© Lonely Planet Publications
I GRANDI ESPLORATORI Questi avventurieri hanno attraversato deserti, oceani, montagne e giungle per motivi di studio o per il piacere di provare forti emozioni. Rivivetene i viaggi eroici attraverso le loro testimonianze. VIAGGIO DI UNA 221 PARIGINA A LHASA (TIBET ) Alexandra David-Néel, 1927
wwLa vita di Alexandra David-
122
Néel è di quelle che suscitano, se non ammirazione, quanto meno incredulità. Sorvoliamo sulla sua carriera di cantante e direttrice di un casinò a Tunisi. Nel 1911 la scrittrice intraprende un viaggio in Asia che nelle intenzioni doveva durare 18 mesi… ne tornerà 14 anni più tardi. Il dato più interessante di questo percorso che la vedrà diventare buddhista e imparare il tibetano è il fatto di essere un viaggio nel viaggio, quello che dà il titolo al libro. Dopo essere stata più volte respinta ai confini di Lhasa, allora proibita agli stranieri, la viaggiatrice decide di raggiungere la capitale tibetana in modo temerario e faticoso: accompagnata dal figlio adottivo e provvista solo dello stretto necessario per vivere, affronta il tragitto a piedi, camuffata da pellegrina, con la paura di essere riconosciuta come straniera. Otto mesi più tardi, all’età di 55 anni, sarà la prima occidentale a vedere Lhasa. In seguito all’apertura della ÌÌ
linea ferroviaria più alta del mondo, dal 2006 Lhasa dista soltanto due giorni di treno da Beijing. Sebbene
la capitale tibetana non sia più da tempo vietata agli stranieri, le tensioni che vi regnano sin dall’invasione cinese del 1951 non ne fanno una destinazione di tutto riposo: nel 2008 una rivolta contro le autorità cinesi ha fatto centinaia di morti e nel 2012 la città è tornata tristemente d’attualità per il suicidio di diversi monaci.
TROPICI 222 TRISTI (BRASILE) Claude Lévi-Strauss, 1955
wwDichiarando sin da subito
la sua avversione per i viaggi e gli esploratori, Claude Lévi-Strauss sgombra il campo dagli equivoci qualora ci fosse qualche lettore che crede di trovare in queste pagine l’esaltazione dell’avventura esotica. Eppure in questo resoconto delle spedizioni etnografiche che lo studioso condusse negli angoli più sperduti del Brasile tra il 1935 e il 1939, di avventura e di esotismo ce n’è eccome! Semplicemente, il rischio e il viaggio non sono fini a se stessi, bensì i parametri di una ricerca che porta Lévi-Strauss a contatto con le tribù indie e da cui trarrà la linfa dei suoi lavori scientifici e delle sue riflessioni filosofiche. Il libro ci porta ugualmente nel
subcontinente indiano, in India, nel Kashmir e in Birmania, e si impone come un’esplorazione meditata delle culture del mondo. Lévi-Strauss dissuade ÌÌ
dal viaggiare di proposito: la consapevolezza dell’imminente ‘saccheggio definitivo’ (capitolo XVII) delle ultime aree incontaminate del pianeta lo spinge a ritardare e a prevenirne l’invasione da parte dei ‘campeggiatori’. Ma è troppo tardi, i campeggiatori oggi sono dappertutto; il miglior modo di esplorare l’Amazzonia è ancora quello di affidarsi a un’agenzia e a una guida che rispettino l’ambiente. Manaus (Amazonas, Brasile) è il luogo che offre più opportunità di scelta, ma attenzione ai truffatori. Le spedizioni meno costose sono anche le più irresponsabili e pericolose.
VIAGGIATORE DELLE 223 ILDUNE (SAHARA) Théodore Monod, 1937
wwUn secolo, il Novecento, meno
due anni: Théodore Monod lo ha attraversato tutto, nel deserto. Morto nel 2000 all’età di 98 anni, questo infaticabile viaggiatore delle dune e cacciatore di tesori ha lasciato dietro di sé un numero considerevole di scritti, di scoperte e di sognatori del