BRUTTE STORIE
Il mistero del paperotto giallo di Miramare Tamaya era in camera sua. Era appena tornata dal centro commerciale. Prima di provare i vestiti che aveva acquistato, si guardò allo specchio. Aveva un’aria da bambina, ma aveva da poco compiuto 22 anni e da circa tre mesi viveva in una casa da sola. La sua immagine risaltava nella penombra della stanza poco illuminata. Aveva i capelli color castano chiaro, ramati sulle punte, gli occhi verde smeraldo e la carnagione abbastanza pallida. Mentre si stava struccando, sentì un grande frastuono provenire dalla sala da pranzo. Scese le scale fino ad arrivare in cucina. Le sedie erano ribaltate, il frigorifero era aperto e il telefono fisso era sparito. Per sicurezza controllò nel suo studio che tutto fosse a posto. Tamaya era preoccupata, anzi preoccupatissima. Aprì la porta. Notò che mancava qualcosa, ma non sapeva esattamente cosa. Poi scrutò la mensolina accanto alla finestra e vide dei cocci. Erano dipinti di un rosa non troppo intenso con dettagli neri. Per un attimo le mancò il respiro. Capì che si trattava del suo adorato salvadanaio che le aveva regalato la sua prozia. Il contenuto del salvadanaio era molto importante per Tamaya: oltre a qualche spicciolo di poco conto, aveva nascosto proprio lì dentro il suo ciondolo più prezioso regalatole da suo cugino Daniel per la Cresima e la chiave che apriva il suo segretissimo diario. Tamaya d’impulso corse verso l’ingresso e fissò a bocca aperta la porta spalancata. Accese in fretta, con le mani sudaticce, il suo smartphone e chiamò un ispettore che potesse aiutarla a risolvere la faccenda. L’ispettore Charlison ci mise un po’ ad arrivare. Intanto Tamaya cercò di trovare indizi utili esaminando la casa. Tornando nel suo studio, il suo sguardo si fermò in un punto del pavimento dove c’erano dei cocci del suo salvadanaio e notò che erano bagnati di un liquido di cui Tamaya non conosceva l’esistenza. Era di colore verde, 63