i adeguate: il ri sultato fu un a baionecca molto pesante e sq uilibrata, più dannosa che utile, dalla quale s i gi unse nel settem bre dello stesso J843 a quella precede ntement e desc ricca.

1.:autore ha notizia di due diversi esemp la ri, ma di uno solo, quello di Torino, è stato poss ibil e prender e visione, memre il disegno dell'altro è stato ri cavato dai dati acclusi ad una polaroid e ad un di seg no a grandezza natural e con dimensioni ind ica te. Manca il fodero ma è presumibi le che fosse quello della vecchia daga

.Lese mplare l Or inese monca la lama della daga bai o netta, l'a ltro quella della daga modello 1833 .

Il primo, a parte le maggiori dimensioni del forni mento, ha le misur e ge nera l i de lla daga baion etta.

Le dimensioni dello spacco, leggermente maggiori nei fornimenti di queste due armi, sono dovute probabilmente a un a braga realizza ta apposicameme di dim e nsioni adegu ate e success ivamente ridocce n e l modello definitivament e adoccaco.

Lu nghC'aa rotale 588 mm; lu nghczza lama 455 mm; larghezza al la base 33 mm; spessore alla base 6,5 mm.

Il seco ndo esem plare ha le seguent i misure:

Lungh eua rotale 612 mm; lunghezza lama 480 mm; larghezza alla base 42 mm; spesso re al la base 7 mm.

Artigliere piemon~e: sul fi,cile si riconosce la dngn baionetta 1td(Jttata nel 1843.

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SCIABOLA BAlO NETIA PER ARTIGLIERI ADOTIATA NEL 1843

Fornimento in ottone fuso, a becco, con brevi elsi dritti, solcato orizzontalmente (in modo analogo alla daga d 'a rtiglieri a adottata nel 1833) per circa 3/4 della lu nghezza dell 'im pugna t ura , da 19 righ e .

Sul lato sinistro è sagoma to in modo da formare una gola e ntro la quale si in se risce 1a s pranghetta d ella braga fissa ta al lato d es tro della volata del mo sche tto. La lu nga molla di ri tegno incassata in w1 appos ito vano, dove è fissata da un a vite a ces ta conda, porca un lLmgo piolo di comando ch e attraversa orizzontalmente l'impugnatura.

Lama dritta, a due fili e pw1ca, a sezio n e di losanga appiattita, priva di tallone e mw1ica di co dolo lìJercato all 'est remi tà, ch e attrave rsa tutto il fornimento ed è assicurato a ques to d a un boccone a m ezza oliva, a vite. Lorigine di questa baione tta risale alla d ecisione del 1843 di utilizzare le lam e delle vecchie d aghe d ' artiglieria del 1833 ch e però s i dimostrarono troppo p esanti canto da portare alla decisio ne , nel se ttembre dello stesso anno, di realizzare un a baionetta nuova, adatta al moschetto al qual e e ra d estina ta. Nacque così la daga-b aionetta, seco ndo la denominazione originale successivam e nte mutata in sciabola-baione cta p e r non confonderla con la daga da cannonieri. La dispos iz ion e citata precisava in due diversi documenti (4 e 8 a prile 1843) che le baionette a manico e ghiera ve nissero sostituite co n daghe- baion e tte ricavate dalle vecc hie dagh e d 'artigli eria.

Daghe- baionette vennero prodotte anche nelle officin e ex borbonic he di Mongiana , in Calabria, dopo l' Unità d ' Italia , ch e riceve ttero piccole commesse p e r l'Eserci to e la Guardia Nazionale

Larma era in dotazione agli artiglieri, esclusi i caporali, caporalmaggiori, furieri, trombettieri, vivandieri e attendenti. Cinque anni dopo , il 4 marzo del 1848 , venne stabili to di armare anche gli zappatori con Io stesso mo sche tto e relativa sciabola-baionetta in dotazione agli artiglieri.

Lunghezza rotale 590 mm; lunghezza lama 455 mm; larghezza alla base 33 mm; s pessore alla base 6,5 mm.

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Artigliere piemontese con al fianco la daga baionetta mod 1843.
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SCIABOLA BAIONETIA PER BERSAGLIERI - 1851 NON ADOTTATA

Destin ata alla carabina a stelo, n e ve nn ero realizzaci pochi esemplari, forse qualch e decina , p er le prove di val utazion e.

Con ce ttualm e nte s imil e a quella d es critt a, p er il fornimenco in orcone fu s o e per il s istema di svincolo, ha , oltre allo s pacco per la s prangh etta d ell a braga , anc he un ane llo d es cinaro ad accogli ere la volata della canna.

I.:arma , dall ' impugnatura piatta per con se ntire l'estrazione della bac chetta di cari camento, re sta, con trariamente alle a ltre, piuttosto aderente aJla ca nna. Il fodero è analogo a quell o del modello adottato nel 1836.

In basso: ilfarnimento di questa baionetta svizzera camona/,e dei Grigioni è IJSSfli simik a que& della speriment,de per bersaglieri.

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Lunghezza rotale 591 mm; lunghezza lama 466 mm; larghezza al callone 30 mm; spessore al tallone 8 mm.
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BAIONETTA PER CA RABINIERI SARDI PROPOSTA NEL 1850 - NON ADOITATA

La doppietta è un tipo di arma che, sia pure a canna rigata e munita di baion etta, non ha mai avuto grande successo e diffusione neg li eserciti dell'Ottocento anche se venne adottata da alcuni repa rti e specialità in varie na z ioni.

Il Piemonte la sperim entò per fornirla ai Carabini eri che, in Sardegna, dovevano affrontare con il fucil e monocolpo le doppiette usare dal brigantaggio locale, a quanto pare, piuttosto fiorente.

Larma, poi non adottata, era munita di una baionetta particolare che si richiama a quella della doppi etta francese per «Volteggiatori Corsi» modello 1850 messa a ptmto era questa data e il 1837.

La baionetta è complecamenre in acciaio , con una particolare impugnatura tondeggiante che si assottiglia verso il braccio di supporco della lam a.

Il sistema di svincolo è a pulsan te, con la molla alloggiata in un apposito vano, assicurata da una vite la c ui testa piatta è annegata nello spessore dell'impugnatura, dal lato opposto alla molla. Lanello per la vo lata è, owiamenre, doppio , a «8», per ospitare l'estremità delle due canne affiancate.

Il braccio a gom ito che supporta la lama è appiattito, a sezione rettangolare; la lama è formata da un lungo tallone a sez ion e rerrangolarc sgusciato sui due piani per quasi rurca la lunghc."Zza; il resto della lama è a due fili, a sezione di losanga appiattita e la punta è lunga e acum in ata. Non si conosce la forma del fodero ma era probabilmente, seco ndo l'uso del tempo in Piemonte, in cuoio nero con puntale e cappa in orcone.

Lunico esemplare noto è conservato nel Museo d'Artiglieria di Torino.

Lunghezza rorale 457 mm; lunghe-a.a lama 350 mm; largh ezza rallone 21 mm; spesso re tallone 4 mm.

Nella tavola. la prima da sinistra è In baionerta .francese per la dJJppi.ettn rigata dei Volteggiatori Corsi mod 1850.

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SClABOLA BAIONETTA NAPOLETANA ADATTATA PER BERS AG LI ERI

Con la fine dell'impresa dei Mille e della conseguente campagna che vi d e la caduta del Regno d ell e Due Sicilie, si rea lizzò la prima conc reta tappa dell'Unità. Nell'esercito piemontese confluirono allora numero s i elementi provenienti dagli ex Stati pre unitari: s i veri fi cò di conseguenza una cons is t ente carenza di ar m amenti che obbligò i piemontesi ad attingere in parte ai depositi es iste nt i n eg li ex Stati, soprattutto a quelli napoletani c h e disponevano di quantitativi omogenei e ril eva nti destinaci a un ese rcito num e roso e ben e a rmato.

Così un buon numero di carabi n e da Cacciatore fu distribuito ai Be rsaglie ri , che d ei Cacciatori e rano i co rrispo ndent i piemontes i.

La baionetta della carab in a n a pol etana è una bell'arma, m ass iccia, robu s ta , el egante e ben cos truita.

Il fornimenco è a becco, in orcone fuso, solcato nella parre central e p er favorire la presa; porca posteriormente l'incascro p e r la braga; lo svincolo è a pulsante con molla alloggiata in un a pp osito va no e fi ssa ca da una vice. La crocera è in acciaio, co n ri ccio rivo lto aJla man o, ane ll o con sperone. La lama, del tipo a yacagan, è robusta, a un filo e co ntrofilo, sgusciata s ui lati e co n dorso sto ndac o; il codo lo è ribattuto sull'im pugnatura.

Il fodero è in c uoio ne ro con cappa e puntale in ottone.

Non so lo i bersaglieri ebbero un a parte delle 6000 carabine napol etane es istenti all 'epoca: ne vennero d ota ti certam e nte anche alcuni repart i di Artiglieria da Piazza (come a Capua) e anc h e, ad ese mpi o, la Guardia di Pubblica Sicurezza di Livorno (a ttraverso, p erò, il lo caJe Comando d 'Artiglieri a)

Lunghe1.1~1 coral e 702 mm; lunghezza lama 570 mm; larghezza tallone 32 mm; spessore tallone 9 mm; diametro anello 23 mm.

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Bersagliere con cambina e baionettn napoletane da mcdatore.
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BAJONETTA PER GENDARMERIA A CAVALLO

DUCATO DI PARMA - 1840

Crescenzio Paris, già noto alla fine del '700 per le sue canne, dopo la Res taurazione prese a produrre armi in proprio esaurendo anche commesse per alcuni Stati preunitari. Nel 1826 (?) lasciò la ditta ormai affermata a Giovan Barrisca trasferendosi a Roma dove morì nel 1847.

La <lieta però rimase a suo nome e nel 1840 ricevette , per la Gendarmeria a cavallo del Ducato di Parma , una commessa di "carabine all'inglese con baionetta a molla e a bacchetta fissa " (incernierata presso la volata, sistema usat o su varie armi inglesi lunghe e coree dell 'e poca).

La baionetta ha un auacco del cucco peculiare che risulta molto più chiaro dai disegni che non da una lunga, ce rvellotica descrizion e. Una molla assicurata lateralm e nte al "co rpo" quadro del supporto della lama e terminante in un dente d'arresto, viene sbloccata tram ice pressione sul pulsante situato sul !aro opposco estraendo il dente dall'attacco superiore ove penetra a baionetta inastata.

La lama, come la maggior parte di quelle dell'epoca, è a sezione rriangolare con un lato {interno) piatto e gli altri du e parzialmente sgusciaci. Non si conosce il fodero.

Lunghe-a.a rotale 570 mm; lunghezza lama 50 mm.

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(L'Autore ringrazia L'amico M. llo. M. re degli Alpini Gian Rodolfo Rotasso per le notizie fornite)
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BAIONETTA PER CARABINA NAPOLETANA

DA CACCIATORE 1849 (1850?)

È, in pratica, copia di quella francese da Chasseurs mod.1842: manico in ottone solcato in orizzontale, terminato a becco; molla corra; guardia quasi dritta con riccio e cresta dell'anello controvoltati. Lama a yatagan con ampi sgusci s ui la ti, dorso piatto sul quale presso il tallone erano incisi in corsivo anno e nome della Manifattura di produzione o del fabbr icante privato; fodero in cuoio nero fornico in ottone con cappa dotata di staffa per la cinghia della tasca, puntale munito all'estremità di una sfera un poco appiattita, quasi lemicolare. Dal modello 1842, anticipato dal poco noto mod. 1840 con lama a yacagan di curvatura diversa, derivarono altri francesi fino a quella dello Chassepot mod. 1866 e vi si ispirarono varie baionette di altre nazioni.

Tra l'arma napoletana e la '42 francese ci sono li evi differenze: la più viscosa è il fodero in cuoio fornico in orcone; lama marcata al tallone talvolta a stampatello, talaltra in corsivo, con anno di fabbricazione o il marchio a toppa o altro (per lo più coronato) recante l'iniziale della Manifarcura; impugnatura in ottone a quindici solchi (la '42 ne ha sedici).

Le carabine napoletane da cacciatore - e le loro baionetteerano armi soli de e valide tanto che, prese dai gar ib aldini durante

!"'Impresa dei Mille", vennero sub ico riutilizzate contro i borbonici fino alla baccaglia del Volturno. Al termine delle operazioni, disarmati e sciolti i vo lontari garibaldini, i piemontesi riutilizzarono le "napole tane" in piccola parte affidandole temporaneamente a qualche reparto di bersaglieri nelle prime operazioni di repressione del brigantaggio meridionale; in quegli anni armarono anche qualche guarnigione lo cale dell a Guardia Nazionale.

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Lunghezza rotale 690 nun; lunghev,a lama 570 mm; larghezza tallone 32 mm; spessore tallone l l mm; voluta ne l diametro anel lo 21 mm.
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ESEMPLARI SPERIMENTALI POST UNITARI

Dopo l'Unità d ' Italia, tra 1860 e 1890, militari e civili prese ntarono modelli di armi a retrocarica piL1 o meno cervello ti ci. Come sappiamo fu adottato prima il Carcano mod. 1868 ad ago, impi egato nella campagna del 1870 e la pre sa di Rom a, nelle prime campagne contro il brigantaggio meridionale e all'inizio della nostra avventura africana.

l n seguito, per giu ngere ad un'arma d'ordinanza a ripetizione manuale, molti progettisti, usarono i Verterli 7 0 del mercato civile giungendo in fine al fucile 1891. Moki concretizzarono i loro progetti usando , per praticità e costi, fucili militari ad avancarica già degli Scaci prew1itari, ammassaci nei depositi (circa mezzo milione) concessi dall'Amministrazione Militare, applicandovi la meccanica ideata usando, per risparmiare, canne, casse, fomimenci, minuterie. Le co rrispond e nti baionette furono modificate o utili zzate com'erano usando soprattutto le lame a yacagan dei Remingcon 1868 pontifici; ma - relata refero - pare sia sta ta trovata qualche lam a napoletana per Cacciatori. Tutto ciò riguarda anche la Regia Marina che armava personale di terra, equipaggi, compagnie da sbarco, utilizzando fucili Enfìeld P 53 britannici e di produzione nazionale. Per molti anni, dopo il secondo conflitto mondiale con lo sviluppo del collezionismo, sono comparsi prototipi o pre-serie sco nosciu t i approntati in precedenza e era le due guerre mondiali da inventori militari e civili per le prove di valutazione dell'Esercito sperando in una commessa ministeriale. Della maggior parre di ess i oggi s i è perduta ogni traccia. Di altri si sono trovate tracce in vecchi documenti delle Commissioni militari di prova. Di pochi so no sopravvissuti nomi e prototipi attraverso materiale degli archivi d'Arsenale di La Spezia, Capua, Venezia, Torre Arinunziaca, Terni, e conservato in piccoli musei o biblioced1e pubbliche e raccolte privare.

Occorrerebbe un'es ploraz.ione attenta., lunga, paziente, e costosa per ricercare e studiare qu elli che ancora, sicuramente, rim a ngono sconosciuti: penso ne esistano ancora, infatti talvolta fanno capolino in Italia o a ll ' estero. Purtroppo alle normali difficoltà e lungaggini burocratiche di tali ricerche contribuiscono anche piccoli burocrati locali perché avversi alle armi o perché comunque ritengono che la responsabilità di cui so no investici sia una spede di "proprietà" personale e so no restii a lasciar studiare e fotografare il materiale. Talvolta p ers ino n egando d'averlo. Queste pagin e, a distanza, come detto, di ventisette anni, moscrario proprio alcuni di tali esemplari, grazie, per lo più, ad amici collezionisti, commercianti, ecc

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SCIABOLA BAlONETTA RIDOTTA PER BERSAGLIERI

È un'arma ibrida compos ta da un fornimenco napol e tano p er carabina da cacciatore con lama e fodero per baionetta da bersaglieri (codolo ribattuto) del model lo adottato nel 1836.

Ne esistevano du e o ere esemp lari nel Museo di Porta San Marco a Livorno (uno è stato rubato qualche anno fa), un a1tro in comp leto era nella ricca co ll ezione fior entina dello scomparso Giorgio Mootoo della qu ale non s i h anno più notizie e proveniva da un ferrivecch i del!' entroterra pisano. Le baionette <<livornesi » erano, assieme ad altrettante carabine napoletane, un residuo di un magazzino militare locale ed erano conservate praticamente da sem pre n ella piccola raccol t a d 'armi abbandonata nelle canti ne di un ala-o museo ci ttadin o, assieme a materiale disparato. Si presume fossero in dotazione alla Guardia Nazionale ma va notato che una disposizione del Comando d'Artiglieria della città , in data 24 ottobre 1861, auco rizzava la forn itura di I 00 moschetti napo/,etani con baionetta alla Guardia di Pubblica S icurezza: viene spontaneo pensare che quei pochi esemp lar i oggi rimasti, s iano Uresiduo di quei cento.

Lunghezza cotale 605 mm; lunghezza lama 470 mm; larghezza tallone 32 mm; spessore tallone 8 111111 ; diametro interno anello 23 mm.

A sinistra, la baionetta e la relativa carabina in una rastrelliera del Museo di Porta San Marco a Livorno.

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SCIABOLA BAJONEITA PER FUCILE REMINGTON EX PONTIFICIO

Successivamente alla presa di Roma, nel 1870, una parte dei fucili Remingron in dotazione ai pontifici venne distribuita ai sottufficiali e tiratori scelti dei bersaglieri. Vennero scelte però so lo le armi prodotte in Belgio da Nagant - con le relative baionette -e non quelle di produzione inglese che erano di qualità scadente (e le cui baion ette non erano intercambiabili con quelle delle armi Nagant). La sciabol a baionena del Remingron è simile, nelle Linee generali, a quella dell e carabine napoletane da cacciatore ma è meno massiccia. Fornimento a becco, in orcone fuso, la porzione cencrale solcata da righe, incastro per il fermo di baionerca, svincolo a pulsante con molla fissata da una copiglia; la crocera è in acciaio con gancio anteriore rivolto alla lan1a ed anello con vite di regolazione. La lama è del tipo a yatagan, sgusciata s ui lati, dorso srondaco, a fìlo e punta con controfilo. li codolo è ribacruro. Il fodero originale in lamiera venne sostiruico, per uniformità con l'equipaggiamento piemontese, con w10 in cuoio nero con cappa e puntale in ottone; cappa con borcone a mezza oliva per il fissaggio alla casca, puntale rercangolare.

Lunghezza corale 790 mm; lm1ghe-aa lama 568 mm; largheua tallone 32 mm; spessore tallone 9 mm; diameuo anello 17, 5 mm.

Fucile pontificio Remington con baionetta e fodero. Nrlla ta.llQ/n a destra, fante pontificio annato di Remington. Fucili Remington annarono anche i nostri primi ~parti indigeni, i basci b11zuk sudanesi.

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BAIONETTA REMINGTON PONTIFICIA RIDOTTA (post unitaria)

Il cospicuo numero di baionette dei Remingcon rolling-block della belga Naganc e dell ' inglese Wescley Richard presi a i pontifici fu una buona riserva per pro ve, modifi che, progetti.

A p a rte i cinquecento tra fucili e mo sc he tti lasciaci all'orma i m inusco lo ese rci to del Papa, una discreta quantità venne distribuita ( 1O per compagnia) ai migliori tirat o r i dei bersaglieri; una p a rte finì in magazzino da dove, ormai obsoleta, passò al mercato civile. La maggior parte fi nì in Et iopi a, rifilata al Negus così com'era, si s uppon e con le relative baionette che però pare non fossero simpatic h e ai guerrieri tribali che n ei corpo a co rp o continua ro no ad usare lance sie t, guradè, cho t el, bill ao ecc Cerco è che quei R e mington ci spararono contro a DogaJi, a Passo 1òselli, ad Adua, a Macallè. E probabilmente ancora a Passo Uarieu, nel Tembien e via di seguito nella campagna in AO del 19 35-36.

L'esem plare è composito: impugn a tura e telaio in acciaio del Verterli con g u a ncette in bacheli te e molla corea; lama Re nington

1868. Limpugnacura reca nel dorso un lungo spacco (35 mm ) per la braga dell a baionetta pontificia.

La total e assenza di numeri e punzoni sugger isc e trattarsi di un prototip o .

Lunghe-zza rocalc 700 mm; lunghezza lama 570 nun; larghezza rallone 30 mm; spessore tallone 8,9 mm; diamerro anello 17,5 mm.

Nota - Le diverse commistioni sperimentali tra baionette Remington, e Vetterfi sono "numerose''.· è parso giusto, quindi, mettere in confronto visivo le sagome al naturale t!Rl!e due guardie (viste inferiori) t!Rll.t:i prima e della seconda e la difjèrema di diametro interno t!Rgfi anelli risp,'ttivamente di 17, 5 e 18,5 mm.

Attenzione - le Remington:J Nagant non sono intercambiabili con le Wéstlry Richt1rd.

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SCIABOLA BAIONETTA ITALIANA PER REMINGTON EX PONTIFICIO

Evidentemente il quantitativo di baionette recuperate nei magazzini pontifici non era, fatta la debita cernita, sufficiente a coprire le necessità del Corpo dei Bersaglieri e da qui la necessità di produrne un quantitativo non idemificaco, presso alcuni opifici nazionali.

Si tratta in pratica di armi uguali a quelle pontificie, riconoscibili per lo più solo per i punzoni «B rescia» o «FT» (Fabbrica di Torino) apposti su.l tallone. Inoltre per queste armi venne uci li zzato, in luogo di quello origina.le in lamiera di ferro, un nuovo fodero in cuoio nero con puma.le e cappa in ottone; il primo è rettangolare, del tipo usato poi anche per iJ primo modello del Vecccrli 1870 (e comw1que di ispirazione inglese); la seconda con boccone a mezza oliva per il fissaggio alla casca. È lo stesso fodero del quale erano state munite le baionette prese a.i pontifici. Cappa e fodero erano fissaci con punti in filo d'ottone Resta da precisare se la produzione abbia interessato l'incera arma o solo le lame, magari sostituire a quelle poncifìcie che all'esame erano risultate difettose .

Da un documento ufficiale del primo di febbraio 1873 si apprende che vari reggimenti di bersaglieri avevano ancora in uso a tale data le carabine Remington con le relative sciabole-baionette.

Baionetta Vetterli 187 0 "tipo regolam entare":

Lunghezza cotale 645 mm; lunghezza lama 520 mm; larghezza tallone 27 mm; spessore tallone 6 mm; diametro anello 18,5 mm.

Baionetta Remington pontificia modificata

Lunghezza corale 700 mm; lw1ghezz.a lama 568 mm; larghezza cal lone 29 mm; spessore tallone 7,5 mm; diametro anello 17 mm.

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BAIONETTA PER FUCILE VALOOCCO 1869

Pressoché sconosciuta, ha la lama tipo Remington 1868 se nsibilmente s po stata in avanti; l'impugnatura a dorso dritto è anteriormente incurvata a d ecrescere dalla guardia verso il calciolo. Prodotta p er il fucile a re trocarica che ha preso nome dalla località periferica di Yaldocco, oggi un rione di Torino dove era attiva la "Regia Fabbrica dell e Polveri e Raffineria dei Nitri" voluta nel 1580 da Emanuele Filiberto e che, funestata da vari incidenti, fu spostata altrove e nel fabb ri cato ancor' oggi esistente, si produss ero canne per armi da fuoco, in specie da fucile , sciabole e baionette.

I.:affermarsi della retrocarica spinse il Governo a numerosi tentativi di conversione usando esemplari scelti nella massa di armi preunitarie stipate nei magazzini; il risultato doveva essere valido ma poco costoso. Nelle prove si affermarono il Carcano 1868 ad ago e poi il Vecrerli 18 7 0. Ma il Valdocco cal. I 0,4 doveva aver suscitato un certo interesse visto che n e furono scelti venti assieme a dieci Verterli svizzeri e venti Burcon, affidati a reparti di fanteria e bersaglieri per le prove del maggio 1869. Il Valdocco era probabilmente valido ma più costoso del Carcano. La baionetta è, stranamente, meno rara del fucile: Dario Viganò, ne ha scoperta una (o due) in una panoplia dello Stabilimento di Torre Annunziata; una nella raccolta di un amico scomparso; una dovrebbe esse re a La Spezia (Museo Navale) due in quella dell 'amico francese Gilberc Amigues.

Sul tallone e sull'imp u gnatura, le iniziali coronate FT. (Fabbrica di Torino) in un piccolo cerchio; tr a il marchio e il pulsante di svincolo, tre numeri posti a triangolo : 1 (?), 8, 2 . A sinistra, a centro crocera, un piccolo punzone illeggibile. Impugn atura in ottone a sedici solchi; spacco dorsale per il fermo di baionetta, molla corta a pulsante; g uardi a in acciaio con riccio e cresta dell'anello con trovo I taci. Un piccolo bottone ovale avvitato sull'es tremità del codo lo , socco l'impugnatura, rende solidali lam a e fornimenco.

(Per il materiale inerente Le brevi note sull'arma si ringrazia L'amico Dario Viganò, noto esperto del settore)

Lunghezza wtale 693 mm; lunghezza lama 566 mm; larghezza tal lone 32 mm; spessore tallone 8 mm; diam e tro anello 18,5 mm.
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BAIONEITA PER MOSCHETTO TIPO VETTERL I '70

A Proposta p er un'eventuale adozione da parte della Polizia Italiana, è propria di un moschetto prodotto in Svizzera in soli ventuno pezzi ( Gazette des Baionnettes, n. 17/20 I O). La rara baionerta si fa notare per il telaio dell'impugnatura in ottone, crocera, ovviamente, in acciaio. Lama tedesca marcata al tallone "Ge br. Weyersberg -Solingen", usata per lo svizzero mod. 1864. Guancette in legno, molla corea, fodero in cuoio nero fornito in ottone.

LLU1ghezza corale 655 mm; lw1ghezz.a lama 526 mm; larghezza tallone 27 mm; spessore tallone 7 mm; dia.metro anello 16 mm.

BAIONETTA PER FUCILE GLISENTI

1876

B Caratteristiche generali analoghe ad altri esemplari sperimentali. Peculiari le guancette in ferro zigrinate. Dorso piatto; molla corea; lama a yatagan anonima. La definizione "sperimentale" pare limitativa considerando le matricole dei pochi esemplari noti: 58; 141; 160 e 3125 (Museo di Rovereto) . Ma oltre tremila pezzi non sono più una quantità sperimentale ma una fornitura di tutto rispetto!

Lunghez.w cocale 683 mm; lunghezza lama 558 mm; larghezza tallone 27 mm; spessore callonc 7 mm; diametro anello 16 mm.

BAIONETTA PER FUCILE IGNOTO (GLISENTI?)

C Analoga alla precedente pure nelle dimensioni degli attacchi. Guancette in ferro zigrinate e concave: all'interno di una è riportato un picco lo quadrato con un foro file ttato passante lo spessore della guancetta, per la loro vite di fissaggio . Guardia, marcata " BD", matricola 3361, bloccata da uno spinotto forzato sotto la guardia in un apposito foro del codo lo; rallone accorciato marcato A (o V?) in LU1 cerchio ("A" =marchio d'accettazione pontificio) ; ampi sgusci sui lati, dorso piatto, calc iolo a becco Fodero in cuoio nero fornico in ortone alla piemontese.

Lunghezza cotale 629 mm; lunghezza lama 575 mm; larghezza tal lone 30 mm; spessore tallone 9,3 mm; diametro anello 17,5 mm.

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BAlONETTA NON IDENTIFICATA

("forse" artiglieria del Granducato di Toscana post 18 50?)

È una delle tante con lama a yatagan; fornimento di gusto inglese a telaio in acc iaio; guancette in bachelite nera zigri nata assicurare una con quattro e una con ere spino tti ribanuri più la vice della corea molla; dorso legg er mente sgusc iato tra lo spacco e l'anello di volata munito di cresca. Guardia in acciaio marcata "184" con ramo termin ato a di sco rivolto, come la cresca, aJla punta.

Robusta lama tedesca, priva di rallone recante presso la base le iniziali "F.H" (Friedrik Horster Jr. - 1825-18 75 Solingen); larghi sgusci sui lati; dorso leggermente arrocondaco; fodero piemontese in cuoio nero fornico in orcone; cappa e puntale punzonati entrambi con un piccolo marchio ovaJe di contro llo parzialmente consunto, racchiudente due ini zia li che sembrano "R. E. " . Le lame degli Horscer si incontrano su va rie sciabole piemontesi anche con punzoni divers i ma sempre con le iniziali F e H spesso associate alla S o al nom e Solingen per esteso. Ritenuta in dotazione all'artiglieria del Granducato di Toscana, sembra più somigliare a que ll e degli ingl esi Enfìeld P 53 e Albini di produzione nazionale in uso alla Reg ia Marina sarda poi italiana.

Lungheu.a rotale 710 mm; lungheu.a lama 578 mm; larghe7.za base 30 mm; spessore base l O mm; diametro anello 23 mm.

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BAIONETIE PER EQUIPAGGI DELLE REGIE NAVI E PERLA FANTERIA DI MARINA-1862-1865

La Marina Militare piemoncese prima e italiana poi ha avuto, per le sue peculiari cararcerisciche e compi ti , l'autonomia necessaria per sperimentare e adottare l'a rmamento che più le si confaceva. Ciò portò quasi sempre a scelre oculare che determinarono l'adozione di armi spesso d'avanguardia a livello europeo e in qualche caso mondiale (è spontaneo fare l'esempio della pistola semiautomatica Mauser 1896 adorrara du e a nni dopo questa data).

Dopo aver utilizzare le tipiche baionette a manico e a manico e ghiera fino ai primi anni della Restaurazione, la Marina Militare, adottò per il Brg. Real Navi l' uniforme e le armi ILmghe e relative baionette utilizzate dai bersaglieri. Fissò quindi, tra il finire degli anni Cinquanta e i primi anni Sessanta dell ' Ottocento, la sua attenzione sugli ottimi fucili rigati inglesi P 53 provandone alcune varianti con vari tipi di baionetta compresa quella a manico a ghiera. Qui di seguito ne compaiono cre: una sperimentale con lama triangolare pieghevole a manico e ghiera e due a sciabola.

La Marina decise dunque l'adozione del fucile inglese Naval RiAe

Pattern 1858, nel 1862; erano armi rigate di precisione e qualità superiore ai nostri fucili modello 1860 in dotazione all' Eserciro. Ufficialmente l'adozione avvenne nel 1863 ma la denominazione fu modello 1862. Cinque anni dopo, le stesse armi trasformare a retrocarica con il sistema Albini presero la denominazione di <<modello 1868»

La baionetta rimase invariata, fin dall'adozione prevista in due tipi diversi destinati Lmo ai marinai l'altro al Reggimento di Fanteria Real Navi. Prima del 1853 l'armamento dell a Regia Marineria del Brg. Real Navi, dei Cannonieri da Cosca comprendeva fucili e moschetti francesi, inglesi, napoletani oltre a fucili piemontesi da fanteria, moschetti d'artiglieria e pontieri con i relativi modelli di baionette.

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BAIONETTA PIEGHEVOLE GUIGLIELMETTI - 1867

Questa baionecra è parre incegrance di un moschecco rigato, cal. 15 mm, tipo Enfìeld P 53, in cattive condizioni di conservazione, ritrovato molti anni fa con altre armi della Marina (Ferracciù, Albini, Enfield) in una partita di materiali ferrosi e rottami proveniente dal bombardato Arsenale di La Spezia. La provenienza lascia dunque pensare a un modello sperimentale p er la Marina Sarda. La definizione «spe rimental e» der iva anche dal fatto che la lama, per quanto molto robusta , non era in grado di essere usata realmente essen do in due parti brasate tra loro a ottone: la lama vera e propria e il lungo tallone sgusciato a base rettangolare che supporta gli elementi di innesto.

In sostanza ci troviamo davanti a una baionetta del tipo a manico e ghiera ma a lama pieghevole incernierata era due bracci disposti in alto, ai lati della lw1ga apertura che interessa interamente il manicotto per tutta la sua lun ghezza; in basso, in corrispondenza dei bracci, due alette supportanti una vice traversa analoga a quella posta quasi in parallelo con la vice-asse di rocazione della lama.

La baionetta non è asportabile perché, una volta inserita sulla volata, essa è libera di scorrere avanti e indietro solo per il breve tratto intercorrente tra queste due viri che si appoggiano, limitando la corsa, al lato superiore e inferiore del massiccio fermo di baionetta posto sul lato sinistro della canna (per intenderci, «a ore 4», guardando l'arma dalla volata) Il fermo fa da guida al manicotto che lo accoglie nella lunga apertura verticale.

Il movimento alto-basso e viceversa consente di liberare la punta della baionetta che in posizione di riposo è accolta da un apposito vano della prima fascetta (che assicura la canna alla cassa) consentendone l'apertura; sulla porzione inferiore della lama , presso il tallone, è incernierato un anello dello st esso diametro del manicotto e che,

aperto, facendo scorrere verso il .basso il manicotto va ad investirsi sull'estremità della vo lata mantenendo la baionetta inastata. La ghiera del manicotto serve a bloccare la lama in posizione aperta o chiusa. Sul dorso della porzione inferiore della lam a vera e propria compaiono i resti di un piccolo punzone ovale e cli una lettera (o numero?) illeggibili.

Questa baionetta anticipa per ceni versi, quella montata sul fucile 91

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«lungo» presentato nel 1893 e non adottato, citata nella parte rigua.rdante le baionette '91

Le cattive condizioni del moschetto, che presenta vaste zone di profonda corrosione sottoposta a d.rascica pulimra, non consentono di rilevare alcun marchio o scritta.

Particolare inconsueto è la collocazione della baionetta sulla sinistra del fucile, come s i riscontra successivamente nel fucile 1891, munito di una baionetta analoga a questa.

Lunghezza toca le 550 mm; lun ghezza lama 51 O mm; larghezza rallone 22 mm; spessore tallone 11 mm ; diametro imcrno anello e manicotto 22 mm.

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BAIONETTA NON IDENTIFICATA

Qu es to esemplare, quasi identico a quello modello 1862 appena d escr itto, appartiene ad un corro moschetto tipo Enfìeld P 53 rigato, cal . mm 18.

b baionetta porta sul la crocera, a sinistra, il numero 184 e sul tallone, sullo stesso lato, le iniziali F.H. riscontrate anche su Lm esemplare 1862 e su di una sciabola da abbordaggio modello 1847 . Sotto il cappuccio compare il numero 403.

Il fodero , in cuoio nero, ha cappa e puntale in ottone, tipicamente piemontesi, marcati rispettivamente con le iniziali BL (o BD) e RF in ovale.

Non si conosce a quale reparto o corpo questo interessante insieme sia appartenuto: la prima ipotesi è che si tratti di materiale del Granducato di Toscana riutilizzato dopo l'Unità ed alla cui baionetta (come avvenuto per quelle dei Rerningcon pontifici) sia stato dato un fodero di tipo piemontese per uniformità.

Data l'analogia del pezzo con il materiale in dotazione alla Marina, si può supporre che ad essa siano state distribuite queste anni; potrebbe trattarsi di materiale fornito per l'armamento di piccoli legni oppure per qualche reparto di Artiglieria da Costa: ma si è nel campo delle ipotesi.

Il moschetto porca sulla culatta alcuni pw1zoni d 'ordinanza inglesi ma come tipologia non compare era quelle britanniche, inoltre per la presenza della concropiastra a S, risulta prodotto per qualche stato del continente.

Il moschetto misura complessivamente 990 mm che con la baionetta inastata divengono ben 1560.

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Lunghezza totale 715 mm; lunghezza lama 580 mm; larg hezza tallone 32 mm; spessore tallone 11 mm; diametro inr. anello 23 mm. L'indecifrata appendice di uJ1/.I baionetta mod 1862.

Sciabola- ~nionma ,1' cir rw,baggio ( eh rn :\rio aie).

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Descrizione delle due baionette I 862 dalla «Istruzione sulla Carabina Enfield ad uso dei Corpi della Regia Marina»

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SCIABOLA

BAJONETIA MODELLO 1862 PER LA FANTERIA DI MARINA

Fornimento in ferro, a becco, con spacco dorsaJe e molla laterale fissata con una vite, svincolo a pulsante; guancette in gomma indurita (quaJche esemp lare in cuoio bollito) zigrinate e fissate con tre rivetti; crocera dritta con riccio anteriore e sperone aJl'anello rivolti verso la lama Quest'ultima è a yatagan, a filo e punta con controfilo, ampi sgusci su i lari.

Fodero in cuoio nero con cappa e puntale in ferro (anche in ottone); cappa con bottone per la tasca, puntale reccangolare.

Una variante a questo modello presenta leggere variazioni nella forma dell'impugnatura, nella lunghezza del ramo anteriore di guardia, nello spessore di questa, nella forma delle sgusciature sui lati della lama ma soprattutto porta sul lato destro, al centro della crocera, un elemento brasato a rame, a sezione rettangolare, aperto anteriormente in modo da formare una specie di piatta U con le estremità rivoire verso l'interno e di diversa lunghezza la cui funzione è del nmo ignota.

