PERCORSO ANTOLOGICO
5 primis et venerem et proelia destinat. Frustra: nam gelidos inficiet tibi rubro sanguine rivos lascivi suboles gregis.
Te flagrantis atrox hora Caniculae nescit tangere, tu frigus amabile fessis vomere tauris praebes et pecori vago. 10
les lascivi gregis inficiet tibi gelidos rivos rubro sanguine. – inficiet: futuro di inficio, ĕre (in + facio) «mescolare», «tingere», «macchiare» (in particolare, appunto, «di sangue»); ma anche, in accezione esplicitamente negativa, «contaminare», «guastare»; è possibile che alla suggestione coloristica e visiva si aggiunga quest’ulteriore sfumatura, come se il rammarico per la sorte del capretto si estendesse anche all’inevitabile intorbidarsi delle acque cristalline della fonte. – tibi: dativo di fine, che si preferisce tradurre con il possessivo. – gelidos ... rubro san-
guine rivos: entro l’elegantissima ed espressiva disposizione a chiasmo degli accusativi e degli ablativi, i legami fra le parole-immagini sono enfatizzati dalle allitterazioni in r e in s, nonché dall’omoteleuto (gelidos ... rivos); al contrasto cromatico, visivo, si aggiunge in un intreccio complesso quello delle sensazioni tattili, fra la gelida freschezza dei rigagnoli (rivi) d’acqua sorgiva e il calore del sangue, evocato sinesteticamente dal colore rosso. – lascivi: genitivo concordato con gregis, da unire a suboles. – subŏles: soggetto di inficiet; c’è chi lo intende in-
vece come apposizione di un soggetto sottinteso (haedus). [9-16] Te la feroce stagione dell’ardente Canicola non sa toccare, tu offri deliziosa frescura ai tori stanchi del vomere, al bestiame errante. Anche tu sarai tra le fonti illustri, poiché io canto l’elce che sovrasta la grotta donde sgorgano le tue acque mormoranti. Te flagrantis ... vago: costruisci atrox hora flagrantis Caniculae nescit tangere te, tu praebes frigus amabile tauris fessis vomere et pecori vago. – nescit = nequit, «non può». – tu ... praebes: anafora in
Nomi e parole degli antichi Lascivus: l’aggettivo lascivus
ha vari significati, e anche nel contesto dell’ode oraziana viene interpretato in diversi modi: «[del gregge] lascivo» nel senso di «libidinoso», propenso agli amori; oppure «scherzoso», «vivace», «spensierato»; anche «irrequieto», «sfrenato», che variamente evocano le rapide corse e i salti di questi animali sui prati, alludendo con un’ulteriore punta di rammarico alle felici speranze di vita della vittima sacrificale. Subŏles: il sostantivo femminile suboles, is significa «prole», «rampollo», «figlio». Collegato alla radice di alo, ĕre («nutrire», «far crescere»), come proles, indica tutto ciò che nasce e cresce, la discendenza degli uomini e degli animali così come i germogli delle piante. Canicula: diminutivo di canis,
propriamente significa «cagnolina»; per traslato è detta Canicula Sirio, la stella più luminosa della costellazione del Cane, che sorge alla fine di luglio; il suo levarsi segna dunque l’avvento del periodo più caldo dell’anno. Così, al verso 9 di Carmina III, 13, il participio-aggettivo flagrantis (da flagro, āre; «fiammeggiare», «ardere»), si riferisce sia all’ardore dell’estate al suo culmine sia all’intensa luminosità dell’astro. Come si sa, «canicola», quale nome comune, e l’aggettivo «canicolare» da esso derivato, sono tuttora di uso corrente nella lingua italiana. Atrox: l’aggettivo atrox, ōcis deriva da ater (atra, atrum), «nero», che per traslato, secondo i diversi contesti, vale «triste», «maligno», «lugubre», «funesto» (il nero è il colore della morte); anche «oscuro», in quanto difficile a
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intendersi. Nel testo oraziano la stagione (hora) in cui Sirio «ardente» fiammeggia nel cielo è detta atrox, cioè «spietata», «feroce», «violenta», ossia «ferocemente torrida», in quanto coincide con i grandi calori estivi; anche «mortifera», «funesta», «fatale» (= «che porta disgrazia»), poiché nel periodo più arido dell’anno la terra soffre per la scarsità d’acqua; talora la siccità può giungere a bruciare i raccolti e a provocare morìe del bestiame. Si noti (v. 9) il sapiente accostamento dei due aggettivi flagrantis (genitivo concordante con Caniculae in iperbato) e atrox: non solo si intensificano a vicenda sul piano semantico, ma l’insistenza sui suoni aspri dei gruppi consonantici evoca a livello fonoespressivo la violenta oppressione della calura.
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