L’ETÀ DI AUGUSTO
3. Orazio
Permitte divis cetera, qui simul stravere ventos aequore fervido deproeliantis, nec cupressi nec veteres agitantur orni. 10
Quid sit futurum cras fuge quaerere, et quem Fors dierum cumque dabit, lucro 15 adpone, nec dulcis amores sperne puer neque tu choreas, donec virenti canities abest morosa. Nunc et Campus et areae lenesque sub noctem susurri 20 conposita repetantur hora,
PERCORSO ANTOLOGICO
nunc et latentis proditor intumo gratus puellae risus ab angulo pignusque dereptum lacertis aut digito male pertinaci.
Lascia il resto agli dèi: appena hanno placato 10 i venti sul mare fervido furiosi, né i cipressi né i vecchi frassini più agitano le cime.
Del domani non darti pensiero, qualunque giorno ti darà la sorte 15 contalo tra i guadagni e i dolci amori non disprezzare, e le danze, già che sei giovane e la canizie scontrosa ti è lontana. Ora il Campo e le piazze e i lievi sussurri sul far della notte 20 devi cercare all’ora convenuta, ora il gradito riso che da angolo appartato tradisce la fanciulla nascosta e il pegno d’amore strappato al braccio o al dito che finge di resistere. (trad. di A. Roncoroni) 17. virenti canities: esempio di callida iunctura oraziana, dove all’antitesi concettuale (giovinezza/vecchiaia) si ag-
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giunge un vivido contrasto coloristico: virenti (da vireo) significa propriamente «a te che verdeggi»; canities deriva da ca-
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nus («bianco», «canuto»). 18. Campus: il Campo Marzio.