Il fodero è in cuoio nero con cappa e puntale in ferro.

Lunghezza totale 710 mm; lunghezza lama 57 6 mm; larghC'lza tallone 10,8 mm; spessore tallone 9 , 5 mm; diametro interno anello 21 mm.

Sottufficiali d'amministrazione della Regia J\IJarina con baionetta mod. 1862.

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s~s 512n di 115
ID

SCIABOLA BAIONETTA D 'ARREM BAGGIO

MODELLO 1862 PER MARINAI

Nel 1860 le Marine di tutte le nazioni conservavano anco ra la pesante sciabola da arrembaggio, anche se, con l'evolu z ione d el naviglio, e l'avvento della corazza, del cannone, del vapore la poss ibilità di un abbo rd aggio di tipo tradizionale e ra divenuta quantomeno improbabile. Ciò non coglie che queste armi rimasero (co n le picche da arrembaggio) nei depositi fino ai primi del XX seco lo e sulle navi oltremare ancora più a lungo.

L'arma de s tinata ai marinai era una via di m ezzo era la tradizionale sciabo la a lama larga e una baionetta: era infatti possibil e inastare qu esto ingombrante oggetto sul ru c il e Prob a bilmente so lo gli in g les i (c h e avevano avuta questa idea) e i piemontesi, focero una s imile scelta che peraltro sembra non aver incontrato un particol are successo per evid e nti ragioni di praticità. Almeno in Piemont e, i marinai av ranno inastato le loro baionene da abbordaggio sì e no per qualche cerimonia o parata.

Arma di n otevoli dimensioni e peso, era assai scomoda da usare s ul fucile s ia per la sc h e rma di baionetta sia per il tiro: senza un qualche appoggio, mirare a b aio n e tta inastata era pratica m e nte impossibile e i vantaggi della rigatura si p e rdevano d e l tutto o quasi. Gli esemp lari noti come sicuramente piemontes i sono poc hi , ricono sc ibili soprattutto p er i piccoli punzoni re ttangol ari apposti s ul tallone e in qualch e cas o sul puntale del fodero. Anche il tipo di num erazione può fornire indi caz ioni in merito. Da notare ch e rra gli esemplari esaminati solo uno è di fabbricazione ingl ese m e ntre gli altri hanno tutti lame tedesche.

Tavola ek1ila Circolarr 72 del mal"UJ 1964 ttSistemnzione tMle anni portatili n bordo delle Regie Navi»: vi si riconoscono sciabole dtT 11bbordt1ggio, rivoltelle a spi//,o e cnmbine mod. I862 con bnioneftl1 inn.srnrn.

.il Am,1111,11/17 ,~JZQ ,PMW/$/1///1 /1 tk/ Ser'WMh fil
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SISTEMAZIONE DELLE ARMI NELLE BATTERIE DELLE B.0 UVI
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Fornimento analogo a quello del1a baionetta per la Real Marina ma co n la sopp ressione del ramo anteriore e dello sperone all'anel1o; alla crocera così modificata è infatti sovrapposta un'am pia guardia in lamiera, a vela, verniciata di nero {una vernice procetciva a base di catrame) fissata con l'cscremicà inferiore più serena sotto il cappuccio da un grande boccone a mezza oliva sul qual e è ribattuto il codolo; la parte più ampia della guardia è incastrata era la crocera e la lama. Tra il cal1one e la guardia è interposta una cravacca non in cuoio ma in ferro, spessa 3 mm.

Lama larga, piatca, senza sgusci, leggermente curva, robusta, a fìlo e punta con controfi lo. Fodero in cuoio nero co n pumale e cappa in ferro, all'inglese. Cappa con bottone a mezza oliva per la casca del budriere, puntale rercangolare.

Lunghezza cotale 830 mm; lunghC22a lama 682 mm; larghev.a callone 37 mm; spessore tallone 7 mm; diametro in remo anello 21 mm.

~ri particolari tklla bnionerta mod. 1862 da arrembaggi.o per gli equipaggi. delle Regie Navi. Ne/In pagina a fianco, la stessa accanto nl motkllo per il Big. Real Marina ed al facil.e Enfield. le baionette 1862 furono usate mila versione Albini 1868 ri®tto a retrocarica.

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baionetta per Cacciatori napoletani · 1855

baionetta per Remingron pontificio · 1870

baio ne tt a per Remington, produz Fabbrica Torino

modello 1891

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baionetta ibrida per bersaglieri - 1861

baionetta per Fanteria di Marina mod. 1862

baionetta da arrembaggio per equipaggi delle Regie Navi mod. 62

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BAIONETTE PER VOLONTARI GUARDIE NAZIONALI E CIVICHE

È un argomento complesso e confuso, quello delle baionette utilizzate dai reparti di volontari italiani durante le guerre risorgimentali: erano infatti armaci con le armi più disparate. E lo stesso dicasi per Guardie Civiche e Nazionali.

Questi reparti vennero infatti armati dai piemontesi (e da altri Stari) per lo più con armi ormai relegare nei magazzini perché superate, con armi di preda bellica, oppure con armi acquiscace in proprio dai Comuni o da associazioni patriottiche.

La simazione pit1 emblematica è probabilmente esemplificata dalla spedizione dei Mille dove l'armamento andava dai vecchi fucili prussiani, inglesi, francesi a pietra ed a percussione ai modello 42 a molla indietro francesi usaci da piemontesi e toscani, agli Enfield P53 rigaci (alcuni toscani) per giungere fino alle famose carabine svizzere modello 51 rigare e alle carabine Colr ad avancarica del tamburo (dotate di baionette farce appositamente da Lollini, a Bologna).

Per questa congerie di armi erano usate le relative baionette ma si trovano casi di baionette del mtco inusuali frutto di qualche invenzione non passata alla scoria o addirittura facce realizzare appositamente in piccoli quantitativi per fucili destinati a Civici o simili.

La descrizione di tutti questi modelli e tipi richiederebbe un volumetto a parte e perciò qui di seguito ne sono presentati solo alcuni dei più significativi o curiosi.

Tàvola di istruzioni da un manuale per ur Guardia Nazionale del 1848. In alto due tavole dal regolamento della Guardia Nazionale del 1848 e 1859. In basso uni.formi delle Guardie di Fossano: da notare ilfacile con baionetta

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BAIONETTE

A MANICOTTO E GHIERA MOD. 1822 E 47

Già descritte più indietro, queste baionette erano quelle più diffuse tra le file dei volontari, Guardie Civiche e Nazionali, Guardie del Fuoco e così via. A parte le forniture da depositi militari, numerose baionette provenivano anche da piccole officine private.

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BAIONETTA PER FUCILE PRUSSIANO MOD. 1839

È una tipi ca baionetta a mani cotto, co n lama a sez ion e triangolare a lati piatti, non sg us ciati , il cui sis te ma di vincolo al fucile era cost i tu i to d a un gancio elastico fissato sotto la vola ta e sporgente dall 'estrem i tà s up erio re dell a cassa, so tto la volata, in questo gancio s i incastrava il bordo inferiore del m anico tto che presentava un risalto con il quale s i appoggiava lateralmente alla molla.

La tenuta di que s to gancio era raie che era particol arme nte diffi cil e cogli e re la baionetta una vol ta inastata. Si trova t es timonianza in alcuni scritti s ulla spedizione dei Mille, di Camice Rosse ch e, sedute per terra o s u un muretto, posco il pi ede sotto il gomito della lam a tiravano di speratame nte il fucile p er liberarlo della baion etta.

Lunghezza totale 575 mm; lunghezza lama 490 mm ; larghezza 23 mm; spessore 115 mm; lunghezza manicotco 78 mm; diametro interno manicotco 23 mm.

Vignetta che illustra la difficoltà di togliere questa baionetta dalla canna de!facile prussiano, secondo i racconti di alcuni garibaldini.

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BAIONEITA PER FUCILE LOVELL 1842

Nella vasta panoplia di armi usate dai volontari si incontrano varie armi inglesi, tra le quali, dopo il Brown Bess, anche una specie di sua versione a percussione: in realtà si tratta di un'arma nuova, progettata e realizzata da George LoveH che ebbe al suo attivo numerose armi progettate per le forze armate britanniche. Il fucile LoveH venne munito di una parti co lare baionetta, so lo apparentemente (come il fucile) sim il e a quella Brown Bess.

La principale caratteristica di questa baionetta era la presenza di w1 bordo sporgente che veniva agganciato da una molla posta all 'esuem ità della cassa, sotto la volata; il manicotto era munito del consueto spacco che faceva presa sulla base del mirino e una volta che la baionetta era andata a posto, la molla agganciava automaticamente il bordo sporgente bloccandola.

Era un sistema analogo a quello prussiano del 1839 ma pit.1 pratico in quanto l'es tremità della mo!Ja era foggiata ad aletta e permecce;va di lib erare la baionetta con la semp li ce pressione del pollice.

La lama era a sezione di triangolo isoscele, con i lati piatti; il fodero era in cuoio con puntale in ottone.

Le baionette mod. 41 vennero in parte modificate successivamente sempre su progetto di Love!! e hanno la lama a sezione di triangolo equilatero e non isoscele, scanalata anche sul dorso oltre che sui lati.

Capi ca di trovare delle Lovell che sull'aletta sporgence di presa della molla portano il punzone di un controllore militare ed osservando bene si potrà a volte notare che l'aletta è riportata: si uarta in tal caso di baionette modello 39 inglese adattate col siste ma Lovell. In questo caso il bordo della 39 doveva essere parzialmente ridotto.

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Lunghcz.za totale 530 mm; lw1ghe-Lza lama 432 mm; lunghezza m a nicorro 79 mm; diametro int. manicorro 23 mm.
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DAGA BAIONETTA

DA GUARDIA NAZIONALE DI MILANO (1848?)

Appartiene ad un fucile sconosciuto ed è strutturata come la daga (gladio) del tipo utilizzato dalla Guardia Civica pontificia (e di seguito da quelle lombarda e toscana) con la differenza che il fornimenco ha l'impugnatura con una gola per la braga ed una lunga molla di svincolo che fa somigliare il cucco al modello 1836 dei Bersaglieri. La lama è a due fili come quella del gladio e porta sul tallone una piccola croce.

Indicazion i sull'origine di quest'arma porrebbero essere ricercare nella d eco razione ma mentre il boccio del porno ricorda, essendogli assai simile, il modello romano, la crocera somiglia maggiormente alle armi lombarde. I pochissimi esemplari noci pare vengano dalla Lombardia e dal Venero. Fodero in cuoio nero con puntale e cappa del tipo utilizzato dal gladio originale.

Un secondo esemplare con lama «fiorita », ovvero ornata da incisioni floreali eseg uite ad acido, e boccio del fornimenco quasi liscio si trova in una collezione privata di Felizzano. Le s u e dimensioni sono le stesse dell'esemplare descritto, salvo alcune, differenze, alla scruccura del canale; sul tallone, dal lato opposto alla croce anche qui presence, è impresso un ovale racchiudente le leccere GB e attorno al quale co mpaiono le due ceste, le ali e le piume di un'aquila bicipite.

Lunghezza corale 640 mm; lunghezza data 5 1Omm; larghezza tallon e 42 mm; spessore tallone 6 mm.

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BAJONETIA SVIZZERA PER CARABINA FEDERALE MOD. 51

È un'arma particolare per il sistema di attacco, peraltro abbastanza diffu so, sia pure con tipologie diverse, su varie carabine cantonali (qualcuna di queste era anche nelle mani di qualch e volontario).

La lama è del tipo triangolare ma il suo gomito non è fissato a un manicotto bensì a un elememo della forma di una metà di tronco di cono diviso verticalmente in due e quindi a sezione approssimativa di mezw cerchio. Nel lato piacro di questo elemento è alloggiata e fissata con una vite annegata, una molla con il dente d'arresto e con l' estremità sagomata adeguatamente per fuvorire la pressione delle dica per lo svincolo. La braga saldata sul lato destro della volata è formata da un incasa-o a co da di rondine coperto da w1 tunnel che ricalca la parete curva dell'elemento di attacco della baionetta.

Occorre precisare che si sono riscontrati esemplari muniti di fodero alla piemontese le cui lame presentano le stesse dimensioni dei modelli da fanteria a manico e ghiera il che fa supporre crarcarsi di esemplari di produzione lombarda. Le lame di questi esemplari risultano di conseguenza più coree del modello svizzero.

Il fodero è quello svizzero con cappa in ottone e puntale bocronaco cope rto dal cuoio fino al bocrone. Si trovano però baionette alloggiate d'epoca in foderi alla piemontese in cuoio ne ro con cappa e puntal e in ottone e gancio in ferro per la casca.

Di queste carabine erano armati i fumosi Carabinieri Genovesi, assoc iazione di volontari appassionati di tiro e quindi rutti tiratori scelti, che seguirono Garibaldi in Sici li a e sulla penisola. Ne furono armaci anche altri reparti di volomari (e volontari singoli) come ad esempio i Bersag lieri Novesi che combatterono a Vezza d'Oglio.

Lunghezza rotal e 652 nun, seco nda versione 607 mm, più rara 495 mm; lunghezza lama 474 mm; lunghezza incascro 68 mm.

Particolart dell'innesto e della 1JOlata con l'attacco a tunnel di 1(11tl carabina '.5 l prodotta a Lecco, la prima da sinistra, nella tavola, accanto al suo fodero.

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L J.'.35
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b,ionett, pe, bm,gfoi ,do<tat, - 1836 baionetta per artiglieri non adottata (1843)
modello 1891 136
baionetta per artiglieri adottata - 1843

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baionetta per bersaglieri non adottata (1851)
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daga-baionetta per Guardia civica - 1848
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baio netta per scure da zappatore -1856

BAIONETTA AUSTRIACA MOO. 1854

Nella storiografia ufficiale risorgimentale incombe sempre l'Austria come il grande nemico e sembra che con essa gli unici contatti siano stati quelli a livello diplomatico e bellico. In realtà quando ci si prende la briga di investigare appena un poco pit1 profondamente di quanto non abbiano fatto e facciano tuttora molti libri di scuola ma anche molti libri di storia «s eri », si vede quanto le cose abbiano aspetti e realtà diverse. La baionetta che compare in questa pagina ne è un esempio.

È una baionetta a manico e ghiera con lama a sezione cruciforme con un particolare tipo di spacco ad andamento elicoidale, destinato ad accogliere la base del mirino dei fucili Lorenz mod. 1854 austriaci che, a raie scopo, avevano la base non rettangolare o quadrata ma ovale per meglio scorrere nello spacco. In realtà questa soluzione è molto azzeccata e l'innesco della baionetta risulta velocissimo: al limite basca invertire la volata del manicotto fino a che la base del mirino non è all'inizio dello spacco. Se si lascia andare la baionetta con il fucile perfettamente verticale, questa, per gravità, scenderà da so la assestandosi a posto e basterà girare l'alca ghiera per bloccarla.

Attorno al 1860 venne deciso di acquistare varie nùgliaia di fucilj mod. 1854 dall'Austria, per mezw di commerciami privari, per armare la Guardia Nazionale. I fucili venivano fornici completi di baionetta e questa rimase praticarnence inalterata solo salvo, talvolta, leggere modifiche al sistema di attacco.

Molte armi austriache comunque vennero, durante il Risorgimento, utilizzate contro l'Austria o contro altri «avversari» All'epoca della Repubblica Romana, ad esempio, molti erano gli «stuczen» in mano ai rivo ltosi . Per contro, lo stesso esercico pontificio utilizzò delle carabine austriache da cacciacore (gli sruczen, appw1to), dalle lunghissime lame dritte e larghe, simili a lan1e di spada, dotate però di foderi con fornimenci simili a quell i dei gladi della Guardia Civica del 1847-48.

Baionetta austriaca per fanteria (a sinistra) e cacciatori (a destra} ossia quella per ilfacile denominato comunemente «stutzen».

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Lunghezza rotale 555 mm; lunghe-z.za lama 470 mm; larghezza alla base 22 mm; lunghezza manicorro 8, I mm; diametro interno manicono 20 mm.
f .o 141

MODELLI VARI

Guardie Nazionali, Civiche e volontari ebbero in uso, come accennato, modelli disparati di fucili e relative baionette. Eccone qui tre tra quelli usati in quantitativi minori rispetto alla maggior parte di quelli già illustrati.

Baionetta perfacile svizzero mod 1856 (/1)

Questo fucile rigato e preciso armò numerosi Carabinieri Genovesi in quanti t à mo l to superiore a que ll a delle famose carabine federali modello 1851. La baionecca era a manico e ghiera, brunita, con lama a sezione cruciforme con gomito ovale appiattito sui lati. Fodero in cuoio nero analogo a quello per il mod. 51.

Lw1ghea.a corale 580 mm; lw1ghezza lama 510 mm; lunghezza manicotto 68 mm; diametro interno manicotto 18 mm.

Sciabo/,a baionetta per carabina svizzera modello 64 (B)

Equ ipaggiava una carabina simile alla modello 51 che alcuni volontari acquistarono a titolo personale e che è piuttosto inconsueta nelle file italiane. Lan1a a yatagan con crocera in acciaio, impugnatura con cappuccio in ottone; svincolo a barra basculante con pulsante al centro della guancetta destra; guancette in cuoio nero zigrinato; fodero in cuoio nero con cappa e puntale in ottone.

Lunghezza cor.ale 652 mm; lunghezza lama 525 mm; larghezza callone 29 mm; diametro interno anello 20 mm .

Sciabo/,a baionetta ispirata al modello prussiano 1809 (C)

Armava con tutta probabilità un fucile da Cacciatore di tipo prussiano e forse è la stessa a cui è ispirata la baionetta da bersaglie r i mod. 1836. Fornimenco in orcone fuso simile a quello da bersaglieri ma solcato orizzoncalmence tipo la daga-baionetta da artiglieri. Mo ll a a lamina con bottone d i pressione foggiato a disco zigrinato Lama a due fili e punta, a sezione di losanga, con particolare t allone triangolare molto robusto ed evidente. Sulla crocera il marchio di un controllore piemontese (ZL). Manca il fodero.

Lungh e'lZa totale 607 mm; lunghezza lama 472 mm; larghez1.a caUonc 35 mm.

Sopra, a sinistra, mod. 1856; mod 1864 {a destra) e, sotto, modello non identificato.

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• B e 143

BAIONETTA INASTABILE PER SCURE DA ZAPPATORE

Fa parte delle armi prese dai pontifici ai garibaldini a Mencana e nella Campagna dell'Agro Romano nel 1867. Con tali armi, scuri con baionetta comprese, fu costituito un trofeo del quale restano oggi le foto che hanno permessa l' identificazione di vari pezzi.

La baionetta ha il fornimenco a becco, in ottone fuso, con brevi bracci di crocera dritti, appiattiti, svinco lo a pulsante con molla a lamina trattenuta da una vite. Non ha spacco, sostituito da un foro quadro che si apre nell'estremità inferiore del manico e che era destinato ad accogliere il maschio prismatico in ferro, piantato ali' estremità superiore del manico della scure, in mezzo all'occhio, tra le due lame.

Il fodero, se quello esistente è, come parrebbe, originale, è in cuoio nero con cappa e puntale in ottone. La cappa è munita di un breve gancio piatto, per la tasca. La lama è semplice, triangolare, a sezione rettangolare poi di losanga appiattita ed è assicurata al fornimento mediante uno spinocco d'acciaio che attraversa il centro de ll a crocera.

Le scuri a manico lungo di questo tipo venivano usate soprattutto dagli zappatori che accompagnavano negli attacchi le resta di colonna e che dovevano sfondare porte o trinceramenti: negli spazi ristretti di tali situazioni non era spesso possibile nel combattimento all'arma bianca usare la scu re come arma non avendo la possibilità di rotearla o di alzarla per vibrare il colpo : la lama centrale trasformava l' arma da raglio in arma d'asta con la possibilità di colpire di punta.

Il manico della scure è inferiormente danneggiaco e forse è più corto, sia pure di poco, di quanto fosse in origine, manca inoltre del calzuolo originale.

Atmalmente l'esemplare esaminato presenta un manico a sezione

Qui sotto la baionetta, inastata sulla scure, a confronto con un facile mod. I 842 con baionetta inastata e con una sciabola mod. 1855 piemontese da ufficiale di fanteria .

e :::: 2! 144
= Il I e 145

ottagonale appiattita, lungo 1000 mm (1060 mm lama compresa); con la baionetta inastata la lunghezza cotale sale a 1380 mm.

Lungheu~1. rocale 380 mm; lw1ghezza lama 270 mm; larghezza tallone 28 mm; spessore tallon e 6,5 mm; dimensioni fòro 15 x 15 x 36 mm di profondità (ridotta però a 29 mm da tre spessori quadr.iti, di cuoio, inseriti sul fondo).

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Il grande trofeo formato dai pontifici con le armi tolU! ai garibaldini a Mentana. A destra, tra il fascio di facili con baionetta e /,a scritta «Jnfe,i», si notano le scuri con baionetta inastata.

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BAIONETTA

AUSTRO-PONTIFICIA MOD 1796-1858 (?)

Nel castello dei marchesi Guglielmi, nobili pontifici, sull'Isola Maggiore del Lago Tras imeno era conse rvata un'importante, vasta ra ccolta di armi bianche e da fuoco grazie a l facto che vari membri della famiglia avevano rivestito ruoli militari e civili presso la Corte papale. Ciò conse ntì loro di attingere ai depositi pontifici per creare una sala d'armi e arredare altri ambienti. Ceduca in blocco nel 1976 ad un collezionista privato, si rivelò una vera miniera di pezzi importanti per appartenenza storica o per so luzioni tecniche. Qu ell e militari erano in buona pane italiane e st raniere utilizzate p er prove di val uta zione. Vari i cimeli presi ai garibaldini della Repubblica Romana e di Mentana.

Si scoprì così che i pontifici nel periodo di transizione tra avancarica e retrocarica , avevano provato un buon numero di armi scegliendo infine il Remingcon rolling-block 1868.

Tra le numerose baionette ne apparve una che lasciò tutti perpl essi: quella lunghi ss im a austriaca del mod. 1796 per moschetto da Cacciatori. Pare, infatti, che un piccolo quantitativo sia stato inviato al Vaticano per prove di valutazione. Il "pare" è d'obbligo perché, ad ora, non ci sono documenti probanti ma solo alcuni esemplari trovati qua e là. Lattribuzione pontificia è comprovata dai fornimenci d ei foderi uguali a quelli della Guardia Civica del 1848; in particolare il puntale a palm e tta ispirata a un fodero di spada picena di scavo.

La ca ppa, con staffa anteriore per la cinghia della tasca, ha la bocchetta centralmente svasata in modo da accogliere le due spalle triangolari di rinforzo poco arrocondate che salgono dal gomito a fiancheggiare il tallone.

Lama larga, lunga, dorso piatto, lunghi sgusci laterali, fìlo e concrofìlo , punta simmetrica, al centro.

Manico tubolare con corto spacco per il passo del fermo di baionecta, l'alta ghiera di forzamento piatta , chiusa da una vite, ruota era il tipico fermo delle armi "a manico e ghiera" e il bordo inferiore del settore tubolare aggettante è smussaco a decrescere verso il ce ntro.

Nel suo genere impressionante, aveva il manico che, nonostant e l'alta ghiera, poteva essere impugnato agevolmente per usare la baionetta come arma da mano.

Lunghezza cor-ale 790 ~; lw1 ghena lama 680 mm; larghezza tallone 38 mm; spessore tallone 7 ,5 mm; lun ghezza manico 10,8 mm; diametro im. manico 23 mm; altezza gh iera 18 mm e alla vice 23 mm; lwigh ezza fodero 690 mm.

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LE ARMI VETTERLI

I.:avvento del sis tema a retrocarica a cartuccia metallica che si identifica in Icalia, per le armi lunghe, con il fucile Verterli (dopo l'esperienza dei Remington ex pontifici in dotazione ai bersaglieri), determinò il quasi totale predominio della sciabola baionetta: le baionette a manicotto e ghiera, nella loro versione moderna, rimasero in uso solo presso la caval leria e i carabin ieri. Le lunghe sciabole baionette del Verterli con l'impugnatura a telaio e le guancette in bachelite erano molto avanzate per l'epoca e avevano, anzi, in nuce, il primo esempio di baionetta proiettato nel futuro: nel 1877 infatti veniva adottato il modello corto per le truppe d'Africa che anticipava l'acco rciamento delle lame che sarebbe injziaco in modo consistente negli ultimi quindici anni del secolo per poi affermarsi definitivamente quasi ovunque con il primo conflitto mondiale.

A sinistra, gruppo di baionette \létterLi. Nella pagina a fianco, sequmm di lavorazione delle armi vétterLi con al centro le parti della baionetta. Sotto, fante in libera uscita con baionetta \létterli aLfianco.

152 .. ..... ____ - - ,,,-·. J·~.11,e.(.l.,ei r,~ 0f ucJ:~ 9floJ· 1870

Le armi Vetterli, con le loro baionette, furono le protagoniste dell e prime fasi delle nostre campagne coloniali . Con l' avvento dell 'armi 91, vennero passace alla ,, Terribile » ossia alla Milizia Territoriale; vennero successivameme << rip esca te» nel momemo critico del primo conflitto mondiale quando vennero mandate in linea con i fucili ricam era ti per la cartuccia calibro 6,5 del 9 1.

La carriera d elle armi Verterli terminò però in Afr ica, in mano agli indigeni di varie delle nostre bande irregolari che le utili zzarono nella cam p agna del 1936 e anche successivamente. Allo scoppio del seco ndo conAitto mondiale , le armi Veccerli e le loro baionette erano ancora in carico ai depositi d el! ' esercito. L' ev oluzione di que ste sciabole baionette destinate alla lin ea di fucili Vecterli è, per la maggior parte dei collezionisti, leggermeme intricata anch e a causa delle denominaz ioni e classificazioni presenti in documenti redatti in periodi diversi (un primo, coerente ordinamento lo si trova in Armamento piemontese e italiano J 8141914, II vo i. , A. Barcocci-L. Salvatici).

Probabilmente un alcro modo per fare chiarezza è quello di determinarne la divisione in due grandi gruppi distinguibili dalla lunghezza della molla dello svincolo, corta e lunga.

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SCIABOLE BAIONETTE A MOLLA CORTA;

MOD. 1870 TIPO E (denom in az ione del J 874)

La prima baionetta p e r il fucile monocolpo a cartuccia metallica Verterli mod. 187 0 è definita con lo stesso anno del modello d el fucile, appunto 1870.

Ha il fornimento in ottone simile a quello delle armi Remington usate dai pontifi c i ( forse i prototipi vennero m ess i a punto utilizzando proprio alcuni fornim e nti di qu este baionette), porca posceriormenre una gola e un in cas tro destinato ad accogliere il fermo di baionetta saldato alla canna del fu c il e e lateralm ente la sede per un a co rea molla a lamina ass icurata da una copiglia. La crocera è in acciaio, foggiata a gancio, con un piccolo sperone alla bas e della curvatura d el gancio stesso che termina in un accenno di riccio; l'an ello d ella c rocera è munico di vice di regolaz ione.

La lama è dritta, a un filo e controfilo con dorso piarco e sgusci su i laci per c ir ca 3/4 della lunghezza; il codolo è fileccato super iormente e accoglie un boccone semisferico a vice, in ferro, c he ferma le par ei dell 'a rma rende ndole solidali.

li fodero è in cuoio n e ro con cappa (priva di bocch ecca) e punta le in ottone ambedue fermaci posteriormente con un punto in filo d'ottone. La cappa porta anteriormente un botton e a mezza oliva destinato ad impegnarsi nell'apposito occhiello d ella casca.

Lunghezza totale 690 mm; lunghezza lama 565 mm; l,trghezza al tallone 27 mm (minimo 26, I); spessore al callone 7 mm; diamecro interno anello 18,5 mm; lunghezza fodero 575 mm.

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o -=-)... b 155

SCIABOLA BAIONETIA MODELLO 1870 A MOLLA CORTA-LAMA ACCORCIATA

Tipo D , secondo una denominazione del 1874, tipo V secondo una del 1891: è in pratica la baionetta precedente che nel 1874 ebbe la lama accorciata di 45 mm; la decisione dell 'accorciamento della lama venne presa in contemporanea ali' adozione della nuova baionetta con fornimento in ferro a guancette. La denominazione di Tipo E e Tipo D compare nelle Istruzioni sulle armi e sul tiro per la Fanteria del 20 giugno 1874. Le nuove Istruzioni annul lavano automaticamente le precedenti.

In questa tipologia si incontrano sia armi con lame scorciate sia con lame nate già nella misw-a standard di 520 mm anziché di 565: è facile identificarle perché nelle lame accorciare l'estremità anteriore degli sgusci sui lati è più vicina alla punta di quanto lo sia in quelle «nate» corte.

Ovviamente anche il fodero venne accorciato adeguacameme e, ne l 1878 munito di bocchetta.

Le baionette di questo tipo furono usare a lungo dalla Finanza del Ramo Mare , dagli Alpini (nei primi tempi della loro costituzione) e dagli allievi di alcw1i Istituti militari: in questo secondo caso, stando ad alcune tavole del Cenni vi erano baionette con impugnatura «bianca » reaJizzata cioè in metallo bianco o argentata e anche con lame più corte.

Lunghezza rotale 645 mm; lunghezza lama 520 mm (m inimo coUeraro 515); larghczza al tallone 27 mm; spessore al tallon e 7 mm; diametro incerno anello 18,5 mm; lunghezza fodero 530 mm.

Cintura e tasca in cuoio naturale con baionetta Vetterli p1'oveniente, come la formula di un 1'epa1'to libico indigeno, dai cimeli di un combattente in libia.

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l e 5 Oc~ =e ! . I = 157

Nella foto a fianco, da sinistra, I.a baionetta con I.a I.ama nuova e quella con I.a I.ama accorciata (ha lo sguscio più lungo). Sopra, particol.ari delle stesse: a destra quella accorciata riconoscibile dalle spalle dello spacco più lunghe

SCIABOLA BAION ETTA MODELLO 187 O A MOLLA C ORTA PARTI INAMOVIBILI ADOTTATA N EL 18 74

È den o minat a Tip o U i n un do c um e nto del 1891.

Du e le car a tteristich e prin cip ali di ques to modeUo ; impugnatura in fe rro , a telaio, con g uance tte in corno (poi e banite) e inamovibilità d elle du e p arti.

La lama non h a più il codolo fil ett a to p er ri ceve re il botton e m a è sald ata socco il cappu ccio ch e quindi , non è più forato; il codolo prese nta i n oltr e du e fori per il passaggio dell e viti del-

Nella tavola, confronto tra i componenti di una baionetta a parti saldate, (a sinistra) e a parti mobili. All'estrema destra, in alto, baionetta a parti saldate e, sotto, particolare del fornimento della stessa.

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le guancette; la molla è corta ed assicurata dalla vi t e inferiore. Dal cap pu ccio si dipartono due branche sald ate sotto la faccia inferiore d ella crocera . Quest'ultima p erde la vite di regolazione dell 'an ello e lo sperone so tto il gancio di parata m entre conserva l' inc astro per il fermo di vo lat a

Il fodero è uguale al prece dente ma con in più, a ll ' interno della capp a, una bocchetta d'acciaio a due linguette per assicurare la lam a dentro il fodero; inoltre cappa e puntale sono fissati anche per incollaggio o l tre che con la so l ita legatura in filo d ' ottone: qu esto fodero è denominato Tipo T (1891). Le misure , salvo l' assenza del bottone a vite, sono uguali alle precedenti .

.. ... ---9 • :> o @ o @ o ~j r )'-' &IJ o 159

SCIABOLA BAlONETTA MODELLO 1870 A MOLLA CORTA- PARTI MOBILI - MODIFICA 1879

Tipo Z, secondo la denominazione del 1891.

È la baionetta precedente con la differenza che il cappuccio è forato per permettere il passaggio del codolo che corna a essere filettaro e munito di bottone a vice. Vengono definitivamente abbandonare le guance in corno generalizzando così l ' uso dell'ebanite.

Le misure, salvo per la presenza del boccone a vice sono le stesse de ll e armi precedenti.

Sopra, bersagliere annata di Vetterli con baionetta inastata. A sinistra, a conftonto, il modello a moL/,a lunga e quello a molla corta con i re/,ativi foderi.

Le tasche a due passanti delle vétterli vennero private di quellu latera/,e durante il primo conflitto mondia/,e divenendo simili a quelle per /,e '91

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o Lfflh , l Il \·1 = ~· o c:::::a --~ 16 1

A sinistra, confivnto tra i du,e fornimenti tt molla corta e funga. Qui sopra, particolari degli anelli con e senm spacco per il fe1mo di volata: t1! centro il Tìpo D con vite di regoktzione all'anello in basso, territ01iak arm,ito di Vetterli di guardia ad una batterù1 pesante in azione contro gli austriaci durante la guerra del '15- J8.

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Fante con facile Vetterli 70/87. In alto a sinistra, fànti in linea armati di Vetterli con baionetta non accorciata. !n basso, ascari libici dei primi del 900 con baionette Vetterli alfianco.

-~ ,-;. ..... . --· _ ... ... ~" -· ..... ·... 163

SCIABOI.ABAIONETIA MODELLO 1870AMOLI.ALUNGA

«T ipo Regolamentare>>, seco ndo la denominazione del 1891, diventa d'ordinanza nel 1879. Apparentemente uguale alla precedente, presenta alc un e caratteristiche proprie: le due branche del cappuccio te rminano in due piolini che si incastrano in appos iti fori praticaci socco la crocera che perde l'intaglio per il fermo di volata all'interno dell'anello; lo spacco per il fermo di baionetta perde gli spigoli; il codolo sporge maggiormente ed è quindi munito di un boccone oval e di dimensioni maggiori del pre ce dente.

La molla è allungata e assic urata alla vite superiore delle guancette cosicché quella inferiore (ora più corta) non è più visibile perché annegata nell ' in castro che accog lie la molla, restando sotto di questa. L1 vice inferiore ha la sede della cesta ricavata in un dado rettangolare annegaco nella guancetta (inesistente su vari esemplari).

Le guancette sono in bachelite nera o marrone.

La cappa del fodero è pit1 corta, con gancio anter iore fissato da una vice passante che assicura la cappa al fodero ed alla bocchetta interna in acciaio; anche il puntale è più corro, arrotondaco in basso, co n il bordo superiore incavato in s immetria quasi con l'analogo incavo del cappuccio ed è munito di una cresca arrotondata, saldata; viene fìssaro al fodero con due copigli e. Il fodero presenta anche una profilatura di disegno diverso sulle due facce, che seg ue il contorno del puntale: è questo il fodero denominato nel 1891 , Tipo Regolamentare.

Lunghe1.za corale 645 nun; lun ghezza lama 520 mm; larghcaa al rallonc 27 mm; spessore al tallone 7 mm; diametro interno anello 18,5 mm; lunghezza fodero 530 mm.

Sul retro tkl fatino tklle versioni posteriori. al 1879 (la data è incerta) si trova punzonata 111, data di fabbricazione e L'origine delfodero.

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TORINO 1809 165

BAIONETTA CORTA PER FUCILE MODELLO 1870-87 PER TRUPPE D'AFRICA TIPO REGOLAMENTARE (denom inazion e del 1891)

Alcuni testi (stranieri) e molti collezionisti ( i taliani) continuano ancora a chiamare erroneamente questa baionetta «TS» (Trupp e Speciali). In realtà venne adottala nel 188 7 e distribuita alle eruppe che panivano per la nostra prima operazione co loniale. Appare n ell e Istruzioni per il Corpo Speciale d'Africa del 23 ottobre 1887 ed è ancora presence nel Catalogo materiali gruppo C del 1933 ; armò gli indi ge ni di var ie bande irregolari al nostro servizio, nella campagna d'Africa del 1935-37 e in qualche caso ancora fìno alla resa delle nostre forze nel 1941 .

Il fornimenco è uguale a quello descritto per l'arma precedente. La lama invece ha un tallone rettangolare con i lati stretti smodati; la sezione della lama è romboidale a lati sgusc iati (la denominazione uflìciaJe è /,ama quadrangolare ma sarebbe più corretto «cruciforme»); la punta è ellitt ica. Le quattro costolatu re non sono affilare.

È un'arma robusta, praticamente impossibile a spezzarsi e in grado di perforare materiali resi stenti (evidentemente, e giustamente, s i pensò agli scudi di pelle di ippopotamo degli abissini).

Fodero in cuoio natural e marrone con anima in legno di pioppo; il marrone era il colo re delle buffetterie delle truppe d'Africa. Cappa e puntale di forma adeguata alla nuova lama. Cappa con bocchetta in acciaio con gancio di sezione rettangolare. Si sono trovati foderi originali in cuoio rigido privi di anima di legno.

Un'immagine onnai nota: una dellf' rare fato di un soldato italiano in tenuta coloniale armato di Verterli 70187 con baionetta corta, owero TA ( Tmppe d'Afom)

166
@, • o @) . @ 167 I I !

