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46. Pancreatite
pancreatite biliare abitualmente viene eseguita una colecistectomia endoscopica perché altrimenti vi è un rischio del 25% di avere un nuovo episodio entro 6 sett.
2. PANCREATITE CRONICA Per approfondire Braganza, Lancet 377, 1184; 2011
Le cause possono essere l’alcool (70-80% dei casi), almeno 150 g/ die per oltre 5 anni (Van Buren, Current Therapy 2020), l’ipertrigliceridemia, i traumi, l’ereditarietà, l’iperparatiroidismo, l’ipercalcemia, ostruzioni neoplastiche, farmaci, malattie autoimmuni ecc (Solorzano, Current Therapy 2009). Il trattamento non risulta a oggi particolarmente efficace. Gli scopi sono: ridurre il dolore addominale e migliorare la funzione esocrina del pancreas (Van Buren, Current Therapy 2020). 1) Evitare i farmaci che possono provocare riacutizzazioni (estrogeni, diuretici tiazidici e azatioprina). L’astensione dall’alcool è la cosa più importante perché riduce gli attacchi e rallenta lo sviluppo dell’insufficienza sia esocrina che endocrina. Sospendere il fumo di sigaretta (Braganza, Lancet 377, 1184; 2011). Trattare le iperlipemie e ipercolesterolemie. 2) Controllo del dolore Presente nel 50-70% dei casi, rappresenta l’indicazione principale al trattamento. Non c’è relazione tra la gravità del caso e l’intensità dei dolori. Il meccanismo del dolore non è completamente chiarito ma di grande importanza è l’ipertensione duttale. Astinenza dall’alcool, specie nei pazienti con funzione pancreatica residua. È utile nel 75% dei casi iniziali. Analgesici (vedi cap 1). Preferibili l’Aspirina o l’acetaminophen o altri, in ogni caso non stupefacenti (Braganza, Lancet 377, 1184; 2011). Utili il Tramandolo e il Gabapentin (Mitchell, Lancet 361, 9367, 1447; 2003). Gli enzimi digestivi sembra possano ridurre la secrezione pancreatica esocrina tramite un meccanismo di feed-back negativo (vedi sotto). I cortisonici possono essere utili nei casi autoimmuni (Braganza, Lancet 377, 1184; 2011). Prednisone 30-40 mg/die, scalato in 3 mesi (Braganza, Lancet 377, 1184; 2011) con dose di mantenimento di 5-7,5 mg/die, può ridurre le recidive (Braganza, Lancet 377, 1184; 2011). In alcuni casi può essere utile, per 3-6 mesi, un blocco percutaneo del plesso celiaco che dura alcuni mesi. È ripetibile ma con minore efficacia e con rischio di paraplegia (Grumaste, Current Therapy 2006). Terapia chirurgica: da riservare ai casi refrattari ma può essere molto utile tramite sfinterectomia, stenting o estrazioni di calcoli. Si possono avere delle recidive (Van Buren, Current Therapy 2020). Sotto studio l’octreotide Sandostatina Lar (vedi cap 45 par 2) somministrabile una volta/mese che non sembra efficace nelle sintomatologie dolorose addominali refrattarie. 3) Controllo del malassorbimento (presente nel 90% dei casi). Per quanto riguarda la terapia dell’insufficienza del pancreas esocrino essa è essenzialmente sostitutiva ed è necessaria quando l’attività enzimatica è ridotta di oltre il 90% ed è presente steatorrea e calo ponderale (Solorzano, Current Therapy 2009). La lipasi è l’enzima più importante ed è utile anche per la steatorrea (Braganza, Lancet 377, 1184; 2011). I preparati commerciali contengono lipasi, amilasi