L’ETÀ DELLA TARDA REPUBBLICA
10. La poesia neoterica e Catullo
lingua sed torpet, tenuis sub artus 10 flamma demanat, sonitu suopte tintinant aures, gemina teguntur lumina nocte. Otium, Catulle, tibi molestum est; otio exsultas nimiumque gestis; 15 otium et reges prius et beatas perdidit urbes.
PERCORSO ANTOLOGICO
facoltà. – omnis: accusativo plurale arcaico per omnes (sensus). – aspexi: perfetto indicativo da aspicio, ĕre, designa un’azione anteriore, sul piano logico, a quelle espresse dalla successiva serie dei verbi al presente (vv. 7-9); può essere peraltro inteso come perfetto iterativo, in ogni caso da tradurre con il tempo presente. – est super = superest, «resta», «rimane»; soggetto nihil. – mi: cfr. nota al v. 1. – <postmodo vocis>: l’adonio (v. 8) è caduto, cioè manca nei codici manoscritti a noi pervenuti. A Della Corte si deve l’integrazione qui riportata: postmodo è avverbio («in seguito», «subito dopo»); vocis è genitivo partitivo retto da nihil del v. 7 (letteralmente «nulla di voce»). Molte altre integrazioni sono state proposte, sempre nella direzione indicata dal modello saffico (il venir meno della voce). – lingua sed: anastrofe (sed lingua). – sub artus: lett. «sotto le membra»; per rendere più chiara l’immagine c’è chi preferisce tradurre «sotto la pelle». – demanat: propriamente «scorre giù» (de + mano, ĕre); soggetto tenuis... flamma (vv. 9-10), originale variazione sul motivo ultraconvenzionale della fiamma d’amore; questa fiamma è
«sottile», a significare il suo insidioso serpeggiare insinuandosi nelle più intime fibre. – sonitu suopte: ablativo di causa, «per un suono (solo) loro», (l’aggettivo possessivo suo, rafforzato dall’enclitica -pte, è riferito ad aures) cioè soltanto interno. Si noti l’allitterazione in s; l’insistenza sulle sibilanti tende ad evocare il ronzio interno percepito mediante il senso dell’udito, attraverso un procedimento fonosimbolico che continua nel verso successivo. – tintinant: voce onomatopeica che compare solo qui (hapax legómenon); altrove attestate le forme tinniunt (da tinnıˉre) e tintinnant. – gemina... nocte: costruisci lumina teguntur gemina nocte; l’ablativo singolare femminile gemina, concordato per ipallage con nocte, logicamente si riferisce a lumina: «entrambi gli occhi si coprono di notte». L’aggettivo geminus, inconsueto nel contesto, rimanda al gusto neoterico per le espressioni ricercate e preziose. 13-16 L’ozio, o Catullo, ti nuoce; a causa dell’ozio ti esalti e ti ecciti troppo; l’ozio ha mandato in rovina re e città [un tempo] felici. Otium: c’è chi traduce senz’altro «amo-
re», spesso equivalente di otium nel linguaggio erotico, ad esempio in Ovidio. Persuasiva l’interpretazione secondo la quale il termine riflette il concetto greco di tryphé («vita dissoluta», «lussuosa»), tipico della storiografia ellenistica, che vi rintracciava la causa della decadenza dei regni orientali (cfr. vv. 15-16). – Catulle: la ricorrente apostrofe a se stesso. – exsultas: da exsulto (ex + saltare), intensivo di exsilio, ˉıre, propriamente «saltare con vivacità», «balzare» e dunque anche «esaltarsi», «sfrenarsi». – gestis: da gestio, ˉıre, propriamente «gesticolare»; in senso pregnante, denota (analogamente ad exsultas) atteggiamenti quali manifestazione sfrenata dei propri sentimenti, agitazione eccessiva, bramosia impaziente e smodata. Entrambi i verbi del v. 14, si noti, designano originariamente una condizione psicologica che si esprime attraverso incontrollati moti del corpo. – et reges... urbes: iperbato e anastrofe (prius et); costruisci (otium) perdidit reges et urbes prius beatas. Riferimento implicito, consueto e quasi proverbiale, alla caduta di Troia, notoriamente originata dagli amori adulterini di Paride ed Elena.
LETTURA e INTERPRETAZIONE Nelle prime tre strofe espressive variazioni ritmiche
Le due strofe centrali, a partire dal secondo emistichio del v. 5, sono interamente occupate dall’enumerazione-descrizione dei sintomi dello sconvolgimento amoroso. Da rilevare l’affannosa accelerazione del 314
ritmo, insieme all’ininterrotto susseguirsi degli enjambement ad ogni verso, anche molto forti, in contrasto con la pacata compostezza dei vv. 1-2, ciascuno in sé concluso. Evidente l’intenzione espressiva del poeta, che mira a sottolineare, anche a livello metrico-sintattico e ritmico, l’antitesi tra l’irrefrenabile climax ascen-
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