Il puntale conico, bottonaco, è fissato con copiglie

Per quanto quest'arma sia stata realizzata per le truppe d 'Africa, in co loni a furono in realtà inviate anche le normali baionecce di modello regolamentare e anche quelle tipo D (fornimento in orcone). Stanno a testimoniarlo molte foto d'epoca e vari foderi neri ancora inseriti nelle rasche originali comp lete di c intur a, in cuo io naturale utilizzata per altro anche dalle Regie Dogane.

Nel 1891 nel sunto dei dati sulle baionecce Verterli riportati da una tabella della Scuola di Tiro di Parma ri su ltano le seguenti denominazioni:

Tipo V - impugnatura in orcone e molla corea (Tipo D e C - 1874); Tipo U - impugnatura in ferro a parti saldate; Tipo Z

- impugnatura in ferro a parti amovib ili , molla corea; Tipo Regolamentare - a parei amovibi.li e molla lunga; Tipo Regolamentare

- il modello a lama quadrangolare corea; Fodero Tipo T - cappa e puntale lunghi incollaci e legati con filo d'occone; Fodero T ipo Regolamentare - cappa e puntale corri, cappa con gancio a v ice, puntale con copig lie.

È opportuno socco lineare che si incontrano in documenci ufficiali (come ad esempio nelle Istruzioni sulle armi e sul tiro di Fanteria del 1874 dizioni come soppresso a proposito di modelli destinati a subire trasformazioni: la denominazione sta in realtà per

Un indigeno di una nostra banda in-ego/are amtato di Vetterli: alla cintura, la baionetta TA nella sua tasca originale. L'immagine è stata scattata durante la campagna del 1935-36 Qui accanto, alcuni ascari degli anni Venti: si nota ilfodero della baionetta TA al fianco dell'individuo che tiene per la briglia il mulo

Nella pagina a destm, in alto, baionette Vetterli Tipo Regolamentare {sopra) e Tipo Regolamentare corta TA, smontate. Sotto, un reparto di nostri ascari in esercitazione: da notare i facili Vetterli monocofpo modelw 10 con fa baionetta corta prevista in origine per il modello 70187 La foto è del 1897

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.. "'

baionetta Vetterli 70/87 per Truppe d'Africa

baionetta Verterli mod. 1870

baionetta Vetterli mod 1870 lama accorciata

baionetta Verterli mod 1870 primo ti po

modello 1891

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baionetta Verterli per '91-1916

baionetta per Verterli 70/87/16

baionerta Verterli per carabinieri e cavalleria

baionetta Vetterli pe r cav alleria co lon ia le

baionetta Venerl i per cavalleria coloniale

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non più d'ordinanza e non per non più in uso che è ben diverso: le armi soppresse in farci rimase ro in servizio e in qualche cas o anche molto a lungo . Tanto è vero ch e nel Catalogo Materiali Gruppo C del 1933 compare ancora la baionetta a lama quadrangolare, co r ea 18 70/87 per T rupp e d ' Africa , s ia pure n e ll a t erza ca t ego ri a q u ella del materiale regolamentare vario in servizio. E nel 1936-37 la troviamo sui Vecre rli distribuiti alle band e irrego lari ass oldate so cco la no st ra b an diera .

Lunghezza rorale 407 mm; lunghezza lama 275 mm; spessore tallone 9 mm (nerva LUre escluse), 13 mm (nervarure co mprese); larghezza Lallone 27 mm; di ametro interno anello 175 mm; lunghezza fodero 31 O mm.

La tavola a sinistm mostra k di11ersità dei vari modelli, relative aifomimenti. Si nota, in alto, da sinistra, il tipo D con impugnatura in ottone, il tipo U a parti inamovibili (privo dunque di bottone a vite sotto il cnppurrio}; il tipo Z ed infine i due tipi regolamentari lungo e corro. SottfJ, gli stessi di lato: L'ultimo è quell.o della sperimentale da arrembaggio. Nel particolare, le versioni senza e con incastro per il fermo di volata. Lt, tavola a destra mostra le dimensioni delle varie baionette Vetterli comparate tra I.oro.

_J 172
-, 173

BAJONEITA MODELLO L870 PER CAVALLERIA E CARABINIERI

I.:uso delle baionette a manicotto e ghiera abbandonace intorno al 1874, trova un suo particolare prolungamento nella baionetta del moschetto modello 1870 per Cavalleria e Carabinieri. Va subito detto che non è usabile come arma da mano (per quanto non lo fosse, a dire il vero, neppure la sua diretta amenaca che pure aveva il manico o manicotto più lungo) .

È formata da un manicotto scrutturato grosso modo come il vecchio ma di diametro e lunghezza minori; resta il ponte aJ di sopra dell'estremità inferiore dello spacco e resta il bordo sporgente (cordoncino) sul quaJe appoggia la ghiera

rJ braccio di supporto della lama è breve, massiccio, lungo poco meno della metà del manicotto stesso: è breve perché non essendovi più bisogno di caricare l'arma dalla bocca utilizzando la bacchetta, la base della lama può situarsi vicina alla volata senza prob lemi di sorra. La lama conserva comunque una leggera divergenza dall'asse della canna

La lama dritta, in acciaio, è a sezione cruciforme, con quattro costole non affilate (fìJetti), determinate da quattro sgusci.

Non esiste fodero: la baionetta viene portata - quando non inastata - investita a rovescio sulla volata, con la lama parallela alla canna mentre la porzione terminale con la punta viene accolta in un apposito canaJe della cassa.

Lunghezza tocale 531 mm; lunghezza lama 464 mm (minimo colleraco 462 mm); manicorro lungo 66 mm ; spessore alla base 13 nun; diametro interno manicocco 17,5 mm.

Moschetto da cavalleria con baionetta in riposo e moschetto d.a carabinieri (di maggiore lunghezza del precedente) con baionetta inastata. fl fregio della tavola a destra è quell.o della cavalleria coloniak; la baionetta più co,ta è del moschetto «coloniale» con scudo al serbatoio, la mezzana è quel/,a per il «coloniale» senza scudo, la lunga è quel/,a del moschetto monocofpo.

e su 174
17 5 A 8 111 o

BAIONETTA PIEGHEVOLE

PER MOSCHETTO VETTERLI '70 TIPO CAVALLERIA - non identificato

Le foto di un primo esemplare, giunte da Lecco, mostravano un monocolpo tipo Verterli cavalleria armaco a mezzo canna , con fascetta e maglie tte portacinghia, privo di bocchino; alzo da fucile, canna marcata I 890. Socco la porzione anceriore della cassa, oltre la fascetta, è ricavato l'alloggiamento per la porzione terminale della lama particolare del tutto nuova per sistema di svincolo che per concezione ricorda, anticipandola quella del '91 per cava ll eria e carabinieri . La lama stessa potrebbe essere una '9 I da corpi a piedi modificata, resa a sezione lenticolare ragliata al tallone e risaldata poi sul blocchetto rotante nel quale è ricavata la se de per la lamina elastica con pulsante zigrinato di fermo e di sblocco. Il blocchetto è imperniato con una vi t e-asse, tra due spalle saldate in una mortasa sotto la volata. Si tratta evidentemente di un prototipo perché questa era la soluzione più rapida e meno costosa per un'arma da presentare allo S.M., quindi non definitiva, le sue misure sono dunque ininAuenti. Non c' era bisogno di realizzare una baionetta ex novo con costi che non aveva senso affrontare se non al momento dell'eventuale adozione. Il sistema di vincolo e svincolo della lama è, come si vede dalla tavola a destra , assai semplice: un braccio elastico (una molla) a pulsante assicurato da una vite di ritegno nella sua se d e, terminato in un dente che va ad inserirsi in appositi scassi adeguati ricavati nello spessore di una delle sue spalle del perno di ro tazione.

Qualche tempo dopo ho ricevuto foto analoghe inviate da un !errore di D. Armi che mostrano un' arma identica marcata " Brescia 1870" ma in versione '70-87

Da una terza fonte (non ne trovo i riferimenti) ebbi le copie di brevetto (anonime) e due disegni a dimensioni reali, di un'arma analoga a retrocarica co n b locco otturatore-percussore molto corto, ribaltabile in avanti, e concepico privo di baionetta. Gli alzi sono del tipo da fanteria usato dopo il 1884.

Lunghezza cocale 370 mm (372 mm il terzo esemplare); lunghezza lama alla base 17 mm I fucili misurano circa 900 mm, la canna 470 mm.

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(L'Autore ringrazia l'Armeria Frigerio di lecco, il sig Franco Ferrari e il lettore "anonimo"per il materiale inviatogli).
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BAIONETTA MODELLO 18 70 PER CAVALLERIA COLONIALE

Ne es istono due versioni di diversa lunghezza di lama decerminaca dalla presenza o m eno d ello scudo per il serbatoio dei moscheLt i da Cavalleria modello 1870/87 descinati alla Cavalleria Coloniale. Nei modelli senza sc udo - ossia quelli n ei quali il legno dell a cassa non è protetto, attorno al serbatoio, dal caraccerisrico scudo in lamiera tip ico dei modelli 1870/87 - la lam a della baionetta è più lunga di quelli nei qua.li la presenza dello scudo, con la sua vite di fissaggio anteriore, la riduce ulteriormente. Inv ariate le altre misure e caratte ristich e dell 'arma.

Riassumendo:

Baionetta per moschetto mod 1870 monocolpo: lunghezza totale 531 mm - lama 464 mm.

Baionetta per moschetto mod 1870 ripetiz. serbatoio senza scudo: lunghezza totale 452 mm -lama 386 mm.

Baionetta per moschetto mod i 870 ripetiz. serbatoio con scudo: lunghezza totale 367 mm - lama 300 mm.

Nelle baionette accorciate si possono riscontrare li evi diffe renze di lunghezza dovute al caglio della lama.

Da notare che solo la cavalleria coloniale ebbe in dotazion e il moschecco a ripetizione mentre quella nazionale passò direttamente dal modello monocolpo al moschecco modello 9 I.

Si trovano esemplari di queste baionette con lame dimensionalmente uguali - lunghezza a parte, ovviamente - a qu ell e standard del moschetto monocolpo, ma va precisato che gli esemplari conservaci al Museo d 'Artiglieria di Torino le hanno invece rastremate verso la punta: è dunque presumibile che per ragioni di tempi e di cosci si sia nella pratica proceduco al semplice accorciamento della lama e al rifacimento della punta abbandonando la rastremarura delle quaccro cosrolarure.

Qui sorto, un facile 70/87 ed un moschetto da cnvaileri11 cowniale con scudo al serbatoio. Nella pagina a destrtt, le tre vmioni da cavalleria a confronto: quella per il moschetto monocolpo della c11valleri11 nazion11/e (a sinistm) e quelle dei moschetti per la cavalkria co/,oniak se112,/l e con scudo al serbatoio. All'estrema destra, moschetto Vetterli 70187/ J6 caL 6,5, con fomimenti in ottone. 1-òrse è 1mit1-rm1 d'emergenm del '/5-18 o forse una così montata perfame dono a qualche capo del/,e nostre bande rowninli irregolari o a qu11lche notabile indigeno.

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BAIONETIA PER MOSCHETTO VEITERLI 1870 PER CARABINIERI GUARDIE DEL RE (CORAZZIERI)

Di questo moschetto non si conosce alcun documento ufficiale né la data esatta di entrata in servizio. È noto un unico esemplare conservaco in una collezione marchigiana. l'.arma porca la matricola 66 (su, pare, 70 esemplari prodotti) ed è identica a quella dei carabinieri fatta eccezione p er il bocchino leggermence diverso e dorato come altri componenti. Anche la baionerca è idencica al modello da carabinieri. Non si conosco no neppure immagin i ufficiali di questo moschetto; né appare però armato un corazziere disegnato da Quinto Cenni menu-e nell'Illustrazione Italiana di fine secolo compaiono alcune foto e incisioni di corazzieri, armaci di moschetti Verterli riconoscibili dalla lunga canna nuda sormontata dall' altretcanto lunga baionetta a manico e ghiera.

BAIONETTA MODELLO I 870 (SPERIMENTALE?) CON CAPPUCCIO E BRANCHE IN OTTONE

In un momento non identifìcaco ma certamente successivo al 1879, venne prodotto un quantitativo limitato di esemplari (probabilmente un migliaio) con cappuccio e branche (con relativi pioli di innesto alla crocera) fusi in un sol pezzo in ottone. Se ne conoscono, a quanto sembra, non più di tre esemplari dei quali uno in una co ll ezione trevisana .

Si a-acta in pratica dello stesso modello del 1879 con molla lunga, crocera in acciaio senza spacco per il fermo di vo lata, normali guance in bachelite: è, in pratica, il 1ìpo Regolamentare con il fornim ento (croce ra esclusa) in otcone. l'.esemp lare della co ll ezione trevisana porta la matricola 624 sulla crocera assieme al tipico punzone rettangolare con, in questo caso, le iniziali B.V Il fodero è del primo tipo ma non è possibile sapere se sia quello originale: l'esemplare fu trovato così oltre

Corazziere con il Vetterli, in un disegno di Quinto Cènni. A sinistra, reparto di corazzieri schierato, in una foto dellllluscrazione Italiana del 23-3-1895: si notano i Vetterli con baionetta inastata.

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vent'anni fa. È possibile pensare che questa partita sperimentale sia stata realizzata per la Marina Militare che cercava di ovviare ai danni deUa corrosione salina dovuta alle permanenze in mare o in località marittime: un forni mento fuso in ottone in questo modo era più leggero, ovviamente, di quello delle baionette del 1870 di primo tipo con impugnatura interamente in ottone. Con tutta probabilità però il progetto fu abbandonato perché alle prove il telaio d'ottone si rivelò p iù fragile e soggetto a piegarsi o rompersi rispetto a quello in acciaio.

BAIONETTA VETTERLI 1870 NON I DENTIFICATA

Si tratta del normale modello D (o Tipo V) con l'ane ll o di crocera intero ~senza vice di regolazione) del diametro interno di ben 23 mm . Per il resto, fodero compreso, l'arma è identica a quella del 1870 .

Non è stato possibile trovare alCLma notizia su questa versione della quale si conoscono, a quanto sembra, so lo due esemplari. Si prospetta l'ipotesi di armi modificate a livello sperimentale per l'adozione da parte della Marina per le carabine model lo 1862/68 Enfìeld/Albini, ma si tracca solo di un'ipotesi.

D'altra parte va considerato che varie armi sperimentali presentate intorno alla metà dell'800 vennero corredate, per ragioni di praticità, di baionette d'ordinanza, anche se qualche inventore previde per il proprio fucile presentato, un'apposita baionetta. Niente coglie dunque, che questi esemplari facciano parte di tm piccolo lotto moruficaco per qualche arma sperimentale della quale oggi, purtroppo, non si hanno più notizie.

Nell'angolo della tavola a sinistra si notano a confronto l'anello di una Vetterli d'ordinanza e quello di un esemp/,are con anef/,o di 23 mm di diametro.

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BAIONETTA PER FUClLE VEITERLI-BERTOLDO 1882. RIDOTTO (pe r cadetti della Regia Marina?)

I.:esemplare è pertinente al focile ridotto Bertoldo con serbatoio cartucce in cassa sotto e parallelo alla canna della qual e rimane libera dalla cassa solo la poriione necessaria ad accogliere il breve manicotto a ghiera della baionetta con lama crucifo rm e del Vetterli da cavalleria. Fu detto , all'epoca del primo rirrovamenco c he poteva trattarsi di un'arma per Guardie Carcerarie: ma perché, allora, non farne w1 'arma piLt compatta? Considerando le dimensioni ap pare più verosim ile che si trarti di un'arma sperimentale per cadetti di Marina. Il Berroldo, infatti , nel 1882 fu abbandonato dall 'Ese rcito dopo qualche anno ma non dalla R. Marinana che più tardi lo sostituì con il Yetterli-Ferra cci ù a serbatoio verticale di a-e cartucce, più una in canna. C"ordinanza" e la versione ridotta sono, dimensioni a parre, praticamente identiche, come mostra chiaramente la cavola a fronte dove sono a co nfronto un Bertoldo TS, il "Bercoldl no" e il Vet terli cavalleria. Quando il primo dei rarissimi esemplari noci (tre o quattro, pare) solo uno con baionetta e fodero, in USA) comparve alla Mostra

Antiquaria di Cortona, il consueto "salottino" di co ll ezionist i (leggi lo stan d di Rossana Picciati) lo so prann ominò subito "Berroldino''.

Il " Berroldin o" montava la baionetta a mani co e ghiera del moschetto '70 per cavalleria con fodero in spesso cuoio nero fornico in orcone: cappa con gancio in ferro con asola per la cinghia di fermo alfa casca; pw1cale terminato a sfera.

Lunghczu roca.le 530 mm; lungheua lama 460 mm; diamwo manico 17 ,5 mm.

(l'Autore ringrazia le amiche antiquarie Picciati di Roma per il pezzo resogli disponibile per studio efato)

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BAIONETTA MODELLO 1870 DA ABBORDAGGIO(?)

Si tratta anche in questo caso, con tutta probabilità, di una baionetta sperimentale , verosim ilment e prevista e poi non adottata per i fucili destinaci alla Marina Militare. Forse per la carab ina semiautomatica mod. 1890 Ferracci tt.

È in pratica una normale baionetta Verterli a molla corea, con un partico lare tipo di guardia larga, realizzata in m assiccia lamiera di ferro il cui spessore si assottiglia alle estremità lacerali; posteriormente la guardia termina in un breve riccio, anteriormente si restringe incurvandosi verso la mano e terminando anch e qui in un riccio. Gli esem plari portano tracce di vernice nera sulla guardia, forse per protezione dagli agenti atmosferici e dal sale La guardia porta il foro per il passaggio della volata e presso di questo, sullo stesso asse, un foro più piccolo che permetta di mirare con l'arma inastata consentendo infatti la vis ione del mirino.

Varia, in quest'arma, il peso, che aumenta in funzione dell a presenza della pesante guardia.

i rari esemplari noti di qW!sta baionetta hanno foderi diversi: qual è quello giusto? Sotto, il Verterli Ferracdù con baionetta da arrembargio, in realtà non distribuita e rimasta farse so/,o al/,o stadio di preserie.

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Nella foto a sinistra si nota iL piccolo foro posto in corrispondenza dei mirino. Sopra, marin.aio con iL Ferracciù riconoscibile dai serbatoio triangolare (foto scattata su una nostra nave nel 1900). Durante lafàmosa difesa delle Legazioni, a Pechino, contm i Boxer, i nostri marinai avevano i Vetterli-Ferracciù però con la baionetta di 7ìpo Regolamentare. In basso, un altro focde della Marina, iL Vetterli Bertoldo con fa baionetta regolamentare.

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RICONOSCERE LE '91

"Come riconosce epoca e fabbricazione di una baionetta mod. '91? Se è della prima o della seconda gu,erra mondiale?". Bella domanda!

Il fucile '9 1 è stato il più longevo della storia delle nostre forze armate, è stato infatti in servizio fino al 1985 quando una comunicazione minister ial e ne decretò il ritiro. Rimase, solo ai carabinieri, un piccolo quantitacivo di TS con tromboncino lancia-granate per i reparti in servizio di ordine pubblico, fino alla sostituzione con i nuovi lanciagranate. Le baionette, pur in dotazione, erano impiegate so lo p er servizi di rappresentanza ed "esigenze storiche" .

Ma comando all'interrogativo ini zial e: basti pensare che molte baionette, dopo il battesimo del fuoco nella Guerra italo -turca del 1911 , furono usate nella prima guerra mondiale e, successivamente se in buono staro, anche n ella seco nda Qualcuna si sarà fatta anche l'Etiopia (1935-36) e la Spagna.

Non va dimencicaco, poi, che nel primo conflitto mondiale so lo T erni n e realizzò 1.600 .000 da fucile e 200.000 da moschetto. La situazi o n e è oggi caotica: a quanto pare non esiste un elenco di marche e punzoni che consenta una " letcurà'; l' w1ico modo è avvicinarsi alla realtà attraverso i marchi militari ma di pochissi mi si conosce il signifìcaco. [no itre durante il primo conflitto mondial e la produzion e venne affidata anche a ditte private grandi e piccole oggi sco no sci ute perché non appo nevano alcun segno distin tivo . Delle maggiori capita di incontrare più spesso il marchio Gnutti e Rocca, meno comLmi le "CR " delle "Coltellerie Riw1ite di Caslino e Maniago", cioè la ditta "Marx & C.", con fabb rich e in entram b e le località, in seguito nota come CO.RI.CA.MA. Sappiamo che produsse dal 1923 circa, pugnali per il PNF e baionette per i fu cili '91, '91/38 La Gnucci di

LE ARMI MODELLO ' 91
187

Maniago conservava fino a qualche decennio fa le matrici originali delle lame dei '91-91/38 e '91/41 ora es pos te al Museo di Pordenone.

Non ci si può neppure affidare alle scritte impresse su l retro dei foderi in cuoio prodotti da manifatture civili e militari che erano marcati al verso col nome del produttore o della manifamtra militare seguito dalla data di fabbricazione. Come, ad esempio "Torino 1898"; Brescia, Terni, ecc. oppure "Rocca 1933"; "A. R.E .T 1941 "; "To rre Annunziata 1898" ecc. Ma soprattutto va tenuto conto del fatto che i foderi di qu es to tipo erano accoppiaci casualmente ai vari esemplari. Con l'eccezione di Rocca che produceva sia baionette che foderi. l fornimenti erano in ottone ma in epoca più tarda se ne trovano in ferro brunito o verniciato e addirittura, dopo il secondo conflitto, parkerizzati . A tutt'oggi, dw1que, non esiste, ch'io sappia, una chiave di lettura che possa soddisfare tale esigenza.

Quando nei primi anni '90 dell'Ottocento il '9 1 prese a sostituire il Vetcerli, era arma modernissima per la pecu liare rigatura che lo metteva all'avanguardia. La sua sciabola-baionetta era già più corea di quelle di molti fucili coevi e se anche la qualità non era delle migliori seppe far sempre il suo lavoro. Lo stesso non può dirsi di quella pieghevole da cavalleria il cui attacco era deboluccio e la penetrazione scarsa. Resta, a collegarci a quel passato, il corto moschetto dei Corazzieri dotato di baionetta ancora a manico e ghiera.

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T(ANI o o u ®~ 1 \ 7 6 ,, W 50 535 ® 189

SCIABOLA BAIONEITA MODELLO 1891

Quando venne concepito e poi realizzato il fucile modello 1891 (adottato ufficialmente il 29-3-1892) che doveva accompagnare gli italiani in quasi cento anni di storia, si cominciava ad avvertire sia pure in maniera velata, l' in utilità delle lunghe lame delle baionette d 'epoca risorgimentale destinate a un tipo di combattimento ormai superato, ma che gli alti comandi sembrarono, nel1a prima guerra mondiale, ritenere ancora valido facendo massacrare dalle mitragliatrici centinaia di migliaia di uomini inutilmente. La baionetta di lunghezza ridotta si dimosuò comw1que più maneggevole nella guerra di trincea e ua i reticolati e quella del nostro '91 fu dunque tra quelle che, nel conflitto, ebbero una dimensione più accettabile.

Fornimento in ferro con cappuccio a b ecco saldato al codolo dopo aver infilata sul codolo la crocera ch e veniva fissata con due copiglie. Le guance in legno sono fissate con spinotti ribattuti e muniti di rosette (o reparelle) La lama, ad un filo e controfilo, presenta sui due lati un largo sguscio che giunge fino all'inizio del controfilo.

Fo dero in cuoio nero con cappa con gancio a vite per la tasca e bocchetta in acciaio, puntale a cresta simile a quello delle baionette Vercerli ma dj dimensioni minori, assicurato da due copiglie. Anche le profilature del corpo del fodero ricordano quelle del Verterli Sul bordo interno, a partire dal margine della cappa, si trovano impresse profondamente la data e il nome della manifamtra militare.

In e poca più tarda vennero prodotti foderi in lami era di ferro ner-

Nella tavola a p. 189, in basso, il punzone de/I.a ditta. Mida di Carcwne è raffigurato sia a grandeua naturale che ingrandito. Q;,ti a lato, da sinistra, due baionette '91, una '91 TS, altre due '91 (notare la varietà dei foderi) e infine due '38 di seconcw e ultimo tipo.

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vaca, con gancio a vite, pure in ferro, ed estremità botconata. Esistono anche foderi lisci, sempre in metallo brunito che però dovrebbero risalire agli anni del secondo conflitto mondiale.

I foderi 91 si incontrano, nel tempo, anche con i fornimenti d' ottone verniciati o bruniti, con forni menti in ferro brunito o verniciato n ero, con fornimenti (e siamo nel secondo dopo6ruerra) parkerizzati verdi e con fodero verniciaco verde. Sulla crocera era punzonato il munero di matricola e, secondo una circolare del 2-3-1915, le lettere SM con il numero di reggimento per le sezioni mitraglieri e ciclisti, le lettere FB e BC a seconda della sezione se di fanteria di linea, bersaglieri o bersaglieri ciclisti. La sciabola baionetta del 91 è rimasta in servizio fìno all'abbandono di questo fucile ed è stata utilizzata su cucce le versioni (dopo il 1924 anche per il TS che venne opportunamente modificato per riceverla) compresa quella in calibro 8x57 (per i tedeschi) ed esclusi i 91 /38 dei quaJi solo il moschetto 38 TS cal. 7,35 montò la sciabola baionetta anziché la baionetta pugnale. La baionetta del 91 nasce «bianca>>, cioè lucidata; solo successivamente, per esigenze belliche viene brunita. Talvolta le bruniture più recenti hanno un'intensa colorazione rossastra. Nel secondo dopoguerra molte baionette, per adeguamento alle mutate condizioni operative e per uniformità con il resto dell'equipaggian1ento e armamento vennero parkerizzate (e così i fornimenti dei foderi) acquistando Lu1a co lorazione grigio verda.ma tipica. Da notare inoltre la presenza di baionette della prima generazione con due t ipi di spacco di larghezza diversa: uno più stretto e uno più largo.

A sinistra, sopra, tinche i foderi in cuoio delle baionette '91, come quelle dei Vetterli, portano impressi sul retro la data ed il fabbricante. Sotto, le matrici per gli stampi di lame per sciabola-baionetta '91 e per baionetta-coltelk> 91138.

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Nel volume Baionette di F. J. Stephen (ed. Albercelli, Parma) è illustrata una 91 senza pulsante né spacco e con tutte le parti in acciaio (lama compresa) lucidate a specchio .

Di questa versione non è stato possibile sapere nulla di sicuro Parrebbe fatta, ad immagine austriaca, per reparti di gendarmeria che potevano portare l'arma in servizio di parata ma che o non avevano il fucile o in tali casi non avevano necessità di munirlo di baionetta.

A sinistra, il punzorie di Gnutti e di Rocca sulla crocera di due baionette. Si trovano armi '.91 marcate sulla lam,z o sulla crocera, come in questi due casi Sotto, baionetttz '91 con quattro tipi di foderi di fornimenti diversi.

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A sinistra, meharisti italiani in alta unifomze bianca, con moschetti '91 e baionetta inastata. Sotto, un'immagine dei primi momenti del secondo conflitto: addestramento con uz maschera antigas. Quasi una foto da Guerra del Golfo.

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Si tratta comunque di un'ipotesi senza akun preciso fondamento.

Baionette 91 cromate e con tasca bianca sono frutto di iniziative di reparto e destinate a picchetti d ' onore, in genere della Marina o dell 'Aeronautica non avendo l'Esercito buffetterie bianche.

Pare che qualche reparto alpino, nel secondo dopoguerra, abbia usato in esercitazioni, per ragioni mimetiche, baionette con foderi e rasche verniciate di bianco. Si tratta in ogni caso di provvedimenti limitati a qualche reparto per iniziativa dell ' ufficiale responsabile o del comandante.

La baionetta del 91 è, tra quelle italiane, quella prodotta in maggior numero: non si conosce l'entità della produzione dall'inizio alla fine ma i dati seguenti sono sicuramente significativi: all' ingresso dell'Italia in guerra nel 1915, la disponibilità delle Forre Armate era di 960.000 fuciU, 170.000 moschetti da cavalleria (distribuiti anche ai carabinieri e ad altri reparti), 80 .000 moschetti TS . Inoltre, solo durante il primo conflitto mondiale, la sola Fabbrica d'Armi dell' Esercito di Terni fornì 1 600.000 esemplari di baionette

Lunghezza total e 415 mm; lunghe-.iza la m a 3 00 mm ; larg he7.7,a tallon e 22 mm; spessore tallone 5 mm ; diametro inte rno a nello 13 mm.

Esistono come accennato , baionette 91 con lo spacco di misura leggermente inferiore a quella standard (3,9 -4,2 mm) ma sufficiente a non pe r mettere di inastarle sul fucile 91: non è stato possibile trovare in merito notizie sufficienti ad identificarle.

Le due immagini a sin istra pr{Jl)engono da un manuale del I939

Pagina a destra, prototipo di facile 91 a baionetta pieghevo/,e kttera/,e con Ulma di sezione triangouzre di 680 m m, l'Ottocen to era appena passato. Dunico esemplare è conservato al museo di Tem i

MARCHE E DATE SU FODERJ '91

Le dop p ie date in dicano la più vecchia e la p iù recente degli esem plari esaminati . Alcune si gle risultano ignote.

A.C T - 1910-1940

A.D.T - 19 17

A.G. T (') - 1913

ARET 19 ! 3(DArEVARJE-1940)

A.RTE- 192 1-1941

BRESCIA -1896

f:A.T 1917 -1933

TA - ! 889-ToRREANN11,v/-1Au

F.A G -/904-FABBRICA D°ANMI IJI

GARJX)NF

PRODUZIONECIVILE

A .S: TORINO- 1935

C l - (?}- 1917

C I?. - J9 12 (COLTEU.F.RIF RtuNrrt DI Co:,1 !NO E MAN/AGO)

ROCCA - 1913-1.94 0

CR. - 19 12

GNUTTl- 194211937

S. GNUTT!-1 925

C.GNUTTl-1941

NO CCA- 19 13- 1940

5.A M. BOSCO- 1938

A.G F.111 ROSS1- 1939

F.W SCUOT7V S.A NAPOLJ

SCUOTTOS.A NAPO L!- 1936

S.A REJNA - 1942

V i sono foderi in c u o io anonimi;

ltali sono anche quelli in libra sintetica.

(elen, o dt,vut() è in massima pa rte a Dario Viganò)

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BAIONETTA PIEGHEVOLE SPERIMENTALE PER '91

Rimasta allo stadio di prototipo, questa lunga baionetta fissata presso l'esrremità della canna era, per l'epoca-fu proposta nel 1893-se non alcro per le dimensioni, già sorpassata. Ciò non toglie che l'idea abbia trovato altre vie per raggiLmgere le file di vari eserciti: basti pensare a quella per il Mannlicher 95 da cavalleria, a quelle dei russi 91 /44 e Simonov SKS 46 o a quella giapponese Tipo 44 (del 1911 ) Era comunque un'idea non nuova applicata soprattutto anni prima ad armi ci vili. Questa lunga baionetta con lama a sezione triangolare con i lati a nteriori sgusciaci, in posizione di riposo veniva a trovarsi parallela alla cassa, sul lato sirusrro, e in parte veniva ad alloggiare (per circa la m età) in Lm apposito scasso che ne seguiva il contorno, ricavato nello spessore del legno. Aperta, trasformava il fucile 91, già di considerevole lunghezza (1290 mm) in una specie di ingombrante lancia (1290 m m+ 575 = 1865!).

La lama era incern ierata in un apposito blocco comprendente il bocch ino che risulta arretrato, rispetto al la posizione normale che ha n el 91, di circa 25 mm (dal la volata). In apertura, l'anello situato alla base della lama va ad investirsi sulla vo lata e vi resta bloccato Un apposito gancio ferma la lama in chiusura, in posizione di riposo.

Il peso però penalizzava la mira se si doveva sparare in piedi, senza appoggio . Lingombro era relativo visto che nel punto massimo di sporgenza era di circa 15 mm rispetto alla sagoma generale dell'arma.

Lunghezza totale 680 mm; lunghezza lama 575 mm; spessore tallone 12,5 mm.

195 ·' \ I•, i I

SCIABOLA BAIONEITA MODELLO 1891 TS

La baionetta per i 91 TS (Truppe Speciali) v iene adottata nel 1900 ed è una variante del modello originale: la differenza consiste nel diverso sistema di attacco presence sul moschetto TS e quindi si ha un cappuccio struttu rato in maniera diversa anche se di forma uguale a quello della baionerca da fucile.

Il piolo (pulsante di svincolo) non è situato lateralmente al cappuccio ma sotto di esso mentre il canale (spacco) per il fermo - pur sempre a sezione di T - non è più verticale ma orizzontale e interessa tutta la largh ezza del dorso del cappuccio.

Il sistema di svincolo di questa versione è cos ciruito da un pulsante con cesta a fungo, che scorre, contrastato da una molla a spirale, all'interno del cappuccio. Inferiormente il pulsante si avvita, con una sua appendice filettata, ad un elemento comprendente il dente di blocco e che sporge posteriormente, sul dorso del cappuccio, agendo entro lo spacco orizwmale d estinato ad accogliere il fermo di baionetta. Casca del pulsante porta anteriormente una fresatura orizzontale entro la quale passa un traversino d'arresto che attraversa il corpo del cappuccio. Sulla testa del pulsante si trovano due fori destinati a costituire la presa per l'apposita chiave di smontaggio a forca. U na sistemazione scomoda e poco pratica che porrò alla modifica dei moschetti in modo che potessero ricevere le baionette da fucile.

La circolare n.121 del 26 febbraio 1920 stabilì che le armi 91 TS di nuova produzione venissero equipaggiate dei nuovi bocchini con

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A0441 6 01097 BRESCIA AE 133 7 p 197

fermo di baionetta cali da poter montare la baionetta del fucile Per le armi in distribuzione la modifica era prevista solo a esaurimento delle scorte presenti nei vari depositi.

Di conseguenza, il 13 settembre del 1923, con la circolare n. 538, esamitesi le scorte delle vecchie baionette TS si stabiliva di modificare i bocchini dei moschetti non ancora modificati, asportando il vecchio fermo di baionetta trasversale e saldando al suo posto quello da fucile.

La disposiz ione venne atruata, a quanto pare, a partire dal successivo anno 1924. Ciò portò anche un vantaggio nella lavorazione, unifìcando la produzione. Per inastare la baionetta TS non bastava il semplice movimento verticale dall'aJco in basso ma occorreva infilare l'anello nella canna quindi ruotare la baionetta verso sinistra.

Durante la grande guerra venne prodotto oltre al fodero in cuoio (usato anche da questa baionetta), un fod ero metallico nervaco (già descritto) che nel 1924, con la modifica dei moschetti TS, fu classifì-

Q,ti a lato, i tre tipi di bocchino per il '91TS (dall'alto : 1900-1920-1923).

Nella tavola a destra, particolari del bocchino di primo tipo e (a sinistra) della meccanica dello svinco/,o. Sotto, artiglieria meharista armata con il moschetto TS

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Stnirg!ii,r-n. drl /;rm" p,r la, .,..,.;,1,,,(,:. hrticnctla-

Sequenza di inastamento de/1,a baionetta TS primo tipo. A destra, un reparto di Giovani Fascisti armati di moschetto TS con baionetta '91 ordinaria. La foto è del 1939.

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caco di III cacegoria ma rimase in servizio anche se non più «regolamen tare» e venne ancora usato nel secondo conflitto mondiale. Sulla crocera, così come per le baionette del fucile , era punzonata la stessa matricola del relativo moschecro.

La lunghezza della baionetta TS è leggermente superiore, in cotale, a quella del fucile, a causa del pulsante di svincolo che sporge al disotto del cap puccio.

Lunghezza rotale 425 mm.

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BAJONEITAMODELLO

'91 PERMOSCHETII DA CAVALLERIA

Il moschetto 1891 da cavalleria venne adottato ufficialmente solo iJ 15-7-1893 ed era munito di w1a particolare baionetta inamovibile, cioè assicurata con un manicotto (o braga) investito sulla volaca e munito di due a.lette tra le quali è imperniato il tallone della la.ma che è libera di ruotare di 180°. La lama è a sezione di T con il dorso leggermente scondato e i fili smussati, acca a colpire solo di puma. Le due alette presentano alle estremità due intagli e ntro i quali vanno ad alloggiare due ritegni, contrastati da una molla a spirale situata in un apposi cova.no del callo ne, che scorrono sui lati di quest'ultimo sotto la pressione delle dica determinando il blocco e lo s blocco della la.n1a sia in posizione aperta che chiusa. Questo primo sistema di bloccaggio venne successivamente modificato in due modi diversi.

