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COME VEDERE I PAESI CHE NON SI POSSONO VISITARE Gli imprevisti della geopolitica hanno relegato alcuni paesi al di fuori dei percorsi turistici. Il cinema e la letteratura sono i mezzi migliori per scoprirli più da vicino. VITA SULLA TERRA 200 LA(MALI)
LALDJÉRIE 201 VIVA (ALGERIA)
202 PYONGYANG (COREA DEL NORD)
yyIl regista Abderrahmane
yySecondo film di Moknèche
wwDopo una storia a fumetti
Nel cuore del paese dei bambara, ÌÌ
Algeri oggi. L’immagine che ÌÌ
La Corea del Nord non è vietata ÌÌ
Abderrahmane Sissako, 1998, Mali
Sissako si riprende con la cinepresa tra i suoi connazionali nel villaggio della sua infanzia, dove è andato a trascorrere le feste dal padre. A Sokolo i raccolti sono una lotteria, il telefono funziona a singhiozzo e la bicicletta resta l’unico mezzo di trasporto affidabile. Nonostante la presenza di situazioni che si prestano al sorriso, la constatazione, amara, è quella dell’abbandono di cui soffre il Sahel. Per Sissako, ‘la vita non è uno spettacolo perché un uomo che grida non è un orso che danza’.
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terra di cantastorie, la regione di Ségou vanta un patrimonio artistico e culturale di prim’ordine che comprende la città di Djenné e la sua moschea in terra cruda. Da tempo destabilizzato da gruppi terroristici e dai ribelli tuareg a nord, il Mali è ormai una zona di operazioni militari dove è diventato impossibile circolare senza correre rischi. Per aprire le porte della sua affascinante cultura affidatevi ai suoi artisti, come il musicista Salif Keita, la cui splendida ballata Folon accompagna i titoli di testa del film.
Nadir Moknèche, 2004, Algeria
dopo Le Harem de Madame Osmane, questo ritratto di donne è anche il quadro di un popolo che ricuce i brandelli di una vita di lacerazioni, ebbrezza e malinconia nell’inverno algerino. Il titolo si rifà allo slogan rabbioso e irrisorio degli ‘hittites’, i giovani disoccupati che passano le giornate appoggiati contro i muri. Il terrore degli anni ’90 e la sclerosi dello stato hanno partorito esistenze precarie, incarnate da questo trio di donne in cui la cantante Biyouna recita la parte della madre. ne dà Moknèche è quella di un ammasso disordinato, un campo minato, senza esotismo coloniale né splendore arabo-musulmano, dove l’intimità si annida nelle pieghe del sogno e del ricordo. Ma in questa società in rovina, Algeri pulsa ancora. Il film, a dispetto di tutti i cliché sulla città, richiama anche la presenza dell’acqua, le torrenziali piogge temporalesche, i rubinetti gocciolanti, i singhiozzi repressi. L’Aldjérie del film, contrazione di Algeria e al-Djazai-r (Algeri), non è una destinazione, è un vicolo cieco.
Guy Delisle, 2003, Canada
che raccontava il suo soggiorno nella città cinese di Shenzhen, il fumettista nato a Québec si ripete al ritorno dalla capitale della Corea del Nord con questo giornale di bordo per immagini, umoristico e perplesso, sugli usi e costumi della dittatura comunista. Delisle è sbarcato su Marte, con 1984 di George Orwell in valigia e una bottiglia di cognac. Il suo approccio? Quello di chi visita un museo e tenta di far parlare una mummia ideologica. agli stranieri. Basta procurarsi (un mese prima) un visto turistico tramite un’agenzia di viaggi specializzata. Il punto d’ingresso più utilizzato è la Cina. Il paese accoglie ogni anno circa 2000 occidentali. Sul posto, alberghi di lusso e un tasso di criminalità da far invidia alla Svizzera, ma visite sempre guidate e dunque scarse possibilità di contatto con la popolazione. Non perdetevi i Monti Myohyang, uno dei luoghi sacri della penisola coreana, né gli affreschi rivoluzionari e la statua di Kim Il-sung nella capitale.