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I NUOVI SCRITTORI DI VIAGGIO Non è più l’epoca delle grandi esplorazioni, ma l’avventura è tutt’altro che finita! Ce lo testimoniano questi globe-trotter che, ciascuno a suo modo, percorrono il mondo per rivelarne le inaspettate bellezze. POLVERE DEL MONDO FORESTE 494 LA(JUGOSLAVIA-INDIA) 495 NELLE SIBERIANE (RUSSIA) Nicolas Bouvier e Thierry Vernet, 1963
Sylvain Tesson, 2011
ULTIMI GIORNI 496 BAKU, (AZERBAIGIAN)
wwDopo la guerra non c’erano
wwNella nostra epoca di
wwLa quarta di copertina di Suite
più parti del mondo da esplorare, ma a ogni individuo restavano molti luoghi da percorrere. La polvere del mondo è la storia di due avventure: quella di un viaggio e quella di un libro. Due amici d’infanzia, Nicolas Bouvier e Thierry Vernet, – uno scrive, l’altro dipinge –, acquistano una vecchia Fiat e partono: Belgrado, İstanbul, Teheran, Persepolis, Kabul e tante altre località in mezzo; in tutto diciassette mesi di viaggio. Nicolas Bouvier impiegherà anni per finire il libro. Il suo titolo originale (L’usage du monde) è il più bello della letteratura di viaggio, se non forse di tutta la letteratura. Quando viene pubblicato nel 1963 riscuote un immenso successo; ci vorranno diversi anni perché esca dalle frontiere svizzere ispirando una nuova generazione di viaggiatori.
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Oggi è impossibile viaggiare ÌÌ
come fecero Nicolas Bouvier e Thierry Vernet: non è più così facile attraversare le frontiere dell’Iran e dell’Afghanistan. Nessun rimpianto: La polvere del mondo non è una guida, ma un invito a inventare il proprio cammino.
spostamenti a grande velocità, Sylvain Tesson passa per un resistente, facendo del tempo e della forza muscolare gli ingredienti dei suoi viaggi, lontano da tutto e da tutti. Nel 2010 è partito per rinchiudersi per sei mesi in una capanna sulle rive del Lago Bajkal, con una riserva di libri, vodka e sigari: aveva la natura tutta per lui. Il suo libro è un diario filosofico nato dalla lotta contro la noia e la disperazione e nutritosi della contemplazione e dell’ispirazione tratta da altri scrittori viaggiatori come Henry de Montherlant e Peter Fleming. Per questo viaggio interiore ÌÌ
e immobile, Sylvain Tesson si è trasferito ai bordi della più importante riserva naturale d’acqua dolce del mondo. Per ammirare il lago rimanendo bene al caldo, potete prendere il treno Circumbaïkal, che segue le sue sponde meridionali partendo da Slioudianka ed è peraltro uno dei tratti più antichi della Transiberiana.
Olivier Rolin, 2010
à l’hôtel Cristal, apparso nel 2004, presentava così il suo autore: “Olivier Rolin (Boulogne-Billancourt, 1947-Bakou, 2009)”. Lo scrittore aveva quindi inscenato la propria morte in questo libro che si svolge nelle camere d’albergo di tutto il mondo. Quando è giunta quella data, quasi a sfidare il destino, Olivier Rolin si è recato a Baku. Nessuno dei suoi viaggi aveva avuto un pretesto altrettanto serio e singolare, e nessuno dei suoi racconti di viaggio la stessa libertà di vagabondaggio nei luoghi e nell’ora di una morte autopresunta. Rolin si guarda camminare come un fantasma vivente e si esprime in un russo trascritto così come lo sente. Un occhio che indugia sulle spalle delle donne, un pensiero per un illustre predecessore, Alexandre Dumas, e in fin dei conti un album d’incontri e immagini in bianco e nero – l’autore ha unito alla sua prosa qualche fotografia. Grazie al suo clima mite, la ÌÌ
capitale dell’Azerbaigian era ai tempi dell’URSS una delle mete preferite di villeggiatura per chi aveva i mezzi per soggiornarvi. Dichiarata Patrimonio