Il secondo sistema, che possiamo d efinire di transizione, venne applicato te mporanea.mente solo presso alcuni reggimenti di cavalleria in un p eriodo precedente al 1916 e non ebbe seguito, canto che in data 30 giugno di quell'anno con la circolare n. 400 venne introdotto il nuovo e terzo sistema di svincolo. Il secondo sistema. consisteva in un nottolino imperniato sull'aletta sinistra della braga e funzionava agendo con un doppio intaglio praticato nel corpo del perno, sul foro allungato del tallone. Il terzo sistema è quello adottato nel 1916, costituito da uno svincolo a pulsante conu·ascaco da una molla a spirale, posto sull'aletta sinistra della braga.

Nella foto, i vari tipi di vincolo della baionetta al moschetto da cavalleria. Sopm, alette di svincolo del primo tipo, da una pagina del Catalogo Materiali Gruppo C del 1933.

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Tra questi due ultimi sistemi ne esiste un altro, formato da una braga di secondo tipo con lama modificata adeguatamente per il sistema a pulsante ( terzo tipo descritto). In ogni caso oltre che agire sul sistema di svincolo per aprire e fissare la baionetta occorreva portare leggerm ente in avanti e poi indietro la lama per i1 tanto consentito dalla lunghezza del vano re ttangolare che accoglie i1 perno di rotazione. Stando a quanto raccontano i reduci della prima guerra mondiale che ebbero occasione di utilizzare questo tipo di baionetta negli scontri in trincea, la sua efficacia era veramente scarsa e spesso nulla , sia per lo scarso potere di penetrazione sia per la giunzione alla canna che in realtà era troppo debole e malsicura e, in ogni caso, estremamente inferiore per prestazioni alle baionette avversarie dei vari modelli austriaci, E rsatz comprese.

Lunghezza corale 37 8 mm; lunghezza lama 341 mm (alla base del tallone in posizione aperta); spessore tallone 15 x 12 mm.

Due disegni de/sistema a levetta (nottolino) e a pulsante per gli svincoli delle baionette '9 / da cavalleria tratti da catalogo Materiali Groppo C del 1933. Ne/Id tavola, il secondo sistema (a sinistra) e quello di tramizione, a pulsante ma con braga del sistema precedente.

Nella pagina a destra, in alto, due diversi tipi di pulsante di svinco/,o di 11 e 16 mm di diametro; la seconda, con supeifide di pressione a cerchi concentrici, esiste anche e con testa a taglio per cacciaviti.

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A sinistra, in alto, cartolina degli anni 7~nta: da notart il moschetto con baionetta in posizione di riposo. A fianco, fasdo d'anni in Africa Orientale. Sopm, ancorlf un particolare dei sistemi di svincolo.

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BAIONETTA A MANICOTTO E GHIERA

PER MOSCHETTO ' 91 PER CORAZZIERI (1899)

li moschetto 91 speciale per i Carabinieri Guardie del Re (Corazzieri) fu adottato nel 1899 e la sua baionetta ricorda molto da vicino quella del modello 1870 Yetterli da cavalleria ma con manicotto piì1 breve e di diamea-o minore dovendo adattarsi ad una canna calibro 6,5 anziché 10,4; come la baionetta Vetterli viene portata in posizione di riposo, investita sulla volata alla rovescia; in questa posizione la lama alloggia quasi totalmente nell'apposito canale della cassa. La lama è più sottile di quella del modello Vetterli.

Lunghe-zza cotale 435 mm; lunghezza lama 382 mm; lunghezza manicotto 53 mm; diamecro interno manicorro 14 mm.

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Corameri anni Trenta in servizio armato. Nella pagina a sinistra, dall'alto, particolare del manicotto della baionetta in posizione di riposo e tre viste dello stesso.

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BAIONETTE ITALIANE D'EMERGENZA - 1915 -19 18

b serie delle baionette utilizzate dalle nostre eruppe durante il primo conflitto mondiale è, era modelli più o meno originali, varianti, adattamenti e così via abbastanza nucrica da poter costituire da sola una piccola collezione. rautorc si è limitato a realizzare le tavole del materiale che conosce o che ha poruco controllare personalmente con l'aggiunta di alcw1i esemplari visti solo in fotografia ma corredaci di dati per i quali è stato possibile fare una specie di controllo incrociato consultando collezionisti che avessero notizie o cesti sull'argomenro. Salvo poche <<versioni», la panoramica dovrebb e essere quasi completa; lo è comunque in quelle principali.

BAIONEITA PER FUCILE '9 1 CON FORNI MENTO IN OTTONE PRODUZIONE BELLICA

Il fornimenco è in ottone (o bronzo) fuso in un solo pezw con la crocera, con anello, spacco e sistema di svincolo per fucile 91; è verniciato di nero.

Ll lama ha il codolo fìleccaco per accogliere w1 boccone a vite che la serra al fornìmento.

Il fodero era quello in ferro, nervato, ma sì trovano indifferenremente foderi in cuoio. Queste armi non vennero interamenre eliminare negli anni successivi al primo conflitto, canto che compaiono ancora in foto degli anni tra il 1935 ed il 1937, come quella qui pubblicata che mostra un graduato del Bcg. San Marco, ed è sta.ca scaccaca a1 rientro del reparto dall'Africa Orientale.

Sopra, marinaio del Btg. San Marco in parata a Roma al rientro del reparto dalla campagna d'Africa del 1935. in basso, due baionette con fornimento in ottone faso: una con la sua vernidatura nera originale ed una sverniciata come quella del marinaio qui sopra.

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CJ 21 1

BAlONETIA PER FUCILE '91 TS CON FORNIMENTO IN OTTONE PRODUZIONE BELLICA

Anche della baionetta per moschetto TS, per ragioni di rapidità di produzione vennero realizzaci fornimenri in ottone o bronzo.

Analoga a quella con fornimemo convenzionale, presenta impugnarw-a e crocera con anello fusi in un solo blocco d'ottone verniciato in nero.

Il sistema di svincolo è simile a quello della baionetta 91 TS ma è privo del traversino di fissaggio dell'asta del pulsante; di conseguenza quesùùtima è priva della relativa fresacw-a presentandone invece una verticale che interessa la pane superiore del pulsante e la sottostante spalla: questa fresatura consente di svitare con l'apposita chiave il «dado» cilind rico awica co sul codolo della lama che attraversa interamente il fornimenco.

Baionetta TS con farnimento in ottone {sotto) e regolamentare. NeL/,a foto piccola, particolare del sistema di svincolo deL/,a baionetta con farnimento in ottone e di queL/,a regolamentare (a destra nella foto).

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BAIONEITE MODELLO 1870 E 70-8 7 MODIFICATE NEL CORSO DELLA PRIMA GUERRA MONDIALE

La Milizia Territoriale, allo scoppio del p rimo grande conAicco mondiale aveva in dotazione i fucili Verterli modello 1870-8 7 con la relativa, lunghissima sciabo la baionetta che raie rimase in gran quantità nel corso d el conflitto: è facile vedere nelle vecchie foro sia anziani territoriali, sia militari dj leva di guardia a fortifì cazioni e depositi dell ' interno o di barcerie pesanti in seconda e terza linea ma anche, sia pure in misura minore, truppa in trincea, armati di focile con baionetta di tipo Regolamentare non cagliata e con gancio intero.

Nel corso del conflitto però, la ricruesra di armi per le eruppe in linea si fece pressante: la produ zione dei '9 1 fu quindi interamente d es tinata alle prime linee mentre le truppe di seconda linea (ma anche molti reparti in prima) ricevettero i fucili modello 1870-87 ritubati in calibro 6,5 e muniti di relativo serbatoio e meccanica adattata per poter utilizzare il mw1izionamenco d ei 91 anziché il vecchio calibro 10,4.

In occasione delle modifiche le baionette e i relativi foderi vennero scorciaci: le lw1ghe lame di concezione risorgimentale erano ingombranti in trincea e tra i grovigli dei reticolati.

Trasformazi.one dei Vetterli 7 0187 in 70187/16 caL 6,5 in uno stabilimento militare durante la guerra del 'J518: all'estremità sinistra della foto si nota una rastrelliera di facili pronti, compkti di baionette accorciate e reftztivi foderi.

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Dal 1916 con la porzione di lama asportata (ma anche con la parte inferiore in caso di armi danneggiate) si fabbricarono i pugnali per gli assaltatori (arditi) . La maggior parte delle baionette venne anche priv ata del gancio lasciandone solo il moncone iniziale quasi dritto, a formare un corto ramo di guardia.

Tra queste baionette se ne trovano sia del tipo a molla corea con incastro sorto l'anello per il fermo di volata (abo lito nel 1879) sia a molla lunga senza incastro.

In alto, baionette Vetterli accorciate, assieme ad una integra. Al centro, un esemp/,are con gancio tagliato ed uno con gancio intero. In basso: dalh scorciamento delle baionette lunghe ne derivavano una corta ed un pugnale per Arditi

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A sinisrm, baionetta '91 con lama ricavma da qul'lla di una baionettn Vetterli (unico esemplare n<JttJ 11/!'autore).

In basso, un reparto schiemto agli inizi degli anni Trenta: si nori la diversità di annamento costituito da Vmerli 70/87/16 con YF!ariva baionetta (a sinistra) e da fùcili '91. La tavoh a ckstra è tratta dal catfllogo materiali Gmppo C del 1933: ai numeri 78200 e 80200 la lama cklla baionetta Vetterli TA e di quella accorciata; al 7803 1 il gancio per la cappa di'/fodero; ai numeri 80030 e 80031 bocchetta e bottone cki codolo; al 70352, 80160, 80161, gilllncette e rosette; molla al n. 80230, crocera con gancio tagliato al n. 80052. Ai 79 l I O e 79300 pulsante e dente di arresto per baionetta '91 TS e ai n. 80300 pulsante di svincolo per Verterli.

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PISTOL.A A ROTAZIONE MOO. 74 - SCIABOL.E BAIONETTE SCIABOL.A PER MARESCIA L.LO 01 BERSAGL.IERI 78 010 78 031 78 200 l <X) .73 352 80 030 80 031 -1 3:::-, (( f8]} ,2fh ~toj 80 160 801 61 80052 84 030 84 201 802 00 CO • o "' • __ 1_______,l l ..________\~1~ I 1J1 ·ç'====-=-=-=-=-=-=-:::i.... ,...)--_-_-_---_----------------=--=--=-=-==-+ ,.... ___t-{ i..=-------52:l 21 7 7911 0 a IT0 1[fil 79 300 I() ,,.,· 80 230 @ 80 300 l " ' -T 1.-=="'- ,-L !-- l 4 ---i t[r-t

BAIONETTA MODELLO 1870-87 TIPO REGOLAMENTARE PER FUCILI '91 MODIFICA BELLICA

È in pratica una variante di quelle precedentemente descritte: è formata da un'i mpugnatura a molla lunga dotata di massiccia e rozza crocera costruita ex novo ed adarca ad accogliere la volata dei focili 91. La lama e il fodero sono scorciati ma in misura minore rispetto ai modelli descritti: si preswne possa trattarsi di armi già scartate per qualche difetto o danno e così modificate per necessità e verosimilmente destinate a personale non combattente. Terminato U conflitto questi esemplari vennero in breve tolti dal servizio e non se ne trova traccia neanche era i materiali non regolamentari, fuori servizio, da conservare.

Ovviamente la baionetta è modificata nello spacco del cappuccio per poter accogliere il fermo di baionetta del fucile 91.

A sinistra, la baionetta a confro'nto con una '91 regolamentare. Qui sopra, al centro tra due Vetterli modificate dttgli austriaci, si nota la : cianfanatura destinata a restringere wspacco per adttttare L'arma al '91.

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Lungh ezza cotale 442 mm; lungh ezza lama 315 111111.
@ ~-- __l_4_9_0_4_ ----219

BAIONETTA VETTERLI 70/87/16

l.:accorciamenco delle lunghe baionetce Vetterli, conservare allo stato originale per la Milizia Territoriale, detta scherzosamente " La Terribile", dopo le prime esperienze negative in trincea nel 1915, fu inizialme nte eseguito su una lunghezza di lama analo ga a quella delle '91, con una tolleranza oscillante era 300 e 31 Omm. Ma essendo gli esemplari esegu i ci in fretta, modificaci e affila ci a mano senza troppa cura, s pesso non rispettavano al millimetro le dispo sizio ni. Di conseguenza se ne trovano anche di 315/320 mm: eravamo in guerra e non si andava troppo per il sottile.

Nel '16 ci si accorse che con un accorciamento di poco maggiore dagli spezzoni asportaci si potevano ricavare i b en noci "pugnali" auspicaci dal generale Farina per i reparti di assaltatori, senza che l'efficacia della baionetta ne soffrisse . Era il momento in cui a Sdricca di Manzano si stavano addestrando gli "Arditi" e a loro vennero subito distribuiti.

La prima versione accorciata si pone dunque, oggi, come intermedia tra la versione originale e quella corra.

Le 70/87116 a molla lunga o co rra, con gancio intero o tagliaco all'inizio della c urvatura, con guardie tipo '91 piuttosto rozze e massicce fabbricate ex novo, venne prodotta per un tempo relativamente breve a partire, pare, dalla fine del '15-inizio ' l 6. I foderi ricavaci dagli originali co nservavano il proprio puntale o ne ricevevano uno nuovo.

Lunghezza lama mod. 70 mm 515/520; lunghezza la.ma l O tipo accorciato mm 310/320; lunghezza lama 2° tipo accorciato mm 240 ca.

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n @ I I ' @ @ I i I 9 ----i\ • @ • d) 221

BAIONETTA MODELLO 1870-87-16 ADATTATA PER FUCILE '91 - MODIFICA BELLICA

È in pratica la baionetta con lama e gancio cagliati alla quale è stato ridorco il diametro dell'anello a 13 mm per accogliere la vo lata del fucile 91 mentre lo spacco è stato grosso lanamente adeguaco serrando fortemente la parte posteriore del cappuccio in morsa: lavoro affrettato e approssimativo ma indiscutibilmente «valido» almeno ai fini di w1 impiego quasi simbolico anche se l'arma viene perfe ttamente accolta dal fucile 91. 1ìpo

La diversa lun ghezza del ramo posteriore (con l'anello) delle baionette Verterli imponeva, per poterle adattare al 91, la modifica dell'anello onde ottenere un diametro adeguato dello stesso, molto pit1 largo di quello occorrente. Stirando a caldo il segmento di crocera portante l'anello lo si allw1gava portandolo alla lun ghezza necessaria per porre la baionetta sul 91; l'anello veniva quindi cagliato e risaldato al diame tro di 14 mm . È stata notata però su alcuni rari esemp lari , traccia di un procedimento più complesso riassunto qui di seguito.

I.:anello veniva dunque serrato a caldo in modo che l' ovale interno che ne risultava raggitmges.se una certa dimensione; lo schiaccia.memo portava ad un all1mgamento rotale del ramo posteriore abbastanza v icin o a quello occorrente: l'inserimento a caldo di una lunetta dello stesso spessore della crocera portava ad avere un braccio pit1 lungo ass ieme ad un diametro di l 3 mm. Era un lavoro rozw ma valido. I.:all ungamemo del braccio non era pari a quello del 91 ma vi si awicinava e se anche la baionetta segui va un andamento inclinato, convergente con quello dell'asse della canna non vi si incrociava essendo fa lama accorciata. Il disegno mostra chiaramente quanto spiegato.

I disegni mostrano una poco frequente modifica deUe baionette Vetterli adattate per i '91. Sopra, a confronto di fianco e dall'alto: la crocera della baionetta '91, quelkz Vetterli modificata {Vm) e quella originale Verterli (v,) A sinistra, gli anelli: Vetterli (v,); Vetterli durante e d,,,po la modifica {VI e V2); lunetta (L}; anello di '91. A piè di pagina, schema degli assi di convergenza canna-baionetta modificata.

Regolamentare Acco rciata per
Accorciata
0/87/16 V
Lunghezza rotale 645mm 442mm 315 mm V! Lunghez.zalama 5, 17 mm 315 mm 237mm
91
7
V{
222 i .. I I ( i 91 t :v-; V (
223

MODIFICHE & MODIFICHE

L'elenco che segue avrebbe la pretesa di dirsi "completo" ma "comp le to" è una parola grossa. Valido sì, ma nei limiti degli esemplari noti. Infatti, di tanto in tanto , nel corso del secolo che ci separa dal primo conflitto mondiale, son saltate fuori modifiche sconosciute dell'una e dell'altra parte. Inoltre la sequenza già un po' confusa, è stata, negli ultimi tempi, ulteriormente inquinata dalla sporadica apparizione di copie -in realtà "falsi", anche ben fatti, che, specie se "invecchiaci" abilmente, non ci vuole poi molto - aumentano la confus ione era i meno preparati e i neofiti.

Modifi che italiane de ll e bai onette Ve tterli

Accorciamento della lama, primo e secondo tipo.

Modifich e vari e p er '91

Interscambio di lame, impugnature, modifica spacco e ane ll o.

BAIONETTA 1870/87/16

ADATTATA

PER IL FUCILE '91-MODIFICA BELLICA

È, in sostanza, un fornimenco Verterli, a molla lunga o corea, al quale è stata mont ata una guardia per '91 adarcandone il foro di passaggio de l codolo, praticandovi due fori per i pioli delle branche e adattando lo spacco come già descri eco e restringendo l'anello di volata.

BAIONETTE D 'EME RGENZA

Con fornimenco monopezzo in orcone prodotte per il '91, '91 TA e TS con spacco trasversale e lame Vetterli accorciate o TA.

I fornimenti erano bruniti o verniciaci di nero, ma causa usura, poco a poco tornavano al giallo lucido del metallo.

BAIONETTE CON IMPUGNATURA TUBOLARE:

Montavano spezzoni di lam e Vetterli accorciate dalla bas e e dal la punta con guardia tranciata di spessa lamiera la cui forma verrà ripresa nei pugnali mod. 35 della M.V.S.N.

I manici, come que ll i d 'otto ne, erano vernic iati di nero.

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@ o o 225
Qui sopra un farnimenw Vetterli con lama efodero per '9 I.

BAIONETTE MODELLO .1870 E 70-87 PER FUCILI VETTERLI, ACCORCIATE

Le pit.1 comuni tra le armi modificate come sopra accennato sono quelle destinate ai fucili Verterli che ebbero la lama scorciata drasricamen te; una parte di queste venne anche privata dell'ampio ramo di guardia, ridotto a un moncone pressoché dritto e meno ingombrante e che meno facilmente poteva impigliarsi nei reticolaci.

Ferme restando le caratteristiche principali del fornimento e la larghezza della lama al taJlone , queste le misure delle armi così modificate.

Da notare che la lavorazione di guerra non era particolarmente accurata per cui si incontrano armi con la linea della punta e lunghezza della lama e del controfilo leggerm ente diverse tra lor o .

Nel riquadro della tavola a destra, particolare di un puntale in lamiera di ferro, in due pezzi a conchiglia, applicato ad un fodero per baionetta 78/87 accorciata, giunca in Francia dall'Africa settentrional e, probabilmente dalla Libia e successivamente riportata in Italia. Gli spinotti di fissaggio sono in ottone. Lo stato di conservazione, per quanto buono, non lascia capire se s i tratta di una modifica artigianale (peraltro ben fatta) reaJizzata a seguito della p erdita del puntale in epoca d'uso o se si tratta di una realizzazio n e di fabbrica reaJizzata d 'e mergenza nel 15/18 . Il fodero porca il punzone «To rino 1889» e i punzoni «F.T.» e «C. B. », la cappa è quella in ottone, originale.

Il puncaJe è disegnato accanto ad uno regolamentare, in ottone, p er mos trarne la diversità.

Lungheiza corale 368 mm; lun gheiza lama 240 mm.

Fucile Vetterli 70/87116 cal 6,5 mm con la sua baionetta. Nel riquadro, un puntale atipico, in ferro (a destm) e uno in ottone, regolamentare.

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Schema degli assi di convergenza canna-baionetta r-e/ativo al tipo di modifica.

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BA IONETTA CORTA A LAMA QUADRANGOLARE

MODELLO I 870-8 7

Questo tipo di baionette, destinato a ll e Truppe d'Africa, è stato presente sul fronte italiano in un quantitativo non precisato ma che dev'essere stato esiguo, probabilmente un fondo di magazzino non in viato oltremare e utilizzato al momento della necessità. Tra i pochissimi esemplari ide ntifi cati con certezza p erché appartenenti a reduci del '15-18 che l'avevano conservaci come ricordo di guer ra, alcuni so n o im egri m a con fo d ero verniciato di nero e ta sca grigioverde alcuni invece hanno il gancio cagliato alla stessa misura (millimetro più o meno) delle baionecce di modello Regolam emare scorciare.

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&ionetta Vetrerli TA co11 gancio ragliato. No11 è facile trol'flrr quesr, esempuiri.

BAIONETTA VETTERLI TA RIDOTTA PER MANNLICHER 95

Come accennato le armi Vetterli catturate vennero adattate per fucile austriaco restringendo l'anello e all argando lo spacco che poi veniva accorc iato come dimostrato nell'esemp la re a l centro (in ba sso).

••/1 ,\ / I ; 0 'I ·1 I, , I I, I 229 @

BAIONETTA CORTA A LAMA QUADRANGOLARE

MODELLO 1870 -87 FORN I MENTO I N OTTONE

PRODUZIONE BELLI CA

Per so pperire a ll e pressanti richieste del mom ento b elli co ve nn ero utili zza ci stock di lam e già destinat e ai fu c ili 7 0-8 7 p er Truppe d 'Africa mun e ndole di un fornim e nco in ottone verni c iato di n ero che per praticità fu fuso in un sol o p ezzo co n la croce ra di di seg no simile a quello delle baion ette per 91. La molla lunga era alloggiata in un apposit o canale e fissa ta d a un a vice. I fo derimarroni - ve nn ero vern iciati in nero.

Baionetta Vetrnli TA con famimento in ottone, inastata (sopra) e n confronto con un esemplnre regolnmentare. Nelle due foro al centro un famimento con la vemidatura nera originale

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o o 231 ., ... c. :

SCIABOLA BAJONETTA PER VETTERLI 70-87-16

CON FORNIMENTO IN OTTONE E LAMA '91 PRODUZIONE BELLICA

Altra variante realizzata nel periodo bellico è quella con fornimento con anello e spacco per Vetcerli in ottone fuso in un pezzo con la crocera che è del tipo 91, svincolo a pulsarne tipo 91, lama 91 con codolo filettato per accogli ere il bottone a vite che la serra al fornimento Il fornimento era verniciato di nero.

Lunghezza rotale 426 mm; lunghezza lama 302 mm; diamerro anello 17,5 mm.

Baionetta co n verniciatura originale nera efodero; a sinistra, due esemplari privi di verniciatura.

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BAIONETTA MODELLO '91 PER FUCILE VETTERLI

Tra le num erose varianti, più o meno improvvisate, di baionette per i fucili italiani utilizzati nel primo grande conAitto mondiale, es iste anche una versione che l'autore ha visco so lo in fotografia, purtroppo una cattiva foro, corredata però dei re lativi dari principa l i sufficie nti a creare il disegno completo. Si tratta di una no rmale versione del modello per fucile 91, apparentem e nte identi ca a quella regolamentare . f n reaJcà l'anello misura poco meno di 18 mm di diametro i nterno mentre lo spacco è adatto ad accogliere il fermo di baion etta del Verterli esse ndo più largo e meno lungo di quello per 91.

LLmghezza corale 4 16 mm; !LU1ghezza lama 301 mm; larghezza callone 22 mm; spessore callone 5 mm; diametro inc. anello 17,8 mm

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BAIONETTA D'EMERGE ZA PER FUCILI VETTERLI E '9 1

Ad un certo momento del conflitto si manifestò una forte carenza di equipagg iam enti e l'intendenza italiana ricorse ad ogni soluz ion e possibil e.

Se da un laco le lunghe baionette del Vetterli vennero sco rciate e con le loro punte vennero prodotti i pugnali da ardito, dall' altro, con le lame così divise, si creò un nuovo tipo di baionetta estremamente semp lice e rozzo. l'.operazione venne eseguita probabilm e nte con stock di lame non montate o con armi il cui fornimenco era stato scartato per difetti o rotture: il fornimenco di queste nuove baionette fu realizzato in cubo di ferro a sez ione vagamente ovale, appiattito al dorso e verniciato di nero. La crocera era ricavata per tranciatura da una spessa lamiera di ferro con il piatto elsa leggermence rivolro alla lama e con a.nello posteriore. Se la lama era ricavata dal primo tratto della lama (dalla parte del codolo, insomma) veniva fissata all'in1pugnacura per mezzo del suo bottone avvitato sul codolo (es istono esemplari con codolo ribattuto); se la lama era ricavata dalla seconda porzione (quella co n la punta) se ne foggiava una parre a forma di codolo che veniva ribattuto o sull'im pugnatura o su di un picco lo boccone.

La parre inferiore dell'impugnatura, tondeggiante, presentava lo spacco per la braga e per la molla di svincolo. Quest'ultima era molto lunga , fissata in genere all 'inte rno del dorso dell 'imp ugnatura mediante rivetti o con un incastro a dente praticato nel codolo (e ribattuto) e sporgeva socco l'impugnarura allargandosi per fu.cilicare la presa. In queste armi, reali zza te affi·ercatamenre, si riscontrano leggere diversità

Baionetta d'emergenw II confronto con una '91. Sopra, particolnrr tkl dorso di un esemplare mdiZZ11to con In parte iniziale dello lnn111 (dall'impugnatura); sotro, unii ricnv11tt1 dall'estremità cioè dalla punta.

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dimensionali relative alle lungh ezze. I foderi erano in lamiera nervara a somiglianza di quel li delle baionette 91 m a ne vennero prodotti anche di lisci. Anche questi erano verniciati in nero opaco Si sono trovati però anche foderi in cuoio ricavati sia da foderi Vetterli chepiù raramente - 91 acco rciati. Segnalato ma non visto un fod e ro di perimetro triangolare che forse però pot rcbbe essere scalo destinato ad un pugnale e non ad una baionetta. Qucsco tipo di baioneue, sia realizzare con la porzione inferiore che superiore della lama del Vercerli, esistono con ane ll o di tre di versi d iametri (e spacco adeguato).

13 mm per fucil e 91; 15 mm per fu cil e Mannli cher 189 5 ausrriaco; 17 ,5 mm per fucile Verterli. Lunghezze medie: cotale 360 mm lama 235 nun.

Baionette d'emergenza ricavate con In pane iniziale tiella lnma (si nota il tal!.one) I' con la parte terminale riconoscibile dnfla fine de/I.o sguscio.

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STRANIERE IN ITALIA

LE STRANIERE DEL ' 15-18

Con la grossa breccia aperta nel nostro fronte, a Caporetto (1917), cento anni fa, nel corso del primo conflitto mondiale, gli austro-tedeschi, pur ra ll entati dal sacrificio delle no stre divisioni di cavalleria e di alcuni reparti di fanteria e misti rius c irono a toccare per un attimo la riva del Piave da noi pre s idiata. Nel frattempo però avevano catturato un altissimo numero di armi portatili e pesanti. Dalla Francia alleata giunsero parecchie migliaia di fucili Lebel 1886 e Berrhier, che armavano anche parte del corpo di spedizione inviatoci in soccorso e che contribuì, con quello inglese, a rafforzare la linea alle spalle dei difensori della sponda occidenta le del Piave. In secondo tempo, quando ripassammo il fiume, sostennero accaniti combattimenti perdendo molti uomini.

Nell'ultima parte del secondo conflitto e successivamente fino a qualche decina d 'anni fa, utilizzammo materiale inglese e statunitense.

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BAIONETTE FRANCESI

MOD. 1886 E 1886-15

In alcuni momenti del primo conflitto mondiale, sopratruto dopo Caporetto le Forze Armate italiane risentirono della carenza di vario materiale: la Francia sopperì in parte a questo fornendoci armi diverse e in particolar modo, per quanto riguarda il tema di questo lavoro, con un quantitativo di fucili Lebel 1886/93 e Berthier 1907/15.

Il Lebel, considerato il primo (in ordine di tempo) dei fucili militari moderni a ripetizion e ordinaria montava la ben nota baionetta dalla sottile lama a sezione cruciforme soprannomi nata dai francesi Rosali e, munita di una massiccia impugnatura in ottone o maillechort (argentana) aveva la guardia costituita da un largo ramo di parata ricurvo e da un anello collegaci da una breve crocera che nella parte infer iore (tra la crocera vera e propria e l'impugnatura) portava il s istema di svincolo comandato da un pulsante (che varia di forma a seconda dei modelli ) dalla superficie di pressione zigrinata. Il codolo della lama attraversa l'impugnatura e vi è fissato al di sotto con un particolare dado cilindrico da serrarsi con un'apposita chiave ed annegato nello spessore dell'impugnatura stessa.

La lama, a sezione cruciforme, sottile ed acwninata, ha il tallone a sezione circolare e produceva ferite pericolose anche per la sua particolare capacità di penetrazione ma, per la sua stessa lw1ghezza, aveva spesso la tendenza a spezzarsi. Il fodero è in lamiera d'acciaio, brunito, terminato a bo ttone e con all' ememità superiore w1a staffa per il passaggio d ella cinghietta di fissaggio alla tasca.

Baionette francesi per facile Lebel 1886: sono i modelli 1886193 (in basso) e 1907115.

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Il fucile mod. 1907/15, diretto derivato con pochissime e leggere differenze dal modello 1907, detto anche «coloniale» per l' uso che ne venne fatto oltremare, monta una baionetta uguale a quella de scrilta, con crocera di disegno diverso, dalla quale è scompa rso il ramo di parata.

Monta talvolta impugnature in acciaio e la lama la si trova sovente bruniLa anziché bianca come nel mod e ll o preced e nte , appena descritto.

Lunghe12a rotak 638/640 mm; lunghezza lama 518/520 mm; 1Lmghe7.7.a impugnatura 95 mm; diametro alla base 14 mm; diametro im. anello 22 mm.

LE BAIONETTE INGLESI

Sono le stesse utilizzare dai britannici anche nel secondo conflitto mondiale; armarono i nostri soldati del Regno del Sud e la Marina Militare n e mantiene ancora oggi piccoli quancicacivi "pe r es igenze storiche".

Sono descritte pit1 avanti, al momento della creazione del Regio Esercito del Sud.

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Modello I 88&93, a sinisrra, e 1907115, privo di ramo di guardia.
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MODIFICHE TEDESCHE 70/87

PERMAUSERG 98-K 98

Quancicativi non precisaci di baionette i taliane Veccerli e 91 finirono nelle mani dei tedeschi all'epoca di Caporetto ma anche in alcri casi, alcune delle prime vennero modificate per essere utili zzate sui fucili tedeschi della Landwehr.

Praticamente incrovabi le in Italia e rara anche in Germania, questa baionetta è una di quelle di preda bellica adattate per le armi d ella Landwehr presso alcuni arsenali tedeschi il cui nome abbreviato compare punzonato s ul lato destro della crocera.

La baionetta italiana è stata così modificata: asportazione dell ' anello di crocera; sostituzione delle guancette con altre in legno fermate dall e tipiche vici t edesche delle baionette Mauser; abolizione della molla lacerale e relativo s is tema di sv incolo sostituito da quello della baionetta tedesca.

Asporcazione di parre del cappuccio sostituita da un'al tra di produzione tedesca: questa operazione ha consentito la modifica dello spacco per renderlo atto ad accogliere il fermo di baionetta del G e K 98. Il cappuccio così modificato risu l ta più lungo, inferiormente piatto; il codolo è ribarcuco. Sul lato destro del cappuccio è stata praticata una fresatura destinata ad accogliere la cesta della bacchena di pulizia del fucile.

La lama ha perso il dorso tondeggiante che è divenuco concavo ed è stata leggerm ente ridotta in larghezza e lunghezza e rinforzata con riporti alla base del tallone. Il fodero è rimasto invariato.

Lunghezza rorale 640 mm; lunghez.za lama 518 mm; larghe-zz.a tallone 26,5 mm; spesso re tallone 7, 1 mm.

I tedeschi utilizzarono, modificandol e parzialmente, lame di baionette italiane del Verterli, tipo Regolamentare , montandole su fornimenti in ferro, d 'e mergen za, privi di ramo di guardia e con un partico lare tipo di anello, aperto posteriorm ente e dall'andamenco interno di forma inconsueta.

Erano utilizzati, a quando sembra, sui vecchi Mauser d ella Landwehr. I foderi restavano quelli italiani regolamentari in cuoio nero con cappa e puntale in ottone

Lunghez.za cotale 610/612 mm; lunghezza lama 497/4 99 mm; larghezza tal lone 26 mm; dia.metro anello 18 nun (dia.met ro massimo)

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BAIONETTA PORTOGHESE 1885 STEYR MODIFICATA

Prodotta dall' auso-iaca Steyr su co mmessa portoghese di fucili Guedes mod. 1885, nel '14 lo scoppio delle ostilità ne bloccò in Austria un qu a ntitativo che venne impiegate dalle truppe imperiali.

Baionette e foderi vennero accorciate: montavano infatti una lam a a yatagan orrocencesca quindi troppo lunga p er le specifiche s tandard del momento. Vennero impiegate non so lo sui Guedes ma anche, con lievi modifiche come l'asporrazione deUa cresca dell'an ello di volata allargato, sui Mannlicher '95 e anche '88 .

Impugnatura a guancette di legno t e nute da due rivetti con rosette; calciolo piuttosto lungo terminato a becco.

Lama a filo, punta e controfilo sgusciata sui lari; dorso piatto sul quale rimane la sc ritta di fabbrica in corsivo "Steyr 1885". Mi è stato detto che esis tevano i documenti su questo "passaggio di mano" ma pare siano andati perduti (distrutti?) durante la seco nda guerra mondi ale - relata refero - ma riman go no alcune foro in cui si riconoscono le Guedes. La pitt nota è certamente quella che appare qui: una sentinella con l'uniforme invernale da alca montagna e occhiali ami neve, che impugna un '95 con baion e tta Guedes modificata.

A - Gu edes portoghese 1885

Lunghezza cocale 600 mm; lunghezza lama 471 mm; larghezza callone 29,5 mm; s~orc callone 7,7 mm; diametro anello 16 mm.

B - Guedes-Mannlicher 1888

Lunghezza corale 435 mm; lunghezza lama 357 mm; larghezza callone 29,5 mm; spessore tallone 7,7 mm; diamcrro aneUo 17, 5 mm.

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MODIFICHE E ADATIAMENTI AUSTRIACI DI BAIONETTE ITALIANE

Si trovano tipi Z e Regolamentare 70-8 7- 16 (accorciati- gancio cagliato) con e senza spacco per fermo di volata con anello ristretto e spacco accorciato mediante inserimento di tondino acciaio per fucili austriaci Mannlicher con le guance originali in ebanite.

Tipi come sopra con guance in legno sostituite.

Tipi Rego lamenc:ari per Truppe d'Africa con gancio cagliato e risagomato tipo MannJicher (per mod. 88?) e Tipi Regolamentari per truppe d'Africa con gancio tagliato e risagomato, con guance in legno utilizzati come sopra.

Anche i due tipi con manico in tubo di ferro, si trovano adatti per fucili Mannlicher.

1895 Mannlicher adattata per fucili 91 camtraci.

1917 Ersatz adattata per fucili 91 camu·ati.

Da sinistra, nella tavola a fronte, tre baionette per fucile 91 adattate dagli austriaci.

La prima ha il ramo di guardia ragliato e sostituito con uno ricurvo Quattm di verse '91 modificate dagli incastrato, rivettato e saldato sulla crocera; il cappuccio è stato limato austriaci. sui due lati e forato per accogliere il perno di una maglietta per dragona. Probabilmente si tratta di w1 lavoro artigianale realizzato per qualcw10 che, dorato di 91, era stato nominato sottufficiale. Un esemplare uguale ha anello e spacco adattati per il fucile Mannlicher 95.

Il secondo esemplare ha il ramo ricurvo ottenuto arroventando e «stirando» a martello il ramo di guardia con il suo bottone; l'anello e lo spacco sono modificati per l'uso sul Mannlicher 95. Le guancette sono stare sostituite.

Il terzo esemplare, ridotto a pugnale, era stato precedentemente privato del ramo di guardia con conseguente arrotondamento della crocera secondo il disegno delle crocere del Mannlicher; anello e spacco modificaci per questo tipo di fucile.

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BAIONETTA VETTERLI TIPO REGOLAME NTARE MODI FICATO , RIDOTTA PER MAN NLICH ER 95

Le b aionette di ques ro tipo , com e le altre d e ll a linea Ver t e rli ca tturare, venn e ro modifi care dagli au s triaci co m e accenn ato nell a p ag ina pre ce d e nte N e ll a foro in basso si nota lo spacco di una TA e di un Tipo Regolamentare allargato e quind i accorc iato medi a nt e l'inse rim enro di un sottil e to ndino d 'acci a io , co m e s i ved e n ell a tav ola a destra.

Sopra: si nota 1b spacco al/J1Tgaro per accogli= ilfanno del Mmmlicher. A sin istra, un Tipo Regowmen tare ed un Tìpo Regolamentare T.A. con inserito il tondino di ferro che ne accorcia la pacco.

