© Lonely Planet Publications
I FILM DELLA GIUNGLA Ricettacoli di specie velenose, ribelli armati e, talvolta, tribù bellicose, le foreste vergini lasciano presagire pericoli. Una buona ragione per darsi alla macchia… davanti a un buon film!
282
LA FORESTA DI SMERALDO (BRASILE) John Boorman, 1985, Gran Bretagna
yy Questa favola umanistica rende giustizia ai popoli amerindi che lottano per la sopravvivenza nel Bacino dell’Amazzonia. La sceneggiatura trae spunto da fatti reali: il figlio di un ingegnere americano impegnato nella costruzione di una diga idroelettrica viene rapito dalla tribù degli Invisibili. Il padre lo ritrova 10 anni più tardi, integrato nella comunità d’adozione. Il regista di Un tranquillo week-end di paura, il cui figlio interpreta qui il ruolo principale, si sforza di ricostruire i riti degli amerindi e ci consegna splendide immagini dell’Amazzonia. Durante la fase di individuazione delle location del film, Boorman non esitò a trasferirsi per un ÌÌ periodo in una comunità india della regione dello Xingu. Situato nello stato del Mato Grosso, nel cuore del bacino amazzonico, il Parque Nacional Indígena do Xingu ospita ancora 14 tribù, ovvero quasi 4000 persone. Prendendo spunto dalla costruzione di una diga (quella di Tucuruí, nello stato del Pará) Boorman voleva denunciare lo sfruttamento del bacino amazzonico che minaccia la sopravvivenza delle popolazioni indigene. Un tema ancora oggi di scottante attualità se si pensa al cantiere della diga di Belo Monte, nello stato del Pará, al centro di una polemica internazionale. I progetti del governo brasiliano prevedono l’inondazione di centinaia di chilometri quadrati di foresta vergine, che avranno come conseguenza il trasferimento forzato di migliaia di amerindi.
283 APOCALYPSE NOW (FILIPPINE E
REPUBBLICA DOMINICANA)
152
Francis Ford Coppola, 1979, Stati Uniti
yyDurante la guerra del Vietnam un ufficiale americano è incaricato dai servizi segreti di ritrovare e uccidere il colonnello Kurtz, che opera come un folle sanguinario sul
confine cambogiano. Questo film dantesco, libero adattamento del romanzo Cuore di tenebra di Joseph Conrad, denunciò l’assurdità e la stupidità di un conflitto diventato l’incubo dell’America. Marlon Brando vi recita solo per 10 minuti, orco malinconico dall’occhio socchiuso, ma la sua presenza è ancora impressa nella memoria dei cinefili. Quanto a Francis Ford
Coppola, 238 giorni di riprese solo nelle Filippine, un set devastato da un tifone e un budget lievitato alle stelle hanno rischiato di farlo diventare paranoico e megalomane come Kurtz. Bisognerebbe avere il dono ÌÌ dell’ubiquità per seguire la scia dell’imbarcazione che si addentra nella giungla indocinese alla ricerca