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MODIFICHE AUSTRIACHE SU BAIONETTE '91

Le modifiche escogitate ed applicate dagli austriaci alle nostre baionette '91 (raramente alle Vetterli) di preda bellica per l'uso sui loro fucili e moschetti di vario modello e tipo destinare per lo più ai sottufficiali, sono graficamente riassunte in queste tavole.

Come si vede alcune erano di assai semplice realizzazione, anche in trincea, altre erano più complesse e richiedevano forzatamente l'opera del fabbro di battaglione.

Un paio di soluzioni, se ben eseguire, potevano anche stare a pari con le originali d'arsenale destinate agli ufficiali.

A fine conflitto moltissime tornarono nelle nostre mani e in parre finirono, assieme ai corrispondenti facili ad armare i nostri ascari in colonia che ancora ne avevano (nelle Bande) allo scoppio del secondo conflitto mondiale.

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BAIONETTE AUSTRIACHE DI PREDA BELLICA

Con la fine del primo conflitto mondiale e la sconfitta dell'impero austro-ungarico, l'Italia entrò in possesso di consistenti depositi di armi leggere e pesami che serviro no ad armare gran parte dei reparti indigeni delle nostre colonie. Finirono così oltremare cannoni, mitragliatrici, fucili già appartenuti alle forze armate dell'Imperia! Regio Esercito ausrro-w1garico. I fucili erano i Maimlicher 1895 che costituivano l'ar mamento bas e dell'esercito imperiale, che aveva avuto però in dotazione , durante il conflitto sia i vecchi fucili monocolpo Werndl (della Landwehr) sia i Mannlicher 1886-88-90-95. A quanto pare, vista l'ampia possibilità di scelta, in colonia vennero inviaci solo i recenti Mannlicher 95 con le rel ative baionette. Occorre precisare che è facile fare confusione tra le baionette adottate per questo modello e

Baionette austro-ungariche per fodli mod 1888 da truppa e sottufficiali. La prima a sinistra, di produzione austriaca, è riconosdbi/,e dalle aln-e di fabbricazione ungherese per fa forma stondata con cui termina lo sguscio.

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quelle utilizzate anche da modelli 86-88-90: la linea è la stessa, le dimensioni principali sono quasi identiche ma ciò che li differenzia è la posizione del filo della lama che nei modelli 88 è tradizionale cioè ad arma impugnata e tenuta verticalmente è in avanti mentre nel modello 95 è a rovescio. Sono, cioè, invertite le posizioni del dorso e del fìlo.

Era utilizzata per tutte le versioni citate, anche una versione per sottufficiali che presentava il ramo di guardia ricurvo verso la lama e il cappuccio mmlito di una maglietta al becco per appendervi la dragona. Baionette di questo tipo, cromate, erano portate anche dagli alti ufficiali, generali compresi, con l'uniforme da campo. Le baionette destinate al moschecco, hanno le stesse caratteristiche di quelle del fucile con in più un mirino alloggiato sull'anello.

VERSIONE ERSATZ

Queste baionette «d'emergenza» rozze, semplicissime, di rapida e poco costosa produzione vennero realizzate essenzialmente in due tipi per i modelli 1886, 1888, 1890, Werndl 1867I 17 e 1873/77 e anche per i nomi modelli 91 camirati. Sono costituite da una striscia di lamiera tranciata spessa dai 4 ai 5 mm, priva d'impugnatura vera e propria che può essere sia dritta che ricorca di 45°, recante nella parte terminale inferiore un intaglio a U destinato ad accogliere il fermo saldato socco la canna del fucile A distanza adeguata dall'estremità inferiore della lan1a vera e propria due rivetti fìssano un elemento a squadra dello stesso sp essore della «lama>> recante un foro del diametro adeguato al n1cile al quale era destinato, dall'altro una lm1ga lamina elastica fonzìonanre da arresto e da svincolo dell'arma.

Foderi in lamiera di ferro con bocchetta assicurata da un rivetto; gancio per la tasca recante il punzone austriaco (aquila bicipite) o un-

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gherese (scudo coron ato) e sul corpo del fodero talvolta iniziali del fabbricante o lettere in cifra. Erano bruniti o ve rniciati in grig io, verde , caki, nero.

Tavola da un documento d'istruzione austriaco d'epoca: si notano la vo!dta di un '91 con una Ersatz 1917, la propria baionetta e ilfodero austriaco.

VERS IONE 191 7 PER FUCILE MANNLICHER 95

Lama girata di 45° s ul piano orizzonta le.

Lunghezza rotale 388 mm ; lu nghezza lama 248 nun; larghezza tal lone 24 mm; spessore 4 mm; diametro interno 15 mm; diametro inrcrno lì.tcili 1886/88/90 17,5 nun-15 ,3 mm.

La stessa adatta per i 91 catturaci, con spacco di adeguata dime nsione e con diametro anello di 13 mm.

La stessa adatta per Vetterli catturati, con spacco di adeguata dimensio n e e con diame tro anello di 18 mm.

Esiste w1a variante per armi modello 1888 e 88/90 con lama a un solo filo rivolto al «dorso », con crocera della baionetta fissata con du e rivetti e con anello del diametro di 17 mm : non sembra ne esistano esemp la ri adarcaci per armi icaljan e di preda bellica.

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Una Ersatz 191 7 inastata su un '91. Sotto particolare di un esemplare per il Mannlilher '95.
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IL PRIMO DOPOGUERRA LE COLONIE

La massa di materiali rimasta in nostre mani con il crollo dell'Austria ci permise di riarmare le truppe indigene delle nostre colonie con materiale pit1 moderno, in prevalenza con Mann li cher '95 e ' 88 e loro baionette: i vecchi Yetterli passarono nelle mani delle nostre Bande; entrambi rimasero in servizio, insieme ai '91 che man mano li sostituivano presso l ibici, somali, eritrei restandovi, in qualche caso, hno alla la resa del presidio di Amba Alagi nel 1942 , e alla ritirata in Nord Africa.

In qualche foto cap ita di riconoscere un esemp lare da sott ufficiale, con maglietta per la dragona: molti anni fa, credevo potesse t rattarsi di armi dare ai graduati indigeni come u l teriore insegna di grado, ben sapendo quanto un segno distintivo qualunque ma riconos ciuto, avesse valore nella mentalità indigena, invece era un fatto puramente casuale: esemplar i pescati a caso nel mucchio da qualch e magazziniere, per completare un ordinativo dell ' Ufficio Approvvigionamenti del Ministero delle Colonie.

Ricordiamo, per sommi capi, per chi oggi cade dalle nuvole a sentir parlare di Co loni e Italiane d'Africa, che la nostra limitata penetrazione nel concinente africano - quello che poi divenne il noto e con rroverso "posto al sole" - era iniziata nel 1869 con l' occupazione della Baia di Assab sul Mar Rosso, da pane della Compagnia di nav igazione Rubattino dalla quale il Governo ricomprò il comprensorio anni dopo, facen done la base dell'espans ione nelle future colonie Eritrea e Somalia. Fu la gu erra italo-turca (o Guerra di Libia) del 191 l a portarci in modo stabile oltre il Mediterraneo . La guerra del 15/ J8 frenò le nostre operazioni "africane" e gli arabi s i ripresero buona parte di ciò che avevamo conquistato. Finito il conflitto, iniziarono le operazioni per la "Riconq uista della Libia".

Nel 1934, lo scontro tra abissini e i nostri valorosi dubat per il possesso dei pozzi di Ual-Ual dette il via aJJa preparazione della vittoriosa Campagna del 1935-36 cui seguì, il 9 maggio '36 la "Proclamazione dell'Impero" Ai primi di maggio del 1940 scoppiava la seconda guerra mondiale.

Le operazioni in Libia e lungo il Mediterraneo s i protrassero, dopo la valorosa res is tenza ad .El Alamein fino in Tunisia dove fummo costretti al la resa

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LA '91 DEI MEHARISTI LIBICI

La foro risale al 1940, e comparve su una copertina di Signal: pare sia stata scattata nell'Oasi di Giarabub dove parte dei meharisti libici volontariamente rimasero accanto ai nostri per cucco l'assedio nonostante l'ordine impartito ai militari indigeni dal maggiore Castagna comandante la guarigione, di lasciare l'oasi prima che il cerchio inglese si chiudesse del cucco.

I meharisti erano truppe formate da libici beduini e tuareg che montavano cammelli veloci, i "mehari", appunto, agli ordini di ufficiali italiani.

Ali' epoca, ormai rutti armaci di fucili '91, erano soliti praticare un foro nell'impugnatura della baionetta e passarvi un cordone da porcare al collo; la baionetta, con o senza fodero, veniva infilata sul dava.nei nella cintura o nella fascia alla vita coi colori di reparto. I graduati usavano il cordone di grado con fiocchi (nappe) nel colore della fascia. Nella foto si vedono chiaramente i fori, manca il cordone, porcaro in sella onde non perdere l'arma in movimento.

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Le lame venivano acuminate a ricordare i tradizionali pugnali propri delle tribù del deserto portati comunemente tutti i giorni anche in tempo di pace.

L'esemplare in foro fu donato dal col. A . F. (all'epoca tenente) all'Autore , assieme ad una rivo ltella '89 con fodero fuori ordinanza rivestito in velluto rosso bordato di gallone dorato, premio ad un valoroso sottufficiale indigeno poi caduco in azione.

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Picchetto alla bandiera: militari di un reparto ambo-somalJJ in un cttposaldo avanzato: sono armati con fa.dli Mann!icher 88 con baionetta inastati,. Purtroppo il "bianco e nero" non consente di individuare i colJJri del tu.rbante e della fascia alla vita.

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BAIO NETTE AUSTRIACHE PER LE NOSTRE TRUPPE INDIG ENE

Qui di seguito, s p erando di fare u n po' d ' ordine in un argomento ancora non veramente chiaro , è ins erita una panoramica delle b aionette imperiali (1886-1888-1890) ' 95 Mannlicher e di modifìche effettuate s u nostr e 91 eseguite nel corso del primo conflitto mondiale.

La '95 è un a baion ett a di dim e nsioni co ntenute ri s p etto ad altre d elJ 'epo ca; era un'arm a val idis sima, robusta, affidabile co n lama a fi lo roves cio e punta, dorso piatto, sg usci s ui lati ; crocera con guardia ridott a a l minimo , a nello con vite; guancette in legno fiss ate da du e ri vetti con rosette; calc iolo (o cappuccio ) leggermente appuntato a becco anteriormente Sul tallone so no punzonaci, a descra con l'aquila imp erial e bicefala coronata (produzion e austriaca) o lo scudo coro nato (produzione ungherese) ; s ul lato sinistro la sigla in codice o la marca p er esteso del fabbricante

Sul lato sinistro d ella crocera in genere sono presenti matricola,

Nella pagina a sinistra: baionetta '88, moschetto e carabina Mannlicher '95, da un manuale d'epoca. Qui sotto, al n. 81000, la baionetta del Mannlicher '95. La tavola è del Catalogo Materiale Gmppo C del 1933. Al n. 90000 si nota il facile austriaco.

U1 C.\TECORlA MOSCHETTO MOD 9 1 (MA NNLICHER) - PISTOL A AUTOMAT IC A (TIPO SPAGNOLO) PISTOLA AUTOMATICA MAUSER - FUCILE MOD 00 (MA NNLICHER) - ACCESSORI T,v. X\IV 62 300 pr-- 41,5(J ,~z 1' r __J 62 3fè 2 9 9,9 .__5.3~ '-----15462 391 .L _j.....,6 ~4- -1 ' + - ~ r, rnoi i ..f I f,---44---l 14or cr!:: '52--, I,lelr' C 90 000 62 4,0 I /7 9N # $ 14 _;_ ~ _r_ 1 l=-,03 __ JT 74630 62 4 '1 ~ ~.S ...._40,s_J . 78 530 +-80~ 81000 r-u5 22 °' I ~ I ---=--360- --' 8100 1 I 30-16 I s1 140 1 f.-25.5- -95 000 95 050 ,oo I - - --3~0--267
é,:...- co /lf1 lto. n~t;; ..IZ' -,y-uO'~•.,~ ...,/flL., 268

data o numeri d ' ordine; lo stesso, di solico, sotto il cappuccio.

Da notare che lo sguscio s ui lati della lama è arrotondato ve rso la punta nel mat eriale austriaco mentr e invece si p e rd e in qu ello ungherese com e avviene nelle lame d ell e nostre '91.

Il fodero è in lamiera di ferro con bocchetta riv e ttata e gancio, su questo compare il punzone statale (aquila o scudo co ronato ) calvolca l e iniziali del fabbricante. In origine i fod eri erano verniciati a seconda d ei corpi e d elle dest inazioni , in grigio, n ero , caki , verde ma vennero tutti riv ernici aci in nero per la destinazion e in colonia in armon ia con i foderi delle baionette d 'o rdinanza itali ane.

Pagina a sinistra, Organiz:MZione 1929: meharista del II Squadrone della Cirenaica: fasda a losanghe arancio e nero; burnus (mantello) nero con cappuccio; uniforme da campagna in tela kaki costituita da sahariana, siruals, turbante, scarpe in tela; cartuccere di cuoio naturale da vita e da collo; facile Mannlicher '95 con baionetta inastata. A sinistra, la sella del suo mehari.

269
A sinistra, ascari eritrei abbigliati per la festa del Mescherem e armati di facili austriaci e relative baionette.

Leggere varianti nella lunghezza e nella finitura dipendono da produzioni diverse. Venne prodotta per truppa anche con anello intero, senza vite.

Lunghezza cotale 374 mm; lunghezza lama 248 mm; larghezza tallone 27 mm; spessore tallone 6 mm; diametro incerno anello 16,4 mm.

1886-1888-1890 - Per fucile. Versione sottufficiali

Analoga alla precedente ma con ramo di guardia ricurvo e con al cappuccio una maglietta in lamiera, fissata con una vite perno, per la dragona.

Lunghezza ro tale 374 mm; lunghezza lama 245 mm; larghezza tallone 26,5 mm; spessore tallone 6 nun; diametro interno anello 16,5 mm.

1895 - Per fucile versione truppa

Analoga alla prima, presenta l'interessante variante del filo rivolto verso il dorso del manico, una soluzione assai più valida di quella comunemente usata in tutto il mondo in considerazione del modo in cui in genere viene usata e che provoca maggiori danni a chi viene colpico. Cambia anche il diametro dell 'anello (che perde la vite di rego lazione) e cambiano le dimensioni dello spacco. Per il resto vale quanto detto per il primo modello descritto.

Lunghezza totale 360 mm; lunghezza lama 248 mm; larghezza tallone 23 nun; spessore callone 5,4 mm; diametro inrerno anello 15 mm.

1895 - Perfucile. Versione sottufficiali

Analoga alla precedente, ramo di guardia ricurvo, maglietta per la dragona al cappuccio sia in lamiera con vite perno sia con semplice filo d'acciaio adeguatamente sagomato: questa seconda versione sembra comunque inesistente tra il materiale in colonia.

Lunghez7,a cotale 357 mm; lunghezza lama 246 mm; larghezza tallone 22,7 mm; spessore tallone 5,2 mm; diametro interno anello 15 mm.

270
Baionetta austriaca per fiu:ile Mannlicher '95 tM truppa.
'I" I ;·~ ~v ( I ,' I f t !/ ; @} I f, 1 o u 27 1

1895 - Per fucile. Versione sottufficiali

Il ramo è pit1 so ttil e e la curvatura verso la lama pit1 accentuaca.

Lunghezza rotale 362 mm; lunghezza lama 249 mm; larghezza tallone 23 nun; spessore tallone 5 mm; diam etro inrerno anello 15 mm.

1895 - Per moschetto. vérsione truppa

Come quella da fanteria ma con sull'anello un risalto supportante un mirino a lama di lunghezza maggiore dello spessore del supporco.

Lunghezza corale mm 358; lun ghezza lama mm 247; larghe-zza tallone mm 23; spessore tallone mm 5; diametro incerno anello mm 15.

Esistono due versioni con leggere varianti nella lunghezza cotale (351-360) e della lama (239-249): una ha il mirino della stessa larghezza del s upporto; la seconda (che non sembra sia stata inviata in co lonia) con mirino conico su base ottagonale .

1895 - Per moschetto. vérsione sottufficiali

Analoga a quella p er sottufficiali di fanteria ma con il mirino sull'anello, della larghezza dello spessore del supporto.

Lunghezza rotale 360 mm; lunghezza lama 249 mm; larghcrza tallone 23 mm; spessore tallone 5 , 2 mm; diametro incerno anello 15 mm.

272
Baionetta austriaca per moschetto '95 da truppa. Notare ilmirino sull'rmelw.
\ e::~ Il / : I I ' Ì I I I ;I I ' I I i ! Ì~ 'I - - -_______ J 273

A Mod. 1895 - sottujf fucile

Lunghezza rotale 363 mm; lunghezza lama 248 mm; larghezza tallone 23 mm; spessore caUone 5 mm; diametro im. anello 15 mm.

B Mod. 1888 Ungherese - sottujf fuci/e

Lunghezza totale 374 mm; lunghezza lama 245 mm; larghezza rallone 26,5 mm; spesso re tallone 6 mm; diamerro inrerno anello 16,5 mm.

C Mod 1880 - fucile

Lunghezza rotale 374 mm; lunghezza lama 248 mm; larghezza tallone 27 mm; spessore tallone 6 mm; diamerso interno a.nello 16,4 mm

D Mod. 1895 - moschetto

Lunghez.za corale 360 mm; lunghezza lama 249 mm ; larghezza tallone 23, l mm; spesso re tallone 5,9 mm; diametro interno anello 15 mm. (C ed H non illustrate).

E Mod. 1895 - sottujf fucile

Lunghezza totale 362 mm; lunghc-zza lama 249 mm; larghezza r.allone 23 mm; spesso re tallone 5 mm (?); diametro inrerno anello 15 mm.

F Mod. J895 - sottujf fucile

Lunghez7,a rotale 375 mm; lunghe·n'l lama 246 nun; larg hezza tallone 22, 7 mm; spessore tallone 5, 1 mm; diametro interno anello 15 mm.

G Mod. 1895 - moschetto

Lunghea.a corale 351 mm; lunghez.za lama 239 mm ; larghe7.7,a tallone 23 mm; spesso re tallone 5 mm ; diametro imerno anello 15 mm.

H Mod. 1895 - moschetto sottuf

Lunghezza totale 360 mm; lunghezza lama 250 mm; larghezza ral lone 23 mm; spessore rallone 5,2 mm; diametro inrerno anello 15 mm.

274
La baionetta '95 inastata, in una tavol.i austriaca d'epoca.
A j @ ( .' ! I D '@ \ I I i I ·• : I 1@ e E 275 . '1 '@, a \ J@, I

DOPO LE PRIME RAFFICHE

Pistola mitragliatrice Beretta 18 nota come Villar Perosa (dove era prodotta) molto versatile grazie al peso ridotto e venne usata in varie con.fomutzioni. Unico difetto iL calibro: 9 mm GLisenti. Ne derivano "dividendola in due''. iL mitra Beretta 18 e 18/30.

BAIONETTA PIEGH EVOLE PER MOSCHETTO

SEM IA UTOMATI CO MODELLO 18

Derivato dalla mitragliatrice Villar Perosa, il moschetto semiautomatico Bere tta m ode ll o 18 venne prodotto sia in versione automatica che se miautom a tica. Una di que ste, quella con il doppio g rilletto p er il fuoco auto e semia utomati co poteva montare la sciabola baionetta del fuci le 91; l'altra, la più diffusa montava una baionetta pieghevole analoga a quella del moschetto 91 da cavalle ria p erò di minor lun g hezza. Si trovano ese mplari del modello 18 sia con sv in col o di primo tipo (ve di l a d escrizione dei vari tipi nella trattazione del moschetto 91 da cavalleria) sia di sec ondo ch e di terzo.

Lunghezza lama 225/ 230 mm.

BAIONETTA PIEGHEVOLE PE R MOSCHETTO

SEMIAUTOMATICO BERETTA MODELLO 18/30

La baionetta di questo modello è uguale a quella del m odello 18.

278
l - I~ l le I : I ' i ' I I , I . i ' 27 9

BA10NETIA TIPO '91 MODIFICATA PER IL FUCILE SPE RIMENTALE SEMIAUTOMATICO GLISENTI

Creato negli anni Venti sullo stimolo di realizzare un'arma semiautomatica che potesse competere con quelle straniere che scavano apparendo, era dotato di una particolare baionetta ' 91 appositamente modificata.

Sotto il peculiare bocchino inferiormente molto allungato fìno ad inserirsi sorco la fascetta sono saldati due arresti distanziaci di circa 90 mm. E sul primo (quello inferiore) Fa presa il dente di fermo.

I..:elemenco dorsale dell'impugnatura è largo quanto il dorso del calciolo ed è interessato da un lungo spacco che giunge circa 1O mm. dalla guardia; una specie di rotaia; il sistema di svi ncolo è quello consueto.

Laccoppiamento era mecallo e legno delle guancette legno pare quasi senza soluzione di continuità. Le guanccne sono cranenute da spi notti u-a m etallo e legno.

La crocera ha il braccio di guardia amputato della sferetta terminale e l'anello è ridotto solo a una piccola porzione per poter lasciare lo spazio per il ca nal e de lla bacchetta di pulizia.

Curiosamente - ma si tratta di un prototipo - la penetrazione della lama è ridotta di poco meno della metà in quanto la canna dell'arma esce libera dalla cassa per quasi il doppio di quella del '91 (circa una quindicina di cencimecri) terminando in volata co n un alto mirino.

Purtroppo le foto ingrigite provengono da alcune pagine di una specie di sunto delle istruzioni (provenienza, uno dei soliti mercatini).

280
ì • VWl!i(J•9 ....... t ., 281

baionetta d'emergenza - 1917

baionetta per '91 Allievi Tirator i

ba ionetta per '91 corazzieri

b,ion,u, po, mo,chouo B,li!I,

baionetta per '91 da cava ll eria

baionetta per '91 TS mod. 1891

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L_ e _ _ --==='---== 282

baionetta '91 per Vetterli

baionetta austriaca Ersatz - 1917

baionetta austriaca mod. 1888

baionetta austriaca per mod. 1895

baionetta Vetrerli 1870 ridotta dai tedeschi

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- ~i)x: e--1--> ___ _J 283

Questn pubblicitìt delle tende Moretti dei I 938, comprende, stilizzato, anche il disegrw di una baionetta 91.

I.a cnmpagna d'Africa del 35-35 em appena finita.

LA llff.l ,. ., 284

BALILLINO & CO.

BAJONETTA DA FUCILE PERALLJEVITIRATORI a.d. 1915

Le Sezioni Allievi Tir atori del Tiro a Segno Nazionale ve nnero isci cui ce tra il 1913 ed il 191 5 e avevano lo sco p o di addestrare al tiro i giovani tra i 12 e i 16 anni per i quali ven n e scelta un 'a pposita arma (nel 1915), una carabina monocolpo cal ibro 22 che copiava es t er iorm ente la linea del fucile 91 s ia pure in versione ridotta.

Per il '9 1 AT era previsto l'impiego della baionetta d' ordinanza ch e è in asta bil e su ll 'arma ma in modo in stab il e a ca usa del diftère nt e diametro era vo l a t a e anello. Laucore non ha potuto controllare la noti z ia secon do la quale i primi 91 AT avevano canne (e quindi le vo l a te) di magg ior diametro: sta di fatto che negli esemplari provati, l a baionetta, una volta inastata «balla ». G li esemp l ari di minori dim e nsioni che invece si inasta no perfettamente sembra siano nati in epoca più tarda, in pieno Ventenn i o. I due esem plari della tavola a lato, esis te nti nell a co ll ezione Mooroo, mostravano leggere differenze dimensionali dovute probabilmente a produz ioni diverse. Esteticamente la baionetta è uguale a quella del 91.

Lunghezza corale 325 mm; lunghezza lama 235 mm; larghezza callone 20 mm; spessore callone 3 mm; diametro interno ane ll o 12 mm.

Due dei figli di Mussolini, con il fucile per Atlievi Tiratori. Sotto, i primi esercizi di tiro. In basso, rottame di baionetta AT. Nella tavola, da sinistra, baionetta 91 e due AT

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'\ : i:• ;, : . . " -...._ o ,..,, I I , @ :@/ ! I I ' /,' I // I I I j I / @ 1 I I 28 7

BAIONETTA PER MOSCHETTO BALILLA

Nel 1926 nacque l'Op era Nazionale Balilla ( O NB) che inquadrava gli italiani di sesso maschile, a seconda d ell 'età in Figli della Lupa (d ai 6 ag li 8 anni), Bafifla (8- 12 anni), Balilla Moschettieri (12-14), Avanguardisti (14-16), Avanguardisti Moschettieri (dai 16 ai 18 anni). A tutti, in proporzione all'età veniva imp artita un'e ducazion e ed un addestramento di tipo militare e mentre i pit1 grandi si ese rc itavano con il 91, e i più piccoli con un a versione miniaturizzata del 9 1 cavalle ri a che sparava solo i vecc hi dischetti fulminanti di carta rossa, co loro che era no in età intermedia uri I izzavano un 'altra vers ione ridotta del 91 da cavalleria camerata per una particolare cart u ccina cali bro 6,6 mm o 5,5 mm. Il moschetto era una co pi a d ell a versio n e da cavall eria ed aveva dunque , come quello in e rte ch e era in pratica solo un giocacco lo, l a s u a brava b aion ett a pi egh evo le po s ta sotto la canna.

Analoga al modello d ' ordinanza, la baionetta era a sez ion e di T , con punta non acuminata, con sistema di svincolo analogo a quello d el modello rego lam e ntare .

La versione inerte (funzionant e a fulminanti) ha le alette d ella braga arrotondate ed il fermo costituito d a un a molletta a filo fissata s ul tallon e d ella lama che h a la punta sm ussata. Questo modello era «quasi » d 'o rdin anza p erché distribuito ai Figli della Lupa.

Moschetto da cavalleria a conf-onto con un «BaliLlino». Al centro o a destra, partico/.are dei due tipi di svincolo delle baionette «Balif/.a».

288
Lunghezza totale 285 mm; lunghezza lama 265 mm.
o ___ J 289

Riproduzione della tnvola originale di cosm1zione della baionetta del "Bnlillino" gentilmen te fa rnitnmi dalla Ditta Gn 11tti di l umezzane: è da rata "/ 0-2-931"

EREDI · GNUlTI Lumezzane. S.S Brescia I i,.,, -
TfO
Lama cii bai o netta I l ? ì I I -·-:,,. -·-a, "' "' I I I ___ L c1.,s,9t10 tf2 S4 cu ta 10. 2 · u, . s~ala 1 · 1 m~t,r a c c . d.o lc e
MOSCHE
BALILLA
290
ARMI '91/38
LE

Le baionette pe r le armi 91/38 sono particolarme nte caratteristiche e non solo nel panorama italiano: esse a nticipano notevolmente l'idea e l'urUizw, oggi diffuso in ogni esercito , della baionetta-coltello , inoltre b loro lama pieghevole è veramente originale. A queste novità però co n corrispondevano i req uis iti normalmente richiesti ad una buona baionetta: la ma solida, so lida unione tra canna e fornim enro, buona capacità p erfo ra nte, ingombro e peso limitati. In effetti, so lo i du e ul ti mi requis iti e rano stati rispettaci.

Le baion ette 91/38 co nobbero rurca una seri e di varianti e modifi c he c he alla fine eliminarono la loro più parti co lare caracceriscica, la lama pieghevole, e nonostante che fossero state adottate, con adeguata modifica , p e r l' impi ego sul mi tra Beretta 38 A, e bb e ro vita breve, sette anni circa, forse la più breve era le baionette italiane.

Nella fato ricordo si notll il primo militart da destra con nl fianco la bnionetta model!JJ 38 ultima versione. Nella pnginn a destra, in alto, tre immagini da un manuak del 1939. Sotto, da ,inisrra: primo ripo con svincolo a leva; secondo con svicolo a pulsanre; terzo, di transizione, con lama bloccata; quartQ 111110 a lama fissa; baionetta per mitra modello 38 con svincolo a pulsante (il primo tipo lo aveva a leva); baionetta per mitra 38 A a lamn funga

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PUGNALE BAIONETTA PIEGHEVOLE MODELLO 1938

Nel 1938 venne approntaco un nuovo fucile cal. 7,35 anziché 6,5, che prese la denominazione di 9 I /38 e fu dotato di baionetca pugnale a lama corea, pieghevole.

Il fornimento di quest'arma ricorda un po' quello di un colcelio a ser ramani co p e r ché è formato da un telaio ad U con cappuccio a becco appena accennato e con guancecte di leg no avvitare sui lati: n ella lun ga gola della Usi a lloggia parzialmente la lama in posi z ione di chiusura.

Non es iste crocera ma due elementi, so lidali all'anello, c he ricordano un po' i vecchi coltelli da caccia co n gli csrraccori ai sod i. Lo spacco della U inreressa rutta la lunghezza del mani co e prosegue anche nel cappuccio perché la l ama, una volta chiusa, s porge oltre qu esto per circa un quarto della lunghezza.

Per aprire la lama si pre me un apposito pulsante posto nella «c rocera », si fa sco rrer e legge rm ente la l ama indi ecro entro il canale e quindi si è liberi di farla ruotare attorno al pulsanteperno fino a porrarla in apertura dove, rilasciato il pulsant e e faccala scor rere per breve tracco indietro, rimane bloccata. La lama poteva essere aperta e chiusa se nza togliere l'arma dal fuc ile.

Qu esca baionetta, nei suo i primi esemplari, disponeva di un particolare sistema di svinco lo cosci tuito da una barra basculan t e con richiamo interno a molla , alloggiata lun go una delle guancette che era, di conseguenza, adeg uatament e sagomata.

Questo sistema però non ebbe molto successo e venne poco dopo sosticu i co da un normale sislema a pulsante.

Sopra, mod '38 primo tipo. In basso, la baionetta come nppnrllt' sulla Rivista di Cavalleria del 1938.

ui baionetta-,,uunule a lama ripitgata
294
Lo balone.llo-puanale a lam a a,trl•
/0/ 1, ,. I I I I ,; I I i .. o I 295

Il fodero è in lamiera d 'acc iaio, liscio con passante posteriore fissato in basso da un rivecco e in alto da una vice, con bocchetta a due orecchie inclinate in maniera imbutiforme in modo da accogliere le due corrispondenti porzioni inclinate dei lati della crocera.

A causa degli eventi politici che portarono poi alla seconda guerra mondiale e non potendo fabbricare un numero sufficiente di esemplari per armare tutte le nostre forz.e, la produzione dei 91/38 calibro 7,35 venne sospesa per proseguire in calibro 6,5. Complessivamente vennero prodotti circa 100.000 esemplari in 7,35 che in buona parte vennero ven duti alla Finlandia.

Lunghezza cOLale: 290 mm; 215 mm aperla; lunghc-ua lama 177 mm; larghezza tallone 21 mm; spessore tallone 4,5 mm; diametro ane ll o 13 mm. 296 Baionetta di secondo tipo. Nella tllvo1.a, in alto, il secondo tipo con fodero di primo.
vi t @ i ::z -....i '-I o o ,,... •:,., ::o > i ~ VJ o €) o [\) u, i o . .;:. \j;) i ll 1 29 7

PUGNALE BAJONETTA MODELLO 38

PER ARM I CAL. 6,5

Le armi 9 l/38 a partire dal 1940 vennero prodotte in calibro 6,5 e per quesle vennero utilizzate le baio nette pieghevo li disponib ili che vennero rese fisse mediante l'adozione di una crocera con breve elso massiccio che bloccava la lama in posizio n e aperta e sosticuiva le due fusce con anello recami il sistema di svincolo della lama. Restava lo spacco nell ' impugnacura, ormai del turco inutile. Le dimensioni restano dunque invariate mentre cambia invece il fodero che fu munito di bottone a gancio per la sospensione alla normale tasca della sciabola baionetta: l'insieme però, dare le dimensioni ed il peso ridotto della corta baionetta 38, era scomodo ed impacciava perché sbatteva ed ondeggiava creando fustid io al soldato. Inoltre il peso del fornimenco, maggiore di quello di lama e fodero, squilibrava l'insieme che rendeva a d isp orsi secondo w1'inclinazione al la vicina ai 180°: non si rovesciava solamence grazie alla res istenza opposta dal cuoio del passante (finc h é questo ovviamente era nuovo e rigid o).

Baionetta

e di terzo. I foderi vennero impiegati conrempomneamente efarono utilizzati anche per le baionette del mitra &retta '38 A.

298
di secondo tipo (in bmso)
J ==i h i I I I ;" \ , ' '\ ; \ \; (ID ,,~ . ·~ ' \ (j 2520 299

PUGNALE BAIONETT A MODELLO 38 PER ARMI

CAL. 6,5 VERSIONE DE FINITIVA

Utilizzare ad esaurimento le baionette modello 38 pieghevoli rendendole fisse, si procedette alla costruzione di altre a lama fissa, dimensionalmente simili alle precedenti ma con il fornimento del tutto nuovo in quanto privo di spacco e con il cappuccio saldato direttamente al codolo della lama. Per il resto erano praticamente uguali alle precedenti. Il fodero rimaneva quello in metallo, con bottone per la casca e con bocchetta imbutiforme per accogliere la crocera.

Per queste armi, esistono anche foderi nervati a somiglianza di quelli metallici per la sciabo la baionetta.

Nel periodo della Repubblica Sociale, le baionette modello 38 vennero utilizzate e portate come pugnali grazie anche ai vecchi foderi con passante.

Queste baionette presentano u-a loro piccole differenze costruttive che spesso passano inosservate: in alcune prodotte da Rocca, ad esempio, la spalla orizzontale presente sul tallone - d1e negli esemplari Franchi è incerrorca a circa w1 quarto dal lato del filo per consentire il passaggio di un dente interno - è intera.

Si notano differenze di larghezza, anche nel dorso di esemplari di provenienza diversa.

Ciò è particolarmente sensibile confrontando i modelli pieghevoli e ridotti fissi con quelli ultimo modello nati fissi: ma ciò è dovuto, ovviamente, alla stessa struttura dell'insieme che nel caso particolare è legata al fatto che la U dei pieghevoli deve accogliere la lama al cui spessore va aggiunto un pur ridottissimo «gioco» ed anche lo spessore delle due pareti della U stessa.

Vista frontal.e de/I.e quattro impugnature. Da sinistra, il quarto tipo, il primo, il secondo, il terzo. Sopra, un esemplare di quarto tipo.

300
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Viste /,arenili dei quattro fomimenti 302

li dorso metallico dei mode/Li a kzma pieghevole risulta ovviamente più kzrgo di quello del modello nato a lama fissa Sotto, in sequenza, da sinistra a destra i vari modelli.

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PUGNALE BAIONETTA PER MOSCHETTO AUTOMATICO MODELLO I (38 A)

Il famoso mirra Bererra modello 38 A monca va una baionetta pugnale a lama pieghevole simile a quella del fucile modello 91/38 con la differenza che l'anello di crocera è sosriruiro da un elemento a T destinato a incastrarsi in un'apposita appendice posta sotto la volata dell ' arma, sul manicotro perforato di raffreddamento . I primi mirra montarono baionette con svinco lo a barra come il primo tipo de l fucile , poi con svincolo a pulsante.

Il fodero è in lamiera d'acciaio, come quello per il mod . 91 /38, con passante fissato in basso da un rivetto e in alto da una vice.

A sinistra, il Duce passa in visita, a un reparto del/,a PA.l in alta, uniforme armato di mitra '38 con baionetta inasta,ta. In alto, due immagi,ni deLIA baionetta di secondo tipo. Al centro, una piccolA immagi,ne da un libretto di istruzione d'epoca, dellA Beretta.

Lungh ezza totale 31 Omm; lungh ezza cotale chiusa 234 mm; lunghezza lama 196 mm.
305

PUGNALE BAIONETTA PER MOSCHETTO AUTOMATICO MODELLO 1 (38 A)

Si incontrano esemp lari della baionetta del mitra 38 A con lama pit.t lunga di quella consueta: si tr atta infatti di lame di sciabola baionetta acco rci ate e modificate per essere adattate al fornimento per baionetta pieghevole.

Essendo più lunghe del normal e non sono provviste di fodero (e non è staro possibile sapere se esisteva o meno); d'altra parte, spesso l e baionette non ven ivano neppure tolte dall'arm a . In questi esemp lari si sono riscontrate lunghezze di lam a diverse tra loro sia pure di poco. La misura media di quest'arma è quindi riassumibile così.

Le verJioni a /,ama regolamentare e a kzma Lunga, a confi'onto. A sinistra: questa ed in altre immagini di un depliant Beretta {in fi'ancese) del 1939 mostrano che il prototipo fotografato montava una baionetta pieghevole tipo 18 e 18130. Nella tavoki, eh sinistra, in alto, !dme della baionetta dei mitm di secondo tipo (più lunga)

di primo tipo e dei fucde mod '38.

Lunghezza ror.ale 325 mm aperta, 252 mm chiusa; lunghez_xa lama 215 mm.
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1

BAIO NETTA PIE GHEVOLE PER MITRA EG I ZIANO BERETTA 38/49

All ' a pp are nza id entica a qu e lla de l MAB mod. 1 (38 A), ne differenzia per: telaio in ottone con crocera e calciolo di pezzo: la prima di disegno più ampio e regolare; piccolo pulsante di svincolo lam a; lun gh ezza rotale di poco maggiore.

I primi esemplari app a rs i s ul mercato suscicarono le più di sparat e ipot es i s ull a loro o rigin e S i seppe poi ch e erano il surplus di una fornitura anni ' 60 della Berecca all ' Egitto.

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BAIONETTA MODELLO '91/42 SPERIMENTALE

Di questa baionetta si sa poco, non se ne conosce neppure un esemplare. La sua denominazione è proprio '91/42 e non '91/41 come il fucile. Grazie alle ricerche eseguite dal Maggiore Aldebrano Micheli nell'archivio dello S.M.A.L. di Terni sono saltati fuori i disegni costruttivi di quest'arma. In sostanza si tratta di una baionetta '91 modificata nella crocera (che ricorda quella ultimo tipo per il '9 l /38), nella forma del codolo e nel suo fissaggio all'impugnatura che somiglia a quello del pugnale da assaltatori adottato nel marzo 1960. Il fodero è quello rego lamentare, in cuoio con fornimenci metallici.

In queste pagine sono riprodocci alcuni dei disegni originali di questa baionetta.

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Lunghezza rotale 407 mm; !LU1ghezza lama 298 nun.
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BAIONETTA PIEGHEVOLE PER MITRA M4

Di quest'arma, in clorazione a COMSUBIN fino a qualche anno fa e ancora in carico ai depositi del reparto non vennero prodotti molti esemp lari. Il COMSUBIN (Comando Subacquei Incursori) di stanza al Varignano, presso la Spezia, è un reparto speciale della Marina Militare, che p er le sue stesse caratteristic he e compiti ha impiegaco ed impiega un armamento speciale sperimentando ed utilizzando quanto di nazionale o estero possa essere ritenuco valido all'assolvimento di cali com piti.

li mitra Beretta 38/56 (M 4, secondo la denominazione ufficiale della Marina Militare) monca una baionetta pieghevole simile a quella dei 18 e 18/30 sebbene leggermente più corea La baionetta è assicurata sotto la volata con una braga con svincolo a pulsante simile a quel1a dei semiautomatici citaci, derivata a sua vo lta da quella utilizzata dai moschetti 91 da cavalleria.

310
Lunghezza lama 198/200 mm.
3 11

BAIONETTA PER MANNLICHER SCHOENAUER

GRECO MOD. 1903 (?)

Gli esemplari noti provengono, a quanto sembra, da vecchi lotti di materiale in disuso. Si tratta, con rutta probabilità, di baionette destinate a equipaggiare i moschetti Mannlicher Schoenauer mod. 1903, cal. 6,5 mm in dotazione alla Grecia e prodotti dalla Breda.

Dopo l'occupazione della Grecia nel 1941, una parte di queste armi di preda bellica rientrò in Italia: probabilmente si pensava di distribuirle ai repar ti colo niali che avevano già in dotazione numerosi Mannlicher austriaci di preda bellica del '15- 18. Questo spiegherebbe sia la brunitura tipicamente nostrana sia la matricola apposta con gli st ess i punwni usati per le nostre baionette 91. Da notare che la matricola, solitamente impressa al centro della crocera è, in questi esemplari, spostata verso l'anello a causa della presenza dei due spinotti al l'austriaca che assicurano la crocera al codolo.

Particolare della matricola di una baionetta Mannlicher S. 1903 {sopra) di una '9 I {sotto): si nota la sovrapponibilità del tipo di numeri. A sinistra, '9 I e Mannlicher S. a con.fi"onto A destra in basso, nella tavola, da sinistra Mannlicher S., Mannlichir '94, mod '91

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o 005 0A51 , I /' ' ' I I a ..e o \~\ \ o 0A387, . I I I ; I • 313 o OA:>7'> ]{/4 /' . I / I ,, I I ' i ' ,, I I I \ I I ' I : 1, I ) . .1 I I. . I ' il

Va ricordato che le baionette austriache, e similmente le greche ad esse ispirate, erano bianche mentre queste, come accennato sono brunite e con un tipo di brunitura con sfumature rossastre tipico delle nostre baionette della fine degli anni Trenta, primi anni Quaranta (ma anche successivamente riscontrabile in pugnali e baionette degli anni precedenti al 1960).

La crocera è quella delle baionette 91, con anello di 13 mm di diametro interno, privata del ramo anteriore e spessa da 7 a 7,5 mm contro gli 8-8,6 delle baionette Mannlicher austriache. La rivettacura della crocera come quella delle guancette - anche queste sosticuite - è tipicamente italiana.

Da notare che anche in questi esemplari si riscontra la leggera divergenza tra la prosecuzione ideale del dorso dell ' impugnatura e del dorso della lama, divergenza tipica di molte baionette Mannlicher austriache.

Le lame sono austriache, in genere di Steyr, con punzone di fabbricazione e aquila bicipite sul tallone come anche sul gancio del fodero, anche guesco austriaco ed anche questo brunito o verniciato in nero. Si tratta dunque ev identemente di lotti di preda bellica ' 15-18 «ricondizionati» appositamente: in vari casi il metallo mostra, sotto la brunitura, tracce di leggera corrosione e di una rapida pulitura che ha preceduto il procedimento di brunitura delle parti metalliche

Lunghezza corale 355 mm; lunghezza lama 245 mm; larghezza rallone 23 mm; spessore rallone 5 mm; diametro int. anello 13 mm.

A lato, da sinistra: mod 91, Mannficher S., Mannlicher '95. Sopra la sequenza è invertita: da sinistra anello di Mannlicher S., di Mannlicher '95, di '91. Nella tavola, dall'alto: facile 1891; moschetto '91 TS con baionette primo tipo; m1Jschetto '91 cavttlleri.a; facile mod 194 I; moschietto '91124; moschetto '91138; moschetto 38/TS:· moschetto 38 tipo cavalleli,i; facile 28; moschetto Balilla.

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LOTTA CORPO A CORPO

• LA GUARDIA ,

H g 11

39. - Testa alta. o('c h 1 neg li occh i del nemico, huslo eretl o I l peso del rorpo è ri part ilo s ull!" gambe ed in pnfe tl o equi li b rio. li fu,·ile /> impug nato ,a lJ awcn ll- ,·on l a

f erm a l a mano des t ra alla coscia. s pos tare vio lente men t e con la mano 8ini s tra l'arma in fuori a des t ra, in modo che la part e a nt e riore d el fu cile d ev ii la puntata del n e mi co.

Si esegue sia da fermo che e-o n i l passo indie t ro. Deve ess.-re sempre segu il a da ll'a zi one di co ntruff"s a: la pun t ata.

• LA PUNTATA •

F acendo perno col bra cc io s ini s tro. s ta <' .. r.n r e d i •callo il c 11l('io <lei furil e dalla cosc ia , s p osta nd o l o in fuori e Jegger rrl f· 11te in altn. in m odo c h e la parte· an te ri ore deJl';:1rrna d evii la put1tt1ta de l n em i<'o.

41-. - Dalla pos izi o ne di g uardia , spi nger e in avan ti il fu c ile con la man o d es tra fino alla co mp l e t a distensione del brac·cio s ini s tro. La mano s ini s tra mantiene la presa d e ll 'arma senza sco rr~ re, dando la direz i one alla puntal a.

Le tavole sull'impiego della baionetta sono tratte dalki Circolare n 9500 - Lotta corpo a corpo - (tecnica di fotta col pugnale e colJi.tcile-disarmo) 11 maggio 1943, dello Stat0 Maggiore R Esercito - Ufficio addestramento.

50. - Parata a sln.Lstra. t',~. 17
o .. I
49. - Parata. a destra.
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LA REPUBBLICA SOCIALE

La RSI, nata dalle ceneri dello stato fascista, fu di breve durata e nei suoi 600 giorni vide l'impiego, da parte delle sue forze armate di tutte quelle armi uti l izzate anche dal Regio Esercito. Unica differenza, l'utilizzo da parte di alcune formazioni, in parte addestrate in Germania, di armi fornite dai tedeschi, compreso il fucile Mauser K 98 e della relativa baionetta dalle caratteristiche guancette in bachelite rossastra o nera, ma anche di quelle con le vecchie guance in legno che avrebbero dovuto essere state abolite già da prima dello scoppio del conAitto.

BAfONETTA TEDESCA PER FUCILE MAUSER 98 K

L:ulcima fase del secondo conflitto mondiale vide in Italia due diversi eserciti combattenti sotto il trico lore; quello detto «del Sud » che affiancava gli alleati nella lenta risalita della penisola, e quello della Repubblica Sociale Italiana che combatteva a fìanco dei tedeschi.

Derivato dalle baionette che armavano l'esercito imperiale nel primo conflitto, questo modello ha il fornimenco a becco, con cappuccio piuccosco lungo e guance in bachelite marrone o nera (fino al 1927, in legno) con secce solchi inclinaci fissaci da viri con rosette; crocera priva di anel lo del quale resta, se così si può dire, la so la fresatura semicircolare socco il tallone, dal lato del dorso, dove si appoggia la canna; manca anche l'elso ridotto ad un leggero aggetto della crocera.

La mancanza dell'anello di crocera è determinata dal particolare sistema di attacco dell'arma con braga e spacco lunghi e cali

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Ilfregio in basso, nella tavola, è quello dei reparti addestrati in Germania.
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Reparto della RS.f armato di facile Mat1Ser 98 K

da co st ituire da soli un valido vi ncolo tra baionette e fuci l e. Il sistema di svincolo è quello tradizionale, a pu lsa nte. Lama dritta con dorso piatto, a filo e punta co n co ntrofi lo, ampi sg usci s ui lati. Fode ro in acciaio brunito (co m e tutta l'arm a) con bo cc h etta a lingu e tte elas tich e, ga n cio anteriore piatto per la tasca .

Lunghezza totale 384 mm; lunghezza lama 252 mm; larghezza rallone 25 mm; spesso re tallone 5,5 mm

La penuria d'armi della R.S.J. portò, è sempre accaduto, a improvvisazwni che, trovancw un certo favore, apparvero in pochi pezzi: uno è questa '91 adattata per il MAB 38 A. Pare che a oggi ne esistono solo quatro o cinque quasi tutti in collezioni estere.

D r-

DAL REGNO DEL SUD A OGGI: LE BAIONETTE BRITANNICHE E LE LORO DERIVATE ITALIANE

Con la stipulazione dell'armistizio era Italia ed alleati e la caduca di Mussolini, le Forze Armate italiane rimasero divise in due tronconi: mentre a nord conAuivano in parte nelle file della RSI, a sud si ricoscituivano a fìanco degli alleati risalendo la penisola. La riorganizzazione dell'esercito de l Sud, come venne soprannominato, vide anche il riequipaggiamenco con materiali britannici, e così in mani italiane finirono fucili Enfìeld e mitra Sten con le relative baionette

Terminare le ostilità, l'Italia del primo dopoguerra utilizzò I'armamento ricevuto, a fianco dei vecchi 91: in questo periodo nascono alcuni modelli ibridi, farti con parti di baionette 9 1 e di baionette inglesi e anche un modello costruito ex novo per armi inglesi con la baionetta del 91.

Alla metà degli anni Cinquanta, l'armamento americano sostituì quello britannico e di conseguenza ecco che nelle nostre file compaiono le baionette Ml per il fucile Garand Ml e le M4 per la carabina Ml Al.

Alla fine degli anni Cinquanta, con il fucile BM 59 della Beretta, comincia il riarmamento del nostro esercito con armi di produzione nazionale, però incamo si erano prodotte baionette di tipo americano Ml e M4. Successivamente giunsero i modelli USA M5 e M6 ancora in servizio.

Attualmente il panorama icaliano comprende baionette USA Ml, M4, M5 , M6 baionette italiane tipo Ml, tipo M4 per carabina Ml Al, fucile BM 59, fucile d' assalto 70 . Per quest' ultimo, nella versione 70 SC fu progettata ma mai adottata una particolare baionetta che porremmo definire, ricornando indietro nel tempo «a manico».

Per ulrima, la baionetta richiesta e non ancora approvata per il fucile d'assalco Beretta 70/90, dorata di un particolare tipo di fodero che, con la baionetta, consente il raglio dei reticolari, sulla falsariga di quamo adottato da altre nazioni.

SCIABOLA BAIONETTA INGLESE MOD. 1907

PER FUCILE ENFIELD N . 3

Il fucile Enfìeld N. 3 era in dotaz ione s ia ali' esercito che alla Marina Militare negli anni fìno al '60 circa: com pare infatti negli elenchi materiali ancora nel 1966 sia pure come materiale di deposito, completo della sua l unga baionetta.

Fornimenro in ferro, a becco; crocera con breve elso anteriore dritto ed anello; cappuccio con svincolo a pulsante e spacco; guancette in legno fissare da rivetti con rosette . Lama ad un filo con punta sull'asse del dorso, sgusciata sui lati, do rso srondaro.

Massiccio fodero in cuoio nero con puntal e squadrato e cappa con bocchetta munita di bottone a fungo per la tasca.

A destra, baionetta mod 1907 e, a sinistra, la stessa a confronto con il modello «91/Enjìeld», ossia quello con fornimento '91 adattato per il facile ingl.ese.

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o = 323

Il gruppo delle baionette inglesi o di cipo inglese «modifica re » che compare in questa e nelle successive tavole non è molro noto per quanto riguarda l'utilizzazione da parre delle nostre Forze Armate, se ne trova però riscontro ufficiale nei fascicoli 1°-2°-3° del catalogo materiali Gruppo C, Vol. V-III-V Categoria (cesti e tavole) edico a Roma nel 1948. Ulteriore riscontro lo si trova nei successivi CM 9 del 1965 e CM 7 del 1966.

LungheZ7,a rotale 555 mm ; lunghezza lama 435 mm; larghezza callone 23,5 nun; spessore tallone 7 mm (diametro interno anello 16,5 mm).

BAIONETTA INGLESE A CHIODO - MODELLI MK 4, MK II, MK III PER FUCILE ENFIELD N. 4

Il cosiddetto «Ese rcito del Sud», owero le forze armate italiane a fìanco degli alleati dopo l'8 settembre del '43 e, poi, quelle del nuovo esercito della Repubblica Italiana vennero equipaggiare, come accennato, con materiale inglese.

Ecco quindi la presenza in queste pagine di alcLU1e baionette britanniche. Quelle indicate nel titolo sono armi particolari, rozze e semplici destinare ad essere usare solo se montate sulla canna del fucile: ricordano subito - dimensioni a pane- le vecchie baionette a manicotto dei fucili ad avancarica per il particolare sistema di innesco. In realtà il manicotto di quelle si è qui trasformato in un basso e tozzo zoccolo non impugnabile, forato per il passaggio della volata e munito di una breve cw,pide, una specie di grosso chiodo, un tondino, dalla punta piramidale. Lo zoccolo porta annegato inferiormente un grosso pulsante rettangolare, zigrinato che comanda lo svincolo a due alette dell'arma.

Il fodero è in lamiera d'acciaio, troncoconico, bottonaio all'estremità inferiore e mLmito superiormente di bocchetta con largo bordo e di bottone circolare a testa scondaca per l' attacco alla casca di cela caki.

Il modello descritto è in due versioni (N 4 Mk I ed Mk II) che differiscono tra loro per il fatto che la Mk I ha la la.ma a sezione cruciforme ricavata da un tondino a quattro sgusci e risulta più acuminata e penetrante di quella descritta (Mk Il) Le versioni Mk I I ed Mk III hanno le lam e di tondino ma zoccolo di forma diversa. Erano tutte previste per i fùcili Enfìeld N. 4. I foderi delle varie versioni sono tutti uguali. Queste baionette potevano essere montate anche sul mitra Sten, che l'Esercito del Sud ha utilizzato.

Lunghezza rotale 250 mm; lunghezza lama 200 nm1; diametro lama alla base 9,5 mm; alcez.za zoccolo 48,5 mm; diametro interno anello 15 nun.

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Nella tavola, dall'alto: N4 MK !, MK Il, Ml( Il*, MK rrr
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BAIONETTA MODIFICATA PER FUCILE N 4, PRODUZIONE I TALIANA

Sul finire degli anni '40 la FAT (Fabbrica Armi Terni) produsse un limitato quantitativo di baionette con sistema di attacco a roccolo, simile a quello inglese ma con lama del nostro modello 91. Anche il sistema di svincolo a pulsante inferiore è ispirato a quello presente nei modelli inglesi a chiodo. Il fodero è ricavaro da quello inglese per il fucile Enfìeld 1907 con relativo punta.le mencre la cappa è quella del fodero modello '91. Sul punta.le compaiono le ultime due cifre di date che, almeno negli esemp lari esaminati sono (19)41 e (19)42.

Larma è interamente brunita e negli esem plari esaminati porta il pw1Zone FAT con la data 1948. Non si sa bene per quale motivo ve1me prodotto quesro modello ormai vecchio e superaco e che era oltretutto di lavorazione abbastanza complessa; forse per sfruttare giacenze di lame di 91. Non si sa se, pur distribuito ad alcuni reparti, lo sia staro poi effettivamente alla truppa o s ia rimasto nei depositi. Gli esemplari trovati sono comunque tutti nuovi Forse fu distribuito so lo a.i fìni dj prove di valutazione.

Lunghezza rotale 350 mm; lunghezza lama 300 mm; alce-a.a zocco lo 49,5 mm; diametro incerno anello 15 mm.

La tavola in basso è tratta dal CM 7 sulle parti di ricambù, e accesso1i dei fucili Enjìeld n. 3 e n. 4 del 1946. ¼ si notano due delle versioni italiane per Enfield.

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BAIONETTA MODIFICATA PER FUCILE INGLESE N 4 (?) NON IDENTIFICATA

Si tratta di uno strano ibrido, molto artigianale, costituito da uno zoccolo per baionetta n. 9 Mk I con lama a coltello, che monca al posto di questa una lama per baionetta 91 il cui codolo è stato accorciato e assottigliato quindi infilato, ribattuto e brasato a ottone in un foro corrispondente alla base della lama originale. Il tutto è brunito. Il fodero è quello normale della baionetta 91, in cuoio, con fornimenti in ottone.

Non esiste alcun documento su quest ' arma che sembra realizzata sulla falsariga di quella appena descritta ma che ha un aspecco strano, tanto da far pensare a un oggetto artigianale prodotto per chissà quale ragione. Forse un falso. I..:autore ne ha visto un so lo esemplare e un secondo in fotografia che però potrebbe essere lo stesso, passato di mano in mano; 11011 ha, inoltre, avuto notiz ia di altri esemp lari analoghi. Ciò non esclude, ovviamente, la possibilità che si tratti di un esemplare di prova dal quale sia poi nato il modello definitivo. Tutto è possibile come, non essendovi documenti noci, è possibile il contrario.

Da notare che il modello 11. 9 Mk I non è mai stato utilizzato in Italia.

In basso, a confronto, la baionetta modificata perfacile n. 4 e quel/,a non identificata; quest'ultimo nelle due foto compare a destra. Nella tavo/.a, a sinistra, la n. 9 MK !, a destm quella non identificata

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SCIABOLA BAIONETTA MODIFICATA PER FUCILE

ENFIELD N. 3 MK 1 PRODUZIONE ITALIANA

Prodotta anche questa a Terni in un periodo non meglio precisabile degu anni '50, è come la precedente, uno strano ibrido la cui ragion d'ess ere non si comprende bene: non è pensabile che le armi inglesi fossero prive di baione tta; è più istintivo p ensare che da qualche parte a qualcuno fosse venuta la voglia di conservare qualcosa di italiano a tu tti i costi in mezw ad un equipaggiamento che ci faceva somiguare a un Dominion di quell'impero britannico fino a non molco tempo prima nostro odiato avversario. Ma si tratta di illazioni gratuite.

È formata da un'impugnacma con guance in legno fissate da due rivetti con rosetta, cappuccio di tipo intermedio tra quello del 91 e quello dell'Enfield con il dorso rilevato a gradino rispetto a quello della porzione corris pondente alle guancette. timpugnatura è pit1 lunga di quella della baionetta 91; come maggiori dimensioni ha lo spacco

Reparto italiano schierato, armato di Enfield con baionette modificate. A destra, in alto vol.ata di un '91 con baionetta inastata, in basso quella di un Enfield con baionerta '91 modificata.

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dovendo accogliere la braga dell 'Enfìeld; così d icasi dell'anello che è anche a minor distanza dal dorso della lama che è quella mod. 91 .

Il fodero, come per l'arma preced ente, è ricavato per taglio dalla parte inferiore di quello inglese 1907, conserva il suo puntale e monta la cappa del fodero 91. Quest' arma venne reali zza ta in poche migliaia di esemplari 11011 mtti distribuiti ai reparti.

Lunghe-aa corale 423 mm; lunghez.za lama 300 mm; diametro interno anello 16,8 mm.

A sinistra, etichetta deUa confezione di una baionetta '91 modificata (che appare in vista intera in alto alla pagina a fi'onte insieme ad una baionetta completa): la confèzione comprende baionetta, fodero e tasca ed è chiusa dtt un cordino piombato. In basso, una '91 (sopra) ed una '.91 modificata (.·otto}. Sopra, vista posteriore di un fòrn imento modificato e di un '91. u1 tavola a fi'onte è tratta dal Catalogo materiali Gruppo C del i 948.

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lii CATEGOIII.\ Fl , CII.E N. :1 'l't\ \'. \;' 29 071 i-,.1c----- 536 -----;=::r-- 29072 . ~: e 16?4 .-1 Ai ~·....~J;., ,.,...,..... .......~,... ,, ••..,,. ..,., ..~----- 450 ___:=::r__ 29073 tt±Mlc -• 29 074 [ _ ~,o #4-B 29075 i 29 078 -~~·u.. •.,.,q~·~tf•~:, ·-1.·~(~ ..... . ______ 325 ____ 290 79 ___ 29076 29 080 ~:,. , ~·r:.• i"' !,, , ·~· . . J. 82 ~ 333

BAIONETTA MODIFICATA PER FUCILE ENFIELD

N. 3 MK III PRODUZIONE ITALIANA

Simile alla precedente, ha il dorso del cappuccio meno sporgente rispetto alla baionetta descritta. Anche il fodero è uguale al precedente.

La particolarità dell'esemplare illustrato è di essere interamente cromato, compresi i fornimenti del fodero, mentre la casca del modello per foderi 9 l è verniciata di bianco Segnalati ma non visti, due esemplari bruniti. Si tratta, con tutta probabilità, di un esemplare destinato ad essere usato con l'alta uniforme per parata o picchetto d'onore, probab ilmente, visto il co lore bianco della tasca e le cromature (di gusto americano), di qualche reparto della Marina.

A quanto pare queste baionette erano prodotte presso la Direzione d'Artiglieria di Roma negli anni ' 50: questo farebbe pensare anche a qualcosa destinato ad un reparto di rappresentanza nella Capitale

Lunghezza cotale 420 mm ; lunghezza lama 300 mm; diametro inccrno anello I 5,5 mm.

Da sinistra, baionetta '91 ; '91 modificata perfacile n 3; baionetta modificata. perfacile n. 3.
,-O e, g r ,, I ( I . 1© I I I I I \ N. ' e o r )11 e~ t 'tt j 335
- 20l ii CATEGORIA • TAV. lii FUCILE N. I MK 111• 30064 - ~ , ',s=!t@I N 421 -------i, Hl#& 1-- 325-·--·-· G&tiii¾i\#1$ MI ,. I 1 ,. 30066 30061 I l~µg 2,,~ " -l- ;.! HWW:E±I a&Eii MM 114 , 3 0063 ----,1'4· - 450 Hl C.\ rE,;O n!A 28145 ~· »+:=J I I 28 148 e. 9 I, 210~ 28151 35'"0 J 28153 .. ~2~15; e f ~25" FUCILI N 4, MKI, MKI•, MK I (T) 28·145 28 147 I - -..I I I 8a ,~ 28149 28150 r- :1D CJ 28152 28 154 rF !!f 28155 11;$}:§WJ) 336 Dal Catalogo Materiali Gruppo C del 1948 Sopm, baionette perJi.tcile n. 3; sotto, perfacile n. 4.

Dall'alto, progetto di Terni per una baionetta '91/J:,nfie/d n.J Mk 3*; tre esemplari diversi per facile n 1 Mk3 • utilizzati nel nostro esercito post seconda guerra mondiale; infine, per confronto, una mod. '91 standard

(jJ (0 o N. 3 N.3MK3 N.3 N . 3 ~91
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BAIONETTA MOD. 1891 PER FUClLE ENFIELD N 4

MKl PRODUZIONE ITALIANA

L'unico esemplare noto di questa baionetta è conservato nelle collezioni dello Stabi lim ento Militare Atmamenco Legge ro di Terni dove è stato esposto nella mostra dedicata al centenario del fucile 91 tenustasi la scorsa primavera.

Si tratta di w1a normale baionetta per fucile 1891 il cui anello è staro sostiruiro da un breve manicotto il cui disegno interno è uguale a quello dello zoccolo delle baionette a chiodo inglesi destinate al fucile N.4 Mkl. Sul manicotto è montato uno sv incolo basculante contrastato da una molla e azionato mediante pressione su pulsante zigrinato.

Sul dorso dell' impugnatura è praticata una fresatura a sezione semicircolare (larga mm 12 e profonda mm 6) che ne interessa tutta la larghezza destinata ad «alloggiare», se così s.i può dire, le «o recchie» della prima fascetta del fucile. Owiamence nel cappuccio mancano sia lo spacco che il pulsante di svincolo con relativa sede.

Per il resto, la baionetta resta invariata tranne un leggero aumento di lun ghezza della crocera che passa da un mm 90 circa a mm 99 circa Il diametro interno del manicotto è di mm 15

.Udea non era nuova avendo già trovato applicazione, sia pure in numero e tempo limitato, nel secolo scorso in Francia, Spagna e in altre nazioni. Non ebbe comtmque seguito e rimase, nel caso u-arraco, allo stadio di prototipo.

I disegni che qui compaiono sono stati forniti all 'autore dal Maggiore Aldebrano Micheli, aurore di un recente volume sul fucile 91 e curatore della mostra citata e sono stati realizzati da Paolo Antonini.

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BAIONETTE AMERICANE E LE LORO DERIVATE ITALIANE

Con l'abbandono del materiale inglese, le Forze Armate italiane adottarono un armamento portatile di provenienza americana, come il fucile Garand M 1 (1952) e la carabina Winchester M 1, attualmente in dotazione ai Carabinieri. Le due armi montavano baionette-pugnali proprie, successivamente prodotte anche sul terr itorio nazionale con leggere variami e che sono in gran parte ancora in uso

Durante il secondo conflitto mondiale gli americani usarono sul fucile Garand due tipi principali di baionetta: la prima derivata dal precedente modello 1905 El dal quale differiva per i l solo accorciamento della lama e per il fodero di adeguata lunghezza (mod. M 1 del 1943), la seconda (mod. M 1) era praticamente identica ma montava una lama costruita ex novo.

BAIONETTE MOD. M 1 PER FUCILE AMERICANO GARAND MI

Fornimento a becco, in acciaio con cappuccio saldato al codolo della lama e recante il so lo spacco per il fermo di baionetta; guancette in plastica nera fittamente rigata orizzontalmente e fissata da una vite con rosetta; due risalti lacerali a sezione curva della stessa

Da destra, baionetta M 1, baionetta 1905 accorciata nel 1943, da alcuni chiamata anche mod. '43. In quest'ultima si nota lo sguscio che termina interrotto alla punta.

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o ' s ,.. 1918 343

larghezza del codolo danno appoggio all a crocera che è dritta, piatta, assottigliata nella porzione formante l' elso; l'anello è svasato per favorire l'inserim ento della canna, al centro della crocera, lo spacco per la lama si prolunga anteriormente e posteriormente in due vani rettangolari più screcci nei quali si incastrano i due denti sporgenti dalla bocchetta del fodero e des tinat i al collegamento di questo al manico quando la baionetta vi è infilata.

11 vano rettangolare anteriore accoglie il corrispondente dente mobile di fermo comandato da un pulsante alloggiato nello spessore del corpo d ei due risalti d ' appoggio della crocera. Questo pulsante, con testa circolare zigrinata, contrastato da una molla a spirale interna, comanda anche il lungo braccio che ha per perno la vice delle guancette e che superiormente è sagomato a forma di gancio il cui becco sporge in un'apposita finestra del dorso dello spacco del cappuccio costituendo l'arresto della baionetta inastara.

La lama è dritta, a filo e punta, sgusciata sui lari: le sgusciature terminano bruscamente nella porzione di lama costituente la punta denunciando così l'accorciamento operato sul modello originale 1905. La descrizione è piuttosto complicata, come spesso accade, ma la tavola mostra la semplicità dell'insieme. Che comunque risulta più complesso di quello d elle baionette finora esaminate.

Il fodero (M 7) è costituito da un corpo in fibra plastificata e verniciata verde oliva, rigido; la cappa parkerizzaca con bocchetta è in lamiera di ferro in var i pezzi scampati e abbastanza complessa ed è fissata al corpo de l fodero con rive tti . Un elemento mobile

Sopra, la baionetta J905. Qui asinistra, una tavola tratta dal CM 9 del 1965 dedicato a pugnali e baionette

i
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JOQ~-00-317°2460-IIAl<)N t:Tl'A 1111 N,,npltta di lod<rn M T

costituito da una specie di grosso filo di ferro alloggiato nella sua porzione centrale in un apposito lembo della cappa curvato a cilindro costituisce il mezzo di aggancio al cinturone tattico in grossa canapa verde oliva o caki. Sul tallone compaiono la granata infiammata simbolo dell'Ordnance americano le iniziali US e leccere relative al corpo oltre, non sempre, al nome dell ' arsenale o della fabbrica. Leggere diversità era esemplare ed esemplare sono causate perlopit1 da fabbricazione diversa.

Lunghezza tocale 370 mm; lw1ghcua lama 254 mm; larghezza tallone 26 ,6 mm; spessore tallone 6 mm; diametro interno anello 16 mm.

Analoga alla precedente, ha però la lama nuova, con gli sgusci proporzionati alla lunghezza della lama stessa. Si notano leggere differenze dimensionali.

Per quesco modello venne realizzato un fodero italiano in cuoio con cappa di tipo americano e puntale tipo Verterli (Tipo Regolamentare): era prodotto però sia in cuoio nero con fornimento bruniti, sia in cuoio verniciato verde oliva con fornimenci o verniciaci in verde o parkerizzati. È in pratica lo stesso utilizzato anche per le baionette di produzione italiana per il BM 59, adottato nel 1962. È munito di passante in tela fissato da rivetti.

Lunghezza cotale 367 mm; lunghezza lama 250 mm; larghezza ta ll one 27 mm; spessore tallone 6 mm; diametro interno anello 15,8 mm.

BAIONETTA M 1 MODIFICATA

Questa baionecta, denominata anche in Italia M l, è stata realizzata anche con guance (guancioli) in legno, mun i ta di fodero M7 in fibra p erò con passante in tela fissato da rivetti e con «fodero modificato» ossia con que ll o descritto , in cuoio nero o verde con punta le tipo Verterli, fornimenci bruniti, verniciaci o parkerizzati.

BAIONETTA PER FUCILE AMERICANO GARAND M 1
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BAIONETTA AMERICANA M4 PER CARABINA M 1 Al

È una corra baionetta pugnale che compare solo sul secondo modello (cioè dal 1944) di questa carabina noca comunemence anche come Winchester Ml anche se prodotca da altre fabbriche americane: il primo modello (Ml) infacci era privo di baionecta. A parre la presenza dell 'anello di crocera e dei disposicivi di attacco e svincolo, è praticamente uguale al pugnale mod. M3 .

Fornimenco in acciaio con cappuccio piatto, ovale reca.me lo spacco e il s istema di svinco lo , impugnatura realizzata a dischi di cuoio pressato, crocera piarca. Sull'elso della crocera, dal laco della lama compaiono impresse le iniziali VS M 1 sovrastami la parola «Case».

Sulla faccia anteriore della cappa le iniziali US M 8 e quella del fabbricante. Il sistema di svincolo è costituito da due levette dalle estremità rigate per favorire la presa, fulcrate nello spessore del cappuccio e contrastate da una molla a spirale alloggiata in un apposito vano del cappuccio stesso: ogni levetta ha w1 dente di arresto e per sb lo ccare la baionerca vanno azionate contemporaneamente.

Lama dritta, piatta, ad un filo e mezw e puma sull'asse; codolo ribam1ro. Larma è brunita o parkerizzaca.

Fodero in fibra, di tipologia analoga a quello delle baionette per il fucile Ml, con bocchetta e cappa ma senza sistema di blocco alla baionetta; un lembo posteriore della cappa è rialzaco e su di esso è fissaco con due riverci un robusto passante in grossa cela verde oliva munito di cinghietta, sempre in cela, con le estremità protette da cappucci metallici e munita di boccone a pressione destinata a fissare l'impugnatura al passante stesso e di conseguenza l'arma nel fodero. Estremità forata per il passaggio di un correggiolo per fissaggio alla coscia.

La baionetta. americana M 4 ed il suo fodero. Da notare l'estremità di quest'ultimo rinforzata da un puntale in ottone.

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Quesro m odello è s tato reali zza to in alcune va ri anti tra le quali una con guance in plastica solca ta orizzontalmente e te nu te d a du e viri, utili zzata a n ch e in It alia. Altre ve rsioni , non sono giunte da noi , tra le quali una con g uan ce in legno intagliare con largh e e rozze losanghe.

Nelle due foto a sinistra, in alto, le prime immagini della baionetta M4 tratte dtzl/a rivista per le truppe americane «Stars and strips». Nella pagina di destra, versione con guance di plastica anziché con rondelle in cuoio. li fodero è senza puntale. Al centro, la M4 nel suo fodero (prima version e con manico a dischi di cuoio). in basso la baionetta in una tavo/,a del CM 9def1965.

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Lunghezza cocaJe 300 mm; lun ghezza lama 172 mm; larghezza ta ll one 21,8 mm; spesso re tallone 4,7 mm; diametro incerno ane ll o 14,75 mm.
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BAIONETTA PUGNALE USA MOD. M5

Per il Garand è stata utilizzata anche la baionecca M5 adoccata negli USA nel 1955.

Fornimemo in ferro con crocera dritta, piatta priva di aneUo a1 posto del quale, dal lato inferiore, sporge un piolo destinato a infilarsi in un corrispondente foro del tappo del cilindro di presa gas. Il sistema di sv in colo è simile a quello dei modelli 1905, Ml (M42), Ml dal quale differisce per la forma del pulsante, così amp io da poter essere azionato anche con i guanti. Il cappuccio è piatto, spesso poco più della guardia, nella sua parre superiore si allarga sul dorso per circa un terzo della lunghezza di questo portando l'incastro per il fermo di baionetta.

Le guancette sono in plastica nera, zigrinata, fissate da due viti . La lama è quasi identica a quella della baionetta M4. Il fodero è il modello M8 Al . Foderi M7, M8 Al verniciati in bianco e con passante in tela bianca sono stati e sono utilizzaci per accademie, scuole militari o anche picchetti d'onore.

Sulla crocera, ai lati della lama sono impressi il modello e le iniziali del fabbricante. Le superfici metalliche sono interamente parkerizzate.

Lunghezza cotale 290 mm; lunghezza lama 168,5 nm1; larghezza tallone 22,2 mm; spessore tallone 4,8 mm.

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La baionetta M 5.
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BAIONETTA PUG NALE USA M6

Uguale alla precedente, ne diffe risce solo per la forma d ella erocera che è munita del convenzionale anello anziché del piolo di fissaggio nel tappo del cil indro presa gas . Questo modello entrò in servizio in USA nel 1957: come per quello non è stato possibile conoscere la data di adozione in Italia che sicuramente è per ambe due , posteriore al 1966.

Reparti italiani schierati, armati con Carand e baionetta M 5. Ne!/,.1, ta110la, baionetta M 5 (a sinistra) e M 6.

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BAIONETTA PER GARAND M 1 PRODUZIONE ITALIANA

Realizzata a Terni per il Garand e per la sua versione italiana, il fucile Beretta BM 59 adottato nel 1962, è fondamentalmente uguale a quella americana dalla quale differisce essenzialmente per alcuni partico lari che a prima vista possono sfuggire.

Il capp u ccio ha le estremità delle spalle dell'incastro piane e non dorare di un intaglio laterale rettangolare. Leggermente diversa la resta del pulsante di svincolo e la svasatura dell'anello; principale differenza, l e guancette in legno lucidato.

Il fodero è di due tipi: come quello americano, in fibra con cappa e bocchetta in ferro b r unito, e di tipologia ibrida icaloamericana.

Questo secondo modello di fodero è in cuoio nero con cappa e bocchetta di tipo americano ma con puntale simile a quello del Verterli (Tipo Regolamentare); i fornimenti sono bruniti. Passante in tela fissato con due rivetti.

I foderi di quesro tipo sono stati usati anche interamente vernicia t i i n verde o l iva o con corpo verniciato e fornimenti parkerizzari. Larma è brunita o parkerizzata

Su l tallone il marchio FAT (Fabbrica Armi Terni) sovrastante le ultime due cifre dell ' anno d i fabbricazione: nell 'es emplare illustrato (19)59.

Lunghezza to tale 370 mm; lunghezza lama 254 mm; largheua tal lone 26,5 mm; spessore calione 6 mm; d iametro interno anello 15,8 mm.

in basso, due artiglieri dello stesso rfparto con armi diverse: una baionetta Ml e una M4. La tavola a sinistra è tratta dal citato CM9 del 1965. Nella tavol.a afronte, in basso, particolare dello spacco della baionetta italiam e americana (a destra).

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BAJONETTA PUGNALE TIPO M4 DI PRODUZIONE

ITALIANA PER CARABINA Ml, BM 59, MOD. 70

Le cara bin e Ml in dotazione fìno a poco tempo fa disponevano sia di baionette originali america ne vecchio cipo con impugnature a dischi di cuoio o in p lastica, sia di produzione na zionale con guance (guancioli) in plastica marrone pracicamence uguali a qu elle americane.

Lo stesso dicasi per il fodero (M8 Al), meno per quello già in dotazione ai paracadutisti che è munito di una lunga cinghia in tela o in cuoio con estremità protette da cappucci metallici, e destinata a fissare l'arma al polpaccio: obbligatorio per i paracadutisti ed i reparti speciali (lagunari, incursori ecc ) il correggiolo passato nell'apposito foro a.il' estremità del fodero di fibra.

È staro prodotto anche un tipo dj fodero che porremmo definire icalo -an1ericano (fodero modificato) con corpo in cuoio, cappa di tipo americano e pLmtale t ipo 91. Il turco verniciato in verde oliva.

Questa baionetta è stata realizzata anche con guance in legno che pare, però, non sia stata distribuita ai reparti o lo è stata in numero molto limitato.

Qui sopra, il Beretta BM59; a sinistra la sua baionetta, usata anche per lo M 70 e, con anello di diametro adeguato, per /,e normali carabine MI delle quali quelle dei carabinieri con guancette in legno liscio (v. destra in alto).

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Il diametro dell 'anello sale a 22 mm per le armi da montare sul u·omboncino lanciagranate standard NATO. Utilizzata anche la versione con guance in plastica nera, zigrinata, che gli US avevano adorrati nel 1956. Non è staro possibile sapere quando questo modello è stato introdotto in Italia ma sicuramente dopo il 1966, visto che il CM 7 del 30 novembre 1966 non fa menzione. Una versione non meglio iden tificata, con guance in legno, lama brunita del tipico colore rossastro di tante nostre baionette '91 e 91/38, e con fodero in fibra, porta il marchio in rettangolo «A.E.T» (Arsenale Esercito Tor in o) sovrastante due cannoni incrociati con granata infiammata e la data 1955, impresso sul tallone l'.anello ha il diametro di 15,5 mm U marchio descritto e riprodotto a lato compare anche, con uguali caratteristiche per la lama e con impugnatura a dischi di cuoio pressato, su alcuni pugnali che presentano anch'essi il fodero in fibra sia normale, sia con cinghia ltmga cioè del tipo da paracadutisti.

Lunghezza rotale 300 mm; lunghezza lama 172 mm; larghezza tallone 23 mm; spessore tal lone 4 mm; diametro interno anello 15 ,8 mm.

Due pagine deL libretto d'i.stnizione deljùcile mod 7 0 dedicate afuz baionetta. In basso, a sinistra, fanti italiani armati di BM 59 e, accanto, particouzre dell'equipaggiamento di un paracadutista deL Btg. CoL Moschin.

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Du.e tavole dal CM 9 del 1965: la quantità delle immagini di questi documenti è scadente gui all'origine ed è peggiorata col tempo e con l'uso anche a causa del tipo di carta impiegato

ln basso, allievi del liceo militare della NunziateUa armati di carabine MI con baionetta. Da notare la buffetteria e il fodero bianchi tipici degli istituti militari, con l'alta uniforme.

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DAL BERETTA 70 SCS

AL FULCRUM ARX 160

BAIONETTA

SPERIMENTALE PER BERETTA 70 SCS

Le immagini che illustrano questo modello sono quelle dell ' unico prototipo esistente, conservato presso la ditta Beretta che lo aveva realizzato in previsione di dotarne la versione corra, con calcio pieghevole del fucile d'assalto mod. 70 SCS.

Come si può notare è, apparentemente, un modello che potremmo definire «tubolare», oss ia ricavato da un profilato adeguatamente macchinato ove la lama è realizzata per asportazione di materiale secondo un raglio <<a becco di flauto», su l sis t ema usato dai modelli belgi per il CAL ed il FAL. In realtà si tratta invece di una realizzazione per stampaggio successivamente sottoposta ad adeguate macchinature. È, insomma, una specie di ritorno ali' antica: una specie di baionetta a manico (o a calza) che però era già stata preceduta, ad esempio dalla versione inglese (rimasta sperimentale) di una baionetta per lo Sten, costituita da un manicotto recante la lama a chiodo dei più noci modelli MK II ed MK III già illustrati nelle pagine precedenti.

Lunghezza cocale 285 mm; lunghezza lama 183 mm; larghezza alla base 27 mm; lunghezza «manicotto» 112 mm; diametro inccrno anello del manicotto 22,5 mm.

La baionetta sperimentale, non approvata, per il Beretta 70 SCS (illustrato in basso) ricorda nel sistema di attacco quella del vecchio semiautomatico americano johnson, illustrata qui sotto. Nella tavola, la baionetta inastata a confronto con quella del mod 7 0 e, sotto, dall'alto: due viste della 7 0 SCS, due versioni belghe per i foro FN 1970, fM e CAL 1953, infùie la sperimentale inglese per mitra Sten con lama del modello N4 MK!l

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BAIONETTA PUGNALE TIPO M4 PER FUCILE D'ASSALTO BERETTA AR 70/90

Analoga al modello americano, è caratterizzata dall'impugnatura realizzata in sintetico zigrinato, co lor verde o nero attraverso il quale passa il codolo che, incastrandosi nel cappuccio vi è assicuraro da una vite con testa a croce.

Il cappuccio di perimetro rettango lare con i lati stretti diversamente a r rotondati, porta lo spacco per il fermo di baionetta ed un sistema di svincolo analogo a quello del modello similare con disegno delle due alette leggermente diverso; nella faccia inferiore presenta quattro risalti che si incastrano in altrettanti incagli dell 'es tremità superiore de ll ' imp ugnatura Anche il fodero è analogo a quello del modello precedente.

L'ane ll o di crocera è di di ametro standard (22 mm) per le forze NATO dovendo accog li ere il tromboncino lancia-granate di tipo unificato per i paesi dell'alleanza. Lama, crocera, cappuccio sono parkeri zzat i neri.

Lunghezza corale 291 mm; lunghezza lam a 162 mm; larghezza tallone 22 mm , spessore callone 14 mm; diamecro incerno anello 22 mm.

!l fucile 70190 divenuto, con il contratto del dicembre scmo (1991 ) arma d'ordinanza dell'Esercito italiano.

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BAIONETTA PUGNALE PER FUCILE AR 70/90

- FODERO SPECIALE - NON ADOTTATA

Questa versione della baionetta per fucile d'assalto Beretta 70/90 ricalca la forma del modello M4 con guance in plastica nera zigrinate con la differenza che la lama porca a circa un terzo della lunghezza, a partire dalla punta, una finestra rettangolare con i lari stretti arrotondati destinata ad accogliere il perno dj rotazione a T presente sul puntale del fodero. Questo insieme serve come pinza taglia.fili, secondo w1a moda ormai diffusa in quasi tutti gli eserc iti.

Il fodero, quindi, in fibra con anima in acciaio, è simile a quello M 8 Al ma con un particolare tipo di pw1tale che assolve a varie funzioni oltre quello di taglia.fili. In un foro terminale passa un correggiolo in dakron per legare il fodero alla coscia. Il passante in cela invece di essere sul fodero è fissato con due rivetti ad un elemento metallico che termina in un largo moschettone al quale si aggancia il lembo posteriore della cappa con wùpposica fessura rettangolare: ciò per consen tire il rapido sgancio del fodero per utilizzarlo come caglia.fili. I fornimenci sono parkerizzati. Larma è parkerizzata in un color grigio molto cupo. Il passante porta il sistema di aggancio per il cinturone tattico, simile a quello americano.

Questo tipo di baionetta con fodero speciale, è compresa tra le specifiche richieste alla Beretca dal nostro Ministero della Difesa. È stara ordinata e realizzata in Germania ma non è stata approvata: il fucile AR 70/90 monterà la bafonetta tipo M4 descritta alla pagina precedente.

Lunghe-1.za corale 291 mm; lunghezza lama 167 mm; larghezza callone 22 mm; spessore tallone 4 mm; diametro interno ane llo 22 mm ; lun ghev.a fodero (passante escluso) 246 mm; lungh ezza fodero M8 Al 192 mm.

La baionetta speciale per il faci/,e 7 0190 presentata per l'approvazione non è stata adottata (dicembre 1991)

I 70/90 utilizzeranno la baionetta illustrata alle pagine precedenti.

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BAIONETTA-COLTELLO SPERIMENTALE PER FUCILE D'ASSALTO BERETTA AMX 160

Baionetta-coltello prodotta dalla pratese Exrrema Ratio rompe con gli schemi precedenti ed è, in pratica, un "coltello da combattimento" inascabile che nelle linee generali rivela tratti comuni con le note armi bianche giapponesi tradizionali.

Lama full-cang in acciaio al cobalto tagliato a pacchetto mediante laser, presenta due sgusci simme trici rettangolari di alleggerimento che interessano il dorso e i lati per 62 mm. Linizio del filo, dal tallone, è seghettato per 50 mm. Tutte le parti metalliche sono rivestite da una durissima pellicola protettiva color grigio scuro

A circa un terzo dalla punta un foro rettangolare dai lati minori arrotondati accoglie un perno a T che sporge al centro della parete esterna del puntale del fodero sagomata a becco con spa ll a a sp igolo vivo. Il perno costituisce l'asse di rotazione della lama il cui dorso, in quel punto, è anch'esso a spigo lo vivo formando così, col puntale, una cesoia capace con uno sforzo accettabile, di tranciare il filo spinato anche se elettrificato ad alto vo ltaggio , grazie al notevole isolamento delle due porzioni impugnabili: il manico del coltello realizzato in Fosprene Standard NATO e il fodero in nylon nero e fibra di verro, robustissimo, nervaco orizzontalmente, alla cui es tremi tà inferiore è saldamente applicato il puntale. Sul retro è fissato un settore rettangolare abrasivo per riprendere il filo della lam a .

Il fodero è inserito in un falsofodero in poliammide mimetico marrone e verde con cinghiaggio nero regolabile da cint ura, coscia e polpaccio, con chiusure a velcro; cinghiette a due e quattro bocconi a pressione trattengono coltello e fodero al falsofodero; ali' estremità di ent rambi, due fori coincidenti accolgono i due den ti di una piastrina rettangolare con viti al verso, destinata a unire le due parei. La piastrina è facilmente rimovibile per la pulizia.

Il manico è chiuso in basso dal calciolo d 'acciaio, piatto, coi lati minori arroton daci , con spacco per il fermo di baionetta; vi è annegata l a vice a brugola, l'unica dell'arma, che fa presa nell 'estremità del codolo; d alla quale sporgono le due brevi alette di svincolo.

Una lamella elastica di pezzo con la bocchetta, impedisce al coltello la fuoriuscita cas uale dal fodero per scivolamento.

La crocera piatta, spessa 6 mm, aggetta appena oltre il manico

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e posteriormente si prolunga nell'ampio anello destinato ad accogliere la volata munita di spegnifiamma.

Lunghezza tocale 308 mm; lunghezza lama 180 nun; larghezza tallone 30,3 mm; spesso re tallone 6,5 nun; diametro anello 22.2 nun.

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BAIONETTA-COLTELLO PER FUCILE D'ASSALTO BERETTA A.J\11X 160

È la baionetta attualmente in uso nel nostro Esercito . Le caratteristiche sono quelle descritte per la baionetta sperimentale. Le differenze consistono nella mancanza del sistema rranciafili, quindi la lama è priva di foro e il fodero del puntale.

Il manico, come quello della "speri mentale", offre una buona presa anche con le mani bagna t e nel caso di uso come coltello da combattimen co .

Il fodero, p iù semplice e convenzionale di quello sperimenrale, è inserito in un falsofodero in poliammide mimetico con il solo ci n ghiagg io da cintura; lunga patta con chiusura a sgancio rapido.

Particolare che richiama le vecchie baionette Mannlicher ' 95: a baionetta inastata il filo caglienrissimo è rivolto verso l'alto (cioè a rovescio rispetto al solito) sistema veramente micidiale specie se app li cato con la vecch ia tecnica austriaca.

La baionetta viene usata solo ne l l'AMX 160 versione "lunga" se privo di lanciagranate che, essendo posto inferiormente, sarebbe ostacolato dal la baionetta.

Lunghezza t<>tale 308 mm; lunghezza lama 180 mm ; larghezza tallone 30,3 mm ; spessore tallone 6,5 mm; diametro anello 22,2 mm.

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baionetta inglese mod. 1907

baionetta tedesca mod. 84/98

baionetta americana M4

baionetta '9 1 per Enfield N 3 MK 1

baionetta per Bcretta mod. '18

baionetta '91 per E nfield N 3 M K III

modello 1891

baionetta per Berecta 18/30

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baionetta inglese N 4 J\11 K TI

baionetta '91 per Enfield N 4

baionetta Ml produzione ital iana

baionetta a mer icana M 5

baionetta per mitra '38 A

baionetta per '91/38 terzo tipo

baionetta per '91/38 seco nd o tipo

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BAIONETTE GIOCATTOLO

Il tipo più diffuso di fucile giocattolo negli anni dal 1930 al '40 fu sic uram ente quello c he ric alcava il «Ba lillino » della ONB. Qu esti fucili real izzaci in l egno e l am iera stampata e piegata usavano i normali «fulminanti » rossi, circolari, impiegaci anche nella vers ione inert e del mosc hetto Balilla. Se ne trovano di vario tipo e dimensioni, ma cucci co n la caratter ist ica baionetta pieghevole ovviamente a punta smussata e per lo più realizza ta in lamie rin o di ferro pi ega to e brunito o verniciato in n ero.

Esiste anche w1 «balillino» giocatto lo molto più curato di quello descritto, di dimensioni leggermente minori del ve ro mosc hetto Balilla, co n le parti metal! iche - ad eccezion e del serbatoio che è in lami era - realiz:zate in zama, con la braga fusa alla canna e con la baionetta, pure in zama, che si chiude e si innesca sem pUcem enre tirandola avanti o indietro e Facendola ruotare, ma non es iste siste ma di fer mo.

Esistono però anche esemplar i di giocattoli riproducenti in modo più o men o ap pro ss im ativo anche il fucile 91 co mpleto d ell a relativa baionetta inasta.bile, della qual e vengono qui m ostraci due esem plari diversi tra loro. Il prim o ha il fomimenco tutto in lanuera scampata simulante U cappu ccio e i rivetti e co n le guan ce tte real izza te per verniciatura della lami era; il tutto in so li quattro pezzi: impu gnatura vera e propria, fondo del cappuccio con vano quadrato al posto d ello spacco, crocc ra e boLro ne della crocera. La lama di lamiera dolce, con il codolo ripiegato sul fondo del cappuccio, è fissata alla croce ra e all ' impugnatura con due sp inarci . li foderino era in lamierino piegato, fornico di un a adeguata casca in cartone «tipo cuoio», fiss ato al fod ero da un ri vetto.

li seco ndo ti po è meno aderente alla realtà per la presenza dell'impugnantra dentata, la stessa ut ilizzata pe r le sciabole giocattolo e per il bordo sporgente dell 'elemento costituente il fondo del capp uccio.

Sopm , baionetta in ktmierino piegato e verniciato per Jùciletto n tnppo «tipo » 91. Sotto, baionettn delJA miniawm Annodelli del '91 da cm'llll.erin ed una in lamiera per un giocattolo fimzionante 11 fit!minanti, degli ultimi 11m1i Trenta-primi Quamnta.

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Il bottone della crocera è in due pezzi concavi fissati all'estremità del ramo da w1 sottile spinotto ribattuto.

And1e qui un foro quadro serve da spacco. Sul dorso, in basso, è impresso <<Brevetto N. 418/1829»

Non si sa se di questo esemp lare esistesse il fodero ma è assai probabil e di sì, v isto che per realizzarlo bastava utilizzare uno spezzone di fodero della stessa sciabola giocattolo, della quale si utilizzava l'impugnatura e parte della lama con il suo dorso tondo.

Va infìne ricordato a questo punto il piccolo 91 da cavalleria della Armodelli, comparso sul mercato Lma ventina d'anni fa, con calcio in legno in un sol pezzo, cinghiecta con fìbbia e parti metalliche fuse in zama : la piccola baionet ta di questa miniatura si apre e si chi ude proprio come quella descritta.

Sopra, miniatura della Armodelli. A sinistra una cartolina del primo Novecento: notare il facile con sciabokt baionetta. !n basso, baionetta. di un moschetto BaliL/,a del tipo inerte, a fa/minanti.

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BAIONETTA TUTTOFARE

Al di là dell'immagine romantica e risorgimentale della baionetta tesa in avanti sui fucili dei fanti piumati, dei granatieri, al di là delle apoteosi, delle simbologie più o meno banali, nella realtà del semplice fante, umile e sconosciuto, la baionetta assunse ruoli totalmente diversi, contrapposti all'iconografia ufficiale. E ben ne ha riassunti gli aspetti il Generale Vittorio Luoni in una gustosa pagina del suo diario del periodo passato in Russia, recentemente pubblicato a cura della Rivista Militare.

Per il fante, la baionetta era un attrezzo polivalente che sopperiva a numerose necessità al fronte: era insieme scw-e e apriscatole, picchetto da tenda e colcello per Upane o il formaggio, era cacciavite, era attaccapanni nel rifugio e vanghetta per scavarsi un precario riparo, o per saggiare il terreno in cerca di mine. Ed anche e non solo al cinema, rasoio. Ma nel tempo ebbe i ruoli più diversi: le vecchie baionette a manicotto, a lama triangolare, piantate in terra o in un rozw tavolo o su una panca, servirono egregiamente da candeliere. Dopo la battaglia delle Piramidi, molti soldati dell'esercito napoleonico piegarono a gancio le loro baionette e, assicuratele con una legatura alla canna o a pertiche o canne di fìw11e, se ne servirono per recuperare dalle acque del Nilo i cadaveri galleggianti dei Mamelucchi che portavano sempre con sé le loro ricchezze.

La tavola a destra, significativa esemplificazione del Gen. Vittorio luoni dell'uso de/I.a baionetta: è tratta da/I.a sua opera " Un anno sul fonte msso» edita dnfl.a l?ivista Militare.

Un'immagine inglese della Guerra di Crimea: originale l'uso delle baionette, probabilmente msse raccolte sul campo, che legate attorno al paw centrale della tenda forniscono un curioso quanto valido candeliere.

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Sopra, baionetta mod 1822 utilizuita come candeliere. in secondo piano un fù.cile modello 1842 ed un cinturone della Guardia Nazionale con daga efodero per la baionetta. A sinistra, in basso, la baionetta usata per rintracciare e disinnescare mine: la foto è sta.ta scattata in Africa settentrionale; in alto, I.a baionetta: apriscatole eposata insieme.

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Le immagini di canti film e canee foto deUa seconda guerra mondiale ci hanno mostrato poi tanti fucili con baionecca piantati in terra con sul calcio un elmetto: segnalavano la presenza di un caduto.

Con la baionetta si arrostivano pezzi di carne su fuochi improvvisati, si cagliava aUa meglio l'erba per i muli, o la si usava per schiodare coperchi delle cassette di munizioni o di razioni così come la si usava come presa a terra per un impianto radio o anche, sempre più raramente avvicinandosi a noi nel tempo, guarda caso, in cima al fucile come arma d'assalto.

Un insieme piuttosto insolito è costituito daUa baionetta inglese N 4 MK II e dal picozzino da campo britannico (forse distribuito anche aUe nostre Forze Armate) e che, a quanto pare, non incontrò molto

Nelle foto di questa pagina e della seguente un insieme non comune che a prima vista ricorda la baionetta per la scure da zappatore illustrata nella prima parte; in realtà la baionetta serviva in questo caso sollJ per rintracciare le mine, non per combattere.

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successo presso la truppa. Il manico del piccozzino (smontabile) era munito inferiom enre di una cesta metallica che ricalcava dimensionalmente la forma e le caratteristiche della volata del fucile inglese MK IV sulla quale si poteva inastare la caratteristica baionetta a chiodo. L'uso non era, in questo caso, come si può pensare per combattimento bensì come w1a sonda per rinu-accia.re le mine.

CURIOSITÀ

La croce nel ghiaccio

Molti anni fa, un amico iscritto a.I CA.I. durante un'escursione sul ghiacciaio della Presanella, intravide inglobato sotto uno seraCO sottile, tra.sparente, questo crocefisso che recuperò con pochi colpi di picozza. Quando me lo mostrò, non nascosi un brivido di commozione . Cosa poteva raccontare quell'inconsueto , umile cimelio realizzato alla meglio? Le guancette un po ' rozze, rifatte con comuni pezzetti di legno d'abete, sono tenute da due comunissime viti a legno Forse qualche cappellano aveva salvato solo un pezzo di croce del suo altarino portatile distrutto. E forse, un ignoto soldato, con il crocefisso e con quel che aveva trovato in trincea, gli aveva arrangiato quella croce perché potesse dir Messa Come poi s ia finito nel ghiacciaio resta un mis tero.

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La '91 sul "Malfatti"

Vecchia, brutta immagine ingiallita di un fascicolo trovato in un mercatino, scampato sulla carta povera usata per pubblicazioni popolari per lo più a fascicoli, dopo la fine della guerra ' I 5-18: mostra un a ardito in posa "lindo e pinco", con divi sa sc irata, corazza ed elmo Farina, mos ch e tto a tracolla, giberne sul venere, nella destra un "cagliafili Malfatti" munito di baione tta ' 91.

Il taglio dei reticolari avveniva per lo pit1 di notte e il lungo manico serviva a t e n ere decentrato il sodato rispetto a punto di raglio sul quale le sentinelle austriache avrebbero subito sparato udendo il tipico suono secco del filo tranciato.

La baionetta era una flebile, ipotetica, speranza di difesa in caso di incontro con una pattuglia nemica. Quasi una specie di a muleto scaramantico.

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IBaionette monumentali Sul lungomare di Marina di Pietra.santa, in Versilia, in una piazza adorna di fiori, cespugli, alberi compare un monumento originale, inconfondibile: su un semplice basa.memo a scalino posa un simbolico muro di pietra che reca anteriormente una semplice lapide: "Marina di Pietra.santa ai suoi caduti". La scritta, cambiato il nome della località, è ripetuta su non so quanti monumenti ai caduti in cittadine, paesi e paesini in tucca l'lcalia. Ma questo, sobrio e a suo modo solenne, di candido marmo delle incombenti Apuane, si differenzia dai vari pilastri, colonne, basamenti più o meno ornati, cimati di bronzei braceri, stelle raggiare, corone d'alloro o al ero

Avvolto dal verde, appare fiancheggiaco da due ali dritte, rigide; ma basta spostarsi verso i lati per accorgersi che sono le lame di due sti li zzate ma riconoscibili baionette '9 1. Ricavate nello stesso candido marmo apuano, sono un simbolo molto più "vero", più vicino a chi cadde impugnando l'eterno, fedele, ingiustamente vilipeso, "fucile '91.

Ma non cercacelo più in quella piazza: forse qualcuno ha pensato che tale "memento mori" potesse disturbare i bagnanti e l'ha fatto spostare meno in vista, nella piazza successiva, verso monte. Tra i banchi del mercato del sabato!

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La Vetterli e lo spartito

Sembra una strana baionetta ispirata alla Vetterli; in realtà è un leggio appartenuto a qualche banda musicale cittadina, Associazione sportiva, di mutuo soccorso, pubblica assistenza o di guardie municipali .

Il manico è vuoto, in lamiera d'ottone, e racchiude gli elementi (oggi purtroppo in gran parte perduti) snodati e ad incastro che componevano il leggio per lo spartito; la "lama" era composta da ere "zampe" pieghevoli su se stesse che, aperte, costituivano il treppiede, a dire il vero non molto stabile.

Fodero in cuoio nero con cappa e punta le in ottone del t ipo d'ordinanza, comp lero di casca. Non vi compare alcun marchio, lettera, o altro segn o che possa dare ind icazioni di proven ienza anche solo in ipotesi .

L388
l

PUGNALE-BAIONETTA-RICORDO

Si tratta di una versione ridotta della baionetta per fucile 91: quando un ufficiale di Stato Maggiore riceve una nuova destinazio ne riceve in dono un piccolo pugnale riproducente appunto una baionetta p er fucile '91 in scala ridotta, con parti metalliche cromate e con incassato nelle guancette il fregio in metallo dorato della Scuola di Guerra: un'aquila ad ali spiegate circondata da fronde di quercia e di alloro.

Di questo pugnale-ricordo esiste anche una versione costituita da un supporto rettangolare, di cuoio, su l quale sono fissate due fascette encro le quali v iene inserita la lama. In questo caso il fregio della Scuola di Guerra è applicato sulla fascetta superiore. Sono previsti anche astucci in legno rivestiti internamente in velluto.

La baionetta viene prodotta su apposita commessa dallo S.M.A.L. (S tabilim ento Militare Armamento Leggero Terni) ed a seconda della destinazione reca incisa la seguente sericea : Il Capo di Scaco Maggiore dell'Esercito Italiano (seguita dalla riproduzione della fìrma autografa dello stesso).

\ \ \ \ ' ' 389 1 l s 1 I
Lw1ghczza rotale 225 mm; lw1ghczza lama 162 mm; largheaa tallone 12 mm.

La '91 sul tavolo

I..:idea della baionetta '91 "omaggio" prodotta a Terni è stata ripresa in campo civile in alcune occasioni.

Un primo gruppo apparve qualche decennio fa ed altre ne seguirono in diverse dimensioni e materiali come oggecco ricordo o pubblicitario . l purtroppo scomparsi "Ar migeri del Piave" in occasione del loro Trent ennale ne fecero realizzare 200 numerate, in astuccio , con certificato di garanzia, guancette in legno, lama con inciso "Circolo Culturale Armigeri del Piave-1973-2003 ".

Le lame, infatti, si prestano ad accogliere mocci o dediche . Ne fu commissionato un numero imprecisaco, versione spillo (35 mm ca), per una fes ta di un Circolo Ufficiali o di una Scuola Mil i tare.

La più piccola de ll e tre in foto è stampata in un solo pezzo in ottone argenraco; sul tallone è riportaco , a destra , l'elmo da dragoni con cimiero dorato e fascia nera; su lla lama la scritta "6° Milimarche 26-28./8/99"; a sinistra "A.P.T. Civitanova Marche".

I rre esemplari misurano rispetti vamente 255-240-160 mm.

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TASCHE E BUDRIERI

In origine le baionette venivano porcate in un'apposita casca del budriere (l'ampia tracolla passata dalla spalla destra al fianco sinistro) posta, ove fosse previsto, accanto a quella che alloggiava la spada o il briquec, ossia la corta sciabola propria di molti reparti a piedi. Il fodero era allora in cuoio con il lembo superiore risvoltato (o anche riportato) cucito parallelamente al bordo superiore: la cuci cura fissava anche una linguetta di cuoio (in genere bufalo bianco) che si allacciava a una fi.bbierra posta sul davanti della tasca fìssando così il fodero al budri ere

Da sinistra, un budriere settecentesco e uno toscano metà Ottocento. Sopra, la cappa in ottone di una baionetta piemontese con gancio in ferro a cruna d'ago adottato nel 1846.

Nella tavola, fila in alto, da sinistra, tasca piemontese anteriore al 1846 tasca poste1iore al 1846, tre versioni della. Gua,dia Nazù:male. AL centro, da sinistra: tasca per baionetta Verterli corta, 7A; cintura con tasche per daga da pontieri e baionetta in uso in Piemonte intorno al 1840. Fila in basso, da sinistra, due tasche per baionette Vederli, due per '9 l, quella. di tipo inglese per le baionette '91 modificate per l'Enfield, due tasche per '9 ! /38 accorciate durante la. R.S.1

392
o CJ D 1--i o 1 u~r o I I f 1J 1 I r:l I ç-~ :r; \ , ~-":':jt\ : ___,, ì;ì1!/iil \ .. ' I 1~;;1iiE:, I \ t. ,• 'I'~.,,t:~1 r:: ::: t: ~~Jiqt: -e::::, ,i,,i,~ .~~ I I r ..:.;iU, ,; / I ['r:·•·'r-'C, h JLJ!!?:?:?: a ',______d, I !):.,W:a•n -----·.... i.f:~:,.~:t ;}' li I ~!"i!,1/.t.11i ~i ,_,,.... ' I ,::r./sl:<:i /, -cr ,... .,. .ur"~':P.tn ;;;· , I I t~l1.~:, 1. ,, ;i ' I l ! ·,ifl l y ',,..___,j, , ( ./' ' I 393

Successivamente, per i reparti non dotati di sciabola il budriere venne sostituito da una «borsa» (o tasca) da briquet (la stessa che ospitava la sciabola modello 1814 cio è quella oggi nota come «da carabinieri », per intenderci) e il fodero venne dunque munito di una cappa in ottone munita di un gan cio in ferro, piuttosto lungo, che si inseriva nell 'occhiel lo destinato in origine aJ fissaggio del fodero della sciabola.

Da notare che fino ali ' agosto del 1833 i foderi erano forniti privi di puntale metallico che veniva applicato a s pese dei r e parti: in quel mese, un' apposita disposizione previde che i foderi venissero fornici comple ti.

Per i reparti che oltre alla baionetta portavano la sciabola, n ell'aprile del 1846 venne prescritto che alla tasca di quest'ultima venisse app licata una «camera» di «corame» destinata ad accogliere il gancio della baionetta: si tratta di una corta striscia di cuoio disposta verticalmente e cucita ai due lati lun ghi sul davanti della casca. Il gancio in ferro del fodero della baionetta fu allora, a seguito di quanto prescritto dalla stessa disposizione , forato da uno spacco verticale all' estremità (tipo crw1a d ' ago) per accogliere w1a cinghiecca con fibbia, cucita al fodero e destinata ad essere chiusa su se stessa una volta infilato il gancio nella «camera» Questo sistema fu l'ultimo in ordine di tempo ad essere

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Budriere piemontese del 1814 circe, Sotto, la baionetta Vetterli corta per /,e truppe d'Africa con la sua tasca

Cuarna vista

dall'esterno

GUAINA DA S[CACCIO

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Jel sol<lalo

In alto, la guaina da segaccio del 1812 e la stessa modificata per la baionetta del Vetterli. A sinistra: liceo militare della Nunziatella, /,o scambio della tradizionale «stecca». Le buffetterie bianche sono caratteristiche degli Istituti Militari, Accademie ecc. ma anche dell'alta uniforme o dell'uniforme dei picchetti, guardie d'onore ecc. della Marina e di altri reparti.

f Il
(Tavola 10•) a Guaina vista d dalla parte che corrisponde al fianco
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adottaro nell'esercico piemontese e rimane in uso fino alla sostituzione delle baionette a manico e gh iera con le sciabo le baionette, negli inoltrati annj Settanta del seco lo scorso.

Venne disposto, il 5 maggio 1851, che il fodero della baionetta dei pontieri fosse mw1iro di un gancio alla cappa in sostirnzione del bottone «a mandorla,>

Successivamente vennero realizzate delle «borse>> adeguate alle armi alle quali erano destinate. Il budriere rimane in uso presso i Carabinieri ancora per qualche tempo (20/9/1870 Nota n. 159 - soppressione budriere portabaionetta per CC. a cavall o), dopo il s uo abbandono da parte degli altri reparti dell'esercito.

Abbiamo già detto della (<camera)> applicata anterio rm ente alle borse da sciabola; con l'avvento della sciabola baionetta vennero create apposite tasche a una o due b ranche (o passanti) per appenderle al

Tasca con baionetta per la daga adoctata nel 1843 per i granatieri. A sinistra, uniforme della fanteria piemontese del 1856 Si nota. la tasca per h baionetta. Nella pagina a .fronte, in alto: granatiere con borsa mod. 1927 per picozzino-zappetta e baionetta. Sotto, tasca in cuoio naturale per mannarese e baionetta. Accanto, da sinistra, borsa mod. 27 picozzino-zappetta e baionetta; borsa in tela grigia della Regia Marina con gravinetta; borsa e copri-lama in pesante tela grigia, del Btg. San Marco per picozzino

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cinturino: erano reaJizzate in cuoio nero o imbiancato o in bufalo a seconda dei reparti e de l tipo di buffetterie con le quali erano equipaggiati. I reparti di Guardie Nazionali ebbero talvolta le buffet-terie - giberne comprese ma cinmra, ovviamente, esclusa - reaJizzate in cartone catramaco o verniciato «uso cuoio» che durava quel che durava ma ovviamence costava poco. l'. uso del cartone per impieghi militari ha evidencemence, nel nostro Paese, origine antica. Ma se nel caso della Guardia nazionale non aveva partico lare rilevanza pratica, fu veramente gravissimo, delinquenziale, in occasione d ei due conflitti mondial i. Ma non è argomento per questo lavoro.

[equipaggiamento destinaco alle Truppe d'Africa fu realizzato in cuoio naturale, che assumeva col tempo il ben noto colore scuro. Così avvenne per le speciali tasche delle baionette coree del Verterli special-

mente destinate alle Truppe d 'Africa appunto che marrone ebbero anche il fodero Però oltre mare vennero poi inviati anche reparti armati con le lunghe sciabole baionette che ebbero tasca e cinturino in cuoio namrale con foderi neri.

Lo stesso valse ini zialmente per le tasche delle baionette 91 ch e però rapidamente ve nnero realizzate in cuoio grigio verde, colore poi rimasto in uso fino all'abbandono di tali armi.

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La presenza di tasche dj foderi bianchi può dipendere da due fattori: il primo regolamentare-buffetteria da parata, alta uniforme, picchetti d'onore ecc.; il secondo occasionale e messo in essere per iniziativa di reparto come ragioni di mimetizzazione sulla neve e così via. Sta di farro che è spesso accaduto che per iniziativa di comandi di reparto, piccoli quantitativi di buffetterie (foderi compresi) s iano stati verniciaci in bianco in occasione di speciali manifestazioni, scorte, ricevimenti: si tratta in questo caso di materiale fuori ordinanza al quale sono state talvolta accostate baionette appositamente cromare.

Baionette con foderi e buffetterie bianche sono state usate, e in qualche caso lo sono ancora, per scuole e accademie militari, per compiti e uniformi speciali o da parata.

Zappatori, genieri, pontieri, o comunque solda ti ai quali venivano affidati attrezzi particolari per lavori campali erano dotati , per questi, di appos ite rasche che comprendevano anche attacchi per il fodero della baionetta in clorazione. Questo s istema, già in uso nell'Ottocento, sopravvisse fino al seco ndo conflitto mondiale. Va precisato che già dai primi del secolo le buffetterie della Marina, comprese le tasche da baionetta e quelle per attrezzo e baionetta erano realizzate in pesan-

A sinistra i picozzini da fanteria, e de! Btg. San Marco; vanghetta; picozzino-zappetta con baionetta TS. in alto ki borsa modefw 27per attrez:w e baionetta, in cuoio grigioverde.

Nella tavola, in alto, da sinistra: borsa in cuoio naturale per mcmnarese (ne esisteva una simile per la roncol.a); borsa modello 27 con picozzino-zappetta e baionetta con fodero liscio. Al centro, borsa mod. 27 con vanghetta. In basso, da sinistra: gmvinetta con baionetta TS e picozzino da fanterit1 con baionetta.

398 o •.. -- ·
I , I I I : I I I I I ' !/ I 399

ce cela grigia. Dopo la seconda guerra mondiale, la Marina continuo a utilizzare buffetterie in cela di tipologia britannica comprendenti tasche in cela bianca per picchetti d 'ono re, parnce ecc.

Con l'adozione del cinturone tattico e dei foderi di tipo americano con attacchi metallici, la borsa o tasca che dir sì vogli a, scomparve.

La tavo la mostra la serie di tasche mod . 1927 per actrez.w e baionetta 91. In alco a sinistra picozzino per fanteria; a destra, picozzinozapperra; socco, da sinistra; gravinetta con baionetta TS; vanghetta, mannarese. Esisteva una «borsa» simile a quella del mannarese anche per la roncola. Il 1O aprile del 1927, veniva adottata la «borsa porca attrezzi leggeri da zappatore e sciabola baionetta 91, modello 1927», borsa che doveva essere realizzata modificando opportunamente quella della baionetta 91

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A sinistra, dall'alto, due vanghette: una con fodero in tela grigi.a ed una con tasca mod 27 in cuoio grigi.(Jverde. SottQ, inconsueta riutilizzazione di una borsa mod 27 priva, oprivata, deluz tasca anteriore. Sopra, fante in divisa invernale, con borsa mod 27 con vanghetta e baionetta.

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Tasca accorciata per iniziativa personale durante /,a R.S.l per una baionetta '38 ultimo tipo.

APPENDICE

LA BAIONETTA E LA LEGGE

L'accurato studio che si riporta in questa appendice è dovuto al Dottor Angelo Vicari, attento studioso della materia legale legata a/Le armi e autore di numerosi articoli pubblicati dalla rivista mensile <<Diana Armi» pubblicata dalla casa editrice Editoriale Olimpia. La normativa relativa alle armi, sia da sparo che bianche, ha subito nel tempo frequenti modificazioni, così da ingenerare numerosi dubbi nell'applicazione pratica della stessa.

Si è dovuto, infatti, registrare un proliferare di leggi, troppo spesso, non coordinate, che hanno creato una stratificazione di diverse disposizioni, anche era loro contrastanti.

Ciò è dovuco soprattutto a l fa eco che in tempi recen ci, in particolar modo nella maceria delle armi, il legislacore è stato costretto ad emanare leggi speciali sollecitato da reazioni emotive di una maggioranza preoccupata dal dilagare della criminalità organizzata.

Cerchiamo, dunque, di riunire i pezzi di quesco mosaico per chiarire in quale normativa debba essere inquadrata la baionetta.

Larticolo 30 del T. Unico delle Leggi di pubb li ca sicurezza('), nel definire il concetto di arma, recita cestualmence: «Agli effetti di questo testo unico, per armi si intendono: I ) le armi proprie, cioè quelle da sparo e tutte le altre la cui destinazione naturale è l'offesa alla persona (omissis)».

Tale definizione ricalca quanto g ià previsto dal codice penale

(2) che, agli articoli 585 e 704, stab ilisce. «Agli effetti della legge penale, per armi s'intendono: I) quelle da sparo e tutte le altre la cui destinazione naturale è l'offesa alla persona; (omissis)>> .

Per guanto riguarda, infine, le cosiddette armi bianche l' articolo 45 del Regolamento per la esecuzione del predetco cesto unico

(') specifica che <<(om issis), sono considerate armi gli strumenti da punta e da taglio la cui destinazione naturale è l'offesa alla persona, come pugnali, stiletti e simili».

Alla luce di quanto sopra esposto non v i è dubbio che la baionetta debba essere inquadrata nella specie delle armi proprie «bianche », tenuto conto che è stata progettata esclusivamente per l'offesa alla persona, essendo uno strumento per l'attacco-difesa

(I) R.D. 18.06.1931 n. 77

(2) R.D. 19. 10 .1 930 n. 1398. (3) R.D. 06.05.1940 n. 635.

404 o b ./i.A/t•,•."ç4•7,4 ,val) /F'Y.' _____,, /UION6TfA 1'61/ 4/l"J'."I fil ----t T I
3.
Baionette italiane (dall'opera del Oa vctrino).

individuale negli scontri ravvicinati tra eserciti. Come cale, quindi, è soggetta a tutta la normativa relativa alle armi «bianche»

È da rilevare, però, che l'art. 33 del Regolamento per l' esecuzion e del TU. delle leggi di pubblica sicurezza, stabil e ndo quali fossero da considerare armi «da guerra», inseriva in qu esta categoria «(omissis) le a r mi di ogni specie, da punta, da taglio e da sparo, destinate o che possono essere destinate per l'armamento d elle truppe nazionali o straniere, o per qualsiasi uso militare»

Considerato, quindi, che il suddetto articolo inquadrava nella categoria delle armi «da gu.erra» anche quelle «bianch e» , si doveva arrivare al la conclusione che anche la baionetta, oltre ad essere classificata come <,arma», doveva qualifìcarsi «da guerra»; raie definizione comportava problematiche non indifferenti anche per il detentore di una sola baion etta arrugginita, dimenticata in cantina, in quanto non era sufficiente la semplice denuncia di detenzione di cui all ' art. 38 del TU. delle leggi di pubblica sicurezza, ma era necessario richiedere la licenza di dete nzione di arma da guerra al Ministro dell' Interno, ai sensi dell'art. 28 del suddetto TU (4 ).

Dunque, il detenere una innocua baion e tta era cons iderato pericoloso per l'ordine e la sicurezza pubblica tanto quanto una mitragliatrice.

Co l passare degli anni, ino i tre, la posizione del detentore illegale di baionette si anda va ulteriormente ad aggravare con la pubblicazione delle legge 2 ottobre 1967 n. 895, relativa alle nuove «Disposiz ioni per il controllo delle armi», successivamente modificata dalla legge 14 ottobre 1974 n. 49 7 , relativa alle «Nuove norme contro la criminalità». Infatti, con cale normativa si è avuto un sostanziale aggravamento delle pene (5) in materia di armi ed esplosivi

Oltre a ciò è da rilevare che, durante quesco periodo, non vi erano interpretazioni g iurisprud enziali che in parte potessero attenuare il rigore della normativa, ma, al contrario, diverse semenze della Suprema Coree di Cassazione rafforzavano il concecco che la baionetta fosse arma bianca «da guerra ».

La Suprema Corre, infatti, riteneva che la minore pericolosità delle armi da raglio non poceva escludere la destinazione delle stesse all'offe sa e quindi, ove fossero in dotazione alle forze ar(4) Lo stesso ar1. 28 preved eva or igi nar iame n te la pena per il co ntravve n to re d e lla recl usi on e da un mese a ne ~nn i e mu lra d a li re du ecentomila a 01 wce ncomi la, me ne re l'om iss ione di denun cia d i c ui all' a rt 38 era pun ira dall 'a rt 697 d el C.P co n l'a r res to fino a d od ici mes i o co n l' am mend a. ( 5) [are 2 dell a legge 2 o n o bre 1967 n 895, rn odi fìcaco d all'a rt. I O d ella legge L4 o rcobR· l 974 n 497 , p re vede va , pe r la d ete n zio ne ill egale d i u n' a r ma bi a nca d a g ue rra la pena d e ll a recl us ione d a u no ad otto a nni e la mu lta.

405
Baionetta modello '91.

mate , dovevano essere considerate da guerra (6).

La stessa Coree rilevava inoltre che, siccome l'art. 33 del TU. delle leggi di pubblica sicurezza annoverava nelle armi da «g uerra » anche le armi da «punta e da taglio », destinate o destinabili all'armamento dell'esercito, la baionetta, anche se detenuta senza il fucile cui è destinata, era da considerare arma da guerra, cosicché la relativa det enzione illegale integrava il delitto previsto dall'art. 2 della legg e 2 ottobre 1967 n. 895 (7).

La Cassazione non lasciava scampo nemmeno a coloro che, nel dopoguerra, avevano modificato l'impugnatura della baionetta per cagliare meglio il prosciutto, asserendo che anche quella del fucile modello 189 I, sebbene potesse essere con il manico in condizioni tali da non essere pit1 innescarle sul suddetto fucile, potendo ancora ferire con la punta ed i bordi laterali taglienti, doveva essere considerata ancora arma da guerra e non un semplice coltello per usi domestici (8).

Bisogna accendere l'arrivo della legge 18 aprile 1975 n. 11 O, relativa alle nuove «norme integrative della disciplina vigente per il controllo delle armi, delle munizioni e degli esplosivi» perché una normativa così ingiustificatamente restrittiva evolvesse in senso più positivo.

Infatti, con l'art. 1 di <lecca legge, il legis latore del '75 ha inceso ridisciplinare la categoria delle armi da guerra non basandosi esclusivamente sul requisito della destinazione dell 'a rma all 'equipaggiamento di eserciti, come previsro dall 'art. 33 del citato TU., ma introducendo un nuovo criterio va lutativo che si basa sui tre requisiti della: a) spiccata potenzia l ità di offesa, b) destinazione attuale o potenziale al moderno armamento delle truppe nazionali od estere, c) utilizzazione per l'impiego bellico

In base a ll a suddetta norma, quindi , quando un'arma riunisce tmti e tre i citaci requisiti, è da considerarsi da guerra.

Èda rilevare che il citato articolo 1 ha abrogato implicitamente l'ar t. 33 del TU. delle leggi di pubblica sicurezza. Ma, mentre quest'ultimo artico lo inquadrava nelle armi da guerra anche quelle bianche, l'art. 1 della legge 110/75 non fa alcun riferimento a detta categoria, sebbene sia stata inserita la dicitura armi di ogni specie. Ciò ha generaco perplessità nell'incerpretazione della norma. Infatti è sorto il dubbio se l'arma bianca fosse rimasta ne!Ja penna di chi aveva redatto l'art. 1

(6) Cass. Sez. I , 29.12.70 n. 1062. ( 7) Cass , Scz. I. 25.7.72 n. 5151. Cass. , Sez. VI, 14 .4.19 7 5 n. 2915

Baionetta-vanghetta americana dell'epoca della Guerra di Secessione

406
(8) Cass. , Sez VI , 13.2. 1973, n. 1230

in questione, o se il legislatore del '7 5 avess e voluto esclud ere a priori che potesse essere considerata da guerra.

Si scatenò, pertanto, in dottrina e giurisprudenza il proliferare di interpretazioni troppo spe ss o contrastanti tra loro , come al solito a danno dell ' innocuo detenrore di una arrugginita baionetta, sgomento di tant e e tante incertezze.

La domina piL1 autorevole era orientata per raccoglimento della tesi che considerava le armi bianche in ge nere e in particolare la baionette come armi NON «da guerra» (9 ).

La giurisprudenza d e lla Coree di Cassazione, prevalencemente, era oriencata per la t esi opposta sostenendo che, nonostante l'abrogazione dell ' art. 33 , la baionetta era sempre da considerare arma da guerra, poiché ancora in dotazione all 'esercito i tal iano quale strumenco autonomo o incegrativo del fucil e (' 0 ).

La stessa Suprema Corre rilevava che doveva considerarsi arma «da gue rra » qualsiasi arma in dota z ione a reparti militari, salvo che il giudice accertasse che p er le modifiche ad essa apportate o per vetustà l'arma av esse perso in concreto le caratteristich e ini ziali per cui era stata adottata dall 'ese rcito('').

Con ero cale interpreta zione restrittiva alcune sez ioni della corte di Cassazione, in accordo con la dottrina prevalente, affermavano ch e le armi bianche in genere non potevano essere ritenute armi da gu erra (1 2).

Per quanto riguardava poi più in particolare la baionetta si riteneva che quella di tipo militare non era piì.1 arma da guerra, ma rientrava n ella categoria delle armi proprie nella sp ecie quella delle armi da punta e da caglio la cui destinazione naturale è l'offesa alla persona ( 13).

Anche il Ministero de ll'Interno, con circolare diretta a tutti gli uffici di pendenti, ribadi v a che le baionette erano da considerarsi armi bianche NON da guerra (1 4 )

Finalmente una sentenza della Cassazione a Sez ioni Unire metteva fine alla questione se la baionetta dovesse essere considerata

(9 ) Ma-a.a •Incertezze giur isp ru <lem. ia li s u lla cl ass ifì caz ion t <l db ba ionecra• Ri v ista Po lizia, 1978, p. 774: Ve rde - Par ise lla ,, La lcgis la1. io ne sull e ar mi» Roma 8 1, p 4; V ig n a - 13 e ll aga mb a «A rm i M un iz ioni, esp losiv i• Mila n o 91, p. 17; i n ~enso co m ra r io Cancai:;all i «I e arm i e gl i es p los ivi ne ll a leg islazione v igente» Fi re nze, 1986, p. 19

(1 0 ) Cass. , Sel V, 22.3.83 , n. 24 9 4

(1 1) Cass , Se1 Vl, 12 2.80 . n 21 01.

(12) Cass.,Se1 I, 8.1 0. 80 , in Giusti1i a Penale 8 1, Il , 58 1.

(13) Cass , Se? I 1S.4.78 n 439 9 ; Cass , Se2 I , 18 2.82 n 1662

(l 4) C irco la re n. l O C.N./50 .41 54 E81 d el 2 1. 1 l. 8 l.

Baionetta indiana con h ma a fo rma di Kukri nepalese: ci sono d ubbi sull'autenticità di molte di queste armi giunte recentemente nel nostro paese.

40 7 ~;~i( ,:: , ~'i/ i ':,',.,.· ,·, .. I r '" C: ~JrJ • ,l e

arma bianca da guerra ( 15).

Veniva stabiliro, infatti, che la baionetta non può essere considerata da guerra né parre di arma da guerra ma arma propria «bianca» da punta e ragl io, quindi esclusivamente arma propria bianca.

Giustamente la Suprema Coree ha rilevato che il legislatore del 1975 ha omesso di inserire volontariamente le armi da punta e taglio in quel le da guerra, introducendo i nuovi criteri di classificazione della spiccata potenzialità di offesa, destinazione al moderno armamento e per L'impiego bellico .

Mentre il primo dei tre criteri è da considerarsi del tutto nuovo, gli altri due sono limitativi nella classificaz ione delle armi da guerra, rispetto al precedente generico concetto di «destinazione per l'armamento di truppe» previsto dall'art. 33 del TU . Leggi di pubb li ca sicurezza, taci ram ente abrogato.

Né, continua ad osservare la Suprema Coree, si può pensare che nella nuova generica locuzione dell'art. 1 della legge 110/75 (1 6) armi di ogni specie il legislatore abbia voluto inserire anche le armi da punta e caglio, non ricorrendo nelle armi bianche il requisito della spiccata potenzialità offensiva, né quello della destinazione attuale o potenziale al moderno armamento di truppe per l'impiego bellico, né, tantomeno, è ipotizzabile una dimenticanza da parte del legislatore nella formulazione di una norma ricalcata con modifiche e innovazioni su altra precedente.

Per quanto riguarda il requisito della potenzialità offensiva, la Cassazione evidenzia che, in relazione ad una baionetta, non potrà mai considerarsi spiccata poiché le lesioni che può produrre, anche se talvolta micidiali, sono ricollegabili non a caratteristiche tecniche di natura oggettiva bensì, come qualsiasi altra arma da punta e da taglio, a fattori diversi quali la vio len za esercitata e l'abilità d el soggetto che la usa.

Tra l'altro è da evidenziare che diverse armi da fuoco semiaucomatiche, pur presentando caratteristiche balistiche che gli attribuiscono una spiccata potenzialità offensiva come la capacità di penetrazioni e la potenza d'urto, elementi estranei alla ba.ionecra, sono state incluse nel catalogo nazionale delle armi comw1i da sparo.

Accertato che la baionetta non può definirsi arma di spiccate potenzialità offensive, vengono meno anche gli altri due requisiti stabiliti dalla legge per la d efinizione di un'arma da guerra, anche

(
5)
(
408
l
Cass , Scz. Un ., 24 11 84, n. l I 137 in Ri vista Po l izi a n. 8 -9/8 6.
16) Già cicaca Gazzetta Uffi ci ale 2 t apr il e 75, n l 05.
Bai()netta americana da marina progettata dall'ammiraglio Dhalgren nel 1861.

perché detta potenzialità è il presupposto logico per la destinazione al moderno armamento, per l'impiego bellico.

La Cassazione, nella stessa citata semenza, precisa che è opportuno considerare che la baionetta presenta notevoli analogie strutturali con alcuni t ipi di pugnale impiegati in azioni belliche da alcuni corpi di assalto ed il fatto che la stessa sia ancora in dotazion e ad alcuni reparti dell'esercito, non com portando ciò la qualificazion e di d etta arma come da guerra.

Infatti la «mod ernità » di un armamento dev'essere ravvisata nel potenziale offensivo e nell e caratteristiche di impegno derivanti dall'applicazione di avanzate tecnologi e e non n ella disponibilità di armi da fornire a singoli reparti in funzione di determinate operazi oni di guerra ovvero nella destinazione della armi a reparti combattenti.

Né, ritiene l a stessa Suprema Coree, può essere valida l' obiezione che il giudizio sulla potenzialità offensiva di un ' arma è di natura tecnica per sostenere che la competenza a stabilire se taluni tipi di arma debbano essere utilizz aci dalle forze armate spetta all'autorità mili tare

Ciò è ininfluent e ai fini della qualificazione dell ' arma come d a guerra, non essendo il solo requisito della destinazione all'armamento di truppe a qualificare l'arma da guerra, verificandosi che alcuni reparti hanno in dotazione anche armi comuni.

La stessa Coree conclude escludendo la possibilità che la baionetta possa essere considerata pane di arma da guerra, dal momento che è innestata su armi da guerra, per parre, infatti, deve intendersi la porzione di un rutto, considerata da questo serrata o distaccata. Mentre, perciò, vanno considerare parti quelle porzioni che, anche se separabili, ne costituiscono elementi integranti senza i quali l'arma risulta inefficiente (es. caricatore, ottura to re, canna), non possono essere consideraci parti quegli oggetti che per la loro autonomia strutturale non incidono sulla meccanica dell 'arma ma ne costituiscono solo d egli accessori destinati a migliorare l'utilizzazione operat iva (es. cannocchiali, visori notturni, treppiedi) ovvero a consentirne un impiego diverso, come le baionette le quali non hanno alcuna incidenza sulle qualità balistiche e tipicamente operative dell'arma sulla quale sono innestate.

È opportuno evidenziare che la sentenza in questione ha anche il pregio, oltre a definire una volta per rutte la qualilì.cazione giuridica della baionecra, di stabi lire implicitamente, attraverso le suesposte motivazion i, un criterio generale in merito alle armi bianche e cioè che quest' u.ltime non possono mai essere considerare da guerra, al la

409

Baionetta .francese «porte fanion» per fucile Lebel 1886.

luce dei nuovi requisiti stabiliti dall ' art . della legge 110/75 (1 7).

Classificata, quindi, la baionetta come arma propria bianca, illustriamone la disciplina giur idi co-amministrativa, precisando che devono essere applicate tutte quelle norme dove viene usata la generica dicitura di armi e non ove quest'ultima parola sia seguita dal termine da sparo, essendo intenzione del legislatore ricomprendere socco 1a parola armi sia quella da sparo che quelle bianche.

In diversi articoli della Legge 110 del 1975, infatti, ed in altre leggi, come nella 497/74 ( 18) , ove si è voluto limitare il campo di applicazione delle norme alle sole armi da sparo, è stato fatto esplicito riferimento.

Per poter effettuare la fabbricazione di baionette, esportarle, farne raccolta per ragione di commercio o di industria o porle comunque in vendita, occorre la li cen za rilasciata dal Questore ai sensi dell'art 31 del T.U. Leggi di pubblica sicurezza (1 9).

Detta licenza occorre anche per chi intenda effettuare riparazioni, casi come previsto dell'art. 8, comma seco ndo , della legge 110/75 (2°).

Per ottenere la l icenza di cui all'art. 31 del predetto T.U. , relativamente all a fabbr ica zione, commercio (vendita), deposito e riparazione è necessario dimostrare la capacità tecnica, con relativo esame davanci alla commissione provinciale esplosivi, ai sensi dell'art. 8 della legge 110/75.

Il fabbricante, il commerciante di baionette e chi esercita la riparazione è obbligato a tenere un registro delle operazioni giornaliere , nel quale devono essere indicate le generalità delle persone con cui le operazioni stesse sono compiute e quanto al ero previsto dall ' art. 54 del Regolamento per la esec uzione d el citato T.U . (2 1).

È ammessa la compravendita di baionette per corrispondenza, poiché il di vieto esp licito previsto dall'art. 17 de ll a legge 110/75, è limitato al le so le armi comuni «da sparo>> .

È, invece, v ietata la vendita ambulante, per cui la compravendita che spesso avviene ai mercatini è del cucco ill egale (22 ).

Infatti l'art. 37 del T.U. Leggi di pubbl ica s icurezza contemp la la li cenza del Questore per la vendica ambu lante esclusivamente

(17) Vigna-Bellaga mb a No ta n. 9.

(1 8 ) G ià citata

(1 9) San zio nato dall'art. 695 C. l\

( 20 ) S anzi o na to dall' art. 17 d el T.U. L.l\S

(2 1) Sa nzion a to d all' art. 35 d el T. U. L.I~S.

( 22) Sa nzio na to d all' art 696 C. P..

410
Baionetta fran cese per iL fùcife rìlMAS.

degli strumenti d a punta e raglio e non delle armi bianche.

Limportazione delle baionette non è ammessa, poiché l' art. 49 del regolamento per la esecuzione del TU. delle leggi di pubblica sicurezza vieta «l'introduzione nello Stato di armi, di cui non sia ammesso il porto» (23 ).

Può essere concessa decca licenza, sempre come previsto dallo stesso art. 49, quando l' introdu z ione sia richiesta per «comprovate ragi,oni di studio o da chi sia munito di licenza per collezione di armi artistiche, rare o antiche».

Per acquistare una baionetta, sia dall 'arm iere, che da un privato, l'acquirente deve essere in possesso di licenza di porro d'armi, prevista dall'art. 42 del T.U. delle leggi di pubblica sicurezza (24), o di nulla-osca all'acquisto rilasciato dal Questore ai sensi dell 'a rt. 35 del T.U. leggi di pubblica sicurezza (2 5).

Tali autorizzaz ioni sono necessarie anche per legittimare baionette eredita te (26)

Come per le armi da sparo, la detenzione dovrà essere denunciata entro le 72 ore successive all'acquisizion e d ella materiale all 'ufficio local e di pubblica sicurezza o, se questo manchi, al comando dei Carabinieri, ai sensi de ll 'a rt. 38 del T.U. dell e leggi di pubbl ica sicurezza (27) .

Se la baionetta è un cimelio storico della Prima guerra mondiale, deve essere presentata ult eriore denuncia anche al Sindaco, ai sensi dell'art. 9 della legg e 7 marzo 2001 n. 78.

Ai sensi dell'art. 58 del regolamento per l'esecu z ione del predetto T.U. dovranno essere denunciate anche le ulteriori variazioni del luogo di detenzione (28 )

Anche la cessione di una baionetta a persona legittimata a riceverla, dovrà essere immed iatamente comunicata all'Autorità di pubblica sicurezza o al comando Carabinieri, come previsto dallo stesso are. 58 (29). Per quanto riguarda il numero delle baionette

(23) Come ved remo, per le ba ionerce non può essere rilasciata licenza d i porto. Sanzionato da art. 695 C.I!

(24) Licenza di porto di pisto la, d i fucile, di bastone animato

(25) G li addett i agli uffici inte ressat i al rilascio del nulla-osta acquisto cli una baionetta (Qu estura o Commissariato) non dovrebbe ro r ichiedere il cerr ificato del "Jìro a Segno a Naz ionale, poiché du bito che vi sia qualche Se-t ione in grado di rilasciare il cerr ifi caro di idoneità al maneggio di quesc' a rma !

(26) Sanzionati acquisto e, vendita se nza t ito lo da art. 35 del T. U. Leggi pubblica sicure-aa (Cass. Sez. I - L3. 1.89 i n Cass. pen. 89, p 660).

(27) Sanz ionato da arr. 697 C. P. (Cass Se1 Un 24.1 1.84 n 25).

(28) Sanz iona to da art. 221 T.U.l..P.S.

(29) Sanziona to dall'art. 22 1 del T. U .L.l~S.

411

detenibili non vi è alcuna limitazione. Infatti l'articolo I O della legge 110/75, che ha introdotta il numero limite, fa espresso riferimento solo a quelle da sparo.

Non vi è necessità, quindi, di richiedere licenza di collezione anche a chi sia in possesso di un cospicuo numero di baionette, basta che siano denunciate. Né è prevista la licenza di collezione di armi antiche, anche se le baionette in possesso possano essere tali e superior i ad otto, poiché tale tipo di licenza è richiesta solo per le armi da sparo (3°).

li Prefecco, ai sensi dell'art. 39 del TU. delle leggi di pubblica sicurezza, può vietarne la detenzione alle persone ritenute capaci di abusarne (motivi di sicurezza pubblica) o disporre, ai sensi dell'articolo 40 dello stesso testo unico che siano consegnate, per essere custodite in determinati depositi a cura dell'Autorità di pubblica sicurezza o dell'Autorità militare per ragioni di ordine pubblico (mo rivi di ordine pubblico) (3 1).

Vi è l'obbligo da pane di chiunque sia a conoscenza che in un luogo da lui abitato si rrovano baionette (anche se in possesso di altri) di farne immediata denuncia all'Autorità (3 2). La detenzione di parei di baionette non è soggetta ad alcuna formalità, poiché la legge n. 497/74, sanziona solo l'illegale detenzione di parti di armi da guerra e comuni da sparo .

Il porto di baionetta non è consentito poiché l 'a rt. 42 del TU. delle leggi di pubblica sicurezza prevede so lo la licenza di porto d'armi bianche per i bastoni animati (3 3), la cui lama non abbia una lunghezza inferiore a cm 65 (34 )

È, invece, ammesso il trasporto previo avviso al Quesrore della provincia da dove le armi sono spedite, ai sens i d egli articoli 34 del TU. delle l eggi di pubblica sicurezza e 50 del relativo regolamento di esecuzione (-1 5).

A proposito del trasporto , nonché della detenzione, di baionette definibili inefficienti per difetto della punta o del caglio è da evidenziare che riesce diffi cile ca pire l'applicazione dell' esimen -

(30) Decreto Ministero dell'Interno 14 aprile 82 «Rego lamento per la disciplina delle armi antiche, artistiche o rare d i impor tanza sto r ica».

(3 1) Ove non si ottemperi alla consegna prevista dall'art. 39 T.U.L.P.S. si applica l'art. 650 C.P.

(32) Sanzionato dall 'art. 697 C.I\ vedi nota 27.

(33) Ch iam ate anche a rmi cli fantasia.

(34) Sanz ion ato dall'art. 699 C. E, secondo comma (Cass. Sn V, 28.4 .86, n..3257). Se il porro avv iene in una riunione pubblica si app lica la sanzione prev ista dall'~rc. 4, comma quarto, legge 11 0/75

(35) Sa ni ionaro dall'art. 17 del T. U. Leggi pubblica s icurena

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re prevista dall'articolo 5 della legge 21 febbraio 1990 n. 36 , il quale dispone che la detenzione ed il trasporto di armi antiche , inidonee a re ca re offesa per difetto ineliminabile della punta o del raglio, ovvero dei congegni di lancio o di sparo sono consentiti senza alcuna autorizzazione.

Lapplicazione pratica di detta esimerne risulta difficoltosa sia dal punto di vista tecnico per stabilire quando e quanto un difetto della punta o del taglio possa incidere sulla idoneità a recare offesa alla persona, sia dal punto di vista giuridico, in quanto, come abbiamo già rilevato, il regolamento sulla discip l ina de ll e armi antiche, artistiche o rare di importanza storica disciplina solo ed esclusivamente le armi da sparo (3 6 ).

In ottemperanza a quanto previsto dall 'articolo 3 della legge 110/75, non si può intetvenire su una baionetta, diminuendone le dimensioni, perché ciò può ipotizzare il reato di alterazione di arma, rendendone più agevo le il porto, l'uso, o l' occultan1ento (37).

Il comodato di dette armi è ammesso poiché il divieto introdotto dall'a rt. 22 della legge 110/75 fa esplicito riferimento esclusivamente a quelle da guerra e comuni da sparo.

Per quanto riguarda il funo o lo smarrimento, l'articolo 20 della legge 110/75 impone al detentore di armi in genere, quindi anche di quelle bianche, di farne immediata denuncia all'ufficio locale di pubblica sicurezza o, se questo manchi, al più vicino comando dei carabinieri (3 8)

Lo stesso articolo 20 prevede che chiunque rinvenga un'arma, quindi anche una baionetta, è tenuto ad effercuare immediatan1ence il depos ito presso l'ufficio locale di pubblica sicurezza o, in mancanza, presso il più vicino comando carabinieri, che ne rilasciano apposita ricevuta per l'ulteriore, eventuale, restituzione (39).

Anche se la discip lina giuridico-amministrativa esposta potrà sembrare assurda in particolar modo a chi sia detentore di una baionetta arrugginita della prima guerra mondiale, tuttavia l'autore ha ritenuto opportuno elencarla pedissequamente convinco di assolvere a due compiti: far conosce re al possessore di tale tipo di arma quali sono gli obblighi imposti dalla legge e ne l contempo denunciare l'assurdità di una normativa che ancora oggi s i ostina a paragonare la pericolosità di w1a baione t ta a quella di una moderna a r ma da sparo

(36) Vedere no ca 30.

(37) Vigna-13ellagamba, o pera citata, pag. 292 Sam. ionato dall 'art. 3 legge 110 /75.

(38) Sanzionato d a a re 20 legge l 10/75.

(39}Sam.io naco da are. 20 legge 1 10/75

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Istruzione sulla divisa della trnppa, (fa nt e ria, caval ler ia, a rt igli eria e gen io), Roma 1880

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«Giornale m il itare,,, anna re varie

«Giornale mili ta re uffi ciale per la M arin a», a nn ate va ri e ,,Rivista mi li ta re», anna re varie

«La Gazecce des baio nn e rres», annate varie

«La Gazecre d es arm es,,, a n nate vari e

«L lll us t razion e m il itare italian a», e d Val lard i, 1887. «Eserc ito e Nazio ne», annate varie.

«L ill us rraz io n c ita lia na», dal 1889 a l 1940.

«Signa!,,, d a l 1940 a l 1942.

«Cronache d e ll a g uerra», dal 1940 a l 1942.

4 16 I

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Bi b li ografia esse n zia l e

10min
pages 414-416

APPENDICE LA BAIONETTA E LA LEGGE

18min
pages 403-413

TASCHE E BUDRIERI

5min
pages 392, 394-398, 400-401

CURIOSITÀ

3min
pages 384, 386-390

BAIONETTA TUTTOFARE

2min
pages 380, 382-384

BAIONETTE GIOCATTOLO

2min
pages 376, 378

- FODERO SPECIALE - NON ADOTTATA

4min
pages 366, 368-370, 372-373

BAIONETTA

1min
pages 362, 364, 366

BAIONETTA PER GARAND M 1 PRODUZIONE ITALIANA

3min
pages 354, 356, 358-359, 361

BAIONETTA PUGNALE USA MOD. M5

1min
pages 350, 352

BAIONETTE AMERICANE E LE LORO DERIVATE ITALIANE

5min
pages 342, 344-346, 348

SCIABOLA BAIONETTA MODIFICATA PER FUCILE

3min
pages 330, 332, 334, 337-338

BAIONETTA MODIFICATA PER FUCILE N 4, PRODUZIONE I TALIANA

2min
pages 326, 328

DAL REGNO DEL SUD A OGGI: LE BAIONETTE BRITANNICHE E LE LORO DERIVATE ITALIANE

3min
pages 322, 324

LA REPUBBLICA SOCIALE

1min
pages 318, 320

BAIONETTA PER MANNLICHER SCHOENAUER

2min
pages 312, 314

BAIONETTA PIEGHEVOLE PER MITRA M4

0
page 310

BAIONETTA MODELLO '91/42 SPERIMENTALE

0
page 308

PUGNALE BAIONETTA PER MOSCHETTO AUTOMATICO MODELLO I (38 A)

1min
pages 304, 306-307

PUGNALE BAIONETTA PIEGHEVOLE MODELLO 1938

3min
pages 294, 296, 298, 300, 303

BAIONETTA PER MOSCHETTO BALILLA

2min
pages 288, 290, 292

BAJONETTA DA FUCILE PERALLJEVITIRATORI a.d. 1915

1min
page 286

BA10NETIA TIPO '91 MODIFICATA PER IL FUCILE SPE RIMENTALE SEMIAUTOMATICO GLISENTI

1min
pages 280, 282-284

DOPO LE PRIME RAFFICHE

0
pages 277-278

LA '91 DEI MEHARISTI LIBICI

5min
pages 264-267, 269-270, 272, 274

IL PRIMO DOPOGUERRA LE COLONIE

1min
page 263

BAIONETTE AUSTRIACHE DI PREDA BELLICA

2min
pages 256, 258, 260

MODIFICHE AUSTRIACHE SU BAIONETTE '91

0
page 254

MODIFICHE E ADATIAMENTI AUSTRIACI DI BAIONETTE ITALIANE

1min
pages 250, 252

BAIONETTA PORTOGHESE 1885 STEYR MODIFICATA

1min
page 248

MODIFICHE TEDESCHE 70/87

1min
page 246

BAIONETTE FRANCESI

1min
pages 243-244

LE STRANIERE DEL ' 15-18

0
page 242

BAIONETTA CORTA A LAMA QUADRANGOLARE

3min
pages 230, 232, 234, 236, 238

BA IONETTA CORTA A LAMA QUADRANGOLARE

0
pages 228-229

MODIFICHE & MODIFICHE

2min
pages 224-227

BAIONETTA VETTERLI 70/87/16

2min
pages 220, 222

BAIONETTA A MANICOTTO E GHIERA

5min
pages 208-210, 212, 214-216, 218

BAJONEITAMODELLO

2min
pages 202, 204, 206

SCIABOLA BAIONEITA MODELLO 1891 TS

2min
pages 196, 198-201

BAIONETTA PIEGHEVOLE SPERIMENTALE PER '91

1min
page 195

SCIABOLA BAIONEITA MODELLO 1891

5min
pages 190-194

BAIONETTA PIEGHEVOLE

10min
pages 176, 178, 180-182, 184, 186-188

SCIABOI.ABAIONETIA MODELLO 1870AMOLI.ALUNGA

6min
pages 164, 166, 168, 170-172, 174

SCIABOLA BAIONETIA MODELLO 1870 A MOLLA CORTA-LAMA ACCORCIATA

3min
pages 156, 158-160, 162-163

LE ARMI VETTERLI

2min
pages 152-154

BAIONETTA

1min
page 148

BAIONETTA INASTABILE PER SCURE DA ZAPPATORE

1min
pages 144, 146-147

BAIONETTA AUSTRIACA MOO. 1854

2min
pages 140, 142

DAGA BAIONETTA

2min
pages 134, 136, 138

BAIONETTA PER FUCILE PRUSSIANO MOD. 1839

2min
pages 130, 132

BAIONETTE PER VOLONTARI GUARDIE NAZIONALI E CIVICHE

1min
page 126

SCIABOLA BAIONETTA D 'ARREM BAGGIO

2min
pages 118, 120, 122-123

SCIABOLA

0
page 116

BAIONETTA NON IDENTIFICATA

1min
pages 114-115

BAIONETTA PIEGHEVOLE GUIGLIELMETTI - 1867

1min
pages 111-112

SCIABOLA BAIONETTA ITALIANA PER REMINGTON EX PONTIFICIO

6min
pages 102, 104, 106, 108, 110

SCIABOLA BAJONEITA PER FUCILE REMINGTON EX PONTIFICIO

2min
pages 98, 100

SCIABOLA BAlONETTA RIDOTTA PER BERSAGLIERI

1min
page 97

ESEMPLARI SPERIMENTALI POST UNITARI

1min
page 96

BAIONETTA PER CARABINA NAPOLETANA

1min
page 94

BAJONETTA PER GENDARMERIA A CAVALLO

0
page 92

SClABOLA BAIONETTA NAPOLETANA ADATTATA PER BERS AG LI ERI

1min
page 90

SCIABOLA BAIONETIA PER BERSAGLIERI - 1851 NON ADOTTATA

2min
pages 86, 88

SCIABOLA BAlO NETIA PER ARTIGLIERI ADOTIATA NEL 1843

1min
page 84

DAGA BAIONETTA SPERIMENTALE(?)

1min
page 82

SCIABOLA BAIONETTA PER BERSAGLIERI ADOTTATA NEL 1836

1min
page 80

BAIONETTE

10min
pages 64, 66, 68, 70, 72-74, 76, 78-79

BAIONETTA A MANICOTTO

4min
pages 60-62

BAIONETTA A MANICOTTO PER FUCILE INGLESE INDIA PATTERN A PIETRA FOCAIA

1min
page 58

BAIONETTA PER FUCILE SARDO

1min
page 57

BAIONETTA NON IDENTIFICATA

4min
pages 52, 54, 56

LE PRIM E BAIONETTE DELLA RESTAURAZIONE

1min
page 50

Due parol e sulla baionetta

42min
pages 15-22, 24-26, 28-30, 32-38, 40-45, 47

Nota dell'autore

8min
pages 9-14

BAIONETTE ITALIANE l 814-2017

0
pages 3-5, 7
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